PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE. Andrea Sonaglioni 23 Ottobre - Sala della Protomoteca in Campidoglio - ROMA

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1 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE Andrea Sonaglioni 23 Ottobre - Sala della Protomoteca in Campidoglio - ROMA

2 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

3 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

4 1. INTRODUZIONE 1/ Guerra di Spagna: Brigate internazionali [3200 volontari] 5 marzo 1943: sciopero FIAT-Mirafiori [Leo Lanfranco su ordine della Direzione del PCI] ottobre- novembre 1942: sorgono i primi comitati di fronte nazionale [Torino, Roma, Milano]

5 1. INTRODUZIONE 2/5 10 luglio 1943: gli Alleati sbarcano in Sicilia estate1943: amnistia e liberazione dei detenuti [90% comunisti], esuli e confinati politici [80% comunisti] 25 luglio 1943: Colpo di Stato, il Gran Consiglio destituisce Mussolini e si forma il governo Badoglio 14 agosto 1943: Roma «città aperta» [e lo sarà fino al 4 giugno 1944]

6 1. INTRODUZIONE 3/5 30 Agosto 1943: comunicato urgente di Longo 9 settembre 1943: a Milano si costituisce del Comitato di Liberazione Nazionale 8-9 settembre 1943: armistizio e fuga del re, governo e stato maggiore

7 1. INTRODUZIONE 4/ settembre 1943: 4 giornate di Napoli 4 giugno 1944: gli Alleati entrano a Roma [prima Capitale europea liberata, ma non insorta] fine inizio 1944: ondata di scioperi generali al Nord [1 marzo 1944] 27 marzo 1944: rientra Togliatti Svolta di Salerno 9 giugno 1944: a Milano viene costituito il Corpo Volontari della Libertà [CVL ]

8 1. INTRODUZIONE 5/5 fine 1944: i fallimenti alleati e l offensiva tedesca al Centro Nord 10 aprile 1945: direttiva n 16 del PCI sull insurrezione generale primavera 1945: riscossa partigiana 25 aprile 1945: Liberazione

9 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

10 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 1/29 metà settembre 1943: partigiani combattenti [1.000 al Nord (500 in Piemonte) 500 al Centro-Sud (300 sulle montagne tra Marche e Abruzzo)] *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966 novembre 1943: partigiani combattenti (1.650 solo in Piemonte) *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966 febbraio - marzo 1944: la forza partigiana al nord raddoppiò di numero [da a portando il totale a 7.100, ndr] *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, Malgrado le difficoltà, le divisioni e le prime massicce operazioni di repressione nazifasciste, le forze partigiane continuarono a sopravvivere e ad aumentare numericamente nei primi mesi del 1944, rafforzate costantemente anche dai molti giovani che salirono in montagna per sfuggire ai bandi di arruolamento forzato diramati dal maresciallo Graziani

11 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 2/29 i richiamati che non risposero al bando del maresciallo approvato da Mussolini, e sollecitato dalle autorità tedesche, furono molto numerosi: in novembre 1943 su coscritti si presentarono solo in (ovvero il 47%, ndr) ma soprattutto furono molto elevati i casi di diserzione dopo l'arruolamento che salirono dal 9% di gennaio 1944 al 28% del dicembre, nonostante il decreto delle autorità fasciste sui procedimenti di rigore e la pena di morte del 18 febbraio 1944 ed i successivi provvedimenti di clemenza del 18 aprile 1944 e del 28 ottobre *De Felice R., Mussolini l'alleato. La guerra civile, pp e Peli S., La Resistenza in Italia, Einaudi, 2004

12 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 3/29 30 aprile 1944: alcune fonti hanno calcolato che le forze della Resistenza ammontassero ormai a [valore medio , ndr] considerando anche i GAP, i SAP e gli ausiliari. La massa combattente in montagna è di circa uomini e donne [circa la metà del totale dei partigiani, ndr], di cui [il 71%, ndr] al nord e [il 29%, ndr] al centro-sud. I garibaldini erano ora la maggioranza ed erano saliti a circa 5.800, con autonomi, giellisti e 700 cattolici [rispettivamente il 46%, il 28%, il 21% ed il 6% del partigianato delle montagne, ndr] *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966

13 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 4/29 giugno 1944: dopo aver resistito alle operazioni di repressione nazifasciste di primavera, i reparti partigiani vengono rafforzati dall'afflusso di nuovi elementi galvanizzati dall'apparente vittoria alleata su tutti i fronti del giugno 1944 (i cosiddetti "partigiani estivi" o anche "partigiani sfollati") *Pavone C., Una guerra civile, p. 142 e salirono ad oltre combattenti, di cui garibaldini comunisti [il 50%, ndr], giellisti [il 30%, ndr] e autonomi [il 20%, ndr] (ad esempio Bandiera Rossa a Roma contava miliziani) *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966; l'autore utilizza i dati di Ferruccio Parri 15 giugno 1944: nel rapporto riservato del generale Artemide Mischi, capo di stato maggiore dell'esercito di Salò, le forze della Resistenza vengono calcolate in uomini e donne, di cui in Piemonte *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966 dicembre 1944: i partigiani attivi a dicembre scesero a soli elementi ancora effettivamente in azione *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, Altre fonti riducono il numero dei combattenti ancora in azione a soli uomini [valore medio , ndr] *Peli S., La Resistenza in Italia, p. 134

14 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 5/29 marzo 1945: secondo le stime diffuse dal Corpo Volontari della Libertà nel 1972 il numero di partigiani ai primi di marzo del 1945 aveva raggiunto la consistenza di circa combattenti. *Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (Giugno 1944-aprile 1945), a cura di Giorgio Rochat, prefazione di Ferruccio Parri, Franco Angeli, 1972 aprile 1945: nelle settimane successive, mentre su tutti i fronti europei erano in corso le grandi offensive finali degli Alleati e l'armata Rossa marciava su Berlino, si assistette ad un grande aumento di questi effettivi dovuto anche all'afflusso di elementi entusiasti ma in pratica non combattenti od entrati nel movimento anche per motivi opportunistici *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, Per l'aprile 1945 lo stesso comando generale del CVL calcolò una forza attiva di partigiani

15 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 6/29 insurrezione aprile 1945: mentre nei giorni dell'insurrezione si raggiunse ufficialmente un numero di circa [valore medio , ndr] uomini e donne *Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (Giugno 1944-aprile 1945 insurrezione aprile 1945: in realtà dal punto di vista operativo nei giorni dell'insurrezione le forze partigiane effettivamente attive e combattenti ammontarono a circa uomini e donne, con le formazioni più numerose in Piemonte (30.000), Lombardia (9.000), Veneto (12.000), Emilia (12.000). Di questi combattenti attivi, circa [il 51%, ndr] appartenevano alle unità comuniste delle Brigate Garibaldi *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966

16 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 7/29 insurrezione 1945: «Il numero di partigiani effettivi alla fine della guerra è tuttavia oggetto di dibattito. Una stima generale pubblicata nel 1947, sulla base dei riconoscimenti effettuati dalla Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane, indicava un dato complessivo di partigiani combattenti (di cui donne) e di collaboratori accreditati come patrioti. Si trattava tuttavia di una cifra approssimativa, sia perché comprensiva non solo dei riconoscimenti avvenuti ma anche delle domande ancora inevase, sia perché molti partigiani, ritornati nelle regioni di provenienza dopo la liberazione, non avevano presentato domanda» *Gianni Oliva, I vinti e i liberati: 8 settembre aprile 1945 : storia di due anni, Mondadori, 1994, p. 362

17 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 8/29 Partigiani e patrioti* (Dai dati risultanti alle Commissioni riconoscimento qualifiche**) Commissioni Partigiani combattenti Partigiani caduti Partigiani mut. e inv. Patrioti Civili caduti Civili mut. e inv. Estero 38,000 33,000 13,000 5, Piemonte 22,000 5,000 3,000 10,152 1, Liguria 22,639 2,470 2,776 10, Lombardia 20,000 6,000 5,000 11,000 3,000 1,500 Veneto 28,000 5,500 3,000 35,000-1,000 Emilia Romagna 40,000 6,000 3,300 6,000 3, Toscana 16,000 1, ,000 3, Umbria 4, , Marche 11, , Lazio 14,000 1,400 2,000 22,000 1,700 1,000 Abruzzo 6, , Campania 2, TOTALE 223,639 62,070 33, ,518 14,350 4,630 * Longo L., Un popolo alla macchia, Editori Riuniti, 1964 ** Cifre globali comprendenti sia i partigiani, patrioti, mutilati e caduti riconosciuti, sia quelli per i quali vi è domanda di riconoscimento

18 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 9/29 insurrezione 1945: il numero più accreditato dalla storiografia è quello di combattenti, cifra che può essere accolta con l'avvertenza che si tratta di un dato assolutamente relativo, all'interno del quale andrebbero individuati i periodi e i modelli di effettiva militanza» *Gianni Oliva, I vinti e i liberati: 8 settembre aprile 1945 : storia di due anni, Mondadori, 1994, p. 362 insurrezione 1945: metà dei partigiani erano nelle Brigate Garibaldi, infatti «su partigiani riconosciuti, erano appartenenti alle brigate Garibaldi» [in realtà secondo tali dati la percentuale è al 60%, ndr] *Amendola G., Fascismo e movimento operaio, Roma, Editori Riuniti, 1975, p. 182 insurrezione 1945: *Parri F., Scritti , Feltrinelli, 1976 parla di circa partigiani combattenti insurrezione 1945: il *CVL di

19 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 10/29 insurrezione 1945: associati alle Brigate Garibaldi erano i Gruppi di azione patriottica (GAP), che nelle città operavano azioni di sabotaggio e attentati contro gli occupanti nazifascisti. In totale esse rappresentavano circa il 50% delle forze della Resistenza partigiana. Al momento dell'insurrezione finale dell'aprile 1945, i garibaldini attivamente combattenti erano circa divisi in 23 "divisioni", su un totale effettivo di circa partigiani. In dettaglio il comando generale delle Brigate Garibaldi disponeva, alla data del 15 aprile 1945, di nove divisioni in Piemonte ( uomini); tre divisioni in Lombardia (4.000 uomini); quattro divisioni in Veneto ( uomini); tre divisioni in Emilia (12.000); quattro divisioni ( uomini) in Liguria *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966

20 2. DATI QUANTITATIVI - PARTIGIANI 11/29 La composizione politica delle brigate partigiane: Brigate d'assalto Garibaldi (Partito Comunista Italiano): 575 Brigate autonome (guidate da militari e non rappresentate da alcun partito del CLN, particolarmente attive in Piemonte): 255 Brigate Giustizia e Libertà (Partito d'azione): 198 Brigate Matteotti (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria): 70 Brigate Mazzini (Partito Repubblicano Italiano): alleate, in genere, a GL o DC Brigate del popolo (Partito Popolare Democrazia Cristiana): 54 TOT: 1148 (le Brigate Garibaldi rappresentano il 50%) [Secondo Spriano: 1090]

21 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 12/29 8 settembre: i comunisti erano (4/5 operanti sulle zone occupate dai tedeschi); tra tutti loro la punta di diamante è costituita dai reduci della guerra di Spagna *Longo L., Un popolo alla macchia, Editori Riuniti, 1964,130 secondo *Secchia P., Il Partito Comunista Italiano e la guerra di Liberazione , Feltrinelli, 1973, 500 sepolti in terra di Spagna *Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, Einaudi, 1970

22 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 13/29 estate 1944: secondo i dati forniti da Secchia alla Conferenza dei triumvirati insurrezionali, nell'italia occupata il Pci aveva circa iscritti. Secondo questi e altri dati, almeno erano i partigiani iscritti al Pci; essendo questi ultimi circa il 30% dei componenti delle Brigate Garibaldi, alla fine del 1944 questi dovrebbero essere almeno A Torino 4700 iscritti, dei quali circa 1000 partigiani organizzati in 180 SAP e 15 gappisti. A Genova 2950 iscritti, di cui 600 in 88 SAP + altri 450 combattenti. A Milano circa 6000 iscritti. I partigiani iscritti al Pci risultano poi circa 1000 a Novara, 1250 a R. Emilia *Gibelli A., Schenone F., L'organizzazione nell'italia occupata, in Il Partito comunista italiano. Struttura e storia dell organizzazione 1921/1979, Feltrinelli, 1982

23 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 14/29 periodo iscritti PCI partigiani iscritti al PCI Brigate Garibaldi iscritti PCI partigiani iscritti al PCI SAP GAP Combattenti generici primi mesi % Torino estate Genova dicembre Milano Novara Reggio Emilia *Gibelli A., Schenone F., L'organizzazione nell'italia occupata, in Il Partito comunista italiano. Struttura e storia dell organizzazione 1921/1979, Feltrinelli, 1982

24 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 15/29 «1 marzo 1945: Quadro della situazione organizzativa della federazione comunista torinese» *Secchia P., Il Partito Comunista Italiano e la guerra di Liberazione , Feltrinelli, 1973 Settori Adulti Giovani Donne Totali Cellule di fabbrica Effettivi Cellule di strada Effettivi I 1, , , II 1, , , III 2, , , IV 2, , , V Ferrovieri Pompieri Gap/Sap Totale 8, , , ,287 Zone Adulti Giovani Donne Totali Cellule di fabbrica Effettivi , , , Totale 2, , ,500 Totale generale 11, , ,764 Formazioni 1,500 1, Totali effettivi 12, , ,764

25 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 16/29 Città da a delta Torino 4,700 14, % Milano 6,000 10,000 67% Genova 3,000 6, % Bologna 2,893 7, % Biella 636 1, % Vercelli 560 1, % Asti 300 1, % Savona % Pavia 400 1, % Brescia 650 1, % R. Emilia 1,500 2,800 87% Modena 2,000 5, % Ferrara 1,300 2,000 54% Parma 1,800 1,400-22% TOTALE 26,129 57, % «1 marzo 1945: La leva dell insurrezione dal punto di vista del reclutamento del partito è stata un vero successo. Ha portato da a gli iscritti al Partito soltanto nell Italia del Nord.» *Secchia P., Il Partito Comunista Italiano e la guerra di Liberazione , Feltrinelli, 1973

26 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 17/29 La lista di Secchia nomi di dirigenti e/o quadri, di questi: dirigenti e militanti comunisti (il 90%!!!) «i quadri decidono tutto» cit. Stalin 168 erano i soli a non provenire dalle carceri, dal confino o dall esilio ed erano perlopiù ex militari disorientati a seguito dell armistizio (ma lo stesso autore riferisce che l elenco potrebbe essere almeno raddoppiato) *Secchia P., Il Partito Comunista Italiano e la guerra di Liberazione , Feltrinelli, 1973 Iscritti al PCI: [massimo storico del PCI, ndr] *Istituto Cattaneo

27 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 18/29 Secondo i comunisti la struttura organizzativa della banda deve essere di tipo militare tradizionale e prevedere una rigida gerarchia *anpi.it: 1 Squadra è formata da uomini; 3 Squadre formano una Compagnia o Distaccamento; 3 Compagnie un Battaglione; 3 Battaglioni una Brigata; 3 Brigate una Divisione. Secondo *Longo L., I centri dirigenti del PCI nella Resistenza, Editori Riuniti, 1973: 1 nucleo (5-6 combattenti) 1 squadra (2 nuclei) 4-5 squadre (1 distaccamento, uomini)

28 2. DATI QUANTITATIVI - PCI 19/29 in 15 anni il Tribunale Speciale condannò oppositori attivi, più di erano comunisti *Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, Einaudi, 1970 l 80% dei confinati politici, il 90% dei detenuti *Amendola G., Il comunismo italiano nella seconda guerra mondiale, Editori Riuniti, comunisti liberati dalle carceri dopo i 45 giorni badogliani *Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, Einaudi, 1970 dei confinati, la stragrande maggioranza erano comunisti *Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, Einaudi, 1970 Gap (80-90% comunisti + gli organizzatori delle lotte e degli scioperi operai + membri dei triumvirati + comitati di agitazione) *Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, Einaudi, 1970

29 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 20/29 Partigiani: Partigiani caduti in combattimento: Partigiani caduti all estero: Patrioti uccisi per rappresaglia: *Secchia P., Enciclopedia dell Antifascismo e della Resistenza, La Pietra, 1968

30 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 21/29 Partigiani: Partigiani caduti in combattimento: (di cui donne) *G. Rochat, Appendice statistica e dati quantitativi in E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi, Dizionario della Resistenza, Giulio Einaudi Editore, 2001 *Ilari V., Storia del servizio militare in Italia parla di partigiani combattenti al Nord ( caduti) e (7.750 caduti) patrioti al Nord. Inoltre i partigiani combattenti al Centro Sud (4.100 caduti) e patrioti (6.400 caduti) «Secondo De Felice al Nord nell imminenza dell insurrezione si contavano combattenti e patrioti» *Vespa B., Vincitori e Vinti, Mondadori, 2010

31 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 22/29 I caduti della Resistenza e le vittime della repressione nazifascista: secondo alcune fonti i caduti per la Resistenza italiana (in combattimento o uccisi a seguito della cattura) sarebbero stati complessivamente circa ; altri sarebbero rimasti mutilati o invalidi *Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966 i soldati regolari morti nelle formazioni che combatterono accanto agli Alleati nella Campagna d'italia furono invece circa *Rochat G., Le Guerre italiane , p. 443 le donne partigiane combattenti sarebbero state *Bagnato T., Il ruolo delle donne nella Resistenza, lotta partigiana e inclusione nei partiti

32 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 23/29 I civili deportati dai tedeschi furono circa , tra cui ebrei; i sopravvissuti furono circa il 10%; dei deportati ebrei dal ghetto di Roma il 16 ottobre 1943 tornarono vivi solo in quindici. Tra i soldati italiani che dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre si trovarono a combattere, privi di direttive precise, contro la Wehrmacht sul territorio nazionale o nelle regioni occupate morirono in circa (esercito , marina e aviazione 2.000): nei combattimenti subito dopo l'armistizio, nei Balcani, nei trasporti via mare *Rochat G., Le Guerre italiane , p. 443

33 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 24/29 Artefici di un altro tipo di "resistenza" all'occupante tedesco ed al governo collaborazionista di Salò furono i soldati italiani catturati dopo l'8 settembre ed il collasso delle unità dell'esercito; su circa prigionieri, solo decisero di aderire al nuovo governo fascista per venire impiegati in prevalenza come ausiliari non combattenti, mentre oltre soldati rifiutarono e vennero internati in Germania dove, con la denominazione di IMI, furono ridotti alla condizione di lavoratori servili, sottoposti ad un duro trattamento e subirono inoltre privazioni e violenze *Peli S., La Resistenza in Italia, pp

34 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 25/29 Secondo alcuni studi, furono invece circa i militari italiani che morirono nei lager nazisti, su un totale di circa che fu internato in Germania e Polonia dopo l'8 settembre *I più aggiornati dati convergono con quelli indicati nella voce nei lavori di Lutz Klinkhammer, Giovanna Procacci, Gehrard Schereiber, Gabriele Hammermann e nella pubblicazione "I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich «Ufficio Storico SME, Roma, 1992, citati in Santo Peli, Storia della Resistenza in Italia, Einaudi, Torino, 2006, ISBN , p. 16. Secondo le cifre fornite dall'ufficio storico dello Stato Maggiore italiano vi furono caduti su circa internati militari italiani (Istituto centrale di statistica morti e dispersi per cause belliche anni 1940/1945, *Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'esercito, Commissariato generale C.G.V., Ministero della Difesa, Edizioni 1986 e che, per la maggior parte (il 90% dei soldati e il 70% di ufficiali), rifiutarono le periodiche richieste di entrare nei reparti della RSI in cambio della liberazione *Marco Palmieri e Mario Avagliano, Breve storia dell internamento militare italiano in Germania - Dati, fatti e considerazioni

35 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 26/29 Si stima che in Italia nel periodo intercorso tra l'8 settembre 1943 e l'aprile 1945 le forze tedesche (sia la Wehrmacht che le SS) e le forze della Repubblica Sociale Italiana compirono più di 400 stragi (uccisioni con un minimo di otto vittime), per un totale di circa caduti tra partigiani, simpatizzanti per la Resistenza, ebrei e cittadini comuni *Centro studi della Resistenza: le stragi tedesche; i civili non combattenti uccisi dalle forze nazifasciste in operazioni di repressione, rastrellamento e rappresaglia furono circa *Rochat G., Le Guerre italiane A dispetto delle eccessivamente oscillanti cifre sui caduti da parte fascista a seguito delle insurrezioni armate, durante la seduta parlamentare dell'11 giugno 1952, il ministro dell'interno democristiano Mario Scelba parlò di sole persone uccise per motivi politici nell'immediato dopoguerra *Atti Parlamentari, Camera dei deputati, 1952, Discussioni, 11 giugno 1952, p

36 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 27/29 Militari caduti: Esercito (Italia e Corsica) morti e dispersi; (all estero) morti e dispersi Marina morti Aeronautica 40 morti e 72 dispersi Militari deportati in Germania: di cui dispersi Deportati civili in Germania: di cui morti (Secchia sostiene intorno ai ma i registri sono stati distrutti dai tedeschi) *Ministeri degli Esteri e della Difesa

37 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 28/29 Secondo un'indagine della Direzione generale di Pubblica sicurezza svolta alla fine del 1946, invece, le persone uccise perché "politicamente compromesse" con il regime fascista sarebbero state 8.197, a cui vanno aggiunte le "prelevate e presumibilmente soppresse", per un totale di *ACS, Min. Int., Gab., , Gab., , busta 33, f /16 Questa cifra si accorda con l'entità di quelle dichiarate nel 1948 al Senato da Parri, che parlò di un numero di morti compreso tra e *Atti Parlamentari, Senato, 1948, Resoconti delle sedute plenarie, I, p. 563 secondo le indagini da lui fatte condurre quando era al governo. Gli storici contemporanei nel complesso concordano con queste cifre e valutano i morti fascisti o simpatizzanti a *Peli S., La Resistenza in Italia, p. 164

38 2. DATI QUANTITATIVI - CADUTI 29/29 Periodo slide Periodo Partigiani combattenti Brigata Garibaldi Iscritti PCI Patrioti Partigiani Caduti Patrioti Caduti n. n. % Armistizio settembre 1,500 1,000 67% 20,000 Resistenza disorganizzata novembre 3,800 0% Scioperi + Togliatti marzo 7,100 0% Scioperi + Togliatti aprile 22,500 5,800 26% Alleati a Roma + CVL giugno 50,000 25,000 50% 70,000 Alleati a Roma + CVL giugno 82,000 50,000 61% 70,000 Offensiva tedesca dicembre 50,000 0% Offensiva tedesca dicembre 25,000 0% Offensiva tedesca dicembre 62,000 50,000 81% Primavera partigiana marzo 80,000 0% 90,000 Direttiva 16 PCI aprile 130,000 0% 72,000 Liberazione insurrezione 275,000 0% Liberazione insurrezione 100,000 51,000 51% 45,000 Liberazione insurrezione 223,639 0% 122,518 62,070 14,350 Liberazione insurrezione 250,000 0% Liberazione insurrezione 100,000 0% Liberazione maggio 70,000 0% Liberazione maggio 130,000 0% Liberazione maggio 235,435 0% 136,198 29,070 14,150 Liberazione maggio 283, ,820 60% Liberazione dicembre 1,770,896 44,720 Liberazione dicembre 1,770, ,149

39 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

40 3. RUOLO E STRATEGIE 1/8 Le rivalità tra le varie formazioni furono presenti, ma nella maggior parte dei casi si limitarono a conflitti sulla distribuzione dei reparti sul territorio, sulla divisione delle scarse risorse disponibili, sulla distribuzione dei materiali aviolanciati dagli alleati che preferirono rifornire con precedenza le formazioni autonome o moderate a scapito soprattutto dei garibaldini *Battaglia R., Storia della Resistenza italiana, pp tatticismo alleato [come da scambi epistolari dei capi delle BG]

41 3. RUOLO E STRATEGIE 2/8 Il comando generale delle brigate previde subito di sviluppare la lotta armata sulla base di tre direttrici organizzative fondamentali: la costituzione, a partire dalle cellule comuniste già attive nelle città, di una rete di staffette con il compito di collegare i nuclei di militanti nelle varie zone, rafforzare i collegamenti ed attuare concretamente la lotta partigiana. A questo scopo venne stabilito che il 50% dei militanti del partito fossero assegnati all'attività militare *E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza Riguardo al ruolo del Partito Comunista, l'altra metà si dedicò all'attività cospirativa in città, all'organizzazione ed allo sviluppo delle lotte operaie nelle fabbriche, all'agitazione contadina in alcune zone, all'inserimento nella scuola e nelle Università, favorendo inoltre il reclutamento e l'afflusso di volontari alle formazioni combattenti in montagna *E. Collotti, R. Sandri, F. Sessi (a cura di), Dizionario della Resistenza

42 3. RUOLO E STRATEGIE 3/8 Al comandante militare viene affiancata la figura del commissario politico, secondo l esperienza della Rivoluzione d Ottobre e della Spagna. Delle 'Garibaldi' infatti fanno parte, soprattutto agli inizi, giovani non iscritti al partito clandestino e la funzione del commissario politico è di prepararli politicamente e regolarne la disciplina. Associati alle Brigate Garibaldi sono i Gruppi di azione patriottica (GAP), che operano nelle città con azioni di sabotaggio e attentati contro i nazifascisti, e le Squadre di azione patriottica (SAP) operanti nelle zone extra cittadine. Nell'ambito delle forze militari della Resistenza, le Brigate Garibaldi costituiscono il gruppo più numeroso e organizzato.

43 3. RUOLO E STRATEGIE 4/8 Costituzione e direzione delle BG Costituzione e direzione dei comitati d azione e comitati d agitazione Costituzione e direzione delle lotte sindacali e degli scioperi generali Costituzione e direzione del CLN Costituzione e direzione del CLNAI Costituzione e direzione del CVL Costituzione e direzione del Fronte della Gioventù Costituzione e direzione dell UDI Costituzione e direzione dei Triumvirati Insurrezionali

44 3. RUOLO E STRATEGIE 5/8 Triumvirati Insurrezionali erano gli organismi nei quali si verificava in misura maggiore il contatto tra attività politica ed attività militare. Secondo Secchia i T. erano organismi dirigenti non del CLNAI ma del PCI. Erano stati costituiti nel mese di giugno del 1944 inizialmente in ogni regione allo scopo di riunire in un solo comitato i dirigenti delle diverse branche di lavoro politico, militare, organizzativo e, soprattutto, sindacale. Ciò allo scopo di coordinare l azione politico-militare con l azione di massa e tutti gli sforzi del PCI per lo sviluppo del movimento insurrezionale nel quadro del CLN» (7 Regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Veneto, Toscana, Marche * Giorgio Amendola il comunismo italiano nella seconda guerra mondiale 1963 Editori Riuniti) Legami diretti con le lotte operaie

45 3. RUOLO E STRATEGIE 6/8 Guida per tutti gli sbandati che fuggivano dalle barbarie tedesche, tentativi di coordinamento e direzione, ma la spontaneità era ancora la legge I commissari politici proposti ed introdotti dai Comunisti (e quindi altamente discussi ed osteggiati per timori di tipo egemonici) per dotare l esercito di una chiara coscienza e coerenza d azione nelle attività militari. I primi ad incorporare tale figura furono le brigate d assalto Garibaldi Azioni elementari: sabotaggi, imboscate, attacchi a sorpresa a posti di blocco e caserme Guerriglia organizzata e permanente e creazione di una forza di tipo militare complessa ed organizzata dalle azioni di avamposti all attacco di massa, dalla guerriglia alla battaglia serrata, dagli scioperi isolati allo sciopero generale [ruolo dei comitati d agitazione], fino all insurrezione nazionale contro tedeschi e fascisti

46 3. RUOLO E STRATEGIE 7/8 Il ruolo e l'importanza dei commissari politici, che il Pci istituisce nelle Brigate Garibaldi (in parte lo faranno poi anche gli altri), fondamentali per motivare i componenti delle brigate, rafforzarli ideologicamente, accrescerne l'omogeneità politica Nello stesso tempo in cui si rafforzavano le Garibaldi, l'insistenza - in particolare di Longo - per la costituzione di un comando militare unificato del Corpo volontari della libertà, in modo da superare rivalità e ottenere il massimo del coordinamento: alla fine Longo la spunta (la data e i dettagli sono nel mio libro), e questo sarà un elemento determinante per la vittoria

47 3. RUOLO E STRATEGIE 8/8 Il Partito Comunista Italiano svolse un ruolo decisivo nel potenziamento e nell'organizzazione; fin dall'inizio le strutture del partito decisero che almeno il 10% dei quadri ed il 15% degli iscritti fosse inviato in montagna per costituire un nucleo fondamentale di aggregazione e coesione intorno a cui sviluppare le varie unità L'insurrezione ebbe quindi inizio il 24 e il 25 aprile nelle grandi città del Nord, dopo la diffusione del messaggio in codice comunicato dai vari comandi regionali: «Aldo dice 26x1» *G. Bocca, Storia dell'italia partigiana. Milano, Mondadori, 1996

48 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

49 4. PERSONAGGI 1/2 Eugenio Curiel Trieste 11/12/1912 Percorso universitario ed adesione al PCd I Leggi razziali, allontanamento e attività clandestina all estero con socialisti e GL-ini Confino a Ventotene L Unità e Fronte della Gioventù Teoria della Democrazia Progressiva Le Brigate Nere lo uccidono il 24/02/1945

50 4. PERSONAGGI 2/2 Pino Levi Cavaglione Genova 27/02/1911 GL (fratelli Rosselli), tenta l arruolamento nell esercito repubblicano spagnolo. Arresto e condanna al confino Luglio 1943: liberato e contatti col PCI a Roma Coordinamento della Resistenza nei Castelli Romani [19-20/12/1943 Ponte 7 Luci e chiodi a 4 punte] PCI fino al 1956 [fatti di Ungheria] poi PSI Muore per sua stessa mano nel 1971 nel giorno del suo 60 compleanno

51 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

52 5. CONSIDERAZIONI FINALI 1/2 Tutte le correnti democratiche ed antifasciste ne hanno contribuito, ma non tutte le classe sociali e non tutti i partiti in egual misura La forza motrice che si pose alla testa della nazione fu la classe operaia e la sua avanguardia: il Partito Comunista Italiano. Partecipazione diretta della masse popolari alla propria storia: la lotta di Liberazione si configurò come una guerra civile, soprattutto in Italia a causa dell appoggio incondizionato dei fascisti ad Hitler. La lotta assunse carattere nazionale e di classe (poiché l Italia non era stata occupata dai fascisti con i carri armati). Di classe poiché condotta dalla classe operaia, dai lavoratori e dal PCI Il potere non l abbiamo mai avuto, né fummo mai in grado di conquistarlo [Amendola] il PCI tra avanguardia e spirito unitario I contadini duplice fronte: ripararsi dalle razzie e dalla violenza dei nazifascisti, fornire viveri, aiuto, supporto ai partigiani. Il lavoro delle donne: dalle «staffette» alle cape di Brigata (vedi Genova)

53 5. CONSIDERAZIONI FINALI 2/2 Questione democratica (esperimenti di democrazia progressiva Repubbliche Partigiane) Attendismo e tatticismo degli alleati (caso delle missive tra i soldati americani ed i generali ostili) Sradicamento delle radici strutturali del fascismo -> costituzione Svolta di Salerno: pensata a Mosca, dichiarata a Napoli, attuata a Salerno

54 PRESENZA E RUOLO DEL PCI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE 1. Introduzione 2. Dati quantitativi 3. Ruolo e Strategie 4. Personaggi 5. Considerazioni finali 6. Bibliografia essenziale

55 6. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 1/2 Amendola G., Fascismo e movimento operaio, Editori Riuniti, 1975 Amendola G., Il comunismo italiano nella seconda guerra mondiale, Editori Riuniti, 1963 Battaglia R., Storia della Resistenza italiana, Einaudi, 1964 Bocca G., Storia dell Italia partigiana, Laterza, 1966 Carocci G., Grassi G., Nisticò G., Pavone C., Le Brigate Garibaldi nella Resistenza. Documenti (agosto 1943-Maggio 1945), Feltrinelli, 1979 Gibelli A., Schenone F., L'organizzazione nell'italia occupata, in Il Partito comunista italiano. Struttura e storia dell organizzazione 1921/1979, Feltrinelli, 1982 Levi Cavaglione P., Guerriglia nei Castelli Romani, Einaudi, 1945 Longo L., I centri dirigenti del PCI nella Resistenza, Editori Riuniti, 1973

56 6. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE 2/2 Longo L., Un popolo alla macchia, Editori Riuniti, 1964 Oliva G., I vinti e i liberati: 8 settembre aprile 1945: storia di due anni, Mondadori, 1994 Parri F., Scritti , Feltrinelli, 1976 Rochat G., Le Guerre italiane , Peli S., La Resistenza in Italia, Einaudi, 2004 Secchia P., Enciclopedia dell Antifascismo e della Resistenza, La Pietra, 1968 Secchia P., Il Partito Comunista Italiano e la guerra di Liberazione , Feltrinelli, 1973 Spriano P., Storia del Partito Comunista Italiano, Einaudi, 1970

57 RINGRAZIAMENTI Alexander Hobel - storico del movimento operaio e comunista alla Università di Napoli «Federico II», membro di Futura Umanità Giovanni Sanna - Comitato Centrale e Segretario della Federazione dei «Castelli Romani» del Partito Comunista d Italia Giovanni Turris - Segretario della Sezione Cinecittà/Quadraro «Gramsci- Berlinguer» del Partito Comunista d Italia GRAZIE PER L ATTENZIONE Andrea Sonaglioni

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