PRESENTAZIONE DELL ULTIMO VOLUME DELLA COLLANA FONTI
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- Filippo Fede
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1 Presentazione dell ultimo volume della collana Fonti 163 PRESENTAZIONE DELL ULTIMO VOLUME DELLA COLLANA FONTI Bruno Bordignon * Cerruti Francesco, Lettere circolari e Programmi di insegnamento ( ). Introduzione, testi critici e note a cura di José Manuel Prellezo. [Istituto Storico Salesiano - Fonti - Serie seconda, 10]. Roma, LAS, 2006, pp Questa pubblicazione è indispensabile in primo luogo per una storia della scuola salesiana, a cominciare dall Italia: dopo l origine e i primi sviluppi possiamo dire che la scuola salesiana ha preso consistenza non solamente numerica, ma soprattutto culturale ed organizzativa, nel periodo, nel quale don Francesco Cerruti è stato Direttore generale per gli studi e delle scuole salesiane ( ), succeduto a don Celestino Durando, chiamato a ricoprire la carica di Prefetto generale dei Salesiani. L identità delle scuole salesiane L identità delle scuole salesiane è attivamente promossa da don Cerruti nella relazione educativa-didattica, nella strutturazione dell ambiente scolastico, secondo il Sistema Preventivo di Don Bosco; nei programmi di insegnamento, mutuati dallo Stato, ma predisposti e sviluppati nel pieno rispetto della visione di fede cattolica, dell età evolutiva, all interno della missione salesiana; nella formazione e qualificazione dei docenti con un interesse continuato e progressivo; nel riconoscimento della libertà della scuola, di fronte allo strapotere della scuola di Stato. Significativi gli interventi di don Cerruti per la libertà delle scuole sia al tempo dell approvazione della legge Daneo-Credaro (legge 4 giugno 1911, n. 487), che ha iniziato a statizzare le scuole elementari comunali, presso le quali esercitavano la loro missione docenti salesiani; sia quando non sono state considerate, dal calendario scolastico ministeriale (CM 16 novembre 1913), le festività di precetto dell Immacolata Concezione e dei Santi Pietro e Paolo. Infine importanti i principi di didattica (costantemente sottolineato, per esempio, il tenere gli alunni sempre attivi), dell assistenza salesiana * Salesiano, docente presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.
2 164 Bruno Bordignon e di continua e insistente richiesta di qualificazione per il personale docente e direttivo, compresa una forte sensibilità per il conseguimenti dei titoli di studio e professionali da parte degli alunni, soprattutto perché poveri e disagiati. Animazione delle scuole salesiane Ogni nuova disposizione ministeriale è puntualmente recepita, commentata e fatta conoscere a tutti i responsabili e docenti delle scuole salesiane. Attraverso le lettere circolari e i programmi inviati da don Cerruti è possibile ricostruire la normativa scolastica italiana e recepire, anche, per esempio, di riflesso, le vicende religiose, politiche e militari del tempo (compresa la prima parte della grande guerra). Egli ha seguito le scuole salesiane rispondendo puntualmente a quesiti, richieste di personale qualificato, bisogni di assistenza nei confronti con lo Stato, ma, soprattutto, nella finalità di realizzare processi di insegnamento e di apprendimento e profili di giovani secondo la visione di Don Bosco. E documentabile il progressivo accumularsi del lavoro per l espansione delle istituzioni scolastiche salesiane, oltre che della stampa salesiana, e il contemporaneo decentramento delle competenze, dai temi di esame, ai programmi scolastici non italiani, alla gestione del personale e delle scuole, delle istituzioni formative come le scuole normali, alla rivista Gymnasium (1904) per quanto riguarda soprattutto il commento ai programmi; infine il suo interessamento per i programmi scolastici degli Stati, nei quali sono presenti scuole salesiane. La formazione dei Salesiani In secondo luogo, non si può fare a meno di questa pubblicazione per una storia della formazione dei Salesiani, degli studentati teologici e filosofici e per le premesse della nascita del Pontificio Ateneo Salesiano. La formazione e la qualificazione professionale dei docenti è stata una costante nel ministero di don Cerruti, che ha progressivamente sviluppato la formazione dei Salesiani, sia in Teologia con attenzione al Sistema Preventivo, sia con l introduzione del tirocinio pratico (1901, 9 Capitolo Generale dei Salesiani) che di una preparazione filosofica organica: da una prassi, che vedeva generalizzata la formazione dei Salesiani mentre svolgevano il lavoro educativo nelle case salesiane, si è gradualmente pervenuti alla istituzioni di scuole normali pareggiate (la prima è Valsalice nel 1899 e la seconda delle FMA a Nizza Monferrato nel 1900), di studentati teologici e successivamente anche filosofici, e all avvio sistematico di una formazione che comprendeva, dopo il noviziato, lo studentato filosofico, il tirocinio pratico e lo studentato teologico.
3 Presentazione dell ultimo volume della collana Fonti 165 I libri di testo L esigenza di libri di testo, validi scientificamente e nei quali fosse presente o permesso il dialogo tra fede e cultura, puntualmente indicati da don Cerruti, non si è sviluppata solamente nei riguardi delle scuole, mutuata dal fatto che in Italia i libri di testo erano imposti dal Ministero competente, su proposta del Consiglio Superiore di Pubblica Istruzione (Legge Casati del 1859, articolo 10), ma anche per l intera formazione dei Salesiani; dalle edizioni del libri di testi si è passati all urgenza di professori professionalmente preparati e di formazione dei professori salesiani e sacerdoti salesiani. Verso un Ateneo Salesiano? Nella raccolta della circolari e dei programmi di studio per la teologia, il tirocinio pratico e la filosofia, dall introduzione all istituzionalizzazione, si percepisce l emergere, il crescere, lo sviluppo maturo delle esigenze di formazione fino alla predisposizione dell humus dal quale nascerà, poco più di un ventennio dopo la morte di don Cerruti, il Pontificio Ateneo Salesiano (1940) e, nel 1941, all interno di esso, l Istituto o Species facultatis di Pedagogia di diritto privato. Don Cerruti e le Figlie di Maria Ausiliatrice Don Cerruti ha collaborato nell organizzazione delle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice, soprattutto nei rapporti con le pubbliche autorità scolastiche, il pareggiamento delle scuole normali, e, tra l altro, con una Guida per le ispezioni governative (1889) e con le Guide didattiche (1892), delle quali, purtroppo, finora non è stata trovata copia. L Edizione L Edizione è così strutturata: dopo un Introduzione generale, una prima parte dedicata alle Lettere circolari (in numero di 334) ed una seconda parte con i Programmi di insegnamento (in numero di 47), entrambe precedute da introduzioni specifiche. Al termine, l Indice alfabetico degli argomenti, dei nomi di luogo, dei nomi di persona. I testi sono corredati di note abbondanti su persone, luoghi, edizioni e quanto può servire per uno studio degli argomenti presentati. Il prof. José Manuel Prellezo è profondo conoscitore di don Francesco Cerruti, sul quale ha pubblicato numerosi saggi. Questa edizione documenta come don Francesco Cerruti, entrato nell Oratorio di Valdocco nel 1856,
4 166 Bruno Bordignon amico di san Domenico Savio, presente, il 15 dicembre 1859, alla riunione del primo nucleo della Congregazione Salesiana, confidente di don Michele Rua, moderatore dei Capitoli generali dei Salesiani fino alla morte di don Rua, abbia sempre sentito la scuola salesiana come una missione; abbia spesso invitato i salesiani a non trascurarla mai, anzi a sostenerla ed a renderla professionalmente all avanguardia; abbia sviluppato la visione e la pratica salesiana del Sistema Preventivo attraverso l assistenza, invitandovi tutti i salesiani; abbia promosso il dialogo tra fede e cultura nei processi di insegnamento e di apprendimento; abbia organizzato, oltre che valorizzato in tutte le forme, la preparazione professionale dei docenti sia delle scuole che dei salesiani. Dalla lettura, soprattutto delle Lettere circolari, si percepisce come la presenza di Don Bosco ne abbia segnato per sempre la vita, l attività e le aspirazioni. Piste di ricerca Ne indico alcune. Storia della scuola salesiana È ormai urgente collocare la nascita e lo sviluppo delle scuole salesiane, comprese le scuole di arti e mestieri, all interno della storia della scuola nei vari Paesi, a cominciare dall Italia, per documentarne l originalità pedagogica e didattica, ma anche il rapporto, l influsso reciproco con le iniziative già presenti nei vari territori. Proprio agli inizi Don Bosco si trovò all interno delle limitazioni imposte dalla legge Boncompagni del 4 ottobre 1848 e della legge Lanza del 22 giugno 1857 recante Riordinamento dell Amministrazione Superiore della Pubblica Istruzione. Qualche apertura è avvenuta con la legge Casati del 13 novembre 1859, n. 3725, che concedeva forme di pareggiamento o parifica (articolo 245), che sono ancora sostanzialmente presenti, per esempio, nella normativa italiana, nonostante la diversa denominazione formale (parità). Don Bosco attivò scuole «secondarie», secondo la denominazione della legge Boncompagni (articolo 4, comma 5), «quelle in cui si insegnano le lingue antiche e le lingue straniere, e gli elementi della filosofia e delle scienze, come preparazione agli studi universitari»; o «secondaria classica» secondo la nuova denominazione della legge Casati (Titolo III). Don Bosco tralasciò le «scuole speciali» (legge Boncompagni, articolo 4, comma 6) o «l istruzione tecnica» come venne chiamata dalla legge Casati (Titolo IV). La legge Boncompagni disponeva, però: «I Seminari vescovili sono retti dalle particolari discipline riconosciute dalla Chiesa e dallo Stato, per quanto
5 Presentazione dell ultimo volume della collana Fonti 167 spetta all educazione degli ecclesiastici. Gli studi ivi fatti non potranno servire per le ammissioni ai corsi, agli esami ed ai gradi delle scuole dipendenti dal Ministero dalla pubblica istruzione, tranne che questi istituti si conformino alle discipline stabilite nelle leggi e nei regolamenti che sono emanati od emaneranno» (articolo 57). Queste disposizioni sono confermate dall articolo 9 della legge Lanza. D altra parte «le leggi Boncompagni e Casati avevano affidato alle competenze del Ministero della pubblica istruzione le scuole e gli istituti tecnici, che nelle leggi Boncompagni e Lanza sono chiamati scuole speciali. Tuttavia nel 1861 passarono tutti al Ministero dell agricoltura, industria e commercio e vi rimasero fino al Per noi è importante cogliere l uso del termine speciale, come contrario a generale (istruzione classica) per le scuole e gli istituti tecnici per indicare che non aprono all università, ma al lavoro. Pertanto il termine speciale denota la specializzazione e l inserimento nel lavoro, a differenza del termine generale, che la esclude. Oggi siamo più portati a dare attenzione alla professione e alla cultura generale. Per descrivere un curricolo, che non porta alla specializzazione, usiamo il termine professionale per denotare la formazione ad una determinata tipologia di professionalità.[ ] Ciò che invece la Casati prescrisse efficacemente quanto al metodo nelle scuole di istruzione tecnica e cioè che gli studi fossero impartiti sotto l aspetto dei risultamenti pratici e particolarmente sotto quello delle applicazioni di cui possono essere suscettibili nelle condizioni naturali ed economiche dello Stato [articolo 276]; un metodo di insegnamento insomma, che fosse diverso da quello usato per tradizione nelle scuole cosiddette generali o classiche e che andasse dal concreto all astratto, e non dall astratto al concreto, la legge Casati lo prescrisse ma non riuscì mai ad ottenerlo di fatto per i nostri tipi di scuola. E fu proprio questa incapacità a determinare una scuola tecnica (inferiore) che non fosse imitatrice e brutta copia, senza latino, del ginnasio ad impedire agli istituti tecnici (corso superiore) di conciliare l esigenza di una cultura scientifica e tecnica di base con quella di una determinata specializzazione professionale» 1. Anche da questo versante è importante cogliere la scelta delle scuole di arti e mestieri, non regolamentate dal Ministero della pubblica istruzione, perché in grado di preparare ad un mestiere. Questa scelta sarà mantenuta durante tutto il servizio di don Francesco Cerruti. 1 Aldo TONELLI, L istruzione tecnica e professionale di Stato nelle strutture e nei programmi da Casati ai giorni nostri, Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1964, p. 9. La citazione è da Bruno Bordignon, Scuola in Italia: problemi e prospettive, Saveria Mannelli, Rubbettino, 2008, p. 20.
6 168 Bruno Bordignon Storia della formazione dei salesiani «Il binomio educazione-scienze è a fondamento di un discorso epistemologico relativo alla pedagogia e, soprattutto, alle scienze dell educazione. Sembra che il superamento di una teoria generale della conoscenza illuminista o razionalista, sia nella versione idealista che positivista, per pervenire ad una comprensione della conoscenza umana come processo, che include anche l intervento sulla realtà per modificarla (conoscenza competente), descriva l habitat conoscitivo (teorico-pratico) delle scienze dell educazione e dell azione educativa, all interno di un circolo ermeneutico sempre aperto. Questa nuova teoria generale della conoscenza umana competente apre lo spazio ad una interpretazione e ricostruzione del percorso educativo e scientifico dei Salesiani. Infatti lo sviluppo dell esigenza di formazione pedagogica scientifica, emersa già ai tempi di Don Bosco, è proseguito fino a presentire, con don Francesco Cerruti e don Paolo Ubaldi e, successivamente, a realizzare, con don Pietro Ricaldone, il primo istituto universitario (facoltà), in Italia, di pedagogia, e, successivamente di scienze dell educazione, sviluppando un originale apporto di studio e di ricerca» 2. Nascita di una pedagogia scientifica all interno dei Salesiani Le medesime considerazioni valgono per quanto riportato da Prellezo circa i libri di testo prodotti dai Salesiani: «si trova la consistente mole di sussidi e testi ad uso delle scuole, preparati dai Salesiani o pubblicati dalle loro editrici, e anche il numero rilevante di collane e riviste scolastiche. Gli storici della pedagogia e della scuola danno oggi particolare importanza a questo tipo di fonti: costituiscono materiali preziosi per ricostruire la situazione reale dell educazione e dell insegnamento. Sovente nelle modeste pagine di un testo scolastico trovano strada e verifica idee e orientamenti pedagogici fecondi». Con la precisazione: «Il lavoro di ricerca, in campo salesiano, è in massima parte da fare» 3. Queste ricerche vanno inserite nel contesto dello sviluppo della pedagogia scientifica e sperimentale, della psicologia, compresa la psicologia dell istruzione, e della didattica nei vari paesi, a cominciare dall Italia 4. 2 Bruno BORDIGNON, Contributo scientifico all educazione nella Congregazione Salesiana Panorama storico «I Salesiani e la ricerca in educazione», IUS, Torino, 25 marzo José Manuel PRELLEZO, Studio e riflessione pedagogica nella Congregazione Salesiana Note per la storia, in Ricerche Storiche Salesiane, VII (1988) 1, pp Solo a titolo di esempio, indichiamo Bibliografia scolastica compilata a cura dell Associazione italiana per l educazione del popolo e pubblicata per uso delle Autorità scolastiche comunali e provinciali e dei Maestri delle scuole elementari, classiche e tecniche [per Carlo Fontanelli], Roma-Torino-Firenze-Milano, G.B. Paravia e Comp., 1871.
7 Presentazione dell ultimo volume della collana Fonti 169 Non è ancora sviluppato uno studio sistematico sulla storia delle ricerca pedagogica e didattica (scienze dell educazione) presso i Salesiani. Tale assenza è sentita sia nei singoli Paesi, nei quali i Salesiani sono presenti, che con riferimento alla Chiesa. Inoltre è da studiare l apporto dei Salesiani alle scienze dell educazione sia in Italia, che nei vari Paesi. Non è stato ancora affrontato l apporto dei Salesiani alle Scienze dell Educazione in rapporto con l analoga attività di altri Ordini e Congregazioni religiose dediti all educazione. Il dialogo tra fede e cultura nei processi di insegnamento e di apprendimento La denominazione data di «pedagogia sacra» al corso di formazione, istituito nel 1874 da don Bosco e condotto da don Giulio Barberis 5, apre orizzonti specifici per la formazione e la ricerca dei Salesiani nel campo delle scienze dell educazione. Don Bosco vuole indicare la prospettiva dalla quale egli intende discorrere di pedagogia, formare professionalmente gli educatori ed educare i giovani: la prospettiva di fede. Pertanto il punto di vista, che oggi noi diremmo di dialogo tra fede e cultura, è rappresentato, tra l altro, da un antropologia ispirata al Vangelo. È don Francesco Cerruti che ricorda l incontro e il dialogo tra Don Bosco e l avvocato Michel a Marsiglia il 15 aprile Don Bosco ha sentito l urgenza dei libri di testo con autori cristiani o «purgati», fino alla realizzazione di una editrice (Don Francesco Cerruti aveva la competenza della stampa salesiana). Salesiani come don Paolo Ubaldi e don Sisto Colombo hanno permesso di istituire in Università italiane cattedre di letteratura cristiana antica latina e greca. È da ricordare che le Facoltà di Teologia in Italia presso le Università di Stato sono state soppresse nel 1873 con 5 «Don Giulio Barberis, primo maestro dei novizi salesiani, afferma nella presentazione dei suoi Appunti di pedagogia sacra: Il nostro indimenticabile fondatore e padre D. Giovanni Bosco non ebbe altro che gli stesse più a cuore quanto l educar bene i giovanetti che la divina Provvidenza gli mandava, e vedendo che non poteva far tutto da sé, cercò ogni modo per procurarsi dei cooperatori in questa sant opera, e di dare regole, affinché anche noi potessimo ben riuscire in un opera tanto difficile. Nel 1874 poi, quando la nostra pia Società fu approvata definitivamente dalla Santa Sede, dispose che tutti i suoi chierici ascritti, avessero una scuola apposita, in cui si spiegassero questi principi educativi, che potessero in seguito aiutarli ad ottenere buoni risultati tra i loro allievi. Volle che fosse intitolata Scuola di Pedagogia Sacra; ed egli medesimo, il buon padre, volle dare, al primo maestro a ciò stabilito, istruzione speciali, acciò questa scuola avesse ad ottenere lo scopo per cui era stabilita. L educazione, soggiungeva spesso, è la grande arte di formare uomini» (José Manuel Prellezo, Studio e riflessione pedagogica nella Congregazione Salesiana Note per la storia, in Ricerche Storiche Salesiane VII (1988) 1, p. 41. La citazione è tratta da Giulio Barberis, Appunti di pedagogia sacra esposti agli ascritti della Società di S. Francesco di Sales, Torino, Litografia Salesiana, 1897, pp. 3-4).
8 170 Bruno Bordignon una legge approvata il 22 gennaio di quell anno. Oggi c è bisogno di una visione corretta della conoscenza umana, che apra uno spazio ad uno statuto conoscitivo della fede, cioè di una teoria generale della conoscenza umana che ispiri epistemologie delle varie discipline tra le quali trovi collocazione la conoscenza rivelata. La collaborazione tra Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiani per l identità e lo sviluppo delle scuole (cattoliche) salesiane Don Francesco Cerruti è stato maestro in questo. Colette Schaumont e Carlo Loots riconoscono: «Le ricerche e gli studi del Centro Formazione Don Bosco [Oud-Heverlee Belgio] sono primariamente in funzione di una permanente attualizzazione dell eredità pedagogica e spirituale di Don Bosco. Per realizzare questo lavoro è necessario ritornare alle sorgenti della pedagogia salesiana per studiare la figura di Don Bosco, il suo pensiero, il suo modo di agire, i suoi scritti, il suo carisma Lo studio che noi facciamo si estende anche alla figura di Maria Mazzarello, perché questa donna, con Don Bosco, ha dato origine alla congregazione delle suore FMA. Non ci si può limitare neppure al solo periodo fino alla morte di Don Bosco: bisogna anche esaminare la lunga tradizione che si è sviluppata tra il tempo di Don Bosco e il tempo presente» 6. E questo vale anche per la continuata collaborazione tra FMA e SBD, tra l altro, per l identità e lo sviluppo delle scuole (cattoliche) salesiane. 6 Preparare un futuro per la pedagogia salesiana: la formazione come leva. Un esperienza belga, in Orientamenti Pedagogici, vol. 54, n. 5, settembre-ottobre 2007, p. 900.
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