Rassegna Stampa. Sabato 03 agosto 2013

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1 Rassegna Stampa Sabato 03 agosto 2013 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende Milano Via Mameli, 11 Tel Fax

2 Rassegna del 03 agosto 2013 ASL BRESCIA Corriere Della Sera (bs) 1, 4 TUMORI INDAGINE ASL SUL CASO-BRESCIA SORVEGLIATI SPECIALI SONO FEGATOPietro Gorlani 1 E SENO Il Giornale Di Brescia 1, 8 DALL'ASL BRESCIA LA MAPPATURA DEI TUMORI Anna Della Moretta 5 Il Giornale Di Brescia 9 GLI STILI DI VITA INCIDONO PER IL 70% TRA I FATTORI DI RISCHIO L'AMBIENTE A.d.m. 8 Bresciaoggi 1, 8 L'INDAGINE ASL: TUMORE, ME MUORE UN BRESCIANO SU 4, ORMAI È LA PRIMA Lisa Cesco 10 CAUSA DI MORTE Il Giorno Bergamo_brescia 1, 7 ALLARME TUMORI: IN CERTE ZONE DELLA PROVINCIA SONO UN FLAGELLO Beatrice Raspa 14

3 Tumori Indagine Asl sul caso-brescia Sorvegliati speciali sono fegato e seno A Brescia i tumori sono la principale causa di morte, mentre nel resto d'italia prevalgono le malattie cardiovascolari. Nella nostra provincia l'insorgenza è simile a quella del Nord industrializzato con due eccezioni negative e una positiva: a Brescia città è più alta la presenza di tumori al seno (+12%), nella Bassa occidentale quella di tumori al fegato (+36%). Sul Garda, in compenso, l'insorgenza di tutti i tumori è inferiore dell'8% alla media provinciale. A PAGINA 4 Gorlani L'indagine dell'asl L'elaborazione di 37mila casi e il raffronto tra i 12 distretti della provincia: il cancro è la prima causa di decesso Tumori, maglia nera alla città ed all'ovest Più 12% di malate al seno nel capoluogo, più 36% al fegato nella Bassa Occidentale Viviamo più a lungo e quindi ci ammaliamo di più, soprattutto di tumore. E anche se moriamo meno, perché a Brescia prevenzione e strutture sanitarie funzionano a dovere, il cancro resta la vera «bestia nera». A differenza del resto d'italia (dove sono le malattie cardiovascolari ad uccidere di più) il «fattore K» è la prima causa di mortalità (34% di tutti i decessi). Se in generale l'incidenza complessiva di tumori maligni non mostra significativi scostamenti rispetto alle altre città industrializzate del Nord, ci sono dati che preoccupano la stessa Asl di Brescia Sono gli eccessi di tumori al fegato (quasi il doppio rispetto alla Lombardia) con inquietanti picchi nell'hinterland e nell'ovest provinciale. Ma ci sono anche gli eccessi di tumori al seno, che vedono un triste primato della città. Questa la sintesi dell'istantanea scattata dall'osservatorio epidemiologico dell'asl che ha analizzato 37mila casi di tumori maligni (le principali 18 tipologie) rilevati in due diversi trienni ( e ). Un lavoro fatto su tutti i 12 distretti sanitari (esclusa la Valcamonica). Un lavoro fondamentale per iniziare a ragionare intorno alla cause di questa strage silenziosa. «Quello che è emerso in termini generali è che per i singoli tumori ci sono forti differenze tra i distretti ma nel complesso tutte le differenze sono contenute in un +5 per cento commenta il direttore generale dell'asl di Brescia, Carmelo Scarcella. Nelle aree urbane e nell'hinterland tendono a manifestarsi tassi più elevati di tumori alla mammella, all'ovaio, al collo dell'utero, alla prostata, alla vescica, al rene ed i melanomi. Vi sono però tumori che hanno una minore incidenza: per esempio stomaco, fegato e la cervice uterina». Lo studio dell'osservatorio mostra come, a livello provinciale, il distretto sanitario di Monte Orfano, che comprende una buona fetta di Franciacorta (da Adro ad Erbusco e da Palazzolo a Pontoglio) registri un più 4,7% per tutti i tumori. Un eccesso del 4,5% anche per i distretti di Brescia Ovest (da Castegnato a Castelmella, darodengo Saiano ad Ospitaletto) e per quello cittadino di Brescia città. Qualche comparazione è stata fatta «con città come Milano, Mantova e regioni come il Veneto aggiunge Scarcella e sostanzialmente possiamo ritenere i dati del nostro territorio in linea con quelli che emergono da altri registri del Nord Italia». Come far convivere questo confronto con lo studio dei dottori Paolo Ricci e Pietro Comba deh'airtum (diffuso dalla trasmissione Presa Diretta il 31 marzo) che parlava di un'incidenza record di tumori rispetto al resto del Nord Italia (ovvero 58% per il tumore al fegato, del 49% per il tumore alla tiroide, del 20% per il linfoma non Hodgkin, del 26% per quello al seno)? Scarcella e Magoni non negano la correttezza di quei dati, ma sottolineano il diverso metodo di utilizzo. «Quella ricerca considerava solo alcuni tipi di tumori e faceva riferimento solo al distretto di Brescia città» osserva Scarcella, mentre il responsabile del- ASL BRESCIA Pag. 1

4 l'osservatorio Michele Magoni ricorda che «i dati di Brescia città sono stati messi a confronto con tutto il Nord Italia, comprese regioni come Liguria e Toscana». Il dottor Ricci aveva messo in relazione quei picchi di incidenza con l'esposizione al Pcb al quale sono stati soggetti per decenni gli abitanti di Brescia. «Quei picchi li troviamo anche in provincia aggiunge Scarcella a Palazzolo ad esempio un'incidenza molto maggiore di tumore al fegato eppure lì la Caffaro non c'è». L'Asl però approfondirà il nesso tra melanomi, tumori alla mammella e Non Hodgking e l'esposizione ai Pcb ai quali sono stati soggetti in passato (visto che oggi la catena alimentare è stata interrotta) migliaia di bresciani: in progetto ci sono specifici studi epidemiologici. Pietro Gorlani pgorlani@corriere.it Il raffronto Dati in linea con quelli del Nord Ovest d'italia. Fegato, tasso doppio della media lombarda Pcb sotto la lente Studi su melanomi e tumori al seno per capire il rapporto con l'esoosizione al Pcb L'esperto Parla Michele Magoni, a capo dell'osservatorio Asl Le cause? «Gli stili di vita ma anche l'inquinamento» Ha unrischiomaggiore d'ammalarsi di cancro chi fuma rispetto a chi vive vicino ad una fonte inquinante. Ma un mix dei due fattori può aumentare in modo esponenziale le probabilità di malattia. È questo l'assioma da cui partire per tentare di capire la complessa galassia delle cause scatenanti un cancro e i diversi picchi di incidenza registrati in provincia. «Una cosa è certa taglia corto il dottor Michele Magoni uno scorretto stile di vita (alimentazione con troppi grassi, fumo, eccesso di alcol, sedentarietà) ha un peso del 70 per cento nelrischiodi contrarre un tumore; un altro 15 per cento dei rischi è dovuto all'esposizione a fonti di inquinamento ambientale e un 10 per cento a fattori genetici». Magoni non nega che la fortissima industrializzazione della provincia registrata negli ultimi 40 anni soprattutto nell'hinterland sud occidentale «possa aver contribuito ad una esposizione ad inquinanti». Ericordache molte neoplasieriscontratenei maschi hanno indubbiamente a che fare con la loro storia lavorativa, visto che sono stati soggetti a fonti di inquinamento. Per questo l'asl ha in programma uno studio di georeferenziazione dei principali tumori: per capire se chi li ha contratti ha vissuto in un quartiere dove terra, aria e acqua erano magari avvelenati da un'azienda. Oggi però pesano molto più gli stili di vita. «Il fumo innanzi tutto è responsabile di un terzo di tutti i tumori. Ma va tenuto conto anche dei cambiamenti sociali: per le donne la maternità in età sempre più avanzata incide sulrischiodi contrarre un tumore alla mammella, visto che l'allattamento al seno prima dei 30 anni è un fattore altamente protettivo». E l'eccesso di tumori al fegato nell'ovest della provincia, come si spiega? Non solo con l'eccesso di alcol e relative epatiti, visto che il gomito facile non è prerogativa dei soli bresciani: «Ha avuto un forte peso l'epatite C, diffusasi ad esempio fino agli anni Sessanta con l'utilizzo della stessa siringa di vetro per intere comunità». E l'esposizione ad inquinanti come il Pcb? «Al momento ci sono evidenze scientifiche solo sui topi». P.Gor. ASL BRESCIA Pag. 2

5 Sarà il particolare microclima, sarà la minor presenza di inquinamento atmosferico o il minor stress al quale sono soggetti i suoi abitanti. Fatto sta che i numeri emersi dallo studio dell'asl hanno stupito gli stessi ricercatori: nei comuni del Garda i tumori registrati sono l'8,5 per cento in meno della media provinciale. Un dato statisticamente significativo «che va approfondito spiega Michele Magoni perché sul lago troviamo anche meno patologie cardiovascolari». Certo Il caso Garda isola felice: meno 8 per cento d'insorgenza una prima risposta l'asl se l'è data: «Dobbiamo tenere presente che sul lago c'è una forte immigrazione di anziani sani che decidono di vivere lì la loro terza età e questo può avere un effetto positivo sulla minore incidenza». Resta il fatto che la recente indagine dimostra come il numero di malati di cancro diminuisca man mano ci si sposti da Brescia verso il Veneto. I dati più positivi riguardano i tumori allo stomaco ed al fegato che registrano un meno 35 e un 31 per cento rispetto alla media provinciale. Più vicini alla media i dati riguardanti i tumori del polmone, della trachea e delle vie respiratorie (-13%) con un elevato numero tra le donne. La causa principale resta il fumo, contro il quale nulla può nemmeno la salubre aria lacustre: «Abbiamo ragione di ritenere chiude Magoni che sul Garda, così come in città, le donne si siano emancipate prima e quindi abbiano iniziato a fumare prima che in altre zone della provincia». (P-g-) Tumori nell'asi di Brescia, (Rapporto tra distretti e media provinciale) TUTTI I TUMORI Monte Orfano +4,7% Brescia _. _ 0/ Ovest +4 ' 5 /o Brescia +4,4% TUMORE AL FEGATO Bassa Bresciana occid. +36% Oglio Ovest Brescia Ovest Monte Orfano Valle Trompia Fonte Asl di Brescia 2013 I +30% I +27% +26% +22% CARCINOMA TIROIDE Brescia est Brescia Ovest MELANOMA Brescia ^^^^B +30% TUMORE AL SENO Brescia M +12% Valle Trompia Garda -22% ^m Valle Sabbia -19% H ASL BRESCIA Pag. 3

6 Femmine LE ZONE Brescia: Brescia, Collebeato Brescia Ovest: Berlingo, Castegnato, Castelmella, Celiato, Gussago, Ome, Ospitaletto, Rodengo-Saiano, Roncadelle, Torbole Casaglia, Travagliato Brescia est: Azzano Mella, Borgosatollo, Botticino, Capriano Del Colle, Castenedolo, Fiero, Mazzano, Montirone, Nuvolento, Nuvolera, Poncarale, Rezzato, San Zeno Naviglio Valle Trompia: Bovegno, Bovezzo, Brione, Caino, Collio, Concesio, Gardone Val Trompia, Irma, Lodrino, Lumezzane, Marcheno, Marmentino, Nave, Pezzaze, Polaveno, Sarezzo, Tavernole sul mella, Villa Carcina Monte Orfano: Adro, Capriolo, Cologne, Erbusco, Palazzolo sull'oglio, Pontoglio Oglio Ovest: Castelcovati, Castrezzato, Cazzago San Martino, Chiari, Coccaglio, Comezzano- Cizzago, Roccafranca, Rovato, Rudiano, Trenzano, Urago d'oglio Bassa Bresciana Occidentale: Barbariga, Borgo San Giacomo, Brandico, Corzano, Dello, Lograto, Longhena, Maclodio, Mairano, Orzinuovi, Orzivecchi, Pompiano, Quinzano d'oglio, San Paolo, Villachiara Garda: Bedizzole, Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Gargnano, Limone sul Garda, Lonato, Magasa, Manerba del Garda, Moniga del Garda, Padenghe sul Garda, Polpenazze del Garda, Pozzolengo, Puegnago di Garda, Salò, San Felice del Benaco, Sirmione, Soiano del Lago, Tignale, Toscolano Maderno, Tremosine, Valvestino D'ARCO Le cause 10% cause genetiche 70% D ' ARC stili di vita (cattiva alimentazione, eccesso alcol, sedentarietà) 15% cause ambientali ASL BRESCIA Pag. 4

7 INDAGINE n i., yiiuj 110 «A» ^~ =3ffiH- DairAsI Brescia la mappatura dei tumori a pagina 8 e 9 r INDAGINE ASL Tumore prima causa di morte Costa la vita a 1 bresciano su 3 La mappa dell'incidenza nel territorio di Asl Brescia fotografa differenze da zona a zona: il Garda il più salubre FINO AL 2006 Lo studio prende in esame i due trienni e A settembre l'aggiornamento Nella zona del Garda ci si ammala meno di tumore rispetto al resto della Provincia. Il tasso è mediamente inferiore dell'8,5%. In altre zone, come la città, in cui si registrano alcuni eccessi (vescica, rene e melanoma) le cui cause sono ancora in attesa di interpretazione. Ancora, a Brescia e nell'hinterland ci sono tassi più elevati per una serie di tumori (mammella, ovaio e utero, colon-retto e prostata). A «conforto» di ciò, il fatto che in molti studi di statistiche epidemiologiche nazionali ed internazionali, si evidenzia un eccesso di queste patologie nelle aree urbane rispetto al territorio circostante. L'insorgenza di alcun tumori, come quello alla mammella che è la prima causa di morte nel sesso femminile, potrebbero trovare spiegazione negli stili di vita. Altri, come quello alla prostata, in una maggiore sensibilità diagnostica. Di certo, vi è che nella nostra provincia - nello specifico, nell'aria dell'asl di Brescia che esclude quella della Valle Camonica - la causa di mortalità della popolazione è legata nel 34% dei casi ai tumori. E, ancora, i tumori maligni sono anche la prima causa della perdita di anni potenziali di vita, malgrado l'aumento della sopravvivenza che ogni anno ci fa mediamente guadagnare tre-quattro mesi in più. Nel dettaglio, i tassi di incidenza dell'asl di Brescia sono sostanzialmente simili a quanto riscontrato dai registri delle aree vicine; nello specifico, sono leggermente più elevati rispetto a Mantova (vedasi tabella) e leggermente più bassi rispetto a Milano. Ancora, la situazione nei distretti si differenzia nei due sessi: le femmine che vivono a Brescia e nell'area ovest della provincia si ammalano di più di tumore sia rispetto al re- ASL BRESCIA Pag. 5

8 sto dell'asl, sia a Milano e Mantova; nei maschi la situazione è più eterogenea, con tassi maggiori nei distretti di Brescia ovest, est, Valle Trompia e Monte Orfano e più bassi sul lago di Garda. Per entrare ancora più nel dettaglio, i distretti di Monte Orfano con il 4,7% in più, di Brescia ovest con il 4,5% in più e di Brescia città con il 4,4% in più, presentano un eccesso di incidenza rispetto alla media Asl, con una differenza statisticamente significativa; anche il distretto di Brescia est supera la media del 3%. Dati confortanti giungono Bassa bresciana centrale, con meno 4%. Ricordiamo che, in termini generali, l'incidenza misura la proporzione di «nuovi eventi» che si verificano in una popolazione in un dato lasso di tempo. Lafotografia dei nuovi casi dei tumori maligni nei dodici distretti dell'asl di Brescia per i trienni e è stataillustrata da Carmelo Scarcella, direttore generale dell'asl di Brescia e da Michele Magoni, responsabile Unità operativa Osservatorio epidemiologico dell'asl. «Rappresentare lo stato di salute della popolazione bresciana con una mappatura che tenga conto della sua evoluzione nel tempo e delle caratteristiche geografiche è uno degli obiettivi dell'asl - ha affermato Scarcella -. Compiere la differenziazione per distretti risulta particolarmente utile perché vi è una numerosità di popolazione sufficientemente ampia per poter fare analisi significative». L'analisi è stata eseguita per 18 tipologie di tumore maligno, escludendo quelle la cui scarsa numerosità non consentiva di effettuare confronti con un minimo di precisione. In totale, sono stati analizzati casi di tumore (tranne quelli della cute che non fossero melanoma). Anna Della Moretta Lente su casa, lavoro e abitudini Magoni: «Non basta la residenza del malato» «L'approfondimento epidemiologico ha molteplici obiettivi: riportare i tassi di incidenza dei principali tumori maligni nei distretti dell'asl di Brescia, evidenziare sia variazioni significative dei singoli distretti rispetto alla media Asl e ai dati delle aree limitrofe sia problemi in alcune aree geografiche» ha spiegato Michele Magoni. Ancora: «Gli studi geografici possono identificare differenze e suggerire ipotesi causali, che vanno poi indagate con studi analitici. In particolare, bisogna tener presente che i tumori maligni sono un insieme di patologie diverse con di- versissimi fattori di rischio. Per alcuni, i fattori sono conosciuti e quantificati: fumo di sigaretta per tumore del polmone, infezioni vitali per tumori della cervice e del fegato. Per altri, l'evidenza dell'associazione è più debole. Ci sono anche alcune forme tumorali per le quali rimangono ignoti i fattori di rischio». E, dunque, «l'analisi realizzata utilizzando la residenza del malato al momento della diagnosi ha quindi evidenti limiti, poiché non si tengono in alcun conto le esposizioni residenziali precedenti, le esperienze lavorative e le esposizioni individuali legate, ad esempio, agli stili di vita». LA LETTURA Tumori infantili: «Non abbiamo rilevato aumenti significativi nei due trienni» Nello studio sull'incidenza dei tumori maligni nei distretti del'asl di Brescia, non vi è una sezione espressamente dedicata ai tumori infantili. «I dati, per fortuna, sono relativamente contenuti e questo significa che su 30 casi, se in un anno se ne registrano altri due, si ha un aumento percentualmente significativo anche se non numericamente - hanno spiegato Carmelo Scarcella e Michele Magoni -. Per quel che ci riguarda, dunque, non abbiamo rilevato aumenti significativi. Dobbiamo anche ricordare che l'ospedale dei Bambini al Civile è un polo di attrazione per la diagnosi e la cura di tumori oncoematologici nei bambini. Questo spiega quanto sia importante, nell'analisi dei dati, tener conto della residenza della persona». Tutti i dati dello studio sull'incidenza dei tumori maligni nei distretti dell'asl sono sul sito ASL BRESCIA Pag. 6

9 TUMORI MALIGNI. LA MAPPA MASCHI Tassi x abitanti FONTE: Asl Brescia distretto 1 - Brescia 2 - Brescia Ovest 3 - Brescia Est 4 - Valle Trompia 5 -Sebino 6 - Monte Orfano 7 - Oglio Ovest 8 - Bassa Bresciana Occ. 9 - Bassa Bresciana Cent 10 - Bassa Bresciana Or Garda 12-Valle Sabbia casi osservati Incidenza x \ incidenza per loomila abitanti FEMMINE distretto Brescia Brescia Ovest Brescia Est Valle Trompia Sebino 6 - Monte Orfano 7 - Oglio Ovest 8 - Bassa Bresciana Occ. 9 - Bassa Bresciana Cent. 10-Bassa Bresciana Or Carda 12-Valle Sabbia casi osservati incidenza per loomila abitanti info gdb ASL BRESCIA Pag. 7

10 Gli stili di vita incidono per il 70% Tra i fattori di rischio l'ambiente Asl: «Insieme alla genetica, si attesta sul 20%. Modificare alcune abitudini, come il fumo di sigaretta, ridurrebbe di 1/3 le malattie» SCARCELLA «I fattori genetici non sono modificabili, ma su altri abbiamo la possibilità di intervenire per ridurre il rischio» Non esiste quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, una sola causa che possa spiegare l'insorgenza di un tumore. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori, alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai genitori o l'età, mentre su altri abbiamo la possibilità di intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia. I fattori che possiamo cambiare sono gli stili di vita che incidono per il 70% sull'insorgenza di tumore, a fronte del 10% della genetica. Gli stili di vita possono essere cambiati, mentre sui fattori ambientali, che incidono con percentuali che vanno dal 3 all'8%, possono molto di più decisioni a livello politico ed economico. Allo stato attuale - come è emerso dai dati presentati ieri nella sede dell'asl dal direttore generale Carmelo Scarcella e dall'epidemiologo Michele Magoni - l'incidenza dei tumori nella nostra provincia è ancora molto elevata anche se - hanno sottolineato - «non ci sono stati aumenti significativi nel periodo considerato». «L'analisi dei dati, disaggregati per aree geografiche, serve anche per capire quali interventi adottare, come azienda sanitaria, per incidere sugli stili di vita e per capire quali ricadute hanno le campagne di screening che coinvolgono una buona fetta della popolazione e che permettono diagnosi precoci che, in moltissimi casi, equivalgono a vite salvate» ha spiegato Scarcella. Leggendo la tabella sullanumerosità dei tumori nei due trienni analizzati, risulta che al primo posto per incidenza con 7305 casi ci sono i tumori alla cute, non melanomi; al secondo con casi il tumore alla mammella; al terzo quello ai polmoni (3.987) seguito dalla prostata (3.985), dal colon, dall'intestino, dalla vescica e dal fegato. Per la maggior parte dei tumori elencati, i tassi di incidenza sono in linea con quanto riscontrato dai registri delle aree vicine (vedasi tabella). Caso a se per il tumore del fegato, per il quale «storicamente» la nostra provincia fa registrare una mortalità quasi doppia rispetto al resto della Regione. I tassi di incidenza dell'asl di Brescia sono molto più elevati rispetto a quanto riscontrato dai registri delle aree vicine: quasi il doppio nei maschi e circa 1 /3 in più nelle femmine. Rimanendo in provincia, la situazione nei distretti è simile per maschi e femmine: vi sono tassi più elevati in tutta la parte occidentale dell'asl, con la parziale eccezione del distretto del Sebino. Sempre per il tumore al fegato, il Garda presenta, in entrambi i sessi, tassi simili a quelli riscontrati in Veneto. «Oltre il 70% dei casi di tumori primitivi del fegato sono riconducibili a fattori di rischio noti, in primisi l'infezione da virus dell'epatite C» ha spiegato Magoni. Altro dato di rilievo riguarda i tumori maligni della tiroide (incidenza di 987 casi nel periodo osservato): l'asl di Brescia ha tassi simili a Mantova, ma molto più elevati in entrambi i sessi rispetto a Milano e al Veneto. a. d. m. Le evidenze del Pcb sulla nostra salute Fattore di rischio per melanoma, tumore al seno e linfoma non Hodgkin «Le evidenze che collegano l'insorgenza di tumori ad inquinanti quali policlorobifenili (Pcb) riguardano melanoma, tumore dellamammella e linfomi non LIodgkin. Non si hanno dati sull'incidenza del Pcb su quello del fegato» ha spiegato Michele ASL BRESCIA Pag. 8

11 Magoni, epidemiologo dell'asl. L'incidenza del melanoma nell'asl di Brescia nel periodo analizzato è stata di 865 casi. «I tassi di incidenza - come si legge nello studio - sono per entrambi i sessi leggermente più bassi rispetto a quanto riscontrato dai registri delle aree vicine. Per entrambi i sessi, tuttavia, vi sono incidenze più elevate rispetto alla media nella zona di Brescia città e del Garda». Tumore della mammella: nell'asl vi sono stati casi ed il tasso è simile agli altri registri lombardi e a quello del Veneto, anche se leggermente superiore rispetto a Nord Ovest e Nord Est. La città di Brescia presenta tassi di incidenza più elevati sia rispetto agli altri distretti sia ai registri delle province limitrofe. Per il resto del territorio dell'asl, vi è una maggiore incidenza nella zona orientale rispetto a quella occidentale. Linfoma non Hodgkin: ci sono stati 1407 casi di questi tumori nell'asl. Per i maschi iltasso di incidenza è simile a quanto riscontrato nelle aree vicine. Leggermente superiore per le donne. Dallo studio emerge che anche per gli altri tumori maligni del tessuto emo-linfatico, il numero di casi è simile a quello degli altri registri tumori lombardi e leggermente inferiore rispetto alle aree vicine alla nostra provincia. IL CONFRONTO CON IL NORD ITALIA Periodo Incidenza per Maschi abitanti Femmine ^ Nord Ovest Nord Est Veneto Mantova Milano * SL Brescia ASL BRESCIA Pag. 9

12 L'INDAGINE ASL Tumore, ne muore un bresciano su 3 Ormai è la prima causa di morte PAG 8 LO STUDIO. L'Azienda sanitaria ha effettuato un'indagine sull'incidenza oncologica nei 12 distretti del territorio provinciale, consultabile anche sul sito Internet Tumori mortali per un bresciano su tre Peggio città, Ovest e Monte Orfano; meglio il Garda Il divario sulla media nazionale non supera il 5% Il prossimo passo: incrociare i dati e gli stili di vita Lisa Cesco Un bresciano su tre muore per un tumore (pari al 34 per cento della popolazione), e il cancro rappresenta la prima causa di morte sul territorio, sopravanzando seppure di poco le patologie cardiovascolari. Negli anni, tuttavia, grazie ai progressi della medicina e a una migliore assistenza la mortalità per tumore sta diminuendo, anche se aumenta l'incidenza dei casi, complice l'invecchiamento della popolazione. Per approfondire il fenomeno l'asl di Brescia ha portato a compimento uno studio sull'incidenza dei tumori nei 12 distretti del territorio, consultabile on line sul sito L'analisi ha preso in esame i casi di tumore maligno (escludendo quelli della cute non melanoma) verificatisi in sei anni - più precisamente nei trienni e e ha approfondito le 18 tipologie di cancro più diffuse. «Questo studio è uno strumento importante che non solo dà elementi numerici sulla diffusione dei tumori, ma serve a capire l'efficacia delle azioni messe in campo per contrastare queste patologie, dagli interventi di diagnosi precoce alle attività di ricovero e cura», sottolinea il direttore generale di Asl Brescia, Carmelo Scarcella. CONFRONTANDO itassi standardizzati di tumore nel Bresciano con quelli di province e Regioni limitrofe non emergono significativi scostamenti: in particolare nell'area lombarda i valori bresciani (680 casi di tumore per 100 mila abitanti nei maschi, 448 nelle femmine) sono leggermente più elevati rispetto a Mantova ma più bassi rispetto a Milano. Da un raffronto dell'incidenza tumorale nei 12 distretti i territori più a rischio risultano Brescia città, l'area dell'ovest bresciano e quella del Monte Orfano. Va detto però che se per i singoli tumori si rilevano talvolta significativi scostamenti fra i distretti, valutando nel complesso tutti i tumori l'incremento dell'incidenza in alcuni territori non supera il 5 per cento rispetto alla media Asl. La città e l'hinterland, in particolare, presentano tassi più elevati per tumori come quello della mammella, ovaio, corpo dell'utero, colon retto, prostata, mentre si registrano tassi più bassi per il cancro allo stomaco, fegato, ASL BRESCIA Pag. 10

13 cervice uterina, che sono spesso collegati ad agenti infettivi. Il distretto più in salute, invece, è quello del Garda, dove si osserva l'incidenza più bassa di tumori nel loro insieme (-8,5 per cento), seguito dalla Bassa bresciana centrale (-4 percento). Se si analizza la situazione sotto un profilo di genere i tassi più alti di tumore sono presenti fra le donne della città e dell'attigua area Ovest, e fra gli uomini che risiedono nell'est ed Ovest bresciano, in Val Trompia e nell'area Monte Orfano. Lo studio non ha preso in considerazione le fasce d'età, ma dai dati dei ricoveri non emergono significativi aumenti dei tumori pediatrici. «I tumori sono patologie molto diverse fra loro, ognuno di essi ha specifiche cause predisponenti, e nei differenti tassi di incidenza entrano in gioco molti fattori - spiega Michele Magoni, responsabile Osservatorio Epidemiologico Asl -. Si stima che gli stili di vita individuali (il fumo cui è collegato un terzo di tutti i tumori, oltre a sedentarietà, alimentazione ed esposizione al sole) incida per il 70 per cento nella spiegazione dei tumori, i fattori genetici per il 10 per cento, l'esposizione all'inquinamento ambientale - comprendendo quello lavorativo, quello atmosferico e quello domestico - per il 15 per cento». È per questo che, terminata a breve l'analisi sugli anni 2002 e 2003, si procederà ad incrociare i dati complessivi sui tumori nel con i cosiddetti "indici di deprivazione", ovvero alcune informazioni tratte dal censimento sul livello di educazione, le abitudini lavorative e gli stili di vita nei diversi territori, per avere una visione più completa del fenomeno. Un altro aspetto da non trascurare è la crescente presenza di immigrati, che ormai rappresentano il 15 per cento della popolazione. «ALCUNI ASPETTI affiorati nello studio andranno sicuramente approfonditi - dice Magoni -. Ad esempio l'incidenza molto elevata del tumore alla mammella nella città di Brescia rispetto agli altri distretti e ai territori limitrofi, che va indagata studiando la storia abitativa, lavorativa e riproduttiva delle donne residenti. Altro orizzonte di approfondimento sarà quello sul tumore al fegato, che ha un'incidenza più alta rispetto alla media italiana - in particolare nell'ovest bresciano, dove è collegato alla prevalenza dell'epatite C - e una mortalità quasi doppia paragonata alla media lombarda». Questi dati potranno servire da importante raffronto storico anche per gli studi che l'azienda sanitaria realizzerà in relazione al caso Caffaro, per capire la correlazione fra esposizione a Pcb e sviluppo di melanoma, linfomi non HodgMn, leucemie e tumore della mammella. A settembre, inoltre, l'asl presenterà l'impianto della Relazione sullo stato di salute della popolazione bresciana, un contenitore dinamico che riporterà con continui aggiornamenti l'andamento dei tumori, delle malattie croniche e di tutte le altre patologie : la Relazione sarà pubblicata on line sul sito di Asl Brescia, e sarà consultabile da tutti gli interessati. RIPRODUZIONE RISERVATA L'analisi dei dati sui ricoveri non evidenzia aumenti significativi in età pediatrica Nel capoluogo si registrano tassi più bassi per il cancro a stomaco, fegato e cervice uterina I più pericolosi Mammella e polmoni i «big killer» I tumori della mammella e dei polmoni rimangonoi "big killer" sul territorio: nei sei anni presi in esame dall'indagine Asl ci sono stati 5531 casi di tumore al seno, pari a un tasso standardizzato di 150 donne colpite ogni 100 mila, con la città di Brescia che spicca per un'incidenza particolarmente elevata. Nello stesso lasso di tempo si sono registrati 3987 casi di tumore al polmone, trachea e bronchi, malattie tipicamente maschili (il 79 per cento dei casi è riferito a uomini) che presentano tassi di incidenza 5 volte più alti rispetto alle femmine. E' singolare notare come la distribuzione del cancro al polmone sia quasi opposta nei due sessi: fra i maschi l'incidenza è maggiore nei distretti occidentali (mentre la città è in linea con la media provinciale), mentre fra le femmine sono invece i distretti orientali e la città a presentare i tassi più elevati. «QUESTO fenomeno riflette le diverse abitudini al fumo da parte delle donne negli ultimi decenni (visto che i tumori si sviluppano anche dopo molti anni di latenza) - spiega il responsabile dell'osservatorio Epidemiologico Asl, Michele Magoni -. Tra le donne della ASL BRESCIA Pag. 11

14 città e del Garda, territori più aperti alle novità, l'abitudine si è diffusa precocemente e ora a distanza di anni se ne vedono gli effetti». Fra le altre tipologie di tumore prese in esame nello studio Asl ci sono i tumori del fegato (1943 casi), molto diffusi nei distretti occidentali e in valle Trompia, e il linfoma non Hodgkin (1407 casi), con un'incidenza più elevata nei distretti di Monte Orfano e Valle Trompia. Quanto invece ai melanomi (865 casi registrati) l'incidenza più alta si concentra nei distretto di Brescia e del Garda. «Nel melanoma è stata dimostrata l'associazione con l'esposizione a Pcb - dice Magoni -, ma resta significativa quella con l'esposizione solare non protetta, soprattutto fra i piovani», LI.CE. Le mappe Tutti i tumori maligni esclusi quelli della cute non melanomi Tassi standardizzati sulla popolazione italiana nei distretti dell'asi, per sesso Incidenza x I ASL BRESCIA Pag. 12

15 4- Valle Trompia 5 - Sebino 6-Monte Orfane 7-0glio0vest 8 - Bassa Bresc. Occidentale 9 - Bassa Bresc. Centrale 10 - Bassa Bresc. Orientale 11 - Garda 12-Valle Sabbia ASL BRESCIA Pag. 13

16 Brescia, lo studio realizzato dall'asl Allarme tumori: in certe zone della provincia sono un flagello RASPA «All'interno LA NOSTRA SALUTE TUMORE PRIMA CAUSA DI MORTE: 34%. TUTTI I DATI DELLO STUDIO REALIZZATO DALL'ASL Fegato e mammella, i killer dei bresciani: in determinate aree Fincidenza è allarmante di BEATRICE RASPA GENERALE I CASI TOTALI SONO : RIGUARDANO DONNE E QUELLI MASCHILI - BRESCIA - IL 34 PER CENTO dei bresciani muore di tumore, prima causa di mortalità a Brescia e provincia. E' questo il primo dato forte che emerge da uno studio dell'asl - dal 2013 è nato un Osservatorio epidemiologico - che ha analizzato l'incidenza delle patologie maligne nei 12 distretti (l'intera provincia a eccezione della Valcamonica) incrociando i numeri del triennio e estrapolati dal Registro tumori. I risultati, eterogenei a seconda delle 18 tipologie di cancro considerate - le più diffuse - sono un primo step che prelude a ulteriori approfondimenti per individuare nessi ANALISI Elaborati i dati raccolti in sei anni nei vari distretti sanitari e possibili fattori di rischio, per molte malattie ancora sconosciuti. Sotto la lente, nel complesso, casi, riguardanti donne e uomini. CIFRE che in linea generale rispecchiano la situazione delle province dell'italia del Nord più industrializzato. Il territorio bresciano, con 680 casi per i maschi e 448 per le femmine ogni loomila abitanti, si colloca vicino al Veneto (rispettivamente 708 e 444), subito dopo Milano (694 e 460) e Mantova (645 e 442). Tra un distretto e l'altro tuttavia vi sono serie differenze. Rispetto alla media territoriale, si rilevano incidenze più significative in città (+4,4%), a Brescia Ovest (+4,5%) e Monte Orfano (+4,7%), mentre sul Garda ci si ammala meno (-8,5%), così come nella Bassa centrale (-4%). «I due trienni presentano incidenze sostanzialmente stabili - evidenzia il direttore generale Carmelo Scarcella - e laddove appaiono in crescita sono da relazionare FOTOGRAFIA GRANDI VARIAZIONI IN BASE Al DISTRETTI PRESI IN ESAME all'invecchiamento della popolazione. C'è una riduzione di mortalità, che testimonia l'efficacia dello screening precoce e degli interventi terapeutici». A uno sguardo mirato, città e immediato hinterland presentano più che altrove tumori alla mammella, all'ovaio e corpo dell'utero, al colon-retto e alla prostata, ritenuti tipici delle aree urbane in quanto legati a stili di vita particolari e maggiore abitudine alla diagnosi. Altri al contrario, quali stomaco, fegato e cervice, affliggono meno il capoluogo e più la provincia. Scorrendo le cifre, alcune balzano agli occhi: i tumori al seno (5.531 casi), per i quali la città spicca in negativo (+12%), e al fegato, la cui incidenza nei distretti bresciani, similmente a Bergamo, svetta in Lombardia (+50%). Una malattia, questa, che colpisce tre volte più gli uomini, meno in città (-16%) e molto più nell'ovest (+36% Bassa occidentale, +30% Oglio Ovest, +27% Brescia Ovest). ASL BRESCIA Pag. 14

17 Anche il cancro a polmoni ha interessato più i maschi: su episodi, il 79% è al maschile, soprattutto a Ovest. La situazione si riequilibra per il melanoma, 865 casi di cui 441 riguardanti uomini, con incidenze più serie sul Garda e a Brescia. I linfomi non Hodgkin, invece, nel Bresciano a differenza di altri distretti hanno colpito più le donne, in specie in zona Monte Orfano (+34%) e Valtrompia(+15%). net «Correlazione con il Pcb? Serve indagine più specifica» -BRESCIA - TUMORI e Pcb, quali evidenze certe? Per Michele Magoni, responsabile dell'osservatorio epidemiologico Asl, solo studi più approfonditi possono chiarire il quadro. «Al momento stando allo lare (International agency research cancer) il Pcb è cancerogeno e collegato a mammella, melanoma e non Hodgkin - spiega - Casi che stuelleremo con analisi mirate incrociando dati geografici e indici legati allo stile di vita. Su una patologia incide in grande parte la storia personale e professionale dell'interessato. Basti pensare che fumo, alimentazione e sedentarietà influiscono per un 70%. L'ambiente atmosferico in linea generale dal 3 all'8%, e la genetica il 10». Una spia che l'asl intende tener d'occhio è la maggiore incidenza del cancro al seno, + 12% in città. Ma per un collegamento chiaro con la vicenda Caffaro serve uno studio per quartieri, avverte Magoni: «Per questo tumore pesano anche riproduttività e allattamento in età avanzata, abitudini più diffuse a Brescia. Per ora qualcosa in più si sa del cancro al fegato, che nella nostra provincia e in quella di Bergamo fa registrare una mortalità doppia rispetto alla Lombardia. Il più colpito è l'ovest, dove non sono emersi nessi con il Pcb, quanto con epatite B e C e abuso di alcol». B.Ras. +12% +50% Tumori al seno: il capoluogo fa segnare il dato peggiore rispetto a tutta la provincia Cancro al fegato: la zona più colpita è quella della Bassa occidentale seguita da Oglio Ovesti SCREENING Un momento della presentazione dello studio (Fotolive) ASL BRESCIA Pag. 15

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