EUROFOR (Forza Europea di Reazione

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1 L identità europea di sicurezza e difesa il progetto EUROFOR MAGG. WALTER BOCCHINO Le origini ed i precedenti EUROFOR (Forza Europea di Reazione Rapida) nasce ufficialmente a Firenze il 9 novembre 1996, data della cerimonia per la sua costituzione tenutasi in Piazza della Signoria. Essa è da considerarsi come diretta e naturale conseguenza del cosiddetto progetto EUROFOR, che aveva visto la luce a Lisbona il 15 maggio 1995, nell ambito di una riunione del Consiglio dei Ministri dell Unione Europea Occidentale, quando prese forma l idea di costituire una Forza Europea e Multinazionale, specificamente attagliata per condurre operazioni militari di supporto alla pace e conformi a quanto stabilito nel trattato di Petersberg. Il progetto si poteva quindi considerare edificato sulla pietra angolare costituita dalla cooperazione internazionale per la gestione delle crisi e delle operazioni di peacekeeping. Ma quali sono stati gli eventi, quali le considerazioni in ambito politico-strategico che hanno portato alla costituzione di questa forza che, a buon titolo, può essere considerata quale tipico esempio di lungimiranza nel campo della cooperazione europea in ambito militare e precursore, in un certo senso, della costituenda Forza Europea di Reazione Rapida? Bisogna partire, per avere un quadro organico della situazione, dal lontano marzo 1948, quando a Bruxelles veniva firmato il primo trattato di cooperazione europea che, oltre a stabilire una serie di aspetti di collaborazione in campo economico, sociale e culturale, poneva anche le basi per un impegno, da parte dei Paesi firmatari, ad una autodifesa collettiva. Con la successiva firma del Trattato Nord Atlantico l esercizio delle responsabilità militari veniva trasferito all Alleanza Atlantica, ma l impegno tra i Paesi europei rimaneva comunque in vigore. Nell ottobre 1954, in base agli accordi di Parigi, anche l Italia e la Germania entravano a far parte dell Organizzazione, ribattezzata Unione Europea Occidentale. Essa, pur continuando la propria azione conformemente alle condizioni ed ai compiti enunciati negli accordi di Parigi ed essendo considerata, pur informalmente, il braccio armato della CEE, perdeva progressivamente di valore, riducendo il suo ruolo a quello di sterile foro di dialogo tra i Paesi partecipanti. Dopo una lunga fase di letargo e vari tentativi di rilancio, la UEO veniva per così dire riattivata nel 1984, con la missione di elaborare una comune identità di difesa europea, attraverso la cooperazione tra i suoi membri in materia di sicurezza, e di rafforzare il pilastro europeo dell Alleanza Atlantica. La caduta del muro di Berlino e la conseguente rottura dell equilibrio bipolare provocava il definitivo risveglio dell organizzazione. Il processo di integrazione europea, pur tra altalenanti fasi caratterizzate da preoccupanti pause ed improvvise accelerazioni, ha da allora evidenziato un costante progresso, sino ad arri- 10

2 vare nel 1991 alla firma del trattato di Maastricht. Con esso l Unione Europea ha posto le basi per il suo terzo pilastro, quello della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), che si è aggiunto agli altri pilastri economico e giuridico. Nel Trattato, che ribadisce la necessità di coordinare anche questo aspetto con tutti gli altri inerenti la politica estera dell organizzazione, la UEO viene definita parte integrante dello sviluppo dell Unione Europea, prevedendo tra l altro che l UE chieda all UEO di elaborare e porre in essere le decisioni e le azioni dell Unione aventi implicazioni nel settore della difesa. Il processo evolutivo del concetto di PESC, che ha portato a definire una Politica di Sicurezza e difesa Comuni (CSDP) non più differibile, ha indubbiamente conosciuto una violenta accelerazione in seguito al conflitto scoppiato in Bosnia nel 1992, dove peraltro i ritardi decisionali dell UE hanno evidenziato serie ripercussioni negative. È però con il Trattato di Amsterdam del 1997 che l Unione Europea, approvando alcune revisioni al Trattato di Maastricht, prende palese coscienza della necessità di definire nel proprio ambito una politica di sicurezza e difesa e pertanto approva e fa proprie le missioni tipo Petersberg. Il medesimo Trattato, su richiesta dell Italia e dei Paesi fondatori della UEO, identifica in questa Organizzazione il braccio operativo della UE nello specifico settore, pur affidando ad una successiva ed eventuale delibera (in realtà mai ratificata) l atto di vera integrazione tra UE ed UEO, necessaria a causa delle divergenze legate alla diversa geometria delle partnership nelle due organizzazioni. È il caso di ricordare, a questo punto, che questa integrazione veniva fortemente osteggiata dal Regno Unito, particolarmente sensibile alle prerogative nazionali oltre che NATO in tema di sicurezza, e da alcuni paesi UE (Austria, Finlandia, Svezia, Irlanda e Danimarca, seppur per motivi diversi). Lo stallo creato da tale situazione è stato superato con la Dichiarazione franco-britannica di Saint-Malo del 1 febbraio 1998, con la quale, venendo meno la pregiudiziale negativa britannica sulla politica comune di sicurezza e difesa, viene rimarcata la necessità di disporre di una capacità autonoma di azione, da realizzarsi in ambito UE, fondata su forze militari credibili, con i mezzi e la volontà di utilizzarli per rispondere a crisi internazionali. Anche gli Stati Uniti reagiscono positivamente vedendo nelle idee degli alleati europei la volontà di rafforzare il ruolo e l impegno europeo per la propria sicurezza. Questa posizione viene recepita dall UE con il Consiglio Europeo di Colonia (3-4 giugno 1999), che risente anche del potere catalizzatore del coevo conflitto del Kosovo. In particolare viene ribadito che il Consiglio deve avere ampia capacità decisionale nel solo settore della prevenzione e management dei conflitti tipo Petersberg e pertanto l UE deve disporre della capacità di azione autonoma, sostenuta da forze credibili e pronte, oltre che del potere di disporne l impiego, senza pregiudizio o intralcio con la NATO, alla quale resta affidata la primaria competenza in materia di sicurezza collettiva ed in accordo con i principi fondamentali delle Nazioni Unite (applicazione del concetto di no asset duplication). Le caratteristiche EUROFOR, con il suo Comando ubicato in Firenze presso la caserma Predieri, è definita come una Forza Europea Multinazionale di Reazione Rapida di livello Brigata/Divisione, particolarmente adatta alla condotta di tutte le 11

3 missioni definite dal trattato di Petersberg e che può essere, quindi, impiegata in tutti gli scenari operativi previsti nelle PSO (Operazioni di Supporto alla pace); in tal senso è quindi efficace strumento operativo per rafforzare e ribadire il concetto di Identità Europea di Sicurezza e Difesa. Il Comando di EUROFOR riceve le direttive politiche e militari dal CIMIN (Comitato Interministeriale Difesa e Affari Esteri di alto livello). Il suo HQ è in grado di assumere la responsabilità di comando di operazioni a livello Brigata/Divisione e quelle di un LCC (Land Component Command). Lo Stato Maggiore permanente multinazionale è costituito, attualmente, da circa 100 tra Ufficiali e Sottufficiali, equamente ripartiti tra le quattro nazioni costituenti e bilanciato in ciascuna delle cellule; nessuna delle nazioni può essere considerata leader e, per ogni posizione assegnata in ciascuna cellula, la nazionalità del personale da impiegare è definita a priori e rimane fissa. I quattro incarichi principali (Comandante, Capo di Stato Maggiore, Sottocapi di SM operativo e logistico) sono invece assegnati a Forza Europea di Reazione Rapida costituita da: Francia, Italia, Portogallo, Spagna. rotazione tra i rappresentanti delle quattro nazioni e rimangono in carica due anni. Le cellule permanenti della divisione operativa sono l Intelligence, le Operazioni, il Supporto al Combattimento e le Trasmissioni. Nella divisione Logistica troviamo invece il Personale, la Logistica, i Trasporti e la cellula CIMIC. Le cellule Legale, Amministrazione, Sicurezza e Relazioni Pubbliche completano l organizzazione del Comando. Il personale del Quartier Generale è fornito in toto dall Italia ed il suo compito è quello di sostenere logisticamente lo Stato Maggiore Internazionale. Le Forze EUROFOR non ha sotto il suo Comando Forze operative permanentemente assegnate. La forza è definita, di volta in volta, sulla base della specifica missione ed il personale viene messo a disposizione dalle nazioni costituenti all atto dell esigenza. L entità della Forza, tratta da un serbatoio nazionale, è compresa in una scala che va da unità, per il livello Brigata, sino a unità, per il livello Divisione. Il pacchetto di Forze disponibili è costituito da: mezzi per il Comando e Controllo; unità di combattimento (fanteria e blindati); unità di supporto tattico (artiglieria, genio, aviazione, cavalleria dell aria). Questo sistema permette una risposta varia, modulare ed in tempi estremamente brevi, conferendo alla struttura una straordinaria flessibilità di impiego operativo. A tal proposito lo SM, costituente come detto l intelaiatura permanente nella quale vanno ad inserirsi le Forze allocate, ha elaborato una pianificazione di impiego per il rapido schieramento di moduli di 1.000, o uomini, in relazione al tipo di missione assegnata. I tempi per lo schieramento operativo variano di conseguenza e vanno dai 2-5 giorni, necessari per lo schieramento del Comando con i relativi distaccamenti avanzati, ai giorni per lo schieramento delle cosiddette Forze di secondo scaglione. Nella pianificazione dell impiego di EUROFOR non si possono prevedere, ovviamente, né i tempi, né la natura dell intervento. Pertanto è necessario: da parte degli uomini del Comando, una formazione, una motivazione ed una disponibilità particolari; 12

4 da parte dei reparti inclusi nei pacchetti di Forze a disposizione, un particolare addestramento, una spiccata professionalità e molteplici capacità operative. L addestramento EUROFOR è un segno tangibile della volontà dei Paesi partecipanti di contribuire alla sicurezza comune e di agire in concerto con gli interessi delle nazioni, nel rispetto delle loro legislazioni e delle regole del diritto internazionale. Da qui la necessità di una cooperazione multinazionale sempre più aderente, che includa: la creazione di altre strutture multinazionali; il collegamento di queste strutture; l armonizzazione delle dottrine di impiego e delle procedure; l apertura alla partecipazione di altri Paesi interessati. Uno sforzo, questo, che conduce alla ricerca di nuove soluzioni nell addestramento, orientato a personale che conosca le comuni procedure e che sia disponibile e prontamente impiegabile, e nelle dotazioni di materiali, che debbono tendere al requisito prioritario della compatibilità (mezzi informatici di comando e controllo, di trasmissioni e d artiglieria). EUROFOR, quindi, ha un ruolo centrale nello studio di dottrine e nell impiego di forze multinazionali. Segno tangibile di questa volontà di giungere ad una sempre maggiore integrazione multinazionale, attraverso lo studio e la successiva applicazione, sono le esercitazioni del filone EOLO, che da anni costituiscono il principale impegno addestrativo di EUROFOR. EOLO 1998 (Francia) Il principale obiettivo operativo di questa esercitazione, tenutasi a Castres nel sud-ovest della Francia, è stato quello di schierare, gestire e condurre le operazioni della componente terrestre di un Comando a livello operativo, incaricato di condurre un operazione di Peace Support sotto mandato ONU, nell ambito di uno scenario predefinito. Le principali operazioni hanno riguardato l evacuazione, aerea e navale, di connazionali, il supporto umanitario e la sicurezza dei rifugiati, il tutto dopo aver stabilito una Zona di Sicurezza e sotto lo stretto controllo delle principali linee di comunicazione e di rifornimento. EOLO 98 ha costituito, quindi, un passo importante nel processo di validazione del Comando e delle procedure operative dello Staff multinazionale, mettendo alla prova, in uno scenario quantomai realistico, l interoperabilità, l integrazione del personale, i sistemi di comunicazione e di gestione delle informazioni, gli aspetti legati alla cooperazione civile militare ed il coordinamento logistico. EOLO 2000 (Spagna) Le capacità operative di EUROFOR hanno trovato ulteriore accrescimento e motivo di miglioramento durante l esercitazione EOLO 2000, tenutasi questa volta in Spagna, dopo un lungo ed intenso addestramento preventivo di amalgama presso il Comando di Firenze. Lo scenario di esercitazione ha previsto la creazione di una Forza di intervento multinazionale, con lo scopo di assicurare il rispetto di un cessate il fuoco tra due nazioni belligeranti, monitorare il controllo di gruppi illegali, garantire il supporto alle organizzazioni umanitarie e gestire l evacuazione di cittadini. Lo sviluppo dell esercitazione ha previsto l addestramento di 13

5 amalgama, lo schieramento del Comando, una prima fase di peace-keeping con operazioni aeromobili, una seconda fase di peace-enforcement ed il successivo rischieramento. (18 dicembre 1996) e la dichiarazione del raggiungimento della piena operatività da parte del Quartier Generale (28 novembre 1997). Il 9 giugno 1998, al termine dell esercitazione EOLO 98 svoltasi a Castres, in Francia, i Ministri della Difesa dei quattro Paesi costituenti la Forza (Italia, Francia, Spagna e Portogallo) dichiararono ufficialmente che EUROFOR poteva considerarsi a tutti gli effetti pronta, dotata della piena capacità operativa e quindi impiegabile. Struttura di EUROFOR. Gli incarichi principali: Comandante, Capo di SM e Sottocapi di SM Operativo e Logistico, sono a rotazione tra le 4 nazioni. L esercitazione ha conseguito pienamente lo scopo di addestrare e amalgamare i partecipanti nell attività di pianificazione e condotta di una PSO, con lo scopo primario di perfezionare la struttura di Comando, Controllo e Comunicazione, la sua interoperabilità e di sviluppare ulteriormente il concetto di CJTF (Combined Joint Task Force) e la sua implementazione. Per quanto attiene specificatamente ad EUROFOR, essa ha centrato l obiettivo di perfezionare l addestramento e le procedure del suo Comando a livello divisionale, con responsabilità sulla componente terrestre. L impiego operativo Alla cerimonia di inaugurazione fecero seguito tutta una serie di eventi ed esperienze destinate a portare il neocostituito Comando di EUROFOR al raggiungimento dei necessari standard operativi per il suo successivo impiego. I due pilastri possono essere sicuramente considerati la dichiarazione dell impiego di EUROFOR all interno dell intelaiatura NATO L operazione Joint Guardian Nell aprile 2000, a Lisbona, durante una riunione tra i rappresentanti delle quattro nazioni, il processo verso il completo impiego operativo di EUROFOR effettua l ultimo e decisivo passo con la decisione di un suo impiego, come Core HQ del Comando delle Comunicazioni Ovest (COMMZW) in Albania, nell ambito dell operazione NATO Joint Guardian (1 novembre aprile 2001). Come noto, alle dipendenze del Comando di KFOR in Pristina, COMMZW è responsabile di una delle vie di comunicazione (quella ovest) per alimentare il supporto logistico delle truppe schierate in Kosovo. La missione di EUROFOR è stata quella di rilevare il Comando della zona Ovest e di gestire le attività dello staff multinazionale. La maggioranza del personale è stato fornita dall Italia ed ha compreso elementi di manovra a livello battaglione, un gruppo di supporto al combattimento, unità elicotteri, unità di supporto al Comando e nuclei di Polizia Militare. Con gli altri contributi forniti dalla Grecia e dalla Turchia, il totale della forza è stato di circa unità. In tale contesto EUROFOR ha pianificato, condotto e diretto con rara maestria tutte le operazioni, che hanno visto l effettuazione di pattuglie di sicurezza, scorte, trasporti ed esercitazioni; particolarmente curata anche l attenzione e lo sforzo che sono stati dedicati alla pianificazione per fronteggiare interventi di emergenza e di aiuto umanitario a favore della popolazione albanese in caso di disastri naturali. 14

6 A partire dal 1 novembre 2000, COMMZW, nell adempimento delle proprie funzioni, ha condotto oltre pattuglie, 200 scorte a convogli, missioni di elicotteri e movimenti che hanno coperto più di 4 milioni di chilometri. Le attività nel campo della cooperazione civilemilitare, in supporto alla popolazione locale, sono state uno degli elementi di forza dell intera missione, con lavori del Genio effettuati a cura del Battaglione greco e di Unità italiane, compresi la rimozione di bunker, riparazione delle strade, la rimozione di cumuli e detriti e lavori tesi a facilitare il normale andamento della vita quotidiana. In sintesi, un successo inequivocabile, che ha dimostrato come il percorso, apparentemente impervio e costellato di molti ostacoli, cominciato due anni prima, fosse quello giusto e come gli sforzi prodotti, sapientemente diretti ed orientati ad un unico scopo, abbiano consentito la realizzazione di un prodotto finito di estrema efficienza ed affidabilità. Prospettive Lo sviluppo di EUROFOR va avanti a grandi passi e sempre maggiori sono i segnali che individuano una crescita esponenziale. Non ultima l inaugurazione nello scorso mese di giugno, nella ormai storica sede della caserma Predieri di Firenze, del Centro Tattico per la gestione delle Operazioni, destinato ad incrementare l interoperabilità dei sistemi informatici per le funzioni di Comando e Controllo. Ma quale futuro attende questo Comando Europeo, divenuto ormai punta di diamante nell ambito dello sviluppo della rinnovata Identità di Sicurezza e Difesa Europea e della già citata Politica di Sicurezza e Difesa Comuni? Per quanto concerne l impiego, sono due le opzioni che possono essere prese in considerazione: quella che prevede la riconversione di EUROFOR in una Brigata di Reazione Immediata (IRF - Immediate Reaction Force), con la possibilità di essere rinforzata per elevarsi al rango di Componente di Comando Terrestre (LCC - Land Component Command) di una Divisione di Reazione Rapida che agisca sotto il comando dell Unione Europea; quella che considera la possibilità di impiego di EUROFOR come Comando a livello Divisionale. In merito alla prima opzione, nell ambito della quale i compiti assegnati rimarrebbero quelli attualmente definiti, i vantaggi sarebbero costituiti principalmente dai pochissimi aggiustamenti che si renderebbero necessari, assicurando quindi una reale continuità operativa e funzionale che non renderebbe vani gli sforzi ed i progressi sin qui compiuti. Inoltre: EUROFOR potrebbe essere impiegata sia sotto comando NATO che alle dipendenze di altro Organismo Internazionale; l Unione Europea verrebbe dotata di una Forza di Reazione Immediata di livello Brigata, di cui essa è attualmente sfornita; si renderebbero necessari minori supporti logistici. Inevitabili, peraltro, gli svantaggi, e segnatamente: la necessità di avere Forze assegnate permanentemente, per ridurre i tempi di costituzione della Forza e, quindi, di intervento; il dover riadattare in ogni caso gli attuali moduli; il dover disporre permanentemente di una unità di supporto logistico; la necessità di aumentare e rendere più completi gli assetti delle Comunicazioni e dell Intelligence. L opzione che vorrebbe EUROFOR impiegata come Comando a livello Divisionale, a fronte degli innegabili ed evidenti vantaggi, in quanto, aumentando i tempi di reazione, non si renderebbero necessari eccessivi mutamenti degli attuali assetti nella costituzione della Forza, richiederebbe in ogni caso la necessità di incrementare in maniera consistente le dimensioni delle unità di supporto logistico. In conclusione, le due opzioni appaiono ugualmente valide, anche se sembra prevalere la proposta dell impiego come Brigata IRF, con la possibilità di essere rinforzata a livello Divisionale in un secondo tempo. In ogni caso l orientamento prevalente è quello di apportare il minor numero di modifiche all attuale struttura, riducendo al minimo i costi aggiuntivi per le quattro nazioni costituenti ed accelerando i tempi della trasformazione dell attuale Comando, per aumentare la possibilità di essere impiegabile in maniera più flessibile e coprire adeguatamente il gap nella nuova struttura militare dell UE. 15

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