Rapporto Annuale Analisi del settore e dati economici 2018

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1 Rapporto Annuale Analisi del settore e dati economici 2018 Organo Ufficiale di

2 Organo Ufficiale di: Direzione e amministrazione Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q Rozzano - Milano (Italia) Tel (6 linee) assicaservice@assicaservice.it ANNUARIO L Industria delle Carni e dei Salumi Direttore responsabile Alfredo La Stella Redazione Andrea Aiolfi Giada Battaglia Loredana Biscione Silvia Bucci Davide Calderone Laura Falasconi Tiziana Formisano Gianluigi Ligasacchi Monica Malavasi Sara Margiotta Fabio Onano Giovannibattista Pallavicini Fiorella Palmieri Stefano Parisi Giulia Rabozzi Viviana Romanazzi Andrea Rossi Francesca Senna Michele Spangaro Stefania Turco Registrato presso il Tribunale di Milano in data 24 gennaio 1951 con n Impaginazione grafica SGS Advertising & Promotion Via Matteo Civitali, Milano Stampa Reggiani Arti Grafiche Srl Via Dante 50 - Brezzo di Bedero, Brezzo (VA) Finito di stampare il 6 giugno 2019

3 RAPPORTO ANNUALE Analisi del settore e dati economici 2018 Assemblea ASSICA Roma 13 giugno 2019

4 INDICE L ASSOCIAZIONE E IL SUO HOUSE ORGAN ATTIVITÀ E SFIDE FUTURE 6 Lettera del Presidente ASSICA, Nicola Levoni 8 L Industria delle Carni e dei Salumi 10 Chi è ASSICA 13 Organi associativi 13 Struttura operativa 14 Consiglio Generale, di Presidenza e Collegi 18 La comunicazione al centro della strategia di ASSICA 21 Export Paesi terzi 33 Normativa in materia di etichettatura 41 Ingredientistica: additivi, aromi ed enzimi alimentari 43 Sicurezza alimentare: aspetti normativi 44 Salute, sanità e benessere animale 50 Politiche di filiera 53 Tematiche ambientali 55 Tematiche del lavoro 56 Rapporti con la GDO 58 L attività nel quadro delle Associazioni europee 59 IVSI e attività di comunicazione del settore 68 Disciplina delle Produzioni e Consorzi di Tutela

5 INDICE SCENARIO ECONOMICO APPENDICE STATISTICA 73 Il contesto economico internazionale e nazionale 75 L Industria alimentare italiana 77 Suini e carne suina 81 I salumi e gli altri prodotti trasformati 90 Prezzi 92 Produzione e consumo 94 Interscambio commerciale 119 Costo del lavoro

6 DA PIÚ DI 36 ANNI SINONIMO DI QUALITÀ Raggiungere un elevato standard qualitativo è sempre stata la nostra prerogativa, a dimostrazione di un costante impegno nel garantire la massima qualità e il rispetto delle esigenze e delle aspettative del cliente. Per noi la qualità è sempre l obiettivo e il risultato finale di tutto il processo produttivo: -lavoriamo con materie prime attentamente selezionate per ottenere un prodotto che fa dell eccellenza la propria caratteristica distintiva; -sottoponiamo il nostro ciclo produttivo a rigidi test qualitativi nel rispetto di severi standard Italiani ed Internazionali; - analizziamo i prodotti finiti nel nostro laboratorio interno per garantirne la conformità ai massimi livelli. Da più di un trentennio ci impegniamo a dare il massimo e ne sono prova le numerose certificazioni che fanno parte del nostro portfolio da anni. BRC, IFS, OHSAS 18001, HALAL attestano la nostra attenzione per la sicurezza alimentare, il rigore per il rispetto delle legislazioni Italiane, Europee ed Internazionali e la tutela dei collaboratori. QUALITÀ, una semplice parola intorno alla quale ruotano tutti i reparti della nostra azienda. EUROPRODOTTI S.p.A. Headquarters and plant: Via Europa, 15/17/19 I CONCOREZZO (MB) Logistic centre: Via G. Galilei, 3 I BURAGO DI MOLGORA (MB) P. IVA Ph Fx info@europrodotti.it Seguici su:

7 L ASSOCIAZIONE e il suo House Organ 6 Lettera del Presidente ASSICA, Nicola Levoni 8 L Industria delle Carni e dei Salumi 10 Chi è ASSICA 13 Organi associativi 13 Struttura operativa 14 Consiglio Generale, di Presidenza e Collegi

8 LETTERA DEL PRESIDENTE ASSICA Lettera del Presidente ASSICA, Nicola Levoni Cari Associati, in apertura dei lavori assembleari, ho il grande piacere di ringraziare tutte le aziende della grande famiglia ASSICA per la fiducia che mi è stata accordata nel proseguire per un anno il mio mandato alla Presidenza dell Associazione. Il compito che mi spetta da qui al prossimo anno è senza dubbio ambizioso e impegnativo, ma sono certo che con il supporto della struttura degli Organi associativi e di tutte le nostre aziende sarà portato a termine con successo e nei tempi previsti. Il percorso di integrazione con UnaItalia rappresenta una svolta epocale per l Associazione, che si accinge in questo modo ad ampliare gli ambiti di rappresentanza attraverso la creazione di un nuovo soggetto associativo. La sfida è quella di crescere anche come punto di riferimento della intera filiera produttiva dei settori di competenza, per avere una voce ancora più importante negli ambiti istituzionali nazionali ed internazionali, mantenendo nel contempo le caratteristiche di efficienza e qualità dei servizi che da sempre contraddistinguono la nostra Associazione. Il 2018 ha segnato un incremento dei livelli produttivi del settore suinicolo, caratterizzato tuttavia da consumi stagnanti e da un rallentamento della crescita delle esportazioni. In questo contesto mutevole e volatile, abbiamo proposto soluzioni alla nostra politica che, con tempestività e impegno ha messo a punto con noi risposte concrete. Registriamo dunque con estremo favore la previsione nel Decreto Emergenze in agricoltura di un apposito fondo per l ammodernamento, l innovazione e la promozione del settore suinicolo. Un segnale di attenzione tempestivo, concreto e niente affatto trascurabile. E l approccio trasversale a tutte le forze parlamentari e di Governo con cui è stato portato avanti questo provvedimento ci conferma ancora una volta di quanto il nostro settore e l agroalimentare tutto siano effettivamente al centro del rilancio del nostro Paese. Ma oltre che con soddisfazione, abbiamo accolto la disponibilità di queste risorse come un ulteriore impulso a impostare quei percorsi di crescita che dovranno guidare le nostre aziende verso una nuova e più stabile ripresa economica. Grazie anche all avvio del piano carni - un insieme di iniziative pubbliche e private di informazione e comunicazione, destinate a riequilibrare l informazione al consumatore sulle filiere zootecniche il consumo di carni rosse e il consumo di salumi - sono proseguite le attività di comunicazione dell Associazione. Lo scenario mediatico continua a essere caratterizzato da annunci sensazionalistici, talvolta alimentati da vere e proprie fake news diffuse attraverso i media tradizionali, le piattaforme online e i social media. La necessità di proseguire l attività di contrasto a questa proliferazione incontrollata di informazioni altamente dannose per i prodotti e le aziende del settore delle carni e dei salumi ha richiesto che Assica rispondesse con una precisa e puntuale attività di comunicazione, coordinata da IVSI, anche nell ambito dell Associazione Carni Sostenibili, che raggruppa le principali rappresentanze italiane dell industria delle carni. La sfida al nostro settore e a tutto l agroalimentare italiano arriva da più parti e su più fronti. Ricordiamo che è proprio il 2018 l anno che ha visto accendersi il dibattito in sede ONU relativo alla necessità o meno di introdurre elementi di tassazione o simboli in etichetta in grado di orientare le scelte di consumo in modo da evitare l assunzione di determinati cibi considerati dannosi. Ad oggi, le nostre istituzioni e i nostri diplomatici in tutte le sedi internazionali, da New York a Ginevra a Roma, sono riusciti a ribadire con forza un metodo di approccio al cibo che per l Italia è prima di tutto culturale e che deve tener conto del giusto ruolo che ogni alimento può avere in un alimentazione equilibrata e sana, senza che sia di per sé penalizzato. Un impegno di prima fila che mi ha spinto ad assumere con grande piacere, orgoglio e responsabilità anche il ruolo di Vice Presidente per l internazionalizzazione in Federalimentare. A livello internazionale, l anno appena trascorso ha visto la conferma delle tensioni geopolitiche iniziate nel 2016, con i mercati in allarme per i continui ricorsi a politiche daziarie ad alimentare nazionalismi e neo protezionismi. Le tensioni commerciali tra USA e Cina, lungi dal portare benefici alle economie europee, alimentano l incertezza dei mercati internazionali, con il mondo occidentale ancora alle prese con l embargo della Russia e senza alcuna prospettiva di risoluzione a breve della questione. L intensa diffusione dell epidemia di Peste suina africana in Europa dell Est e in Asia in particolare sta provocando forti turbamenti del mercato mondiale di carni suine. Il forte incremento della domanda cinese, a seguito della riduzione della capacità produttiva locale, ha comportato ad inizio 2019 un repentino ed elevato aumento dei prezzi delle carni fresche europee, creando notevoli difficoltà alle aziende di trasformazione, che faticano ad ottenere a loro volta gli aumenti per i prodotti finiti. Le dinamiche internazionali dei prezzi si sono riverberate anche a livello nazionale e stanno creando difficoltà alle aziende di macellazione a causa di un amento importante delle quotazioni dei suini da macello non suffragato da una spinta dei consumi interni di carni suine e salumi. In tale contesto complesso, le esportazioni dei nostri prodotti di salumeria hanno continuato a crescere, seppure in maniera contenuta rispetto agli anni precedenti, anche grazie ai positivi effetti dei trattati di libero scambio già conclusi dalla UE con importanti Paesi partner. Questi accordi, seppur sempre perfettibili, rappresentano lo strumento fondamentale per creare e mantenere un sistema di regole certe e condivise a livello internazionale, a sostegno del libero scambio, e per superare le numerose barriere tariffarie e non che spesso si frappongono al commercio. In una fase difficile delle relazioni economiche e commerciali fra le principali regioni del mondo, il ruolo giocato dalla UE per forza negoziale è essenziale per assicurare alle aziende italiane mercati di sbocco per l export. In questo senso, anche l apertura di mercati storicamente

9 LETTERA DEL PRESIDENTE ASSICA inaccessibili per le nostre produzioni è un obiettivo da non perdere mai di vista. E un importantissimo risultato in questo senso è stato raggiunto a marzo, durante la visita in Italia del Presidente cinese, Xi Jinping, in occasione della quale è stato finalmente firmato dal Ministro della Salute e dall Amministrazione Generale delle Dogane Cinese il Protocollo che definisce le condizioni per l esportazione di carne suina congelata dall Italia in Cina. Mi piace considerare la firma del Protocollo come uno straordinario punto di partenza per arrivare ad ottenere nel prossimo futuro l apertura del mercato cinese a tutta la gamma dei prodotti suini, lavorati su tutto il territorio italiano. Sicuramente, nuove importanti opportunità per il nostro export - anche in Cina - potranno derivare anche dalla soluzione dell annoso problema della presenza della Malattia vescicolare del suino (MVS) nel nostro Paese. Finalmente, infatti, a febbraio, la Commissione Europea ha riconosciuto l indennità della Regione Calabria da MVS, sancendo quindi l indennità di tutto il territorio italiano dalla malattia. È un risultato molto importante, in primis dal punto di vista dello status sanitario del nostro Paese, ma anche perché l impossibilità dell Italia di dichiararsi indenne dalla malattia vescicolare ha fornito per anni un pretesto a molti Paesi terzi per limitare le esportazioni delle carni suine e dei prodotti a base di carne suina, non solo dalle Regioni non indenni, ma da tutto il territorio nazionale. Il nuovo status dell Italia di Paese indenne da MVS consentirà ora al nostro Ministero della Salute di avviare nuove trattative con le Autorità dei Paesi terzi, per ridefinire le condizioni per l esportazione dei prodotti suini, al fine di ottenere l apertura alle carni fresche, ai prodotti a breve stagionatura di mercati importanti come la Corea del Sud, Singapore, l Australia e molti altri. ASSICA, fin dalla sua fondazione, supporta le aziende associate nella loro attività di internazionalizzazione sia nella fase di primo avvicinamento ad un nuovo mercato sia nelle successive, di sviluppo e consolidamento. Oggi, sono orgoglioso di annunciare che le nostre aziende hanno a disposizione un nuovo e prezioso strumento, a loro riservato: una piattaforma on line, in cui tutte le informazioni utili per esportare carni suine e salumi sono racchiuse in specifiche schede Paese. La realizzazione di questo complesso e articolato database ha richiesto un lungo lavoro, che ovviamente proseguirà nell ottica di un continuo aggiornamento e ampliamento delle informazioni, ma sono certo che l atteso sito Export di ASSICA sarà un utilissimo supporto a tutte le aziende associate che si muovono sui mercati internazionali. Il lavoro ultra decennale dell Associazione a favore di un intervento legislativo europeo contro le pratiche commerciali sleali della grande distribuzione ha visto finalmente il raggiungimento di un importantissimo, e per nulla scontato, traguardo. È stata infatti da poco pubblicata la direttiva della Commissione europea in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agro-alimentare. ASSICA è sempre rimasta in prima linea assumendo spesso il ruolo di protagonista e di traino sia individualmente sia attraverso il Clitravi, la nostra Associazione europea, ottenendo un numero significativo di modifiche al testo, che migliorano considerevolmente la protezione delle piccole, medie e medio-grandi imprese agro-alimentari italiane ed europee. Gli Stati membri hanno ora tempo fino al 1 maggio 2021 per provvedere al recepimento emanando apposite misure legislative nazionali che dovranno comunque applicarsi dal 1 novembre Come noto, in materia di pratiche commerciali sleali, in Italia si applicano già dal 2012 le norme dell'art. 62. L'Associazione ha già avviato gli opportuni contatti per monitorare i lavori nazionali in merito ed evitare stravolgimenti di una norma delicata come il citato Art. 62. Ritengo anzi che l'occasione possa essere propizia per introdurre eventuali migliorie. Per chiudere l argomento Europa, l unica soluzione per evitare la riduzione della competitività delle nostre aziende è rafforzare sempre di più il Mercato interno. Senza fermarsi, andando avanti. Una politica industriale europea ambiziosa non può prescindere da un solido Mercato Unico, prerequisito irrinunciabile per affrontare le sfide del futuro e sul quale bisogna ancora lavorare. La frammentazione del mercato unico è un rischio concreto. Oggi si rischia di azzerare uno dei più profondi e prolungati processi di liberalizzazione commerciale della storia. Le continue legislazioni nazionali, spesso in contrasto con le norme UE, la Brexit e i ripensamenti su Schengen vengono interpretati come segnali che validano questo scenario. In alcuni settori (energia, capitali, digitale) il mercato unico è ancora in uno stato embrionale. In altri, nonostante abbia raggiunto la fase della maturità, ha bisogno di una manutenzione costante e di continui miglioramenti per far fronte, tra le altre cose, alle minacce di nazionalismo economico che difficilmente scompariranno ed alle distorsioni della concorrenza indotte dai governi. Questo è il caso del mercato unico degli alimenti a proposito del quale l'europa si trova ad un bivio: andare avanti, con risoluzione e determinazione, o ricadere nella mediocrità. Nel supportare l Europa nel consolidamento del mercato unico avremo senz altro un valido supporto da parte di Giorgia Vitali (complimenti a lei!), da poco eletta alla Presidenza del Clitravi, la nostra Associazione di rappresentanza in Europa. Un commento finale merita anche l evoluzione delle produzioni DOP del nostro settore, con particolare riferimento ai Prosciutti di Parma e San Daniele. Sono ormai storia le vicende giudiziarie condotte dalle procure della Repubblica con riferimento ad irregolarità negli allevamenti di suini del circuito DOP. E invece ancora tutto da scrivere il percorso di evoluzione della filiera dei prodotti tutelati. Un percorso che vede l impegno costante di tutti gli operatori nel miglioramento e nell ammodernamento dei disciplinari di produzione, degli organi di controllo nel miglioramento delle metodiche e delle tecnologie impiegate nella verifica del sistema di certificazione e delle Autorità preposte nella garanzia di rispetto delle regole e di uniformazione delle procedure a tutela di tutti i produttori onesti. In questo caso c è in gioco non solo la certificazione e il valore di determinati prodotti, ma l intera reputazione di un sistema, di una filiera che non può veder compromessi in pochi mesi, gli sforzi quotidiani di decenni. Una sfida importante, dunque, quella intrapresa per impostare un modello di certificazione più moderno che superi gli anacronismi del passato e sia in grado di offrire soluzioni al passo con i tempi e le esigenze odierne di produttori ed autorità di controllo. Abbiamo davanti numerose sfide per aumentare i nostri mercati e la fiducia nei nostri prodotti. Lavoriamo insieme, costruendo alleanze e sinergie, affinché le sfide diventino obiettivi raggiunti!

10 L INDUSTRIA DELLE CARNI E DEI SALUMI L Industria delle Carni e dei Salumi: la rivista per rimanere aggiornati sulla vita del settore L Industria delle Carni e dei Salumi, organo ufficiale di ASSICA - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, - è il periodico di riferimento del settore della trasformazione e lavorazione In periodi in cui la carta stampata soffre la concorrenza di numerosi altri strumenti di comunicazione, L Industria delle Carni e dei Salumi mantiene il suo fascino cartaceo, aumentando, nel corso degli anni, la sua diffusione. Arricchimento di nuove rubriche e nuovi qualificati collaboratori, approfondimenti su tematiche specifiche di settore e, soprattutto, la diffusione in anteprima nazionale delle carni e della macellazione della carne suina. Fondato nel 1951, il mensile di attualità, opinioni e vita del settore, ha avuto nel corso degli anni significativi e continui restyling grafici che hanno portato l house organ dell Associazione da semplice bollettino in bianco nero di poche pagine a rivista dal look accattivante. Rimanere al passo con i tempi attraverso una grafica maggiormente incisiva e più leggibile, oltre all inserimento di nuove rubriche, hanno determinato il successo della rivista. dei dati economici del settore, con focus su export, produzione, consumi, prezzi, vendite, ecc., rendono il magazine uno strumento insostituibile di informazione e aggiornamento. Sempre più determinanti sono i numeri che ospitano gli speciali di approfondimento: Lo Speciale Tecnologie & Packaging affronta le tematiche relative alle fasi di trasformazione della carne, dalla macellazione alla lavorazione, fino al packaging e all etichettatura. Lo Speciale Ingredienti, Aromi e Additivi, analizza il quadro attuale delle normative e delle relative

11 L INDUSTRIA DELLE CARNI E DEI SALUMI applicazioni. Importanti contributi vengono inoltre forniti da alcuni tra i più importanti Istituti di ricerca. Entrambi i numeri della rivista vengono pubblicati in concomitanza delle principali fiere e manifestazioni di settore per essere distribuiti in loco e raggiungere un numero sempre più elevato di lettori. Infine sempre maggiore l importanza della versione online, pubblicata in home page del sito L edizione digitale viene visualizzata non soltanto sul sito, ma anche su Linkedin e Issuu. Le visualizzazioni, in costante crescita, permettono di raggiungere un utenza sempre più vasta che utilizza gli strumenti informatici anche lontano dalla propria sede di lavoro. Insomma una pubblicazione che più che una rivista di settore è diventata, nel corso di questi ultimi anni, uno strumento di lavoro.

12 CHI È ASSICA Chi è ASSICA Il Rapporto Annuale, distribuito tradizionalmente in occasione dell Assemblea dell Associazione, raccoglie le tematiche del settore sviluppate sull house organ nel corso degli ultimi dodici mesi. Una carrellata delle principali questioni che hanno interessato il nostro comparto. L Industria delle Carni e dei Salumi è, infatti, l house organ di ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, che è l organizzazione nazionale di categoria che, nell ambito di Confindustria, rappresenta le imprese di produzione dei salumi (sia di carne suina sia di carne bovina), di macellazione suina e di trasformazione di altri prodotti a base di carne (carne in scatola, grassi e strutto, ecc.). Dal 1946 ASSICA supporta la crescita delle imprese, aiutando uno dei settori storici dell alimentare italiano ad affrontare da protagonista le sfide del cambiamento, in Italia e nel mondo. Dalla sede di Milano e dagli uffici di Roma e Bruxelles, collabora con le Istituzioni pubbliche nazionali e internazionali per definire un quadro normativo che favorisca lo sviluppo del settore. Fornisce inoltre, in anteprima, informazioni privilegiate sugli sviluppi economici e regolamentari e supporta quotidianamente le imprese associate con un puntuale servizio di assistenza economico, sanitario, tecnico normativo, legale, sindacale e sulle procedure per l export. In collaborazione con l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, promuove l immagine della salumeria in Italia e nel mondo. Nell ambito di ASSICA opera anche ISIT - Istituto Salumi Italiani Tutelati - che svolge un attività di coordinamento a livello strategico e operativo fra i Consorzi di tutela delle DOP e IGP del comparto dei salumi. Collabora con le Istituzioni per definire un quadro economico e normativo che favorisca la crescita delle imprese ASSICA rappresenta e tutela le imprese associate nei rapporti con le Istituzioni italiane, comunitarie e internazionali, con le organizzazioni economiche, politiche, sindacali e sociali. Essere associati ad ASSICA significa quindi poter partecipare alla definizione delle strategie alla base delle norme che impattano, tutti i giorni, sulla gestione aziendale. Grazie agli uffici di Roma e Bruxelles l Associazione dialoga costantemente con i Ministeri italiani e le Direzioni Generali dell UE e trasmette, in modo trasparente, le richieste del settore alle Istituzioni. Collabora inoltre con le Regioni e a fianco di importanti Istituzioni nazionali come l Istituto Superiore di Sanità, la Stazione sperimentale per l industria delle conserve alimentari di Parma, l Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE), l ISTAT, l Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), l Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) e le Camere di Commercio. Fornisce informazioni privilegiate e tempestive, per permettere agli imprenditori di prendere le decisioni giuste Conoscere in anteprima l evoluzione del mercato, le nuove normative, le possibili opportunità di business, gli sviluppi tecnologici è oggi fondamentale per un imprenditore. Attraverso gli strumenti di comunicazione dell Associazione - circolari mirate, il sito internet e L industria delle Carni e dei Salumi - vengono fornite informazioni privilegiate, approfondite e tempestive su tutti gli aspetti chiave della gestione aziendale: dalla legislazione sanitaria agli aspetti sindacali, dalle questioni legali a quelle fiscali e tributarie, dalle opportunità sui mercati internazionali ai dati dettagliati sul settore. Inoltre ASSICA organizza ogni anno ricerche e studi, dibattiti e convegni su temi economici, sanitari, giuridici e sociali di interesse per le imprese associate, invitando esperti nazionali e internazionali. Un attività con la quale vengono fornite agli imprenditori associati nuove chiavi di lettura dello scenario del settore, per permetter loro di interpretare in anticipo i trend normativi e del mercato.

13 CHI È ASSICA Garantisce un assistenza specializzata e personalizzata in tutti gli ambiti di interesse delle aziende associate ASSICA è un partner strategico per le imprese associate che permette di risparmiare tempo e denaro: un team altamente specializzato capace di rispondere alle numerose esigenze di consulenza, assistenza, verifica e supporto che nascono ogni giorno in azienda. Un servizio completo e personalizzato che, se necessario, è in grado di intervenire direttamente presso l azienda e interfacciarsi con le Istituzioni. ASSISTENZA E CONSULENZA GIURIDICO-SANITARIA L area Giuridico-sanitaria segue le imprese e le aiuta a interpretare e dare attuazione alle numerose e complesse normative che vengono prodotte a livello europeo e italiano. Le imprese vengono assistite con una consulenza legale specifica, attraverso la predisposizione di memorie difensive, ricorsi e pareri stragiudiziali. ASSICA fornisce una consulenza personalizzata in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti, anche verificando direttamente il contenuto delle singole etichette o delle pubblicità. Le imprese vengono supportate nella corretta applicazione al singolo caso aziendale della normativa nazionale e comunitaria sull ingredientistica e la produzione dei prodotti a base di carne e offriamo chiarimenti specifici sulla sempre più onerosa normativa ambientale (gestione dei rifiuti, acqua, aria). ASSISTENZA ALL EXPORT L area Export assiste le aziende nella corretta applicazione delle procedure per l esportazione verso i Paesi terzi, a partire dalla consulenza per l abilitazione degli stabilimenti all export, anche attraverso l affiancamento in loco durante le visite ispettive delle autorità straniere. L Associazione affianca le imprese nella predisposizione della propria documentazione sanitaria di scorta alle spedizioni e interviene tempestivamente presso il Ministero della Salute e le Ambasciate per la soluzione di difficoltà/impedimenti nelle esportazioni o nello sdoganamento delle merci. Fra le molteplici attività di supporto in questo ambito, viene fornito inoltre un servizio di assistenza e consulenza per le domande di autorizzazione all importazione di carni per perfezionamento attivo e per l importazione a dazio agevolato (Regolamenti GATT). ASSISTENZA E CONSULENZA SINDACALE ASSICA si occupa, in stretto coordinamento con le imprese, della trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale per i Lavoratori dell industria alimentare e fornisce un servizio di interpretazione e applicazione delle disposizioni del CCNL. Risponde inoltre alle richieste di assistenza su specifiche problematiche delle aziende in materia di rapporto di lavoro o dell applicazione dell Accordo Economico Collettivo e della normativa sugli agenti e rappresentanti. ASSISTENZA E CONSULENZA ECONOMICA L Associazione fornisce analisi e studi previsionali sull andamento del settore, realizzati anche sulle specifiche esigenze delle singole aziende. Vengono rilevati i prezzi delle carni suine e dei principali tagli quotati sui mercati italiani ed esteri, predisponendo analisi di trend e previsioni dei costi dei fattori di produzione. Elabora inoltre i dati import-export, produzione e consumi del settore e le previsioni a breve e medio periodo sulla produzione europea di carne suina. Offre, in collaborazione con gli uffici di Confindustria, assistenza fiscale e tributaria su aspetti di specifico interesse per il settore. Promuove l immagine dei nostri prodotti in Italia e all estero e la gestione delle crisi mediatiche di settore ASSICA diffonde la conoscenza degli aspetti produttivi, nutrizionali e culturali dei salumi, della carne suina e degli altri prodotti trasformati, valorizzando il patrimonio della salumeria italiana. L Ufficio Comunicazione organizza eventi per consumatori e foodies, per i media e per i professionisti della salute. L Associazione dispone di un Ufficio Stampa strutturato che organizza anche la partecipazione a trasmissioni radio-televisive sui salumi italiani, campagne di valorizzazione e promozione dei salumi italiani all estero. Inoltre lavora per gestire le crisi mediatiche di settore (BSE, diossina, influenza AH1N1, ecc.), operando con i media perché forniscano un informazione corretta tale da preservare l immagine dei nostri prodotti. In questi casi, infine, fornisce informazioni, documentazione tecnica e pareri scientifici utili a gestire il rapporto con i propri clienti. L Associazione promuove azioni di tutela dell immagine settoriale e del prodotto, anche attraverso segnalazioni all Istituto dell'autodisciplina Pubblicitaria o all Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

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15 ORGANI ASSOCIATIVI E STRUTTURA OPERATIVA Organi associativi Gruppi Merceologici Produzione salumi in genere Stagionatura prosciutti crudi e speck Produzione di bresaola e altre conserve bovine Porzionatori e confezionatori di prodotti DOP e IGP Macellazione del bestiame Sezionatori di carni suine Colatura e lavorazione dei grassi animali Presidente Consiglio di Presidenza Consiglio Generale Commissioni Consultive Giuridico-Sanitaria Sindacale Comunicazione Gruppo Giovani Imprenditori Assemblea delle Aziende Associate Struttura operativa Direttore Davide Calderone Area Comunicazione e Promozione Monica Malavasi Tiziana Formisano (Uff. stampa) Fabio Onano (Eventi e web) Cristina Cattaneo (Gestione operativa) Area Rapporti di Filiera Andrea Rossi Area Giuridico-Sanitaria e Sindacale Silvia Bucci Stefania Turco Area Economico-Statistica Laura Falasconi (Uff. Roma) Cristina Albini (Uff. Roma) Area Export Giada Battaglia (Uff. Roma) Francesca Senna (Uff. Roma) Area Veterinaria Giulia Rabozzi Editoria e Area Commerciale Alfredo La Stella Rapporti con le Istituzioni Europee Nazionali Michele Spangaro (Uff. Bruxelles) Giovanni Pallavicini (Uff. Roma) Amministrazione Enrico Soncini Eleonora Frezzi, Silvia Montibeller, Maurizio Zavaglia Segreteria Barbara Falcone Luca Brugolo, Maria Grazia Impollonia, Cristina Albini (Uff. Roma) Area Disciplina delle Produzioni e Consorzi Gianluigi Ligasacchi Andrea Aiolfi, Loredana Biscione, Marco Leoni, Sara Margiotta, Alberto Merigo, Fiorella Palmieri, Stefano Parisi,Viviana Romanazzi, Cristina Tossi

16 CONSIGLIO GENERALE Consiglio Generale ( ) Levoni Nicola Presidente* Ferrarini Lisa Past President Lenti Ruggero Vice-Presidente (Rapporti Giuridico-Sanitari)* Rovagnati Claudia Vice-Presidente (Comunicazione e Marketing Associativo)* Sassi Giuseppina Vice-Presidente (Macellazione e produzione carne fresca)* Veroni Guido Vice-Presidente (Area economica) e Presidente Gruppo Salumi in genere* Villani Carlo Filippo Vice-Presidente (Rapporti Sindacali)* Bordoni Barbara Presidente Gruppo Bresaola Brozzi Walter Presidente Gruppo Colatura Grassi Fontana Pier Arnaldo Presidente Gruppo Prosciutti e Speck Martelli Daniele Presidente Gruppo Macellazione bestiame Reggiani Luigi Presidente Gruppo Sezionatori Carni Suine Spotti Roberto Presidente Gruppo Porzionatori e Confezionatori DOP/IGP Beretta Lorenzo Componente Borchini Stefano Componente Brindani Tommaso Componente Cerri Enrico Componente D Angeli Pietro Componente De Dominicis Anna Componente Ferrari Paolo Componente Ferrucci Silvano Componente Fochi Michele Componente Gherri Giulio Componente Gualerzi Romeo Componente Leoncini Paolo Componente Madeo Anna Componente Mottolini Emilio Componente Negrini Carlo Componente Raspini Umberto Componente Sassi Guglielmo Componente Schivazappa Andrea Componente Vitali Giorgia Componente

17 CONSIGLIO DI PRESIDENZA E COLLEGI Baldo Roberto Beretta Vittore Franchi Sergio Fumagalli Cesare Levoni Paolo Maspero Renato Negrini Gianni Pizzagalli Francesco Reggiani Mauro Riva Maurizio Sassi Ugo Villani Giuseppe Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato Invitato *Membri del Consiglio di Presidenza Consiglio di Presidenza ( ) Levoni Nicola Lenti Ruggero Rovagnati Claudia Sassi Giuseppina Veroni Guido Villani Carlo Filippo Presidente Vice-Presidente (Area Giuridico-Sanitaria) Vice-Presidente (Area Rapporti Commerciali) Vice-Presidente (Area Rapporti di Filiera) Vice-Presidente (Area Economica) Vice-Presidente (Area Rapporti Sindacali) Revisori Contabili ( ) Riva Maurizio Baldo Roberto Maspero Renato Presidente Membro Membro Probiviri ( ) Franchi Sergio Fumagalli Cesare Negrini Gianni Sassi Ugo Reggiani Mauro Villani Giuseppe Componente Componente Componente Componente Componente Componente

18 Non esiste qualità senza controllo Tecno Brianza propone dal 1981 prodotti fabbricati da persone e partners che con passione ed impegno collaborano per garantire la qualità del prodotto e la sua continua evoluzione per soddisfare le vostre esigenze. Il controllo dei processi produttivi è fondamentale per offrirvi continuità, affidabilità e consulenza, senza mai dimenticare l importanza della tradizione. Distributori per l Italia

19 L ATTIVITÀ SVOLTA DA ASSICA e le sfide future 18 La comunicazione al centro della strategia di ASSICA 21 Export Paesi terzi 33 Normativa in materia di etichettatura 41 Ingredientistica: additivi, aromi ed enzimi alimentari 43 Sicurezza alimentare: aspetti normativi 44 Salute, sanità e benessere animale 50 Politiche di filiera 53 Tematiche ambientali 55 Tematiche del lavoro 56 Rapporti con la GDO 58 L attività nel quadro delle Associazioni europee 59 IVSI e attività di comunicazione del settore 68 Disciplina delle Produzioni e i Consorzi di Tutela

20 LA COMUNICAZIONE AL CENTRO DELLA STRATEGIA DI ASSICA La comunicazione al centro della strategia di ASSICA Carni e salumi: confermato il ruolo chiave della comunicazione Dopo un lungo periodo in cui la comunicazione del settore alimentare è stata segnata da sensazionalismi e fake news, nel 2018 si è registrata una lieve inversione di tendenza. L attività svolta per diffondere una corretta informazione ha dato i suoi frutti, almeno in parte, ristabilendo la corretta relazione fra alimentazione e salute, anche grazie alle tante iniziative e alle campagne di informazione realizzate dalle numerose realtà istituzionali e di rappresentanza. Così, anche grazie all uso sapiente della comunicazione del mondo digitale, il grande pubblico ha iniziato a mostrare un discreto scetticismo per articoli sensazionalistici, in favore di posizioni basate su dati scientifici incontrovertibili. La proverbiale altra campana ha finalmente fatto sentire il proprio suono e ha consentito così di ristabilire, su alcuni temi più che su altri, una verità scientifica oggettiva. Fra queste iniziative, ci sono anche quelle condotte da ASSICA e IVSI, così come quelle realizzate dall Associazione Carni Sostenibili (di cui ASSICA fa parte) e dai suoi membri, che non hanno mancato di raccogliere i molti dati a sostegno del settore delle carni e dei salumi, per diffonderli nei tanti appuntamenti creati nel corso del Ciononostante, lo scenario mediatico del settore alimentare soffre ancora di molta disinformazione, così la rinnovata necessità di contrastare la diffusione di informazioni critiche per la salute, oltre che per l intero settore della lavorazione delle carni, ha richiesto anche nel 2018 all Associazione di rispondere attraverso un intensa attività di comunicazione su questi temi. Pur senza registrare crisi mediatiche particolarmente acute, la comunicazione del settore si è mossa sia in difesa (con la diffusione di pubblicazioni e aggiornamenti in grado di sfatare i falsi miti su carne e salumi) che in attacco (con l organizzazione di convegni, seminari e incontri di vario genere sulle proteine animali, sul sistema di controllo e certificazione dei prodotti e sul reale impatto che queste produzioni hanno su salute e ambiente). La comunicazione in caso di crisi mediatica L attività di comunicazione svolta da ASSICA, in stretta collaborazione con l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) - ente a cui l Associazione ha delegato la funzione di comunicazione del settore - ha compreso come sempre anche un focus dedicato al crisis management. L azione di monitoraggio ed intervento della cellula di crisi, composta dalla direzione ASSICA e dall intera struttura IVSI, è stata basilare anche nel 2018 grazie al presidio dell informazione in tempo reale, alla valutazione dell impatto della notizia sul consumatore e all individuazione della più corretta strategia di comunicazione. Come avvenuto nel 2017, i temi principalmente dibattuti sono stati quelli del benessere animale e degli allevamenti intensivi, mentre hanno perso vigore tutte le notizie che additavano i prodotti del settore come nocivi per la salute. Questo risultato, è forse l esito positivo di una grande campagna di comunicazione coordinata, che ha consentito nel tempo di diffondere le informazioni corrette sul tema, controbilanciando le news sensazionali (ma infondate) sulla pericolosità tout court di carni e salumi. Priorità della cellula di crisi è sempre quella di diffondere materiali e posizioni supportate da dati scientifici e oggettivi, per non consentire la proliferazione incontrollata di false notizie e disinformazione; tale attività viene spesso svolta cercando la massima sinergia tra le varie anime del settore, in collaborazione con i Consorzi di Tutela e gli altri soggetti della filiera interessati, così da realizzare un azione coordinata. In proposito, particolarmente importante anche il rapporto con il CLITRAVI, con il quale ASSICA abitualmente si confronta, scambia informazioni e condivide strategie, per avere un panorama europeo ed internazionale più chiaro circa il settore e le sue evoluzioni. Infine, la cellula di crisi ASSICA/IVSI, insieme ai funzionari delle aree tecniche dell Associazione, garantisce sempre il proprio supporto alle aziende associate. L Associazione Carni Sostenibili, alla quale aderisce ASSICA insieme alle altre due associazioni di riferimento per le filiere bovina (ASSOCARNI) e avicola (UNAITALIA), ha continuato a rappresentare l osservatorio privilegiato sulla comunicazione del settore delle carni, giocando un ruolo fondamentale nella lotta per una giusta informazione scientifica e a difesa del settore delle carni in generale. Ne è un esempio l attività fatta in occasione della presentazione del Rapporto EAT-Lancet, un documento con l ambizione di individuare la cosiddetta dieta universale, valida per tutto il mondo e basata su alcuni assunti fondamentali. Uno su tutti: il quasi totale abbandono del consumo di proteine animali e la

21 LA COMUNICAZIONE AL CENTRO DELLA STRATEGIA DI ASSICA necessità di uno spostamento planetario verso una dieta a base vegetale, stigmatizzando l allevamento come nocivo e non sostenibile. Il documento EAT- Lancet ha puntato da subito più al clamore mediatico che alla validità dei suoi contenuti. Il report e le modalità della sua divulgazione dimostrano però l esatto contrario. L ambizione degli autori di cambiare la dieta del mondo si è dimostrata velleitaria e pericolosa, anche perché rischia di porre le basi per un ulteriore aumento della malnutrizione e dello spreco di cibo nel mondo. L Associazione Carni Sostenibili ha dato voce alla comunità scientifica italiana che ha già prodotto ottime pubblicazioni, ricchissime di letteratura completa di citazioni, che dimostrano come gli alimenti di origine animale facciano bene, che gli impatti ambientali delle produzioni zootecniche possono essere contenuti e che questi cibi rappresentano uno degli asset economici del nostro Paese. Grazie a questa impostazione, e alla carente qualità scientifica delle tesi dei promotori, quella che doveva essere una pietra miliare della lotta mondiale alla malnutrizione e alla destabilizzazione dell attuale sistema di produzione delle carni, si è rivelata invece una avventurosa e sconclusionata campagna di marketing pro-dieta vegetariana, subito orfana dell attenzione dei media, non appena le esigue basi scientifiche si sono dimostrate per quello che in realtà erano fin dall inizio. L Associazione Carni Sostenibili ha continuato una intensa attività di comunicazione impiegando molti M. Marino, G. Pulina, E. Bernardi, E. Capri strumenti, così come molte sono state le occasioni per diffondere i messaggi chiave dell Associazione - legati alla nutrizione, all ambiente, alla sicurezza, alla sostenibilità e all economia - nei suoi primi quattro anni di vita. Questo è stato possibile anche grazie alla stretta collaborazione dell Associazione con un vero e proprio network di Università, Istituti zooprofilattici ed enti di ricerca. A novembre 2018 è stato pubblicato il Report informativo-tecnico La sostenibilità delle carni e dei salumi in Italia (Bernardi, Capri, Pulina), nel quale Carni Sostenibili fa un passo avanti andando nelle librerie - oltre che sul web - diffondendo l ultima versione del rapporto (che l accompagna sin dalla sua creazione), ampliata, aggiornata e presentata a Bologna. Un testo di facile lettura, nonostante la complessità degli argomenti trattati, in cui vengono affrontate in modo rigoroso alcune tematiche molto care all opinione pubblica. Opinioni che però, finiscono spesso per essere banalizzate in luoghi comuni, trasformandosi a volte in vere e proprie fake news. La prima versione era stata pubblicata nel 2014, in preparazione della grande kermesse su cibo e sostenibilità che è stata EXPO2015; la seconda, liberamente scaricabile in pdf dal sito dell Associazione, nel 2016; quest ultima, disponibile in libreria e pubblicata dall editore Franco Angeli, è stata distribuita in italiano ed è disponibile anche in inglese. La maggior parte dell attività quotidiana avviene invece sul web, grazie al costante aggiornamento del sito internet (oltre

22 LA COMUNICAZIONE AL CENTRO DELLA STRATEGIA DI ASSICA sessioni/anno), e sulle varie piattaforme social presidiate, che hanno raccolto in generale un buon seguito di utenti e animato molte discussioni, soprattutto se si considerano i temi in essi trattati: Facebook (oltre fan), LinkedIn (3.000 contatti; 340 iscritti al gruppo), Twitter (oltre follower) e canale YouTube (51 video online; 143 iscritti al canale; circa visualizzazioni in 4 anni). Il 12 febbraio 2019 è stato presentato a Milano il libro In difesa della carne di Andrea Bertaglio, giornalista ambientalista che, nel libro, spiega il percorso personale che lo ha portato ad entrare in contatto con il settore delle carni e perché ha deciso di prendere posizione in questo modo, a differenza di molti suoi colleghi che parlano del settore zootecnico e del consumo di carne senza in realtà saperne niente. Il libro si snoda, con decisione e decisamente più devastanti sull ambiente di quanti, veri o presunti, ne abbia l allevamento animale. E ricorda anche che i sistemi di allevamento in paesi a basso reddito rappresentano a volte l unico sostentamento delle famiglie e, in alcuni casi, della parte femminile più svantaggiata in una condizione di grandi difficoltà: è una testimonianza diretta fra l altro, perché l autore quegli allevamenti, è andato a visitarli. Il libro sfata quindi diversi luoghi comuni che circolano sul settore delle carni e dei salumi, in un contesto mediatico in cui abitualmente si diffondono continuamente informazioni non corrette, se non palesemente false. L autore è stato poi invitato in diverse trasmissioni in radio e tv, come a Porta a Porta di Raiuno (puntata dell 11 aprile 2019 a cui ha partecipato anche Nicola Levoni, Presidente di ASSICA), per portare la propria esperienza e raccontare il punto di vista di chi, attraverso lo studio delle dinamiche e della realtà del settore, difende l idea di un Porta a Porta RAI 1 aprile 2019 leggerezza, fra i temi anti-carne più diffusi dai media tradizionali e che rimbalzano nelle echo-chambers dei social per rinforzare la autoconvinzione in una porzione - fortunatamente minoritaria - della popolazione italiana, che sia possibile vivere in un mondo in cui non si consumi la carne. Uno dei pregi maggiori del testo è che Bertaglio ricorda continuamente che non si può pretendere di salvare il pianeta non consumando carne, quando si adottano comportamenti collettivi che hanno impatti sistema produttivo che risulta a tutti gli effetti, molto meno eco-insostenibile di come lo si vuole dipingere. Oltre a questo intervento televisivo, sono state numerose le occasioni per parlare di sostenibilità delle carni e dei salumi in articoli sulla stampa e in trasmissioni radiotelevisive.

23 EXPORT PAESI TERZI Export Paesi terzi La libera circolazione delle produzioni della filiera suina italiana in ambito internazionale si conferma ancora come obiettivo non definitivamente raggiunto, potendosi ritenere realizzato in misura soddisfacente per i soli prosciutti tipici e, parzialmente, per i prodotti di salumeria cotta e in misura ancora inadeguata per i salumi a breve stagionatura e per le carni suine. L ampliamento di gamma dei prodotti esportabili ha rappresentato dunque uno dei principali obiettivi che ASSICA si è posta nel 2018, continuando per questo a collaborare con le Istituzioni comunitarie e nazionali, così come con le nostre più importanti rappresentanze diplomatiche, e a lavorare in affiancamento e a supporto di Commissione europea e Ministero della Salute. A tal fine continua ad essere essenziale il superamento degli ostacoli di natura veterinaria che limitano (quando non impediscono del tutto) le nostre esportazioni, mediante il riconoscimento da parte delle Autorità di Paesi terzi dell insussistenza di rischi correlati alla diffusione di malattie degli animali nel loro territorio, attraverso l introduzione di prodotti di salumeria dall Italia. Buone notizie in questo ambito riguardo allo status sanitario del nostro Paese, in particolare con riferimento alla Malattia vescicolare del suino: lo Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed (PAFF Committee), riunitosi a Bruxelles il 25 e 26 febbraio 2019, ha riconosciuto l indennità della Regione Calabria da Malattia vescicolare del suino (MVS), sancendo finalmente l indennità di tutto il territorio italiano dalla malattia. Il Comitato ha, pertanto, adottato una Decisione che abroga la Decisione 2005/779 relativa a talune misure sanitarie di protezione contro la malattia vescicolare dei suini in Italia, in considerazione della scomparsa del virus da tutto il territorio italiano. Il nuovo status dell Italia di Paese free da MVS consente ora al nostro Ministero della Salute di avviare nuove trattative con le Autorità dei Paesi terzi per ridefinire le condizioni per l esportazione dei prodotti suini, al fine di ottenere l apertura alle carni fresche, ai prodotti a breve stagionatura di mercati importanti come la Corea del Sud, Singapore, l Australia e molti altri. La diplomazia economica e il contributo del Ministero dello Sviluppo Economico Sempre più rilevante per gli scambi economici è il ruolo delle Ambasciate italiane all estero, che svolgono una attività che si può propriamente definire di Diplomazia economica, offrendo assistenza alle imprese in ogni fase del loro approccio con i mercati esteri e sostenendo lo sviluppo delle relazioni economiche internazionali del Paese. Gli interventi realizzati nel 2018 dalla Diplomazia economica, in collaborazione con i ministeri della Salute, dello Sviluppo economico e delle Politiche agricole, si sono concentrati prevalentemente sui mercati di Cina, Taiwan e Australia a beneficio soprattutto dei prodotti della filiera alimentare: in primis formaggi, carni e salumi. L agroalimentare è infatti il settore più colpito dall insieme di ostacoli sanitari, fitosanitari e tecnici. L attenzione delle nostre Istituzioni alle problematiche dell esportazione dei salumi e delle carni suine è avvalorata anche dal mantenimento del contributo, già concesso per il 2017, del Ministero dello Sviluppo Economico al finanziamento dell incoming degli ispettori dei Paesi terzi, sempre più necessario a fronte della necessità di agevolare le esportazioni dei nostri prodotti nel mondo. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha rinnovato alla nostra associazione un contributo pari al cinquanta per cento delle spese sostenute per il finanziamento delle ispezioni in Italia delle Autorità veterinarie dei Paesi terzi. La politica commerciale europea e gli accordi di libero scambio Dalla relazione annuale della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sugli ostacoli agli scambi e agli investimenti, pubblicata a giugno 2018, emerge che alla fine del 2017 il numero di ostacoli attivi al commercio e agli investimenti aveva raggiunto un picco storico di 396 esistenti tra 57 diversi partner commerciali in tutto il mondo, una cifra che, a confronto con i 372 ostacoli registrati alla fine del 2016, non fa che confermare la costante ascesa del protezionismo a livello internazionale. Nonostante l impegno dei leader del G20 a rifiutare il protezionismo, ribadito in occasione del vertice del G20 tenutosi l 8 luglio 2017 ad Amburgo, i nove Paesi in cui si registra ancora oggi il maggior numero di ostacoli al commercio sono tutti economie del G20. Approfondimenti sul sito La Russia è il Paese in cui è stato osservato il maggior numero di ostacoli, con 36 misure segnalate; al secondo posto si colloca la Cina, con 25 ostacoli attivi segnalati, e al terzo segue l Indonesia, con un totale di 23 misure in atto: tutti questi ostacoli e misure rappresentano anch essi un grave impedimento per le opportunità di esportazione e di investimento dell UE. Altri Paesi terzi in cui sono stati rilevati 10 o più ostacoli al commercio e agli investimenti sono l India (21), il Brasile (21), la Corea del Sud (20), la Turchia (20), gli Stati Uniti (20), l Australia (14), la Thailandia (12), l Argentina (11) e il Messico (10). Complessivamente, i nuovi ostacoli nei Paesi terzi sono stati imposti in 12 settori di attività economica, tra i quali figuravano anzitutto il settore dell agricoltura e della pesca, le misure di carattere orizzontale e il settore vini e

24 EXPORT PAESI TERZI bevande spiritose. I flussi di scambi potenzialmente interessati dall insieme dei nuovi ostacoli registrati nel 2017 ammontava a 23,1 miliardi di euro, pari all 1,2% delle esportazioni complessive dell UE nello stesso anno. In questo contesto di crescente protezionismo che caratterizza il mondo delle operazioni commerciali, diventa sempre più importante il lavoro della Commissione finalizzato all eliminazione degli ostacoli agli scambi. A tal presentate alla Commissione da imprese europee. Recentemente la Commissione ha anche varato l iniziativa Giornate dell accesso ai mercati negli Stati membri, al fine di sensibilizzare le imprese più piccole su come l UE può aiutarle ad affrontare gli ostacoli che incontrano. Nella sua strategia Commercio per tutti la Commissione ha reso l applicazione delle norme commerciali una priorità assoluta, accanto ad una maggiore attenzione all attuazione degli accordi commerciali, in modo che le imprese possano competere in condizioni di parità quando cercano opportunità di esportazione e investimento in Paesi terzi. Approfondimenti sul sito Federazione russa* Cina* Indonesia* India* Brasile* Corea del Sud* Turchia* USA* Australia* Thailandia Argen na* Messico* Cile Filippine fine, la Commissione ha potenziato la strategia di accesso ai mercati dell UE, con un coordinamento rafforzato tra le istituzioni dell UE e i portatori d interessi, una migliore attribuzione di ordine di priorità ai diversi ostacoli e un miglioramento della comunicazione e della sensibilizzazione. Questi sforzi hanno portato all eliminazione di 20 ostacoli nel 2016 e alla cifra record di 45 ostacoli affrontati con successo nel Gli ostacoli rimossi riguardavano 13 settori chiave per le esportazioni e gli investimenti dell UE, tra cui industria aeronautica e automobilistica, ceramica, TLC ed elettronica, macchinari, prodotti farmaceutici, dispositivi medici, tessile, conciario, agroalimentare, siderurgia, carta e servizi. Nel complesso, gli ostacoli rimossi dalla Commissione Juncker salgono a 88. Grazie alla rimozione di tali ostacoli nel solo periodo , nel 2017 le imprese dell UE hanno effettuato esportazioni per ulteriori 4,8 miliardi di euro, una cifra equivalente ai vantaggi derivanti da molti dei nostri accordi commerciali. La relazione indica inoltre che nel 2017 sono stati registrati 67 nuovi ostacoli; nel 2017 il numero dei nuovi ostacoli è aumentato principalmente in Cina, seguita da Russia, Sud Africa, India e Turchia. Anche la regione del Mediterraneo ha evidenziato un notevole aumento degli ostacoli per le imprese dell UE. La relazione sugli ostacoli agli scambi e agli investimenti è totalmente incentrata sulle denunce effettivamente Algeria Malaysia Sud Africa* Egi o Nigeria Suddivisione geografica degli ostacoli al commercio e agli investimenti nella banca dati sull accesso ai mercati (* Paesi del G20) Svizzera Uruguay Vietnam Canada* Marocco Pakistan Israele Ecuador Giappone* Paraguay Tunisia Venezuela Colombia Libano Nuova Zelanda Arabia saudita* Taiwan Ucraina Un altra importante pubblicazione della Commissione è la seconda Relazione sull attuazione degli Accordi di libero scambio (ALS), pubblicata ad ottobre 2018, che fornisce un aggiornamento sulle attività svolte dalla Commissione nell attuazione degli ALS e sintetizza i principali sviluppi riguardanti 35 accordi commerciali principali con 62 Paesi partner applicati nel La relazione conferma come esista un nesso evidente e accertato tra l occupazione (nell UE e all estero) e il valore aggiunto generato dalle esportazioni dell UE nel resto del mondo, ma specifica che gli ALS perseguono anche una serie di altri obiettivi, sia generali che riguardanti in modo specifico il Paese o la regione partner. Conclusioni significative sugli effetti di un accordo si possono trarre solo dopo vari anni di applicazione. Per esaminare il loro impatto, la Commissione ha effettuato valutazioni ex post degli ALS di prima generazione con il Cile (2012) e il Messico (2016) e si accinge a ultimare un analisi approfondita del primo accordo di nuova generazione dell UE con la Corea del Sud. L accordo economico e commerciale globale (CETA) concluso con il Canada nel 2016 segna una nuova tappa in termini di ampiezza e contenuto, e questo risulterà evidente anche nella sua attuazione. Più un accordo commerciale è ambizioso e di ampia portata, più complessa e impegnativa in termini di risorse è la sua implementazione. Oggi è ancora più essenziale monitorare periodicamente e sistematicamente il funzionamento dei nostri ALS principali. Capire che cosa funziona e che cosa invece non funziona nei diversi accordi può fornire elementi utili nella negoziazione di nuovi accordi e nella modernizzazione degli accordi esistenti. Un attuazione efficace degli ALS può quindi essere vista come parte integrante del ciclo della politica commerciale.

25 EXPORT PAESI TERZI Scambi di merci e utilizzo delle preferenze. Dalla relazione si evince che nel 2017 gli scambi totali dell UE nel quadro degli ALS sono stati di miliardi di euro, pari a circa il 32% degli scambi totali dell UE con Paesi terzi (circa miliardi di euro nello stesso anno). I nostri principali partner commerciali per gli scambi nel quadro di ALS sono stati la Svizzera con il 7% del commercio estero totale dell UE, seguita dalla Turchia con il 4,1%, dalla Norvegia con il 3,4% e dalla Corea del Sud con il 2,7%. Nel 2017 le importazioni totali nel quadro di ALS conclusi dall UE sono state pari a circa 542 miliardi di euro, mentre le esportazioni totali sono state dell ordine di 637 miliardi di euro. Nel complesso, gli scambi di merci sono aumentati nel 2017, in particolare per quanto riguarda le esportazioni dell UE. Dove le esportazioni dell UE sono diminuite, il calo sembra essere stato causato soprattutto da fattori esterni che si ripercuotono sull economia del Paese partner interessato e non dal cattivo funzionamento dell ALS in sé. Un analisi settoriale dei flussi commerciali mostra un notevole aumento delle esportazioni di prodotti agroalimentari e autoveicoli dall UE ad alcuni dei nostri partner di ALS di nuova generazione. La Commissione utilizza il quadro istituzionale degli ALS per affrontare problemi concreti con i Paesi partner e nel 2017 ha applicato con successo questo approccio. Tra i progressi compiuti e le principali questioni ancora irrisolte: Il Cile ha aperto il proprio mercato alle carni bovine dell UE, rimuovendo gli ultimi ostacoli che ancora si applicavano ai tagli di carne e adeguando le disposizioni relative al certificato sanitario per l esportazione. Il Perù ha aperto quasi totalmente il proprio mercato ai prodotti lattiero-caseari provenienti dall UE. La Colombia, la Costa Rica e Panama hanno migliorato le procedure SPS, introducendo anche il pre-listing degli stabilimenti dell UE. La Moldova ha adottato e ha iniziato ad applicare una strategia SPS e la Georgia ha adottato una tabella di marcia legislativa. Le esportazioni europee di carni bovine in Corea del Sud continuano ad essere vietate. Questo problema è stato nuovamente sollevato nel comitato SPS il 6 settembre In Colombia rimangono in vigore procedure SPS macchinose in relazione ai prodotti vegetali; in Perù vi sono stati progressi limitati riguardo all approvazione dei certificati armonizzati per l importazione di prodotti a base di carne. Per alcuni dei nostri partner DCFTA, come la Georgia, resta aperta la necessità di rafforzare la capacità istituzionale in termini di controlli sulla sicurezza degli alimenti; quanto alla Moldova, si segnala invece la necessità di migliorare la capacità di diagnosi mediante analisi di laboratorio per il monitoraggio e la sorveglianza delle malattie degli animali. In base a un recente studio effettuato dalla DG TRADE, gli esportatori dell UE potrebbero risparmiare annualmente una cifra stimata in 15 milioni di euro se facessero pieno uso delle preferenze offerte dai 18 ALS dell UE. Le informazioni a disposizione della Commissione indicano che vi sono stati miglioramenti dei tassi di utilizzo delle preferenze nelle esportazioni dall UE verso diversi partner di ALS: questa tendenza si è registrata ad esempio per la Corea del Sud, con un aumento dei tassi di utilizzo delle preferenze per quattro anni consecutivi, e anche per la Georgia e il Cile. Il tasso di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dall UE verso il principale partner commerciale con il quale abbiamo concluso un ALS, ovvero la Svizzera, è rimasto stabile intorno all 80%. Malgrado questo andamento positivo, l utilizzo degli ALS da parte degli esportatori dell UE presenta ancora margini di miglioramento. La Commissione si sta adoperando per migliorare l utilizzo degli ALS da parte delle imprese dell UE, usando un insieme di misure intese a fornire informazioni più tempestive e indicazioni pratiche su questioni complesse, quali le norme d origine. Misure di salvaguardia bilaterali orizzontali Il 28 gennaio 2019 il Consiglio ha adottato un regolamento che consente l applicazione di misure di salvaguardia negli accordi commerciali. In questa fase il regolamento riguarda gli accordi di libero scambio UE-Giappone, UE-Singapore e UE-Vietnam, ma potrebbe essere esteso anche ad altri accordi. Il 24 ottobre 2018 gli ambasciatori presso l UE hanno approvato la posizione del Consiglio concernente misure specifiche per proteggere particolari industrie interne da

26 EXPORT PAESI TERZI aumenti potenzialmente dannosi di importazioni provenienti da Paesi terzi. Le misure di salvaguardia bilaterali sono collegate ad accordi commerciali e consentono la revoca temporanea delle preferenze tariffarie. Prima, questo meccanismo veniva proposto separatamente in relazione a ogni singolo accordo commerciale. Nell ambito di questa iniziativa tali misure beneficerebbero di un consistente quadro orizzontale per la loro inclusione nei nuovi accordi commerciali. LE AMERICHE Stati Uniti Nel mese di febbraio 2018, a seguito del blocco di alcune spedizioni di prodotti a base di carne suina presso le dogane statunitensi, abbiamo appreso che il Dipartimento dell Agricoltura statunitense ha pubblicato sul Federal Register la decisione di modificare la modalità di riconoscimento dell indennità da Peste suina africana del territorio dell Unione europea. In particolare, l USDA ha stabilito di riconoscere le decisioni dell UE e degli Stati membri della UE in materia di regionalizzazione per PSA e di aggiornare di conseguenza le proprie liste delle regioni non indenni. Questa decisione ha determinato la necessità di integrare le garanzie già fornite per i prodotti esportati con la certificazione 94,13 con una specifica attestazione relativa all origine delle carni e dei prodotti da zone non sottoposte a restrizioni per la presenza di focolai di Peste suina africana. Questo fino a quando, a luglio, USDA - APHIS, anche al fine di uniformare i modelli concordati con i Paesi UE ha disposto l utilizzo di certificati differenti a seconda dell origine della materia prima e l inserimento di una specifica condizione relativa all origine delle carni e dei prodotti da zone non sottoposte a restrizioni per la presenza di focolai di PSA: un certificato da utilizzare qualora le carni e i prodotti siano ottenuti da animali nati, macellati e trasformati nella Macroregione del Nord Italia; un altro da utilizzare se la provenienza della materia prima è comunitaria (decisivo è il Paese dove è situato l impianto presso il quale avviene la macellazione). Nell ottica di mantenere l equivalenza con il sistema statunitense, nel mese di agosto 2018, il Ministero ha emanato un importante nota di revisione delle disposizioni relative al controllo ufficiale presso gli stabilimenti di macellazione. Rispetto alle precedenti indicazioni, il Ministero fornisce maggiori dettagli riguardo alle modalità operative di ispezione ante e post mortem e formalizza il requisito che negli impianti di macellazione sia implementato, nell ambito del piano HACCP, il CCP per la gestione della tolleranza zero per contaminazione della carcassa con feci, ingesta e latte. Dispone, inoltre, che gli impianti programmino un piano di campionamento pre-operativo per superfici a contatto per la ricerca di Salmonella spp., da applicare a partire dal 1/1/2019. Nell ambito delle normali attività di controllo presso i Paesi che esportano verso gli USA, nel mese di settembre 2018, si è svolta la visita ispettiva in Italia da parte del Food Safety Inspection Service (FSIS) che di solito avviene con cadenza biennale - l ultima vista risale appunto a maggio Durante le visite gli ispettori hanno verificato la corretta applicazione della normativa americana effettuando, come di consueto, una valutazione dello stabilimento e un analisi sia della documentazione aziendale (HACCP, SSOP, SPS, piano dei campionamenti etc ) che delle attività attuate dal controllo ufficiale presso gli impianto abilitati. Pochi i rilievi relativi alle strutture mentre più numerosi quelli che riguardano HACCP e relativa documentazione, Sanitation Performance Standards (SPS), Sanitation Standard Operating Procedures (SSOP). Con particolare riferimento alla necessità di mantenere l equivalenza del sistema italiano per la produzione e il controllo dei prodotti thermally processed, commercially sterile a seguito dell approvazione della nuova norma pubblicata da FSIS (9 cfr 431), il Ministero ha emanato, nel mese di ottobre 18, una nota con cui ha fornito indicazioni sulle modalità di gestione dei piani HACCP e sull implementazione delle azioni correttive da attuare in caso di non conformità riscontrate a carico del prodotto, del processo di trattamento termico o del contenitore. Per la valutazione dell adeguatezza del processo produttivo nel prevenire, eliminare o ridurre sino a livello accettabile i rischi evidenziati nell analisi dei pericoli, la normativa statunitense prevede che siano valutati alcuni fattori critici, che si richiede siano specificati nel programma di processo e siano misurati, controllati e registrati dall OSA per garantire che non vengano superati i limiti stabiliti nel programma del processo. I contenuti della nota ministeriale sono stati approfonditi e discussi in occasione del molto partecipato incontro con le aziende abilitate all esportazione negli USA, svoltosi a Parma il 23 novembre Molto proficua è stata, inoltre, la missione, svoltasi a Washington nello stesso mese di novembre, del Direttore Generale per l Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione del Ministero della Salute, Gaetana Ferri, che ha incontrato i più alti livelli delle due Agenzie americane FSIS (Food Safety Inspection Service) e APHIS (Animal And Plant hygiene Inspection Service). Al di là degli ottimi risultati politici, la missione ha consentito di approfondire numerose problematiche tecniche legate all esportazione dei prodotti della salumeria italiana: con FSIS si è ribadita la richiesta italiana di poter esportare negli USA prodotti a base di carne bovina ottenuti da carne americana o da carne europea proveniente da impianti abilitati e le Autorità americane hanno confermato la necessità di ricevere maggiori informazioni, anche riguardo ai piani di

27 EXPORT PAESI TERZI campionamento nazionale (in particolare per la ricerca di E.Coli). Con il Direttore Healey di APHIS, il Direttore Ferri ha ribadito l auspicio italiano che si addivenga nel più breve tempo possibile all inclusione dei territori di Umbria e Toscana fra quelli già riconosciuti SVD free ai sensi del 9 CFR Healey ha confermato che dal punto di vista tecnico la valutazione dei dossier di entrambe le Regioni è ormai conclusa e la procedura prevede ora alcuni adempimenti politici che si dovrebbero risolvere entro la metà del A seguito di chiarimenti ricevuti dalle Autorità statunitensi, il Ministero ha successivamente emanato una nota Esportazione verso gli Stati Uniti d America di prodotti composti ready to cook contenenti ingredienti di origine animale inclusi carne e prodotti a base di carne suina con cui ha fornito informazioni riguardo alle procedure per l ottenimento dell iscrizione in lista USA e per la gestione di produzione, etichettatura e certificazione dei suddetti prodotti. Canada Dopo un lavoro di programmazione iniziato a fine 2018 nel corso di importanti riunioni tecniche, si sono positivamente svolte a febbraio 2019 due audit da parte di una delegazione della Canadian Food Inspection Agency, che hanno coinvolto l Italia, la Spagna, la Repubblica Ceca e la Lituania. La missione è stata coordinata dai servizi della DG Sante della Commissione europea in collaborazione con il Ministero della Salute. Nel nostro Paese le ispettrici hanno visitato due salumifici, un impianto di macellazione di suini, uno di macellazione di bovini e uno di avicoli con l intenzione di esaminare l attività di controllo e supervisione svolta da parte dell Autorità competente, le modalità di svolgimento delle visite ante mortem, post mortem, i controlli effettuati sul benessere degli animali, sull applicazione dell HACCP, i controlli microbiologici e sui residui chimici. L obiettivo degli audit è stato quello di verificare l equivalenza funzionale dei sistemi di ispezione delle carni bovine, suine e avicole degli Stati membri dell Unione europea con quelli del Canada e al termine della missione le ispettrici hanno manifestato grande apprezzamento per quanto osservato presso gli stabilimenti e per la tempestività nell adottare le misure correttive delle non conformità riscontrate durante le visite. La presenza delle ispettrici in Italia è stata occasione per approfondire anche alcuni aspetti della normativa canadese Safe Food for Canadians Regulations (SFCR), in applicazione dal 15 gennaio 2019: le ispettrici hanno confermato che il SFCR impatta prevalentemente sugli operatori canadesi e che, per quanto riguarda il settore delle carni, di fatto, riprende e riorganizza la normativa precedentemente in vigore. Ecuador Le negoziazioni avviate dal nostro Ministero della Salute con le Autorità ecuadoregne di Agrocalidad, a seguito del blocco delle importazioni da queste disposto anni fa per ragioni sanitarie, hanno portato, a maggio 2018, ad ottenere la riapertura del mercato ai prodotti a base di carne suina esportabili dall Italia prima del divieto. È quindi nuovamente possibile esportare dall Italia prosciutti di Parma disossati, stagionati almeno 400 giorni, e prosciutti cotti a 70 C per almeno 10 minuti (o a 80,3 C per almeno 3 minuti). Le negoziazioni per l ampliamento della gamma dei prodotti esportabili proseguono nell ambito delle trattative per l accordo di libero scambio tra Unione europea, Colombia, Perù ed Ecuador. Gli accordi ad Occidente UE-Canada: Accordo Economico e Commerciale Globale (CETA) Il 21 settembre 2018 è stato celebrato il primo anniversario dell entrata in vigore provvisoria dell Accordo economico e commerciale globale (CETA) tra l UE e il Canada. L applicazione provvisoria è iniziata solo il 21 settembre 2017 e, sebbene non sia ancora possibile trarre conclusioni riguardo all incidenza sui flussi commerciali, i benefici hanno cominciato ad emergere 1 : nei primi 9 mesi di applicazione dell accordo (ottobre 2017-giugno 2018) le esportazioni di merci dall UE in Canada sono aumentate del 7%, con picchi di esportazioni agricole: frutta e frutta a guscio (29%) e vino spumante (11%). La Commissione sta monitorando attentamente l utilizzo dei contingenti tariffari per i formaggi e raccoglie informazioni sulla loro allocazione e sui loro trasferimenti. Si sono registrati rapidi progressi nella costruzione del quadro istituzionale globale composto da 13 comitati e sei dialoghi specializzati, che riferiscono al comitato misto CETA. Nella prima metà del 2018 si sono riuniti diversi comitati, tra cui quelli dedicati alle indicazioni geografiche (IG), alle misure SPS, alle dogane e agli appalti pubblici, al commercio elettronico, ai vini e agli alcolici. UE-Messico A conclusione del grande impegno protrattosi per tutto il 2017 e dei risultati ivi raggiunti, il 21 aprile 2018 è stato raggiunto l accordo tra UE e Messico per l aggiornamento dell Accordo di libero scambio entrato in vigore nel ) Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull attuazione degli accordi di libero scambio 1 gennaio dicembre 2017

28 EXPORT PAESI TERZI Il nuovo accordo si inserisce nell ambito di un più ampio e moderno quadro di collaborazione globale che definisce le relazioni tra la UE e il Paese centramericano e riguarda questioni di interesse comune quali il commercio - con un beneficio del settore agroalimentare che comporterà nuove opportunità di esportazione per i prodotti alimentari e le bevande di qualità - ma anche, questioni politiche, i cambiamenti climatici e i diritti umani. L accordo prevede la completa liberalizzazione delle esportazioni di carni suine, salvo la definizione, per i lombi, di un contingente di tonnellate che beneficia dell azzeramento dei dazi. Particolare attenzione è stata posta alle procedure doganali, lì dove il nuovo accordo introduce norme per semplificare e accelerare le formalità amministrative e i controlli fisici presso le dogane messicane, e alle questioni SPS. Alla luce di questo risultato il ministero della Salute si è prontamente attivato presso le autorità SAGARPA/SENASICA del Paese per la presentazione di una istanza di autorizzazione per l inserimento degli stabilimenti nelle liste abilitati ad esportare verso il Messico carne suina e prodotti a base di carne suina (il prosciutto crudo, il culatello e i prodotti cotti). UE-Mercosur: trattative in corso per l accordo commerciale L ultimo round di negoziati per un accordo commerciale tra l UE e il Mercosur (Mercado Común del Sur) si è svolto dall 11 al 15 marzo 2019 a Buenos Aires, in Argentina, a livello di esperti e capi negoziatori. Le trattative hanno riguardato vari capitoli: commercio di merci; vini e alcolici; regole di origine; ostacoli tecnici agli scambi; servizi; appalti pubblici; proprietà intellettuale; commercio e sviluppo sostenibile, imprese di proprietà statale; sovvenzioni; trasparenza. Le parti hanno discusso le offerte per lo smantellamento dei dazi, compreso il trattamento temporaneo differenziato per il Paraguay relativamente ad alcune merci e sono state affrontate le questioni aperte nel testo in materia di tasse consolari, tasse sulle esportazioni, monopoli di importazione ed esportazione e gestione dei contingenti tariffari. I negoziatori hanno, infine, continuato a lavorare su questioni relative all accesso al mercato ancora in sospeso. Negoziatori europei e controparti del Mercosur hanno altresì discusso il testo del protocollo sulle norme di origine per alcuni settori. Sono stati compiuti progressi significativi sulle poche questioni che rimanevano ancora in sospeso. Nonostante ciò, i benefici economici di questo negoziato appaiono interessanti, per entrambe le parti coinvolte. Se l accordo venisse finalizzato, per l UE si aprirebbero le porte di economie che insieme formano il 5 Pil mondiale, in un area popolata da 250 milioni di persone, che oggi importa ingenti quantità di prodotti europei, in particolare dai settori farmaceutico, chimico e delle macchine industriali, e che è la destinazione di più del 5% degli investimenti diretti all estero europei. Le relazioni già in essere con questi Paesi, unitamente al fatto che l UE è oggi l unico partner commerciale ad aver avviato negoziati per la conclusione di un trattato commerciale, rendono questa trattativa una questione politica di grande interesse. Inoltre, i rappresentanti della Commissione europea hanno tracciato alcune linee rosse, che dovranno essere accettate dalla controparte. In particolare, i negoziatori europei hanno chiesto il riconoscimento delle Indicazioni geografiche (IG), chiarendo che la loro protezione è una condizione fondamentale per il raggiungimento di un accordo. Le maggiori criticità, espresse pubblicamente dalle associazioni di categoria e da alcuni Stati membri, guidati da Francia e Irlanda, riguardano soprattutto le importazioni di carni. L iniziale proposta europea in questo settore ha provato ad escludere nuove concessioni per le importazioni di carne, suscitando fastidi nella coalizione Mercosur. Considerata la delicatezza della questione e la tradizionale strategia negoziale, che prevede che le materie più

29 EXPORT PAESI TERZI spinose vengano affrontate nell ultima fase delle trattative, lo stato di avanzamento dei negoziati non permette alcuna speculazione in merito. Allo stato attuale, i negoziatori non hanno ancora approcciato l argomento. UE-Comunità andina: Accordo in applicazione provvisoria L accordo commerciale con la Colombia e il Perù è giunto al quinto anno di attuazione e funziona bene; ha creato importanti opportunità commerciali che vengono sempre più sfruttate dalle imprese di entrambe le parti 2. Nel gennaio 2017, l Ecuador ha aderito all accordo con la Colombia e il Perù. L UE e la Colombia, l Ecuador e il Perù si incontrano regolarmente per discutere questioni e migliori pratiche relative all attuazione dell accordo commerciale. Il comitato per il commercio e otto sottocomitati specializzati istituiti dall accordo si riuniscono ogni anno. La Commissione ha stimato che il tasso di utilizzo delle preferenze sulle esportazioni dall UE verso la Colombia nel 2017 è stato pari al 68%, in lieve calo rispetto al 71% del 2016, per le esportazioni verso il Perù è stato del 52% e per quelle verso l Ecuador del 42%. Le esportazioni di prodotti agricoli dall UE verso i tre partner andini hanno continuato ad aumentare e dovrebbero crescere ulteriormente una volta che il capitolo SPS avrà piena applicazione. La Bolivia - quarto Paese della Comunità andina - ad oggi non ha avanzato richiesta di adesione all Accordo, ma beneficia del Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG), uno degli strumenti chiave dell Unione europea per aiutare la crescita economica dei Paesi in via di sviluppo mediante l incentivazione delle importazioni di beni originari di questi mercati abbassando, o addirittura annullando, unilateralmente e su base non reciproca, i dazi doganali che invece gravano sugli stessi prodotti provenienti da Paesi non beneficiari del Sistema. Entrambi i Paesi dovrebbero intensificare l impegno per assicurare l implementazione delle disposizioni sulla tutela delle Indicazioni geografiche. UE-Cile: negoziati per un accordo di associazione aggiornato Il 16 novembre 2017, a Bruxelles, ha avuto luogo la prima tornata di negoziati tra l UE e il Cile per un accordo di associazione aggiornato. L obiettivo è quello di aggiornare l accordo concluso 14 anni fa, al fine di conformarne le ambizioni politiche e di cooperazione e le disposizioni commerciali ai moderni accordi dell UE. 2) Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull attuazione degli accordi di libero scambio 1 gennaio dicembre 2017 L ultimo round negoziale si è svolto a Santiago del Cile dal 1 al 5 aprile I negoziatori hanno scambiato le reciproche proposte in tema di barriere tariffarie e hanno continuato a discutere delle questioni relative all accesso al mercato. Passi avanti si sono registrati anche in ambito SPS: l obiettivo è estendere l ambito dell accordo a tutte le questioni SPS e integrare alcune procedure già esistenti per l approvazione delle esportazioni e le procedure di pre-listing. L ORIENTE Cina Nel 2018 è proseguito senza incertezze l impegno delle Istituzioni italiane, sollecitate e supportate da ASSICA, nella prosecuzione delle trattative con le Autorità cinesi per lo sviluppo delle esportazioni delle produzioni suine dall Italia verso la Cina, sia con l obiettivo di un ampliamento della gamma dei prodotti esportabili, con l apertura a carni suine e prodotti a breve stagionatura, sia Il Ministro del Mipaaft, il Ministro della Salute e il Presidente ASSICA di un aggiornamento delle liste degli impianti di macellazione e trasformazione autorizzati. L impegno di ASSICA a fianco delle nostre Istituzioni è stato principalmente finalizzato ad ottenere la programmazione di nuove missioni in Italia da parte delle Autorità cinesi. E un importantissimo risultato è stato raggiunto a marzo 2019, durante la visita in Italia del Presidente cinese, Xi Jinping, in occasione della quale è stato finalmente firmato dal Ministro della Salute e dall Amministrazione Generale delle Dogane della Repubblica Popolare Cinese (GACC), il Protocollo che definisce le condizioni per l esportazione di carne suina congelata dall Italia in Cina. Dopo 15 anni di lunghe e difficili negoziazioni, la svolta nelle trattative si à avuta a fine 2016 quando le Autorità cinesi hanno riconosciuto l indennità da Malattia vescicolare del suino della Macroregione del Nord Italia. Questo riconoscimento è stato il passaggio fondamentale che ha consentito al nostro Ministero della Salute di supportare con un corposo dossier tecnico-scientifico la richiesta italiana di autorizzazione all export delle produzioni suine.

30 EXPORT PAESI TERZI Le trattative sono proseguite per ulteriori due anni e mezzo e hanno coinvolto, ai più alti livelli, il Ministero della Salute, negli uffici del Segretariato Generale e delle due Direzioni di Sicurezza Alimentare e Sanità Animale, il MISE, il Mipaaft, e il Ministero degli Affari Esteri, la Commissione europea e ICE - Agenzia; tutti hanno lavorato con straordinaria dedizione e professionalità con il supporto preziosissimo della nostra Ambasciata a Pechino. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Il Presidente della Cina Xi Jinping Finalmente è stato raggiunto l accordo, che rappresenta oggi un ottimo risultato ma anche uno straordinario punto di partenza per arrivare ad ottenere nel prossimo futuro l apertura del mercato cinese a tutta la gamma dei prodotti suini, lavorati su tutto il territorio italiano. Il Protocollo sottoscritto nel mese di marzo 2019 dal Ministro Grillo consente l esportazione di carne suina congelata e dei suoi sottoprodotti, ottenuti da suini nati, allevati e macellati nella Macroregione del Nord, in impianti autorizzati dalle Autorità cinesi. Perché questa apertura si concretizzi, il Ministero della Salute ha subito avviato le procedure per l autorizzazione degli impianti di macellazione e per la definizione del certificato sanitario che dovrà scortare le carni in esportazione. ASSICA, che ha lavorato in questi anni al fianco delle Istituzioni nazionali e comunitarie per il raggiungimento di questo storico risultato, continuerà a supportare le negoziazioni per ogni ulteriore miglioramento delle nostre possibilità di esportazione. Fondamentale passaggio verso la conclusione della trattativa con le Autorità cinesi per l apertura del mercato alle carni suine fresche è stata la missione in Italia degli ispettori di CNCA, svoltasi a gennaio Gli ispettori hanno visitato, oltre ad un impianto addetto alla produzione di infant formula e a un azienda apicoltrice, due impianti di macellazione suina e nove impianti di trasformazione, di cui quattro prosciuttifici e cinque produttori di salumi cotti. Il rapporto dell ispezione è stato nel complesso positivo; gli ispettori hanno riscontrato grande disponibilità e collaborazione da parte del Ministero della Salute e dei Servizi veterinari, nonché uniformità di opinioni sulla maggior parte degli aspetti fondamentali in tema di controlli e sicurezza; hanno però evidenziato la necessità di una più approfondita conoscenza della normativa cinese da parte di operatori e controllo ufficiale. Per la prima volta, nel rapporto trapela la possibilità di una apertura delle Autorità cinesi che ipotizzano la possibilità di inserire in lista stabilimenti non direttamente sottoposti a ispezione da parte di loro auditor. Con una lettera indirizzata al Presidente Levoni, nel mese di aprile 2018, l Ambasciatore d Italia a Pechino ha informato che il Governo cinese ha avviato un ampia riforma della Pubblica Amministrazione, che tocca profondamente le Autorità con cui sono stati finora negoziati i dossier sulle carni e i prodotti a base di carne suina. In particolare le Autorità cinesi hanno deciso la soppressione di AQSIQ, che confluirà insieme alla CFDA (China Food and Drug Administration) in un nuovo ente chiamato National Market Supervision Administration; gli uffici periferici di AQSIQ presso i porti e gli aeroporti saranno assorbiti dall Amministrazione delle Dogane (GACC). Taiwan Dopo una lunga negoziazione durata oltre cinque anni, il 9 marzo 2018 le Autorità sanitarie di Taiwan hanno finalmente autorizzato l esportazione di carni suine e prodotti a base di carne suina dall Italia. Nonostante la lunga e complessa trattativa, l impegno che il Ministero della Salute italiano, l Agenzia ICE di Taipei e la Commissione europea hanno costantemente dedicato a questo dossier ha consentito di raggiungere finalmente il risultato sperato. Risultato che non ha solo un elevata valenza economica, ma anche simbolica perché Taiwan era uno dei pochi Paesi del mondo ancora totalmente chiusi all export dei prodotti della salumeria italiana e delle nostre carni suine. La motivazione di tale chiusura era legata alla presenza di Peste suina africana (PSA) in Sardegna: le Autorità taiwanesi, non applicando il principio di regionalizzazione, infatti, hanno lungamente considerato tutto il territorio italiano come non indenne da PSA, vietando pertanto le esportazioni di prodotti suini da tutto il Paese. A lungo il Ministero della Salute ha lavorato perché Taiwan riconoscesse questo fondamentale principio, sancito dall Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE); solo nel marzo 2017, dopo tre anni di intensa attività diplomatica, la regionalizzazione è stata accettata ed il Bureau ha ufficializzato il riconoscimento di indennità dell Italia da Peste suina africana, con l eccezione della Regione Sardegna. Tale fondamentale riconoscimento è stato il presupposto indispensabile per l avvio della seconda fase della negoziazione; BAPHIQ, però, si era dichiarato disponibile

31 EXPORT PAESI TERZI a proseguire la trattativa con il Ministero della Salute per l apertura del mercato ai soli prosciutti DOP. Contro questa limitazione, ingiustificata alla luce delle numerose garanzie già presentate alle Autorità di Taiwan in tema di controlli veterinari, sicurezza e igiene delle produzioni, ASSICA ha sostenuto la necessità che la trattativa proseguisse contemplando anche le carni fresche e tutti i prodotti a base di carne suina. La nostra posizione è stata accolta dal Ministero che, in collaborazione con l Esecutivo comunitario (DG Sante) e la rappresentanza nazionale a Taipei, ha formalizzato a BAPHIQ l istanza italiana di apertura del mercato taiwanese alle carni suine e ai salumi e di autorizzazione di tutti gli stabilimenti interessati ad esportare. L apertura del mercato di Taiwan a tutte le produzioni suine è quindi un successo che ASSICA rivendica con grande soddisfazione. L accordo raggiunto tra il Ministero della Salute e le Autorità taiwanesi prevede che lo stabilimento in cui vengono lavorati i prodotti destinati al mercato abbia ottenuto l autorizzazione ad esportare da parte delle Autorità di Taiwan e che le carni e i prodotti suini siano stati ottenuti da suini macellati dopo il 9 marzo 2018, data di effettiva apertura del mercato. Un elemento di apertura previsto dall accordo è la possibilità di esportare carni e prodotti a base di carne ottenuti da materia prima introdotta da Paesi europei autorizzati all export quali Danimarca, Paesi Bassi, Spagna, Francia, Ungheria, Austria, Finlandia e Svezia (cui si aggiungono Canada, Nuova Zelanda e USA tra i Paesi terzi autorizzati all export di carni suine sia a Taiwan che nella UE). Altresì nei mesi successivi, grazie al costante lavoro con le autorità del Paese, attraverso l Ufficio ICE Agenzia di Taipei, sono stati definiti ulteriori dettagli relativi alla normativa da seguire per poter esportare carni suine e prodotti a base di carne suina. Nello specifico sono stati indicati i contenuti da riportare in etichettatura, l obbligo di presenza del sigillo e le modalità per un corretto confezionamento e trasporto dei prodotti. ASSICA, al fianco delle Istituzioni, lavora senza sosta alla rimozione delle barriere non tariffarie che impediscono il pieno sviluppo delle esportazioni italiane di carni suine e salumi nel mondo. Giappone Nel novembre del 2018 è stata autorizzata dalle Autorità giapponesi l importazione di prodotti a base di carne bovina dall Italia. La decisione formalizzata dal Ministero della Salute, indica le condizioni da rispettare per adempiere alle richieste del Ministry of Agriculture, Forestry and Fisheries (MAFF) e del Ministry of Health, Labour and Welfare (MHLW) nell esportazione di bresaola, prodotti a base di carne bovina cotta in scatola e preparazioni a base di carni bovine (sughi e simili). L accordo pone però ancora forti limitazioni all effettiva possibilità di esportare bresaola italiana poiché tra le condizioni previste dall Animal Health Requirements concordato, si richiede che durante la macellazione e la trasformazione delle carni negli impianti siano presenti esclusivamente animali o carni idonei per il Giappone. L introduzione di animali o carni direttamente provenienti o originari da Paesi non autorizzati preclude la possibilità di esportare in Giappone finché, dopo adeguata sanificazione degli ambienti, non venga ripresa la macellazione e/o la trasformazione di materia prima rispondente ai requisiti. L impegno di ASSICA è di collaborare con il Ministero della Salute, affinché non interrompa le trattative con le Autorità giapponesi al fine di ottenere una definizione di condizioni di separazione temporale e/o spaziale delle lavorazioni di animali e carni originari di Paesi non free, indispensabili per rendere concretamente possibile l esportazione della bresaola in Giappone. Nell ambito delle carni suine, le Autorità giapponesi nel 2018 hanno modificato l elenco dei Paesi/Regioni abilitati all esportazione di carni suine e prodotti a base di carne suina verso il Giappone (cosiddetta The third free countries list). Questo a causa del diffondersi della Peste suina africana in tutta Europa; in particolare, il 24 aprile è stata delistata l Ungheria e il 14 settembre il Belgio. È entrato quindi in vigore il divieto di esportare verso il Giappone le carni suine ungheresi e belghe e i prodotti a base di carne da esse ottenute; altresì, a seguito di tale divieto, il Ministero della Salute ha ribadito le restrizioni all esportazione anche per gli stabilimenti italiani che hanno introdotto materie prime da questi Paesi dopo la data di delisting. Singapore Ad inizio 2019 le Agenzie Governative di Singapore sono state oggetto di un importante processo di riorganizzazione al fine di ottenere uno snellimento dei processi burocratici inerenti la salute alimentare: una nuova agenzia denominata Singapore Food Agency - SFA, ha incorporato l Agri-Food and Veterinary Authority - AVA, facente parte dell Istituto di Salute Ambientale della Agenzia Nazionale dell Ambiente - NEA, sotto il Ministero dell Ambiente e Risorse Idriche - MEWR; la Food Safety Division dell Health Sciences Authority - HAS, è passata sotto il Ministero della Salute - MOH; un nuovo Animal and Veterinary Service - AVS è stato costituito in parallelo nel National Parks Board - Npark (che rappresenta l agenzia principale per la gestione degli animali, della fauna selvatica e per la salute delle piante), sotto il Ministero dello Sviluppo Nazionale - MND; sotto il servizio di AVS sono state, altresì, trasferite tutte le funzioni relative agli animali non destinati alla produzione di alimenti

32 EXPORT PAESI TERZI e che in precedenza erano sotto la supervisione di AVA. Tale riorganizzazione dovrebbe facilitare una visione di insieme del settore della sicurezza alimentare e di tutte le attività attinenti l alimentazione da parte delle autorità competenti del Paese. Thailandia Dopo che lo scorso anno, grazie al forte impegno della Ambasciata d Italia a Bangkok, sollecitata da ASSICA e dal Ministero della Salute, si è ottenuto un nuovo processo di accreditamento delle aziende con la possibilità di presentare istanza di autorizzazione all esportazione in Thailandia di prodotti a base di carne suina stagionati, ad inizio del 2019 è entrata in vigore la nuova normativa in materia di utilizzo dei conservanti nell esportazione dei prodotti a base di carne suina. Le nuove disposizioni prevedono restrizioni circa la possibilità di utilizzare nitrato di sodio (E251) e nitrato di potassio (E252) nei salumi importati, a meno di ottenere esplicita autorizzazione da parte della FDA thailandese. ASSICA ha collaborato con l Ambasciata d Italia, l Ufficio ICE e la Delegazione UE a Bangkok, fornendo loro supporto scientifico per la lunga negoziazione con la Food and Drug Administration (FDA) thailandese, finalizzata a contrastare l adozione di un provvedimento di divieto assoluto all utilizzo di nitriti e nitrati nei prodotti di salumeria. Mentre per i nitriti di sodio e di potassio le Autorità thailandesi hanno riconosciuto la validità degli standard Codex in materia di additivi e, quindi, ne hanno ammesso l utilizzo e la presenza nei prodotti a base di carne, per i nitrati la possibilità di utilizzarli è legata al rilascio di una specifica autorizzazione da parte di FDA. Per poter ottenere tale autorizzazione è necessario che per ogni tipologia di prodotto venga presentata a FDA, attraverso gli importatori, una specifica richiesta di registrazione corredata di documentazione scientifica che attesti la non nocività per la salute umana delle sostanze in questione nelle dosi indicate e motivino l utilizzo del nitrato di sodio e di potassio piuttosto che di altre sostanze. È stato comunque ottenuto che in caso di accoglimento della domanda di registrazione di un singolo prodotto contenente nitrati presentata da un importatore, sarà concessa l importazione di tale prodotto a tutti gli altri importatori e relativi fornitori. Federazione russa È proseguito nel 2018, ed è stato confermato per il 2019, l embargo, disposto con Decreto del Presidente Putin nell agosto 2014, su molti prodotti alimentari europei, tra i quali carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura. In particolare, per quanto riguarda il nostro settore, il provvedimento di embargo - che si è aggiunto alla decisione del gennaio precedente di bloccare le esportazioni da tutta l Unione europea di suini vivi, carni suine e prodotti a base di carne suina non sottoposti a trattamenti in grado di inattivare la Peste suina africana, a causa del riscontro di focolai di PSA in Lituania e successivamente in Polonia - ha determinato il divieto all importazione di tutti i prodotti classificati con i codici doganali 0210, 1601 e Con motivazioni differenti (molteplici superamenti di limiti previsti per alcune sostanze proibite), nel mese di ottobre 2014 è stata vietata anche l importazione dei prodotti con codice 1501, tra cui lo strutto. L organo d appello del WTO (World Trade Organization) ha confermato, il 23 febbraio 2017, che i divieti posti dalla Federazione russa nel gennaio 2014 sono incompatibili con le regole del commercio internazionale. In una precedente sentenza del 19 agosto 2016, il Panel di esperti del WTO aveva già riconosciuto che il rifiuto della Russia di accettare le importazioni di alcuni prodotti europei modificando i certificati sanitari di esportazione in un ottica di regionalizzazione del territorio comunitario rispetto alla PSA non rispettava le norme dell Accordo SPS. La sentenza ha ribadito che i membri del WTO possono esercitare il loro diritto di determinare adeguati livelli di tutela della salute e limitare le importazioni per questioni di natura sanitaria, sempre che le preoccupazioni rispondano a rischi reali per la salute, evidenziando, quindi, che le misure adottate dalla Russia contro l UE hanno poco a che fare con reali rischi sanitari: i prodotti comunitari provenienti da zone indenni dalla malattia sono sicuri e, di conseguenza, non si giustificano le restrizioni alle importazioni imposte dalla Federazione russa. Solamente nel dicembre 2017 le Autorità della Federazione russa hanno ufficializzato la loro decisione di adeguarsi alla sentenza del WTO che impone di limitare tali restrizioni alle zone effettivamente colpite dalla malattia. Purtroppo, la confermata validità dell embargo politico ha reso tale decisione priva di effetti concreti. Per adempiere all impegno assunto, comunque, le Autorità russe hanno proposto alla Commissione europea una modifica di tutti certificati sanitari in vigore per l esportazione di prodotti suini e hanno chiesto che ai nuovi certificati venga allegata la lista delle aree non indenni da PSA, anch essa timbrata e firmata dal veterinario. Dalle aree non riconosciute indenni da Peste suina africana, le esportazioni di prodotti a base di carne suina sono consentite a condizione che siano stati effettuati trattamenti inattivanti il virus.

33 EXPORT PAESI TERZI Gli accordi ad Oriente UE-Giappone: raggiunto l Accordo di libero scambio L Economic Partnership Agreement EU - Japan - EPA, dopo la ratifica da parte dei Parlamenti di entrambe le parti, è entrato in vigore il 1 febbraio 2019, creando una zona di libero scambio che aprirà nuove opportunità su mercati internazionali che interessano settori fondamentali per l Italia. Dopo quattro anni e diciotto round negoziali, lo scorso 8 dicembre il Presidente della Commissione europea, Jean- Claude Juncker, e il Premier giapponese, Shinzo Abe, hanno annunciato la conclusione dei negoziati per il raggiungimento dell EPA. In una nota congiunta, i due hanno dichiarato che la finalizzazione dell Accordo, dopo l intesa politica raggiunta a luglio, continua a far sventolare in alto la bandiera del libero scambio e manda un forte messaggio al mondo. Al di là del suo considerevole valore economico, questo Accordo è anche di importanza strategica perché dimostra che l UE e il Giappone sono impegnati a mantenere funzionante l economia mondiale sulla base del mercato libero, aperto ed equo con regole chiare e trasparenti che rispettano pienamente i nostri valori, combattendo la tentazione del protezionismo. L accordo con il Giappone è il secondo con un partner G7, quindi con economie solide e strutture industriali altamente complementari alla nostra. Grazie a questo accordo, il Giappone apre il proprio mercato in settori tradizionalmente protetti, elimina barriere tecniche in settori strategici per il nostro Paese, accetta il progressivo abbattimento dei dazi sui beni di consumo, incluso l alimentare, e la tutela delle principali indicazioni geografiche. Dal punto di vista della sicurezza alimentare, l Accordo è in linea col principio di precauzione e col complesso delle regole UE (allineamento anche su criteri microbiologici); prevede inoltre l autorizzazione di una sola Autorità giapponese per la certificazione della conformità agli obblighi di importazione nell UE. L importanza dell EPA va ben oltre la riduzione dei dazi: fondamentale è stata la scelta di rafforzare il riferimento agli standard internazionali. Questo, infatti, costituisce una buona garanzia del fatto che anche negli accordi che l UE e il Giappone negozieranno con altri Paesi partner, l approccio sarà quello di riferirsi alle regole internazionalmente riconosciute e condivise. Dopo una trattativa iniziata già nel 2013, l entrata in vigore dell Accordo ha assunto particolare importanza per le prospettive di sviluppo dell export europeo nell area dell Asia e del Pacifico, anche in considerazione del depotenziamento del Trans- Pacific Strategic Economic Partnership Agreement, dal quale gli USA si sono ritirati nel 2017 a seguito delle politiche commerciali internazionali e daziarie avviate da Trump. Alla base dell EPA vi è indiscutibilmente il taglio daziario da parte dell UE (il 99% delle linee tariffarie andrà a dazio zero) a fronte dell eliminazione di un maggior numero di barriere non tariffarie (NTB - come regolamenti, certificazioni e altri requisiti che costituiscono un ostacolo all ingresso dei prodotti) da parte del Giappone. È evidente l importanza del Giappone come mercato di scambio per la UE poiché è tra quelli più promettenti per l agroalimentare, dove le esportazioni nazionali crescono più della media UE (+9% nel 2017, e stiamo scalzando il secondo posto della Francia) e che rappresenterà uno dei Paesi target nell ambito del Piano Straordinario per il Made in Italy (rinnovato con la legge di Bilancio anche per il 2019), anche in considerazione degli appuntamenti internazionali strategici che vi si svolgeranno nei prossimi anni (G20, Olimpiadi 2020, EXPO di Osaka nel 2025). Il Giappone imponeva dazi particolarmente elevati su diversi prodotti agroalimentari (30-40% formaggi, 38,5% carni bovine, 15% sul vino, fino al 24% sulla pasta e fino al 30% sulla cioccolata). Con l accordo si dispone la liberalizzazione da parte dell UE del 96% delle linee tariffarie, per arrivare alla fine del periodo di graduale liberalizzazione al 99% delle stesse. Il comparto agroalimentare europeo vedrà, invece, la scomparsa dell 85% dei dazi giapponesi con un periodo di transizione differenziato sui diversi prodotti, previsto in: 5 anni (pomodoro), 10 anni (pasta, cioccolato), da 6 fino a 11 anni (salumi), 15 anni (formaggi a pasta dura), mentre per alcuni prodotti (latticini) la liberalizzazione sarà parziale tramite la creazione di quote tariffarie. Per le carni suine è previsto un sistema di dazi ad valorem che scenderà dai circa 4 per kg attuali a circa 40 centesimi nell arco di 10 anni; per le carni bovine, invece, il Giappone ridurrà i dazi dal 38% al 9% entro 15 anni nell ambito di una quota. Per poter beneficiare dei trattamenti daziari preferenziali

34 EXPORT PAESI TERZI previsti dall EPA sarà necessario rispettare le regole e procedure di origine, contenute nel Capo 3 dell Accordo, denominato Regole di origine e procedure di origine - APE, che per le carni e i prodotti a base di carne (classificati nei Capitoli 2 e 16 del Sistema armonizzato) prevede che siano considerati originari dell Unione europea se interamente ottenuti nella UE. Il carattere innovativo dell APE sotto il profilo delle prove di origine si sostanzia nella richiesta di riconoscimento del trattamento tariffario preferenziale su prodotti originari basata unicamente su una attestazione di origine emessa dal soggetto oppure sulla conoscenza del carattere originario del prodotto da parte del soggetto importatore (c.d. conoscenza dell importatore ). Per quanto concerne le Indicazioni geografiche, l EPA prevede un elevato livello di protezione di circa 205 indicazioni (44 di generi alimentari italiani e 25 vini nazionali), con un periodo di transizione di 5 anni per le bevande alcoliche e di 7 anni per i generi alimentari che impiegano termini o marchi protetti. Altresì prevede la protezione nella UE di una serie di indicazioni geografiche giapponesi. Per il nostro settore, le IG tutelate in Giappone saranno Bresaola della Valtellina, Mortadella Bologna, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Prosciutto Toscano, Zampone Modena. I Paesi ASEAN (Association of South East Asian Nations) I negoziati dell Unione europea per la definizione di un accordo con un gruppo di Stati membri dell ASEAN sono iniziati nel luglio 2007 ma nel 2009 gli Stati membri dell UE hanno deciso che la Commissione avrebbe avviato negoziazioni con i singoli Paesi dell area per giungere alla sottoscrizione di accordi bilaterali. I negoziati con Singapore e Malesia sono stati avviati nel 2010, con il Vietnam nel giugno 2012, e con la Thailandia nel marzo 2013; quelli con Filippine e Indonesia nel Ad ogni modo, poiché l accordo a livello regionale rimane l obiettivo prioritario - in quanto l area ASEAN nel suo complesso rappresenta il terzo partner commerciale dell Unione europea (dopo Stati Uniti e Cina), con più di 246 miliardi di beni e servizi scambiati nel la Commissione europea sta continuando informali colloqui esplorativi con gli altri singoli Stati ASEAN, al fine di valutare il loro livello di ambizione alla sottoscrizione di un accordo. Nel frattempo sono giunti comunque a conclusione i negoziati con Singapore e Vietnam. Il 2 dicembre 2016, il Presidente Juncker e il primo ministro vietnamita Dung hanno annunciato la conclusione formale dei negoziati per un accordo di libero scambio UE- Vietnam. Nel luglio 2018, l UE e il Vietnam hanno concordato i testi finali per l accordo di libero scambio e l accordo di protezione degli investimenti, i quali, una volta tradotti, sono stati presentati a ottobre al Consiglio per la ratifica e al Parlamento europeo per l approvazione. Il FTA prevede l abolizione del 99% dei dazi in un periodo di dieci anni per il Vietnam e di sette per la UE. L accordo riguarda anche le barriere non tariffarie al commercio, gli appalti pubblici, le questioni normative, la concorrenza, i servizi, gli investimenti, i diritti di proprietà intellettuale e lo sviluppo sostenibile. Il 13 febbraio 2019, il Parlamento europeo ha approvato i Trade and Investment Agreements UE-Singapore e dato il via al Partnership and Cooperation Agreement. Una volta entrato in vigore, l accordo di partenariato e di cooperazione costituirà il quadro giuridico per sviluppare ulteriormente il partenariato solido e duraturo tra l UE e Singapore. L accordo commerciale rientra tra quelli che vengono definiti di nuova generazione. Oltre all eliminazione dei dazi doganali e degli ostacoli non tariffari agli scambi di beni e servizi, contiene disposizioni importanti sulla tutela della proprietà intellettuale, la liberalizzazione degli investimenti, gli appalti pubblici, la concorrenza e lo sviluppo sostenibile. Con la sottoscrizione dell accordo, Singapore si impegna ad eliminare tutti i dazi che ancora gravano su alcuni prodotti esportati dall Unione europea e a mantenere invariato l attuale accesso in esenzione da dazi per tutti gli altri prodotti; si impegna inoltre a rimuovere le barriere tecniche e non tariffarie, in particolare per i prodotti agricoli e agroalimentari e a valutare la concessione del pre-listing per l autorizzazione degli stabilimenti europei esportatori. Singapore, inoltre, accetta di rafforzare l attuale regime di tutela delle Indicazioni geografiche (IG) creando un apposito sistema di registrazione. Mentre l accordo commerciale potrà entrare in vigore una volta che Singapore avrà concluso le proprie procedure interne ed entrambe le parti completeranno le formalità finali, l accordo sulla protezione degli investimenti dovrà prima essere ratificato da tutti gli Stati membri dell UE in base alle proprie procedure nazionali. UE-Australia e Nuova Zelanda A settembre 2017, la Commissione ha proposto al Consiglio di autorizzare l avvio delle negoziazioni per la conclusione di un accordo di libero scambio con l Australia e la Nuova Zelanda. Tra febbraio e marzo 2019 si è svolto il terzo ciclo di incontri tra i negoziatori, rispettivamente, australiani e neozelandesi e i rappresentanti dell Unione europea. Durante i round negoziali sono state esaminate praticamente tutte le aree dei futuri accordi e si è discusso in merito alle rispettive proposte, recentemente scambiate, per l accesso al mercato per le merci.

35 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA Normativa in materia di etichettatura Applicazione ed implementazione del Regolamento (UE) n. 1169/2011 Misure d implementazione Il Regolamento 1169/2011 ha rappresentato un grande passo verso l armonizzazione della normativa comunitaria in materia di informazione al consumatore. Tuttavia, è solo il primo passo dell evoluzione della legislazione comunitaria dato che il testo prepara il terreno a tutta una serie di atti d implementazione che la Commissione europea ha in parte già adottato oppure dovrà/potrà adottare nel corso dei prossimi mesi/anni. ASSICA sta seguendo da vicino le iniziative legislative onde evitare penalizzazioni per il settore. Le misure d implementazione più strategiche per il settore sono senza dubbio quelle che riguardano l etichettatura d origine e l etichettatura nutrizionale. Proprio in questo campo tuttavia, lo sforzo di creare una legislazione unica comunitaria ha mostrato la sua debolezza. Ne sono una prova le tante iniziative dei legislatori nazionali che, con spinte in avanti diversamente motivate, hanno voluto precedere la normativa comunitaria. Etichettatura d origine dell ingrediente primario Il Regolamento di attuazione dell art. 26, paragrafo 3 del reg. 1169/2011, riguardante il Paese di origine o luogo di provenienza dell ingrediente primario di un alimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE L 131 del 29 maggio Il provvedimento, che ha avuto un iter lungo e complesso considerate le differenti posizioni dei vari Stati membri, ha lo scopo di armonizzare a livello comunitario l obbligo di indicazione di origine dell ingrediente primario, ponendo un freno alle varie iniziative legislative nazionali in materia. Il Regolamento, entrato in vigore il 1 giugno 2018, sarà applicabile dal 1 aprile Questo Regolamento premia lo sforzo di ASSICA che da anni si era impegnata a tutti i livelli nel promuovere un compromesso comunitario che potesse fornire delle regole uguali per tutti ed al contempo tutelare le produzioni del settore Premessa L art. 26 paragrafo 3 del Regolamento n. 1169/2011 sull informazione al consumatore stabilisce che quando il Paese d origine o il luogo di provenienza di un alimento 1 è indicato e non è lo stesso di quello del suo ingrediente primario 2 deve essere indicato anche il Paese d origine o il luogo di provenienza di tale ingrediente primario; oppure deve essere riportata una dicitura che specifichi al consumatore che il Paese d origine o il luogo di provenienza dell ingrediente primario è diverso da quello dell alimento. Gli aspetti da considerare per l applicazione di questa disposizione sono due: quando l indicazione dell origine del prodotto fa scattare l obbligo di indicare la diversa origine dell ingrediente primario; come deve essere riportata in etichetta l origine dell ingrediente primario. Ambito di applicazione: indicazione di origine del prodotto volontaria e obbligatoria L obbligo di riportare l origine dell ingrediente primario si applica quando il Paese di origine o il luogo di provenienza di un alimento è indicato con qualsiasi mezzo come diciture, illustrazioni, simboli o termini che si riferiscono a luoghi o zone geografiche. A titolo di esempio, tale disposizione si applica nei casi in cui venga utilizzata una denominazione tipo prosciutto cotto italiano o diciture quali Made in Italy, prodotto in Italia oppure vengano riportati sulla confezione richiami all Italia, quali il tricolore, la rappresentazione grafica dell Italia o di una regione italiana, immagini di monumenti italiani famosi, e simili. Non rientrano nelle fattispecie citate, i riferimenti geografici figuranti in denominazioni tradizionali e generiche che, pur indicando letteralmente l origine, non sono percepiti dal consumatore come un indicazione del Paese d origine. (per esempio, salame Milano, salame Napoli, cima alla genovese, etc.). Dopo lunghe discussioni tra gli Stati membri, sono stati esclusi dal campo di applicazione di applicazione di questo specifico Regolamento le indicazioni geografiche registrate come DOP/IGP/STG in base al Regolamento n. 1151/2012 e i marchi d impresa registrati che contengono un indicazione di origine del prodotto. Rientrano in questo caso i marchi d impresa che, oltre al riferimento all impresa, comunicano al consumatore l origine italiana dell alimento tramite parole, immagini o simboli, quali la bandiera tricolore, luoghi tipicamente italiani, quali il Duomo di Milano, i Trulli pugliesi, etc. Secondo la Commissione europea tuttavia, sia i prodotti DOP/IGP/STG che i marchi aziendali con un indicazione 1) In base alla normativa doganale, il Paese di origine è quello in cui il prodotto ha subito l ultima lavorazione o trasformazione sostanziale. Il luogo di provenienza è qualunque luogo indicato come quello da cui proviene l alimento, ma che non è il Paese d origine. (Art. 2, par. 2 lett.g) reg. 1169/2011); 2) Per ingrediente primario si intende l ingrediente o gli ingredienti che rappresentano più del 50% di un alimento o che sono associati abitualmente alla denominazione di tale alimento dal consumatore. (Art. 2, par. 2 lett. q) reg. 1169/2011)

36 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA di origine rientrano comunque nel campo di applicazione dell art. 26 paragrafo 3. Considerando le loro particolari caratteristiche però, la Commissione ha ritenuto necessario per essi esaminare ulteriormente modalità di applicazione dell articolo. Pertanto, fino all emanazione di un futuro specifico Regolamento, ai prodotti DOP/IGP/ STG e ai marchi aziendali che costituiscono anche un indicazione di origine del prodotto, non si applica la disciplina in esame. In base al considerando 9 del Regolamento in oggetto, anche i marchi di identificazione che accompagnano i prodotti di origine animale, conformemente al regolamento n. 853/2004, non costituiscono un indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza. Ricordiamo che secondo quanto disposto dal considerando 29 e dall art. 2 comma 2 lett. g) del Regolamento n. 1169/2011, il nome, la ragione sociale o l indirizzo dell operatore del settore alimentare apposto sull etichetta non è considerata un indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza del prodotto alimentare. Modalità di indicazione dell origine dell ingrediente primario L indicazione del Paese d origine o del luogo di provenienza di un ingrediente primario, viene fornita: con riferimento a una delle seguenti zone geografiche: «UE», «non UE» o «UE e non UE»; o Una regione o qualsiasi altra zona geografica all interno di diversi Stati membri o di Paesi terzi, se definita tale in forza del diritto internazionale pubblico o ben chiara per il consumatore medio normalmente informato; o La zona di pesca FAO, o il mare o il corpo idrico di acqua dolce Uno o più Stati membri o Paesi terzi; o Una regione o qualsiasi altra zona geografica all interno di uno Stato membro o di un Paese terzo, ben chiara per il consumatore medio normalmente informato; o Il Paese d origine o il luogo di provenienza, conformemente alle specifiche disposizioni dell Unione applicabili agli ingredienti primari in quanto tali 3. In alternativa si può riportare una dicitura quale: «(nome dell ingrediente primario) non proviene da (Paese d origine o luogo di provenienza dell alimento)» o una formulazione che possa avere lo stesso significato per il consumatore. Spetta quindi all OSA individuare il livello di precisione dell informazione sull origine dell ingrediente primario, fatto salvo il rispetto delle disposizioni vigenti. Questo testo è decisamente migliorativo rispetto alla versione originariamente proposta dalla Commissione che richiedeva per l indicazione di origine dell ingrediente primario lo stesso livello di precisione dell informazione sull origine dell alimento. Presentazione dell indicazione dell origine dell ingrediente primario Le indicazioni del Paese di origine o del luogo di provenienza dell ingrediente primario devono essere riportate nello stesso campo visivo 4 dell indicazione del Paese d origine o del luogo di provenienza dell alimento e in caratteri pari ad almeno il 75% di quelli utilizzati per l indicazione del Paese d origine o del luogo di provenienza dell alimento. In ogni caso, le dimensioni non possono essere inferiori a 1,2 mm (o 0,9 mm in caso di imballaggi la cui superficie maggiore misura meno di 80 cm) come prescritto per le indicazioni obbligatorie dall art. 13 del Regolamento n. 1169/2011. Anche quando l informazione sul Paese di origine o luogo di provenienza dell alimento è data con immagini o disegni, l informazione sull origine dell ingrediente deve apparire sullo stesso campo visivo. Linee guida della Commissione europea Considerata la complessità del testo normativo, la Commissione europea insieme agli Stati membri, sta predisponendo una serie di risposte interpretative a una serie di quesiti relativi all applicazione del Regolamento, per aiutare gli operatori e le autorità di controllo nazionali ad attuare in modo uniforme le nuove disposizioni. Il documento della Commissione europea è ancora in fase di elaborazione e di modifica perché su alcune questioni il confronto tra gli Stati membri è ancora aperto. L intenzione della Commissione sarebbe quella di licenziare il testo entro novembre ASSICA sta collaborando con il MISE per fare presente i principali problemi applicativi del reg. 775/2018 ai prodotti a base di carne, cercando di proporre una soluzione il più possibile fondata giuridicamente e che tuteli le produzioni del settore. 3) Per le carni fresche, refrigerate o congelate di suino, di pollame e ovi caprina, la disciplina specifica per l indicazione del Paese di origine o del luogo di provenienza è contenuta nel regolamento 1337/ ) Per campo visivo si intende tutte le superfici di un imballaggio che possono essere lette da un unico angolo visuale (art. 1 par. 2, lett. k del reg. n.1169/2011)

37 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA I Decreti nazionali In questi anni Paesi come Italia, Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, sfruttando la possibilità prevista dal Regolamento 1169/2011, hanno emanato decreti nazionali per indicare su particolari categorie alimentari (l Italia lo ha fatto con pasta, riso, latte e latticini, derivati del pomodoro) l origine della materia prima in etichetta. Si tratta di norme la cui fase di sperimentazione termina il 31 marzo 2020 ma che introducono nuove complessità e contrasti con il diritto UE e che contribuiscono a rendere ancor meno chiaro il quadro normativo sull origine degli alimenti, amplificando ancor di più quello scollamento tra mondo produttivo, che ha bisogno di norme chiare e uguali per tutti, e le stanze dei decisori. Tali Decreti dovrebbero perdere d efficacia dal 1 aprile 2020, data di entrata in applicazione delle nuove regole UE. La legge italiana Sulla Gazzetta Ufficiale n. 36 del 12 febbraio 2019 è stata pubblicata la legge n. 12/2019 che converte in legge, con modificazioni, il decreto-legge 14 dicembre 2018 n. 135, recante disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione (cd. Decreto Semplificazioni). Con riferimento specifico al settore alimentare, la norma introduce nella legge n. 4/2011 recante Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari, una disposizione che prevede l adozione di un decreto volto a individuare i casi e le categorie di alimenti per i quali sarà obbligatoria l indicazione in etichetta del luogo di provenienza. Il provvedimento quindi non è immediatamente esecutivo. Infatti, la sua operatività è rinviata a un futuro decreto del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo da emanarsi di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico e il Ministero della Salute, previa intesa con la Conferenza Stato Regioni, sentite le organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale nei settori della produzione e della trasformazione agroalimentare, acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari e previo espletamento della procedura di notifica alla Commissione europea e agli Stati membri. Si tratta di una norma che appare del tutto illogica ed incomprensibile e crea parecchie perplessità dal punto di visto della sua fondatezza giuridica e della coerenza con la normativa comunitaria in materia di informazione al consumatore e di indicazione di origine. ASSICA sta proseguendo tutti gli approfondimenti del caso con le autorità competenti, sia nazionali che comunitarie. Etichettatura nutrizionale Disposizioni comunitarie La dichiarazione nutrizionale è stata armonizzata in tutta l UE con il Reg. UE 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori. Dal 13 dicembre 2016 è diventato, infatti, obbligatorio riportare in etichetta la dichiarazione nutrizionale per gli alimenti preconfezionati destinati come tali al consumatore e alle collettività. In aggiunta alle forme di espressione obbligatorie e facoltative (per 100 g, per porzione/unità di consumo, per % di assunzioni di riferimento), l art. 35 del Reg. 1169/2011 concede espressamente agli Stati membri la possibilità di raccomandare ai loro operatori del settore alimentare l uso di una o più forme di espressione o presentazione supplementari. In sintesi qualsiasi Stato Membro, con evidente pericolo di frammentazione del mercato interno comunitario, può utilizzare forme o simboli grafici oltre a parole o numeri per presentare il valore energetico e le quantità delle sostanze nutritive purché: Non inducano in errore il consumatore e siano basati su presupposti scientifici accurati; Derivino da un lavoro di consultazione tra più soggetti; Facilitino la comprensione di quanto l alimento può apportare alla dieta come energia e nutrienti; Sussistano studi scientifici che dimostrino che il consumatore medio comprenda la modalità di presentazione; Si basino su assunzioni di riferimento riportati all allegato XIII o, in assenza di valori di riferimento, su consolidati pareri scientifici ; Siano obiettivi e non discriminatori; Non creino ostacoli alla libera circolazione delle merci. Le iniziative nazionali Negli ultimi tempi sono apparsi in Europa vari sistemi di presentazione supplementari e/o loghi nutrizionali applicati su base nazionale - ulteriori rispetto alla dichiarazione nutrizionale obbligatoria ed armonizzata. E quanto avvenuto nel Regno Unito con la forma di espressione conosciuta come Traffic Light e in Francia con il sistema del Nutri-Score. Entrambi contrastano con le finalità del Reg. n. 1169/2011, che vuole armonizzare le informazioni sui prodotti alimentari. In questo modo, paradossalmente, si potrebbe arrivare ad avere uno schema diverso per ogni Stato membro, mentre è necessario evitare il moltiplicarsi di disposizioni nazionali che costringerebbero le aziende a differenziare le etichette, a seconda del Paese di commercializzazione. L Italia si è opposta ad entrambe le forme di espressione supplementare, così come si è opposta agli altri sistemi di etichettatura a Semaforo adottati da Paesi extra UE,

38 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA sia perché l informazione fornita al consumatore risulta fortemente condizionata dall impiego dei colori, sia perché la raccomandazione di tali forme di espressione, in assenza di una proposta armonizzata, costituisce un potenziale ostacolo alla libera circolazione delle merci. Il Nutri-Score, oltre che in Francia, è stato adottato anche dal Belgio. La Spagna ha dichiarato che potrebbe notificarlo nel corso del Sebbene il sistema Nutri- Score sia facoltativo, le aziende potranno usarlo sui loro prodotti non solo nel Paese che lo ha adottato, ma anche Commissione definire i requisiti delle forme di espressione o presentazione supplementari dell etichetta nutrizionale. In merito a queste forme di presentazione nutrizionale supplementare, alla luce dell esperienza acquisita, la Commissione dovrà presentare una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sul loro uso, sul loro effetto sul mercato interno e potrà anche adottare degli atti di esecuzione per disciplinare ed armonizzare la materia. Traffic light UK Tale etichettatura a semaforo è un sistema volontario che classifica i cibi come più o meno sani in base all apporto di sale, zucchero, grassi e acidi saturi in relazione ai consumi giornalieri massimi raccomandati, utilizzando tre differenti colori (rosso, giallo, verde) connessi al posizionamento di tali valori su una scala precedentemente stabilita. Il rosso, per esempio, viene utilizzato quando le percentuali dei diversi nutrienti superano i consumi raccomandati (riferiti ad una persona adulta). Si tratta di un sistema falsamente volontario, caldamente raccomandato dal Governo UK ed adottato dal 98% della grande distribuzione britannica. Nel 2014 la Commissione europea inviò una lettera di messa in mora al Governo britannico. La lettera contestava, nello specifico, la violazione dell articolo 34 del Trattato di funzionamento dell UE (TFEU) relativo alla libera circolazione delle merci, in quanto il sistema discrimina a mezzo di bollini rossi molti prodotti stranieri, tra i quali diverse eccellenze della dieta mediterranea. esportarli in altri Paesi che non lo hanno adottato, grazie all applicazione del principio del mutuo riconoscimento. In Italia (così come in altri Paesi), già si trovano prodotti importati dalla Francia con il Nutri-Score sul fronte pacco, e - al momento - non è stato possibile impedirlo. Con questo sistema, basato sul principio del mutuo riconoscimento, si intravede il rischio che il Nutri-Score possa diffondersi in Europa e renderlo di fatto (e non per norma) lo schema standard europeo. Bisogna ricordare che la portata del predetto articolo 35 paragrafo 1 relativo alle forme di espressione e presentazioni supplementari non è stata ancora definita. L articolo 35 non legittima di per se l adozione di tali forme di etichettatura nutrizionale supplementare e volontaria. Gli Stati membri avrebbero dovuto aspettare l emanazione da parte della Commissione degli atti di esecuzione di cui al paragrafo 6 del medesimo articolo 35 che, infatti, stabilisce chiaramente come spetti alla Nutri-Score francese Il sistema messo a punto dalla Francia si basa su una valutazione dell alimento calcolando il punteggio nutrizionale dello stesso. In base al punteggio calcolato, l alimento viene classificato sulla scala nutrizionale a 5 colori. Il calcolo viene effettuato ponderando quattro fattori negativi per cui si raccomanda di limitarne il consumo: densità energetica (apporto calorico in kj per 100 g di alimento), contenuto di grassi saturi, contenuto di zuccheri semplici, e sale (in g per 100 g di alimento) e tre caratteristiche positive in cui consumo deve essere valorizzato: contenuto di vitamine, tenore in fibre, contenuto di proteine, oltre alla presenza di frutta, verdura o frutta in guscio. In base al rapporto tra queste variabili ogni alimento ottiene un punteggio che lo posiziona tra uno dei cinque colori della scala cromatica considerata (ossia verde scuro, verde chiaro, arancione chiaro, medio e scuro). E questo colore, insieme alla lettera alfabetica corrispondente, che poi viene evidenziato in etichetta con il simbolo grafico Nutri-Score che comunica sinteticamente e immediatamente al consumatore il valore nutrizionale dell alimento. Il calcolo viene eseguito in modo identico per tutti gli alimenti, tranne che per i formaggi, le materie grasse vegetali o animali e le bevande, per i quali è previsto un adattamento per il calcolo del punteggio. Le iniziative di alcuni operatori Alcune multinazionali alimentari (Coca Cola, Pepsi Co, Mondelez, Nestlé e Unilever), estranee alla cultura alimentare italiana ed europea, e che nemmeno rappresentano la posizione delle varie rappresentanze alimentari nazionali ed UE stanno appoggiando i semafori in etichetta. Spingono affinché il sistema utilizzato dalla Gran Bretagna diventi uno standard europeo e venga riconosciuto come modello da promuovere nel mercato interno UE. Si tratta innanzitutto di una manovra ad effetto, per evitare che le autorità adottino misure più severe, come le imposte sugli alimenti il cui contenuto di nutrienti non corrisponde a dei profili nutrizionali prestabiliti (es. soda tax, sugar tax) già in vigore in diversi Paesi extra-ue. Inoltre tale mossa corrisponde al disegno di ottenere il massimo: sostituire gli ingredienti ipercalorici con sostanze di laboratorio, risparmiare sui costi di

39 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA produzione, ottenere il bollino verde e mettere in difficoltà la concorrenza mediterranea (ma non solo) tradizionalmente più forte sul terreno del gusto e della qualità. Per loro è infatti facile costruire prodotti meno calorici capaci di conquistare il bollino arancione o verde. Più complessa è invece la situazione dei prodotti tipici della dieta mediterranea, ma non solo, che hanno protocolli di produzione specifici e poco flessibili. Il Governo e l industria italiana hanno ribadito assoluta contrarietà a qualsiasi forma di discriminazione legata ad un singolo nutriente di un alimento - ognuno ha pregi e difetti, l importante è consumarli bene -, soprattutto quando tali sistemi di etichettatura continueranno ad attribuire un rosso (dissuasivo) a prodotti porta bandiera della dieta mediterranea (salumi, l olio extra vergine d oliva, formaggi) ed, al contrario, un colore verde (incentivante) a prodotti profondamente diversi ma premiati perché magari hanno un edulcorante di sintesi al posto dello zucchero o qualche grammo in meno di sale o grasso. La Relazione della Commissione europea La Commissione europea ha dato chiari segni di aver rinunciato, almeno per ora, all impegno di armonizzare i vari sistemi di presentazione supplementari e/o loghi nutrizionali applicati su base nazionale (cosiddetti FOPNL: Front of Pack Nutrional Labelling), e di voler lasciare ampi margini di discrezionalità ai Paesi membri. Questa posizione favorisce due scenari entrambi inaccettabili per l Italia: La babele di sistemi FOPNL in Europa, con i relativi alti costi dovuti alla complessità di gestire diverse etichette per ciascun mercato; oppure La creazione di uno standard europeo de facto che sarà lo schema già oggi presente e più rapido a svilupparsi e imporsi nei mercati europei (cioè il Nutri- Score francese o il Traffic Light inglese, in funzione degli esiti della Brexit). Infatti la Commissione predisporrà nel corso del 2019 la relazione al Parlamento unicamente per valutare l opportunità di un armonizzazione dei criteri per l adozione dei sistemi FOPNL. La relazione non entrerà nel merito ai criteri specifici e quindi della scelta fra base 100 g o porzioni, così come fra sistemi che impiegano colori o che sono monocromatici. L adozione di criteri armonizzati consentirà agli Stati membri di valutare la compatibilità dei sistemi volontari adottati. Sicuramente quindi non verrà adottato - almeno nel prossimo futuro - un sistema unico armonizzato. Il report avrà comunque una prospettiva più ampia possibile, tenendo presente anche gli aspetti internazionali della questione. Nella relazione saranno infatti presi in considerazione sia gli aspetti tecnici che politici considerando che ci sono molti dibattiti anche a livello internazionale, in particolare in ambito del Codex. Esso conterrà una mappatura di tutti gli schemi esistenti e i risvolti legati alle scelte dei consumatori. Dunque non solo le additional forms of expression specificamente previste dall art. 35 del Reg. 1169, ma che anche i cosiddetti Loghi nutrizionali utilizzati in alcuni Paesi europei: Una cosa sono i sistemi d informazione nutrizionale previsti (seppur volontariamente) dal Regolamento UE 1169 che consente, a determinate condizioni, di ripetere in forma grafico/pittorica determinate informazioni già incluse nella tabella nutrizionale riportata in etichetta. Rientrano in questa fattispecie sia i semafori UK (basati sui 100 g) che i semafori per porzione proposti da cinque multinazionali alimentari; Altra cosa sono, invece, i Loghi nutrizionali, che forniscono una valutazione grafico/pittorica globale del prodotto, ma non ripetono i valori dei singoli nutrienti già riportati nella tabella in base al Regolamento 1169/2011. In tale ambito, vanno ulteriormente distinti i Loghi positivi, ovvero apposti solo sui cibi ritenuti più salutari (è questo il caso del Keyhole nordico e del My Choice olandese (che però sta per essere ritirato perché ritenuto ingannevole per i consumatori) e i loghi che forniscono invece una valutazione globale sia positiva che negativa del prodotto (è questo il caso del sistema Nutri-Score introdotto in Francia). Il punto rilevante é che solo i sistemi di cui al punto 1 sono compatibili con il Regolamento FICT UE. I loghi nutrizionali di cui al punto 2, invece, devono essere notificati alla Commissione UE ai sensi della Direttiva 98/34 (Norme e Regole tecniche) ed essere quindi valutati secondo la Procedura TRIS : 3 mesi di stand still minimo da parte del Paese proponente più possibilità per gli altri Stati membri di formulare osservazioni durante tale periodo e conseguente possibilità da parte della Commissione di chiedere modifiche su tale base. In effetti, i loghi Nutri-Score, Keyhole e My Choice sono stati a suo tempo entrambi notificati in tale maniera (e alla fine approvati). Sembra ormai scontato, visto che la vigente legislatura comunitaria é ormai avviata a conclusione, che la relazione non sarà accompagnato da una proposta legislativa atta ad armonizzare la materia. Purtroppo, ad oggi, la Commissione e le associazioni dei consumatori continuano ad assegnare ai sistemi FOPNL il ruolo non certo di sistema informativo, come previsto dall art. 35 del Regolamento, ma di strumento di comprensione da parte dei consumatori del valore nutrizionale dell alimento che nasconde un vero e

40 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA proprio giudizio salutistico giustificato dalla lotta all obesità ed alle malattie non trasmissibili. ASSICA, di concerto con i principali portatori d interesse nazionali e comunitari, sta lavorando affinché le istituzioni comunitarie agiscano con rapidità e decisione per evitare la frammentazione del Mercato Interno che, giudicando da quanto esposto sopra, è già in atto. Infatti, si sottolinea che l attuale situazione di confusione sulle forme di espressione e presentazione supplementari di determinate informazioni nutrizionali in generale, e sul controverso semaforo del Regno Unito in particolare, é dovuta alla non necessaria ed erronea inclusione dell articolo 35 nel Regolamento n. 1169/2011. Nonostante tale inclusione fosse forse politicamente necessaria per salvare la normativa comunitaria nel corso degli agitati dibattiti tenuti in Parlamento ed in Consiglio, è ovvio che si trattò di una scelta sbagliata dato che tale disposizione - l art 35 legittima gli Stati membri ad adottare forme di espressione supplementari - implica una strana contraddizione introdotta in un Regolamento il cui obiettivo è l armonizzazione. Fortunatamente lo stesso Art. 35 invita, come già ricordato, la Commissione a redigere una relazione sull uso di tali forme di espressione e presentazione, sul loro effetto sul mercato interno e sull opportunità di un ulteriore armonizzazione. La posizione italiana Il Governo italiano è conscio dell importanza di questo tema, in quanto nei fatti si traduce in una barriera protezionistica e condivide l assoluta necessità di non ritrovarsi in una posizione svantaggiata ed isolata rispetto agli altri Stati membri. Anche se adottato su base volontaria, il sistema delle etichettature addizionali influisce in modo non corretto sull opinione dei consumatori, e attraverso l uso dei colori (il rosso in modo particolare). L Italia ha istituito un apposito gruppo di lavoro operativo sul tema delle etichette nutrizionali composto da Amministrazioni ed associazioni di categoria (presente anche ASSICA) dove é stato deciso che l Italia non si deve fermare all analisi critica dei sistemi ma, nell intento di indirizzare la scelta di un sistema armonizzato, proponga alla Commissione, se non un progetto di norma completo, almeno un contributo di natura propositiva per una futura possibile normativa valida in tutto il territorio europeo, più aderente al modello di dieta alimentare mediterranea. Un contributo nazionale ci consentirebbe, infatti, di partecipare a pieno titolo sia all eventuale emanazione degli atti esecutivi UE che devono fissare i criteri per l elaborazione di sistemi di espressione sintetica previsti dal Reg. 1169/2011 e ad assicurarne un applicazione uniforme, sia alla valutazione che la Commissione dovrebbe svolgere per presentare la summenzionata relazione al Parlamento ed al Consiglio. Il gruppo di lavoro in ambito nazionale ha ritenuto all unanimità che, tra i vari sistemi volontari presenti a livello internazionale, il migliore è quello delle GDA 5 (Guideline Daily Amount) sviluppate dall Industria europea, con approccio non direttivo né discriminatorio, informando senza prescrivere e stimolando la crescita culturale del consumatore attraverso una forma grafica semplice. Utilizzando come base scientifica le AR previste dal Regolamento comunitario, il gruppo di lavoro ha ritenuto di percorrere la via dell evoluzione delle attuali GDA attraverso lo sviluppo di una forma grafica che sia di più facile comprensione per il consumatore che gli consenta quindi di comprendere in maniera immediata quanto la porzione dell alimento che si andrà a consumare contribuisce al suo fabbisogno di energia e degli altri nutrienti su cui deve essere posta una particolare attenzione (grassi, grassi saturi, zuccheri e sale). La forma grafica sviluppata è la seguente: Il nostro Governo ha recentemente formalizzato alla Commissione UE la richiesta di inserire la proposta italiana nella relazione sui sistemi FOPNL europei, a seguito della volontà di procedere ad una sperimentazione del nostro modello di etichetta fronte pacco (RI-GDA/batteria) in condizioni simulate di mercato. Dichiarazione Nutrizionale: Progetto della SSICA per l impostazione delle tolleranze applicabili alle dichiarazioni nutrizionali dei prodotti di salumeria Dal 13 dicembre 2016 è diventato obbligatorio riportare in etichetta la dichiarazione nutrizionale per gli alimenti destinati al consumatore finale e alle collettività. I valori dichiarati sono valori medi per l alimento derivati da analisi effettuate dal produttore, da calcoli basati sugli ingredienti utilizzati, o generalmente stabiliti e accettati (art. 31 del Reg. 1169/2011). I margini di tolleranza considerati nelle Linee guida della Commissione del 2012, e riprese dal Ministero della Salute nel 2016, non sono sufficienti a coprire gli ambiti di variabilità fisiologici per alcune tipologie di salumi. I prodotti di salumeria sono caratterizzati per loro natura 5) Le GDA rappresentano le quantità giornaliere medie raccomandate di energia e nutrienti, ossia un indicatore numerico della copertura del fabbisogno giornaliero. Consentono di capire quanto i nutrienti contenuti in un dato alimento (di solito calorie, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale) contribuiscono percentualmente alle esigenze quotidiane di un adulto di riferimento.

41 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA da un estrema variabilità di alcuni parametri nutrizionali, quali ad esempio grassi e sale. Considerando che il Regolamento prevede la possibilità di ricavare i valori nutrizionali anche da dati generalmente stabiliti e accettati, ASSICA - al fine di individuare valori medi per i prodotti in modo omogeneo - ha incaricato la Stazione Sperimentale per l Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) di Parma di svolgere un indagine sui prodotti di salumeria italiana, finalizzata all analisi dei nutrienti, alla definizione di valori medi, tolleranze e variabilità delle sostanze nutritive. I risultati della ricerca SSICA sono stati presentati il 31 maggio 2018 nell ambito del Convegno scientifico di ASSICA a MEAT TECH Le analisi hanno riguardato i nutrienti obbligatori secondo l art. 30 del Reg. 1169/2011, definiti in accordo all allegato 1 del medesimo regolamento: «grassi»: i lipidi totali, compresi i fosfolipidi; «acidi grassi saturi»: gli acidi grassi che non presentano doppi legami; «carboidrati»: qualsiasi carboidrato metabolizzato dall uomo; «zuccheri»: tutti i monosaccaridi e i disaccaridi; «proteine»: il contenuto proteico calcolato con la seguente formula: proteine = azoto totale (Kjeldahl) 6,25; «sale»: il contenuto equivalente di sale calcolato mediante la formula: sale = sodio 2,5. Convegno scientifico di ASSICA a MEAT TECH Dichiarazione nutrizionale e relative tolleranze dei prodotti della salumeria italiana per una migliore informazione al consumatore Al fine di ufficializzare i risultati ottenuti dalla sperimentazione, ASSICA ha organizzato in collaborazione con la SSICA, nell ambito della manifestazione fieristica MEAT TECH 2018, il Convegno del 31 maggio 2018 Dichiarazione nutrizionale e relative tolleranze dei prodotti della salumeria italiana per una migliore informazione al consumatore. All iniziativa sono intervenuti in qualità di relatori, l Istituto Superiore di Sanità, la Stazione Sperimentale per l Industria delle Conserve Alimentari in Parma e ASSICA. Il Presidente della Commissione Giuridico Sanitaria di ASSICA, ha ricordato l impegno dell industria alimentare nella continua ricerca del miglioramento per soddisfare le nuove esigenze nutrizionali del consumatore, cercando di conservare al contempo il tradizionale gusto e la qualità dei prodotti. Successivamente, il Direttore di ASSICA ha introdotto i contenuti della giornata sottolineando l importanza del progetto sperimentale SSICA di durata biennale. La sperimentazione ha visto coinvolte 26 aziende del settore dei salumi, che ancora una volta hanno voluto garantire la corretta e trasparente informazione a un consumatore sempre più attento e interessato. L indagine è stata effettuata su 14 prodotti della salumeria nazionale, non appartenenti ai circuiti tutelati, tra i più diffusi e rappresentativi del Made in Italy. Per caratterizzare l iniziativa da un punto di vista istituzionale l Istituto Superiore di Sanità, ha illustrato gli aspetti tecno - normativi e i problemi applicativi delle disposizioni del regolamento 1169/2011. Il relatore dopo aver esposto i contenuti del regolamento relativi alla dichiarazione nutrizionale, con riferimento alle Linee guida CE (2012) - riprese dal Ministero della Salute (2016) - sulle tolleranze analitiche applicabili in fase di controllo ufficiale, ha ricordato l importanza delle tolleranze ai fini dell etichettatura nutrizionale e la difficoltà di interpretazione della norma. Concludendo, è stato sottolineato quanto riportato nelle Linee guida del Ministero della Salute secondo le quali: un risultato eventualmente al di fuori della tolleranza ammessa deve essere valutato caso per caso, (in funzione della sua entità, caratteristiche del prodotto o altro). Agli operatori del settore alimentare (OSA) può essere richiesto un razionale con cui giustificare le deviazioni riscontrate rispetto ai valori di tolleranza stabiliti. Il legislatore ammette quindi la possibilità di avere scostamenti tra quanto dichiarato ed effettivamente riscontrato. I risultati ottenuti dall indagine relativa all impostazione delle tolleranze applicabili alle dichiarazioni nutrizionali dei prodotti di salumeria sono stati presentati dalle ricercatrici della SSICA di Parma. I dati elaborati dalla SSICA sono stati messi a disposizione delle aziende del settore della salumeria. Nell intervento conclusivo ASSICA ha presentato i contenuti delle Linee Guida per il piano di campionamento aziendale ai fini della predisposizione della dichiarazione nutrizionale elaborate nell ambito della Commissione Giuridico Sanitaria di ASSICA, a completamento della suddetta sperimentazione SSICA. La guida rappresenta uno strumento per gli operatori del settore che vorranno verificare, in condizioni di rappresentatività statistica, il rispetto dei parametri nutrizionali dei propri prodotti. Il documento fornisce, inoltre, indicazioni alle aziende del settore dei salumi indicazioni relative alle modalità di campionamento da eseguire sulla propria produzione, al fine di poter adempiere alle disposizioni contenute all articolo 30 del Reg. (UE) n. 1169/2011, relativo al contenuto della dichiarazione nutrizionale in etichetta. Il suddetto documento è suddiviso in tre parti: Sintesi delle disposizioni in materia di dichiarazione nutrizionale contenute nel Regolamento (UE) N. 1169/2011, Piano di campionamento aziendale, Caratteristiche e modalità di prelievo dei campioni da analizzare. I prodotti della salumeria presi in considerazione come riferimento sono: cotti e stagionati interi, macinati e affettati. Durante il Convegno sono state diramate le Linee Guida per il piano di campionamento aziendale ai fini della predisposizione della dichiarazione nutrizionale a cura di ASSICA e il Calcolo degli indicatori nutrizionali obbligatori medi di salumi nazionali e relative tolleranze elaborato dalla SSICA. Il lavoro svolto conferma l impegno di ASSICA e di SSICA nel promuovere le conoscenze e la trasparenza del settore dei prodotti di salumeria e, nel caso specifico, di favorire l adeguamento alle disposizioni contenute nel Regolamento 1169/2011. La presente iniziativa, conclusasi con successo, ha dimostrato la sinergia tra Istituzioni, mondo della ricerca e gli operatori del settore alimentare a tutela del consumatore.

42 NORMATIVA IN MATERIA DI ETICHETTATURA Contenuti della ricerca del progetto sperimentale Per calcolare i valori medi dei nutrienti e stimarne le tolleranze, SSICA in collaborazione con ASSICA ha eseguito un ampia indagine analitica su prodotti di salumeria considerati rappresentativi del settore, quali: prosciutto cotto (Alta Qualità, scelto e standard), pancetta (arrotolata, magretta e cubettata), bresaola, speck, prosciutto crudo, coppa, salame Milano, Ungherese, Napoli e gentile. È stata data priorità ai prodotti interi per i quali la variabilità dei parametri nutrizionali dipende dalle caratteristiche della materia prima (quantità di tessuto adiposo e muscolare, sale assorbito), oltre che dalle fluttuazioni dovute alla lavorazione. Nell indagine sono stati utilizzati i metodi del Dipartimento Conserve di Carne della SSICA, e il valore energetico è calcolato mediante i coefficienti di conversione elencati nell allegato XIV del medesimo Regolamento. A causa di molteplici fonti di variabilità, in numerosi prodotti di salumeria il contenuto di nutrienti ha presentato scostamenti dal valore riportato in etichetta superiori all intervallo di tolleranza ammesso. Le maggiori variazioni, come atteso, sono state riscontrate a carico del sale nei prodotti stagionati a taglio intero, del grasso totale e degli acidi grassi saturi sia nei prodotti interi che nei macinati a grana grossa. Le oscillazioni sono imputabili alla naturale variabilità dovuta alla materia prima, al processo di lavorazione e alla preparazione dei campioni per le operazioni di affettatura e confezionamento, fattori di difficile gestione e rimozione da parte dei produttori. I valori medi risultati dall indagine, pubblicati in La Dichiarazione nutrizionale e le relative tolleranze per i prodotti della salumeria italiana (Reg. UE 1169/2011), maggio 2018 a cura di ASSICA-SSICA, possono essere utilizzati come riferimento per la compilazione delle tabelle nutrizionali e come supporto per dimostrare l effettiva variabilità dei prodotti di salumeria. In conclusione, l indagine svolta ha permesso di definire i valori medi dei nutrienti obbligatori e di documentare la reale variabilità dei prodotti di salumeria. Pertanto, come indicato nel paragrafo 2.4 delle Linee Guida del Ministero della Salute, in fase di controllo occorrerà considerare che l eventuale superamento della differenza accettabile tra i valori dichiarati in etichetta e quelli risultanti dalle analisi effettuate sul prodotto, non mira a indurre in errore il consumatore, ma sia dovuto alla variabilità naturalmente presente, non compensabile con la procedura di campionamento. Etichettatura carne separata meccanicamente A fine novembre 2018 la Commissione europea, sollecitata dal parlamento europeo, si è nuovamente espressa in materia di carni separate meccanicamente precisando che attualmente non è in programma una modifica del Regolamento (UE) n. 1169/2011, finalizzata ad indicare in etichetta se la carne separata meccanicamente (CSM) è stata ottenuta mediante trattamento a bassa o ad alta pressione. La Commissione conferma l obbligo di etichettare l uso di qualsiasi forma di CSM per garantire una corretta informazione al consumatore, ma non è favorevole a introdurre disposizioni di etichettatura distinte per la CSM prodotta a bassa e ad alta pressione. Le attuali disposizioni in materia di etichettatura sono ritenute adeguate e non dovrebbero essere modificate. A tal fine ricordiamo che le carni separate meccanicamente non rientrano nella definizione di carne e devono essere designate come tali, seguite dal nome della specie animale. In previsione dei progressi tecnologici che hanno portato alla creazione di prodotti del tutto simili alla carne macinata, il Parlamento ha chiesto alla Commissione se intende fissare una soglia minima del contenuto di calcio, oltre la quale i prodotti ottenuti sono da considerarsi CSM. A riguardo, la Commissione ha comunicato che il tenore di calcio delle CSM di cui al Regolamento (CE) n. 853/2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale, è stato fissato nell allegato IV del Regolamento (CE) n. 2074/ L esecutivo comunitario ha inoltre precisato che, il Regolamento (CE) n. 853/2004 all allegato III, sezione V, capitolo III, punti 3 e 4, riporta una distinzione tra la produzione e l utilizzazione di CSM ad alta pressione e di CSM a bassa pressione, il cui tenore di calcio non è molto più elevato di quello delle carni macinate (in conformità dei requisiti di cui all allegato IV del Regolamento (CE) n. 2074/2005). In base al contenuto di calcio è possibile distinguere i due tipi di CSM. In particolare, nelle carni prodotte con tecniche che non alterano la struttura ossea (comunemente chiamate a bassa pressione) il contenuto di calcio deve essere inferiore a 0.1% ( corrispondente a 100mg/100g o 1000 mg/kg=ppm), mentre per valori superiori si rientra nel caso delle CSM prodotte con tecniche che alterano la struttura ossea (chiamate anche CSM ad alta pressione o puree). I criteri per distinguere le CSM dalle carni macinate restano stabiliti nelle rispettive definizioni di cui al Regolamento (CE) n. 853/2004. Dopo la sentenza della Corte di giustizia europea nella causa C-453/13 del 16 ottobre 2014, la Commissione ha invitato tutti gli Stati membri ad adottare tutte le misure necessarie per attuare la legislazione in materia di CSM in conformità della sentenza e per garantire che la CSM sia opportunamente etichettata al momento della sua immissione sul mercato. Pertanto, non è previsto l aggiornamento della relazione sull applicazione del Regolamento (CE) n. 853/2004 per quanto riguarda le carni separate meccanicamente (CSM).

43 INGREDIENTISTICA: ADDITIVI, AROMI ED ENZIMI ALIMENTARI Ingredientistica: additivi, aromi ed enzimi alimentari Estratti vegetali contenenti nitriti e nitrati Sono in commercio, ormai da un po di tempo, estratti vegetali, sia in polvere che liquidi, utilizzabili come fonte vegetale di nitriti e nitrati nei prodotti a base di carne. Questi estratti derivano principalmente da vegetali ad alto contenuto di nitrato come ad esempio lattuga, sedano, cavolo rapa, lattuga cappuccina, crescione, bietola da costa, ravanello, rafano, rabarbaro, rapa rossa, spinacio. Queste verdure possono presentare un contenuto variabile di nitrato che è dipendente non solo dalla specie vegetale ma anche da altri fattori quali tipo del terreno di coltivazione, concentrazione di nitrati nelle acque d irrigazione, processo di estrazione e concentrazione degli estratti vegetali, attività dei microrganismi nitratoriduttori. L azione batteriostatica, antiossidante e di mantenimento del colore nei salumi dipende dalla trasformazione del nitrato a nitrito. In alcuni prodotti di salumeria, come ad esempio il prosciutto cotto, la tradizione culinaria italiana ha da sempre previsto l utilizzo in salamoia delle così dette bollite realizzate con spezie e verdure fresche. Ad oggi, in un contesto moderno, questi vegetali possono quindi essere sostituiti con estratti vegetali utili per standardizzare questa fase della produzione, estratti che possono essere direttamente impiegati nella salamoia o nella concia per la salatura. Tuttavia, la normativa sia nazionale che comunitaria non ha ancora definito e regolamentato nello specifico queste sostanze che possono svolgere principalmente due funzioni importanti: aromatizzante e conservante. ASSICA sta seguendo la tematica da vicino e si è resa parte attiva nel proporre un inquadramento di tali sostanze. Oltre ad aver attivato diversi tavoli di lavoro, ha iniziato a confrontarsi con le autorità competenti e comunitarie. Il discorso è aperto ma il percorso non sarà breve poiché al momento la Commissione europea sta raccogliendo informazioni ed osservazioni dagli Stati membri, base di partenza per le opportune riflessioni e decisioni in materia. Classificazione delle preparazioni e dei prodotti a base di carne Per poter classificare alcuni prodotti di salumeria nella categoria di preparazione di carne oppure di prodotto a base di carne è necessario prendere in considerazione le disposizioni contenute nel Regolamento (CE) n. 853/2004 che stabilisce norme specifiche in materia di Sentenza del Tribunale amministrativo federale tedesco La Germania ha già preso una posizione precisa. Il Bundesverwaltungsgericht, la più alta Corte tedesca, confermando le sentenze dei precedenti gradi di giudizio, ha vietato la produzione e la commercializzazione di prodotti a base di carne in cui erano stati impiegati dei concentrati di verdura, in funzione additivante ma senza l autorizzazione necessaria come additivi, in applicazione dell art. 5 del regolamento 1333/ Un azienda tedesca utilizzava per la produzione di prosciutto cotto e altri prodotti a base di carne, in sostituzione del nitrito, una miscela vegetale di verdure o concentrati di succo di verdure, a cui veniva aggiunta una coltura di starter microbici che trasformava il nitrato in nitrito, per esaltare la sapidità del prodotto e nel contempo, di rafforzarne il colore. I giudici tedeschi hanno sostenuto che l uso di concentrati vegetali per la produzione dei prodotti a base di carne sia contro la legge, perché l art. 4, comma 1, del Regolamento n. 1333/2008 non li prevede come additivi. Di conseguenza, i vegetali utilizzati dal ricorrente non avevano l autorizzazione necessaria per essere utilizzati come additivi alimentari. I concentrati vegetali sono considerati additivi ai sensi dell art. 3, n. 2, lett. a), del regolamento n. 1333/2008. Nella produzione di prodotti a base di carne, i concentrati vegetali hanno un effetto antiossidante e colorante e sono quindi aggiunti per motivi tecnologici. Gli additivi devono anche rispettare le condizioni del regolamento (UE) n. 231/2012 riguardante l origine, la provenienza, purezza e altre specifiche. In definitiva, secondo la Corte suprema, nell elenco comunitario degli additivi autorizzati che possono essere utilizzati nei prodotti alimentari, i concentrati vegetali non sono elencati. Per questi motivi, il Tribunale federale ha confermato il divieto di produrre e commercializzare prodotti a base di carne in cui sono impiegati dei concentrati di verdura, in funzione additivante ma senza l autorizzazione necessaria come additivi, in applicazione dell art. 5 del regolamento 1333/ ) Art. 5 del reg.1333/2008: E vietato immettere sul mercato additivi alimentari o alimenti nei quali siamo presenti tali additivi alimentari se l impego di additivi alimentari non è conforme a l regolamento. igiene per gli alimenti di origine animale. Dalla classificazione dipende inoltre anche la possbilità di poter utilizzare determinati additivi alimentari autorizzati dal Reg. 1333/2008 e sue modifiche. Il Regolamento (CE) n. 853/2004 definisce: «Preparazione di carne» le carni fresche, incluse le carni ridotte in frammenti, che hanno subito un aggiunta di prodotti alimentari, condimenti o additivi o trattamenti non sufficienti a modificare la struttura muscolo- fibrosa interna della carne e ad eliminare quindi le caratteristiche delle carni fresche. «Prodotti a base di carne» i prodotti trasformati risultanti dalla trasformazione di carne o dall ulteriore trasformazione di tali prodotti trasformati in modo tale che la superficie di taglio permette di constatare la scomparsa delle caratteristiche delle carni fresche.

44 INGREDIENTISTICA: ADDITIVI, AROMI ED ENZIMI ALIMENTARI La differenza tra Prodotti a base di carne e Preparazioni di carni poggia quindi sul fatto che i primi sono stati sottoposti ad uno o più trattamenti - definiti come qualsiasi azione che provoca una modificazione sostanziale del prodotto iniziale, compresi trattamento termico, affumicatura, salagione, stagionatura, essiccazione, marinatura, estrazione, estrusione o una combinazione di tali procedimenti - in grado di modificare sostanzialmente la natura e l aspetto della carne fresca. La lettura delle due definizioni regolamentari sembrerebbe deporre per la possibilità di distinguere le due categorie di alimenti ricorrendo all osservazione visiva della scomparsa delle caratteristiche delle carni fresche alla superficie di taglio o all esame istologico per poter apprezzare la modifica della struttura muscolofibrosa interna della carne. Tuttavia, entrambe le metodologie non appaiono completamente oggettive e ripetibili e se in particolari circostanze e per certi alimenti l effetto del trattamento appare ovvio, in altri casi la distinzione tra le due categorie di alimenti non è altrettanto chiara con conseguenze anche sulla possibilità di impiegare o meno determinati additivi alimentari. A tal proposito, ASSICA ha istituito un gruppo di lavoro (costituito da esperti di ISLER, SSICA e della DG Sanità Regione Lombardia) per identificare alcuni parametri oggettivi sulla cui base operare la distinzione tra preparazioni di carne e prodotti a base di carne. Tali parametri potranno essere inclusi in un documento guida utile sia alle aziende di produzione che al Controllo ufficiale. ASSICA sta condividendo inoltre le proposte ed i risultati del progetto anche con le associazioni di categoria degli altri Stati membri - riunite in CLITRAVI - che in parte stanno lavorando sugli stessi temi. L obiettivo comune sarebbe quello di concordare protocolli analitici comuni tra Istituti di ricerca UE. Di fatto ciò significa rendere quantitativo il concetto espresso dalla normativa ed il responso dell analisi istologica, attraverso misure analitiche idonee a quantificare le modifiche a carico delle proteine dovute al processo tecnologico. Con tale procedura si dovranno individuare dei valori soglia distintivi di prodotti e preparazioni. Per fine 2019 gli Istituti di ricerca dovranno individuare valori limite singoli di Aw, ph, temperatura, contenuto di sale, che da soli producono variazioni sostanziali e misurabili al quadro istologico e ai parametri analitici collegati alla struttura del muscolo, con specifico riferimento alle proteine muscolari. Infine, saranno valutate le combinazioni dei parametri con relativi valori soglia per le diverse tipologie di prodotti. Parere del Comitato permanente UE Il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (PAFF) della UE ha adottato all unanimità, il 17 settembre 2018, un parere in merito all utilizzo nei prodotti alimentari di estratti vegetali che svolgono una funzione tecnologica. Nel parere vengono riconfermate le posizioni già espresse dalla Commissione nelle dichiarazioni del 2006 e del In sintesi, i principi espressi nelle dichiarazioni richiamate sono applicabili non solo agli estratti (fermentati/non fermentati) contenenti alti livelli di nitrati/nitriti, ma in generale anche a tutti gli estratti vegetali che svolgono una funzione tecnologica negli alimenti. L uso di estratti vegetali che svolgono una funzione tecnologica (ad esempio conservante, antiossidante, stabilizzante etc.) negli alimenti deve essere considerato come utilizzo volontario dell additivo alimentare. Di conseguenza, per l uso degli estratti di cui sopra - essendo essi stessi considerati additivi alimentari - devono essere rispettate le condizioni stabilite dalla normativa vigente sugli additivi (comprese le specifiche pertinenti) e i prodotti per i quali è consentito l utilizzo devono essere etichettati conformemente alle pertinenti disposizioni in materia di etichettatura. Come noto, alcuni estratti vegetali possono essere impiegati nei prodotti alimentari anche in funzione di aroma. A tal proposito, il Comitato ribadisce che, nel caso in cui gli aromi sono aggiunti intenzionalmente agli alimenti con uno scopo tecnologico ulteriore rispetto alla funzione aromatizzante, tale aggiunta viene considerata un additivazione. Pertanto, anche in tali casi si applicherà la normativa in materia di additivi alimentari. Ricordiamo che soltanto gli additivi alimentari inclusi nell elenco comunitario dell allegato II del Regolamento 1333/2008 possono essere utilizzati negli alimenti alle condizioni d impiego ivi specificate. In relazione a ciò, la Commissione europea ha ribadito il principio della prevalenza della normativa sugli additivi: se un estratto vegetale svolge una funzione tecnologica, si applica la normativa sugli additivi e quindi l estratto in questione dovrà figurare nell elenco UE degli additivi autorizzati. Se questa situazione non ricorre, l estratto non è autorizzato (come il caso accaduto in Germania che ha dato origine alla sentenza del Tribunale amministrativo federale).

45 SICUREZZA ALIMENTARE: ASPETTI NORMATIVI Sicurezza alimentare: aspetti normativi I Regolamenti igienico-sanitari (Pacchetto Igiene) Nel corso dell ultimo anno la legislazione comunitaria sull igiene dei prodotti alimentari (cd. Pacchetto igiene) non ha subito modifiche sostanziali ma solo aggiustamenti marginali a seguito di un processo di continuo assestamento previsto dagli stessi regolamenti che lo configurano. A seguito del rapporto della Commissione, datato fine 2009, non sono state effettuate proposte concrete per migliorare ulteriormente le disposizioni contenute nel pacchetto sull igiene alimentare ed in particolare i Regolamenti 852/2004 (igiene prodotti alimentari) e 853/2004 (igiene dei prodotti alimentari di origine animale) e relativi allegati. Ad oggi risulta chiaro che per la Commissione di Juncker le iniziative relative ai regolamenti igienico-sanitari non hanno rappresentato una priorità. Temperature di trasporto delle carni La Commissione europea con l adozione del Regolamento (UE) 2017/1981 ha introdotto un approccio più flessibile per quanto riguarda le condizioni di temperatura durante il trasporto di carni. Il provvedimento è stato adottato sulla base dei due pareri EFSA (6 marzo 2014 e 8 giungo 2016) relativi ai rischi per la salute pubblica connessi al mantenimento della catena del freddo durante il magazzinaggio e il trasporto di carni di ungulati domestici. Dai pareri EFSA è difatti emerso che non sussistono maggiori rischi per la salute pubblica se la temperatura di 7 C è da riferirsi a quella superficiale al momento del carico e successivamente rilevata nella parte più spessa di carcasse, mezzene, quarti o mezzene sezionate in tre pezzi. Il nuovo regolamento ha modificato pertanto la sezione I, capitolo VII, punto 3 dell allegato III del regolamento (CE) n. 853/2004 prescrivendo che la carne deve raggiungere la temperatura di 3 C per le frattaglie e 7 C per le altre carni, prima del trasporto e restare a tale temperatura durante il trasporto. Nonostante le summenzionate pubblicazioni, il Ministero riconosce il fatto per cui in Italia sia consuetudine che la commercializzazione delle carni suine avvenga immediatamente dopo la macellazione e il sezionamento, senza che tra le diverse fasi e il trasporto occorra una fase di raffreddamento. A tal proposito, su richiesta di ASSICA, è intenzione del Ministero fare richiesta alla Commissione europea di adattamento alla realtà nazionale dei requisiti previsti dal Regolamento in oggetto e ottenere una deroga permanente in merito alle condizioni di trasporto delle carni suine fresche. Nelle more di tale richiesta, in ossequio al Reg. UE 2017/1981, è richiesto che gli OSA (operatori del settore alimentare) del macello/sezionamento che spediscono la carne e che intendano effettuare il trasporto delle carni suine prima che sia stata raggiunta la temperatura di 7 C prescritta, debbano presentare alle Autorità sanitarie territorialmente competenti una specifica richiesta autorizzativa. L autorizzazione rilasciata ha validità per tutte le spedizioni effettuate in condizioni simili fino a che siano mantenute tali esigenze ovvero fino a revoca del provvedimento da parte della ASL competente sul macello/sezionamento. Resta inteso che tutti gli adempimenti di legge dovranno comunque essere rispettati (dati identificativi della partita quali taglio, peso, bollatura sanitaria nonché il destinatario, la data e l ora della spedizione) e che l autorizzazione potrà essere revocata qualora al momento della spedizione, in itinere o a destino le Autorità dovessero accertare il mancato rispetto dei requisiti prescritti. Regolamento sui controlli ufficiali Il Regolamento (UE) 625/2017 relativo ai controlli ufficiali integra in un unico testo le norme attualmente in vigore per i controlli ufficiali in settori specifici prima disciplinati da un insieme di norme distinte. Le nuove regole sui controlli ufficiali entreranno in applicazione in modo graduale fino al 14 dicembre Il nuovo Regolamento affronta, abrogando il Reg. UE 882/2004, anche la questione del finanziamento dei controlli ufficiali ed in particolare il finanziamento dei controlli e delle ispezioni veterinarie così strategici per le produzioni rappresentate da ASSICA. Il nuovo Regolamento contiene molti riferimenti agli atti delegati (delegated acts - AD) e atti di esecuzione (implementing acts - AE), i quali sono atti legislativi giuridicamente vincolanti. Nel caso degli AD il legislatore delega alla Commissione il potere di adottare gli atti che modificano gli elementi non essenziali di un atto legislativo. Gli AE, invece, garantiscono l attuazione di misure che richiedono un approccio uniforme nell Unione europea e per far ciò la Commissione lavora in stretta collaborazione con i comitati formati dai rappresentanti degli Stati membri (procedure di Comitatologia). In sostanza, in relazione all implementazione dei nuovi requisiti, gli AE devono stabilire il come e il Parlamento ed il Consiglio possono sfidare la Commissione in virtù del potere di veto (è necessaria la maggioranza qualificata). Diversamente, gli AD definiscono chi e cosa e la Commissione dispone di una maggiore

46 SALUTE, SANITÀ E BENESSERE ANIMALE autonomia decisionale. Sia gli atti delegati che quelli di esecuzione costituiranno gli strumenti giuridici necessari per regolare/declinare i controlli e adattarli alle esigenze di un settore quale quello della catena agroalimentare in costante evoluzione. Decontaminazione delle carcasse A dicembre 2018 l Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico relativo alla valutazione della sicurezza e dell efficacia degli acidi organici acido lattico e acido acetico per ridurre la contaminazione microbica superficiale dalle carcasse suine e dei tagli di carne suina. Secondo le disposizioni contenute all art. 3 comma 2 del Regolamento (CE) 853/2004, gli operatori del settore alimentare non devono utilizzare sostanze diverse dall acqua potabile per eliminare la contaminazione superficiale dei prodotti di origine animale, salvo che l impiego di dette sostanze sia stato approvato conformemente allo stesso regolamento e previo parere dell EFSA. Nel suo parere l EFSA conclude che: I trattamenti con acido lattico oppure con acido acetico per la decontaminazione delle carcasse suine o per i tagli di carne suina non destano motivi di preoccupazione per la sicurezza, a condizione che le sostanze siano conformi alle specifiche del Regolamento (UE) n. 231/2012 sugli additivi alimentari. Il trattamento con acido lattico delle carcasse suine e dei tagli di carne suina è risultato efficace rispetto all assenza di trattamento, ma, sulla base di dati disponibili, gli esperti EFSA non sono stati in grado di trarre conclusioni sull efficacia del trattamento con l acido lattico rispetto al trattamento con l acqua potabile. L immersione dei tagli di carne suina dopo il raffreddamento in acido lattico è risultata più efficace del trattamento con acqua potabile. Non è stato possibile, per l EFSA, trarre conclusioni sull efficacia del trattamento di decontaminazione con acido acetico sulle carcasse di suino e sui tagli di carne suina. I due trattamenti non contribuiscono allo sviluppo di resistenza microbica, inoltre non vi sono implicazioni negative per l ambiente derivate dal rilascio delle suddette sostanze mediante le acque reflue dei macelli. Salute, Sanità e benessere animale Il Regolamento UE sulla salute animale Il Regolamento (UE) 2016/429 relativo alle malattie animali trasmissibili modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale. La nuova legge sulla salute degli animali che accorpa e abroga quasi 40 atti delle precedenti normative, è la prima legislazione in Europa a stabilire un chiaro legame tra la salute ed il benessere degli animali e la salute pubblica. Con il testo in oggetto, si è pertanto creato un unico quadro normativo UE ed allo stesso tempo è stato concesso alla Commissione europea la possibilità di adottare, nel corso del tempo, tutta una serie di atti applicativi. ASSICA, muovendosi con tempestività, dopo aver seguito tutto il complesso e lungo iter istituzionale comunitario attraverso il Parlamento ed il Consiglio dei Ministri, sta seguendo con ancora più attenzione gli importanti atti applicativi che ne stanno scaturendo. La Peste suina africana in Europa Il 13 settembre 2018, la Commissione europea ha ufficialmente comunicato la notizia del riscontro di focolai di Peste suina africana (PSA) in cinghiali selvatici trovati morti in Belgio, nella Regione di Etalle (Provincia del Lussemburgo). Come noto, la PSA, che rappresenta uno dei maggiori rischi sanitari che minacciano il comparto suinicolo, è endemica nella Regione Sardegna. Nel 2007 un nuovo fronte si è aperto e, partendo dal Caucaso, la malattia si è rapidamente diffusa nei Paesi dell ex blocco sovietico; dal 2014 il virus ha fatto il suo ingresso in alcuni Paesi dell Unione europea (Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e Bulgaria); ad oggi sono stati registrati oltre focolai negli allevamenti di suini domestici ed oltre casi di cinghiali selvatici. La notifica da parte delle Autorità belghe ha creato apprensione poiché ha evidenziato il preoccupante balzo fatto dalla malattia verso l Europa occidentale. La Peste suina africana ha colpito inoltre, fuori dalla UE, Russia, Ucraina, Moldavia, Cina, Vietnam oltre a numerosi Paesi africani dove è endemica. La malattia si diffonde tra i suini e i cinghiali per contatto diretto con altri animali infetti o, indirettamente, attraverso attrezzature e indumenti contaminati o con la somministrazione ai maiali di scarti di cucina, pratica vietata dai regolamenti europei oramai dal La PSA è una malattia virale dei suini e dei cinghiali, altamente letale; non colpisce gli esseri umani ma, poiché non esistono vaccini, è in grado di produrre gravi

47 SALUTE, SANITÀ E BENESSERE ANIMALE conseguenze socio-economiche nei Paesi in cui si propaga. L EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, pertanto, ha individuato alcune misure di gestione dei cinghiali sia per prevenire la diffusione della malattia sia, poi, nelle diverse fasi di un epidemia di Peste suina africana: cosa andrebbe fatto prima, durante e dopo. Il parere scientifico, pubblicato a luglio 2018, degli esperti dell EFSA sottolinea l importanza di mantenere un dialogo costante tra tutte le parti interessate, per aumentare la preparazione a gestire le emergenze. Gli esperti EFSA hanno convenuto all unanimità che creare consapevolezza nella società e fornire incentivi alle persone che riferiscono l avvistamento di carcasse di cinghiali selvatici sono provvedimenti essenziali per combattere la malattia. A tal fine e per prevenire la diffusione della PSA in Italia, il Ministero della Salute ha divulgato il video realizzato da EFSA, con l obiettivo di sostenere una serie di comportamenti corretti e promuovere le giuste precauzioni da adottare: Non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale; Non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da Paesi extra-europei; Smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici; Non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali; Informare tempestivamente i servizi veterinari il ritrovamento di un cinghiale selvatico morto; Per gli allevatori: rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si lascia l allevamento e scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti; notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla PSA e episodi di mortalità anomala; Per i cacciatori: pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato. Lo stesso Ministero ha organizzato un incontro con le principali Associazioni della filiera suinicola, tra cui ASSICA, per illustrare lo stato dell arte e le azioni preventive pianificate dalla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari: Campagna informativa per promuovere la consapevolezza degli operatori; Piano di incremento della sorveglianza attiva e passiva sui cinghiali selvatici; Rafforzamento della biosicurezza nelle aziende suine; Controlli rafforzati sulle carni e sui suini vivi provenienti dalle aree a rischio; Piani preventivi di diradamento dei cinghiali selvatici. Con ciò il Ministero della Salute ha recepito la raccomandazione del Commissario europeo all Agricoltura, Phil Hogan, il quale, in occasione del Consiglio informale dei Ministri del 25 settembre, ha invitato gli Stati membri a non sottovalutare la situazione e a intensificare gli sforzi per contenere la diffusione della malattia. La Commissione sta mettendo in atto tutte le misure di biosicurezza necessarie e proteggere le opportunità commerciali per le carni suine sviluppate nel corso degli ultimi anni. Questo perché è ormai nota la reazione di alcuni nostri partner commerciali, che non applicano il principio di regionalizzazione e che hanno immediatamente imposto divieti. Il riferimento è a Cina, Giappone, Corea del Sud e Singapore, che hanno deciso di imporre restrizioni alle importazioni dal Belgio dal 13 settembre, e ad altri Paesi (Taiwan, Filippine, Bielorussia, Sudafrica e Messico) che hanno annunciato faranno lo stesso. La Commissione ha, inoltre, annunciato la propria disponibilità a cofinanziare le misure adottate dagli Stati membri per arginare la diffusione del virus. La Commissione è disponibile ad aiutare tutti gli Stati membri che desiderano chiedere aiuto, che desiderano cercare un cofinanziamento per arginare questa malattia perché non è solo una minaccia per il sostentamento degli allevatori, ma anche una minaccia per tutto il commercio europeo di carne suina. I risvolti politici dell epidemia non sono da sottovalutare. La peste suina africana è in grado di bloccare produzione ed export di carne suina, minando la politica agricola comune europea, facendo crescere le tensioni tra gli Stati membri e fra gli Stati e la Commissione. Un emergenza veterinaria come questa potrebbe scuotere drammaticamente l identità e la coesione europee, in quest epoca di social, fake news e proteste anti-europee. Immaginiamo che sia necessario abbattere dei capi in Italia e che a imporcelo sia l Europa. In questa fase di sovranismi e nazionalismi, in cui le opinioni dei cittadini non sono sempre legate ai fatti, ma spesso dipendono dai social, si creerebbero delle forti tensioni. La situazione in Sardegna In questo quadro di allarme generale, vanno senz altro riconosciuti gli enormi sforzi profusi dalla Regione Sardegna nel tentativo di eradicare la Peste suina africana (PSA). ASSICA ha costatato con piacere che le

48 SALUTE, SANITÀ E BENESSERE ANIMALE misure adottate nel corso degli ultimi quattro anni, e intensificate dal 2017, hanno portato a un forte miglioramento della situazione PSA nei suini domestici e nei cinghiali. Quanto ottenuto fino ad oggi rappresenta il coronamento di quanto messo in campo dal Sistema Regione, con impegno e determinazione, in questi ultimi anni. E deriva anche dall imprescindibile ruolo di coordinamento e vigilanza del Ministero della Salute. Ricordiamo ancora quando nel 2014 lo stesso Ministero della Salute voleva commissariare la Sardegna in conseguenza della disastrosa situazione venutasi a determinare a seguito dell esplosione di focolai nel biennio Ma poi abbiamo costatato, con estrema soddisfazione, che proprio da lì è partita la scelta della Giunta Pigliaru di fare della battaglia contro la PSA un impegno di legislatura. Sono partiti dall analisi degli errori del passato per costruire un piano d intervento che avesse un approccio innovativo, con l aiuto dei maggiori esperti sul campo. ASSICA ritiene - ed i fatti lo stanno dimostrando - che la visione strategica che ha portato alla nascita dell Unità di Progetto (UdP) per l eradicazione della PSA in Sardegna, rappresenti senza dubbio il passaggio principale che ha determinato un cambio di rotta rispetto al passato. L UdP è stata la vera novità sul piano organizzativo, che ha permesso per la prima volta uno stretto collegamento tra tutti i soggetti istituzionali, e non solo, coinvolti nella lotta al virus. Un coordinamento che ha reso possibile attivare un lavoro di squadra mai visto sul piano legislativo e quindi operativo nelle diverse azioni intraprese per debellare la malattia. ASSICA, che fu molto critica in passato nei confronti della gestione della PSA da parte della Sardegna, negli ultimi mesi non ha mai smesso - e continuerà a farlo anche nei prossimi - di portare all attenzione delle Autorità competenti nazionali e comunitarie gli eccellenti risultati da raggiunti, supportando con forza le necessità di un riconoscimento concreto per quanto ottenuto. Inoltre abbiamo potuto costatare l apprezzamento di Bruxelles per il grande lavoro fatto dalla Regione Sardegna e da tutte le amministrazioni coinvolte in collaborazione con il Ministero. Mai come prima in passato si può affermare che manchi davvero poco all eradicazione della malattia in Sardegna. É nostro auspicio che la nuova Giunta regionale non dilapidi gli enormi risultati ottenuti, proprio adesso che siamo in vista del traguardo, ma che possa continuare ad andare avanti - con la stessa risolutezza e professionalità - sulla strada intrapresa. Questo aspetto è tanto più importante se calato nella situazione epidemiologica internazionale della PSA, che continua purtroppo a diffondersi sia in Europa che in Asia. La presentazione dei risultati ottenuti dall Italia in seno ai competenti organi della Commissione europea è un segnale estremamente importante, che testimonia la bontà della strada imboccata ai fini della eradicazione definitiva della malattia dal nostro Paese. La Malattia vescicolare del suino (MVS) Il Regolamento (UE) 2016/429 («normativa in materia di sanità animale») contiene un elenco armonizzato delle malattie animali trasmissibili, le cosiddette «malattie elencate» che costituiscono un rischio per la sanità animale e/o pubblica dell Unione e che saranno oggetto di politiche comunitarie (finanziamenti per la prevenzione, eradicazione, etc.). Per ogni malattia elencata il Regolamento richiede approcci gestionali diversi basandosi su criteri predefiniti quali il profilo della malattia in questione, il livello delle sue ripercussioni sulla sanità animale e pubblica, sul benessere degli animali e sull economia nell Unione, nonché il suo rischio di diffusione e la disponibilità di misure di prevenzione e lotta a tale malattia. L elenco contiene cinque malattie (Peste suina africana, Peste suina classica, Afta epizootica, Peste equina e Influenza aviaria altamente patogena) presenti nel corpo del Regolamento (Art. 5), integrato ed ampliato da quelle presenti nell allegato II. Solo per le malattie animali elencate (Articolo 5 + Allegato II), si applicheranno diverse norme di prevenzione e controllo specifiche per la malattia stabilite nello stesso Regolamento 2016/429. Il Regolamento delegato (2018/1629/UE), confermando quanto già deciso in sede OIE, cancella la Malattia vescicolare del suino dall elenco delle malattie elencate nell allegato. Indennità della Calabria Lo Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed (PAFF Committee), riunitosi a Bruxelles il 25 e 26 febbraio 2019, ha riconosciuto l indennità della Regione Calabria da Malattia vescicolare del suino (MVS), sancendo finalmente l indennità di tutto il territorio italiano dalla malattia. Il Comitato ha, pertanto, adottato una Decisione che abroga la Decisione 2005/779 relativa a talune misure sanitarie di protezione contro la malattia vescicolare dei suini in Italia, in considerazione della scomparsa del virus da tutto il territorio italiano. L egregio lavoro svolto in questi anni dal Ministero della Salute e dalla Regione Calabria, con il supporto tecnico dell Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna, per l eradicazione e il monitoraggio della malattia, ha consentito alla Commissione di approvare la decisione molto rapidamente. Dopo il riconoscimento di indennità della Regione Campania, adottato dal PAFF a settembre 2017, l inclusione della Calabria tra le Regioni libere da MVS rappresenta un risultato straordinario per l Italia sia dal punto di vista dello status sanitario del nostro Paese ma anche per le nuove possibilità di export che ne deriveranno. La presenza della malattia in alcune

49 SALUTE, SANITÀ E BENESSERE ANIMALE zone del nostro territorio, infatti, ha determinato per molti anni forti limitazioni alle esportazioni delle carni suine e dei prodotti a base di carne suina verso i mercati esteri, non solo dalle Regioni non indenni da MVS, ma dall intero Paese nei casi in cui non era applicato dal Paese terzo il principio di regionalizzazione. Il nuovo status di Paese free da MVS dell Italia, consente ora al nostro Ministero della Salute di avviare nuove trattative con le Autorità dei Paesi terzi per ridefinire le condizioni per l esportazione dei prodotti suini, al fine di ottenere l apertura alle carni fresche, ai prodotti a breve stagionatura e, non ultimo, alle produzioni DOP di Calabria di mercati importanti come la Corea del Sud, Singapore, l Australia e molti altri. ASSICA continuerà a supportare le Istituzioni nazionali e comunitarie nella gestione di tutte le fasi negoziali. Alimentazione animale (FeedBan) ASSICA, con la collaborazione del CLITRAVI, non ha mai smesso in questi ultimi anni di portare la problematica proteine animali da destinarsi ad uso zootecnico all attenzione delle Autorità comunitarie competenti. Premesso che la Sicurezza alimentare è un aspetto fondamentale e non derogabile, in quanto prerequisito stesso per l accesso al mercato, ASSICA ha continuato a spingere per un evoluzione della legislazione comunitaria in materia di alimentazione degli animali al fine di consentire il pieno e corretto utilizzo delle proteine animali trasformate. L obiettivo è sempre stato quello di rivedere il divieto di somministrare le proteine trasformate agli animali da reddito 7. In riferimento alle sollecitazioni ASSICA 8, l ultima revisione è datata Infatti, a decorrere dal 1 giugno 2013, le proteine animali trasformate (PAT) ottenute da specie non ruminanti e gli alimenti per animali contenenti tali proteine possono essere impiegate nell alimentazione delle specie d acquacoltura, fatta eccezione per le farine di pesce e per i mangimi composti contenenti farine di pesce, che sono già autorizzate nella produzione di mangimi per non ruminanti. Tale autorizzazione rappresentò un importante, seppur parziale, cambiamento degli orientamenti delle Autorità competenti, in virtù anche delle significative assicurazioni che provenivano dal mondo scientifico 9 circa la normalizzazione degli aspetti correlati alla BSE. Alla luce di quanto sopra e della costante revisione del cd FeedBan, i prossimi mesi potrebbero vedere le seguenti ulteriori ed importanti novità: Apertura alla somministrazione delle proteine animali trasformate avicole nell alimentazione dei suini; Reintroduzione delle proteine animali trasformate suine per l alimentazione delle specie avicole. Benessere animale Piattaforma europea sul benessere degli animali Rispetto all ultima strategia sul Benessere (periodo ), nonostante forti pressioni da parte delle Associazioni animaliste e da alcuni Stati membri, La Commissione non ha cambiato approccio: le parole d ordine rimangono semplificazione e competitività e nessuna nuova norma è stata presentata. Al momento si punta molto di più alla corretta applicazione della legislazione esistente (peraltro, come noto, molto completa). Tuttavia, date le suddette pressioni, l esecutivo comunitario è chiamato ad affrontare l argomento proattivamente. Per questo motivo è stata recentemente istituita una piattaforma sul benessere animale per il periodo i cui compiti sono: Assistere la Commissione nello sviluppo e nello scambio di azioni coordinate finalizzate a contribuire all attuazione e all applicazione della legislazione dell Unione europea in materia di benessere degli animali e alla comprensione, all interno e all esterno dell Unione, della legislazione dell Unione e delle norme internazionali in materia di benessere degli animali; Facilitare lo sviluppo e l uso di impegni volontari a migliorare il benessere degli animali da parte delle imprese; Contribuire alla promozione delle norme dell Unione in materia di benessere degli animali al fine promuovere il valore di mercato dei prodotti dell Unione a livello globale; Incoraggiare il dialogo tra le autorità competenti, le imprese, la società civile, le università, i ricercatori e le organizzazioni intergovernative internazionali sulle questioni in materia di benessere degli animali per le quali l Unione ha competenza; Promuovere lo scambio di esperienze e di buone pratiche, conoscenze scientifiche e innovazioni nel 7) Tale divieto (cd. FeedBan ) è tutt ora vigente nell Unione europea per effetto del Regolamento 999/2001/CE recante disposizioni per la prevenzione, il controllo e l eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili. Non si prevede un termine al divieto, che formalmente quindi risulta indeterminato ma nello stesso tempo transitorio e soggetto a costanti revisioni; 8) Valorizzazione delle proteine trasformate suine, con impegno di ottenere le proteine da destinare all alimentazione animale esclusivamente dalle parti commestibili della carcassa suina processate in impianti abilitati alla produzione di alimenti per il consumo umano; 9) Parere dell EFSA, adottato il 17 ottobre 2007, il quale conclude che il rischio di trasmissione della BSE ai suini utilizzando proteine trasformate di pollo (e viceversa) è da considerarsi trascurabile e di conseguenza anche la trasmissione all uomo, esprimendosi tuttavia negativamente in merito a possibili soglie di tolleranza dovute alla contaminazione incrociata + documento programmatico della Commissione europea del luglio 2010 con cui vengono presentate le strategie comunitarie a breve e medio termine ( ) in materia di EST.

50 SALUTE, SANITÀ E BENESSERE ANIMALE campo del benessere degli animali per cui l Unione ha competenza; Condividere informazioni sugli sviluppi strategici negli ambiti e sulle attività menzionati sopra. La piattaforma è composta da un massimo di 75 membri tra i quali trovano spazio i rappresentanti delle Autorità competenti di tutti gli Stati membri, le organizzazioni di settore a livello di Unione europea coinvolte nella filiera alimentare (tra cui il CLITRAVI), le ONG dell UE attive nel campo del benessere degli animali nonché le Università e gli istituti di ricerca che si occupano di scienza del benessere animale. La prime riunioni tenutesi hanno confermato che la Piattaforma non è un forum dove discutere nuove iniziative legislative. Al momento sono stati istituiti alcuni sottogruppi operativi tematici: Sottogruppo TRASPORTO ANIMALE ; Sottogruppo PIG WELFARE. Nuovo centro di referenza dell UE Il nuovo Regolamento europeo sui Controlli Ufficiali - Reg. 2017/625 del 15 marzo prevede, all art. 95, che la Commissione istituisca il centro di riferimento dell Unione europea per il benessere degli animali, centro che nasce con lo scopo di sostenere le attività svolte dalla Commissione e dagli Stati membri in relazione all applicazione della normativa che stabilisce le prescrizioni in materia di benessere animale. Il comitato di valutazione e selezione, in seguito a un processo di selezione pubblica, ha pertanto nominato per tale incarico (iniziato il 29 aprile 2018) un Consorzio guidato dal Wageningen Livestock Research (Paesi Bassi), dall Istituto Friedrich Loeffler (Germania) e dal Dipartimento di Scienze animali dell Università di Aarhus (Danimarca). Il Centro fornisce supporto tecnico ed assistenza coordinata agli Stati membri per effettuare controlli ufficiali sul benessere degli animali e contribuisce alla diffusione di buone pratiche, nonché alla realizzazione di studi scientifici, corsi di formazione e alla diffusione di ricerche e informazioni sulle innovazioni tecniche. Piano di Azione Nazionale protezione suini Come noto, l 8 marzo 2016 la Commissione europea ha adottato la Raccomandazione (UE) 2016/336 relativa all applicazione della Direttiva 2008/120/CE del Consiglio sulle norme per la protezione dei suini, con particolare riferimento alle misure per ridurre la necessità del taglio della coda (recepita in Italia dal D.Lgs 7 luglio 2011 n. 122). La direttiva prevede che né il mozzamento della coda né la riduzione degli incisivi dei lattonzoli devono costituire operazioni di routine, ma devono essere praticati soltanto ove sia comprovata la presenza di ferite ai capezzoli delle scrofe o agli orecchi o alle code di altri suini. Prima di effettuare tali operazioni si devono adottare misure intese ad evitare le morsicature delle code e altri comportamenti anormali tenendo conto delle condizioni ambientali e della densità degli animali. È pertanto necessario modificare condizioni ambientali o sistemi di gestione inadeguati. La Raccomandazione adottata dovrebbe contribuire a ridurre tale necessità oltre a fornire migliori indicazioni per il controllo ufficiale svolto dal Servizio veterinario pubblico. La necessità di questa operazione dovrà essere verificata attraverso l esame della documentazione che comprovi l esigenza di tali pratiche. L attestazione dovrà essere rilasciata da un medico veterinario. Il 21 aprile 2021 entrerà in vigore e sarà direttamente applicabile in ogni stato membro la nuova Legge europea di Sanità Animale (Animal Health Law - Reg. UE 2016/429) e il Ministero avrà 2 anni di tempo per individuare i dati utili al Sistema Informativo Nazionale per la sorveglianza epidemiologica, per definire come rilevarli e come elaborarli in vista della categorizzazione degli allevamenti. Concorreranno alla categorizzazione sia i dati ufficiali sia i dati in autocontrollo. Alla luce di ciò, a febbraio 2019 il Ministero della Salute ha pubblicato una nota di chiarimenti sul Piano di azione nazionale per il miglioramento dell applicazione del Decreto Legislativo 122/2011 che stabilisce norme minime per la protezione dei suini. Il Ministero ribadisce che la valutazione del rischio rimane il punto di partenza del piano ed è obbligatoria in tutti gli allevamenti ad esclusione di quelli da autoconsumo (D.lgs. 200/2010). Gli allevamenti che non effettuano tale valutazione, non potranno allevare animali caudectomizzati, in quanto il veterinario incaricato

51 SALUTE, SANITÀ E BENESSERE ANIMALE dall allevatore non potrà certificare la deroga all utilizzo della caudectomia. La valutazione del rischio viene fatta previa compilazione del sistema Classyfarm, da parte del veterinario aziendale incaricato. Sarà peraltro a cura delle Regioni inviare al Ministero la rendicontazione delle check-list di valutazione del rischio delle aziende non presenti in Classyfarm e del relativo livello di rischio. Classyfarm è un sistema informativo integrato per la categorizzazione del rischio degli allevamenti in termini di biosicurezza, benessere animale, parametri sanitari e produttivi, alimentazione animale, consumo di farmaci, lesioni rilevate al macello. Al fine di evitare l inserimento di suini con coda integra in situazioni in cui sussistano difficoltà nell applicazione immediata dei miglioramenti, pregiudizievoli quindi per il benessere degli animali, entro il 30 giugno 2019, gli allevamenti nei quali la valutazione del rischio ha evidenziato uno o più requisiti insufficienti, nel caso non abbiano ancora effettuato gli adeguamenti necessari per raggiungere il livello sufficiente, dovranno aver predisposto un piano di rientro in accordo con il veterinario incaricato dall allevatore, riportando le modalità e la tempistica degli adeguamenti che dovranno essere completati secondo il cronoprogramma stesso approvato dagli stessi Servizi entro e non oltre il 31 dicembre 2019 data entro la quale il piano di rientro dovrà essere presentato ed approvato dai Servizi veterinari competenti utilizzando preferibilmente il modulo Prescrizioni e crono-programma presente in Classyfarm. A partire dal 1 gennaio 2020, tutti gli allevamenti suini soggetti ad autovalutazione (svezzamento e ingrasso) dovranno aver risolto gli eventuali punti critici individuati con Classyfarm e dovranno introdurre gradualmente gruppi di suini a coda integra. Le Regioni e i Servizi veterinari controlleranno a campione, nell ambito delle attività ispettive annuali relative al Piano Nazionale Benessere Animale, che le valutazioni del rischio siano state condotte correttamente. L attività di verifica pianificata dalle Regioni e dai Servizi veterinari locali dovrà essere programmata dando priorità agli allevamenti che, in seguito alla consultazione di Classyfarm, non hanno ancora condotto la valutazione. Il Ministero ha anche indicato le attività previste per le aziende che intendono allevare suini con coda integra e classificate a basso rischio. La valutazione dei requisiti minimi sarà fatta sulla base di fattori di rischio, quali: Utilizzo di materiali manipolabili non idonei Pulizia e igiene del corpo Distress termico e scadente qualità dell aria Stato sanitario scadente e non adeguata competenza degli operatori Competizione per il cibo e inadeguatezza della razione Qualità della dieta Densità. Oltre ai rilevamenti in allevamento è previsto il monitoraggio anche in macello ad opera di veterinari ufficiali. Sulle partite si procederà: all applicazione dello score delle lesioni alla coda e alla valutazione della presenza di code con accorciamento dovuto a morsicatura; alla registrazione di altre lesioni riscontrate sul corpo (esempio orecchie) o che possano essere conseguenti alle lesioni alle code, quali gli ascessi vertebrali visibili solo all atto della macellazione; alla registrazione degli esiti del monitoraggio direttamente su Classyfarm e/o nei sistemi informativi regionali con interoperabilità con il sistema nazionale. I dati raccolti dovranno essere resi disponibili al veterinario incaricato dall allevatore e allo stesso allevatore. Aspetto fondamentale del sistema è l organizzazione dei corsi di formazione, riferiti al Piano, per veterinari abilitati ad operare su Classyfarm, coordinati dalle Regioni e Province autonome insieme ai Servizi veterinari e agli Istituti Zooprofilattici. Al fine di garantire che le informazioni fornite siano uniformi, si dovrà fare ricorso a docenti in possesso di attestato di Formatore conseguito dopo aver partecipato ad un corso specifico sulla problematica. Castrazione dei suini Proseguono, anche se molto a rilento (ma sempre sotto l occhio vigile di ASSICA), le discussioni sulla castrazione dei suini sulla scia dei recenti pareri EFSA (sostanzialmente conferma del parere datato 12 e 13 luglio 2004). Sembra che per ora, il pericolo di un divieto legislativo di castrazione, sia superato. Ricordiamo che è stata adottata una dichiarazione europea, sottoscritta da tutti i portatori d interesse tra cui il CLITRAVI e con il coordinamento della DG SANTE, in materia di castrazione dei suini. Il testo, a carattere volontario, prevede un approccio in due fasi: A partire dal 1 gennaio 2012 la castrazione dei suinetti, se realizzata, deve essere fatta tramite utilizzo preliminare di anestetici e/o somministrazione di analgesici; A partire dal 1 gennaio 2018 la castrazione dovrebbe essere abbandonata. In merito a quest ultima fase, ASSICA ha ottenuto che nel testo fosse sottolineata l impossibilità, per esigenze qualitative legate alle produzioni tradizionali della nostra salumeria, di mettere fine alla castrazione. Tuttavia tale

52 LE POLITICHE DI FILIERA deroga è subordinata alla redazione di una lista di prodotti tradizionali - non solo italiani - che per le loro caratteristiche necessitano di un suino castrato. Ai fini dell implementazione della summenzionata dichiarazione è stato istituito un gruppo di esperti - tra cui ASSICA e CLITRAVI - che ha prodotto due relazioni (la prima ad ottobre 2014, la seconda a gennaio 2018) nelle quali sostanzialmente si afferma che l ambizioso obiettivo di abbandonare la castrazione durante il 2018 non è stato raggiunto viste le enormi difficoltà che stanno affrontando le Aziende. Difficoltà istituzionali, organizzative, economiche e socio culturali ed in modo particolare per l assenza di sostanziali progressi a livello tecnicoscientifico. In particolare le discussioni sull implementazione della summenzionata deroga (lista di prodotti tradizionali che per le loro caratteristiche necessitano di un suini castrati) ha da tempo subito una brusca frenata - certificata dalle conclusioni delle Conferenza internazionale, voluta dalla DG SANTE, del febbraio sempre a causa della mancanza delle necessarie assicurazioni provenienti dal mondo scientifico. Infatti il mondo produttivo ha disperato bisogno, prima di impegnarsi in ulteriori dichiarazioni, di piene ed ampie assicurazioni che qualsiasi alternativa alla castrazione chirurgica sia in grado di garantire la stessa qualità della carne e dei prodotti a base di carne indipendentemente, per esempio, dal peso dei suini. Le politiche di filiera Nel corso del 2018 l attività nell ambito dei rapporti di filiera è stata particolarmente intensa per l associazione. Le problematiche legate alla certificazione dei prodotti DOP sono proseguite attraverso un intenso lavoro di revisione delle modalità di controllo da mettere in atto nelle fasi iniziali della produzione, sottolineando le sempre maggiori incombenze a carico delle aziende di macellazione. In tale contesto si sono avviati i confronti con i diversi attori della filiera sulle tematiche legate alla sostenibilità degli allevamenti, nonché in relazione ai necessari adeguamenti dei disciplinari di produzione dei prosciutti DOP. I lavori delle Commissioni Uniche Nazionali Le Commissioni Uniche Nazionali della filiera suinicola (Suinetti, Suini, Tagli, Grassi e strutto) hanno proseguito anche nel 2018 la propria attività di formulazione di prezzi e tendenze, assumendo al contempo una veste più formale, secondo le novità normative introdotte nel Il settore ha inoltre visto la nascita, nel corso del 2018, di un ulteriore CUN per la quotazione delle Scrofe da macello. Anche questa CUN è stata istituita, al pari delle altre 4, in conformità ai dettami della L.91/2015. Come si ricorderà con tale norma venne introdotta per conferire ufficialità alle CUN prevedendo per la loro costituzione un iter di approvazione da parte del Mipaaft e al tempo stesso identificandole quale unico riferimento di mercato nazionale: secondo il nuovo modello normativo, le rilevazioni delle Borse Merci locali per quelle medesime produzioni devono infatti venire sospese e i listini devono riportare le quotazioni elaborate dalla corrispondente CUN. L evoluzione normativa condotta dal Mipaaft e dal Mise ha condotto a mettere a punto, grazie anche al confronto con i portatori di interesse tra cui ASSICA, le norme di dettaglio per il riconoscimento delle Commissioni Uniche Nazionali in vari settori. Così nel corso del 2018 sono state ufficialmente attivate le CUN di interesse della suinicoltura nazionale, procedendo alla definizione puntuale dei rispettivi regolamenti di funzionamento e alle nomine dei commissari titolari e supplenti, nonché dei componenti il comitato dei garanti, organo che - laddove previsto - interviene in ultima istanza per dirimere divergenze tra presidenti delle parti. ASSICA si è fatta costantemente parte attiva di tutto il processo costitutivo di 4 delle 5 CUN di settore, eccezion fatta per la CUN suinetti in cui sono coinvolte esclusivamente rappresentanze del mondo allevatoriale. Nelle restanti CUN, invece, ASSICA rappresenta ed esprime un numero di commissari proporzionale alla propria rappresentatività di ciascuna delle parti

53 LE POLITICHE DI FILIERA (acquirente e venditrice) di ogni CUN, secondo quanto verificato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo e così come previsto dalla Legge istitutiva e dai successivi decreti Ministeriali che disciplinano costituzione e nomine dei commissari componenti le commissioni uniche nazionali. (10 commissari per la CUN Suini, 17 commissari per la CUN Tagli, 17 commissari per la CUN Grassi e strutto). L attività delle CUN si è quindi avviata in questa nuova veste ufficiale nei primi mesi del 2018 (da aprile), sostituendo contestualmente le rilevazioni svolte dalle borse merci e assumendo in via definitiva il ruolo di unico riferimento nazionale per le quotazioni nei rispettivi segmenti di mercato. A seguito delle positive esperienze di lavoro delle prime 4 CUN durante i mesi iniziali di attività, è emersa l intenzione tra gli operatori del settore di costituire anche una CUN per la quotazione delle scrofe da macello; sono così stati avviati i lavori per la definizione del regolamento costitutivo e per la nomina dei commissari. Grazie all esperienza accumulata per l avvio delle altre 4 CUN, l iter burocratico di questa quinta commissione unica ha visto tempi contenuti che hanno permesso agli operatori di avviare le sedute ufficiali già da ottobre Anche per la CUN scrofe l attività è proseguita nel 2018 e nei primi mesi del 2019 registrando uno svolgimento abbastanza regolare delle riunioni. Nel corso dei primi mesi del 2019, inoltre, il costante confronto degli operatori ha fatto emergere la potenziale esigenza di rivedere il listino delle quotazioni per individuare un articolazione delle voci quotate per questa CUN che meglio permettesse di identificare le diverse caratteristiche qualitative degli animali. Si è avviato così un confronto e un approfondimento presso il Mipaaft all esito del quale gli operatori valuteranno gli eventuali adeguamenti di listino da adottare. Attività degli organi di controllo e dell Ispettorato Centrale per la Qualità e la Repressione delle Frodi Il 2018 ha rappresentato un anno particolarmente intenso per l attività degli organi di controllo e dell ICQRF nel nostro settore. Dapprima la trasformazione societaria che ha coinvolto l ormai ex Istituto Nord Est Qualità (INEQ) che ha costituito nel 2018 due società indipendenti: IFCQ a cui affidare l attività di certificazione delle 23 produzioni a DOP e IGP controllate dall istituto e CaaFVG a cui affidare l attività di analisi e laboratorio, tipicamente svolta a supporto del controllo e certificazione condotte dall istituto, ma non solo. Un processo sicuramente complesso, ma votato al potenziamento dei servizi svolti, al loro efficientamento e specializzazione, nonché ad una più semplice e lineare gestione delle attività. Sempre il 2018 ha visto inoltre la prosecuzione di attività di verifica più intense a completamento delle attività di indagine avviate nel 2017 da alcune Procure italiane a seguito dell emersione di fatti giuridicamente rilevanti con riferimento alla conformità di taluni animali allevati ai sensi dei disciplinari delle DOP nazionali. L intensificazione delle attività di verifica ha comportato l emanazione da parte dell Ispettorato Centrale per la Qualità e la Repressione delle Frodi (ICQRF) di una sospensione semestrale a carico degli organismi di controllo della filiera suinicola, segnatamente IFCQ e IPQ. Tale sospensiva, atto dovuto in ossequio alle indagini sopra citate, ha consentito sia di proseguire la certificazione delle DOP nazionali senza soluzione di continuità sia a ICQRF di affiancare i due enti di controllo nella propria attività quotidiana e di avviare un processo di revisione delle pratiche di controllo e certificazione che ha portato diversi effetti virtuosi per la filiera. Sul finire del 2018 infatti, gli organi di controllo, terminato il periodo di sospensione ufficiale hanno provveduto a implementare prassi e pratiche rettificate rispetto al passato, introducendo alcune variazioni migliorative e più moderne per la rilevazione e il riscontro dell attività di certificazione. Parimenti anche il lavoro di ICQRF non è mancato e si è concentrato sull elaborazione di un percorso di uniformità dei sistemi di controllo delle DOP nazionali. Il lavoro affiancato tra ICQRF e IPQ e IFCQ ha infatti permesso di far emergere puntualmente le differenze permanenti nei piani di controllo individuali di ciascuna DOP italiana della suinicoltura, con particolare riferimento alle fasi iniziali di allevamento e macellazione. ICQRF ha così avviato un percorso per la stesura di una procedura unica e unificata dei controlli, sollecitando un coinvolgimento della filiera e di tutti gli attori al fine di definirne una stesura efficace e praticabile da tutti i soggetti interessati. Questo confronto sollecitato dall organo istituzionale preposto alla verifica delle attività di controllo sulla filiera suinicola DOP, ha indotto i protagonisti della filiera a rivedere più ampiamente le procedure attualmente applicate e ad aprire un più profondo processo di revisione per quanto concerne le regole alla base delle fasi di allevamento e macellazione dei suini per le DOP nazionali. Piani di controllo della filiera produttiva dei prosciutti DOP Le problematiche sopra descritte hanno dunque imposto, di fatto, un ripensamento del sistema dei controlli a carico della filiera produttiva. Per tale motivo, i due Enti di Certificazione (IPQ e IFCQ) che da sempre effettuano in collaborazione i controlli sulla filiera, nei mesi scorsi hanno presentato al Mipaaft i nuovi piani di controllo per i prosciutti Parma e San Daniele. Le principali differenze

54 LE POLITICHE DI FILIERA riguardano innanzitutto una maggiore razionalizzazione del sistema, a partire dall accertamento della conformità dei tipi genetici utilizzati, che saranno oggetto di una valutazione preliminare ed inseriti in una lista positiva prima di poter essere utilizzati ai fini della DOP. Per quanto riguarda gli aspetti certificativi a cavallo tra allevamenti e macelli, i piani proposti cercano di superare alcune difficoltà che stanno portando un grande disagio nella filiera, prima di tutto relativamente al peso vivo medio di macellazione. Come noto, infatti, nel caso di arrivo al macello di partite di suini di peso vivo medio superiore ai limiti imposti dal disciplinare, è possibile riclassificare le partite escludendo alcuni animali. La necessità di puntuale identificazione degli stessi sulla base del peso vivo pone non poche problematiche in capo alle aziende di macellazione. I nuovi piani di controllo prevedono la possibilità che la questione descritta venga gestita direttamente dal macello con l esclusione dei suini fuori peso (cosiddetti grossoni ) sulla linea di macellazione partendo dal peso morto di carcassa, risolvendo di fatto gran parte delle problematiche. I nuovi piani di controllo, infine, si focalizzano sulla tracciabilità della singola coscia, aumentando e perfezionando le informazioni di filiera, ponendo non poche incombenze sulle aziende di macellazione, che dovranno essere gestite in uno spirito di collaborazione tra gli anelli della filiera. I piani di controllo dovrebbero essere approvati a breve (nel momento in cui andiamo in stampa, sono ancora al vaglio delle Autorità ministeriali). Disciplinare di produzione del Prosciutto di San Daniele Certificando la necessità di riconoscere gli importanti sviluppi avvenuti nella filiera suinicola negli ultimi anni, il Consorzio del prosciutto di San Daniele, dopo opportuna discussione e confronto con gli operatori, ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo istanza di modifica del proprio disciplinare produttivo. La principale innovazione riguarda l eliminazione del riferimento al peso vivo medio di partita tra i criteri di conformità dei suini avviati alla macellazione. L esclusione eventuale dei singoli animali, ferme restando le prescrizioni relative a età e classificazione, viene operata direttamente sulla carcassa, che dovrà recare un peso morto massimo pari a 165 kg. A questo criterio si aggiunge il riferimento preciso alla forbice di peso che potrà avere la coscia rifilata, indicato come minimo pari a 12,5 kg e massimo di 17,5 kg. La nuova versione del Disciplinare, inoltre, contiene anche una revisione razionale della lista degli alimenti ammessi nelle diverse fasi di allevamento dei suini. Nell accogliere con favore questa istanza di modifica, auspichiamo che la nuova versione possa entrare in applicazione a breve, esperite le dovute procedure burocratiche sia in Italia che presso la Commissione europea. In tale contesto, diventa non più rimandabile la revisione del Disciplinare di produzione del Prosciutto di Parma, al fine di mantenere l unicità e l uniformità della filiera suinicola nazionale per la produzione del suino pesante. Il Decreto Legge Emergenze in agricoltura L inizio del 2019 ha fatto registrare per la suinicoltura nazionale ed europea momenti di elevata instabilità, complici gli scenari internazionali sempre più orientati a protezionismi e nazionalismi che hanno innescato guerre commerciali fatte di dazi e contro dazi, sanzioni e contro sanzioni e una situazione particolare del mercato suinicolo cinese che è apparso sempre più dipendente dalle importazioni e sempre meno in grado di fronteggiare emergenze veterinarie interne. Questa situazione specifica della suinicoltura è stata affiancata da altre situazioni critiche in altri settori agroalimentari nazionali: il latte, gli agrumi, l olivicolo. Per questo il Mipaaft prima e il Parlamento poi hanno ritenuto necessario emanare nei primi mesi del 2019 un provvedimento emergenziale, stanziando risorse e mettendo a punto strumenti che fossero d aiuto ai vari comparti. É così nato il c.d. Decreto emergenze in agricoltura (DL 27/2019) contenente inizialmente misure per sostenere il comparto lattiero caseario ovino, il settore agrumicolo e il settore olivicolo con particolare riferimento alla Xylella. ASSICA ha seguito attentamente e da vicino i lavori di conversione del decreto in aula alla Camera, portando le istanze del settore suinicolo, non certo esente da necessità di sviluppo e rilancio. Grazie anche alla reciproca attenzione di Onorevoli Deputati della Camera in Commissione Agricoltura e agli esponenti del governo direttamente interessati dal provvedimento (Mipaaft), è stata inserita nel decreto la previsione di un fondo a sostegno dell innovazione e della promozione del settore suinicolo con una dotazione di complessivi 5 milioni di euro per i due anni 2019 e Una misura fortemente auspicata dall associazione che permetterà, non appena tempestivamente attuata, alle aziende della filiera di disporre di risorse per attuare piani di rilancio del comparto suinicolo, investendo su ammodernamenti tecnologici, spinta ai consumi e miglioramento complessivo dei rapporti lungo la filiera per una miglior valorizzazione delle produzioni nazionali.

55 TEMATICHE AMBIENTALI Tematiche ambientali La Direttiva UE sulle Plastiche Monouso Il 19 dicembre 2018 il Parlamento europeo, il Consiglio dei Ministri UE e la Commissione europea hanno raggiunto un accordo sulla proposta di Direttiva (cosiddetta SUP) per la riduzione degli imballaggi e degli oggetti in plastica monouso. Si tratta della proposta di Direttiva -presentata a maggio volta a prevenire e ridurre l impatto, in particolare nell ambiente acquatico ( marine litter ), di prodotti monouso interamente o parzialmente in plastica e a promuovere la transizione verso materiali innovativi e multiuso. In particolare le tre istituzioni hanno adottato, emendando la proposta della Commissione, una definizione di contenitore alimentare che di fatto esclude molti contenitori dei prodotti delle Aziende del settore dal campo di applicazione della Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione dell incidenza di determinati prodotti di plastica sull ambiente. Risultato molto favorevole che accoglie in pieno le istanze presentate da ASSICA in collaborazione con altre Associazioni del settore alimentare. I contenitori di plastica per alimenti rientrano nel campo di applicazione della direttiva e gli Stati membri dovranno adottare misure necessarie per ridurne sensibilmente il consumo dal termine per il recepimento della Direttiva (pari a due anni). Tali misure potranno variare in base all impatto ambientale dei prodotti e potranno includere l uso d imballaggi riutilizzabili o l introduzione di strumenti economici quali la garanzia che i prodotti non siano forniti gratuitamente al punto vendita. Inoltre, gli Stati membri dovranno istituire regimi di responsabilità estesa del produttore di imballaggi (EPR) ed i produttori/utilizzatori dovranno coprire alcuni costi. Per conseguire tale obiettivo, gli Stati membri potranno, tra l altro, stabilire obiettivi di raccolta differenziati e istituire sistemi di garanzia (anche in questo caso, le disposizioni dovranno essere introdotte entro due anni dall entrata in vigore delle Direttiva). I contenuti dell Accordo sono i seguenti: Definizione di contenitore per alimenti Il testo concordato migliora i criteri d individuazione dei contenitori per alimenti assoggettati alle norme della Direttiva. L Allegato elenca i prodotti in plastica monouso soggetti a riduzione del consumo senza stabilire una percentuale (articolo 4). Tra questi vi sono solo i contenitori di plastica (cd contenitori per alimenti, quali scatole/confezioni, con o senza coperchio) i cui alimenti soddisfano contemporaneamente tutti i seguenti requisiti: Per consumo immediato sul posto o da asporto; Tipicamente consumati dal contenitore ; Pronti al consumo senza ulteriore preparazione come la cottura, bollitura o riscaldamento. Ad integrazione di questa definizione, presente nell Allegato, intervengono il considerando 12 e l articolo 12. Ai sensi dell articolo 12, affinché un contenitore per alimenti sia considerato come un prodotto in plastica monouso bisogna tener conto della sua tendecy to be littered. La tendenza, intesa come probabilità, che venga gettato in mare. A determinare questa probabilità è il suo volume o la misura della confezione, con particolare riferimento ai contenitori monodose. L articolo introduce inoltre l obbligo per la Commissione di elaborare Linee Guida specifiche per una interpretazione armonizzata del concetto di contenitore per alimenti con esempi concreti di cosa si intende per prodotto in plastica monouso. Il considerando 12 aggiunge che non sono da considerarsi plastica monouso i contenitori di alimenti che contengono cibo disidratato o cibo venduto freddo che richiede un ulteriore preparazione, contenitori che contengono cibo in quantità superiore alla monoporzione o le monoporzioni vendute in più unità. La contemporaneità dei summenzionati requisiti esclude inevitabilmente parecchi contenitori dei prodotti delle Aziende rappresentate da ASSICA: il testo finale della Direttiva europea rappresenta infatti un grande miglioramento rispetto al testo iniziale proposto dalla Commissione europea che conteneva una generalissima definizione di contenitore per alimenti, nella quale vi sarebbero rientrate gran parte delle confezioni utilizzate anche dalle nostre imprese. Prevalenza della Direttiva sulle alter norme (Art 2) In caso di norme confliggenti la SUP prevale sulle altre direttive in materia di rifiuti e di rifiuti d imballaggio. Contenuto di materiale riciclato (Art 6) Gli Stati membri saranno obbligati ad assicurare che le bottiglie in PET immesse sul mercato contengano almeno il 25% di plastiche riciclate entro il 2025 e che tutte le bottiglie per le bevande contengano il 30% di materiale riciclato al La Commissione svilupperà una metodologia di calcolo comune. Responsabilità estesa del produttore (Art 8) Sono stati introdotti diversi gradi di responsabilità. Per i produttori di contenitori per alimenti la responsabilità include l assunzione dei seguenti costi: sensibilizzazione sull uso di questi prodotti, raccolta differenziata, pulizia. Valutazione della Direttiva (Art 15) Il riesame della Direttiva sarà realizzato 6 anni dopo il termine per il recepimento (quindi nel 2027). Una volta pubblicata ed entrata in vigore, Gli Stati membri avranno due anni di tempo per trasporre le disposizioni della Direttiva nelle proprie legislazioni nazionali.

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57 TEMATICHE DEL LAVORO Tematiche del lavoro Accordo 9 marzo 2018 tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil Alla fine di è il risultato di un lungo ed articolato confronto, il 9 marzo 2018 è stato siglato l Accordo tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil riguardante i contenuti e gli indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva. L accordo si apre esplicitando le motivazioni della sua sottoscrizione. Le parti infatti hanno sottolineato che, per favorire i processi di trasformazione nella manifattura e nei servizi innovativi, tecnologici e di supporto all industria, deve ritenersi necessario un sistema di relazioni industriali più efficace e partecipativo. Tre sono gli obiettivi centrali da perseguire: Un impegno comune per incrementare la competitività delle imprese nel quadro di una crescita sostenibile. Un impegno comune per un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato, mettendo al centro imprese e occupabilità delle persone. Un impegno comune per introdurre un nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali che rafforzi il collegamento tra produttività del lavoro e retribuzioni, contrastando il dumping contrattuale. Principi per regolare assetti e contenuti della contrattazione Sono state definite anche linee di indirizzo generali entro le quali dovrà svolgersi la contrattazione collettiva, ai suoi differenti livelli. L obiettivo strategico è spostare il focus dei rinnovi contrattuali dai minimi tabellari ai trattamenti economici complessivi. Determinare il valore del trattamento economico minimo (TEM) consentirà di dare un parametro al legislatore qualora volesse fissare un salario minimo legale. Affidare al trattamento economico complessivo (TEC) il compito di adeguare a ciascun settore la contrattazione collettiva, consentirà di meglio distribuire il peso economico della contrattazione fra i due livelli e di computare nei costi economici dei rinnovi contrattuali, sia il salario che il welfare. Le linee di indirizzo confermano, anzitutto, che la contrattazione collettiva si svolgerà su due livelli, il nazionale e l aziendale, ovvero il territoriale, laddove esistente secondo le prassi in atto. A ciascuno dei due livelli dovranno essere assegnate specifiche caratteristiche e funzioni, evitando improprie sovrapposizioni e, dunque, favorendo il miglior coordinamento possibile. Al contratto nazionale viene confermato il tradizionale ruolo di garante dei trattamenti economici e normativi, comuni a tutti i lavoratori del settore, e di regolatore delle relazioni sindacali di settore. Viene inoltre affermata con forza la necessità di uno stretto legame tra produttività e trattamenti economici, specie a livello aziendale. Per favorire l affermazione di questo forte legame viene prevista quella che costituisce una delle principali novità dell accordo, ossia l introduzione del trattamento economico complessivo (TEC) e del trattamento economico minimo (TEM). Il contratto collettivo nazionale di categoria individuerà, anzitutto, i minimi tabellari, per il periodo di vigenza contrattuale, intesi quale trattamento economico minimo (TEM). La variazione dei valori del TEM (minimi tabellari) avverrà in funzione degli scostamenti, registrati nel tempo, dell IPCA (depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, come calcolato dall Istat), ma secondo modalità decise dai singoli contratti. I valori del TEM potranno essere modificati in ragione dei processi di trasformazione o di innovazione organizzativa, ossia ove si verifichino profonde modifiche nei sistemi di inquadramento previsti dal ccnl. Il trattamento economico complessivo (TEC) sarà costituito dal trattamento economico minimo (TEM) e da quei trattamenti economici (forme di welfare comprese) che il contratto collettivo nazionale di categoria qualificherà come comuni a tutti i lavoratori del settore. Una innovazione di grande rilievo è che sarà il CCNL a decidere a quale livello di contrattazione potranno essere erogati i singoli trattamenti economici che compongono il TEC e a chiarire il perché e la durata di quell erogazione, disciplinando anche gli effetti economici complessivi determinati da quanto erogato al primo e al secondo livello di contrattazione collettiva. Ciò significa che una volta determinato il livello del TEC, il ccnl sarà libero di delegare anche alla contrattazione aziendale il compito di raggiungere quel livello, secondo modalità che potranno essere decisa da ogni singola impresa. Rinnovo CCNL 5 febbraio 2016 dell industria alimentare Nel momento in cui stiamo andando in stampa, si stanno per avviare i negoziati per il rinnovo del CCNL 5 febbraio Il CCNL scadrà il 30 novembre 2019, per la parte normativa ed economica. La piattaforma rivendicativa dovrà essere inviata alle Associazioni industriali entro 6 mesi dalla scadenza del CCNL, e il periodo di raffreddamento (divieto azioni unilaterali) dura fino al mese successivo a quello di scadenza (dicembre 2019). Il quadro delle regole per il rinnovo dei CCNL è contenuto nell Accordo Interconfederale del 9 marzo 2018, sottoscritto tra Confindustria, Cgil, Cisl, Uil.

58 I RAPPORTI CON LA GDO I rapporti con la Grande Distribuzione Organizzata La Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali Il 19 dicembre 2018, il Parlamento europeo e il Consiglio dei Ministri UE hanno raggiunto un accordo sulla proposta di Direttiva (N 2019/633 pubblicata in Gazzetta Ufficiale UE mentre il presente Rapporto andava in stampa) della Commissione europea in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agro-alimentare. Ci sono voluti più di dieci anni di dibattito e tre gruppi di alto livello, che la Commissione europea forma per risolvere questioni particolarmente controverse mettendo insieme rappresentanti delle istituzioni UE e nazionali, operatori del settore e le loro associazioni di categoria. È stata necessaria l insistenza dell Europarlamento, una dichiarazione scritta e due risoluzioni, l ultima delle quali datata giugno 2016 e approvata a maggioranza schiacciante, e che venti Paesi legiferassero sul tema. È stata importante anche la perseveranza di un commissario, Phil Hogan, che ha sfidato le perplessità, quando non l aperta contrarietà, di alcuni dei servizi della Commissione europea (DG Concorrenza in primis). Ci è voluto tutto questo per arrivare a una Direttiva europea contro le pratiche commerciali sleali nel settore alimentare. Che questo risultato, prodotto di un così lungo ed estenuante dibattito, sia stato possibile in appena otto mesi significa che c era una volontà politica forte da parte di tutti, Commissione europea, eurodeputati e governi nazionali. Si tratta di un risultato storico, per nulla scontato e atteso dieci anni nel corso dei quali ASSICA è sempre rimasta in prima linea assumendo spesso il ruolo di protagonista e di traino sia individualmente che attraverso la nostra Associazione europea (CLITRAVI). Paolo De Castro Fondamentale il lavoro dell On.le Paolo De Castro e del suo staff che hanno ottenuto un numero significativo di modifiche al testo, che migliorano considerevolmente la protezione delle piccole, medie e medio-grandi imprese agro-alimentari italiane ed europee. Importante anche il lavoro del Mipaaft e dei suoi funzionari che tanto si sono spesi per supportare la linea italiana. Il testo finale della Direttiva migliora la proposta della Commissione in due aspetti fondamentali, in quanto: Prevede l estensione del campo di applicazione della Direttiva a tutti i fornitori agroalimentari con un fatturato uguale o inferiore ai 350 milioni. Questo risultato aumenta di 7 volte la proposta iniziale della Commissione europea che fissava il limite massimo per la protezione dei fornitori a 50 milioni di fatturato. Vale la pena ricordare che si tratta di un'armonizzazione minima, pertanto gli Stati membri potranno prevedere l estensione dell ambito di applicazione nelle loro legislazioni nazionali. Vista la proposta iniziale si tratta di un ottimo risultato, il massimo che si potesse ottenere, ma che inevitabilmente denota la scarsa ambizione della Commissione europea e di alcuni Stati Membri. Premesso che quando una pratica commerciale è sleale, lo è per tutti, indipendentemente dalle dimensioni dell Azienda che la subisce, tale limite non trova giustificazione alcuna né nella valutazione d impatto della Commissione europea di accompagnamento alla proposta, né nella legislazione UE in altri settori (sistemi telematici di prenotazione, FinTech, Piattaforme online, etc.) dove le Aziende sono protette indipendentemente dal loro fatturato. Chiarisce ulteriormente la finalità della Direttiva, includendo una definizione generale di pratiche commerciali sleali sia nell'articolato che nei considerando, alla quale i vari Stati membri potranno ricorrere per estendere a livello nazionale la lista di pratiche vietate. Altri importanti risultati ottenuti sono i seguenti: Viene aumentato in modo significativo il numero di pratiche sleali, con 8 ulteriori pratiche (6 sempre vietate e due cosiddette grigie e vietate solo in presenza di un accordo tra le parti) rispetto alle 8 iniziali proposte dalla Commissione. Queste sono: 1. il termine di pagamento a 60 giorni per i prodotti non deperibili, 2. il pagamento per servizi non resi, 3. l obbligatorietà di un contratto scritto se richiesto dal fornitore, 4. il divieto di abuso di informazioni confidenziali del fornitore da parte dell acquirente, 5. il divieto di ritorsioni commerciali o anche solo la minaccia di ritorsioni nel caso in cui il fornitore si avvalga dei diritti garantiti da questa Direttiva, 6. il divieto di pagamento da parte del fornitore per la gestione dei reclami dei clienti non dovuti alla negligenza del fornitore stesso. Le due pratiche addizionali grigie, e quindi vietate se non concordate in modo trasparente e prima dell inizio dell accordo di fornitura sono: 1. il divieto di trasmettere al fornitore i costi di advertising, in aggiunta a quelli promozionali e

59 I RAPPORTI CON LA GDO di marketing proposti dalla Commissione, 2. il pagamento per la gestione del prodotto una volta consegnato. Le otto pratiche proposte dalla Commissione si suddividono in 4 nere: (1. ritardi nei pagamenti per i prodotti deperibili (oltre i 30 giorni), 2. modifiche unilaterali e retroattive dei contratti di fornitura, 3. cancellazione degli ordini di prodotti deperibili con breve preavviso, 4. pagamento per il deterioramento dei prodotti già venduti e consegnati all acquirente) e 4 grigie (1. restituzione dei prodotti invenduti, 2. pagamenti per poter diventare fornitore o per altri servizi non richiesti, 3. pagamenti per spese promozionali, 4. pagamenti per spese pubblicitarie); Vengono poi rafforzate molte delle pratiche iniziali proposte dalla Commissione, come l inserimento del preavviso di minimo 30 giorni per le cancellazioni degli ordini, il divieto di qualsiasi modifica unilaterale dell ordine, indipendentemente dal fatto che sia retroattiva o meno, o il divieto di imposizione non solo da parte dell acquirente, ma anche da parte delle centrali d acquisto, di costi e servizi non richiesti; L'accordo migliora anche l'equità a livello globale. Oltre all'inclusione di fornitori stranieri, sono ora coperti anche gli acquirenti residenti in Paesi terzi. Il Parlamento aveva chiesto questo punto per evitare eventuali triangolazioni da parte degli acquirenti che potrebbero avere o decidere di spostare la propria sede legale o centrale d acquisto al di fuori dell Unione, pur mantenendo la propria rete distributiva in Europa, per eludere tale Direttiva; Al fine di garantire la confidenzialità delle denunce, e soprattutto dei denuncianti (spesso scoraggiati nel procedere dal cosiddetto fear factor, la paura di eventuali ritorsioni da parte dei propri clienti), viene difesa la confidenzialità del fornitore durante la procedura investigativa, non solo in merito alla sua identità, ma anche a tutte le altre informazioni che il fornitore stesso individua come sensibili. Sulla stessa linea, viene data la possibilità alle organizzazioni di fornitori e alle organizzazioni di rappresentanza di presentare denuncia all autorità di contrasto a nome dei propri soci, garantendo ulteriormente l anonimato del denunciante. Anche le organizzazioni non governative potranno sporgere una denuncia su richiesta di un fornitore; Viene data la possibilità al fornitore di decidere a quale autorità di contrasto rivolgersi (e che sarà responsabile per l indagine): a quella del proprio Stato membro o a quella dello Stato membro dell acquirente (se queste due non coincidono), di modo che possa scegliere la legislazione nazionale più appropriata alle proprie necessità; Oltre a rafforzare i poteri e le risorse per le autorità di contrasto nazionali previsti dalla proposta della Commissione, vengono inseriti anche alcuni obblighi minimi sia da un punto di vista temporale che procedurale (obbligo di agire) per garantire il massimo di certezza giuridica ed evitare quanto successo in alcuni Stati membri che, seppur dotati di legislazioni avanzate in materia, le hanno lasciate largamente inapplicate. In più, proprio per evitare la mancata implementazione da parte delle autorità nazionali, si prevede che queste autorità possano essere più di una, in modo da garantire una maggiore efficacia dell attività di contrasto; Sono poi stati inseriti poteri rafforzati per le autorità di contrasto quali il potere di avviare provvedimenti provvisori e di effettuare ispezioni a sorpresa sul luogo e nell'ambito di un'indagine; È stato inserito anche l impegno da parte della Commissione di realizzare uno studio sugli effetti delle centrali di acquisto sul funzionamento della filiera agro-alimentare, che servirà come base della futura revisione della Direttiva; Viene rafforzata la cooperazione tra le autorità nazionali, che dovranno incontrarsi almeno una volta all anno al fine di discutere le proprie buone pratiche, analizzare eventuali sviluppi di nuove pratiche commerciali sleali nella filiera e, insieme alla Commissione, adottare raccomandazioni al fine di garantire un applicazione della Direttiva il più omogenea possibile a livello UE. In più, la Commissione creerà un sito web tramite il quale si potranno avere in modo chiaro tutte le informazioni necessarie in merito alle singole autorità di contrasto nazionali; Data la velocità con cui nuove pratiche commerciali potrebbero emergere, è stato inserito l obbligo per la Commissione di valutare l applicazione della Direttiva ed eventualmente di proporne una revisione. Gli Stati membri hanno ora tempo fino al 1 maggio 2021 per provvedere al recepimento emanando apposite misure legislative nazionali che dovranno comunque applicarsi dal 1 novembre Come noto, in materia di pratiche commerciali sleali, in Italia si applicano già dal 2012 le norme dell'art. 62. L'Associazione ha già avviato gli opportuni contatti per monitorare i lavori nazionali in merito ed evitare stravolgimenti di una norma delicata come il citato Art. 62. Riteniamo anzi che l'occasione possa essere propizia per introdurre eventuali migliorie. Il Regolamento UE sulle Piattaforme online Il 14 febbraio 2019 il Parlamento e Consiglio UE hanno raggiunto un accordo sulla proposta di Regolamento per promuovere l'equità e la trasparenza per gli utenti aziendali dei servizi di intermediazione online (P2B), considerato dalla Commissione come un dossier prioritario nella revisione intermedia della Strategia per il Mercato Unico Digitale. Approfondimenti sul sito

60 L ATTIVITÀ NEL QUADRO DELLE ASSOCIAZIONI EUROPEE L attività nel quadro delle Associazioni europee Giorgia Vitali nuovo Presidente del CLITRAVI Giorgia Vitali Con grande soddisfazione di ASSICA, Giorgia Vitali è stata nominata Presidente del CLITRAVI, la Federazione europea per l industria della trasformazione della carne, per il triennio L elezione è avvenuta nel corso dell Assemblea generale che si è riunita l 11 aprile 2019 a Salisburgo in Austria. Il CLITRAVI raggruppa e rappresenta 28 Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, 25 delle quali appartengono all UE mentre altre 3 hanno un ruolo di osservatore. Giorgia Vitali, Rappresentante di ASSICA, ricopriva già il ruolo di vicepresidente della federazione dal Era dagli anni 50 che un Azienda associata ASSICA non assumeva la Presidenza del CLITRAVI, dai tempi del cavaliere del lavoro Francesco Vismara che ne fu uno dei soci fondatori nel Classe 1979, già Presidente del Consorzio del Prosciutto di Modena, Vice Presidente del CLITRAVI, membro del Consiglio Generale di ASSICA, Consigliere dell Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, Giorgia Vitali rappresenta la terza generazione di un Azienda familiare legata al territorio, come nella migliore tradizione italiana. La storia del salumificio Vitali SpA inizia nel secondo dopoguerra quando era solo una bottega in un piccolo Paese dell Appennino bolognese, dove il fondatore dell Azienda mise in pratica quanto aveva appreso negli anni precedenti lavorando come norcino. In pochi anni la macelleria fu trasformata in un piccolo macello e salumificio e negli anni 80 venne ampliata l attività acquistando uno stabilimento interamente dedicato alla stagionatura del prosciutto crudo. Nel tempo il prosciuttificio è cresciuto, sono stati acquisiti ulteriori impianti ed oggi la tradizione di allora si coniuga perfettamente con stabilimenti moderni, efficienti e tecnologicamente all avanguardia, capaci di conquistare i mercati globali. Ringrazio i miei colleghi del CLITRAVI per la fiducia ed ASSICA per il costante supporto di questi anni. La mia elezione rappresenta un progetto per il futuro che mi impegnerò a realizzare, con il contributo di tutti. L obiettivo è portare il CLITRAVI dove merita, renderlo un interlocutore trasparente, credibile e professionale per tutti i livelli istituzionali della UE. Il CLITRAVI lavorerà attivamente alla costruzione delle politiche europee del settore che, è importante ricordare, non possono prescindere da un solido Mercato Unico, prerequisito irrinunciabile per affrontare le sfide del futuro e sul quale bisogna ancora lavorare. C è bisogno di una migliore implementazione della legislazione vigente e di una maggiore armonizzazione del quadro normativo, per far fronte, soprattutto in questo momento, alle pressioni del nazionalismo economico che portano ad una pericolosa distorsione della concorrenza riducendo drammaticamente la competitività delle nostre Aziende. Consapevoli che le iniziative nazionali difficilmente scompariranno, il mercato dell agro-alimentare, così come l Europa intera, si trova ad un bivio: andare avanti, con risoluzione e determinazione, o ricadere nella mediocrità ha dichiarato Giorgia Vitali a margine della sua elezione. Mi impegnerò affinché il CLITRAVI contribuisca a trovare risposte comuni a problemi comuni. Il primo è la necessità di costruire una politica industriale europea ambiziosa di lungo termine, che consideri il settore alimentare per quello che è, il primo settore manifatturiero europeo. Senza dimenticare l esigenza di sviluppare un commercio globale favorevole attraverso gli accordi internazionali tra UE e Paesi terzi, per dare più opportunità alle nostre Aziende di esportare i loro prodotti nei mercati in cui la domanda di Made in Europe è in costante crescita ha poi concluso la nuova Presidente.

61 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE IVSI e la comunicazione del settore Nato nel 1985, grazie alla lungimiranza pioneristica di alcuni produttori, l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (IVSI) è un consorzio volontario, senza fini di lucro, creato per rispondere alle esigenze di maggiori informazioni da parte dei consumatori e per valorizzare l immagine dei salumi in Italia e nel mondo. L'Istituto Valorizzazione Salumi Italiani si è ormai affermato come una fonte informativa autorevole nel mondo della salumeria italiana, divenendo un punto di riferimento per la stampa, gli opinion leader e i consumatori. Nel tempo ha ideato e realizzato molte attività e iniziative di carattere informativo e promozionale, tra cui due format di successo - SalumiAmo e Reporter del Gusto - che hanno raggiunto ormai una portata internazionale. IVSI ha realizzato anche numerosi Programmi di promozione della salumeria italiana in Europa (Germania, Francia, Inghilterra, Svezia, Finlandia, Belgio) e in diversi Paesi Terzi (Russia, Brasile, Stati Uniti, Canada, Corea del Sud, Hong Kong, Taiwan e Giappone). Oltre che nella valorizzazione dei salumi italiani (di cui si trova un ampio dettaglio nelle pagine che seguono) IVSI gioca un ruolo centrale, e sempre più strategico, anche a difesa del settore, con il diretto coinvolgimento nell attività di crisis management, in stretta sinergia con l Associazione. Infatti, ASSICA ha delegato l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani a svolgere l attività di comunicazione e promozione a favore del settore dei salumi e della carne suina, promossa anche grazie alla collaborazione con i le Istituzioni pubbliche. (Italia e Germania), ha un budget complessivo di 3,2 milioni di, è realizzata in collaborazione con i Consorzi di Mortadella Bologna, Salame Cacciatore e Zampone e Cotechino Modena e vede l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani come ente coordinatore. Enjoy European Quality è la campagna svolta negli Stati Uniti con un budget complessivo di quasi 6 milioni di ed è realizzata in collaborazione con il Consorzio per la Tutela dell Asti (ente capofila) e il Consorzio Provolone Valpadana DOP. Infine, il 2018 ha visto l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani impegnato anche nei Programmi SalumiAmo Canada e SalumiAmo Taiwan, entrambi realizzati in collaborazione e con il contributo dell Agenzia ICE. Oltre alle numerose attività promozionali realizzate, il 2018 ha visto anche il rinnovo delle cariche IVSI - con la conferma di Francesco Pizzagalli alla Presidenza dell Istituto Valorizzazione Salumi Italiani - e la finalizzazione del Manifesto IVSI - la Carta dei nostri valori, presentato per la prima volta il 2 ottobre al Salone della CSR e dell Innovazione sociale di Milano, in un contesto focalizzato su questi temi e nel quale è stato descritto come un progetto interessante, da seguire con attenzione. I primi mesi del 2019 hanno poi visto la presentazione del Manifesto IVSI alle aziende, alla stampa e al grande pubblico (maggiori informazioni nelle pagine seguenti). Nell ultimo anno l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani ha realizzato molte iniziative usufruendo anche di contributi pubblici nazionali ed europei. In Italia, dopo essersi aggiudicato il Lotto 3 del Bando ISMEA-MIPAAFT per la realizzazione di un Programma di Valorizzazione delle carni fresche e dei prodotti trasformati della filiera suinicola, ivi comprese le produzioni a denominazione di origine, nel marzo 2018 IVSI ha avviato la campagna denominata Salumi e carne suina: Energia che è un piacere, della durata di 18 mesi e con un budget complessivo di 1 milione di euro, cofinanziato all 80% da contributo pubblico. Sono proseguite anche le attività legate alle due campagne triennali che beneficiano di contributi europei. Autentico Piacere Europeo, riguarda il mercato interno

62 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE Salumi e Carne Suina Energia che è un piacere : leggerezza e movimento nel visual della campagna La campagna Salumi e Carne Suina: Energia che è un piacere, cofinanziata dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, mira a contrastare le fake news, con una informazione corretta e completa, e a legittimare il consumo di state incluse iniziative di sensibilizzazione della classe medico-scientifica, il coinvolgimento di esperti di nutrizione attraverso la collaborazione con alcune piattaforme online e l organizzazione di eventi con crediti formativi ECM, un incisiva attività di ufficio stampa e Pubbliche Relazioni su radio, tv, stampa e web, alcuni eventi SalumiAmo mirati a raggiungere un vasto pubblico di consumatori e la collaborazione con l Unione Nazionale Consumatori per iniziative rivolte ai giovani studenti e molte altre iniziative. carne suina e salumi in una dieta equilibrata e in un corretto stile di vita. Il logo creato per la campagna rappresenta in modo leggero il consumo di carne e salumi e richiama il movimento e l attività fisica. Il visual trasmette i concetti di leggerezza, salute e attività fisica, ossia le coordinate dei messaggi di comunicazione presenti negli obiettivi. Per rappresentare al meglio i prodotti della salumeria e rinnovare il set di immagini nell archivio dell Istituto, è stato realizzato un servizio fotografico di salumi e carne suina, che conta oltre un centinaio di scatti. Lo shooting è stato studiato per trasmettere un immagine genuina, moderna e piacevole di questi prodotti. Una selezione delle foto scattate è stata impiegata su una brochure e in altri materiali informativi. Infine, sono state effettuate anche delle riprese video per aggiornare il database di immagini dell Istituto da utilizzare in trasmissione tv e sul web. Oltre all ideazione dell identità visiva e alla creazione di un database aggiornato di foto e video, nella campagna Salumi e Carne Suina: Energia che è un piacere sono Il ruolo chiave delle relazioni con i media Come noto l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, attraverso il proprio Ufficio Stampa, mantiene contatti quotidiani con gli operatori dell informazione di stampa, TV, radio e web al fine di favorire la diffusione di notizie sul Con Elisa Isoardi si parla di salumi a Buono a sapersi settore e sui prodotti di salumeria. Attraverso l emissione di comunicati stampa, incontri con giornalisti e interviste ai vertici associativi e consortili sono state diffuse

63 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE informazioni sui prodotti (valori nutrizionali, aspetti produttivi, qualità organolettiche, suggerimenti di utilizzo in cucina) e sul settore e sulla filiera con notizie economiche, dinamiche export, sicurezza alimentare e benessere animale, sostenibilità e made in Italy. caratteristiche della salumeria italiana e che hanno saputo farlo innovandone il linguaggio. I giornalisti italiani premiati sono: Francesco Bianco, Radio LatteMiele; Federica De Denaro, Rai Uno; Angela Frenda, Corriere della Sera; Sonia Peronaci, Andrea Radic, Ansa. Per la stampa estera invece Fabian Hörack, Merum; Brigitte Menge, Top Magazine. Ad ospitare la cerimonia di premiazione lo stellato Ristorante Morelli che, per l occasione, ha interpretato i salumi italiani creando dei piatti molto originali come, per esempio, il Mini Mac di pasta di salame e composta di cipolla rossa, molto apprezzati dagli ospiti. Davide Calderone con Salvo Sottile alla trasmissione Mi Manda Raitre IVSI garantisce il presidio dei media anche attraverso la rassegna stampa che monitora gli articoli di quotidiani (nazionali e locali), periodici, agenzie e web oltre che i servizi radiotelevisivi. Questa attività si rivela strategica nel rilevare i potenziali argomenti critici e nel gestire la crisi in occasione di allarmi mediatici che impegnano la cellula di crisi - interna a IVSI/ASSICA - nell ambito del crisis management. Il buon rapporto con le redazioni - ottenuto anche grazie alla collaborazione di un agenzia di comunicazione specializzata nelle PR radiotelevisive - ha garantito un ottima presenza dei salumi italiani nelle principali trasmissioni radiotelevisive e nelle diverse fasce orarie. I vari temi sono stati trattati con dati scientifici, fonti autorevoli e testimonial d eccezione. Da sottolineare la buona presenza nelle radio: da Radio 24, a Radio RAI fino ai network come Radio Capital, in tutto l etere si è parlato di salumi. Nel 2018 sono stati promossi ben 202 spazi radiotelevisivi, che hanno raggiunto un audience complessiva di Numerosi anche gli articoli pubblicati sulla carta stampata e sul web: i 637 articoli usciti su stampa quotidiana, specializzata, periodica, e agenzie di stampa hanno raggiunto una diffusione di Sempre più incisiva la presenza sui siti web, che nel 2018 ha raggiunto l interessante risultato di 371 articoli pubblicati. Il Premio giornalistico REPORTER DEL GUSTO ha fatto 13! L 8 novembre 2018 si è svolta a Milano la cerimonia di premiazione della tredicesima edizione di Reporter del Gusto. Il premio è stato assegnato a 7 giornalisti di stampa e TV - cinque italiani e due tedeschi - che hanno raccontato e divulgato, attraverso il loro lavoro, le Il Presidente Pizzagalli premia Angela Frenda Food Editor del Corriere della Sera Reporter del Gusto è nato nel 2004 e, nelle tredici edizioni, il Premio è stato assegnato a 74 italiani e 28 stranieri, di testate europee (Germania e Svezia), asiatiche (Giappone, Corea del Sud, Hong Kong e Macao) e Sudamericane (Brasile). Riconoscimenti che sono andati a tutti i mezzi di informazione, non solo carta stampata ma anche televisione, radio e web. Nutrizione e stili di vita sempre presenti nella comunicazione IVSI L attività di comunicazione dell Istituto Valorizzazione Salumi Italiani sui temi di carattere medico-scientifico e nutrizionale è sempre una delle priorità, soprattutto per contrastare la diffusione di messaggi errati e per promuovere il legittimo inserimento dei salumi italiani in una alimentazione equilibrata. Per questo, in tutta l attività di ufficio stampa e di relazione con i media radiotelevisivi, il tema nutrizionale ha sempre un ruolo fondamentale al fine di legittimare il consumo di questi prodotti in una corretta dieta alimentare. Nell ultimo anno, anche grazie al programma Salumi e carne suina: energia che è un piacere, sono state create diverse occasioni per affrontare questi temi. Ad esempio, con la partecipazione a convegni scientifici autorevoli, come nel caso del Forum di nutrizione pratica NutriMi (Milano, aprile 2018 e 2019), in cui si sono registrati interventi di medici ed esperti di nutrizione per evidenziare

64 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE il ruolo di carne e salumi a tavola, con un aggiornamento sui più recenti studi che contribuiscono a posizionarli correttamente, soprattutto per alcuni target specifici come gli anziani o gli sportivi. Oppure con l organizzazione di un ECM Roadshow su carne suina e dei salumi, dedicato alla formazione per medici, dietisti e biologi, che punta a fare luce su una categoria di prodotti tanto emblematici per la nostra tradizione alimentare, quanto sempre più spesso oggetto di disinformazione: ad ogni tappa dei corsi (che danno diritto all ottenimento di crediti formativi), le relazioni di esperti autorevoli presentano le evidenze scientifiche più recenti, dando luogo a un dibattito costruttivo e offrendo una preziosa occasione di confronto. In particolare, per questa iniziativa, realizzata in collaborazione con un agenzia specializzata, sono stati realizzati appositi materiali informativi, pensati per un approfondimento mirato sulle tematiche oggetto degli ECM e focalizzati sui contenuti più interessanti sotto il profilo medicoscientifico. A inizio 2019 ASSICA e IVSI hanno ospitato a Parma il Presidente e i consiglieri della SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, per visitare un prosciuttificio e incontrare i ricercatori della Stazione Sperimentale per l Industria delle Conserve Alimentari (SSICA) di Parma, con lo scopo di supportare la delegazione, che aveva espresso l interesse a documentarsi in modo approfondito sulla produzione di salumi. I medici di famiglia sono il primo fronte di informazione nutrizionale per milioni di consumatori ed è stato utile poter mostrare loro alcune fasi di produzione e il livello di food safety espresso dal comparto. La comunicazione in ambito scientifico è svolta anche attraverso altri strumenti: il canale Facebook collegato al programma Salumi e carne suina: energia che è un piacere, che pubblica contenuti dedicati appositamente al pubblico di utenti social; gli interventi dei nutrizionisti alle trasmissioni radiotelevisive; la presenza degli esperti dell Istituto Valorizzazione Salumi Italiani e di ASSICA in eventi di grande visibilità, come il Festival della Scienza di Genova e Mantova Food & Science Festival, associata alla partecipazione, anche in questo caso, di figure del mondo medico. SalumiaAmo : gusto e cultura, un binomio che piace Nell ambito della campagna Salumi e carne suina: energia che è un piacere sono stati realizzati diversi eventi per i consumatori. Il primo appuntamento a Milano, con SalumiAmo and the city, evento inserito nel calendario ufficiale di Milano Food City A Palazzo Bovara i salumi sono stati presentati al naturale e in piccole opere d arte create dal food designer Paolo Barichella; non è mancato anche il focus sulla nutrizione grazie alla presenza di Evelina Flachi della trasmissione Rai La Prova del Cuoco. Il Presidente e i consiglieri SIMG in visita a un prosciuttificio di Parma Altro appuntamento nella seconda edizione del Mantova Food&Science Festival, manifestazione con 200 appuntamenti a cavallo fra scienza e nutrizione. Il 19 maggio 2018 IVSI ha organizzato un laboratorio di degustazione dal titolo Ode al salume che mirava a spiegare come nasce un salume, come valutarne la qualità e come apprezzarne le caratteristiche organolettiche, una serie di regole e indicazioni per assaporare al meglio i

65 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE salumi italiani. Al fianco dell esperto di analisi sensoriale, Cornelio Marini, la nutrizionista Maria Cassano che si è occupata di informare la platea sulle caratteristiche nutrizionali dei salumi in degustazione. A ottobre IVSI ha partecipato all iniziativa Cibo a Regola Alla luce della positiva esperienza di Napoli, l Istituto ha partecipazione anche all edizione milanese di Cibo a Regola d Arte 2019, divenuta un vero e proprio festival sul cibo del futuro. Oltre allo spazio SalumiAmo anche il talk dal titolo Salumi etici: i valori del Manifesto IVSI con Alcuni momenti di Cibo a Regola d Arte di Napoli: il talk con Luca Govoni, Monica Malavasi e Tommaso Galli, le preparazioni di Daniele Reponi e la degustazione del pubblico d Arte del Corriere della Sera, tenutasi a Napoli, il 27 e 28 ottobre 2018, nella meravigliosa cornice di Palazzo Pignatelli. Qui si è parlato del settore, del ruolo di salumi e carne suina nella storia e del rapporto fra tradizione e modernità a tavola. Il tema dell evento - Il cibo democratico - è stato declinato da IVSI nei panini democratici, espressione popolare dell abbinamento più comune: pane e salumi. La presenza di Daniele Reponi ha assicurato una grande partecipazione di pubblico nello spazio IVSI, mentre il food-talk sulla storia del maiale e dei salumi, affrontato da Luca Govoni, Docente di Storia della cucina e gastronomia ad ALMA - La Scuola Internazionale Francesco Pizzagalli, Presidente dell Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, e Luca Govoni, (Docente ALMA). Nell edizione 2018 del Festival della Scienza di Genova, che si è tenuta dal 25 ottobre al 4 novembre, IVSI ha organizzato un evento SalumiAmo di grande coinvolgimento, realizzando un gioco-quiz sui salumi, con un blind tasting, e un gioco a squadre. L evento si è dimostrato un ottima occasione di apprendimento, in un clima piacevole e non accademico, una formula che ha colpito sia i consumatori presenti sia l organizzazione della kermesse. A Otranto, i salumi emblema dell antispreco nel progetto LeftOver Lovers di Cucina Italiana, ha interessato la platea che ha gremito l incontro, risultando uno degli appuntamenti più interessanti della due giorni a Napoli del gruppo editoriale RCS. L evento è stato comunicato e raccontato in diretta anche dal profilo ufficiale Twitter dell evento; inoltre una videointervista sui salumi e sul progetto del Manifesto IVSI, pubblicata sui media dell iniziativa del Corriere, ha consentito di raggiungere un ampio numero di consumatori e foodies. Con SalumiAmo, nella primavera 2019, IVSI ha sostenuto anche il progetto LOL - LeftOver Lovers, in inglese Gli amanti degli avanzi contro lo spreco alimentare nel settore della ristorazione. Presente all evento inaugurale anche lo chef Cristian Broglia che ha dimostrato quanto sia attuale in cucina il detto medievale del maiale non si butta via niente. Nel suo intervento ha illustrato le buone pratiche per non sprecare nemmeno una fetta di salame in cucina.

66 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE Giovani studenti Pubblicitari per un giorno! In collaborazione con l Unione Nazionale Consumatori (UNC), l Istituto ha promosso il Concorso Pubblicitario per un Giorno dedicato ai giovani, un pubblico sempre molto ricettivo, spesso coinvolto nelle diverse attività di comunicazione grazie all apporto unico che fornisce in termini di creatività e, se stimolato correttamente, di riscontri positivi. Il contest era rivolto agli studenti delle scuole superiori di II grado e delle Università e mirava a sviluppare in modo creativo la produzione di mini-video pubblicitari, della durata massima di 2 minuti, dedicati a carne suina e salumi. Applausi e interviste alla cerimonia di premiazione del concorso Pubblicitario per un giorno Queste due categorie sono state affrontate sviluppando almeno uno dei temi oggetto della campagna: qualità e sicurezza della filiera suinicola, tradizione e gusto in tavola, l importanza dell equilibrio fra alimentazione e attività fisica, carne suina e salumi nella dieta mediterranea. Molti gli elaborati ricevuti da tutta Italia, alcuni molto innovativi e di qualità professionale, nei quali i ragazzi hanno interpretato a modo loro la corretta e completa comunicazione sui prodotti della filiera, evidenziando le caratteristiche migliori di ciascun prodotto portato in video. Dopo la selezione della giuria, e le votazioni degli utenti sul web per la categoria premio del pubblico, i 3 migliori video sono stati premiati a Roma, il 9 aprile 2019, in un evento che è stata anche l occasione per parlare dell intera campagna e del ruolo di una corretta comunicazione nel settore alimentare. Falsi miti, fake news e bufale, si combattono con una giusta informazione, a partire dalla scuola: un appuntamento molto apprezzato dai ragazzi e dai professori presenti nel pubblico. Sito web e comunicazione online Presidio sul web dell Istituto, è il sito attraverso cui IVSI diffonde news, comunicati stampa, ricette e altre informazioni sulla salumeria italiana. Il sito, pubblicato anche in lingua inglese, mantiene le sue performance di traffico (proveniente in parte anche da Paesi stranieri, principalmente dalla Francia) e si conferma come un importante luogo di informazione per utenti e operatori. Come in passato, l accesso alla versione mobile ha ormai raggiunto i volumi della versione desktop, ma in questo caso, il traffico dall estero, seppure minimo, avviene dagli Stati Uniti. In termini di contenuti, mentre da pc gli utenti hanno navigato principalmente l Area Salute e Benessere, soprattutto nelle pagine dedicate al consumo di salumi in gravidanza, da mobile le letture preferite avvengono sulle pagine che spiegano le caratteristiche e le modalità di preparazione dei vari salumi, in Conoscere i salumi. Sotto il profilo dei social, nel 2018 IVSI ha confermato la sua presenza sulle principali piattaforme, come con la pagina Facebook SalumiAmo, che conferma i circa fan, il canale YouTube SalumiAmoTV, che continua a registrare buone performance di pubblico, raggiungendo migliaia di utenti ogni giorno; nel 2018 ha raggiunto un numero di visualizzazioni complessive dei video di circa , con 189 video e circa iscritti al canale (quasi 500 in più rispetto al 2017). Il profilo SalumiAmo ufficiale su Twitter conta oggi oltre follower. Sempre in ambito web, oltre ai canali SalumiAmo, è stata creata la pagina Facebook Salumi e carne suina: Energia che è un piacere, sulla quale vengono condivisi articoli e notizie legate a questi prodotti; nei primi 5 mesi di attività la pagina ha raggiunto oltre fan. Italia e Germania: è ancora un Autentico Piacere Europeo A fine maggio 2018 si è conclusa la prima annualità del progetto Autentico Piacere Europeo, il programma triennale riguardante il mercato interno, del valore complessivo di 3,2 milioni di, che vede l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (soggetto coordinatore) impegnato in Italia e Germania insieme ad altri 3 beneficiari (Consorzio Cacciatore Italiano, Consorzio Mortadella Bologna e Consorzio Zampone e Cotechino Modena). Nell ambito di tale campagna, a febbraio 2018, sono stati ospitati 9 giornalisti della stampa tedesca per un press tour nelle zone di produzione. A marzo presso la Paul-Kerschensteiner-Schule, appartenente al circuito della DEHOGA Akademie nella

67 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE cittadina di Bad Überkingen (vicino a Stoccarda), si sono tenute 3 masterclass sui salumi italiani con lo chef Cristian Broglia. 75 studenti e 5 professori hanno assistito interessati alle lezioni di teoria e pratica e sono stati informati della possibilità di partecipare ad un contest a loro dedicato che avrebbe premiato le 3 migliori ricette creative a base di uno o più salumi DOP/IGP italiani con un viaggio studio in Italia. Grazie alla partnership con JRE, nella primavera 2018 sono stati organizzati tre eventi rivolti alla stampa, ai bloggers e agli operatori del settore in tre città tedesche - Amburgo, Düsseldorf e Berlino - scelte con lo scopo di lanciare la campagna promozionale nella GDO tedesca, La concorrente tedesca premiata dal famoso chef Massimo Bottura coinvolgendo 12 diversi punti vendita del gruppo Edeka. Nel mese di novembre sono state realizzate altre 3 masterclass sui salumi, nella stessa scuola di cucina vicino a Stoccarda (fiore all occhiello della formazione di settore in Germania), tenute dallo chef italiano Marcello Ferrarini e indirizzate a una ottantina di studenti. Al fine di massimizzare l interesse dei partecipanti, è stato organizzato un nuovo contest e i primi tre classificati sono stati premiati con un viaggio-studio in Italia, svolto in concomitanza con la Festa dello Zampone e del Cotechino Modena IGP. Tra le tre ricette classificate la migliore è stata selezionata da Massimo Bottura per partecipare alla gara fra istituti alberghieri ed è risultata la vincitrice dell intera competizione, fra le 10 in gara. EEQ - Enjoy European Quality : in USA per promuovere la qualità Nel 2018 è entrato nel vivo il Programma promozionale negli Stati Uniti cofinanziato dall Unione europea con un budget complessivo di quasi 6 milioni di. Enjoy European Quality, questo il nome della campagna, coinvolge 3 enti del mondo agroalimentare - l Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, il Consorzio per la tutela dell Asti (soggetto proponente e coordinatore) e il Consorzio Provolone Valpadana DOP - uniti per promuovere i prodotti italiani autentici sul mercato nordamericano (contrastando il fenomeno dell Italian Sounding) e aumentare le occasioni di consumo, oltre alla propensione all acquisto dei prodotti coinvolti. Nel 2018 sono stati organizzati 3 seminari guidati e incontri b2b dedicati alle aziende partecipanti nelle città di New York e San Francisco (in gennaio) e a Miami (in febbraio). Sono stati realizzati anche eventi promozionali Life style in locali di tendenza nelle principali città della East Coast (Chicago, New York, Miami) e della West Coast (Los Angeles e San Francisco) e promozioni presso i ristoranti, con l obiettivo di promuovere i prodotti della campagna in momenti conviviali. Inoltre, è stata fatta anche attività di promozione sui punti vendita, con assaggi e diffusione di informazioni sui prodotti della campagna. Nel gennaio 2019 IVSI è tornato negli Stati Uniti toccando le città di San Francisco - con un Seminar breakfast al Westin St. Francis, in concomitanza del Winter Fancy Food - e Chicago dove, presso il ristorante Gibsons Italia, sono stati organizzati incontri B2B e un press lunch per presentazione alla stampa locale le eccellenze italiane. Il press lunch a Chicago Per la promozione e la diffusione del progetto EEQ, sono stati creati un sito web - e profili e pagine sui principali social network (Facebook e Instagram) per ottimizzare la comunicazione e raggiungere il grande pubblico con contenuti sempre aggiornati. SalumiAmo in Canada Tra fine febbraio e l inizio di marzo 2018 è stata organizzata la missione SalumiAmo Canada, con una serie di eventi per far conoscere e degustare i salumi italiani, supportare le aziende consorziate, e presentare la qualità unica delle produzioni Made in Italy. Il programma, realizzato in collaborazione e con il contributo dell agenzia ICE, ha raccolto l adesione di 8 aziende partecipanti che hanno formato la delegazione italiana in Canada.

68 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE Prima tappa di SalumiAmo Canada a Montréal - in concomitanza con il Festival Montréal en Lumière, grande kermesse culturale e gastronomica canadese - per poi passare a Toronto. A Montréal gli aperitivi SalumiAmo sono stati ospitati in locali frequentati da un pubblico di alto profilo, attento alle nuove tendenze e al meglio del cibo internazionale: Hambar, Blumenthal, Le Valois, Bistro SAQ, Lobby Bar de l ITHQ, Fiorellino. Durante l aperitivo al Blumenthal si è tenuto anche un incontro con la stampa e tutti gli appuntamenti SalumiAmo sono stati inseriti nel calendario ufficiale del programma del Festival. In entrambe le città canadesi hanno avuto luogo momenti di degustazione e presentazione dei prodotti alla stampa locale, masterclass sui salumi tenute dallo chef italiano Cristian Broglia (nominato SalumiAmo Ambassador proprio in occasione di un evento a Montréal) e incontri b2b, dove i rappresentanti delle aziende consorziate IVSI hanno potuto incontrare importatori, distributori, buyer e altri operatori del settore interessati a trattare i salumi italiani. La prima volta di SalumiAmo a Taiwan avvenuta il 9 marzo 2018 a seguito di molti anni di trattative - IVSI e l Ufficio ICE di Taipei hanno immediatamente programmato una serie di iniziative pensate per presentare per la prima volta la salumeria italiana a Taiwan, favorendo occasioni di incontri commerciali tra le aziende consorziate all Istituto interessate al mercato e gli operatori locali. Le 9 aziende che hanno risposto all appello dell Istituto, partecipando alla missione a Taipei, hanno potuto prendere parte ad attività espressamente dedicate a loro Gli incontri B2B a Taipei come gli incontri commerciali b2b, oltre a partecipare alla presentazione ufficiale del programma alla stampa locale, svoltasi davanti ad una sala gremita e alle degustazioni in alcuni ristoranti selezionati in città. Ha completato il programma taiwanese una masterclass sui salumi italiani, tenuta dallo chef Cristian Broglia presso la Kay Ping Culinary School, celebre scuola locale di cucina. Tutte le I protagonisti italiani chiamati sul palco durante l evento di presentazione della salumeria italiana a Taiwan L entusiasmo dei giovani chef di Taiwan che hanno assistito alla masterclass di Cristian Broglia Il 2018, decretato dal Mipaaft l Anno nazionale del cibo italiano, ha portato i salumi anche in Paesi mai esplorati prima, come con SalumiAmo Taiwan, dove IVSI ha realizzato un programma promozionale, in collaborazione e con il contributo dell Agenzia ICE. Dopo l apertura del mercato alle importazioni di salumi e carne suina italiana - attività sono state concentrate durante i giorni in cui si celebrava la terza edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo (19-25 novembre 2018) e sono state inserite nel calendario ufficiale della manifestazione, fortemente voluta dal Governo italiano e guidata dalla Farnesina in stretta collaborazione con il MIPAAFT.

69 L IVSI E L ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE DEL SETTORE Il Manifesto IVSI - La Carta dei nostri valori Nel 2018 è stato finalizzato il progetto del Manifesto IVSI, una carta che enuncia principi, valori e caratteristiche che fungono da linee guida per le aziende che decidono volontariamente di aderirvi e sottoscriverlo. Grazie anche alla collaborazione con De-LAB, agenzia specializzata in tematiche legate alla sostenibilità e all innovazione sociale, sono stati messi a punto documenti fondamentali per la governance del Manifesto della ristorazione. In seguito, alla fiera TUTTOFOOD 2019 con un incontro ad hoc presenziato dal Presidente Pizzagalli nell area Academy del padiglione TUTTOMEAT, da cui è scaturito un articolo molto interessante e completo apparso sul sito Repubblica.it. Poi a Seeds & Chips - The Global Food Innovation Summit che raccoglie startup, pensatori e innovatori comparto alimentare provenienti da tutto il mondo. Infine a Cibo a Regola d Arte, la kermesse sul cibo e la cucina di qualità organizzata a Milano dal gruppo RCS e dal Corriere della La presentazione del Manifesto IVSI alla Milano Luiss Hub for makers and student IVSI; importante anche l istituzione di un Organismo di controllo formato da membri esterni al mondo aziendale. Nell ottobre 2018, IVSI ha portato il progetto al Salone della CSR e dell Innovazione Sociale, il più grande evento legato ai temi del Manifesto, che si tiene annualmente a Milano, presso l Università Bocconi. All interno di un incontro dedicato al settore alimentare, il Presidente Pizzagalli ha presentato l idea alla base del Manifesto IVSI, ricevendo un ottimo riscontro dagli addetti ai lavori presenti al Salone della CSR. A febbraio 2019, il Manifesto IVSI e l iter di adesione sono stati presentati alle aziende nell evento Nuovi temi e nuovi bisogni. In un mondo che cambia, ripartiamo dai nostri valori, organizzato dall Istituto al Milano LUISS Hub for makers and students, che ha visto la partecipazione di Marco Gualtieri, founder e Presidente di Seeds and Chips, Ilaria Ugenti, Corporate Reputation Director IPSOS, Lucia Dal Negro, founder De-LAB, oltre a Francesco Pizzagalli. Gli interventi hanno descritto il contesto generale entro cui il Manifesto IVSI si situa quali l innovazione, la sostenibilità e la responsabilità sociale d impresa. La presentazione del Manifesto IVSI alle aziende è stata seguita dalla partecipazione a diversi eventi, nei mesi di aprile e maggio, per farlo conoscere ad un ampio pubblico di consumatori e alla stampa. Il Manifesto IVSI è stato raccontato e presentato attraverso la partecipazione all iniziativa LOL - LeftOver Lovers Otranto, legata alla riduzione degli avanzi e dello spreco alimentare nel settore Il Manifesto IVSI presentato da Lucia Dal Negro di De-LAB a Seeds and Chips The global Food Innovation Summit Sera, durante il quale si dibatte sul cibo, sulla filosofia alla base delle produzioni alimentari, si condividono le idee innovative e più creative del momento e si offrono spunti di riflessione su progetti e iniziative di interesse per il pubblico dei consumatori. La partecipazione a Cibo a Regola d Arte è stata anche supportata da una pagina pubblicitaria sul quotidiano Il Corriere della Sera del 17 maggio Per identificare le aziende che sottoscrivono il Manifesto IVSI è stato creato un logo di appartenenza. Questo elemento grafico, fornito solo alle aziende aderenti, è regolamentato nell uso: potrà essere utilizzato in comunicazioni e strumenti di promozione istituzionali e non commerciali, e indicherà immediatamente l appartenenza dell azienda al gruppo di aderenti al Manifesto IVSI.

70 LA DISCIPLINA DELLE PRODUZIONI E I CONSORZI DI TUTELA La Disciplina delle Produzioni e i Consorzi di Tutela Istituto Salumi Italiani Tutelati ISIT (Istituto Salumi Italiani Tutelati) è l associazione di riferimento dei Consorzi di Tutela dei salumi DOP e IGP a cui oggi aderiscono 16 Consorzi in rappresentanza di 22 produzioni tutelate. ISIT svolge da anni un continuativo lavoro di coordinamento strategico con i Consorzi e di rappresentanza istituzionale verso le Istituzioni nazionali ed internazionali per il comparto salumi. L Istituto, sviluppando per e con i Consorzi progetti collettivi, è anche costantemente impegnato nella valorizzazione della qualità e delle caratteristiche distintive dei prodotti, intraprendendo iniziative di informazione e comunicazione per trasferire la conoscenza di un modello produttivo - quello delle DOP e IGP - che non è solo economico ma anche sociale/culturale e per promuovere le produzioni certificate e, attraverso queste, anche la storia e la bellezza dei territori, le aziende che vi operano, la gastronomia, il turismo e tutto l indotto ad essi collegato. Una tematica su cui l Istituto ha posto particolare attenzione nel corso del 2018 è il proseguimento del percorso di studi in merito alle cosiddette pratiche commerciali potenzialmente svalorizzanti, intendendo tutte quelle iniziative di carattere commerciale che per loro natura ma, soprattutto, per le modalità con cui possono essere messe in atto, presentano concreti rischi svalorizzanti per l immagine dei prodotti DOP e IGP e che, se perduranti nel tempo, possono recare pregiudizio allo stesso processo produttivo, con conseguenti effetti negativi. ISIT ha studiato la normativa con la consulenza di due diversi studi legali ed individuato gli strumenti che la normativa stessa - comunitaria in primis - consentirebbe ai Consorzi di tutela e alle Istituzioni per poter eventualmente contrastare tali pratiche e limitarne l abuso sul mercato, per prevenire appunto gli effetti negativi sul prodotto, sui produttori e l intero comparto. Parallelamentre nel corso del 2018 è stata svolta anche una ricerca sul consumatore condotta dal REM Lab dell Università Cattolica di Piacenza, i cui risultati - presentati ad un evento pubblico svoltosi in apertura di supportano le considerazioni emerse in tema di pratiche svalorizzanti, portando in evidenza interessanti conclusioni sui processi di valutazione dei prezzi da parte dei consumatori e sulla relazione molto stretta tra percezione della qualità e posizionamento di prezzo nei salumi tutelati. Nel condurre l attività ordinaria di rappresentanza e rappresentatività verso le Istituzioni, l Istituto ha rafforzato in particolare le sinergie con il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, nella consapevolezza che è sempre più necessario fare sistema tra gli attori istituzionali coinvolti - Consorzi, associazioni di Consorzi e Mipaaft in primis - per garantire efficacia e sviluppo al sistema delle Indicazioni Geografiche per quanto concerne gli aspetti di valorizzazione, promozione e tutela. É in questi giorni alla firma un protocollo di intesa tra ISIT e Mipaaft per rafforzare la collaborazione. É in questa ottica che sono pertanto proseguite le collaborazioni strategiche e operative con le altre principali associazioni di riferimento per il settore: in primo luogo e in maniera costante con ASSICA, per muoversi in maniera coordinata e più efficace, ma anche con altre realtà del settore, come AICIG (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche) e OriGin (associazione per un network internazionale di Consorzi DOP e IGP), con l obiettivo di rappresentare il comparto in maniera sempre più coesa e unitaria. In un ottica di maggior integrazione a inizio 2019 ISIT ha deliberato l adesione ad AICIG (oggi Origin Italia). Numerosi anche i momenti di confronto a livello istituzionale sul tema delle Indicazioni geografiche, come ad esempio, la presenza di ISIT tra i relatori di Origo

71 LA DISCIPLINA DELLE PRODUZIONI E I CONSORZI DI TUTELA Global Forum 2018, seconda edizione dell unico evento europeo ed internazionale dedicato alle sfide e alle opportunità globali del sistema delle indicazioni geografiche dell Unione europea che si prefigge di creare una nuova consapevolezza del valore strategico delle produzioni di qualità, sia all interno del contesto europeo sia nei mercati internazionali. Tra le iniziative di valorizzazione e informazione al consumatore più significative segnaliamo due progetti che hanno dato visibilità ai prodotti e contribuito a veicolare la conoscenza e le valenze identitarie delle certificazioni. Il primo, un progetto editoriale web e social, realizzato con il prestigioso editor food La Cucina Italiana: l iniziativa ha visto la pubblicazione di un native branded content sul sito de La Cucina Italiana, dove si è parlato dei valori delle certificazioni, del ruolo dei Consorzi e delle Istituzioni preposte alla salvaguardia e valorizzazione e dove sono state presentate 16 ricette sviluppate ad hoc dai food editor de La Cucina Italiana. Il progetto si è completato l A.M.M. Associazione Medici Milanesi ed inseriti all interno di un loro progetto di aggiornamento riservato ai Medici di base iscritti all Associazione), la partecipazione a NutriMI (convegno annuale di riferimento per Professionisti della salute in tema di aggiornamento e formazione), una campagna DEM (rivolta ad un target di Professionisti della salute con l identificazione di key messages nutrizionali e raccomandazioni scientifiche e di valorizzazione dei prodotti) e una attività social con Nutritional Influencer (per trasferire spunti su modalità di ricettazione e abbinamenti equilibrati e condividere il ruolo positivo dei salumi nell apportare nutrienti essenziali, valorizzandone il profilo nutrizionale notevolmente migliorato negli anni grazie all impegno di tutta la filiera). In continuità con gli anni precedenti, ISIT si è occupato di coordinare l attività di Ufficio Stampa collettivo, che - attraverso azioni di divulgazione e informazione sui Media e pr/media relation con i giornalisti - è finalizzato a con un piano editoriale su Facebook che ha visto la pubblicazione settimanale di una delle 16 ricette realizzate. Il secondo progetto di valorizzazione dei salumi DOP e IGP è stata una campagna informativa rivolta alla classe medica con un focus sulla valorizzazione nutrizionale dei salumi all interno di una equilibrata e varia alimentazione. Le iniziative hanno compreso la realizzazione di 2 incontri di carattere ECM per Medici di Base (organizzati con garantire visibilità dei prodotti all interno principali Media (stampa, TV, radio e web) e a trasferire la conoscenza e le valenze identitarie dei prodotti e del sistema delle Indicazioni Geografiche in generale, quale modello virtuoso in cui qualità e origine sono elementi qualificanti. Infine ISIT ha svolto, in continuità con gli anni precedenti, il prezioso coordinamento dell attività di monitoraggio dei mercati che ha interessato oltre punti di vendita sul territorio nazionale e 300 all estero (Francia, Germania,

72 LA DISCIPLINA DELLE PRODUZIONI E I CONSORZI DI TUTELA Inghilterra, Svizzera e Austria), oltre al monitoraggio del canale web. Il focus è stato posto sulla grande distribuzione organizzata, senza trascurare però gli altri canali (salumerie, dettaglianti, bancarelle e fiere). Il monitoraggio delle produzioni nella fase di commercializzazioni ha l evidente scopo di salvaguardare il prodotto tutelato e quindi i produttori, ma ha anche l obiettivo di tutelare il consumatore, che sempre più ripone come elemento fortemente valoriale la riconducibilità del prodotto agroalimentare ad uno specifico territorio. L attività - svolta attraverso l attività l operato di agente vigilatore riconosciuto dal Mipaaft - è verificare che le produzioni certificate rispondano dunque ai requisiti previsti ma soprattutto prevenire o interrompere usi non consentiti delle denominazioni da parte di soggetti non autorizzati (evocazioni, usurpazioni, imitazioni, usi commerciali diretti o indiretti non consentiti,..) al fine di evitare danni, anche di immagine, alle produzioni DOP e IGP e impedire che il consumatore possa essere tratto in errore sulla vera origine e natura dei prodotti. Grazie alla protezione ex-officio, attraverso l ICQRF centrale, si è potuto intervenire su prodotti esteri di salumeria che evocavano denominazioni italiane tutelate. I Consorzi interni a ISIT Consorzio Cacciatore Italiano Il Consorzio, nato nel 2003 e che conta oggi 21 aziende consorziate, tutela i Salamini Italiani alla Cacciatora DOP. Alla guida dal 2012 vi è Lorenzo Beretta dell azienda Fratelli Beretta, attualmente alla presidenza fino al Il salame Cacciatore Italiano mostra per il 2018 una produzione pari a circa kg. Dopo che nel 2017 è stata avviata la prima annualità del progetto cofinanziato dall Unione europea European Authentic Pleasure rivolto al mercato tedesco e proseguito nel 2018, cui i Consorzi Mortadella Bologna, Cacciatore Italiano e Zampone e Cotechino Modena IGP partecipano unitamente al capofila IVSI - finanziato dall Unione europea - il 2018 ha visto il Consorzio coinvolto anche nella prima annualità di un altro importante progetto in Giappone, finanziato anch esso dall Unione europea, assieme al Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP e al Consorzio Mortadella Bologna, denominato Arigat-EU, the authentic deli meat from Europe, con l obiettivo di promuovere le produzioni italiane di qualità marchiate DOP e IGP. Inoltre, dai primi mesi del 2019, sono iniziate le attività di altri 2 nuovi progetti europei, in Belgio e a Hong Kong, sempre in collaborazione con gli altri due consorzi di ASSICA. Nel 2018 è proseguita con continuità anche l attività di vigilanza di mercato, confermando l impegno del Consorzio nell ambito delle cosiddette pratiche commerciali svalorizzanti, ovvero quelle che rischiano di svalorizzare l immagine della DOP. Da sottolineare che il Consorzio è stato da sempre molto attivo in quest ambito, coordinando i produttori in azioni collettive di contrasto. Il monitoraggio del mercato si è svolto anche all estero nei seguenti Paesi: Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera e Austria. Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP Il Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP si è costituito nel 2001 e ad oggi conta 13 aziende consorziate. Paolo Ferrari, titolare del Salumificio Ferrari Erio & C., è alla guida del Consorzio dal 2006 ed è stato riconfermato alla presidenza fino al Nel 2018 la produzione delle due IGP modenesi ha superato i kg. Il Consorzio ha condotto diverse attività promozionali volte a diffondere la conoscenza dei due prodotti tutelati e le valenze positive della certificazione IGP. Tra le numerose iniziative, la realizzazione dell evento celebrativo a dicembre nel centro di Modena, giunto all ottava edizione, che ha visto come protagonisti giovani chef provenienti dalle scuole alberghiere di tutta Italia e dalla Germania, capitananti da Massimo Bottura, divenuto ormai da anni testimonial d eccellenza di queste IGP. L audience raggiunta dall evento sulle principali emittenti radio tv ha superato i 40 mln di spettatori. Anche questo Consorzio è partner con IVSI e i Consorzi Mortadella Bologna e Cacciatore Italiano del progetto, co-finanziato dall Unione europea sul mercato tedesco, European Authentic Pleasure, e partecipa al progetto Arigat-EU, the authentic deli meat from Europe, sempre co-finanziato dalla Comunità europea, finalizzato alla promozione delle DOP e IGP italiane sul mercato giapponese. Inoltre, dai primi mesi del 2019, sono iniziate le attività di altri 2 nuovi progetti europei, in Belgio e a Hong Kong.

73 LA DISCIPLINA DELLE PRODUZIONI E I CONSORZI DI TUTELA Consorzio Mortadella Bologna Nato diciotto anni fa e guidato dal 2011 da Corradino Marconi, direttore generale della Villani SpA, il Consorzio associa ventisette aziende ed, essendo riconosciuto dal Mipaaft, svolge funzioni di tutela, valorizzazione e vigilanza erga omnes secondo quanto previsto dalla legislazione nazionale. Con i suoi 37 milioni di kg si conferma per volumi prodotti il secondo Consorzio di tutela della salumeria italiana dopo quello del Prosciutto di Parma. La produzione certificata da INEQ evidenzia nel 2017 una sostanziale stabilità dei volumi rispetto all anno precedente, così come le vendite: dei 33 milioni di kg venduti nel 2018, l 84% viene consumato in Italia e il 16% all estero. In particolare, le vendite all estero sono cresciute del +8,6% rispetto al 2017, un aumento dovuto anche alle attività che il Consorzio Mortadella Bologna sta portando avanti sia in Europa (Germania e Belgio) sia nei mercati extra UE in forte espansione, come Giappone e Hong Kong. Obiettivo strategico degli ultimi anni del Consorzio è stato quello di elevare l immagine percepita della IGP, comunicando al consumatore e al Trade che la Mortadella Bologna IGP vale di più perché: sicura e garantita perché controllata; di alta qualità anche perché fatta con una ricetta tradizionale, semplice e genuina; prodotta in Italia; dal caratteristico profumo, riconoscibile ed accattivante. Ciò ovviamente con il fine di incrementare la visibilità per le aziende e incrementare le vendite nel medio-lungo periodo. Seguendo questa mission comunicativa il Consorzio, nel 2018, ha proseguito le azioni di promozione e valorizzazione condotte ogni anno, in particolare attraverso la fabbrica trasparente di Mortadella Bologna a FICO (Fabbrica Italiana Contadina), dove ha la possibilità di svolgere quotidianamente attività educational e dimostrative nonché di vendita. Con lo stesso obiettivo di miglioramento qualitativo è stato approvato dall Unione europea il nuovo Disciplinare di produzione, che ha eliminato la possibilità di utilizzare il glutammato monosodico e gli aromi diversi da quelli naturali. Anche quest anno le principali attività di promozione - nel rispetto degli obiettivi di migliorare l immagine reale e percepita della Mortadella Bologna IGP - hanno riguardato sia la campagna sul mezzo televisivo, in onda in primavera e in autunno sulle emittenti Rai e sui canali La7 e La7d, che la comunicazione digitale del Consorzio, attraverso una campagna advertising sia su Google sia su Facebook. Infine, grazie a importanti contributi pubblici concessi in primis dall Unione europea, sono state potenziate le risorse per le attività in Italia e avviate le azioni informative al di fuori del territorio nazionale: è partita la promozione sul mercato giapponese rivolta ai giornalisti (educational tour, press lunch e una costante attività di PR), ai ristoratori (workshop) e al consumatore finale (attività continuativa su web e social, affissioni negli aeroporti e tasting weeks nei ristoranti e nei bento shop); sono state realizzate per il 2 anno consecutivo attività di comunicazione e promozione della Mortadella Bologna IGP sul mercato tedesco, rivolte sia al consumatore finale, attraverso azioni sui punti di vendita, che ai principali opinion leader come chef e giornalisti, con masterclass ed eventi dedicati. Nel con il sostegno di ulteriori contributi pubblici ottenuti - le azioni del Consorzio proseguiranno anche sul mercato belga e quello di Hong Kong, interessati alle produzioni agroalimentari Made in Italy. Il Consorzio sta inoltre continuando a lavorare per implementare e digitalizzare il sistema di controllo della IGP, al fine di migliorare ulteriormente la qualità di questa produzione, migliorare l efficacia dei controlli e agevolare il lavoro delle imprese produttrici.

74 LO SCENARIO ECONOMICO Il settore in Italia e nel mondo 73 Il contesto economico internazionale e nazionale 75 L Industria alimentare italiana 77 Suini e carne suina 81 I salumi e gli altri prodotti trasformati

75 IL CONTESTO ECONOMICO INTERNAZIONALE E NAZIONALE Il contesto economico L economia mondiale Il settore si è confrontato nel 2018 con un contesto economico globale in progressivo rallentamento 1. Se nel 2017 l'attività economica aveva accelerato in quasi tutte le regioni del mondo e l'economia globale stava guadagnando terreno, nel in particolare nella seconda metà dell anno - si è registrato un indebolimento dell espansione globale. A determinare questa moderazione della crescita sono stati diversi fattori: l'escalation delle tensioni commerciali USA-Cina, lo stress macroeconomico in Argentina e Turchia, i problemi del settore automobilistico soprattutto in Germania, le politiche creditizie più severe in Cina, l inasprimento delle condizioni finanziarie e la normalizzazione della politica monetaria nelle maggiori economie avanzate. Nel 2018 il Pil mondiale ha registrato un +3,6% contro il +3,8% del 2017, mentre il commercio mondiale ha segnato un +3,8% dal +5,4% del La decelerazione del commercio mondiale ha rispecchiato le crescenti tensioni commerciali in particolare fra Stati Uniti e Cina e l incremento dell incertezza economica. Gli USA hanno evidenziato una crescita del +2,9%, il massimo da tredici anni a questa parte. A sostenere il Pil statunitense è stata soprattutto la domanda interna e la spesa per la Difesa, salita del 3,4%, il top da nove anni. In Giappone, il Pil ha evidenziato un +0,8%. Si è trattato del 7 risultato positivo consecutivo, ma con un incremento che si è più che dimezzato rispetto al +1,7% del Nel Regno Unito, l economia ha fatto registrare un +1,4%. La crescita, però, è stata frenata a partire dall ultimo trimestre dell anno dall incertezza determinata dalla Brexit. I timori circa l uscita del Regno Unito dall UE, in particolare in caso di hard Brexit, hanno, infatti, spinto molte aziende a rivedere i propri piani di sviluppo oltremanica. Gli sviluppi della Brexit, infatti, rappresentano anche al momento di andare in stampa uno dei maggiori rischi per l economia della UE (cfr box La Brexit: tutte le tappe). Il Pil della Cina nel 2018 ha segnato un +6,6%. Si è trattato della crescita più bassa dal L economia cinese ha rallentato nel quarto trimestre, sotto la pressione di una domanda domestica traballante e dei dazi imposti dagli Stati Uniti, portando la crescita nell intero 2018 al minimo in circa tre decenni. Bene il Pil dell India, che ha chiuso con un +7,1% sostenuto dai consumi interni dal buon andamento delle esportazioni. In crescita per il secondo anno consecutivo anche il Brasile, che ha visto il Pil segnare un +1,1% rimanendo, però, ancora sotto il potenziale e le attese degli analisti. In crescita, oltre le aspettative, la Russia che ha chiuso il 2018 con un +2,3% grazie a un consistente miglioramento delle esportazioni dovuto alla maggiore produzione petrolifera. L economia dell Area Euro e quella italiana Nel 2018 il Pil della UE ha registrato un incremento del 2%, quello dell area Euro una crescita del +1,9%. Sulla scia del buon 2017, l economia dell Area euro ha mostrato ancora un incremento pur evidenziando un rallentamento soprattutto nella seconda metà dell anno. Tale andamento è riconducibile essenzialmente all indebolimento del commercio mondiale, ma ha risentito anche di altri fattori. In particolare delle condizioni metereologiche avverse e delle agitazioni sindacali in alcuni Paesi dell Area nella prima parte del 2018 e di un forte rallentamento nella produzione di autovetture 2, cha ha penalizzato specialmente l economia tedesca, nella seconda parte. La dinamica, inoltre, sembra essere stata aggravata anche da una maggiore incertezza a livello politico, connessa soprattutto alla prospettiva di un aumento del populismo. La crescita evidenziata dall'economia si è trasferita al mercato del lavoro che ha mostrato un incremento dell 1,5% nel Le condizioni del mercato del lavoro hanno continuato a migliorare, nonostante il rallentamento della crescita verso la fine del La disoccupazione, ancora troppo elevata in alcuni Stati membri, nella zona euro è attualmente al livello più basso dal Le dinamiche di crescita reale sono state accompagnate anche da un incremento dell'inflazione che si è collocato all'1,9% in media d'anno. Nel 2018 il Pil dell Italia ha registrato un +0,9%, si tratta del quinto risultato positivo consecutivo ma in netto rallentamento rispetto al +1,6% del La crescita nel corso del 2018 è stata sostenuta essenzialmente dalla componente interna, soprattutto investimenti fissi lordi (+3,4%), mentre hanno perso velocità i consumi interni che hanno evidenziato un +0,5% in volume. L anno ha mostrato anche una decelerazione degli scambi con l estero: le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del +1,9% e le importazioni del +2,3%. La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 1,0 punto percentuale (+0,9% al lordo della variazione delle scorte), mentre la domanda estera netta negativamente per 0,1 punti percentuali. L indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è stato pari al -2,1%, a fronte del -2,4% del ) Fonte FMI 2) Dovuta all introduzione dal 1 settembre della procedura di prova per veicoli leggeri armonizzata a livello mondiale (Worldwide Harmonised Light Vehicle Test Procedure, WLTP.

76 LA BREXIT Il mercato del lavoro è apparso in miglioramento con un tasso di disoccupazione che è sceso al 10,6% dall 11,2% del Nel corso dell anno è migliorato di 2,6 punti anche il tasso di disoccupazione giovanile che si è così attestato al 32,2%. Un tasso, questo, che rimane comunque troppo alto. I prezzi al consumo hanno registrato una crescita (+1,2%) in media d anno come nel Anche la inflazione di fondo, ovvero i prezzi al netto delle componenti più volatili come energia e alimentari freschi, è risultata stabile a +0,7%. L'effetto di trascinamento sul 2019 è pari a zero. La BREXIT Tutte le tappe 23 giugno 2016: il popolo britannico viene chiamato al voto per esprimersi sulla volontà di restare o meno nell'unione europea. Il referendum si conclude con la vittoria del fronte favorevole all'uscita (circa 17 milioni di britannici - 52%). Il Primo Ministro Theresa May con un emendamento alla Withdrawal Bill (o Repeal Bill - legge quadro sul divorzio dall'ue) fissa come data di uscita venerdì 29 marzo 2019, alle ore novembre 2018: i negoziatori britannici ed europei arrivano, dopo circa 16 mesi, ad un piano di accordo tecnico. Il giorno successivo un Consiglio dei Ministri britannici, molto diviso, approva l accordo. 13 dicembre 2018: i Capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi UE preparano una bozza di conclusioni sulla Brexit che presentano a Theresa May. Nel testo viene chiarito lo scopo e il funzionamento del "backstop" (meccanismo di garanzia sulle frontiere aperte in Irlanda) mantenendo l'impegno a fare tutto il possibile perché non entri mai in vigore, ed eventualmente duri il meno possibile. 15 gennaio 2019: il Parlamento britannico, boccia l accordo con l Unione europea con 432 voti contro e 202 a favore. 12 marzo 2019: il Parlamento britannico boccia per la seconda volta la proposta di recesso dalla con 391 voti contro e 242 a favore. 13 marzo 2019: la Camera dei Comuni UK vota contro l'opzione di uscita dalla UE senza accordo (così detto "No Deal"). 14 marzo 2019: il Parlamento di Westminster approva una mozione con la quale il Governo inglese chiede all'ue un rinvio breve della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno 2019, con l'obiettivo di riproporre al voto, per la terza volta, la ratifica dell accordo di recesso raggiunto con Bruxelles a novembre. 21 marzo 2019: il Consiglio dell UE sottopone al Regno Unito la possibilità di estendere la data dell'uscita al 22 maggio a condizione che la Camera dei Comuni dia il via libera all'accordo di recesso. Nel caso in cui l Accordo di recesso non venisse approvato, la concessione della UE prevede la possibilità di rinviare la Brexit al 12 aprile 2019 (No Deal) 29 marzo 2019: Theresa May sottopone per la terza volta alla Camera dei Comuni l accordo di recesso dalla UE e viene sconfitta ancora, con 344 no contro 286 sì. 4 aprile 2019: con 313 sì e 312 no passa una legge che obbliga il governo May a evitare il No Deal e a chiedere un'ulteriore proroga della Brexit all UE. 11 aprile 2019: i 27 Capi di Stato e di Governo trovano una nuova intesa che, prevede altri 6 mesi di tempo per trovare un accordo che permetta l uscita dall UE del Regno Unito con termine ultimo fissato al 31 ottobre L intesa prevede anche una clausola di flessibilità, che stabilisce che il Regno Unito esca dalla UE subito dopo l approvazione dell Accordo di recesso e una clausola ghigliottina di uscita del Regno Unito dall UE al 1 giugno 2019, nel caso in cui il Regno Unito non dovesse partecipare alle elezioni europee. A fronte di tale proroga (concessa per evitare le conseguenze disastrose di un No Deal), il Governo May si impegna a raggiungere un accordo con i laburisti e a far passare l Accordo di recesso. 9 maggio 2019: il Primo Ministro britannico conferma la partecipazione del Regno Unito alle elezioni (23-26 maggio) per il Parlamento europeo, vista l impossibilità, in tempi ristretti, di ratificare un accordo più volte respinto dalle opposizioni, dagli unionisti dell Irlanda del Nord e dall ala brexiteer dei Tory (che chiede un uscita più decisa con meno accordi che favorirebbero a loro dire l Unione europea). Il totale degli eurodeputati tornerà, quindi, a 751, dopo essere stati tagliati a 705 nell attesa (mancata) di una Brexit entro maggio Ipotesi No Deal In caso di No Deal il Regno Unito non sarà più parte del territorio doganale e fiscale dell Unione europea e la circolazione delle merci tra UK e UE verrà considerata commercio con un Paese terzo, e le relazioni con il Regno Unito saranno disciplinate dalle norme generali dell OMC senza l applicazione di preferenze. Approfondimenti sul sito Ciò presuppone che: Si applicheranno le formalità doganali, dovranno essere presentate dichiarazioni e le Autorità doganali potranno esigere garanzie per i debiti doganali potenziali o esistenti. I dazi doganali si applicheranno alle merci che entrano nell UE dal Regno Unito, senza preferenze; Ad alcune merci che entrano nell UE dal Regno Unito potranno applicarsi anche divieti o restrizioni, il che significa che potranno essere richieste licenze di importazione o di esportazione.

77 L INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA L Industria alimentare italiana La produzione alimentare 2018 ha chiuso con trend declinanti. Il consuntivo a parità di giornate lavorative sui dodici mesi si è ridotto al +1,1%, dopo il +1,7% dell anno precedente. La contrazione si è legata in buona parte al calo specifico del mese di dicembre, che ha accusato un -4,0% nel confronto col dicembre Va sottolineato peraltro che il passo premiante della produzione di settore, rispetto a quella dell industria italiana nel suo complesso, non è un fatto nuovo. Basta guardare sul passo lungo, al periodo che va dal 2007 (ultimo anno pre-crisi) al 2018 per riscontrare che l anno scorso l industria alimentare è riuscita a recuperare la quota di produzione pre-crisi, superandola finalmente di un marginale +0,4%. E ciò, mentre l industria del Paese nel suo complesso, nel 2018, è rimasta ancora sotto la soglia pre-crisi di ben 19,2 punti. I consumi alimentari 2018 hanno confermato una perdurante stagnazione, con variazioni a consuntivo del +0,6% in valore e del -0,5% in volume. Le vendite totali 2018 hanno segnato, in parallelo, un +0,2% in valore e un -0,2% in volume. Dai confronti valore/volume emerge chiaramente che i prezzi al consumo 2018 hanno corso di più nel mondo alimentare. E ciò, anche se la pressione sui costi di produzione del settore (i prezzi alimentari alla produzione sono aumentati del +0,6% nel confronto 2018/17) è stata modesta e inferiore a quella evidenziata in parallelo dal totale industria (+3,6%). Il fatturato 2018 dell industria alimentare ha raggiunto i 140 miliardi di euro. Ha segnato così una crescita del 2% rispetto ai 137 miliardi registrati nel Si ricorda che, nel quadriennio , era rimasto fermo a quota 132 miliardi. Va aggiunto che a dicembre il fatturato di settore è sceso del -4,6% su quello del dicembre A fianco, il fatturato industriale complessivo ha registrato un -7,3% sul dicembre 2017, mentre gli ordinativi industriali nel loro complesso sono calati del -5,3%. Sono molti, perciò, gli indicatori che hanno contribuito a delineare, in chiusura d anno, profili congiunturali problematici, lasciando una eredità complessa al Export 2018: superata la quota di 33 miliardi di euro Le esportazioni dell industria alimentare hanno raggiunto l anno scorso la quota di 33,2 miliardi di euro, con un +3,4% circa sull anno precedente. Il passo è rallentato, dopo il +7,0% (rivalutato) del 2017, ma le performance sul passo lungo dell industria alimentare rimangono largamente premianti. Dal 2007, ultimo anno pre-crisi, l export ha segnato infatti un aumento del +81,7%, contro il +28,5% del totale industria. Ne esce un differenziale di oltre 53 punti. L incidenza export/fatturato 2018 ha raggiunto così il 23,7%, con un salto di dieci punti percentuali rispetto alle incidenze export-fatturato poco superiori al 13% registrate dal settore all inizio dello scorso decennio. Crescite dell export significative, nel confronto 2018/17, sono state messe a segno da molti mercati emergenti. Fra questi: l Egitto (+46,7%), l Ucraina (+40,9%), la Lettonia (+27,1%), la Nigeria (+20,1%), le Filippine (+24,9%), la Bulgaria (+26,3%), la Nuova Zelanda (+20,9%) e il Vietnam (+24,8%). Fra gli sbocchi maggiori, va sottolineata la crescita forte e stabile della Polonia (+9,9%). Mentre in leggero assestamento si sono rivelati i trend della Germania (+2,1%), della Francia (+4,2%), del Regno Unito (+2,4%) e degli USA (+3,9%). La Russia ha chiuso stagnante (+1,1%), mentre la Cina, con -2,1%, ha evidenziato un trend cedente. La UE ha perso il vantaggio mostrato negli anni precedenti rispetto al passo complessivo dell export e si è fermata sul +3,3%, appena sotto la media mondo. È chiaro che la stagnazione del mercato interno spinge le prospettive di medio-lungo termine del Made in Italy più che mai oltre confine. Ed è chiaro, altresì, che il contesto che si sta aprendo, soprattutto sui mercati maturi, è favorevole alla nostra offerta. Esso, infatti, vede il cibo sempre meno aderente al ruolo primario di fonte di sostentamento, e sempre più come occasione di consumo differenziato, diretto ad appagare bisogni più complessi, come qualità, tipicità, esperienza culturale. In altre parole, le classi medie che stanno crescendo in molti paesi, sia per impatto demografico che per capacità di acquisto, si stanno orientando verso approcci al cibo che un tempo caratterizzavano le élites. In altre parole, il cibo si sta rivelando sempre più come un elemento multidimensionale. Una domanda mondiale sempre più interessata alle eccellenze alimentari, attenta prioritariamente alla distinzione e alla qualità, pare tagliata apposta per una filiera come quella italiana. Che vede l agricoltura al vertice UE per valore aggiunto, e vede l industria alimentare pure al vertice UE per numero di

78 L INDUSTRIA ALIMENTARE ITALIANA prodotti di origine certificata. Il Made in Italy agro-alimentare si rivela perciò come un attività di enorme valore strategico, sempre più integrata al turismo, alla cura del territorio e dei beni culturali, e anche a forme di intrattenimento e uso del tempo libero. La promozione dell agro alimentare deve basarsi quindi su una strategia di comunicazione che consideri in modo unitario l impresa e i prodotti, la cultura, il territorio, lo stile di vita, gli eventi, il turismo. Bisogna tener conto, infine, che i consumatori sono sempre più digitalizzati, fanno parte di community digitali, e possono trasformarsi in preziosi influencer del loro gruppo di riferimento. Sono stati ricordati prima lo slancio mostrato dall export alimentare sul passo lungo e il suo passo premiante rispetto all export complessivo del Paese. Ma va pure detto, adesso, che l industria manifatturiera italiana nel suo complesso mostra una incidenza del proprio fatturato export su quello totale pari a oltre il 35%. Il confronto con l incidenza del 23,7% del food and beverage prima citata evidenzia il gap e, in parallelo, le grandi potenzialità ancora inespresse del food and beverage nazionale. Sul fronte opposto, quello dell import alimentare, va detto che esso, nel corso del 2018, ha mostrato un progressivo indebolimento. Esso ha chiuso infatti a quota ,4 milioni di euro, con un calo del -1,5% sul Ne è uscito per l industria alimentare un saldo positivo di ,2 milioni, in aumento del +14,1% su quello dell anno precedente. Le tre principali provenienze dell import di settore sono risultate cedenti. La Germania, primo fornitore, ha chiuso con una quota import di milioni di euro, in flessione del -1,4%. La Francia si è fermata a milioni (-0,7%). La Spagna, infine, con una quota di euro ha mostrato un calo del -11,9%, ed è scivolata al terzo posto Export Industria Alimentare ed export totale Italia (Dati espressi in percentuale) Variazione percentuale su anno precedente 20,0 15,0 10,0 5,0 0-5,0-10,0-15,0-20,0-25, Fonte: elaborazione Federalimentare su dati ISTAT Var. % Ind. Alimentare su anno precedente Var. % Totale Italia su anno precedente

79 SUINI E CARNE SUINA Suini e carne suina Lo scenario mondiale Nel 2018 la produzione suinicola mondiale 1 ha raggiunto quota 113,1 milioni di tonnellate, registrando un incremento del +0,9% rispetto ai 112,1 2 milioni di tonnellate del A determinare il risultato sono stati principalmente gli aumenti di Unione europea (+2%) 3 e soprattutto Stati Uniti (+2,9%). In America i produttori hanno potuto contare su una robusta domanda interna e su una altrettanto forte domanda estera, nonostante i dazi imposti dalla Cina in risposta a quelli annunciati da Trump, inoltre i buoni rendimenti hanno sostenuto gli investimenti del settore. La Cina - il più grande produttore mondiale - dopo aver registrato un importante incremento della produzione nel 2017, ha evidenziato un calo nel 2018 (-0,9%). A determinare la performance del gigante rosso è stata la diffusione della PSA (Peste Suina Africana) a partire dall estate Nell'agosto dell anno passato, infatti, La Cina è stata colpita dal virus e da allora ha visto una importante diffusione della malattia 4 che ha raggiunto il picco a novembre e dicembre per poi declinare successivamente. Tra gli altri principali produttori, hanno evidenziato un trend crescente della produzione: Brasile (+1%), Russia (+5,5%) e Vietnam (+2,2%). In controtendenza è risultato, invece, il Canada che ha chiuso l anno con un -1,5%. Hanno chiuso l anno in aumento, infine, anche gli altri mercati (+1,6%). Nel corso del 2018 anche gli scambi internazionali hanno mostrato una nuova crescita. Le prime stime sul commercio mondiale di carne suina dei principali Paesi produttori indicano un incremento delle esportazioni del +1,7% per 8,4 milioni di ton. A determinare questo aumento sono state le performance di UE e USA. In contrazione sono apparse, invece, le esportazioni del Canada. Per quanto riguarda le previsioni per il 2019, l anno in corso vedrebbe la produzione mondiale di carni suine scendere a 108,5 milioni di ton (-4,3%) a causa della forte contrazione della produzione cinese, solo in parte compensata dagli incrementi degli altri Paesi produttori. La PSA in Cina, infatti, ha decimato le mandrie e, sebbene sia difficile quantificare con esattezza l entità del danno, è certo che negli 8 mesi successivi all'emergenza, ha radicalmente mutato le prospettive per l'industria cinese della carne suina, tanto che USDA prevede un calo della produzione pari al -10,3% nel Calo, questo, che assieme all aumento dei prezzi del suino domestico dovrebbe determinare una crescita delle importazioni di carne suina del +41% per un totale di 2,2 milioni di tonnellate, appena sopra il precedente record di 2,181 milioni di tonnellate del Al di fuori della Cina, la produzione risulta in crescita moderata. A guidare l espansione della produzione è la crescita negli Stati Uniti (+3,8%), dove i prezzi in aumento grazie alla maggiore domanda estera e a una domanda interna che rimane solida stanno sostenendo il comparto, e in Brasile (6%). La produzione dell'ue, invece, sembra essere piatta a causa della riduzione delle scrofe registrata nel 2018 a motivo delle condizioni di mercato non favorevoli. Le migliori prospettive di esportazione potrebbero, tuttavia, incoraggiare i produttori europei a investire nella produzione entro la fine dell'anno. Infine, la produzione del Canada è prevista in aumento, ma solo dell'1%. Nel 2019 le esportazioni globali sono previste in aumento dell'8%, alimentate dall'aumento della domanda dalla Cina e dalla costante crescita economica nella maggior parte dei mercati più importanti. L'UE dovrebbe rimanere il principale esportatore con un incremento delle spedizioni dell'11% rispetto al Anche Brasile, Canada e Stati Uniti dovrebbero registrare degli incrementi. La Cina sarà il principale importatore di carni suine e prodotti e risulteranno in forte aumento anche le importazioni del Giappone mentre la Corea, dopo il record del 2018, è prevista in calo potendo contare su consistenti scorte e su una crescente concorrenza della produzione nazionale. Lo scenario europeo Il 2018 è stato un anno complesso per il settore europeo della carne suina. Dopo il biennio in cui il settore, grazie allo straordinario aumento della domanda estera, in particolare cinese, aveva vissuto una fase importante di ripresa e consolidamento, i dodici mesi passati hanno visto un incremento record della produzione di carne suina. Tale aumento, a fronte del calo delle importazioni cinesi (iniziato nella seconda parte del 2017), ha determinato un nuovo eccesso di offerta sul mercato, generando una forte pressione sui prezzi che sono così tornati ai livelli del La diffusione della Peste suina africana nell Europa centro-orientale, inoltre, ha inoltre peggiorato la situazione aumentando l incertezza sul mercato. A questa situazione il settore ha reagito riducendo il 1) Fonte USDA Livestock and Poultry: World Markets and Trade 2) Il dato 2017 è stato rettificato 3) Fonte Commissione europea - USDA stima un incremento del +2,7% 4) Le autorità cinesi hanno segnalato 123 focolai di PSA in 30 province fino all'8 aprile 2019, con una diffusione della malattia in quasi tutta la Cina continentale.

80 SUINI E CARNE SUINA Patrimonio suinicolo europeo per categorie di suini (Dati espressi in migliaia di capi) Variaz. % Categorie di suini 2018/ Lattonzoli di peso inferiore a 20 kg -1, Suini di peso tra 20 e 50 kg -2, Suini da ingrasso di peso sup. a 50 kg 0, Scrofe riproduttrici -2, Verri -11, Totale suini vivi specie domestica -1, Il dato 2017 è stato rettificato Fonte: EUROSTAT Lattonzoli di peso inferiore a 20 kg Suini di peso tra 20 e 50 kg Suini da ingrasso di peso superiore a 50 kg Scrofe riproduttrici Verri patrimonio dei riproduttori per riportare la produzione dai livelli record raggiunti nel 2018 a livelli in linea con la richiesta di mercato. Quando il mercato sembrava avviato verso un nuovo equilibrio, sulla fine del 2018, si è verificato un nuovo shock: un impennata della domanda cinese, generata dalla diffusione della PSA in Cina e dai conseguenti abbattimenti delle mandrie nel gigante rosso. Un evento, questo, che ha fatto schizzare a partire dal 2019 i prezzi di suini e tagli di carni suine in Europa tanto che, nonostante le previsioni circa la produzione di carne suina nella UE nel 2019 indichino un andamento piatto, sembra plausibile che entro la fine dell anno i produttori europei decidano di fare nuovi investimenti nel settore, aumentando il parco riproduttori. Il patrimonio suinicolo dell Unione europea (28 Stati membri) a dicembre 2018 ha mostrato una flessione, scendendo a 148,4 milioni di capi dai circa 150,3 dell anno precedente (-1,2%). Fra i Paesi a suinicoltura rilevante hanno mostrato un andamento positivo solo Spagna (+2,8%) il cui parco suini si è confermato il più grande d Europa, e Francia (+2,7%). Flessioni più o meno importanti sono state evidenziate dagli altri Paesi: Germania (-4,1%), Danimarca (-1,5%), Paesi Bassi (-2,9%), Polonia (-7,4%) e Italia (-0,9%). Fra i Paesi a suinicoltura meno importante ma non trascurabile, difficoltà sono state evidenziate da Romania (-8,7%), e Austria (-1,5%) mentre hanno mostrato un andamento positivo Belgio (+1,7%), Regno Unito (+0,7%), e Portogallo (+1,8%). Infine è rimasto stabile il patrimonio dell Ungheria (+0,1%). L'indagine del bestiame a dicembre ha mostrato una contrazione nel dato dei riproduttori scesi a 11,974 milioni di capi dai 12,352 dell anno precedente (-3,1%). In particolare è risultata in contrazione la categoria delle scrofe. Il numero totale di scrofe riproduttrici è diminuito di unità rispetto al 2017 (-2,9%). Con riferimento a questa categoria, sono apparsi in contrazione quasi tutti i principali Paesi produttori: Germania, ( capi), Danimarca ( capi), Paesi Bassi ( capi), la Polonia ( ). In controtendenza sono risultate Spagna ( capi) e Francia ( Capi). In contrazione anche i verri (-11,2%). Per quanto riguarda le altre categorie del patrimonio suinicolo sono risultati in calo i suinetti di meno di 20 kg (-1,9%) come pure i giovani suini di peso compreso fra 20 e 50 kg (-2,4%). Hanno, invece, evidenziato una lieve

81 SUINI E CARNE SUINA crescita i suini da ingrasso (+0,3%). Riflettendo l incremento registrato nel patrimonio delle scrofe nel 2017, nel corso del 2018 la produzione di carne suina della UE ha registrato un incremento del +2% rispetto all anno precedente raggiungendo la quota record di 24,123 milioni di tonnellate. Gli aumenti all interno del mercato unico hanno presentato intensità diverse, con una produzione in aumento del +1,6% nell'ue-15 e del +4,1% nei restanti Paesi membri (UE-N13). All'interno dei principali produttori dell'ue-15, spicca l incremento nella produzione della Spagna (+5,2%) a cui si sono aggiunti quelli di Danimarca (+3,3%) e Paesi Bassi (5,4%). Per quanto riguarda l'ue-n13, l incremento è riconducibile essenzialmente a quelli di Polonia (+4,7%) e Romania (+7,5%). Le esportazioni 5 comunitarie di carni, animali vivi e prodotti verso i Paesi terzi hanno evidenziato, nel 2018, un lieve incremento arrivando a 3,735 milioni di ton (+0,4%) dai 3,720 milioni del Sull andamento delle spedizioni dell Unione europea di carne suina e relativi prodotti, ha sicuramente inciso il calo nella domanda della Cina, che con 1,344 mln di ton (-3,2%) si è comunque confermata il principale destinatario delle esportazioni UE con una quota del 36% sul totale, seguita da Giappone con 387mila ton (+1,4%), Corea del Sud con 315mila (+21%), Filippine con 275mila (+12,8%), Hong Kong con 230mila (-39,6%), e USA con 152mila (+5,2%). Gli altri Paesi extra UE hanno assorbito circa 1,034 milioni di tonnellate (+12,2%). A essere esportate sono state soprattutto le carni fresche e congelate (2,054 milioni di ton con un +4% sul 2017), le frattaglie (1,229 milioni di ton, con un -6,4%) e il lardo e altri grassi (226mila ton, con un +5%). Salami, prodotti cotti, stagionati e affumicati e preparazioni varie hanno interessato, invece, circa 206mila ton (+2,9%). Le importazioni del settore nel corso del 2018, hanno mostrato invece una contrazione, scendendo a ton dalle del 2017 (-7,9%). I principali fornitori di carni suine sono stati: Svizzera con ton (-15,0%), Serbia con ton (+36,2%), Norvegia con ton (+15,7%), Cile con ton (+9,4%) e USA con ton (-9,3%). Gli altri Paesi con ton hanno registrato un -13,4%. A essere importate, sono state soprattutto le frattaglie ( ton -13,5%), le carni fresche e congelate (6.967 ton +5,1%) e i grassi (734 ton -58,5), mentre salami, prodotti cotti, stagionati e affumicati e preparazioni varie hanno interessato ton (+12%). 5) I quantitativi riportati sono espressi in tonnes carcass weight Il grado di auto-approvvigionamento della UE a 28 membri per la carne suina è rimasto stabile a quota 112%. I consumi interni hanno superato quota 21,5 milioni, dai 21,1 del 2017 (+1,7%). Il consumo procapite, considerato l incremento della popolazione, è aumentato del +1,4% arrivando a 32,6 kg dai 32,1 kg dell anno precedente. Il 2018 è stato un anno caratterizzato da un ridimensionamento dei prezzi di vendita della carne suina. I prezzi della carcassa E della UE a 28 nella media dell anno si sono attestati a 142 /100kg dai 160,70 /100kg del 2017 (-11,6%). Nel corso dei dodici mesi passati, i prezzi della carne suina si sono collocati su livelli nettamente inferiori a quelli del 2017, partiti in gennaio a quota 136,3 /100kg (media) hanno raggiunto il massimo a 148,7 /100kg in agosto per ridiscendere e toccare il minimo di 135,7 /100kg in dicembre. Lo scenario italiano Il 2018 è stato per il comparto italiano delle carni suine un anno contraddistinto dall incertezza. I consumi interni si sono confermati deboli, mentre l export - principale traino del settore negli ultimi anni - ha evidenziato un rallentamento nella crescita. In una situazione di sostanziale debolezza, in cui la diffusione della PSA nell Europa Centro-orientale ha aumentato timori e influenzato negativamente le aspettative, si è registrata una flessione dei prezzi di suini e carni suine. La contrazione dei costi della materia prima se da un lato ha penalizzato le fasi a monte della filiera, determinando una riduzione del patrimonio dei riproduttori, dall altro ha permesso agli anelli a valle di fronteggiare le difficoltà di mercato, attuando opportune politiche di prezzo anche in risposta alle pressanti richieste di promozioni da parte della GDO. Complessivamente, queste dinamiche hanno inciso negativamente sulla redditività dell intero settore, inoltre, la risalita repentina dei prezzi, in particolare di quelli dei tagli esteri dall inizio dell anno in corso, in un contesto di consumi stagnanti, ha aggravato la situazione, tornando a pesare sulla fase della trasformazione. Patrimonio suinicolo Italia A dicembre 2018 il patrimonio suinicolo nazionale era costituito da 8,492 milioni di capi, in calo (-0,9%) rispetto alla rilevazione effettuata a dicembre 2017, quando la consistenza dei suini ammontava a 8,571 milioni di capi. Tutte le principali categorie monitorate, con la sola eccezione dei lattonzoli hanno mostrato una flessione. I lattonzoli di peso inferiore a 20 kg sono saliti a 1,407

82 SUINI E CARNE SUINA milioni di capi (+1,6%) da 1,385 milioni di capi dell anno precedente. In calo sono risultati, invece, i suini di peso compreso tra 20 e 50 kg passati a 1,611 milioni di capi da 1,624 milioni dell anno precedente (-0,8%) e i suini da ingrasso di peso superiore a 50 kg, scesi a quota 4,894 milioni di capi da 4,971 del 2017 (-1,5%). In contrazione anche il patrimonio riproduttori. Le scrofe con capi, erano capi nel dicembre 2017, hanno registrato una contrazione del -0,9%. All interno della categoria, le scrofe montate sono scese a dalle dello stesso periodo del 2017 (-0,2%). L andamento di questo insieme è il risultato da un lato dell aumento delle scrofe già montate (+0,9% per capi), dall altro di un consistente calo delle scrofe montate per la prima volta scese a da capi (-4,1%). ritardo rispetto al resto d Europa a causa dell impossibilità di esportare direttamente verso la Cina e di consumi interni stagnanti, potrebbe incidere sulle decisioni dei produttori, portandoli a investire nuovamente nella produzione. Una decisione, questa, che appare ancora più probabile dopo la firma, lo scorso 23 marzo, del Protocollo che definisce le condizioni per l esportazione di carne suina congelata dall Italia in Cina. La produzione italiana di carne suina 1 nel 2018 ha evidenziato un lieve incremento salendo a 1,180 milioni di ton da 1,177 milioni di ton dell anno precedente (+0,2%). La maggiore produzione ha rispecchiato le scelte attuate dagli allevatori nel periodo come risposta al miglioramento delle condizioni di mercato. La maggiore disponibilità di carni e la minore pressione della domanda estera sulle carni UE e anche sul nostro mercato hanno generato una importante riduzione dei Patrimonio suinicolo italiano per categorie di suini (Dati espressi in migliaia di capi) Variaz. % Dicembre Dicembre Dicembre Dicembre Categorie di suini 2018/ Lattonzoli di peso inferiore a 20 kg 1, Suini di peso tra 20 e 50 kg -0, Suini da ingrasso di peso sup. a 50 kg -1, Scrofe d allevamento -0, di cui montate -0, Verri -20, Totale -0, Fonte: EUROSTAT N.B. I dati 2018 sono soggetti a revisione Hanno registrato una contrazione anche le altre scrofe diverse da quelle montate (-3,8%), scese a capi dai capi del dicembre In questo insieme, le giovani scrofette non ancora montate si sono fermate a capi (-6%) dai capi dello stesso periodo del 2017, mentre le altre scrofe non più adatte alla riproduzione, sono scese a capi dai (-0,8%) della rilevazione precedente. Hanno evidenziato un trend negativo, infine, i verri, scesi a capi dai del 2017 (-20,4%). Il dato dei riproduttori, analizzato nel suo insieme, ha mostrato una contrazione inferiore rispetto a quella media della UE. I numeri, comunque, indicano una inversione di tendenza in confronto al 2017 e si spiegano con la minore redditività della fase dell allevamento e la necessità di adeguare il numero di capi suini alla domanda di mercato. Considerando la riduzione del parco riproduttori, la produzione nazionale del 2019 dovrebbe risultare in calo. Tuttavia, anche nel caso dell Italia come in quello dell Europa occorre considerare che l incremento dei prezzi della materia prima, partito nel nostro Paese con prezzi. Il prezzo della carne suina ha registrato, dopo il consistente aumento del 2017, una decisa flessione. Il prezzo dei suini tutelati 152/160 kg in media d anno si è attestato su 1,428 /kg (-11,3%) quello dei suini tutelati di 160/176 kg su 1,488 /kg (-10,9%). In aumento sono risultate le importazioni di animali vivi, carni e prodotti, arrivate a quota 1,101 milioni di ton (+3,2%), per un esborso complessivo pari a milioni di euro (-8,1%). Nel corso dei dodici mesi hanno mostrato ancora una flessione - dopo quella del gli arrivi di suini vivi (esclusi i riproduttori di razza pura) scesi a capi (-0,9%) da capi del A fronte della riduzione complessiva registrata dai suini vivi, le importazioni dei suinetti da ingrasso hanno evidenziato una crescita (+15,1% per capi), mentre quelle dei suini grassi pronti per la macellazione hanno registrato una contrazione (-24,1% per capi). 1) La produzione nazionale di carne suina è al netto dell import di suini da macello e dei suinetti da allevamento a peso morto

83 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI Nel 2018 hanno evidenziato, invece, un incremento le importazioni di carni fresche e congelate, salite a tonnellate (+4,3%) dalle circa del 2017 per un valore di milioni di euro (-7,9%). Di queste, ton hanno interessato cosce da lavorare (+5,6%), ton carni suine disossate (+4,2%), ton carcasse o mezzene (+0,7%), ton le pancette fresche (-1,8%), ton le spalle (+8,6%), ton le lombate (+1,6%) e ton le parti anteriori (-8%). In forte calo sono risultati, infine, gli arrivi di salumi di origine suina (quindi al netto della bresaola) scesi a tonnellate dalle oltre del 2017 (-7,8%). L export di carne e prodotti, nel corso del 2018 è diminuito registrando un -4,9% per ton (erano nel 2017) per un valore di milioni di euro (-2,3%). Nonostante il risultato negativo delle esportazioni, le spedizioni di salumi a base di carne suina hanno evidenziato ancora un trend positivo: +1% per ton e +0,4% per un valore di oltre milioni di euro. Hanno, invece, mostrato un andamento cedente le spedizioni di animali vivi e carni fresche e congelate scese a ton dalle circa ton del 2017 (-17,5%) per un fatturato di 146,1 milioni di euro (-23,1%). Un dato, questo dell export, che aggiungendo a carni e prodotti anche lardo, grasso, strutto e frattaglie di origine suina (oltre 100mila 2 ton -12,1% rispetto al 2017) arriva a ton (-7,1%) per un valore complessivo di milioni di euro (-3,4%). Il consumo apparente interno di carne suina (carne fresca e salumi a base di carne suina), nel corso dell anno è diminuito rispetto all anno precedente, attestandosi a 1,750 milioni di ton (-0,9%). Il consumo pro-capite si è attestato sui 29 kg/anno. Il risultato ha rispecchiato la flessione nei consumi sia di carne fresca sia di salumi. Il consumo apparente di carne fresca nel corso del 2018 è sceso a 715mila ton dalle 721mila del 2017 (-0,8%). Il consumo apparente pro-capite si è attestato a 11,9 chilogrammi/anno. 2) Il totale comprende: frattaglie, lardo fresco, grasso di maiale, strutto per uso alimentare e strutto per uso industriale. I salumi e gli altri prodotti trasformati Il 2018 è stato un anno all insegna dell incertezza anche per i produttori di salumi. Il settore, come il resto del comparto alimentare, ha dovuto confrontarsi con consumi stagnanti e con un rallentamento della crescita delle esportazioni. La diffusione della PSA nell Europa Centro - Orientale e i timori circa la comparsa di focolai anche nei Paesi principali produttori di materia prima hanno reso particolarmente difficile la programmazione aziendale. Il ridimensionamento dei costi della materia prima ha invece contribuito positivamente, permettendo di predisporre politiche commerciali in linea sia con le richieste del mercato interno sia con quelle dei mercati esteri. Una situazione, questa, che è radicalmente mutata a partire dal 2019, quando l aumento dei prezzi della materia prima - generato dalla forte espansione della domanda cinese - è divenuto, in un contesto di consumi deboli, un elemento di forte preoccupazione per la tenuta stessa di imprese e mercato. Produzione Nel complesso del 2018 la produzione di conserve animali e quella di grassi lavorati è risultata in aumento rispetto a quella dell anno precedente attestandosi a 1,451 milioni di ton da 1,445 milioni di ton del 2017 (+0,5%). All interno dell aggregato le varie componenti hanno mostrato andamenti differenti: salumi e grassi sono risultati in crescita, mentre le carni bovine in scatola hanno evidenziato una contrazione. L insieme delle produzioni ha presentato un fatturato di milioni di euro, superiore (+1,1%) a quello del 2017 (8.291 milioni di euro). Nel 2018 la produzione di carni bovine in scatola ha registrato una flessione, fermandosi a quota ton (-5,4%), per un fatturato di 128 milioni di euro (-6,3%). Una contrazione questa determinata essenzialmente dai consumi interni che hanno mostrato un aggiustamento rispetto al 2017 (-1,3%), ma anche la domanda estera è apparsa in difficoltà. Sul fronte export, infatti, l anno ha mostrato una stagnazione nelle spedizioni che si sono fermate a quota tonnellate, segnando un -0,1% rispetto ai dodici mesi precedenti. Le quantità esportate hanno continuato a sopravanzare le importazioni, risultate invece in aumento (+20,0% per ton). Il saldo commerciale della categoria si è confermato negativo (-8,1 milioni di euro), con l export che in valore ha sfiorato i 26 milioni di euro a fronte di un import arrivato a 34,1 milioni di euro.

84 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI La produzione di grassi suini lavorati, nel complesso dei 12 mesi passati, ha evidenziato un aumento, salendo a 248 mila ton (+0,3%) dalle 247mila ton dell anno precedente. quelle degli altri grassi lavorati si sono fermate a quota ton (-14,5%) per 3,3 milioni di euro (-20,6%). Nel 2018 è risultata in aumento la produzione di salumi, Produzione salumi (Dati espressi in quantità e valore) Var.% Quota Var.% /2017 (.000t) (.000t) (.000t) Produz. % 2018/2017 (mln ) (mln ) (mln ) Prosciutto crudo 3,9 289,4 278,6 285,2 24,4 4, , , ,3 Prosciutto cotto -2,3 288,5 295,2 290,0 24,4-1, , , ,0 Mortadella -0,9 164,8 166,3 161,8 13,9-0,5 661,8 665,1 643,8 Salame 0,8 112,1 111,3 107,6 9,5 1,5 944,6 930,6 892,0 Würstel -1,2 60,5 61,2 60, 5,1-1,6 184,8 187,8 187,7 Pancetta -2,1 51,2 52,3 53,5 4,3-1,6 229,3 233,1 233,6 Coppa -0,6 43,0 43,3 42,9 3,6-0,2 321,1 321,8 322,1 Speck 4,1 35,9 34,5 33,6 3,0 4,0 357,6 343,9 333,7 Bresaola 3,4 17,9 17,3 16,3 1,5 3,7 280,6 270,5 256,0 Altri prodotti 3,0 120,7 117,2 121,8 10,2 3,5 858,8 830,0 871,3 Totale 0, , , ,5 100,0 1, , , ,4 Fonte: ASSICA su dati ISTAT e aziendali Le quotazioni hanno mostrato una contrazione, portando il fatturato a quota 171 milioni di euro (-3,5%) dai 177 milioni di euro del Nell arco dei dodici mesi le esportazioni di lardo, strutto e altri grassi sono scese in quantità (-0,8% per ton) segnando al contempo una contrazione anche in valore (-8,7% per 42,6 milioni di euro). All interno dell aggregato, le spedizioni di lardo hanno registrato una che ha chiuso i dodici mesi attestandosi a oltre 1,184 milioni di tonnellate da 1,177 del 2017 (+0,6%). Il valore della produzione ha mostrato una crescita più sostenuta, portandosi a 8.081,9 milioni di euro (+1,3%). La dinamica quantità/prezzi ha rispecchiato da un lato la spinta data alla produzione dall incertezza sugli sviluppi della diffusione della PSA che ha portato le aziende a Produzione, saldo commerciale e disponibilità al consumo (Dati espressi in migliaia di tonnellate) Disponibilità Produzione e Saldo Disponibilità Vaziazione Ripartizione Disponibilità al consumo variaz. scorte (.000t) al consumo % 18/17 % al consumo (.000t) (.000t) (.000t) del consumo procapite kg Prosciutto cotto 280,3 288,5 11,6 276,9-1,2 26,4 4,6 Prosciutto crudo 231,9 284,9 56,7 228,2-1,6 21,8 3,8 Mortadella e Würstel 202,9 225,3 26,0 199,3-1,8 19,0 3,3 Salame 83,7 112,1 29,2 83,0-0,8 7,9 1,4 Bresaola 14,0 17,9 3,5 14,4 2,9 1,4 0,2 Altri salumi 246,0 250,9 3,7 247,3 0,5 23,6 4,1 Totale 1.058, ,6 130, ,9-0,9 100,0 17,4 Carne in scatola 14,7 19,2 4,7 14,5-1,3 0,2 Fonte: elaborazione ASSICA su dati ISTAT e aziendali Note: Disponibilità al consumo apparente = produzione - saldo al netto delle variazioni delle scorte Saldo = esportazioni-importazioni flessione sia in quantità sia in valore (-8,9% - per ton e -19,0% per oltre 25 milioni di euro). Le spedizioni di strutto e grasso a uso alimentare sono salite a (+61,3%) per 12,2 milioni di euro (+46,4%), quelle di strutto e grassi a uso industriale sono scese a ton (-21,5%) per circa 2 milioni di euro (-37,4%), mentre incrementare le scorte, dall altro gli incrementi dei costi relativi ai fattori di produzione diversi dalla materia prima, dall altro ancora l effetto trascinamento del In merito ai singoli salumi, il 2018 ha registrato una importante crescita nella produzione di prosciutti crudi stagionati. Dopo la flessione del 2017, la categoria ha

85 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI evidenziato un incremento importante +3,9% in quantità per ton e un +4,0% in valore per milioni di euro. Il prosciutto crudo stagionato è divenuto così il principale salume prodotto con riferimento ai volumi oltreché ai valori. Anno in flessione, invece, per la produzione di prosciutto cotto, scesa a ton (-2,3%) per milioni di euro (-1,9%). A determinare questa flessione è stato il deciso calo registrato dalle esportazioni, in particolare da quelle verso la Spagna, che si è sommato alla flessione dei consumi interni. Grazie alla crescita dei prosciutti crudi stagionati la quota di prosciutti crudi e cotti, prodotti leader del settore, è leggermente aumentata rispetto all anno precedente arrivando a 48,8% in quantità e si è confermata stabile in valore a quota 52,5%. Trend cedente anche per la produzione di mortadella, fermatasi a ton (-0,9%) per un valore di 661,8 milioni di euro (-0,5%) e per quella di wurstel, scesi a quota ton (-1,2%) per un valore di circa 184,8 milioni di euro (-1,6%). Nel 2018 è proseguita, per il quinto anno consecutivo, la crescita dello speck, la cui produzione è arrivata a quota ton (+4,1%) per un valore di 357,6 milioni di euro (+4%). In aumento anche la produzione di salame che, anche beneficiando della buona performance dell export, è salita a ton (+0,8%) per un valore di 944,6 milioni di euro (+1,5%). Andamento cedente, invece, per la pancetta che nel complesso dei dodici mesi ha visto la produzione fermarsi a quota ton (-2,1%) per un valore di 229,3 milioni di euro (-1,6%). In calo anche la coppa ton (-0,6%) per 321,1 milioni di euro (-0,2%). Solido aumento per la bresaola, che ha chiuso il 2018 con un +3,4% in quantità per ton e un +3,7% in valore maggiori timori per il futuro hanno prodotto un rimbalzo rispetto al positivo 2017 che è risultato particolarmente pesante nella GDO. Nel complesso dell anno la disponibilità totale per il consumo nazionale di salumi (compresa la bresaola) è stata di 1,049 milioni di ton (-0,9%) contro 1,059 milioni dell anno precedente. Il consumo apparente procapite si è attestato intorno ai 17,4 kg contro i 17,6 del 2017 (-0,9%). Considerando l insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo apparente procapite è sceso a 29,3 kg da 29,5 dell anno precedente (-0,9%). Nel 2018 hanno evidenziato un calo i consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati, scesi a ton (-1,6%) e quelli di prosciutto cotto che si sono fermati a quota ton (-1,2%). Segno negativo anche per i consumi apparenti di mortadella e wurstel (-1,8% per ton) e per quelli di salame fermatisi a quota ton (-0,8%) dalle ton dell anno precedente. In crescita sono apparsi, invece, i consumi di bresaola saliti a ton (+2,9%) e quelli degli altri salumi arrivati a ton (+0,5%). La struttura dei consumi interni ha così visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 26,4% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,8% da mortadella/wurstel, scesi al 19,0%, dal salame stabile al 7,9% e dalla bresaola salita all 1,4%. Chiudono gli altri salumi arrivati al 23,6%. Export 2018 in lieve crescita per le esportazioni di salumi italiani. Secondo le elaborazioni ASSICA sui primi dati ISTAT nel corso del 2018 il nostro export ha raggiunto quota ton (+1,0%) per un valore di 1,5 miliardi di euro (+0,3%) Esportazione salumi (Dati espressi in tonnellate e migliaia di euro) Export 2018 Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Prosciutti crudi stagionati ,1 0,1 Mortadella e wurstel ,5 4,1 Salami stagionati ,0 3,0 Prosciutti cotti ,1-11,4 Pancette stagionate ,7-2,8 Bresaola ,6-2,2 Altri salumi ,6 12,4 Totale salumi ,0 0,3 Fonte: elaborazione ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati relativi al 2018 sono soggetti a revisione da parte di ISTAT per 280,6 milioni di euro. Il 2018 è stato un anno difficile per i consumi. Il progressivo deterioramento del ciclo economico e i Un risultato che denota un rallentamento nella crescita ma che, dopo anni di aumenti importanti, può essere considerato fisiologico, data la fase di decelerazione

86 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI attraversata dall export del made in Italy e considerando il raffreddamento del commercio mondiale. In difficoltà sono apparse le spedizioni verso la UE, mentre più dinamico è risultato l export verso i Paesi terzi, dove un ruolo importante è stato giocato dagli invii verso gli USA. Nel corso dell anno hanno evidenziato un calo le importazioni di salumi, scese a ton (-8,2%) per un valore di 202,7 milioni di euro (-6,7%). Il saldo commerciale del settore ha registrato un incremento del +1,5% per oltre 1,3 miliardi di euro. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più lento rispetto sia a quello dell industria alimentare (+3,4%) sia a quello generale del Paese (+3,1%). I principali mercati di destinazione 2018 in calo per le esportazioni di salumi verso la UE che hanno registrato un -0,9% in quantità per tonnellate e un -0,5% in valore per circa milioni di euro. (+1,8%) e 328,6 mln di euro (-1,5%) è dunque scesa al secondo posto fra i mercati di destinazione in termini di volumi. Su questo mercato, positivi gli andamenti di salami, bene insaccati cotti, prosciutti cotti e pancette. In difficoltà sono risultati, invece, i prosciutti crudi stagionati e la bresaola. In contrazione le spedizioni verso il Regno Unito, che hanno chiuso il periodo con un -3,5% in quantità per ton e un -3,1% in valore per 167,7 milioni di euro. Oltremanica hanno mostrato una crescita i prosciutti crudi stagionati e i salami, mentre hanno sofferto le altre principali categorie di prodotti. Rimbalzo negativo per l export verso la Spagna, che ha visto i nostri salumi fermarsi a quota ton (-48,6%) per 30,6 milioni di euro (-37%) a causa della flessione negli invii di prosciutto cotto, la cui domanda è calata in seguito alla ripresa della produzione domestica. Al netto dei prosciutti cotti la performance sarebbe stata positiva grazie ai buoni andamenti di salami e insaccati cotti Principali Paesi di destinazione dei salumi italiani (Dati espressi in tonnellate) Canada Grecia Slovenia Svezia Giappone Paesi Bassi Svizzera Spagna Croazia Austria Belgio Stati Uniti Regno Unito Germania Francia Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Fra i mercati UE spicca la performance verso la Francia (+8,4% per ton e +4,7% per circa 281 mln di euro), divenuta primo mercato di riferimento per volumi, ma sempre al secondo posto per fatturato dietro alla Germania. Sul mercato francese ottimi i trend di prosciutti crudi stagionati, in particolare in osso, prosciutti cotti e pancette, buoni i risultati di salami e insaccati cotti. La Germania con acquisti di salumi per oltre ton Anno negativo per l Austria cha ha registrato un -10,1% per ton e -12,4% per 65,1 milioni di euro a causa di un rallentamento generale negli acquisti dei salumi italiani. In crescita sono risultate, invece, le spedizioni verso Belgio (+7,2% e +5,4%), Paesi Bassi (+26,9% e +20,8%), Slovenia (+19,6% e +20,2%) e Croazia (+4,9% e +4,2%) vivace per le esportazioni verso i Paesi extra UE

87 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI salite a ton dalle ton del 2017 (+8,9%) per un valore di 342,4 milioni di euro (+3,1%). Oltre i confini comunitari, ottimo risultato per l export verso gli Stati Uniti: +12,5% per ton e +9,9% per 116,6 milioni di euro grazie al brillante andamento degli invii dei prosciutti crudi stagionati cui si sono aggiunti i buoni contributi di insaccati cotti, salami e prosciutti cotti. In Nord-America, invece, hanno segnato il passo le esportazioni verso il Canada (-1,9% per circa ton e -10,1% per circa 23 milioni di euro). Non sono bastati, infatti, gli incrementi a due cifre di prosciutti crudi stagionati e insaccati cotti a controbilanciare le flessioni di prosciutti cotti e salami. Bene le spedizioni verso la Svizzera (+3,1% per ton e un +1,1% per 74,9 milioni di euro) grazie alle buone performance di quasi tutti i nostri prodotti, in particolare degli insaccati cotti, mentre hanno faticato quelle verso il Giappone (-3,5% per ton e -4,5% per circa 40 milioni di euro) penalizzate dall andamento delle pancette stagionate e dalla flessione dei salami. Anno positivo per le spedizioni verso Libano (+1,5% e +3,5%), Bosnia Erzegovina (+8,5% e +0,9%), Norvegia (+5,2% e +5,7%) e Repubblica Sudafricana (+21,7% e +30,7%). Hanno mostrato, infine, un trend cedente Argentina (-52,5% in quantità e -48,8% in valore), Hong Kong (-5,7% ma +3,0% in valore), Brasile (-2,5% e -2,9%) e Federazione Russa 1 (-16,6% in quantità e -31,9% in valore). I principali prodotti esportati 2018 positivo sul fronte delle quantità per le spedizioni di prosciutti crudi stagionati. Gli invii di prodotti con e senza osso hanno messo a segno un +5,1% per ton e un +0,1% per 757,1 milioni di euro. Il saldo commerciale ha registrato un incremento, arrivando a 688,9 milioni di euro dai 683,1 del 2017 (+0,8%). L export della categoria è apparso sostenuto con riferimento ai volumi scambiati, mentre è rimasto stabile in termini di fatturato. Su questa dinamica ha inciso da un lato - quello dei volumi - la ripresa degli invii di prodotti in osso, dall altro - quello dei fatturati - il confronto con un 2017 caratterizzato da una crescita sostenuta dei prezzi e la necessità di effettuare degli aggiustamenti di prezzo. Entrambe le voci doganali che compongono la categoria sono risultate in crescita. I prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) hanno toccato quota ton (+2,1%) per un fatturato stabile a 732,8 milioni di euro. Le esportazioni di prosciutti in osso hanno, invece, registrato un +58,5% 3 in quantità per ton e +4,9% in valore per 24,3 milioni di euro. Considerando la categoria nel suo insieme, hanno mostrato una crescita solo in volume le spedizioni verso i partner comunitari, mentre quelle verso i Paesi terzi sono risultate in aumento sia in valore sia in quantità. Le UE ha chiuso l anno con un +5,0% 4 in quantità per ton ma con un -0,9% in valore per 563 milioni di euro. All'interno del mercato unico hanno mostrato un aumento importante gli invii verso Francia (+10,1% in quantità e +4,6% in valore), Belgio (+7,9% e +3,3%), Croazia (+31,5 % e +22%), Paesi Bassi (+30,3% e +16,4%) e Slovenia (+48,3% e +39,2%), sono risultati positivi ma solo in quantità quelli verso il Regno Unito (+0,7% ma -3,9%), mentre hanno registrato una flessione quelli verso Germania (-3,1% 5 e -6,1%) e Austria (-17% e -21,2%). Le esportazioni verso i Paesi extra UE hanno, invece, evidenziato un +5,7% in quantità per ton e un +3,3% in valore per 194,1 milioni di euro. Decisive le spedizioni verso gli USA (+10,5% in quantità per ton e +7,8% a valore per circa 100 milioni di euro) principale mercato di destinazione, cui si è aggiunta la buona performance verso il Canada (+21,8% in quantità per ton e +13,7% in valore per 15,2 milioni di euro). In aumento sono risultati, inoltre, gli invii in quantità verso il Giappone (+2,9% ma -1,0% in valore per 21,4 milioni di euro) e la Svizzera (+4,7% e stabili in valore a circa 19,4 mln di euro). Bene, infine, anche le spedizioni verso Hong Kong (+35,2% e +37,6%). Hanno mostrato, invece, un rallentamento gli invii verso il Brasile, la Repubblica Sudafricana e il Libano. Buono il risultato di mortadella e wurstel, la categoria, infatti, ha registrato un +3,5% in quantità per tonnellate e +4,1% in valore per 137,7 milioni di euro. Discreta la performance verso la UE (+2,4% in quantità per circa ton e +1,9% in valore per 107,5 milioni di euro), dove spicca l ottimo risultato della Germania (+10,3% in quantità e +2,7% in valore) prima piazza di riferimento in termini di fatturato, ma terza in termini di 1) Le esportazioni verso la Federazione Russa sono ancora limitate al codice 1602 a causa dell embargo 2) Il risultato sembra risentire di alcuni errori nel dato relativo alle esportazioni in quantità dei prosciutti in osso verso la Germania che sarebbero arrivate a 633 ton (+1227%) dalle 48 dell anno precedente per un valore di 1,3 milioni di euro (+165%). Operando una ragionevole correzione di questo dato, il trend dell export complessivo di prosciutti crudi stagionati in quantità risulta comunque solido con riferimento alle quantità (+4,1%) e immutato in valore. 3) L incremento rimane considerevole anche correggendo il dato tedesco +45% per circa ton. 4) +4,1% per ton scontando l errore relativo alla Germania 5) -6,7% considerando l errore di rilevazione.

88 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI volumi. Buona anche la crescita degli invii verso Francia (+5,6% e +4,2%) e Spagna (+4,6% e +5,2%). In contrazione sono apparse, invece, le spedizioni verso la Croazia (-1,9% in quantità e -12,6% in valore) rimasta primo mercato di destinazione per volumi. Dinamici gli scambi con i Paesi extra UE (+6,8% per ton e +12,7% per 30,3 milioni di euro). A spingere la crescita in valore sono stati i prodotti a maggior valore aggiunto sui mercati più ricchi come dimostrano gli andamenti di Stati Uniti (+25,6% e +34,2%), Svizzera (+11,0% e +10,2%), Giappone (+16,6% e +23,0%) e Canada (+46,3% e +75,9%). In aumento sono risultate anche le spedizioni verso la Bosnia Erzegovina (+13,6% e +15,1%), la Serbia (+4,3% e +6,5%) e il Kosovo (+8,9% e +9,6%). Trend discreto per le esportazioni di salami, salite a quota ton (+3,0%) per 317,9 milioni di euro (+3,0%). Molto buona la crescita degli invii verso la UE: +3,6% per circa ton e +4,8% per 256,3 milioni di euro. Nel mercato unico ottimi gli andamenti di Francia (+7,7% e +6,2%), Belgio (+13,3% e +13,9%) e Paesi Bassi (+17,8% e +23,1%); buone le performance di Regno Unito (+2,7% e +7,2%) e Svezia (+3,9% e +7,0%); positiva quella della Germania (+1,9% e +0,1%). Hanno evidenziato una contrazione, ma solo in quantità, le spedizioni verso l Austria. Lieve arretramento, invece, per le esportazioni verso i Paesi extra UE: -0,3% per oltre ton e -3,8% per 61,6 mln di euro. Fra questi, hanno mostrato un incremento le spedizioni verso la Svizzera (+1,6% in quantità e +1,4% in valore), Hong Kong (+17,9% e +22,1%) e gli USA (+43,8% e +44,5%), mentre hanno chiuso il periodo in flessione, quelle verso il Giappone e il Canada. Decisa flessione per le esportazioni di prosciutto cotto: -22,1% in quantità per ton e -11,4% in valore per 133,4 milioni di euro. A soffrire sono state soprattutto le esportazioni verso la UE (-24,3% per ton e -13,3% per circa 117,6 mln di euro) a causa del ridimensionamento dei flussi verso la Spagna (-82,3% e -75,9%), la cui domanda è scesa a seguito della ripresa della produzione domestica. Escludendo la Spagna, la UE avrebbe registrato un +4,1% in quantità e un +0,6% in valore grazie ai contributi positivi di Francia, Germania e Polonia. Vivaci gli scambi con i Paesi terzi: +8,5% in quantità per ton e +5,5% in valore per oltre 15,8 milioni di euro, grazie ai fondamentali incrementi di Federazione Russa (+30,9% per 328 ton e +26,5% per 2,9 mln di euro) e USA (+1,1% per 609 ton e +4,7% per 4,4 mln di euro) cui si sono aggiunti quelli di Brasile, Giappone, Albania e Messico che hanno più che compensato le flessioni di Svizzera, Libano e Canada. Andamento cedente per l export di pancetta stagionata che ha chiuso il 2018 con un -1,7% per ton e un -2,8% per circa 42 milioni di euro. Nonostante il risultato negativo, il 2018 ha mostrato un riequilibrio fra i mercati di destinazione con un ritorno alla crescita della UE e un ridimensionamento dei Paesi terzi. Bene dunque l export verso la UE (+3,6% per circa ton e +1,7% per 32,8 milioni di euro), dove sono risultati determinanti gli incrementi di Francia (+9,7% e +8,5%) e Germania (+6,7% in quantità ma -0,9% in valore) che assieme a quelli Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Belgio hanno controbilanciato le flessioni di Regno Unito (-4,9% e -1,9%) primo mercato di riferimento, Austria (-42,0% e -41,2%) e altri mercati. Chiusura negativa per i Paesi Terzi ( -14,5% per ton e -16,2% per circa 9,2 milioni di euro), penalizzati dal rimbalzo delle spedizioni verso il Giappone (che rappresenta circa il 90,4% di questi mercati), fermatesi a ton (-17,7%) per 8,1 mln di euro (-19,8%). Bene seppure ancora limitati gli invii verso Usa e Canada in flessione anche per le esportazioni di bresaola. La voce nel complesso dei dodici mesi ha registrato un -2,6% in quantità per ton e un -2,2% in valore per 63,2 milioni di euro. All interno del mercato unico, positiva ma solo in quantità la performance verso la Francia (+1,3% e -1,1%) saldamente al primo posto fra i Paesi di destinazione, in crescita anche Repubblica Ceca (+11,3% e +10,6%) e Austria (+1,3% e +0,5%), mentre hanno mostrato un andamento cedente molte delle principali piazze di riferimento. Al calo contenuto della Germania (-0,8% e -3,1%), infatti, hanno fatto eco quelli più consistenti di Regno Unito, Svezia, Spagna, Belgio e Danimarca. L anno è stato faticoso anche per le spedizioni verso i Paesi terzi, risultate essenzialmente stabili in quantità (-0,2% per 667 ton) pur evidenziando una crescita in valore (+2,5% per 12,6 milioni di euro). Decisivo per questo risultato l incremento registrato dagli invii verso la Svizzera (+1,5% per 473 ton e +2,2% per circa 9,7 milioni di euro) cui si sono sommati quelli di Libano, Canada e Emirati Arabi. Import Nel 2018, secondo ISTAT, le importazioni italiane di prodotti della salumeria sono scese a ton dalle oltre ton del 2017 (-8,2%) per un valore di 202,7 milioni di euro (-6,7%). Alla base di questa contrazione la debolezza dei consumi interni a cui si è sommata la maggiore disponibilità di prodotto nazionale.

89 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI I Paesi fornitori Gli arrivi di salumi nel nostro Paese hanno riguardato, ancora una volta, quasi esclusivamente merci comunitarie (99,6%). All interno del mercato unico, hanno evidenziato una importante contrazione le importazioni dalla Germania - nostro principale fornitore - che ha registrato un -10,5% in quantità per oltre ton e un -12,4% in valore per 60,6 milioni di euro. Penalizzate dal confronto con l ottimo risultato del 2017, hanno mostrato un calo le spedizioni di prosciutti crudi stagionati scesi a quota ton (-5,8%) per 19,3 milioni di euro (-7,2%). La categoria si è comunque confermata la più importante per l export tedesco verso il nostro Paese davanti agli insaccati cotti, apparsi anch essi in flessione (-27,1% per ton e -20,2% per 11,4 milioni di euro). Trend cedente anche per prosciutti cotti (-7,2% in quantità e -14,1% in valore) e salami (-13,8% e -15,0%), mentre sono risultate in meno di 4,5 milioni di euro (+12,8%) e sono apparsi in pesante flessione i prosciutti cotti (-27,5% in quantità per ton e -21,5% in valore per circa 17,9 milioni di euro). Trend cedente anche per le importazioni dalla Spagna che ha chiuso il 2018 con un -6,7% in quantità per circa ton e un -10,2% in valore per circa 33,9 milioni di euro. Il Paese ha confermato la propria terza posizione tra i fornitori per quantità e la seconda a valore. A determinare il calo negli arrivi delle merci spagnole è stata la performance dei salami (-22,5% e -15,7%) cui hanno fatto eco le flessioni di carni di suino salate e in salamoia, insaccati cotti e di altri prodotti, mentre i prosciutti crudi hanno registrato un incremento (+2,1% in quantità ma -5,4% in valore). Durante l anno si sono confermate in contrazione le spedizioni dai Paesi Bassi, scese a ton (-16,7%) dalle circa del 2017 per un valore di 13,2 milioni di euro (-16,0%). Il Paese è così scivolato in quinta posizione fra i fornitori in quantità. A penalizzare il risultato sono Principali Paesi di provenienza dei salumi (Dati espressi in tonnellate) Regno Unito Slovenia Belgio Danimarca Ungheria Francia Austria Paesi Bassi Romania Spagna Polonia Germania Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT crescita le spedizioni verso il nostro Paese delle pancette (+18,9% per ton e +7,2% per 10,5 milioni di euro). Nel corso dell anno hanno mostrato ancora un deciso ridimensionamento le importazioni dalla Polonia, scese a ton (-19,4%) dalle ton dell anno precedente per un valore di oltre 22,7 milioni di euro (-20,9%). Nonostante questa contrazione, il Paese ha confermato la propria seconda posizione tra i nostri fornitori nella classifica per quantità, ma è sceso al quarto posto nella classifica a valore. Con riferimento alle singole categorie di prodotti, hanno evidenziato un calo in quantità gli insaccati cotti, scesi a circa ton (-4,1%) per poco state le riduzioni negli invii di prosciutti crudi e prosciutti cotti. Segno positivo, invece, per le importazioni dall Austria, salite a quota ton (+3,9%) per un valore di 29,2 milioni di euro (+11,1%). Nonostante questo incremento l Austria è scesa al sesto posto fra i fornitori per quantità pur occupando la terza posizione a valore. Fondamentali per la crescita austriaca sono state la performance dei prosciutti crudi in osso, che hanno quasi compensato il calo dei prosciutti crudi disossati e speck, e i buoni risultati di prosciutti cotti e soprattutto delle altri carni cotte.

90 I SALUMI E GLI ALTRI PRODOTTI TRASFORMATI Nel corso del 2018, hanno messo a segno ancora una crescita le importazioni dalla Francia, salite a quota ton dalle del 2017 (+2,6%) per un valore di 12,2 milioni di euro (+6,7%). A trainare le spedizioni francesi sono state le pancette (+101% per 741 ton e +89,3% per 2,9 milioni di euro) e le altre carni cotte, mentre hanno mostrato un andamento calante tutte le altre principali categorie di prodotti. Importante aumento per le spedizioni dalla Romania (+47,9% per ton e +20,1% per 14,6 milioni di euro), divenuta quarto fornitore per quantità e quinto per giro d affari grazie al risultato degli insaccati cotti (+125,9% per ton e +62,3% per 9,2 milioni di euro) e per quelle dall Ungheria (+15,4% per ton e +12,7% per 3,9 milioni di euro). In contrazione sono apparsi, infine, gli arrivi da Danimarca (-7,4% per 660 ton per 2,6 milioni di euro -4,2%), Belgio (-64,85 per 405 ton e -55,9% per 1,3 milioni di euro), Regno Unito (-42,5% per 307 ton e -34,4% per 1,6 milioni di euro) e Slovenia (-39,2% per 326 ton e -27,2% per circa 1,6 milioni di euro). I principali prodotti 2018 in deciso calo per l import di prosciutti crudi e speck, fermatisi a quota ton (-7,1%) per un valore di oltre 68,2 milioni di euro (-6,4%). Nonostante questo decremento, la quota sul totale della categoria è salita al 30,5% dal 30,1% dell anno precedente. La contrazione evidenziata è essenzialmente ascrivibile a quella registrata negli arrivi dalla Germania, principale fornitore per la categoria con una quota del 40,5%, che ha visto le proprie spedizioni scendere a quota ton dalle del 2017 (-5,8%), e a quelle di Paesi Bassi (-22,4% per ton) e Austria (-0,3% per ton). In crescita sono apparse, invece, le spedizioni dalla Spagna (+2,1% ma -5,4% in valore). Le voci doganali che compongono la categoria hanno evidenziato entrambe una flessione: i prodotti in osso sono scesi a quota ton (-15,8%) e i prodotti disossatisi si sono fermati a ton (-3,5%). Contenuta contrazione per gli insaccati cotti. La categoria, con arrivi per ton (-2,2%) e un valore di 31,4 milioni di euro (-4,2%), ha mostrato una nuova flessione dopo la piccola ripresa dello scorso anno. Il peso della voce sul totale dei prodotti importati è salito a quota 25,5% dal 24% del Tutti principali Paesi fornitori hanno registrato un calo, con la sola eccezione della Romania che ha visto le proprie spedizioni salire a quota ton dalle ton del 2017 (+125,9%) per un valore di 9,2 milioni di euro (+62,3%). In flessione sono risultate, invece, le importazioni da Polonia, saldamente al primo posto nella classifica dei fornitori con ton (-4,1% ma +12,8% in valore per 4,5 milioni di euro), Germania (-27,1% e -20,2%), Austria (-6,1% per circa 515 ton e -4,3% per 2,2 milioni di euro), Spagna (-1,9% per 360 ton e -7,2% per 1,4 milioni di euro), Belgio (-41,8% per 266 ton e -35,4% per 516 mila euro) e molti altri fornitori minori. Nel corso dei dodici mesi passati, hanno frenato anche gli arrivi di prosciutti cotti: -21,4% per ton e -16,7% in valore per circa 35,8 milioni di euro. La quota della categoria sul totale dell import è scesa al 15,2% dal 17,8% dell anno precedente. Fra i principali mercati di approvvigionamento hanno registrato un calo: Polonia (-27,5%), Germania (-7,2%), Francia (-31,3%), Spagna (-0,9%) e Paesi Bassi (-39,4%). In controtendenza sono apparse, invece, Ungheria (+21,6%) e Austria (+4,7%). Trend cedente anche per l import di salami: -13,4% per ton e -9,4% per 16,5 milioni di euro. Il peso di questa voce sul totale import è sceso al 6,8% dal 7,2% del A pesare sul risultato è stato il forte rimbalzo negli arrivi dalla Spagna (-22,5%), nostro principale fornitore, cui si sono sommati i cali di Austria (-12,7%) Germania (-13,8%) e Francia (-47,9%). In controtendenza invece Romania (+1,0%) e soprattutto Danimarca (+33,6%) e Regno Unito (+22,6%). Forte ridimensionamento nel 2018 anche per le importazioni delle carni suine salate o in salamoia: -22,3% in quantità per ton e -23,3% in valore per circa 7,8 milioni di euro. Una flessione questa ascrivibile a quelle di Francia, principale fornitore con una quota dell 83,3% (-2,2% in quantità per ton e -4,1 in valore per 5,8 milioni di euro), Spagna (-33,2%), Romania (-65,4%) e Regno unito (-10,2%). Nel corso del 2018, invece, hanno mostrato per il secondo anno consecutivo un incremento a due cifre gli arrivi delle pancette stagionate, balzati a quota ton dalle del 2017 (+31,1%) per un valore di oltre 15 milioni di euro (+19,1%). Determinante per questa categoria la performance della Germania, primo mercato di riferimento con una quota del 70,1%, che ha visto le proprie spedizioni arrivare a ton dalle dell anno precedente (+18,9%) per un valore di 10,5 milioni di euro (+7,2%). Un contributo positivo alla crescita delle importazioni è arrivato anche da Francia (+101,1% per 741 ton e +89,3% per 2,9 milioni di euro) e Romania (+263,5% per 86 ton e +260,5% per 398mila euro). In flessione sono apparsi invece gli invii da Paesi Bassi (-2,8%) e Danimarca (-0,3%).

91 APPENDICE STATISTICA Il comparto in cifre 90 Prezzi 92 Produzione e consumo 94 Interscambio commerciale 119 Costo del lavoro

92 PREZZI Prezzi medi suini da macello - Commissione Unica Nazionale (CUN) (a peso vivo - euro per kg - IVA esclusa) Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Categoria Non Tutelati 115/130 kg 1,185 1,161 1,207 1,123 1,067 1,186 Non Tutelati 130/144 kg 1,200 1,176 1,222 1,138 1,082 1,201 Non Tutelati 144/152 kg 1,230 1,206 1,252 1,168 1,112 1,231 Non Tutelati 152/160 kg 1,260 1,236 1,282 1,198 1,142 1,261 Non Tutelati 160/176 kg 1,320 1,296 1,342 1,258 1,202 1,321 Non Tutelati 176/180 kg 1,250 1,226 1,272 1,188 1,132 1,251 Non Tutelati oltre 180 kg 1,220 1,196 1,242 1,158 1,102 1,221 Tutelati 144/152 kg 1,468 1,443 1,482 1,369 1,284 1,374 Tutelati 152/160 kg 1,498 1,473 1,512 1,399 1,314 1,404 Tutelati 160/176 kg 1,558 1,533 1,572 1,459 1,374 1,464 Tutelati 160/176 kg (peso morto) 1,900 1,868 1,917 1,778 1,666 Fonte: elaborazione ASSICA su dati Commissione Unica Nazionale Prezzi medi carni suine fresche - Commissione Unica Nazionale (CUN) (euro per kg - IVA esclusa) Tagli freschi da macelleria Carrè senza coppa, senza fondello, senza costine (lombo Bologna) (*) Carrè senza coppa, senza fondello, con costine (lombo Padova) (*) Busto con coppa, senza fondello, con costine (*) Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno ,788 2,825 3,260 2,800 2,825 3,050 2,788 2,850 3,310 3,338 3,150 3,460 2,638 2,675 3,060 3,088 3,038 3,260 Coppa fresca con osso (*) 2,800 2,645 2,960 3,043 3,050 3,148 Coscia fresca per crudo - refilata da 10 a 12 kg (peso medio 11) 2,750 2,730 2,714 2,668 2,640 2,780 da 12 kg e oltre 3,830 3,810 3,794 3,713 3,618 3,736 Coscia fresca per crudo - refilata per produzione tipica (senza piede) da 11 a 13 kg (peso medio 12) 4,870 4,843 4,772 4,573 4,415 4,382 da 13 a 16 kg (peso medio 14,5) 5,190 5,163 5,090 4,808 4,593 4,544 Coppa fresca refilata da 2,5 kg e oltre 4,155 4,045 4,324 4,330 4,375 4,476 Spalla fresca disossata e sgrassata da 5,5 Kg e oltre 3,143 2,813 2,806 2,780 2,550 2,550 Trito 85/15 (rapporto magro/grasso pari a 85/15 e percentuali di variabilità pari al ± 20 %) (**) Pancettone con bronza da 7,5 a 9,5 kg Pancetta fresca squadrata 4/5 kg 3,168 2,838 2,812 2,788 2,550 2,568 1,743 1,713 1,730 1,730 1,650 1,706 3,205 3,153 3,180 3,180 3,060 3,154 Gola intera con cotenna e magro 1,395 1,218 1,308 1,310 1,265 1,346 Lardo Lardo fresco 3 cm + 2,550 2,550 2,550 2,550 2,550 2,550 Lardo fresco 4 cm + 3,350 3,350 3,350 3,350 3,350 3,350 Lardello con cotenna da lavorazione 1,175 1,000 1,000 1,000 0,950 0,940 Fonte: elaborazione ASSICA su dati Commissione Unica Nazionale (*) Nuove voci quotate a partire dal 20 gennaio 2017

93 PREZZI Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media annuale Variazione % /2017 1,267 1,262 1,314 1,265 1,147 1,044 1,186-10,8% 1,282 1,277 1,329 1,280 1,162 1,059 1,201-10,7% 1,312 1,307 1,359 1,310 1,192 1,089 1,231-10,4% 1,342 1,337 1,389 1,340 1,222 1,119 1,261-10,2% 1,402 1,397 1,449 1,400 1,282 1,179 1,321-9,8% 1,332 1,327 1,379 1,330 1,212 1,109 1,251-10,3% 1,302 1,297 1,349 1,300 1,182 1,079 1,221-10,5% 1,442 1,439 1,492 1,446 1,321 1,217 1,398-11,5% 1,472 1,469 1,522 1,476 1,351 1,247 1,428-11,3% 1,532 1,529 1,582 1,536 1,411 1,307 1,488-10,9% 1,826-9,9% Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Media annuale Variazione % /2017 3,213 3,420 3,600 3,438 3,030 3,413 3,138 4,5 3,738 4,010 3,700 3,575 3,290 3,413 3,385 4,6 3,525 3,840 3,588 3,400 3,120 3,263 3,208 3,3 3,320 3,554 3,340 3,030 2,820 2,913 3,052 6,8 2,873 2,824 2,840 2,780 2,698 2,553 2,737-9,7 3,847 3,826 3,890 3,790 3,526 3,253 3,719-9,4 4,410 4,304 4,210 4,108 3,862 3,668 4,368-12,2 4,580 4,586 4,658 4,570 4,264 3,973 4,668-11,7 4,647 4,812 4,618 4,238 4,000 3,963 4,332 0,3 2,640 2,788 3,055 3,043 3,054 2,985 2,850-5,0 2,787 2,986 3,295 3,303 3,344 3,155 2,966-3,8 1,793 1,826 1,890 1,853 1,780 1,603 1,751-9,7 3,303 3,366 3,470 3,410 3,290 3,035 3,234-8,8 1,490 1,542 1,600 1,708 1,798 1,653 1,469 4,7 2,550 2,550 2,550 2,550 2,550 2,550 2,550 1,3 3,350 3,350 3,350 3,350 3,350 3,350 3,350 1,0 0,940 0,962 1,063 1,143 1,190 1,185 1,046-16,6

94 PRODUZIONE E CONSUMO Principali indicatori economici del settore Totale conserve suine, conserve bovine e grassi Variaz. % Variabili Unità di misura 2018/ Fatturato Milioni di 1, Esportazioni Milioni di 0, Importazioni Milioni di -4, Saldo commerciale Milioni di 1, Produzione Migliaia di tonn. 0, Investimenti fissi lordi Milioni di 2, Utilizzo impianti % 0, Numero occupati Unità 0, Costo del lavoro per addetto Variazione % - 1,0 1,0 1,6 0,5 1,8 Prezzi alla produzione Variazione % - 0,6 1,0-0,1-0,3-0,2 Fonte: elaborazione ASSICA su dati ISTAT e dati aziendali. Valori arrotondati. Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Produzione industriale (indice medio annuo corretto per gli effetti di calendario - base 2015=100)* Produzione, lavorazione e conservazione di carne esclusi i volatili Variaz. % 2018/ ,6 101,0 99,9 103,7 100,0 90,8 Produzione prodotti a base di carne -1,0 103,9 101,8 102,8 100,0 100,2 Industrie alimentari (escluse le bevande) 1,2 104,4 103,3 102,1 100,0 100,3 Totale Industria (escluso Costruzioni) 3,6 406,4 105,6 101,9 100,0 98,9 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Produzione industriale (indice medio annuo corretto per gli effetti di calendario - base 2015=100)* 110 Industria alimentare Produzione prodotti a base di carne Produzione, lavorazione e conservazione di carne esclusi i volatili Totale Industria (escluso costruzioni) ,3 100,0 100,2 103,7 102,9 102,1 101,9 105,6 103,3 101,8 106,4 104,4 103,9 101,0 99,9 98,9 90,

95 PRODUZIONE E CONSUMO Carne suina e salumi - Produzione, import, export e disponibilità al consumo Dati espressi in migliaia di tonnellate per i totali e in chilogrammi per i valori pro-capite Anno Produzione 1 Importazioni 2 Esportazioni 2 Disp. al consumo 3 Consumi pro-capite kg , , , , , , , , , , , , , , , , ,0 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT (1) La produzione nazionale di carne suina è al netto dell import di suini da macello e dei suinetti da allevamento (2) Le voci comprendono: carni suine, animali vivi a peso vivo, prodotti trasformati a base di carne suina (3) Consumi di carne suina e salumi, esclusa la bresaola (4) I dati 2016 sono stati rivisti alla luce delle correzioni apportate da ISTAT Disponibilità al consumo pro-capite di carni suine fresche e salumi (Dati espressi in chilogrammi) 32 31,9 31, ,1 30,5 30,8 30,8 30,7 30, ,5 30,3 29, ,2 29,3 29,0 28, ,

96 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni da UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Carni suine ,3-7,9 Frattaglie suine ,9-14,8 Totale Carni ,7-7,9 Conserve animali suine ,8-6,3 Conserve animali bovine ,1 5,2 Totale Conserve ,0-4,2 Grassi suini ,4-13,8 Suini vivi ,1-17,0 Totale importazioni ,5-8,0 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Importazioni da UE e Paesi terzi Quote percentuali sul totale delle quantità importate 0,9 4,3 2,2 4,8 3,3 Carni suine Frattaglie suine Conserve animali Suine Conserve animali Bovine Grassi suini Suini vivi % 84,4

97 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni verso UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Carni suine ,3-23,0 Frattaglie suine ,8-29,6 Totale Carni ,2-24,6 Conserve animali suine ,0 0,4 Conserve animali bovine ,9-0,4 Totale Conserve ,6 0,4 Grassi suini ,8-8,7 Suini vivi ,0-100,0 Totale Esportazioni ,0-3,2 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Esportazioni verso UE e Paesi terzi Quote percentuali sul totale delle quantità esportate 0,0 16,4 18,9 Carni suine Frattaglie suine Conserve animali Suine Conserve animali Bovine Grassi suini Suini vivi 4,6 % 11,1 49,0

98 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Andamento dell export verso UE e Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Suini vivi Conserve animali bovine Frattaglie suine Grassi suini Carni suine Conserve animali suine Bilancia Commerciale (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Variaz. % 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Carni suine ,3-6,2 Frattaglie suine ,3-36,5 Totale Carni ,7-5,5 Conserve animali suine ,1 1,6 Conserve animali bovine ,3-5,5 Totale Conserve ,6 1,3 Grassi suini ,1-6,5 Suini vivi ,8-16,8 Saldo ,0-27,4 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Note 1) nella colonna variazioni percentuali i segni negativi associati a quantità negative segnalano il miglioramento del saldo mentre i segni positivi indicano un peggioramento 2) i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT

99 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni suini vivi da UE e Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Totale Quantità Valore Tonnellate x 1000 Riproduttori di razza pura ( ) Scrofe ( ) Inferiori a 50 kg ( ) Superiori a 50 kg ( ) Spagna Danimarca , , Totale , Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Paesi Bassi Croazia Francia Germania Polonia Ungheria Belgio Lussemburgo Altri Paesi Importazioni suini vivi da UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Riproduttori di razza pura ( ) ,8-10,6 Scrofe ( ) ,4-37,7 Inferiori a 50 kg ( ) ,3 0,6 Superiori a 50 kg ( ) ,9-27,6 Totale ,1-17,0 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Importazioni suini vivi da UE e Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Scrofe ( ) Riproduttori di razza pura ( ) Inferiori a 50 kg ( ) Superiori a 50 kg ( )

100 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni suini vivi verso UE e Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Riproduttori di razza pura ( ) Totale Quantità Valore Tonnellate x Scrofe ( ) 0 0 Inferiori a 50 kg ( ) Superiori a 50 kg ( ) Totale 0 0 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Esportazioni suini vivi verso UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Var.% 2017/2016 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Riproduttori di razza pura ( ) ,0-100,0 Scrofe ( ) ,0-100,0 Inferiori a 50 kg ( ) ,0-100,0 Superiori a 50 kg ( ) ,0-100,0 Totale ,0-100,0 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Esportazioni suini vivi verso UE e Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Inferiori a 50 kg ( ) Scrofe ( ) 0 0 Riproduttori di razza pura ( ) Superiori a 50 kg ( )

101 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni carni suine da UE (tonnellate) Dati espressi in quantità Carcasse o mezzene ( /2110) Cosce ( /2211) Spalle ( /2219) Parti anteriori ( /2911) Lombate ( /2913) Pancette ( /2915) Altre carni suine ( /2955) ( /2959) Totale Germania Paesi Bassi Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Spagna Danimarca Francia Polonia Austria Belgio Totale Quantità Valore Tonnellate x Ungheria Slovenia Regno Unito Irlanda Altri Paesi Importazioni carni suine da Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Cosce ( /2211) Spalle ( /2219) Pancette ( /2915) Cile Totale Quantità Valore Tonnellate x Altre carni suine ( /2955) ( /2959) Totale Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: le altre voci doganali non sono state inserite in quanto non sono stati rilevati valori per le stesse Canada Svizzera Norvegia Altri Paesi

102 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni carni suine da UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Carcasse o mezzene ( /2110) Cosce ( /2211) Spalle ( /2219) Parti anteriori ( /2911) Lombate ( /2913) Pancette ( /2915) Var. % 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore ,7-7, ,6-8, ,6 1, ,0-20, ,6-7, ,8-12,4 Altre carni suine ( /2955) ,2-7,0 ( /2959) Totale ,3-7,9 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Importazioni carni suine da UE e Paesi terzi Quote percentuali sul totale delle quantità importate 20,3 0,7 1,4 3,3 Cosce Spalle Lombate Pancette Parti anteriori Altre carni suine Carcasse o mezzene 2,0 % 13,8 58,4

103 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni carni suine verso UE (tonnellate) Dati espressi in quantità Carcasse o mezzene ( /2110) Cosce ( /2211) Spalle ( /2219) Parti anteriori ( /2911) Lombate ( /2913) Pancette ( /2915) Altre carni suine ( /2955) ( /2959) Totale Germania Francia Spagna Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Slovenia Romania Polonia Austria Rep. Ceca Ungheria Paesi Bassi Regno Unito Totale Quantità Valore Tonnellate x Slovacchia Bulgaria Grecia Belgio Malta Altri Paesi Esportazioni carni suine verso Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Carcasse o mezzene ( /2110) Cosce ( /2211) Spalle ( /2219) Parti anteriori ( /2911) Lombate ( /2913) Pancette ( /2915) Altre carni suine ( /2955) ( /2959) Totale Giappone Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Hong Kong Costa d Avorio Albania Stati Uniti Libano Brasile Sudafrica Canada Macedonia Altri Paesi Totale Quantità Valore Tonnellate x

104 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni carni suine verso UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Carcasse o mezzene ( /2110) Cosce ( /2211) Spalle ( /2219) Parti anteriori ( /2911) Lombate ( /2913) Pancette ( /2915) Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore ,9-21, ,6 7, ,5-42, ,7-55, ,1-41, ,1-2,5 Altre carni suine ( /2955) ,0-25,7 ( /2959) Totale ,3-23,0 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Esportazioni carni suine verso UE e Paesi terzi Quote percentuali sul totale delle quantità esportate 16,3 2,9 2,2 Cosce Spalle Lombate Pancette Parti anteriori Altre carni suine Carcasse o mezzene 11,3 10,0 % 16,8 40,7

105 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni conserve animali suine da UE (tonnellate) Dati espressi in quantità Totale Quantità Valore Tonnellate x 1000 Prosciutti stagionati con osso ( ) Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) Spalle stagionate ( ) Pancette ( ) Lombate ( ) Altri prodotti stagionatidi carne suina ( ) Salsicce e salami stagionati ( ) Carni di suino salate o in salamoia ( /1211/ ) Insaccati di fegato ( ) Prosciutti cotti ( ) Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) Spalle cotte ( ) Lombate cotte ( ) Collari cotti ( ) Miscugli di prosciutti, spalle, lombate, etc ( ) Altre carni cotte ( ) Altre preparazioni ( /4950) Lardo stagionato ( ) Germania Polonia Totale Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Spagna Romania Paesi Bassi Austria Francia Ungheria Danimarca Belgio Altri Paesi

106 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni conserve animali suine da UE (tonnellate) Dati espressi in quantità Belgio Danimarca Ungheria Altri Paesi Francia Austria Paesi Bassi Romania Spagna Polonia Germania

107 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Importazioni conserve animali suine da UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Importazioni conserve animali suine da UE e Paesi terzi Quote percentuali sul totale delle quantità importate Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Prosciutti stagionati con osso ( ) ,8-5,1 Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) ,5-6,8 Spalle stagionate ( ) ,6 42,5 Pancette ( ) ,1 19,1 Lombate ( ) ,9-90,0 Altri prodotti stagionati di carne suina ( ) ,6-80,8 Salsicce e salami stagionati ( ) ,4-9,4 Carni di suino salate o in salamoia ( /1211/ ) ,3-23,3 Insaccati di fegato ( ) ,3-20,5 Prosciutti cotti ( ) ,4-16,7 Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) ,2-4,2 Spalle cotte ( ) ,6 30,9 Lombate cotte ( ) ,0 29,8 Collari cotti ( ) ,6-50,3 Miscugli di prosciutti, spalle, lombate, etc. ( ) ,7-46,6 Altre carni cotte ( ) ,6 43,4 Altre preparazioni ( /4950) ,4-34,4 Lardo stagionato ( ) ,1-26,4 Totale ,8-6,3 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) Prosciutti cotti ( ) Prosciutti stagionati con osso ( ) Pancette ( ) Salsicce e salami stagionati ( ) Altre carni cotte ( ) Carni di suino salate o in salamoia ( /1211/ ) Altri salumi 15,3 22,4 8,2 7,0 % 6,9 3,7 25,7 3,5 7,3

108 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni conserve animali suine verso UE (tonnellate) Dati espressi in quantità Totale Quantità Valore Tonnellate x 1000 Prosciutti stagionati con osso ( ) Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) Spalle stagionate ( ) Pancette ( ) Lombate ( ) Altri prodotti stagionati di carne suina ( ) Salsicce e salami stagionati ( ) Carni di suino salate o in salamoia ( /1211/ ) Insaccati di fegato ( ) Prosciutti cotti ( ) Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) Spalle cotte ( ) Lombate cotte ( ) Collari cotti ( ) Miscugli di prosciutti, spalle, lombate, etc ( ) Altre carni cotte ( ) Altre preparazioni ( /4950) Lardo stagionato ( ) Francia Germania Totale Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Regno Unito Belgio Austria Croazia Spagna Paesi Bassi Svezia Slovenia Grecia Malta Polonia Altri Paesi

109 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni conserve animali suine verso UE (tonnellate) Dati espressi in quantità Danimarca Polonia Malta Grecia Slovenia Svezia Paesi Bassi Spagna Altri Paesi Croazia Austria Belgio Regno Unito Germania Francia

110 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni conserve animali suine verso Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Totale Quantità Valore Tonnellate x 1000 Prosciutti stagionati con osso ( ) Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) Spalle stagionate ( ) Pancette ( ) Lombate ( ) Altri prodotti stag. di carne suina ( ) Salsicce e salami stagionati ( ) Carni di suino salate o in salamoia ( /1211/ ) Insaccati di fegato ( ) Prosciutti cotti ( ) Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) Spalle cotte ( ) Lombate cotte ( ) Collari cotti ( ) Miscugli di prosciutti spalle, lombate, ecc ( ) Altre carni cotte ( ) Altre preparazioni ( /4950) Lardo stagionato ( ) Stati Uniti Svizzera Totale Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Giappone Canada Libano Bosnia Erze. Brasile Hong Kong Norvegia Fed. Russa Rep. sudafricana Altri Paesi

111 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni conserve animali suine verso Paesi terzi (tonnellate) Dati espressi in quantità Rep. Sudafricana Fed. Russa Norvegia Hong Kong Brasile Bosnia Erz Libano Canada Giappone Svizzera Stati Uniti Altri Paesi

112 INTERSCAMBIO COMMERCIALE Esportazioni conserve animali suine verso UE e Paesi terzi (tonnellate e migliaia di euro) Dati espressi in quantità e valore Var.% 2018/2017 Quantità Valore Quantità Valore Quantità Valore Prosciutti stagionati con osso ( ) ,5 4,9 Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) ,1 0,0 Spalle stagionate ( ) ,9-80,1 Pancette ( ) ,7-2,8 Lombate ( ) ,4 11,7 Altri prodotti stagionati di carne suina ( ) ,3 65,6 Salsicce e salami stagionati ( ) ,0 3,0 Carni di suino salate o in salamoia ( /1211/ ) ,8-4,3 Insaccati di fegato ( ) ,7-45,1 Prosciutti cotti ( ) ,1-11,4 Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) ,5 4,1 Spalle cotte ( ) ,0 19,4 Lombate cotte ( ) ,5 254,3 Collari cotti ( ) ,5 24,0 Miscugli di prosciutti, spalle, lombate, etc. ( ) ,5 16,6 Altre carni cotte ( ) ,0 12,1 Altre preparazioni ( /4950) ,6 220,7 Lardo stagionato ( ) ,4 17,4 Totale ,0 0,4 Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT Nota: i dati 2017 sono stati aggiornati in base alle correzioni apportate da ISTAT Esportazioni conserve animali suine verso UE e Paesi terzi Quote percentuali sul totale delle quantità esportate 18,3 10,9 Prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli ( ) Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi ( ) Salsicce e salami stagionati ( ) Prosciutti cotti ( ) Pancette ( ) Prosciutti stagionati con osso ( ) Altri prodotti 21,9 % 37,3 3,1 5,1 3,3

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