CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORI Ambiente
|
|
- Renato Coco
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Il Divulgatore n 10-11/2005 Condizionalità un modo nuovo di fare agricoltura Pagg CRITERI DI GESTIONE OBBLIGATORI Ambiente COMPULSORY MANAGEMENT CRITERIA (CMC-ENVIRONMENT) Biodiversity conservation in environmentally sensitive areas (Act A1 - Directive 79/409/EEC, Act A5 - Directive 92/43/EEC) Protection of subsurface waters against pollution caused by dangerous substances (Act 2 - Directive 80/68/EEC) Environmental protection, in particular soils as regards sewage sludge management (Act A3 - Directive 86/278/EEC) Water protection against pollution caused by nitrates from agricultural origins (Act A4 - Directive 91/676/EEC) Atti della condizionalità e riferimenti legislativi Salvaguardia della biodiversità nelle aree sensibili - Atto A1 - Direttiva 79/409/Cee concernente la conservazione degli uccelli selvatici - Atto A5 - Direttiva 92/43/Cee, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche Protezione delle acque sotterranee dall inquinamento provocato da sostanze pericolose - Atto A2 - Direttiva 80/68/Cee per la protezione delle acque sotterranee dall inquinamento provocato da certe sostanze pericolose Protezione dell ambiente, in particolare del suolo, nell utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura - Atto A3 - Direttiva 86/278/Cee sulla protezione dell ambiente, in particolare del suolo, nell utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura Protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole - Atto A4 - Direttiva 91/676/Cee, relativa alla protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole to da certe sostanze pericolose
2 ATTI A1, A5 - SALVAGUARDIA DELLA BIODIVERSITÀ NELLE AREE SENSIBILI APPLICABILITÀ Aziende agricole i cui terreni ricadono nelle aree sensibili per la tutela degli habitat, della fauna e della flora di interesse comunitario (Rete Natura 2000). OBIETTIVO Contribuire a salvaguardare la biodiversità attraverso l adozione di misure che garantiscono la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatica. L atto A1 (direttiva 79/409/CEE nota come direttiva Uccelli) ha come obiettivo generale la conservazione delle specie di uccelli selvatici presenti in Europa, nonché l istituzione di Zone di Protezione Speciale volte a garantire la sopravvivenza e la riproduzione di alcune specie minacciate. L atto A5 (direttiva 92/43/CEE nota come direttiva Habitat) istituisce la rete Natura 2000 che comprende oltre alle Zone di Protezione Speciale (ZPS), anche i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Questi ultimi possono comprendere veri tipi di habitat, come ad esempio zone umide, formazioni erbose naturali e seminaturali, foreste, aree popolate da specie animali e vegetali protette. La Regione Emilia-Romagna ha individuato 111 siti di importanza comunitaria, ubicati prevalentemente all interno della perimetrazione delle aree protette. OBBLIGHI Le aziende che ricadono all interno delle aree SIC e ZPS, non hanno attualmente particolari obblighi di carattere ambientale, in quanto non è stato ancora approvato il programma regionale per i siti di Natura 2000, previsto dalla nuova legge regionale sulle aree protette, e sono pertanto soggette unicamente alle norme previste per il mantenimento dei terreni in buone condizioni agronomiche e ambientali. La Regione Emilia-Romagna, in ottemperanza alle direttive sopra citate, che prevedono espressamente l obbligo di effettuare la valutazione d incidenza per investimenti, azioni e interventi in grado di determinare effetti di degrado degli habitat naturali e delle specie, ha stabilito che per alcune misure del Piano di sviluppo rurale che comportano interventi o azioni che causano modificazioni del paesaggio (investimenti strutturali, praticoltura estensiva, ripristino di spazi naturali, ritiro ventennale dei seminativi per scopi ambientali, imboschimento) debba essere richiesto specifico nullaosta all Ente di gestione, ove presente, o alla Provincia. VERIFICHE Il tecnico esecutore dei controlli rileverà il rispetto delle disposizioni stabilite a livello regionale relative all Atto 1 e all Atto 5 o, in assenza di disposizioni regionali, il rispetto delle relative norme per il mantenimento delle buone condizioni agronomiche e ambientali. È opportuno ricordare che il mancato rispetto delle norme 4.2 e 4.4, parte 2 (pag. 45 e 48), in un area SIC o ZPS comporta la contemporanea applicazione di riduzioni nel campo delle Buone condizioni agronomiche e ambientali e nei Criteri di Gestione Obbligatori parte Ambiente. In particolare per questi ultimi, se la violazione si verifica in una zona di sovrapposizione fra ZPS e SIC, gli effetti dell inadempienza vengono conteggiati due volte.
3 ATTO A2 - PROTEZIONE DELLE ACQUE SOTTERRANEE DALL INQUINAMENTO PROVOCATO DA SOSTANZE PERICOLOSE APPLICABILITÀ Aziende agricole che utilizzano sostanze pericolose per l inquinamento delle acque sotterranee (ai sensi del D. Lgs. 152/99). OBIETTIVO Prevenire l inquinamento delle acque sotterranee causato da determinate sostanze pericolose e ridurre o eliminare le conseguenze dell inquinamento in atto. Si tratta di sostanze tossiche, bioaccumulabili e persistenti che non devono confluire nei sistemi idrici sotterranei dato che questi ultimi costituiscono la fonte da cui si prelevano circa due terzi delle acque utilizzate per il consumo umano. Queste sostanze si ritrovano di solito nei prodotti fitosanitari, negli oli esausti e nei carburanti. Tali sostanze sono costituite da composti organo-alogenati (compresi i pesticidi clorurati), pesticidi fosforati, composti organostannici, mercurio e suoi composti, cadmio e suoi composti, oli minerali persistenti o non persistenti, idrocarburi di origine petrolifera persistenti o non persistenti, cianuri, biocidi diversi da quelli sopraelencati e loro derivati, composti inorganici del fosforo e fosforo elementare, fluoruri. Occorre prestare attenzione anche nell utilizzazione degli apparecchi di distribuzione e di trasporto dei fitofarmaci (autobotti, cisterne, irroratori, ecc.), infatti un loro uso improprio può provocare accumuli localizzati di principi attivi che possono contaminare la falda. Si ricorda che tutte le aziende agricole sono tenute al rispetto delle disposizioni di utilizzo delle sostanze pericolose individuate dalla direttiva comunitaria 80/68/CEE, recepita dal decreto legislativo 152/99 (si veda alla pagina successiva). OBBLIGHI L agricoltore è tenuto a rispettare le disposizioni di utilizzo e smaltimento dei prodotti impiegati in agricoltura (fitofarmaci, lubrificanti, carburanti), che contengono, anche se in quantità minime, le sostanze pericolose previste dalla direttiva comunitaria. In particolare l agricoltore deve operare in modo da evitare la dispersione delle sostanze pericolose sopra richiamate, nel suolo e nel sottosuolo, attraverso le seguenti misure: la corretta gestione delle acque reflue che residuano dal lavaggio di contenitori serbatoi, irroratori, atomizzatori; misure di carattere preventivo che tutelino dal rischio di eventuali sversamenti nel sottosuolo di carburanti e lubrificanti; corretta gestione delle acque reflue industriali, per le aziende agricole dotate di impianti di depurazione, che effettuano un attività di scarico sul suolo, in acque superficiali o in pubblica fognatura. Sostanze pericolose ai sensi della direttiva 80/68/Cee - Composti organo-alogenati e sostanze che possono dare origine a tali composti nell ambiente idrico Elenco I - Mercurio e suoi composti - Composti organo-fosforici - Cadmio e suoi composti - Composti organo-stannici - Oli minerali persistenti e idrocarburi - Sostanze con potere cancerogeno, - Cianuri mutageno e teratogeno in ambiente idrico Elenco II - Zinco - Cobalto - Rame - Tallio - Nichel - Tellurio - Cromo - Argento - Piombo - Biocidi e loro derivati non compresi nell elenco I - Selenio - Arsenico - Antimonio - Molibdeno - Titanio - Stagno - Bario - Berillio - Sostanze con effetto nocivo su sapore e/o odore delle acque sotterranee e composti che possono generarenelle acque tali sostanze rendendole non idonee al consumo umano - Composti organosilicati tossici o persistenti e sostanze che possono generarli, ad eccezione di quelli innocui da un punto di vista biologico o che comunque sono in grado di trasformarsi rapidamente in sostanze innocue - Boro - Composti inorganici del fosforo e fosforo elementare - Uranio - Fluoruri - Vanadio - Ammoniaca e nitrati
4 Per acque reflue industriali s intendono quelle provenienti da aziende zootecniche dotate di impianto di depurazione, che non dispongano di almeno 1 ettaro di terreno per ogni 340 kg di azoto presente negli effluenti di allevamento, e le aziende agroalimentari che esercitino attività di trasformazione e lavorazione in cui la materia prima lavorata, proveniente dall attività di coltivazione del fondo, sia inferiore ai 2/3 del totale prodotto. Le acque reflue che residuano dal lavaggio di contenitori, serbatoi, irroratori, atomizzatori contenenti anche tracce di residui di pesticidi, qualora non ridistribuite sulle coltivazioni in atto (per le quali è ammesso l impiego), devono essere raccolte in contenitori a tenuta stagna e conferite presso centri di smaltimento specializzati. Quanto invece ai serbatoi che contengono carburante o contenitori degli oli minerali, l agricoltore deve controllare che questi siano a perfetta tenuta senza presentare perdite; inoltre, la normativa vigente impone la presenza di bacini di contenimento sottostanti i contenitori-distributori di oli minerali e/o combustibili di origine petrolifera, di capacità non inferiore alla metà della capacità geometrica del contenitore stesso, che tutelino dal rischio di eventuali sversamenti nel sottosuolo per immissione diretta o per via indiretta (percolazione attraverso gli strati di suolo). Le aziende zootecniche o agro-alimentari che scaricano acque reflue di tipo industriale devono possedere la prescritta autorizzazione e osservare le disposizioni in essa contenute. Lo scarico di sostanze pericolose da parte dell agricoltore dovrà essere dichiarato in sede di presentazione della domanda di pagamento diretto. Occorre precisare che per scarico s intende qualsiasi immissione diretta tramite condotta di acque reflue liquide o semiliquide e comunque convogliabili nelle acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e nella rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. Quindi in questa categoria non rientrano i trattamenti e le irrorazioni effettuate nella normale pratica agricola. VERIFICHE Il tecnico incaricato dei controlli accerterà l esistenza dell autorizzazione allo scarico di sostanze pericolose e il rispetto delle condizioni in essa riportate. Il controllo della documentazione accerterà anche se l ente di controllo specializzato, riscontrando un inosservanza delle prescrizioni contenute nell autorizzazione, abbia proceduto a effettuare i seguenti adempimenti: - diffida che comporta la fissazione di un termine entro il quale devono essere eliminate le irregolarità; - diffida e contestuale sospensione dell autorizzazione per un tempo determinato nel caso si verifichino situazioni di pericolo per la salute pubblica e l ambiente; - revoca dell autorizzazione nei casi di mancato adeguamento alle prescrizioni imposte con la diffida e di reiterate violazioni che determinano situazioni di pericolo per la salute pubblica e l ambiente.
5 ATTO A3 - PROTEZIONE DELL AMBIENTE, IN PARTICOLARE DEL SUOLO, NELL UTILIZZAZIONE DEI FANGHI DI DEPURAZIONE IN AGRICOLTURA APPLICABILITÀ Aziende agricole sui cui terreni si effettua lo spandimento di fanghi di depurazione come stabilito dal Decreto Legislativo 99/92. OBIETTIVO Utilizzare in modo controllato i fanghi di depurazione in agricoltura in modo da evitare effetti nocivi sul suolo, sulle acque, sulla vegetazione, sugli animali. I fanghi derivano da processi di depurazione biologica delle acque reflue che provengono da insediamenti civili e industriali; affinché i fanghi possano essere utilizzati in agricoltura è necessario che: - siano adeguatamente trattati ossia sottoposti a processi biologici, chimici o termici finalizzati a ridurre rischi sanitari connessi alla presenza di eventuali sostanze tossiche o di agenti patogeni; - possiedano effetto concimante, ammendante e/o correttivo. OBBLIGHI Per produttore di fanghi si intende colui che produce e tratta i fanghi (come ad esempio una ditta che gestisce un impianto di depurazione), mentre per utilizzatore di fanghi si intende colui che effettua lo spandimento dei fanghi sul terreno. Pertanto i casi che si possono verificare sono tre, come di seguito indicato. 1) L agricoltore sui cui terreni avviene lo spandimento non è né produttore né utilizzatore L imprenditore agricolo deve: - acquisire e conservare le copie dei documenti in possesso dell utilizzatore (formulario di identificazione che certifica la provenienza dei fanghi, scheda di accompagnamento, registro di utilizzazione dei terreni), verificandone la corretta compilazione e la notifica agli Enti competenti dell inizio delle operazioni di utilizzazione dei fanghi, con almeno 10 giorni di anticipo; - rispettare e far rispettare le condizioni di utilizzazione e i divieti previsti dalla normativa vigente. 2) L agricoltore è utilizzatore, ma non produttore L agricoltore deve possedere i seguenti documenti: - autorizzazione rilasciata dalla Provincia; - certificato di analisi del fango che attesta l assenza di sostanze tossiche e/o nocive e/o persistenti e/o bioaccumulabili in concentrazioni dannose per il terreno, per le colture, per gli animali, per l uomo e per l ambiente in generale e superiori ai valori limite fissati; - certificato di analisi del terreno con particolare riferimento a ph, capacità di scambio, materia organica, granuolmentria, dotazione in microelementi e metalli pesanti (cadmio, mercurio, nichel, rame e piombo); - registro delle utilizzazioni con le relative annotazioni sulle operazioni di spandimento. - Altri obblighi documentali sono: - notificare alla Provincia le operazioni di spandimento dei fanghi con almeno 10 giorni di anticipo; - predisporre un Piano di distribuzione. Devono inoltre essere rispettate le disposizioni regionali di carattere prescrittivo che attengono alla gestione dei fanghi. In particolare si riporta uno stralcio delle principali norme invitando gli interessati a consultare gli atti normativi regionali: lo stoccaggio deve essere autorizzato dalla Provincia e dimensionato nel rispetto delle disposizioni provinciali; il fango può permanere sul terreno al massimo 48 ore e va interrato nelle successive 24 ore; per i fanghi derivanti da impianti di depurazione delle acque reflue urbane, devono essere rispettate le dosi massime previste in rapporto alla caratteristiche chimicofisiche del terreno (da 5 a 7,5 t/ha in terreno a ph neutro o sub-alcalino, dosi inferiori
6 per terreni sub-acidi), mentre in presenza di fanghi derivanti dall industria agroalimentare le dosi possono essere triplicate; devono essere rispettati i limiti di azoto previsti (max 170 kg per ettaro e per anno in area vulnerabile); il fango può essere distribuito sullo stesso terreno per non più di tre anni, dopodiché per due anni non si possono distribuire fanghi; devono essere osservati i divieti alla pagina precedente indicati. 3) L agricoltore è sia produttore che utilizzatore Oltre agli adempimenti sopra descritti, l agricoltore deve curare la tenuta del registro di carico/scarico e inviarne copia annualmente all Autorità competente. Divieti allo spandimento 1. Su terreni acidi (ph<5), con tenore di sostanza secca superiore al 5% e con capacità di scambio cationico minore di 8 meq/100 g. 2. Su terreni gelati, soggetti a esondazioni e/o a inondazioni naturali, acquitrinosi o con falda acquifera affiorante o con frane in atto. 3. Nel periodo invernale (dal 1 novembre al 28 febbraio), salvo deroghe per i fanghi palabili. 4. Su terreni acclivi con pendenza superiore al 15% (10% se non palabile ossia se il contenuto in sostanza secca è inferiore al 30%). 5. Su suoli con coltivazioni in atto di prodotti destinati a essere consumati crudi nei 10 mesi precedenti il raccolto e durante il raccolto stesso, salvo il caso di fanghi dell industria agro-alimentare dove è consentita la distribuzione su colture orticole da industria e su piante da frutto i cui prodotti non sono a contatto con il terreno. 6. Su terreni destinati a pascolo e a prati stabili (i fanghi non possono essere distribuiti inoltre su graminaceeforaggere a 6 settimane dalla raccolta). 7. Mediante la tecnica dell irrigazione a pioggia sia per i fanghi tal quali che per quelli diluiti con acqua. 8. Nelle zone indicate dagli strumenti pianficatori (Piano paesistico, aree protette, regolamenti urbanistici). 9. Quando sia stata comunque accertata l esistenza di un pericolo per la salute degli uomini e/o degli animalie/o per la salvaguardia dell ambiente. VERIFICHE Il tecnico incaricato dei controlli effettuerà verifiche sia di carattere documentale che oggettive. Tra le prime si ricorda: verifica della documentazione relativa al certificato di analisi del fango; presenza di autorizzazione; corretta compilazione del registro dei terreni; notifica all Autorità competente. Le verifiche oggettive interessano: la presenza di sostanze in concentrazioni al di sopra della norma; il rispetto del divieto di utilizzo dell area di spandimento per il pascolamento degli animali entro i termini previsti; l impiego di fanghi non idonei all utilizzazione in agricoltura; l utilizzo dei fanghi in terreni destinati all orticoltura e alla frutticoltura, i cui prodotti sono normalmente a contatto diretto con il terreno e sono di norma consumati crudi, nei 10 mesi precedenti il raccolto e durante il raccolto stesso.
7 ATTO A4 - PROTEZIONE DELLE ACQUE DALL INQUINAMENTO PROVOCATO DAI NITRATI PROVENIENTI DA FONTI AGRICOLE APPLICABILITÀ La norma si applica nelle zone vulnerabili ai nitrati (ZNV). OBIETTIVO Garantire la protezione di tutte le acque dall inquinamento da nitrati, riducendo l impatto ambientale dell attività agricola attraverso una più attenta gestione del bilancio dell azoto. La norma riguarda attualmente la disciplina dello spandimento al suolo dei liquami provenienti da insediamenti zootecnici e dello stoccaggio degli effluenti di allevamento, in attesa che vengano emanate disposizioni nazionali sull utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, sui concimi azotati e ammendanti organici e sulle acque reflue di origine agro-alimentare. Altri obiettivi rilevanti sono: - contribuire a realizzare modelli di agricoltura economicamente sostenibili, ma ecocompatibili; - proteggere l ambiente dagli apporti azotati eccessivi, in modo da ridurre la fertilizzazione azotata sulla base degli effettivi fabbisogni nutrizionali delle colture. Inoltre si vogliono incoraggiare gli usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, attribuendo una particolare attenzione alle acque utilizzate a fini potabili. La direttiva prevede la definizione di aree che, per le loro caratteristiche chimicofisiche, pedologiche e ambientali, sono vulnerabili ai nitrati che provengono da pratiche agricole. In tutte le aree agricole viene raccomandata l attuazione di pratiche agronomiche atte a limitare gli effetti negativi dovuti all immissione dei nitrati nell ambiente, pratiche che divengono obbligatorie nelle zone vulnerabili ai nitrati, dove è necessario rispettare specifiche norme tecniche. OBBLIGHI Per sapere se i terreni ricadono in area vulnerabile l agricoltore può consultare l organismo pagatore competente, avvalendosi anche dei centri di assistenza agricola (CAA) che operano sul territorio oppure della Provincia. In ogni caso in fase di presentazione della domanda di pagamento diretto l agricoltore entrerà in possesso di tutte le informazioni necessarie per il rispetto degli impegni di condizionalità. L allevamento zootecnico che ricade all interno dell area vulnerabile deve essere in possesso della seguente documentazione. - Autorizzazione allo spandimento rilasciata dalla Provincia o, qualora ricada nella procedura semplificata, copia della comunicazione trasmessaall Autorità competente. Ricadono nella procedura semplificata: gli allevamenti di consistenza inferiore a 10 UBA elevabile a 20 nei territori collinari e montani ove viene praticata attività di pascolamento; gli allevamenti di suini che producono meno di 500 m3 di liquame, salvo il caso in cui l allevamento ricada in un comune eccedentario; gli allevamenti di bovini da latte che producono più di 500 m3 di liquame e m3 di acque di lavaggio di strutture e attrezzature zootecniche con stalle esistenti alla data del 10 maggio 1976; gli allevamenti di altre specie animali, che producono meno di 500 m3 di liquame e m3 di acque di lavaggio di strutture e attrezzature zootecniche. - Registro di utilizzazione del liquame, composto da fogli numerati e vidimati dalla Provincia, dove devono essere annotate entro 48 ore dallo spandimento i quantitativi di effluenti distribuiti e la data e il sito (appezzamento) di spandimento, individuato con la numerazione progressiva utilizzata nella cartografia allegata alla domanda di autorizzazione. - Piano di utilizzazione agronomica nel caso di allevamenti suinicoli di consistenza superiore a 160 tonnellate di peso vivo in area vulnerabile ovvero pari a 80 tonnellate di peso vivo in area ad elevato rischio di crisi ambientale.
8 Le misure di salvaguardia da rispettare attengono ai seguenti aspetti. 1. Divieto di spandimento dei liquami: - su terreni con pendenza superiore al 15% privi di sistemazioni idraulico-agrarie; - su terreni inondati, gelati o innevati; - in prossimità dei corsi d acqua; - nel periodo invernale dal 15 dicembre al 28 febbraio; - nelle aree di divieto individuate negli strumenti di programmazione della Provincia. 2. Distribuzione degli effluenti di allevamento per un apporto azotato medio ad azienda non superiore a 170 kg per ettaro. 3. Presenza di copertura vegetale durante il periodo invernale (cereali autunnovernini, prati permanenti di media o lunga durata, colture intercalari) o, in sostituzione, adozione della pratica dell interramento delle paglie e degli stocchi che residuano dopo il raccolto dei cereali. Le aziende che hanno l obbligo di predisporre il Piano di utilizzazione agronomica, devono osservare le seguenti prescrizioni: - determinare la concentrazione di rame, zinco, fosforo e sodio nel terreno al termine del ciclo di spandimento verificando che entri nei limiti autorizzati dalla Provincia; - escludere gli appezzamenti con concentrazioni di rame e zinco rispettivamente superiori a 100 e 300 mg/kg e quelli con fosforo assimilabile superiore a 200 mg/kg; - non utilizzare concime di sintesi durante il periodo invernale e nelle colture leguminose; - non effettuare spandimenti con liquame nei prati dopo il 30 ottobre. I contenitori di stoccaggio Le disposizioni sul dimensionamento e sulle caratteristiche tecniche dei contenitori di stoccaggio possono essere così riepilogate: - per gli allevamenti che ricadono nella procedura ordinaria (esclusi i bovini da latte) i bacini di stoccaggio dei liquami devono essere di dimensioni pari al volume di effluente liquido prodotto in 180 giorni, con aggiunta di un volume supplementare in base alle caratteristiche del contenitore (+10% se in cemento armato, +15% se in terra battuta); - per i bovini da latte che ricadono nella procedura ordinaria (allevamenti esistenti successivamente al 10 maggio 1976 con produzione di liquame superiore a 500 m m3 di acque di lavaggio) il volume di stoccaggio è dimensionato a 120 giorni; - per tutte le tipologie di allevamento che ricadono nella procedura semplificata, il volume di stoccaggio deve essere di dimensioni pari alla quantità di effluente prodotto in 90 giorni. Il contenitore per lo stoccaggio del liquame deve avere due scomparti separati, realizzati e condotti in modo da assicurare una permanenza effettiva del liquame non inferiore a 45 giorni, al fine di garantire un adeguata maturazione e stabilizzazione prima dello spandimento sul suolo. Inoltre i contenitori in terra, interrati o seminterrati, dovranno essere recintati lungo tutto il perimetro e presentare al piede esterno dell argine un fosso di guardia perimetrale avente profondità minima di 50 cm, isolato idraulicamente dalla normale rete scolante. I contenitori per lo stoccaggio del liquame devono essere a tenuta stagna e ogni 10 anni deve essere predisposta la relazione di collaudo, a firma del Direttore lavori, comprovante la conformità dell opera eseguita ai punti delle condizioni e il rispetto di quanto previsto dalle disposizioni regionali. Le platee di stoccaggio del materiale palabile devono poter contenere il volume di letame o pollina prodotto in 90 giorni, considerando un altezza media del cumulo non superiore a 2 metri; devono inoltre avere un fondo impermeabilizzato con una leggera pendenza (1,5%) e presentare un cordolo perimetrale o muretti di contenimento su almeno tre lati, in modo che il colaticcio possa essere convogliato in una vasca di raccolta, che deve essere dimensionata tenendo conto anche del volume delle acque piovane (0,35 m3/anno per ogni metro quadrato di platea) nel caso in cui la platea sia scoperta.
9 VERIFICHE La mancata presenza di documentazione relativa all attività di spandimento (autorizzazione o comunicazione, registro di spandimento nei casi ove previsto, piano di utilizzazione agronomico per gli allevamenti interessati), il mancato rispetto delle azioni di salvaguardia previste per l applicazione dei fertilizzanti ai terreni (in pendenza, saturi d acqua, inondati, gelati o innevati, adiacenti ai corsi d acqua), la mancata osservanza dei limiti massimi di azoto (170 kg per ettaro e per anno), l assenza di copertura vegetale durante il periodo invernale (cereali autunno-vernini, prati permanenti di media o lunga durata, colture intercalari) o, in sostituzione, la mancata adozione della pratica dell interramento delle paglie e degli stocchi che residuano dopo il raccolto dei cereali costituiscono parametri di valutazione in sede di controllo che possono provocare decurtazioni nell erogazione del contributo comunitario.
COSA SI PUO FARE PER LIMITARE I PROBLEMI CHE POSSONO SORGERE ALL ATTO DELLO SPANDIMENTO?
COSA SI PUO FARE PER LIMITARE I PROBLEMI CHE POSSONO SORGERE ALL ATTO DELLO SPANDIMENTO? Al di là degli obblighi di legge, queste buone tecniche, consentono di limitare i principali problemi (cattivi odori,
DettagliREGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi
REGIONE EMILIA-ROMAGNA Atti amministrativi GIUNTA REGIONALE Atto del Dirigente a firma unica: DETERMINAZIONE n 15648 del 30/10/2014 Proposta: DPG/2014/16302 del 30/10/2014 Struttura proponente: Oggetto:
DettagliAllegato I. Parte A Obiettivi formativi
Allegato I Parte A Obiettivi formativi Tenuto conto dei contenuti formativi riportati nell Allegato I del decreto legislativo n. 150/2012, si riportano di seguito i contenuti comuni degli specifici corsi
DettagliI regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006
I regolamenti regionali sulle acque del 24 marzo 2006 Paolo Casciano Direzione Generale Reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile Regione Lombardia Ordine Ingg BG 26/11/2007 - ing. Casciano
DettagliQuando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto
L'acqua inquinata Quando si parla di inquinamento dell'acqua, si intende sia l'inquinamento dell'acqua superficiale (fiumi, laghi, mare) sia dell'acqua presente sotto il suolo (falde acquifere). Va tenuto
DettagliRELAZIONE TECNICA DI CONSULENZA
RELAZIONE TECNICA DI CONSULENZA PSR TOSCANA 2007/2013 Regolamento CE 1698/05 MISURA 114 Utilizzo servizi di consulenza Provincia di.. Organismo prestatore del servizio:. Azienda :.... Tipologia di servizio
DettagliSviluppo dell anagrafe dei siti contaminati nella Provincia Autonoma di Trento
Sviluppo dell anagrafe dei siti contaminati nella Provincia Autonoma di Trento A. Camin I. Castellani G. Rampanelli Rimini 5-8/11/2008 L Anagrafe dei siti contaminati Il 15/12/1999, sul Supplemento Ordinario
DettagliRELAZIONE TECNICA DI CONSULENZA
RELAZIONE TECNICA DI CONSULENZA PSR TOSCANA 2007/2013 Regolamento CE 1698/05 MISURA 114 Utilizzo servizi di consulenza Provincia di... Organismo prestatore del servizio:. Beneficiario :..... Tipologia
DettagliRINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI
RINNOVO DELLE AUTORIZZAZIONI ALLO SCARICO NELLE RETI CONSORTILI INCONTRO TECNICO CON LE IMPRESE Venerdì 20 Aprile 2012, ore 17:00 Piano Primo Autorizzazione allo scarico nelle Reti Fognarie Consortili
DettagliPROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO
PROT. N. 23690 DEL 3 MAGGIO 2012 Oggetto: Art. 208 D.lgs. 152/2006 e s.m.i. GIONTELLA QUINTO EREDI S.A.S DI ANTONIO GIONTELLA & C. Autorizzazione unica per un nuovo impianto di recupero di rifiuti speciali
DettagliISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO DI ACQUE REFLUE INDUSTRIALI IN PUBBLICA FOGNATURA
ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO DI ACQUE REFLUE INDUSTRIALI IN PUBBLICA FOGNATURA Marca da bollo 14,62 Spazio riservato al Protocollo Il/La sottoscritto/a C.F. nato/a a il residente a via n. tel.
DettagliLa Sovranità alimentare in Europa: necessità di riciclare gli elementi fertilizzanti contenuti nei raccolti
La Sovranità alimentare in Europa: necessità di riciclare gli elementi fertilizzanti contenuti nei raccolti 5 th FORUM FOR THE FUTURE OF AGRICULTURE Meeting for Food & Environmental Challenge Resource
DettagliI sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa
I sistemi di trattamento delle acque meteoriche - Normativa La normativa che disciplina la necessità di sottoporre a trattamento le acque reflue di origine meteorica è il D. Lgs. 152/06 (Testo Unico Ambientale)
DettagliOGGETTO: istanza di autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali in pubblica fognatura
Marca da bollo 16,00 Allo Sportello Unico Attività Produttive Comune di San Donato Milanese da presentare in triplice copia OGGETTO: istanza di autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali in
DettagliAllegato 2 al Decreto n. del composto di n. 8 pagine
Spett. Amministrazione Provinciale di Istituto erogante OGGETTO: PRESENTAZIONE DI ISTANZA DI ADESIONE AL PROGRAMMA D AZIONE REGIONALE DI INVESTIMENTO PER PRODUZIONI AGROENERGETICHE E PER IL CONTENIMENTO
DettagliDomanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006).
Marca da Al SUAP del Comune di Bollo Domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006). Il/la sottoscritto/a nato/a a il residente
DettagliParere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.
Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito
DettagliPARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI
CITTÀ DI BARLETTA COMANDO POLIZIA MUNICIPALE PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI Tutte le attività produttive, che nell esercizio del ciclo lavorativo producono rifiuti speciali, devono
Dettagli"La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione
"La condizionalità in agricoltura: principi, norme e applicazione Laboratorio di consulenza partecipata Regione Puglia Assessorato alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia Servizi di Sviluppo Agricolo
Dettagli9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104
9.3.2011 - BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 10 DELIBERAZIONE 28 febbraio 2011, n. 104 Indirizzi per l attività di gestione degli elenchi regionali degli operatori biologici e dei concessionari
DettagliPROGRAMMA Formazione e aggiornamento degli utilizzatori professionali e dei consulenti fitosanitari
PROGRAMMA Formazione e aggiornamento degli utilizzatori professionali e dei consulenti fitosanitari Tenuto conto dei contenuti formativi riportati nel PAN, nell Allegato I del decreto legislativo n. 150/2012,
DettagliFAQ: Condizionalità. Cosa si intende per condizionalità?
FAQ: Condizionalità Cosa si intende per condizionalità? La condizionalità è una delle maggiori novità introdotte dalla Politica Agricola Comune (PAC) approvata nel 2003. Rappresenta l insieme delle norme
DettagliINTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN)
INTERVENTI ESEGUITI CON CARATTERE DI URGENZA PRESSO AREA DISCARICA LOC. VALLENONCELLO PORDENONE (PN) Premessa: Nel periodo compreso fra la seconda metà di dicembre 2013 e la prima di febbraio 2014, sul
DettagliAMBIENTE E AGRICOLTURA
Comunicazione Energia Ambiente Il Tuo spazio dedicato all Ambiente Incontro formativo AMBIENTE E AGRICOLTURA Proposte per una corretta gestione San Ginesio - 12 febbraio 2005 La corretta gestione dei rifiuti
DettagliPrincipali obblighi della Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue
Principali obblighi della Direttiva sul Trattamento delle Acque Reflue Direttiva del Consiglio 91/271/CEE del 21-05-1991, modificata dalla Direttiva della Commissione 98/15/ /15/CE del 27-02-1998 (Punto
DettagliLe indagini e i servizi di ARPA Veneto per la razionalizzazione della fertilizzazione
Le indagini e i servizi di ARPA Veneto per la razionalizzazione della fertilizzazione Paolo Giandon ARPAV - Servizio Suoli Riferimenti normativi Relazione fra pratiche agricole, in particolare fertilizzazione,
DettagliESERCITAZIONE DI AGRONOMIA. Fertilizzazioni
ESERCITAZIONE DI AGRONOMIA Fertilizzazioni 17 aprile 2012 Introduzione Concimazione: apporto di elementi nutritivi direttamente utilizzabili dalla pianta fertilizzazione Ammendamento: apporto di sostanze
DettagliCOMUNE DI BUTTAPIETRA Provincia di Verona
COMUNE DI BUTTAPIETRA Provincia di Verona Area Tecnica Settore Edilizia Pubblica/ Ecologia LINEE GUIDA RELATIVE AGLI SCARICHI DI ACQUE REFLUE DOMESTICHE IN CORPO RICETTORE DIVERSO DALLA FOGNATURA (SUOLO,
DettagliDICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ
DICHIARAZIONE IN MERITO AL RISPETTO DEI CRITERI PREVISTI IN TEMA DI RIUTILIZZO DI TERRE E ROCCE DA SCAVO DAL COMMA 1 DELL ART. 41bis DEL DECRETO LEGGE 21 GIUGNO 2013, N 69, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI
DettagliIL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE
Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.
DettagliTERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA
TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA Con le modifiche apportate dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 al
DettagliCorso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Corretta gestione dei rifiuti fitosanitari
Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Corretta gestione dei rifiuti fitosanitari GESTIONE DEI RIFIUTI Parte IV del D.lgs 152/2006 Norme in materia di gestione dei rifiuti RIFIUTO: qualsiasi
DettagliPROCEDURA DI OMOLOGA DI UN NUOVO RIFIUTO PRESSO L IMPIANTO DI DEPURAZIONE CO.R.D.A.R. VALSESIA S.P.A.
PROCEDURA DI OMOLOGA DI UN NUOVO RIFIUTO PRESSO L IMPIANTO DI DEPURAZIONE CO.R.D.A.R. VALSESIA S.P.A. La procedura di seguito descritta ha lo scopo di definire le modalità e le responsabilità di omologa
DettagliDECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012
DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL 03.01.2012 OGGETTO: L. 365/00. Istanza di aggiornamento PAI Tagliamento, ai sensi dell art. 6 delle Norme di Attuazione, a seguito della progettazione di interventi urgenti
DettagliCEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale)
CEREALI (autunno-vernini) (frumento duro, frumento tenero, orzo, avena, farro e triticale) Le indicazioni contenute nelle Norme Generali devono essere considerate preliminarmente alla lettura delle presenti
DettagliIl sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov...
A.O.O. Provincia di Roma Servizi di Tutela Ambientale Anno Classificazione Fascicolo.. N.. DATA. Modello I-5bis (Provincia Modello_E-bis Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Civitavecchia
DettagliDomanda di AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE ai sensi del D.P.R. n. 59 del 13 marzo 2013
Domanda di AUTORIZZAZIONE UNICA AMBIENTALE ai sensi D.P.R. n. 59 13 marzo 2013 Assolvimento l imposta di bollo per un importo pari ad 16 con pagamento in modo virtuale tramite ; con marche da bollo, conservata
Dettagliapparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE
Allegato di Piano 9 - Decontaminazione e smaltimento degli apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE. SOMMARIO PREMESSA : I PCB 3
DettagliAll interno dei Progetti Integrati di Filiera (PIF) Settore Zootecnico: Carni Bovine
Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 Reg. (CE) 1698/2005 Regione Toscana Bando Misura 121 Ammodernamento aziende agricole All interno dei Progetti Integrati di Filiera (PIF) Settore Zootecnico: Carni
DettagliLEGGE REGIONALE N. 32 DEL 24-07-1995 REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Disciplina e promozione dell'agricoltura biologica nel Friuli - Venezia Giulia
LEGGE REGIONALE N. 32 DEL 24-07-1995 REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA Disciplina e promozione dell'agricoltura biologica nel Friuli - Venezia Giulia Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE FRIULI-VENEZIA
DettagliISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO. Normativa di riferimento: La gestione delle terre e rocce da scavo può avvenire:
ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO Normativa di riferimento: art. 186 del D.Lgs. 152/06 D.G.R.V. N. 2424 del 08/08/2008 art. 20, comma 10-sexies del D.L. 29/11/2008 n. 185 La gestione
DettagliConsulta tecnica degli ordini e collegi della Provincia di Mantova
Consulta tecnica degli ordini e collegi della Provincia di Mantova Sostenibilità del Sistema Agroalimentare Mantovano Problema nitrati e gestione ambientale e ruolo dell ente Locale 2 dicembre 2011 FIGURA
DettagliI criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA
I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità Valeria Frittelloni ISPRA Analisi della Commissione europea sulla conformità del DM 27 settembre 2010 inclusione del codice
Dettagli(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE
L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce
DettagliALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1323 DELL 11 LUGLIO 2014
ALLEGATO ALLA DELIBERA N. 1323 DELL 11 LUGLIO 2014 Allegato A Indirizzi applicativi in materia di valutazione di incidenza di piani, progetti e interventi 1. Definizioni Procedimento di valutazione di
DettagliIL MINISTRO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE
IL MINISTRO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE VISTO il decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che all articolo 17, comma 1, stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese che intendono svolgere
DettagliREGOLAMENTO PER L UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DELLE ACQUE REFLUE Criteri applicativi al DGR 2495/2006
Città di Arzignano REGOLAMENTO PER L UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DELLE ACQUE REFLUE Criteri applicativi al DGR 2495/2006 ART. 1. PREMESSE Il presente Regolamento detta, all
DettagliRapporto esplicativo concernente la revisione dell ordinanza sul risanamento dei siti inquinati (OSiti)
Dipartimento federale dell ambiente,dei trasporti, dell energia e delle comunicazioni DATEC Ufficio federale dell ambiente UFAM Divisione Suolo e biotecnologia Riferimento/N. d incarto: N283-0986 9 settembre
DettagliREGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 gennaio 2005 che stabilisce requisiti per l igiene dei mangimi Regolamento 183/2005 Applicazione sul territorio regionale L applicazione
DettagliREGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE
5 ALLEGATO A Criteri e modalità di istituzione, autorizzazione e gestione delle Zone per l allenamento e l addestramento dei cani e per le gare e le prove cinofile (ZAC) (art. 33, l.r. 7/1995) Principi
DettagliPrescrizioni per Autorizzazione allo Scarico in Pubblica Fognatura Giugno 2014
Prescrizioni per Autorizzazione allo Giugno 2014 Sommario Riferimenti... 1 Documenti Allegati... 1 Premessa... 1 L autorizzazione potrà essere rilasciata alle seguenti condizioni... 2 D. Lgs 152/06 (Parte
DettagliDELIBERAZIONE N. 41/5 DEL 11.8.2015
Oggetto: Aumento del quantitativo di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi stoccati in deposito preliminare e messa in riserva e inserimento di impianto di trattamento di rifiuti, ubicato nel Comune
DettagliCHIEDE L AUTORIZZAZIONE AI SENSI DEL D. LGS. 3.4.2006 N. 152
AL COMUNE DI LONATE POZZOLO (VA) SETTORE GESTIONE TERRITORIO SERVIZIO ECOLOGIA VIA CAVOUR, 20 21015 LONATE POZZOLO (VA) Il sottoscritto... in qualità di titolare (o legale rappresentante) della ditta.......
DettagliGestione dei Rifiuti
Gestione dei Rifiuti Copia n. In Consegna a: Funzione: Data Distribuzione: 0 08.07.09 Prima emissione Previte Grazia Maria Previte Grazia Maria Rev Data Causale Emissione RGA Approvazione DG Pagina 1 di
DettagliRegolamento per la certificazione di Sistemi di Gestione Ambientale
Regolamento per la certificazione di Sistemi di Gestione Ambientale In vigore dal 01/04/2012 Agroqualità Società per azioni Viale Cesare Pavese, 305-00144 Roma - Italia Tel. +39 0654228675 - Fax: +39 0654228692
DettagliORGANISMO PAGATORE REGIONE LOMBARDIA
Allegato 1 al decreto n. ORGANISMO PAGATORE REGIONE LOMBARDIA Modalità e condizioni per la presentazione della domanda di contributo per le assicurazioni nel settore OCM Vitivinicolo Campagna 2010 1 Sommario
DettagliVerifiche Periodiche di Ascensori e Montacarichi D.P.R. 162/99 Linee Guida per gli adempimenti di Legge
SERVIZIO PREVENZIONE E RISCHIO TECNOLOGICO Verifiche Periodiche di Ascensori e Montacarichi D.P.R. 162/99 Linee Guida per gli adempimenti di Legge a cura del Servizio Prevenzione e Rischio Tecnologico
DettagliPiano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia
Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale
DettagliALLEGATO TECNICO S 1. Reflui scaricati tramite il terminale n totale di scarichi n (come da elaborato grafico allegato alla domanda)
ALLEGATO TECNICO S 1 Reflui scaricati tramite il terminale n totale di scarichi n (come da elaborato grafico allegato alla domanda) Coordinate geografiche Gauss Boaga 2 (in metri) del punt di recapito
DettagliCAPITOLO 2 - NORMATIVA GENERALE DI RIFERIMENTO
CAPITOLO 2 - NORMATIVA GENERALE DI RIFERIMENTO La gestione dei rifiuti, dei rifiuti pericolosi, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi è disciplinata dal Decreto Legislativo n 22 del 5/02/1997 Attuazione
DettagliIl concetto di gestione dei rifiuti
Autorizzazioni e adempimenti per la gestione dei rifiuti Relatore: Laura Pampaloni Il concetto di gestione dei rifiuti Il D.lgs n. 152/2006 definisce la GESTIONE come la raccolta, il trasporto, il recupero
DettagliDICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ (resa ai sensi degli artt. 47 e 38 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n.445)
Spett.le ARPA Lombardia DIPARTIMENTO DI.. Via...... (indirizzare all ARPA territorialmente competente con riferimento al sito di produzione dei materiali da scavo) Dichiarazione relativa al rispetto delle
Dettagli- per la violazione dei commi 3, 5, primo periodo, e 13, la sanzione pecuniaria da centocinquanta (150) a duecentocinquanta (250) quote.
Sanzioni ex D. Lgs. 231/2001 e succ.modd. in relazione alla commissione di reati previsti dal Codice dell Ambiente (D. Lgs. 152/2006 e succ.modd.) (cfr. art. 2 co. 2,6,7,8 D. Lgs. 7 luglio 2011 n. 121)
DettagliInsediamenti in cui viene svolta attività di gestione rifiuti.
INDICAZIONI PROGETTUALI PER DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO DI ACQUE METEORICHE PROVENIENTI DA INSEDIAMENTI IN CUI VENGONO SVOLTE ATTIVITÀ DI GESTIONE RIFIUTI. Insediamenti in cui viene svolta attività
DettagliIl sottoscritto nato a DICHIARA. Che la ditta con sede legale in. di via n. recapito telefonico /, e-mail
Timbro con data e numero protocollo AL COMUNE DI ( ) DENUNCIA DEGLI ELEMENTI NECESSARI ALLA DETERMINAZIONE DEL CORRISPETTIVO PER I SERVIZI DI RACCOLTA, ALLONTANAMENTO, DEPURAZIONE E SCARICO DELLE ACQUE
DettagliBILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI...
INDICE 1 PREMESSA... 2 2 BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI... 2 3 CRITERI PER LA LOCALIZZAZIONE E GESTIONE DELLE AREE DI CANTIERE DA ADIBIRE A DEPOSITO TEMPORANEO... 3 File: 13-033_gen01es_r0
Dettagli[ ] Per garantire questo, negli organi che decidono sulla
Organismi di Certificazione [ ] ORGANISMI D I CERTIFICAZIONE O C IL SISTEMA DI CONTROLLO L agricoltura biologica rappresenta uno dei primi esempi di certificazione di filiera : ogni fase del processo produttivo
DettagliAGRICOLTURA SICURA CHECK-LIST DI BASE
AGRICOLTURA SICURA CHECK-LIST DI BASE PER LAVALUTAZIONE DEI RISCHI E LA VERIFICA DEL RISPETTO DEI PRINCIPALI OBBLIGHI DOCUMENTALI E DI ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA LA CHECK LIST È UNA GUIDA PER FACILITARE
DettagliB2-2. Gestione delle sostanze pericolose a scuola. CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03. MODULO B Unità didattica
SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole Gestione delle sostanze pericolose a scuola MODULO B Unità didattica B2-2 CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs. 195/03
DettagliIl sottoscritto nato a DICHIARA. Che la ditta con sede legale in. di via n. recapito telefonico /, e-mail
Timbro con data e numero protocollo AL COMUNE DI ( LO ) DENUNCIA DEGLI ELEMENTI NECESSARI ALLA DETERMINAZIONE DEL CORRISPETTIVO PER I SERVIZI DI RACCOLTA, ALLONTANAMENTO, DEPURAZIONE E SCARICO DELLE ACQUE
DettagliRELAZIONE DI RIFERIMENTO D.M. 272/14
RELAZIONE DI RIFERIMENTO D.M. 272/14 UNA NUOVA NORMATIVA IN MATERIA AMBIENTALE Con il D.M. n.272/2014 e il D.lgs n.46/2014 l Italia ha accolto le indicazioni normative provenienti dalla Direttiva Europea
DettagliLINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELL ANAGRAFE AGRICOLA UNICA DEL PIEMONTE. Art.1. (Finalità)
LINEE GUIDA PER LA GESTIONE DELL ANAGRAFE AGRICOLA UNICA DEL PIEMONTE Art.1. (Finalità) 1. Le presenti linee guida disciplinano l anagrafe agricola unica del Piemonte ed il fascicolo aziendale, istituiti
DettagliParte 1: VERIFICA PROGETTO
Parte 1: VERIFICA PROGETTO Parte 1a: analisi aspetti ambientali Aspetto ambientale Impatto Rientra nel progetto Utilizzo di risorse idriche nelle proprietà Impoverimento risorse idriche dell ente Perdite
DettagliDELIBERAZIONE N. 52/16 DEL 23.12.2014
Oggetto: D.Lgs. 14.8.2012, n. 150 e decreto interministeriale 22 gennaio 2014. Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Direttive per l'attuazione nella Regione Sardegna
DettagliRegione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > FARRO
Regione Emilia-Romagna - Disciplinari di produzione integrata 2016 Norme tecniche di coltura > Colture erbacee > FARRO CAPITOLO DELLE NORME GENERALI Scelta dell'ambiente di coltivazione e vocazionalità
Dettaglinei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE
AD USO INDUSTRIALE per la produzione di ENERGIA IDROELETTRICA nei PROCESSI DI RAFFREDDAMENTO delle centrali TERMOELETTRICHE attraverso lo sfruttamento dell energia associata alle MAREE attraverso lo sfruttamento
DettagliDirettiva Nitrati. Linee guida Tutto quello che devono fare gli agricoltori lombardi a partire dal mese di settembre 2008
Direttiva Nitrati www.tipograf.it Linee guida Tutto quello che devono fare gli agricoltori lombardi a partire dal mese di settembre 2008 www.agricoltura.regione.lombardia.it Sommario Premessa 1 POA e PUA
DettagliArt. 1 Campo di applicazione
Documento Tecnico CRITERI GENERALI RIGUARDANTI LA PRESTAZIONE DELLE GARANZIE FINANZIARIE PREVISTE PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI ALL ESERCIZIO DELLE OPERAZIONI DI SMALTIMENTO E RECUPERO DEI RIFIUTI
DettagliTitolo: Professionalità e competenze nell Audit aziendale. Dr. ssa Agr. Berna Enrica
Titolo: Professionalità e competenze nell Audit aziendale Dr. ssa Agr. Berna Enrica e-mail: enricaberna@libero.it Cosa è la Condizionalità Allegato III e IV del Reg. UE 1782/03 La Condizionalità è l insieme
DettagliB.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie
B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile
DettagliLe misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque -Collettamento e trattamento acque reflue-
Le misure del Piano Regionale di Tutela delle Acque -Collettamento e trattamento acque reflue- ALESSANDRO ZUCCA Regione Autonoma FVG Direzione Ambiente ed Energia Palmanova- 19 MAGGIO 2015 Indirizzi e
DettagliMANUALE DELLA QUALITA Revisione: Sezione 4 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA
Pagina: 1 di 5 SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA 4.0 SCOPO DELLA SEZIONE Illustrare la struttura del Sistema di Gestione Qualità SGQ dell Istituto. Per gli aspetti di dettaglio, la Procedura di riferimento
DettagliATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI FOGNATURE E DEPURAZIONE
COMUNE di RIMINI ASSESSORATO MOBILITA, LAVORI PUBBLICI E QUALITA URBANA ATTO DI INDIRIZZO IN MATERIA DI FOGNATURE E DEPURAZIONE Approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del 18/02/2010 TAVOLO
DettagliREGIONE PUGLIA Area politiche per la riqualificazione, la tutela e la sicurezza ambientale e per l attuazione delle opere pubbliche
AMMISSIBILITA DEI RIFIUTI IN DISCARICA AI SENSI DEL DECRETO MINISTERIALE 27/09/2010 PRIMI INDIRIZZI APPLICATIVI REGIONALI Il Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
DettagliIl Ministro delle Attività Produttive
Il Ministro delle Attività Produttive VISTO l articolo 21, del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese di gas naturale che svolgono nel
DettagliIl digestato: aspetti tecnici e normativa
tecnici e normativa USO DEL DIGESTATO PER IL MANTENIMENTO DELLA FERTILITÀ DEI TERRENI Paolo Mantovi Centro Ricerche Produzioni Animali Giovedì 14 Marzo 2013 - Ore 14,00 Sala Convegni Azienda Sperimentale
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliALLACCIAMENTO ALLA PUBBLICA FOGNATURA ACQUE NERE DI ACQUE REFLUE DOMESTICHE - INFORMAZIONI
NULLAOSTA ALLO SCARICO DELLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE ALLEGATO INFORMATIVO Area territoriale Saccisica ALLACCIAMENTO ALLA PUBBLICA FOGNATURA ACQUE NERE DI ACQUE REFLUE DOMESTICHE - INFORMAZIONI 1 RIFERIMENTI
Dettaglimarca da bollo Residente/con sede in via/piazza n. In via/piazza n. CAP sito nel Comune di via/piazza n. CHIEDE
marca da bollo MODULISTICA UNIFICATA SPAZIO RISERVATO AL COMUNE DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO DEGLI INSEDIAMENTI CIVILI (Testo Unico delle leggi provinciali in materia di tutela dell'ambiente
DettagliMarchio dei prodotti agroalimentari del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone
pag. 1 Marchio dei prodotti agroalimentari del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone DISCIPLINARE DI PRODUZIONE PRODUZIONI ORTICOLE DA PRODUZIONE BIOLOGICA Premessa Il Parco Regionale di Montevecchia
DettagliGESTIONE DEI RIFIUTI DI LABORATORIO
Corso di Formazione sulla Sicurezza e Salute sul Lavoro Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali Primo Anno 12-24 febbraio 2015 GESTIONE DEI RIFIUTI DI LABORATORIO Lorella Di Giuseppe
DettagliLa direttiva sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
La direttiva sull uso sostenibile dei prodotti fitosanitari Il nuovo contesto IL PIANO D AZIONE NAZIONALE PER L USO SOSTENIBILE Le indicazioni per i trattamenti nelle aree sportive e frequentate dalla
DettagliPIANO DEI CONTROLLI DI CONFORMITÀ AL DISCIPLINARE GRANO DELLA MAREMMA GROSSETANA
PIANO DEI CONTROLLI DI CONFORMITÀ AL DISCIPLINARE GRANO DELLA MAREMMA GROSSETANA INDICE GENERALE 1. 2. PREMESSA... 3 GENERALITÀ... 3 2.1 SCOPO DELLE VERIFICHE DI AGROQUALITÀ... 3 2.2 RIFERIMENTI... 4 2.3
DettagliCorso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari PROTEZIONE DELL AMBIENTE
Corso per l uso sostenibile dei prodotti fitosanitari PROTEZIONE DELL AMBIENTE DOTAZIONI DI SICUREZZA PER I LOCALI DESTINATI ALLA VENDITA E AL DEPOSITO - D.G.R. 7-10295 del 5/8/2003 PROTEZIONE DELL AMBIENTE
DettagliObblighi ed Adempimenti dei Produttori Primari. Relatore: Dr. Pierluigi Conte
Obblighi ed Adempimenti dei Produttori Primari Relatore: Dr. Pierluigi Conte Concetto di produzione a Tutte le operazioni effettuate sui prodotti a condizione che questi non subiscano alterazioni sostanziali
DettagliAllegato A al Decreto n. 104 del 31 marzo 2008 pag. 1/9 PREMESSE
Allegato A al Decreto n. 104 del 31 marzo 2008 pag. 1/9 TRATTAMENTO DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO: PERDITE DI AZOTO VOLATILE E CONTENUTO RESIDUO NELLE FRAZIONI PALABILE E NON PALABILE DEI MATERIALI TRATTATI
DettagliPIANO REGIONALE DI CONSULENZA ALLA IRRIGAZIONE PER UN USO CONSAPEVOLE DELL ACQUA IN AGRICOLTURA
Assessorato all Agricoltura e alle Attività Produttive PIANO REGIONALE DI CONSULENZA ALLA IRRIGAZIONE PER UN USO CONSAPEVOLE DELL ACQUA IN AGRICOLTURA IL FATTORE ACQUA è per l agricoltura un fattore determinante
DettagliPIANO DI GESTIONE DELLE TERRE
PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE PROGETTO.. Richiedente: Tecnico: PREMESSA Il presente Piano di Gestione delle terre è stato redatto nel rispetto e in ottemperanza delle seguenti normative specifiche in materia:
DettagliCircolare N.171 del 21 dicembre 2011
Circolare N.171 del 21 dicembre 2011 Manovra salva Italia. Le novità in materia di smaltimento dei rifiuti e snellimento degli adempimenti da parte delle imprese Manovra salva Italia: le novità in materia
DettagliLe opere di difesa. Le opere di derivazione delle acque superficiali. Le opere di immissione nelle acque superficiali
Le opere di difesa Le opere di derivazione delle acque superficiali Le opere di immissione nelle acque superficiali I corsi d acqua ricevono svariati apporti liquidi derivanti dalle attività antropiche,
Dettagli