Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile (Rapporto tecnico sullo stato di fatto)

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1 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile (Rapporto tecnico sullo stato di fatto) Redazione e coordinamento: GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA SETTORE PROGRAMMAZIONE INTERVENTI DI PROTEZIONE CIVILE SUL TERRITORIO + (0) 0 prociv@regione.campania.it - 0 Napoli - Centro Direzionale, Isola C

2 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile (Rapporto tecnico sullo stato di fatto) INDICE Premessa Ambito e metodologia di indagine Elaborazione e analisi dei risultati Conclusioni Allegati: Schede situazioni regionali Elaborati cartografici di sintesi Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

3 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Premessa Nel rapporto sono riportati i risultati dello studio condotto in esito alla ricognizione delle situazioni regionali in materia di centri funzionali e gestione dei rischi naturali e antropici e dei relativi sistemi di allertamento ai fini di protezione civile. Ideata e progettata con i provvedimenti legislativi (l. / Sarno, D.P.C.M. //, l. /000 Soverato, Ordinanza /00, Ordinanza 0/00 etc.) adottati dallo Stato per far fronte alle emergenze idrogeologiche conseguenti agli eventi alluvionali verificatisi in Campania (Sarno, maggio ) e in Calabria (Soverato, settembre 000), la rete dei centri funzionali regionali è oggi la struttura istituzionale che, insieme al Dipartimento della Protezione Civile, assicura la gestione del sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile, secondo gli indirizzi operativi adottati in materia con la Direttiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i., fornendo il supporto alle decisione delle autorità di protezione civile competenti per gli allertamenti, attuando in tempo reale e con modalità integrata, per giorni all anno e, se necessario, in H, le fasi di previsione meteorologica, di monitoraggio meteopluvoidrometrico diretto e strumentale e di valutazione delle criticità idrogeologiche e idrauliche in atto e attese. I Centri Funzionali Regionali costituiscono, oggi, un importante realtà tecnico-scientifica e operativa del paese, punto di riferimento per la vigilanza meteorologica, la sorveglianza e il monitoraggio meteopluvoidrometrico in tempo reale e la previsione del rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile, rappresentando uno dei risultati più significativi ottenuti nell ambito della costruzione e del potenziamento del sistema integrato di protezione civile, verso cui si è profuso il costante e crescente impegno dello Stato e delle Regioni nel corso degli ultimi anni. Le condizioni di elevata vulnerabilità che caratterizzano gran parte del territorio del paese, associate alla presenza di consistenti insediamenti antropici, hanno determinato condizioni di rischio inaccettabili in termini di danno atteso per la vita umana, rendendo necessario il ricorso all adozione di sistemi di previsione in tempo reale del rischio idrogeologico e idraulico, funzionali all attivazione di procedure di allerta e primo contrasto degli effetti indotti dagli eventi meteorologici intensi. E per tali obiettivi che opera la rete dei Centri Funzionali, attraverso l analisi dei dati, l implementazione dei modelli e la valutazione in tempo reale delle criticità attese e/o in atto, assicurando un servizio attivo per giorni all anno, con modalità H in caso di necessità, secondo procedure adottate in recepimento degli indirizzi nazionali emanati dal Dipartimento della Protezione Civile con la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del febbraio 00 e s.m.i. Dalle esperienze maturate nel corso del tempo trascorso dall emanazione della Direttiva ad oggi (alla gestione del sistema di allertamento nazionale concorrono, attualmente, oltre al Centro Funzionale Nazionale del Dipartimento della Protezione Civile, Centri Funzionali Decentrati, riconosciuti attivi e operativi a tale fine, ai sensi e per gli effetti della Direttiva), si è potuto constatare come sia fondamentale, per conseguire risultati tempestivi ed efficaci in termini di prevenzione dei danni, che le componenti del sistema integrato di protezione civile operino in un contesto di forte sinergia funzionale, operativa e logistica, tale da assicurare l immediata attuazione delle decisioni e riducendo al minimo i rischi associati al flusso delle comunicazioni fra gli analisti del Centro Funzionale e i decisori della Protezione Civile. Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

4 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Appare chiara, dunque, la strada da seguire per rendere più efficienti i sistemi di allertamento regionali di protezione civile e in tale direzione sta operando la Commissione di Protezione Civile della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome che, nella seduta del febbraio 00, tenutasi presso la sede di Roma della Regione capofila Friuli Venezia Giulia, con decisione assunta all unanimità ha affermato la necessità che i Centri Funzionali Regionali ex Direttiva P.C.M. febbraio 00 siano Centri Funzionali di Protezione Civile, multirischio ed integrati nelle rispettive strutture regionali di protezione civile, alle quali competono le funzioni di previsione, allerta e coordinamento delle emergenze. Proprio nell ambito di tale indirizzo politico, che ribadisce con forza il ruolo del Centro Funzionale di Protezione Civile come luogo di accentramento dei dati e delle informazioni necessarie per la gestione in tempo reale delle emergenze e, quindi, per l assunzione delle decisioni, si colloca il presente rapporto, redatto a conclusione dell indagine ricognitiva delle situazioni regionali in materia di di Centri Funzionali e sistemi di allertamento per varie tipologie di rischio, effettuata dalla Sottocommissione competente in materia, istituita nell ambito del tavolo tecnico interregionale di Protezione Civile della Commissione e coordinata dalla Regione Campania. I risultati dello studio condotto, riportati nel presente rapporto tecnico dopo una breve descrizione del percorso organizzativo e metodologico seguito, si ritiene possano costituire, alla luce del dettaglio del quadro informativo conseguito, il necessario supporto per l adozione dei provvedimenti richiesti per il compimento dell iter normativo di attuazione dell atto di indirizzo politico adottato dalla Commissione di Protezione Civile. Ambito e metodologia di indagine Nell ambito della Commissione Tecnica di Protezione Civile si è proceduto all istituzione di Sotto-commissioni tematiche, ciascuna composta da un certo numero di Regioni, delle quali una con funzioni di coordinatrice. In sede di tavolo tecnico interregionale è stato approvato il regolamento per il funzionamento delle Sotto-commissioni e sono stati individuati gli argomenti in materia di Protezione Civile oggetto dell agenda dei lavori delle sotto-commissioni, procedendo, successivamente, all assegnazione degli argomenti di competenza di ciascuna delle Sotto-commissioni. La Sotto-commissione Centri Funzionali e sistemi di allertamento, coordinata dalla Regione Campania e costituita formalmente da regioni, ma ai cui lavori, in conformità a quanto previsto nel regolamento approvato dal tavolo tecnico, hanno partecipato anche altre regioni, ha avviato le sue attività, nell ambito degli argomenti assegnati, partendo dall analisi delle situazioni regionali in materia di di Centri Funzionali e sistemi di allertamento per varie tipologie di rischio. A tal fine, in sede di Sotto-commissione sono stati predisposti dei modelli di schede di rilevamento delle situazioni regionali per ognuna delle tipologie di rischio prese in considerazione (idrogeologico, sismico, vulcanico, mareggiate, ondate di calore, valanghe e neve, industriale, nucleare, incendi boschivi). I modelli predisposti, con il contributo di tutte le regioni, sono stati successivamente integrati e approvati, nel loro formato definitivo e condiviso, nella seduta del 0 aprile 00 del tavolo tecnico interregionale, per poi essere trasmessi a tutte le Regioni per la debita compilazione e restituzione alla Regione coordinatrice, che ha provveduto all omogeneizzazione dei relativi Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

5 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE contenuti informativi ed alle elaborazioni necessarie ai fini della rappresentazione sintetica degli aspetti più significativi, emersi dalle categorie di dati e/o informazioni trattati. Una prima descrizione, in forma sintetica, dei risultati dello studio condotto è stata portata all attenzione della Commissione, riunita in seduta straordinaria (tecnica e politica), tenutasi il 0 maggio 00, in occasione delle manifestazioni organizzate dalla Regione capofila Friuli Venezia Giulia per il trentennale del terremoto del maggio e alla quale hanno partecipato, oltre agli Assessori regionali delegati alla Protezione Civile, anche i vertici nazionali del Dipartimento della Protezione Civile. Il quadro informativo disponibile in tale sede, parziale a causa della mancanza delle informazioni relative ad alcune situazioni regionali, non pervenute alla data della suddetta riunione, è stato successivamente completato e viene qui riportato negli aspetti di sintesi, elaborati in relazione ad alcune categorie di informazioni per la singola tipologia di rischio analizzata. Elaborazione e analisi dei risultati Le informazioni e i dati acquisiti mediante la compilazione delle schede da parte delle Regioni sono stati elaborati e organizzati in modo omogeneo allo scopo di produrre quadri informativi sintetici, sia di carattere generale che specifico, in relazione al tipo di rischio considerato. In tabella è riportato il prospetto generale degli esiti della ricognizione effettuata, con indicazione, in relazione al rischio idrogeologico, dell ambito istituzionale di attuale collocamento (colonna ) e dello stato di attività e operatività dei Centri Funzionali Decentrati ex Direttiva P.C.M. febbraio 00 e s..m.i. (colonna ) e, per ciascuno degli altri rischi, della presenza di situazioni caratterizzate da competenze specifiche per l allertamento a fini di protezione civile, già assunte dal Centro Funzionale, o da elementi e/o fattori potenziali che, comunque, ne rendano plausibile un eventuale assunzione (colonne da a ). Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

6 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

7 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Di seguito, per ogni tipologia di rischio, vengono sinteticamente analizzati e rappresentati in forma grafica gli aspetti più significativi emersi in relazione agli obiettivi dello studio e ritenuti strategici in prospettiva dell adozione dei provvedimenti normativi necessari per attivare la gestione del rischio di volta in volta considerato nell ambito dei Centri Funzionali. Ulteriori elementi di interesse, relativi ad aspetti di dettaglio delle situazioni presenti nelle realtà regionali, sono desumibili dalle schede riportate in allegato, nelle loro versioni integrali, compilate dalle Regioni e raggruppate per tipologia di rischio. Rischio idrogeologico Aspetti relativi a: a) Struttura e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il CFD; b) Numero di stazioni complessive meteopluvioidrometriche in tempo reale; c) Frequenza di acquisizione in centrale dati aggiornati delle reti; d) Bande di frequenza utilizzate per trasmissione in ponte radio; e) Numero di frequenze; f) Sistema informativo di supporto alla decisione; g) Sistema di scambio informativo: accesso alla RUPA. - Rischio Idrogeologico - Struttura regionale e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il Centro Funzionale Decentrato (CFD) (Lazio, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d'aosta) (Sardegna, Veneto) 0 (Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli V.G., Lombardia, Marche, Molise, Puglia, P.A. Trento, P.A. Bolzano) (Basilicata, Emilia- Romagna, Liguria, Piemonte) Protezione Civile Regionale ARPA Altro (Ambiente, Territorio, Difesa Suolo, Presidenza) Nessuno Nell ambito della rete dei Centri Funzionali Decentrati ex Direttiva febbraio 00 e s.m.i., 0 risultano attualmente collocati presso le strutture regionali di Protezione Civile. Di questi, (Campania, Lombardia, Marche, P.A. Trento e P.A. Bolzano) sono quelli dichiarati attivi e operativi ai sensi e per gli effetti della Direttiva e sono parzialmente operativi (Calabria e Friuli Venezia Giulia). Degli altri attivi e operativi, sono collocati presso le ARPA (Emilia Romagna, Liguria, Piemonte) e quello della Toscana risulta essere collocato presso il settore Ambiente. Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

8 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE - Rischio Idrogeologico - Numero di stazioni complessive meteopluvioidrometriche in tempo reale delle reti di monitoraggio dei CFD n stazioni ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA-ROMAGNA FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE Stazioni complessive meteo-pluvio-idro MOLISE PIEMONTE P.A. BOLZA P.A. TRENTO PUGLIA SICILIA TOSCANA sensori pluviometrici (tempo reale) UMBRIA VALLE D'AOSTA VENETO Il numero complessivo di stazioni meteopluvioidrometriche in tempo reale attualmente attive nelle Regioni è posto a confronto con il numero di sensori pluviometrici. Il dato rilevato dalle stazioni è da considerarsi in tempo reale se disponibile, in centrale, entro un intervallo temporale di 0 dall istante di campionamento. - Rischio Idrogeologico - Frequenza di acquisizione in centrale dei dati aggiornati della rete di monitoraggio meteopluvioidrometrico 0 ABRUZZO BASILICATA 0 CALABRIA 0 CAMPANIA 0 EMIL.-ROMAG. 0 FRIULI V. G. LAZIO 0 LIGURIA 0 LOMBARDIA 0 MARCHE 0 MOLISE 0 PIEMONTE 0 P.A. BOLZA P.A. TRENTO 0 PUGLIA 0 SICILIA 0 TOSCANA 0 UMBRIA 0 VALLE D'AOSTA 0 VENETO [minuti] Il valore della frequenza di acquisizione rappresentato è quello prevalente nel sistema di aggiornamento dei dati in centrale. Se, ad es., il valore rappresentato è di 0, si deve intendere che i dati della maggioranza dei sensori della rete di rilevamento vengono aggiornati in centrale ogni 0. Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

9 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE - Rischio Idrogeologico - (Reti di monitoraggio fisico) Bande di frequenze utilizzate per la trasmissione dei dati in ponte radio (Molise, Sicilia, Sardegna) (P.A. Bolzano) (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia- Romagna, Friuli V.G., Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, P.A. Trento, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d'aosta, Veneto) (Liguria, Marche, P.A. Bolzano, Valle d'aosta) UHF SHF VHF Dati assenti La banda UHF, nel campo delle frequenze - MHz, risulta essere di gran lunga quella maggiormente utilizzata. 0 - Rischio Idrogeologico - (Reti di monitoraggio fisico) Numero di frequenze utilizzate per la trasmissione in ponte radio nella banda UHF (a MF in MHz) 0 n frequenze ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA-ROMAGNA FRIULI V. G. LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE P.A. BOLZA P.A. TRENTO PUGLIA SICILIA TOSCANA UMBRIA VALLE D'AOSTA VENETO Il numero delle frequenze è indicativo dell articolazione degli schemi delle tratte radio utilizzate. Ad un numero maggiore corrisponde, in genere, una maggiore affidabilità del sistema di trasmissione dei dati e una maggiore tempestività dell aggiornamento dei dati in centrale. Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

10 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE - Rischio Idrogeologico - Sistema informativo di supporto alla decisione per l allertamento idrogeologico (Abruzzo) (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, P.A. Trento, Sicilia, Toscana, Valle d'aosta) (Friuli V.G., Liguria,Molise, P.A. Bolzano, Puglia, Umbria, Veneto, Sardegna) SI In fase di realizzazione e/o completamento La presenza di un sistema informativo di supporto alle decisioni per l allertamento idrogeologico è il requisito fondamentale per l adozione delle misure di pianificazione di emergenza proprie della protezione civile. - Rischio Idrogeologico - - Sistema di scambio informativo - Accesso alla R.U.P.A. (Abruzzo, Campania, Marche, Molise) 0 (Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli V.G., Lazio, Lombardia, Piemonte, P.A. Trento, Sicilia, Toscana) (Liguria, P.A. Bolzano, Puglia, Umbria, Valle d'aosta, Veneto, Sardegna) SI In fase di realizzazione e/o configurazione L accesso alla R.U.P.A. (Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione) rappresenta un fattore decisivo per la creazione di un efficiente e affidabile sistema di scambio informativo fra le Regioni e il Dipartimento della Protezione Civile. Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

11 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Rischio sismico Aspetti relativi a: - Esistenza rete monitoraggio sismico; - Consistenza reti monitoraggio sismico (staz. sismometriche, accelerometriche, velocimetriche). - Rischio Sismico - Esistenza di una rete regionale di monitoraggio sismico (Basilicata, Campania, P.A. Bolzano) (Sardegna) (Calabria, Friuli V.G., Liguria, Marche, Piemonte, P.A. Trento, Toscana, Umbria, Veneto) (Abruzzo, Emilia- Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Valle d'aosta) Esistenza di una rete di proprietà dell'ingv nelle Regioni Abruzzo e Sicilia SI In fase di realizzazione e/o completamento Dati assenti - Rischio Sismico - Consistenza della rete regionale di monitoraggio sismico (stazioni sismometriche, accelerometriche, velocimetriche) 0 n stazioni BASILICATA CALABRIA CAMPANIA FRIULI V. G. LIGURIA MARCHE PIEMONTE P.A. BOLZA P.A. TRENTO TOSCANA UMBRIA VENETO Stazioni sismometriche Stazioni accelerometriche Stazioni velocimetriche Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile 0

12 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Rischio mareggiate Aspetti relativi a: - Esistenza rete monitoraggio meteomarino con piani emergenza regionali e/o scenari di danno - Rischio Mareggiate - Esistenza di una rete di monitoraggio meteomarino con piani di emergenza regionali e/o scenari di danno (Emilia-Romagna e Liguria) (Campania, Toscana) (Abruzzo, Calabria, Friuli V.G.) ma solo la Regione Friuli gestisce il rischio con l'esistenza di scenari di danno e piani di emergenza (Basilicata, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto) SI, ma con piani di emergenza e/o scenari Monitoraggio in allestimento Rischio ondate di calore Aspetti relativi a: - Esistenza rete monitoraggio meteorologico di tipo baro-termo-igrometrico - Rischio Ondate di calore - Esistenza di una rete regionale di monitoraggio meteorologico di tipo baro-termo-igrometrico (Sardegna) (Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, P.A. Bolzano, Toscana, Valle d'aosta, Veneto) (Basilicata, Lazio, Umbria) regioni dispongono di una rete di monitoraggio di tipo baro-termo-igrometrico regioni SI Dati assenti Esistenza di piani di emergenza, scenari di danno, ecc. Assenza di piani e/o scenari Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

13 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Rischio Incendi boschivi Aspetti relativi a: - Struttura regionale e/o altri enti competenti in materia di incendi boschivi - Rischio Incendi Boschivi - Struttura regionale e/o altri enti competenti in materia di incendi boschivi (Lazio, Liguria, Marche) (Umbria, Sardegna) (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Friuli V.G., Lombardia, Marche, P.A.Trento, Puglia) (Abruzzo, Piemonte) (Basilicata, Calabria, Campania, Friuli V.G., Molise, Piemonte, P.A.Bolzano, P.A. Trento, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto, Valle d'aosta) Settore Regionale Protezione Civile Corpo Forestale dello Stato Settore Regionale e/o Provinciale Foreste Altro (Direz. Reg. Ambiente, Servizio Politiche Montagna, ecc.) Dati assenti Rischio nucleare Aspetti relativi a: - Esistenza rete monitoraggio con piani emergenza regionali e/o scenari di danno - Rischio Nucleare - Esistenza di una rete regionale di monitoraggio con piani di emergenza e/o scenari di danno nucleare (Friuli Venezia Giulia) (P.A. Trento, P.A. Bolzano, Piemonte, Valle d'aosta) regioni SI Monitoraggio in allestimento Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

14 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Rischio industriale Aspetti relativi a: - Esistenza di un sistema informativo per gli stabilimenti industriali e piani emergenza regionali e/o provinciali - Rischio Industriale - Presenza di un sistema informativo per gli stabilimenti industriali e piani di emergenza regionali o provinciali (Calabria, Sicilia,Toscana, Valle d'aosta) (Campania, Emilia- Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, P.A. Bolzano, Veneto) ma la Regione Lombardia, Veneto e Bolzano non dispongono ancora di una pianificazione di emergenza 0 regioni SI In fase di realizzazione e/o acquisizione Rischio neve e/o valanghe Aspetti relativi a: - Esistenza rete monitoraggio nivometeorologico con piani emergenza regionali e/o scenari di danno - Rischio Neve e/o Valanghe - Esistenza di una rete regionale di monitoraggio nivometeorologico con piani di emergenza e/o scenari di danno (Campania, Liguria, Toscana) (Emilia-Romagna, Friuli V.G., Lombardia, Marche, Piemonte, P.A. Bolzano, P.A.Trento) regioni regioni dispongono di una rete di monitoraggio nivometeorologico SI (Abruzzo, Calabria, Valle d'aosta, Veneto) Assenza di rete nivometeorologica, ma con piani di emergenza Piani di emergenza regionali, provinciali e comunali; scenari di danno, ecc. Assenza di piani e/o scenari Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

15 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Conclusioni L attività di ricognizione effettuata ha confermato la presenza di alcune criticità nell attuale assetto istituzionale del sistema di allertamento nazionale (statale e regionale) per i rischi naturali e antropici, riconducibili alla disomogenea collocazione, in ambito regionale, delle strutture preposte alle attività di previsione e prevenzione, spesso svolte in disconnesione a quelle di allerta e primo contrasto dell emergenza, assicurate dalle strutture regionali di protezione civile. Seppur in tono minore, tali criticità sono presenti anhe nel caso del rischio idrogeologico e idraulico, per il quale si dispone già degli indirizzi operativi per la gestione del relativo sistema di allertamento, adottati con la Direttiva P.C.M. febbraio 00 e sulla base dei quali è stato costruito il sistema di allertamento nazionale alla cui gestione concorre, insieme al Centro Funzionale Nazionale, operante presso il Dipartimento della Protezione Civile, la rete dei Centri Funzionali Regionali. E evidente, quindi, la necessità di definire un nuovo assetto organizzativo regionale in materia di Centri Funzionali, da ricondurre nell ambito proprio della protezione civile e ciò in considerazione del vantaggio, in termini di efficacia, efficienza ed economicità delle risorse impiegate, direttamente conseguibile dalla conduzione integrata delle attività di previsione dei rischi, gestione delle allerta e coordinamento delle attività in emergenza. La programmazione e l attuazione di azioni efficaci di potenziamento del sistema dei centri funzionali regionali di protezione civile si configura oggi come requisito imprescindibile per garantire la massima coesione ed efficienza del Sistema nazionale integrato (Stato-Regioni) di Protezione Civile. Tale è l indirizzo politico adottato dalla Commissione di Protezione Civile che ne ha formalmente sancito i contenuti, affermando che: Nell ambito del Sistema nazionale integrato di Protezione civile, nei Centri Funzionali di protezione civile debbono confluire in tempo reale tutti i sistemi regionali di sorveglianza fisica del territorio, pertanto i Centri Funzionali devono essere multirischio ed integrati nelle rispettive strutture regionali di protezione civile, alle quali competono le funzioni di previsione, allerta e coordinamento delle emergenze. Con forza emerge, quindi, la necessità di individuare i Centri Funzionali di Protezione Civile come luogo ideale dell accentramento dei dati e delle informazioni necessarie per la gestione in tempo reale delle emergenze e, quindi, per l assunzione delle decisioni, risultando evidente come, particolarmente nel corso degli ultimi anni, la capacità di preannuncio dell evento, assicurata dalla maggiore efficacia dei sistemi di monitoraggio e dei modelli di interpretazione predittiva, sia diventato il fattore più importante ai fini della corretta gestione delle emergenze. Tale capacità, connotata da uno spiccato carattere tecnico-scientifico, non può che trovare riscontro nella cultura e nelle competenze dei Centri Funzionali e deve essere necessariamente coniugata con le attitudini operative dei sistemi di protezione civile, per rendere compiuto il percorso virtuoso che va dalla conoscenza del rischio alla sua mitigazione, attraverso la messa in atto di procedure di allerta tempestive ed efficaci. Al fine di conseguire tali obiettivi, in un contesto gestionale necessariamente multirischio, occorre procedere alla tempestiva adozione di provvedimenti normativi finalizzati all attivazione e riorganizzazione dei Centri Funzionali Regionali di Protezione Civile, inquadrandone il ruolo e le attività nell ambito dei sistemi regionali di protezione civile, per i quali è opportuno che siano individuati criteri ed indirizzi omogenei che consentano di superare le diversità che caratterizzano oggi le specifiche realtà locali. Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

16 Sottocommissione Centri funzionali e sistemi di allertamento COMMISSIONE PROTEZIONE CIVILE Evidenti, infine, sono i benefici indotti da un tale auspicabile riordino normativo, sia per il certo conseguimento di una maggiore unitarietà e coordinamento delle attività regionali di protezione civile, sia in termini di ricaduta occupazionale, attesa l ineludibile necessità di supportare il suddetto percorso di riordino normativo con provvedimenti mirati al potenziamento dell organico delle strutture regionali di protezione civile, mediante la stabilizzazione del personale precario attualmente in servizio presso molti Centri Funzionali Regionali e l acquisizione di nuovo personale per assicurare le attività di previsione e gestione multi-rischio. ALLEGATI: Schede situazioni regionali Elaborati cartografici di sintesi Centri Funzionali Regionali Multirischio di Protezione Civile

17 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati ex Direttiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Generalità) ABRUZZO Struttura regionale e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il CFD PROTEZIONE CIVILE - SERVIZIO PREVISIONE E PREVENZIONE DEI RISCHI Stato di attività e operatività del CFD ai sensi e per gli effetti della Direttiva PCM /0/00 e s.m.i. (eventuali provvedimenti) CENTRO OPERATIVO. E' IN FASE DI DEFINIZIONE LA DICHIARAZIONE DI ATTIVITA'. Data della presa d'atto del D.P.C. dello stato di operatività del CFD Data dell'eventuale riconoscimento del D.P.C. della possibilità di autonoma emissione degli avvisi meteo regionali Data di adozione delle procedure di allertamento ai fini di protezione civile (event. provvedimenti) Soggetto delegato dal Presidente della G.R. ai sensi dell'art. comma della Direttiva all'adozione degli avvisi di criticità e all'attivazione delle procedure di allertamento N ESPRESSAMENTE DELEGATO. LA RESPONSABILITA' TECNICO- AMMINISTRATIVA E' DEL DIRETTORE GENERALE LL.PP. E PROTEZIONE CIVILE Strutture regionali e/o Centri di competenza che concorrono alla gestione del sistema di allerta regionale (event. provvedimenti) CETEMPS Esistenza di piani di emergenza regionali, provinciali e comunali per la gestione delle fasi di allerta, adottati e già operativi Esistenza di protocolli di intesa fra stato, regioni ed enti locali per la gestione delle allerta di protezione civile Protocollo d'intesa tra Regione Abruzzo e Uffici Territoriali di Governo (DGR 0/00). Protocollo d'intesa tra Regione Abruzzo, UGT di Pescara, Provincia di Pescara e comuni di Pescara, Montesilvano, Spoltore e Città S. Angelo (DGR /00) 0

18 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati ex Direttiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Reti di monitoraggio fisico e modelli meteorologici) Tipologia delle reti di monitoraggio fisico gestite dal C.F.D. METEO-PLUVIO-IDROMETRICO, TORBIOMETRICO, RADARMETEOROLOGICO Struttura regionale e/o altro Ente che gestisce la rete di monitoraggio fisico SERVIZIO IDROGRAFICO E MAREOGRAFICO Sistemi di trasmissione dei dati delle reti di monitoraggio PONTE RADIO TROPOSFERICO, MODEM GSM Frequenze utilizzate per la trasmissione in ponte radio BANDA DI FREQUENZE: - MHZ Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite dal C.F.D. IN PONTE RADIO (STAZIONI CAE): STAZIONI METEOROLOGICHE, STAZIONI IDROMETROGRAFICHE, MAREOGRAFICA, 0 RIPETITORI MODEM GSM (STAZIONI ETG E SIAP): STAZIONI METEOROLOGICHE Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite da altri enti STAZIONI AGROMETEOROLOGICHE (SIAP) GESTITE DALL'ARSSA. Numero di sensori pluviometrici (real time) IN PONTE RADIO: Numero di sensori idrometrici (real time) IN PONTE RADIO: Numero di altri sensori (real time) IN PONTE RADIO: Frequenza di acquisizione in centrale dei dati aggiornati della rete/i di monitoraggio PLUVIOMETRICHE: MINUTI IDROMETRICHE: 0 MINUTI 0 Numero di stazioni componenti la rete fiduciaria nazionale, presso il Centro Funzionale centrale del Dipartimento IN PONTE RADIO: Modelli meteorologici utilizzati per le previsioni meteorologiche MODELLO A MESOSCALA MM DEL CENTRO DI ECCELLENZA DELL'UNIVERSITA' DI L'AQUILA CETEMPS Tipologia dei dati di output dei modelli elaborati GRIB, NetCDF Frequenza di acquisizione dati meteorologici (Meteosat, Nefomedi, Nefodina, ecc.) MSG: 0 MINUTI. STAZIONE DEL CETEMPS. RADAR METEOROLOGICO: MINUTI

19 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati ex Direttiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Sistema di scambio informativo) Sistemi hardware utilizzati per la gestione dei dati e dei modelli meteoidrologici ATTREZZATURA PRESSO IL CETEMPS. IL APRILE 00 E' STATA INSTALLATA PRESSO LA SEDE DEL CF LA FORNITURA DEL D.P.C. Ambienti operativi utilizzati nel C.F.D. WINDOWS XP PROFESSIONAL, LINUX SUSE 0 Protocolli utilizzati dalla rete locale TCP/IP Software applicativi OFFICE, ARCVIEW, GIA, POLIFEMO E SW APPLICATIVI SVILUPPATI DAL CETEMPS IN AMBIANTE LINUX PER LA VISUALIZZAZIONE DEI DATI DI PREVISIONI METEO, DEI DATI MSG, RADAR E IDROPLUVIOMETRICI. Ambiente di elaborazione e visualizzazione di parametri meteorologici e/o idropluviometrici INTERNET EXPLORER, GIA, GrADS Sistema informativo di supporto alla decisione IN FASE DI REALIZZAZIONE 0 Capacità del sistema di archiviazione dati TB (PRESSO IL CETEMPS) Tipologia di supporto utilizzato per il backup dei dati ARCHIVIAZIONE PERIODICA SU DVD Accesso alla R.U.P.A. PREVISTO Protocolli utilizzati per i collegamenti telematici SSH, FTP, HTTP. LINEA DEDICATA CF-CETEMPS (PONTE RADIO) DATA di compilazione della scheda 0 aprile 00 Ing. Nicola Commito. Tel 0/ nicola.commito@regione.abruzzo.it Compilatore e riferimenti

20 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Generalità) BASILICATA Struttura regionale e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il CFD ARPAB Stato di attività e operatività del CFD ai sensi e per gli effetti della Direttiva PCM /0/00 e s.m.i. (eventuali provvedimenti) N OPERATIVO Data della presa d'atto del D.P.C. dello stato di operatività del CFD Data dell'eventuale riconoscimento del D.P.C. della possibilità di autonoma emissione degli avvisi meteo regionali Data di adozione delle procedure di allertamento ai fini di protezione civile (event. provvedimenti) Soggetto delegato dal Presidente della G.R. ai sensi dell'art. comma della Direttiva all'adozione degli avvisi di criticità e all'attivazione delle procedure di allertamento NESSUN DELEGATO Strutture regionali e/o Centri di competenza che concorrono alla gestione del sistema di allerta regionale (event. provvedimenti) Centro di Competenza: CNR IMAA Tito Scalo (PZ); Decreto del Capo del D.P.C. rep. del gennaio 00. Esistenza di piani di emergenza regionali, provinciali e comunali per la gestione delle fasi di allerta, adottati e già operativi NESSU Esistenza di protocolli di intesa fra stato, regioni ed enti locali per la gestione delle allerta di protezione civile 0

21 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Reti di monitoraggi o fisico e modelli meteorologici) Tipologia delle reti di monitoraggio fisico gestite dal C.F.D. METEOPLUVIOIDROMETRICA Struttura regionale e/o altro Ente che gestisce la rete di monitoraggio fisico ARPAB Sistemi di trasmissione dei dati delle reti di monitoraggio PONTE RADIO Frequenze utilizzate per la trasmissione in ponte radio banda di frequenza: n, - MHz Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite dal C.F.D. (ARPAB) Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite da altri enti ALSIA: 0 - SMA: Numero di sensori pluviometrici (real time) Numero di sensori idrometrici (real time) Numero di altri sensori (real time) Frequenza di acquisizione in centrale dei dati aggiornati della rete/i di monitoraggio 0 MINUTI 0 Numero di stazioni componenti la rete fiduciaria nazionale, presso il Centro Funzionale centrale del Dipartimento Modelli meteorologici utilizzati per le previsioni meteorologiche LAMI Tipologia dei dati di output dei modelli elaborati GRIB Frequenza di acquisizione dati meteorologici (Meteosat, Nefomedi, Nefodina, ecc.)

22 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Sistema di scambio informativo) Sistemi hardware utilizzati per la gestione dei dati e dei modelli meteoidrologici n PC HP GenuineIntel X, n Olidata Pentium Ambienti operativi utilizzati nel C.F.D. Protocolli utilizzati dalla rete locale TCP/IP Software applicativi Marte (V..), Giano (v:..), Polifemo (v:.0) Ambiente di elaborazione e visualizzazione di parametri meteorologici e/o idropluviometrici Windows Sistema informativo di supporto alla decisione Ne.Mo.Clima, Gestione dei tempi di ritorno per le allerte meteo, contratto privato, windows 0 Capacità del sistema di archiviazione dati Tipologia di supporto utilizzato per il backup dei dati Nessuna Accesso alla R.U.P.A. SI Protocolli utilizzati per i collegamenti telematici TCP/IP con firewall e router DATA di compilazione della scheda aprile 00 Ing. Giovanni Pacifico - Reg. Bas. Protezione Civile Tel 0/0 Compilatore e riferimenti

23 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Generalità) CALABRIA Struttura regionale e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il CFD Protezione Civile Regionale Stato di attività e operatività del CFD ai sensi e per gli effetti della Direttiva PCM /0/00 e s.m.i. (eventuali provvedimenti) In data /0/0 è stata ripristinata l'attività del C. F. Attualmente si è in fase di richiesta dell'intesa tra Giunta Regionale e D.P.C. Data della presa d'atto del D.P.C. dello stato di operatività del CFD Data dell'eventuale riconoscimento del D.P.C. della possibilità di autonoma emissione degli avvisi meteo regionali Data di adozione delle procedure di allertamento ai fini di protezione civile (event. provvedimenti) Approvate con Delibera di Giunta Regionale del luglio 00. Attualmente in fase di predisposizione di una revisione, alla luce della nuova collocazione del C.F. Soggetto delegato dal Presidente della G.R. ai sensi dell'art. comma della Direttiva all'adozione degli avvisi di criticità e all'attivazione delle procedure di allertamento Ing. Raffaele Niccoli, Dirigente del Settore Regionale di Protezione Civile. Delegato con DPGR n /0 Strutture regionali e/o Centri di competenza che concorrono alla gestione del sistema di allerta regionale (event. provvedimenti) Settore Regionale di Protezione Civile Esistenza di piani di emergenza regionali, provinciali e comunali per la gestione delle fasi di allerta, adottati e già operativi In fase di predisposizione del piano di emergenza regionale e delle linee guida per i piani provinciali e comunali Esistenza di protocolli di intesa fra stato, regioni ed enti locali per la gestione delle allerta di protezione civile 0

24 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Reti di monitoraggi o fisico e modelli meteorologici) Tipologia delle reti di monitoraggio fisico gestite dal C.F.D. Meteopluvioidrometrico Struttura regionale e/o altro Ente che gestisce la rete di monitoraggio fisico Centro Funzionale Sistemi di trasmissione dei dati delle reti di monitoraggio Ponte radio troposferico Frequenze utilizzate per la trasmissione in ponte radio Coppie, Banda UHF, a MF in MHz Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite dal C.F.D. Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite da altri enti 0 Numero di sensori pluviometrici (real time) Numero di sensori idrometrici (real time) Numero di altri sensori (real time) Frequenza di acquisizione in centrale dei dati aggiornati della rete/i di monitoraggio 0 minuti 0 Numero di stazioni componenti la rete fiduciaria nazionale, presso il Centro Funzionale centrale del Dipartimento Il Dipartimento riceve tutti i dati, in simultanea con il Centro Funzionale Modelli meteorologici utilizzati per le previsioni meteorologiche Tipologia dei dati di output dei modelli elaborati Frequenza di acquisizione dati meteorologici (Meteosat, Nefomedi, Nefodina, ecc.)

25 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Sistema di scambio informativo) Sistemi hardware utilizzati per la gestione dei dati e dei modelli meteoidrologici Ambienti operativi utilizzati nel C.F.D. Windows Protocolli utilizzati dalla rete locale TCP/IP Software applicativi Arcgis ed altri software realizzati presso il CF Ambiente di elaborazione e visualizzazione di parametri meteorologici e/o idropluviometrici Giano, Polifemo Sistema informativo di supporto alla decisione SI 0 Capacità del sistema di archiviazione dati Previsti TB in configurazione RAID Tipologia di supporto utilizzato per il backup dei dati magneto-ottico Accesso alla R.U.P.A. SI Protocolli utilizzati per i collegamenti telematici FTP DATA di compilazione della scheda 0 aprile 00 Ing. Giuseppe Iiritano 0/ g.iiritano@protezionecivilecalabria.it Compilatore e riferimenti

26 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Generalità) CAMPANIA Struttura regionale e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il CFD Settore Protezione Civile Stato di attività e operatività del CFD ai sensi e per gli effetti della Direttiva PCM /0/00 e s.m.i. (eventuali provvedimenti) Attività e operatività dichiarate con Decreto Presidente G.R. n. del , a decorrere dalla data di presa d'atto del DPC Data della presa d'atto del D.P.C. dello stato di operatività del CFD 0 settembre 00 (nota n. DPC/PRE/00 del agosto 00) Data dell'eventuale riconoscimento del D.P.C. della possibilità di autonoma emissione degli avvisi meteo regionali 0 settembre 00 (nota n. DPC/PRE/00 del agosto 00) Data di adozione delle procedure di allertamento ai fini di protezione civile (event. provvedimenti) 0 settembre 00 - Procedure stabilite con Decreto Presidente G.R. n. del Soggetto delegato dal Presidente della G.R. ai sensi dell'art. comma della Direttiva all'adozione degli avvisi di criticità e all'attivazione delle procedure di allertamento Dirigente del Settore Regionale di Protezione Civile (Decreto Presidente G.R. n. 0 del -0-00) Strutture regionali e/o Centri di competenza che concorrono alla gestione del sistema di allerta regionale (event. provvedimenti) Settori regionali - Province - Comuni ed altri soggetti individuati con Decreto Presidente G.R. n. del Esistenza di piani di emergenza regionali, provinciali e comunali per la gestione delle fasi di allerta, adottati e già operativi Pianificazione di emergenza interprovinciale Sarno - Pianificazione Comunale Nocera Inf. - Linee guida per piani provinciali e comunali. Scenari di evento e piani "tipo" in corso di realizzazione Esistenza di protocolli di intesa fra stato, regioni ed enti locali per la gestione delle allerta di protezione civile E' stata diramata una bozza di linee guida per pianificazione e gestione delle emergenze (non ancora ufficializzate) 0

27 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Reti di monitoraggi o fisico e modelli meteorologici) Tipologia delle reti di monitoraggio fisico gestite dal C.F.D. Meteopluvioidrometrico Struttura regionale e/o altro Ente che gestisce la rete di monitoraggio fisico Centro Funzionale Sistemi di trasmissione dei dati delle reti di monitoraggio Ponte radio troposferico e satellitare Frequenze utilizzate per la trasmissione in ponte radio coppie, banda UHF, a MF in MHz Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite dal C.F.D. 0 stazioni ( in ponte radio troposferico, in ponte radio satellitare, meccaniche) - ripetitori Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite da altri enti (Centro Funzionale Regione Lazio) Numero di sensori pluviometrici (real time) Numero di sensori idrometrici (real time) Numero di altri sensori (real time) 0 termometri, igrometri, barometri, anemometri, freatimetri, evaporimetri Frequenza di acquisizione in centrale dei dati aggiornati della rete/i di monitoraggio 0 minuti (alcune stazioni 0 minuti) 0 Numero di stazioni componenti la rete fiduciaria nazionale, presso il Centro Funzionale centrale del Dipartimento Modelli meteorologici utilizzati per le previsioni meteorologiche LAMI 00, LAMI, ECMWF 00, ECMWF Tipologia dei dati di output dei modelli elaborati Dati Synop, metar, raob, dati in formato grib, dati da radar meteo Grazzanise Frequenza di acquisizione dati meteorologici (Meteosat, Nefomedi, Nefodina, ecc.) minuti

28 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Sistema di scambio informativo) Sistemi hardware utilizzati per la gestione dei dati e dei modelli meteoidrologici Server HP LH000, Server IBM Xs, Workstation HP XW000, Workstation HP XW00, PC Intel Ambienti operativi utilizzati nel C.F.D. Microsoft Windows s.e. / 000 professional / 000 Server / XP home - professional Linux RedHat., Linux Fedora Core Protocolli utilizzati dalla rete locale TCP/IP Software applicativi ArcView.0, Surfer Ambiente di elaborazione e visualizzazione di parametri meteorologici e/o idropluviometrici Metview, VisD, Java Observation v.., Giano, Polifemo, Marte, MeteoNet Sistema informativo di supporto alla decisione Sistema Informativo Territoriale per il monitoraggio e l'allertamento idrogeologico 0 Capacità del sistema di archiviazione dati Previsti TB in configurazione RAID Tipologia di supporto utilizzato per il backup dei dati Attualmente supporti magneto-ottici, previste unità nastro all'ultimazione del sistema di archiviazione Accesso alla R.U.P.A. In fase di configurazione Protocolli utilizzati per i collegamenti telematici FTP per lo scambio dati con l'ugm e il Cineca, Telnet per la connessione con l'ecmwf, SSH per scambio dati in rete locale, SMTP per la ricezione dati della rete di monitoraggio con trasmissione satellitare DATA di compilazione della scheda aprile 00 Ing. Mauro Biafore - tel m.biafore@maildip.regione.campania.it Compilatore e riferimenti

29 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Generalità) EMILIA-ROMAGNA Struttura regionale e/o ente strumentale ove è attualmente collocato il CFD ARPA-Servizio IdroMeteorologico (ARPA-SIM) Stato di attività e operatività del CFD ai sensi e per gli effetti della Direttiva PCM /0/00 e s.m.i. (eventuali provvedimenti) Il CFD dell'emilia Romagna è operativo dal //00, ai sensi della D.G.R. Emilia-Romagna n.00/ del //00 Data della presa d'atto del D.P.C. dello stato di operatività del CFD /0/00 Prot.n.DPC/PRE/000 Data dell'eventuale riconoscimento del D.P.C. della possibilità di autonoma emissione degli avvisi meteo regionali Nota del Capo del Dipartimento della Protezione Civile del //00 Prot.n. DPC/PRE/0 Data di adozione delle procedure di allertamento ai fini di protezione civile (event. provvedimenti) D.G. 00/ del //00 e successivo atto di recepimento di ARPA- SIM del /0/00 Soggetto delegato dal Presidente della G.R. ai sensi dell'art. comma della Direttiva all'adozione degli avvisi di criticità e all'attivazione delle procedure di allertamento Avvisi Meteo: CF; Avvisi di Criticità: Servizio di Protezione Civile regionale Strutture regionali e/o Centri di competenza che concorrono alla gestione del sistema di allerta regionale (event. provvedimenti) Convenzione con Servizio Geologico e Sismico regionale (D.G.R. 00/00), Servizi Tecnici di Bacino, Centro di Competenza per la Modellistica meteorologica. Esistenza di piani di emergenza regionali, provinciali e comunali per la gestione delle fasi di allerta, adottati e già operativi SI, Piani provinciali e comunali Esistenza di protocolli di intesa fra stato, regioni ed enti locali per la gestione delle allerta di protezione civile PROTOCOLLO D'INTESA LINEE GUIDA REGIONALI PER LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA PROVINCIALE E COMUNALE D.G. /00 - BUR 0/00 DEL 0//00 PROCEDURA SPERIMENTALE PER LE ALLERTE DI PROTEZIONE CIVILE IN EMILIA ROMAGNA - SISTEMA DI ALLERTAMENTO REGIONALE PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE 0

30 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Reti di monitoraggi o fisico e modelli meteorologici) Tipologia delle reti di monitoraggio fisico gestite dal C.F.D. meteopluvioidrometrico, radarmeteorologico (n. ), stazione di radiosondaggio automatico Struttura regionale e/o altro Ente che gestisce la rete di monitoraggio fisico ARPA, Servizio Idrometeorologico, delibera n. del /0/00, delibera di Giunta regionale n. del //00 Sistemi di trasmissione dei dati delle reti di monitoraggio Ponte radio e GPRS per la rete meteopluvioidrometrica (% ponte radio, % GPRS), VPN rete radarmeterorologica Frequenze utilizzate per la trasmissione in ponte radio,0 -,0 -,0 MHz Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite dal C.F.D. metepluvioidrometrico n Numero di stazioni complessive componenti la rete/i di monitoraggio gestite da altri enti meteopluvioidrometrico n Numero di sensori pluviometrici (real time) Numero di sensori idrometrici (real time) Numero di altri sensori (real time) Frequenza di acquisizione in centrale dei dati aggiornati della rete/i di monitoraggio 0 min. 0 Numero di stazioni componenti la rete fiduciaria nazionale, presso il Centro Funzionale centrale del Dipartimento Modelli meteorologici utilizzati per le previsioni meteorologiche Scala globale: ECMWF,GME; Scala locale: LAMI Tipologia dei dati di output dei modelli elaborati da osservazione: SYP, Metar, TEMP. Da Modelli: GRIB Frequenza di acquisizione dati meteorologici (Meteosat, Nefomedi, Nefodina, ecc.) / ora (Satellite MSG), Radar (/ ora); synop ( ore), Temp ( ore)

31 Sotto-Commissione Centri funzionali e sistemi di allertamento Centri Funzionali Decentrati exdirettiva P.C.M. febbraio 00 e s.m.i Situazioni Regionali alla data del 0 giugno 00 RISCHIO IDROGEOLOGICO (Sistema di scambio informativo) Sistemi hardware utilizzati per la gestione dei dati e dei modelli meteoidrologici server Unix di varie marche e PC operativi in ambiente MS e linux. Cluster di PC linux Ambienti operativi utilizzati nel C.F.D. Windows, Unix, Linux Protocolli utilizzati dalla rete locale TCP/IP Software applicativi Oracle I, LAMI presso CINECA e in backup presso ARPA-SIM. Applicativi di varia natura sviluppati internamente al CF in ambiente Linux per la valutazione della pericolosità idrologico-idraulica (modelli Efforts) e idrogeologica (modello Sigma) Ambiente di elaborazione e visualizzazione di parametri meteorologici e/o idropluviometrici SO Linux. Visualizzazione: Metview (Ecmwf), IDL, CAE (Giano-Polifemo); Sistema informativo di supporto alla decisione SO Linux e Windows, applicativi sviluppati in ambiente Linux e visualizzabile su WEB;software di visualizzazione dati di monitoraggio e cartografici: S.I.RE.M. (sistema integrato regionale di monitoraggio); Sistema Informativo Integrato a supporto alle decisioni P.C. 0 Capacità del sistema di archiviazione dati TB; sinstemi in backup. Storage duplicati Tipologia di supporto utilizzato per il backup dei dati unità DAT Accesso alla R.U.P.A. SI Protocolli utilizzati per i collegamenti telematici protocolli: ftp, x DATA di compilazione della scheda aprile 00 Ligorio 0/:cligorio@regione.emilia-romagna.it; Cacciamani:ccacciamani@arpa.emr.it; Nanni: snanni@arpa.emr.it Compilatore e riferimenti

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