Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro Intervento Consulta per il Mezzogiorno

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1 Consiglio Nazionale dell Economia e del Lavoro Intervento Consulta per il Mezzogiorno Antonio MARZANO Presidente CNEL e AICESIS Roma, 12 novembre

2 Quando nel novembre del 2008 insediammo la Consulta del Mezzogiorno, cercai di mettere in rilievo alcune contraddizioni che connotano il Sud. Quelle contraddizioni sono una delle ragioni per cui individuare un idonea politica meridionalistica diventa più complesso. Non si riscontra infatti un area uniforme ed omogenea. Esiste invece una composizione geografica variegata, i problemi si pongono in modo diverso, diversi sono vantaggi, attrattive e difficoltà o ritardi. Questo in qualche modo nuoce al Sud. Quando si propone una politica per il Meridione, alcuni sostengono che non tutto il meridione è uguale. E, si continua, se vi è presente un assetto migliore, non c è poi da preoccuparsi tanto. Il resto seguirà! La mia opinione è altra. Dovremmo sempre tenere presente un dato paradigmatico, quello che chiamo l ambizione naturale del Sud. Se di questa si tenesse presente quando si osservano i problemi del Mezzogiorno, quando si dibattono questi problemi, quando si danno suggerimenti in materia, forse sarebbe utile. Cosa intendo come ambizione naturale del Sud? Se si fa la media della quota di popolazione del Sud e della quota del suo territorio, si ottiene una percentuale del 38%. Se il PIL del Sud fosse il 35% come la popolazione, il 2

3 reddito procapite sarebbe mediamente quello nazionale. Però il 38% è più significativo perché media fra peso della popolazione e peso del territorio. Questo 38% lo possiamo confrontare con la media di spesa pubblica in conto capitale che va al Sud: essa è inferiore (35%). L ambizione naturale del Sud non è altro, dunque, che una richiesta di uguaglianza di trattamento, oggi non riscontrabile dai dati disponibili. Il parametro del 38% dovrebbe fare da sfondo delle nostre analisi. Il secondo punto che vorrei mettere in risalto oggi è la frammentazione nell uso delle risorse. Le risorse complessive del Sud non corrispondono alla sua ambizione naturale. Ma sono spesso usate anche in un modo dispersivo, rendendo nullo qualsiasi effetto di shock. Quanto più le risorse si disperdono nei loro vari rivoli, tanto più questo utilizzo si avvicina ad politica sociale di solidarietà individuale. Faccio un esempio limite: se hai cento e dai uno ad ognuno, è una politica di solidarietà, non è una politica di shock che ti consente di avviare un processo di sviluppo. Questo fenomeno della dispersività che andrebbe approfondito anche nei nostri discorsi sul federalismo è accresciuto dal fatto che molte risorse sono praticamente 3

4 utilizzate a livello di regioni. E queste hanno una inclinazione naturale a circoscrivere la visione al proprio territorio. Non a collegarsi, a coordinarsi con le regioni limitrofe. Questo contribuisce alla dispersività nell uso delle risorse. Vi sono invece progetti che richiederebbero questi coordinamenti o perché comportano economie di scala, o perché esistono produttività di scala, concetto non a caso poco riscontrato nelle analisi correnti. Vi sono altre inadempienze, rispetto alle ambizioni, che infatti vulnerano l attrattività del Sud nei confronti degli investimenti esteri. In pochi casi imprese estere investono in Italia, pochissime scelgono il Sud. Vi sono indagini sul tema che hanno fatto emergere elementi esplicativi diversi. Bassa qualità dei servizi pubblici, soprattutto relativamente al resto del Paese ed inefficienza dell Amministrazione Pubblica locale, assieme al problema della criminalità organizzata e al gap infrastrutturale completano il quadro. Il sistema dei trasporti non è stato completato nel Sud, solo il 7,8% del totale dell Alta Velocità è operativo. Lo si riscontra sulla linea Roma-Napoli, lungo la Napoli-Bari, o la Napoli-Reggio Calabria. Molto si spera dalla Banca del Sud. Ho un esperienza personale precedente che non fu purtroppo positiva. Diversi anni fa sono stato presidente di Meridiana. In 4

5 un intervista recente, un noto politico meridionale diceva che Meridiana non riuscì a partire perché non faceva abbastanza credito alle imprese del Sud. Io ricordo invece che gli unici crediti non concessi erano quelli richiesti per fini solo politici. La verità è che Meridiana si basava sull idea che imprese dell IRI sarebbero state i driver, avrebbero fatto da rete per lo sviluppo. Ma l IRI andava verso la chiusura e quel tentativo di banca per il Sud venne meno per questo motivo. Una banca per il Sud che non abbia delle imprese driver (pubbliche e private) non cammina. Un altro importante problema è quello della ricerca e dell innovazione. Nel Sud lavorano nel settore ricerca e sviluppo circa ricercatori, la metà rispetto al centro- Nord. Qui il rapporto ricercatori-popolazione è la metà di quello che c è nel Sud, ma la spesa in ricerca e sviluppo nel Sud è pari allo 0,8% del PIL locale, inferiore cioè alla media italiana. Netto è anche il distacco per quanto riguarda il numero dei brevetti che sono depositati per il Sud. L indicazione proviene dall European Patent Office. Il Sud è indietro anche per quanto riguarda gli strumenti di ICT, nella dotazione di personal computers e nel collocamento in rete Internet. Anche questo è un argomento di cui sarà bene parlare. Non si tratta di 5

6 negatività poco significative. Sono invece molto importanti perché le innovazioni sono favorite o meno dalla connessione in rete fra le piccole e le grandi imprese e fra le une e le altre e i centri di ricerca, le università, le piattaforme tecnologiche (CNR, ENEA e così via). Ma il Sud ha anche dei punti di forza. Uno di questi è rappresentato dal sistema portuale. Esso registra ancora livelli non sufficienti sotto l aspetto delle dotazioni funzionali dei porti, come i magazzini, la logistica e le strutture intermodali. Qui vi sono cose importanti da realizzare. Superare i limiti che ho richiamato è giustificato non solo dal punto di vista della solidarietà e del senso civico, ma anche perché ci sono effettive potenzialità nel Sud, e valorizzarle avrebbe anche sicure ricadute da un punto di vista strettamente economico. Lungo il Bacino del Mediterraneo ci sono mercati in crescita, e il Sud potrebbe trarre grandi occasioni se inserito di più nelle grandi rotte internazionali. Ad Amsterdam e ad Anversa si potrebbe domani rispondere con Gioia Tauro, con Taranto, con Napoli, con Cagliari. Potenzialità ragguardevoli sono le risorse del turismo naturale e culturale che il Sud ha e l indotto che ne può derivare. Nel Sud ci sono risorse naturali per una 6

7 piattaforma energetica di energie rinnovabili. La specializzazione agricola alimentare di livello è anch essa una potenzialità del Sud. Ed è potenziale vantaggio comparato la struttura giovane della popolazione. Il tema delle innovazioni di processo organizzativo e soprattutto di prodotto resta cruciale. Anche a questo si fece cenno in occasione dell insediamento della Consulta, e credo si debba lavorare in questo senso perché è un filo conduttore importante. Esiste anche una letteratura ormai notevole che vi segnalo, Cohen e Levital in Innovation and Learning, e Boschmann, in un famoso studio del territorio dedicato al tema della proximity and innovation, sono solo esempi di una significativa letteratura al riguardo. La tesi è che molto importa la trasmissione delle conoscenze, delle scoperte, delle innovazioni tra centri continui. Nel Sud ci sono molti centri di ricerca, ci sono grandi imprese che potrebbero fare cose utili in questa direzione. Manca però l immissione in rete, sebbene si debba aggiungere che la prossimità non è una condizione sufficiente, occorre una cultura propensa all assimilazione delle innovazioni. 7

8 Se questa cultura c è, lo sforzo può essere quello di metterla in rete con opportune incentivazioni. In questo modo la prossimità non sarebbe solo geografica, e si potrebbe sperare in una strategia aziendale sempre più basata sulla ricerca e l innovazione di prodotto. 8

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