Allegato Primo Report: BOZZE Schede zoologiche ATO 13. Rilevatori-Redattori: Dott. Agr. Antonio GIOIA e Dott. Agr. Luca, Attilio FORTUNATO

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1 Allegato Primo Report: BOZZE Schede zoologiche ATO 3. Rilevatori-Redattori: Dott. Agr. Antonio GIOIA e Dott. Agr. Luca, Attilio FORTUNATO REGIONE BASILICATA RETE NATURA 2000 a) SIC COMPONENTE AVIFAUNISTICA Rilevatori / data Dott. Agr. Antonio GIOIA Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Milvus Milvus (Nibbio Reale) Codice: A074 2 Specie legata a una eterogenea varietà di ambienti aperti e semiboscati, coltivati, a pascolo o incolti. Si associa soprattutto alle aree collinari e alle ampie valli fluviali, dove frequenta pascoli cespugliati, aree agricole eterogenee e piccoli lembi di bosco. Si rinviene spesso presso discariche di rifiuti solidi urbani e in prossimità di aree umide. In svernamento forma dormitori di diverse decine di individui. Necessita di ampie estensioni territoriali per nidificare, ecologicamente eterogenee e non riconducibili a singole tipologie d habitat.. Solitamente si ciba di piccoli mammiferi, non più grandi di una donnola, uccelli, rettili, anfibi, pesci e insetti, ma anche carogne, ma non è raro osservarli alimentarsi nelle discariche di rifiuti o di animali morti lungo le strade, inoltre sottrae sovente il cibo ad altri uccelli quali cornacchie e altri rapaci. La femmina depone da una a cinque uova, in genere tre, che cova per giorni. Il maschio le porta il cibo e qualche volta la sostituisce. Migratore parziale, si sposta in marzo-aprile e settembre-ottobre. Onnivoro opportunista, ama vivere, nidificare e cacciare in aree aperte, lontane dalle aree urbane e più in generale libere da ostacoli.

2 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Milvus migrans (Nibbio bruno) Codice: A073 2 Predilige aree boscate con foreste miste di latifoglie, lembi di boschi in aree aperte, ambienti planiziali o rupestri circondate da zone aperte utilizzate per la caccia. Frequenta discariche di rifiuti solidi urbani e aree umide. In migrazione lo si osserva in una più ampia varietà di ambienti, anche in zone montuose. M. migrans necessita di ampie estensioni territoriali per nidificare, ecologicamente eterogenee e non riconducibili a singole tipologie d habitat. In Italia è presente una consistente popolazione In Italia la specie è migratrice e nidificante. E una specie opportunista, si nutre di un ampia gamma di risorse alimentari, tra cui rettili, piccoli mammiferi, animali morti, rifiuti, invertebrati e altro. La principale potenziale causa di declino deriva dalle abitudini alimentari necrofaghe. Fenomeni di mortalità ittica conseguenti a gravi casi di inquinamento delle acque possono aver favorito la specie a livello locale, ma sono ancora poco noti gli effetti negativi derivanti dall'accumulo degli agenti inquinanti. Tra le altre cause di diminuzione vanno ricordate la persecuzione diretta come bracconaggio e la morte per impatto contro i cavi dell'alta tensione. Un impatto negativo sulla specie può derivare dai recenti cambiamenti nella collocazione dei rifiuti organici e soprattutto delle carcasse un tempo disponibili in quantità maggiori. Tuttavia, soprattutto nell'europa occidentale e mediterranea, la diffusa abitudine di creare vaste discariche a cielo aperto può aver favorito la popolazione nidificante. Inoltre i moderni cambiamenti nelle pratiche di allevamento, con l'abbandono delle pratiche brade a favore degli allevamenti intensivi può avere avuto una ripercussione in seguito alla diminuzione della pratica di abbandonare le carcasse nell'ambiente, alla riduzione nella densità di scarabeidi stercorari e nella densità di alberi sparsi che venivano lasciati per garantire ombra e protezione alle mandrie. Infine, in Russia è stato verificato un impatto negativo da parte di turisti e pescatori che frequentano piccole aree forestali lungo fiumi e laghi in coincidenza con l'avvio della stagione riproduttiva. Non è minacciato a livello europeo e mondiale.

3 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Colomba palumbus (Colombaccio) Codice: A208 Lo spazio vitale dei colombacci sono le foreste di tutti i tipi, soprattutto le foreste di margine e di alto fusto intervallate da radure e zone coltivate dove ama alimentarsi, ma anche i giardini e i parchi cittadini. È la più grande, più frequente e più diffusa specie di colombi in Europa. E gregaria ed è monogamo. Si sposta in stormi numerosi alla ricerca di cibo, senza disperdersi ogni volta che si esaurisce un'area di pascolo. I colombacci si nutrono di semi, bacche, pomi, radici, piccoli invertebrati, frutti di faggi e ghiande delle querce. E stanziale nell'europa centrale e meridionale. In questi ultimi anni, delle significative popolazioni si sono stanzializzate anche in Italia, tuttora in aumento progressivo, infatti si è ben adattato alle città, tanto da essere un assiduo frequentatore dei parchi. Il colombaccio non è molto amato dagli agricoltori in quanto grossi stormi talvolta si abbattono su coltivazioni cerealicole, di leguminose o di trifoglio, provocando grossi danni.. È oggetto di caccia ed è molto ricercato per il sapore delle sue carni, molto apprezzate in cucina. È molto diffuso ma comunque esposto a rischi come il disboscamento e il deterioramento ambientale. Il periodo riproduttivo è marzo-aprile. La femmina predispone il nido su un albero poi vi depone uova bianche covate con l'aiuto del maschio per 7 giorni. Il nido è composto soltanto da paglia e rami e viene costruito perlopiù in alto tra gli alberi.. Le covate annuali possono arrivare fino a 3. E migratore regolare e nidificante in modo discontinuo su tutto il territorio. Durante l inverno grossi contingenti provenienti dall Europa del Nord giungono nella nostra penisola e qui trascorrono la cattiva stagione, frequentando soprattutto le zone aperte. La mortalità è massima durante la stagione fredda (soprattutto in gennaio), dovuta alla ridotta disponibilità di cibo.

4 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Egretta garzetta (Airone bianco) Codice: A026 L'airone bianco frequenta ambienti umidi, specialmente i canneti, le praterie umide e sulle rive di laghi, stagni e fiumi. Lo si può trovare anche in zone agricole specialmente nelle risaie allagate ma è un uccello molto legato all'acqua. Ed è un uccello migratore, svernante e nidificante. È presente in quasi tutto il bacino del Mediterraneo. Le popolazioni italiane di garzetta sono in parte migratrici e in parte stanziali. Costruisce il suo nido in un albero o in un canneto. L'airone bianco maggiore, si nutre di pesci, molluschi, insetti, anfibi, rettili, crostacei e talvolta cattura anche piccoli roditori e nidiacei di uccelli. La tecnica di caccia è quella tipica degli aironi: cammina lentamente nell'acqua bassa o nel fango con il collo ripiegato in posizione di attacco e con un fulmineo colpo di becco cattura la preda. Nidifica in colonie (anche miste con altri ardeidi) in boschetti prevalentemente in ambienti acquitrinosi, costruendo grossi nidi fatti di rami secchi, su pioppi, salici, altri alberi ad alto fusto o anche grossi cespugli.

5 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Ardea cinerea (Airone cenerino) Codice: A028 L'habitat naturale dell'airone Cinerino è piuttosto vario ed eterogeneo,infatti si rinviene in: zone umide con una fitta vegetazione acquatica, acque basse dolci, cave d'argilla, lungo le coste marine, aree lagunari, torrenti, stagni, laghi, bacini artificiali, pianure allagate, risaie e valli da pesca ma anche nelle aree aperte come coltivi e prati. Si ciba di pesci, anguille, nidiacei, uova, rettili, crostacei, molluschi e vegetali. Si alimenta principalmente durante il giorno, più spesso al mattino e al crepuscolo, in acque basse dove cammina o si apposta; caccia solitario o a volte anche in gruppo. Nidifica in colonie chiamate garzaie in zone planiziali, al di sotto dei 200 m s.l.m., di preferenza in ambienti umidi con densa vegetazione arborea o arbustiva, quali ontaneti e saliceti cespugliati, ma pure in boschi misti asciutti e in canneti. La deposizione delle uova inizia già dalla metà di febbraio e si conclude in aprile E' una specie gregaria durante il periodo riproduttivo e talvolta si raggruppa in dormitori comuni (roost). In Italia l'airone Cinerino è sedentario, migratore regolare, parzialmente svernante e non presenta dimorfismo sessuale. I fattori di minaccia sono rappresentati dalla riduzione e alterazione degli habitat, dalle bonifiche e dall inquinamento delle acque.

6 RETE NATURA 2000 Rilevatori / data Dott. Agr. Antonio GIOIA Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Pernis apivorus Codice: A072 (Falco Pecchiaiolo) 2 Predilige zone in cui si ha un alternanza di aree boscate e di praterie (radure aperte). In periodo riproduttivo frequenta soprattutto formazioni forestali di estensione e struttura variabile non necessariamente lontane da insediamenti umani. E una specie estiva, nidifica su alberi d alto fusto maturi e spesso utilizza nidi di altre specie anche se è in grado di costruirselo da solo. E un uccello migratore, infatti l inverno lo trascorre in Africa (deserto del Sahara) e giunge in Europa a primavera per nidificare. Si nutre quasi esclusivamente di insetti, infatti esplora il terreno e li segue fino ai loro nidi; in particolare si nutre di larve e adulti di insetti sociali (Imenotteri ad esempio api) ed è goloso anche di miele. Inoltre si nutre anche di piccoli vertebrati e di termiti.

7 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Buteo buteo (Poiana) Codice: A087 E in genere poco esigente infatti è un uccello cosmopolita: frequenta ambienti semi-boscati con alternanza di zone a vegetazione prevalentemente erbacea in cui caccia e zone a vegetazione arborea dominante in cui colloca i nidi. Le campagne alberate sono particolarmente favorevoli alla specie, che si adatta meglio di altri rapaci alle trasformazioni ambientali operate dall'uomo. E' un rapace diurno non specializzato in quanto si nutre di piccoli mammiferi del suolo, come topi e conigli, ma anche di carogne, coleotteri, anfibi, lombrichi, chiocciole, rettili e di certi uccelli terragnoli. In genere preferisce cacciare nei boschi ma non disdegna i terreni aperti. E' monogamo, costruisce il nido tra le rocce o sul terreno scosceso ma soprattutto sulle cime di alti alberi. Alcune poiane durante il periodo invernale migrano dalle zone più fredde a quelle più calde, non si spostano in stormi ma possono essere visti insieme durante una migrazione o in un buon habitat. La femmina depone solitamente 2 o 3 uova nel nido tra marzo e maggio. Non presenta dimorfismo sessuale.

8 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Garrulus glandarius (Ghiandaia) Codice: 0342 In Italia è stazionaria, talora di passo, e presente in tutta la penisola. L habitat è rappresentato dalle fronde degli alberi, ed in particolare querce, castagneti, faggi, rovere, farnia leccio, macchie e con sottobosco e sulle conifere. Molto di rado si avventura sui terreni aperti, sempre che questi siano vicino ai boschi. Viene definito il Corvide del bosco. Sono soliti appollaiarsi sui fili delle reti elettriche. E onnivora si nutre di: lucertole, frutti, rane, nocciole selvatiche, ghiande, bacche, uova, nidiacei, uccellini e insetti. La femmina depone 4-7 uova, covate 8-9 giorni da entrambi i genitori.. Inoltre cattura tutti gli animali di piccola taglia, compresi i roditori. Animale molto scontroso e difficile da avvicinare; vive a gruppetti volando da albero ad albero In Italia è stazionaria nidificante, migratrice parziale (le popolazioni settentrionali migrano verso sud) ed è svernante. Non è minacciata né sottoposta a particolari vincoli di tutela. La conservazione della specie è legata alla presenza di formazioni forestali di una certa entità ed è quindi influenzata negativamente dai continui disboscamenti. Sono noti casi di danni arrecati dalla specie alle colture, ma non in misura tale da giustificare abbattimenti per il controllo delle popolazioni. La popolazione italiana appare anch essa in decremento. Fino a venti o trent anni fa era possibile osservare questa specie nidificare in colonie lasse, anche in alcuni centri rurali (ad esempio nell'alto Lazio), oggi le nidificazioni solo quasi tutte solitarie. I principali fattori limitanti sono costituiti in modo determinante dalle modifiche apportate agli habitat idonei soprattutto dalla trasformazione delle pratiche agricole, indirizzate verso le monocolture. Per quanto riguarda le disponibilità di siti idonei per la riproduzione, la scomparsa di ruderi e la ristrutturazione di vecchi casali sono tra le possibili concause del trend negativo della specie. Inoltre per questa specie insettivora e migratrice risulta determinante l uso dei pesticidi nelle zone di svernamento a sud del Sahara. Tra gli interventi da attuare per una conservazione della specie occorre un costante monitoraggio delle popolazioni, la conservazione e il ripristino degli agroecosistemi a mosaico, la riduzione dell uso di fitofarmaci a livello nazionale e nei paesi del Terzo Mondo e l allestimento di cassette nido nei siti idonei

9 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Circus Cyaneus Codice: A082 (Albanella Reale) Predilige zone umide sia d'acqua dolce che salmastre ed incolti con scarsa vegetazione arborea (steppe, brughiere, praterie postcolturali, pascoli ecc.) Frequenta le paludi, gli stagni, le campagne aperte e le coste sabbiose. E tendenzialmente gregaria, costruisce il nido sul suolo o in terreni paludosi o tra basse erbe. Si nutre di piccoli mammiferi (roditori), di uccelli, anche se uccisi da cacciatori, ma anche di rettili, anfibi e insetti. E' una specie solitaria durante tutto l'anno. E' osservabile soprattutto quando è in volo, più difficilmente quando è posata. In Italia è migratrice regolare e svernante. La migrazione post-riproduttiva si ha verso i quartieri di svernamento ed inizia alla fine di agosto, ma i contingenti più numerosi si registrano in ottobre e novembre; la migrazione pre-riproduttiva si ha verso i quartieri di nidificazione e si svolge tra la fine di febbraio e aprile La specie dell'albanella reale in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole ed è ritenuta vulnerabile. Negli ultimi decenni si è infatti verificato un sensibile decremento numerico delle popolazioni e una contrazione dell areale a causa principalmente delle trasformazioni ambientali.

10 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Upupa epops (Upupa) Codice: A232 È amante dei luoghi secchi, semi-alberati caldi e assolati: la si può incontrare presso boschetti o frutteti o lungo strade sterrate dove spesso si concede bagni di polvere. Il tradizionale paesaggio agricolo dei versanti vallivi esposti a sud, con un mosaico di filari d'alberi, campi terrazzati, prati e vigneti, è ideale per l'upupa; la specie ha per contro abbandonato le monocolture presenti nelle pianure più fertili. È presente anche nelle zone verdi delle città. Gradisce frequentare le pianure più o meno boscose, nell'europa meridionale frequenta spesso i vigneti. Sta sul suolo ma si appollaia e si riposa sui rami si nutre di larve di invertebrati, grossi insetti, piccoli anfibi, anellidi, rettili, lombrichi, molluschi, ragni, vermi che mette allo scoperto frugando la terra col becco lungo e sottile. La femmina depone 5-8 uova (fino a 2) nel cavo di un albero, di un muro o di una casa, nutrita dal maschio nei 6-9 giorni di cova. L'upupa in Italia giunge all'inizio della primavera e riparte a settembre. Nidifica nelle cavità degli alberi, negli anfratti di rocce o di manufatti quali muri a secco o edifici rurali.

11 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Erithacus rubecula (Pettirosso) Codice: A269 4 E diffuso in tutta Europa. In Italia è stanziale ovunque. I boschi di conifere e i boschi cedui costituiscono il suo habitat nei mesi estivi, habitat che viene abbandonato in autunno per la ricerca di cibo nelle pianure e nei giardini presso l'abitato, dove spesso s'inoltra spinto dalla sua insaziabile curiosità, lesto però a sfuggire l'uomo di cui non gradisce la presenza. E' solitario e di indole aggressiva verso i consimili di cui non ama la vicinanza e con i quali ingaggia spesso in primavera lotte sanguinose. È insettivoro, migratore a breve raggio, territoriale anche durante lo svernamento. Si nutre soprattutto al suolo di piccoli insetti, larve, ragni, vermi, molluschi, lombrichi, bacche e piccoli frutti (more, lamponi, mirtilli, fragole e ribes). Nel periodo dei nidi, il maschio cerca la compagna corteggiandola prima dell'accoppiamento, con una versione addolcita delle posizioni d'avvertimento. La femmina prepara un nido a coppa su una scarpata coperta di edera, in un cespuglio, nel cavo di un albero, su un ceppo spaccato o su un edificio. Vi depone 5-7 uova che cova per 2-4 giorni. Entrambi i genitori imboccano i piccoli. Vi sono 2 anche 3 covate all'anno. Non è oggetto di bracconaggio come i suoi simili granivori a causa della difficoltà di reperimento dell alimentazione indicata. E ovviamente protetto in Italia dalla legislazione vigente..

12 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Dryocopus martius (Picchio nero) Codice: A236 Specie politipica a distribuzione eurosibirica. Abita le foreste estese, ricche d'alberi di alto fusto, e si spinge sino ad un'altitudine di quasi duemila metri. Preferisce trattenersi nei boschi di conifere, ma non manca in quelli a foglie caduche, formati soprattutto da faggi e betulle. In Basilicata la nidificazione è accertata esclusivamente in faggete mature, con presenza di grandi alberi morti o deperienti. E una specie erratica e stazionaria, E ghiotto di larve di formiche, di vespe e di insetti xilofagi, quali i coleotteri, che scova frugando tra le cortecce degli alberi. Per catturare le formiche si serve della lingua protrattile e glutinosa. La nidificazione della specie è accertata sul versante lucano del massiccio del Pollino. E una specie tendenzialmente sedentaria e dalla spiccata territorialità (che manifesta anche con il tamburellamento dei tronchi), nidifica in cavità scavate nei tronchi di varie specie arboree (in particolare Pioppo spp., Peccio, Abete bianco e Faggio), che, in assenza di disturbo, sono rioccupati negli anni. Non esistono stime circa la consistenza della popolazione lucana, verosimilmente limitata a poche coppie. Le minacce sono rappresentate dalla distruzione, trasformazione e frammentazione dell habitat di riproduzione e di alimentazione; pratiche produttive di gestione forestale (taglio di alberi maturi, morti o marcescenti), disturbi antropici. La specie non è inserita tra quelle cacciabili. A livello locale, il Picchio nero è penalizzato da una gestione selvicolturale che non prevede il mantenimento di piante di dimensioni elevate o che comporta l allontanamento di tutta la biomassa morta dalle formazioni forestali, per la conseguente riduzione delle comunità di artropodi.

13 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 57 m s.l.m. SPECIE: Larus ridibundus Codice: A79 (Gabbiano di fiume) 2 Preferiscono zone umide e acquatiche, l habitat ideale sono le discariche e rifiuti di ogni genere. I gabbiani di fiume sono estremamente avveduti, diffidenti, forti, aggressivi. Nel periodo della riproduzione vivono congregati anche in colonie di centinaia di componenti. La dieta dei gabbiani, uccelli straordinariamente opportunisti, è molto varia. Sebbene alcune specie siano abili pescatori e si nutrano soprattutto di pesci, nella maggior parte la dieta è composta anche di carogne e rifiuti di ogni genere, di origine vegetale e animale. Non fa meraviglia che con tali abitudini alimentari e con la simpatia di cui godono, i gabbiani siano stati favoriti dalla presenza dell uomo: infatti, si sono notevolmente moltiplicati nelle vicinanze dei grandi porti, grazie all abbondanza dei rifiuti. Il nido dei gabbiani è costruito senza cura: un semplice mucchietto di erbe o di alghe secche molto spesso disposto sopra le scogliere o fra le canne o sugli arenili; a volte il nido è galleggiante o costruito su un albero; la covata è generalmente di due, tre o quattro grosse uova, il cui colore base è bruno o verdastro, con fitte macchiettature; le uova, assai saporite, sono molto apprezzate dai popoli nordici. I piccoli sono nutriti da entrambi i genitori che si alternano anche nell incubazione. Grazie al loro volo rapido e sostenuto, i gabbiani, sono capaci di percorrere grandi distanze lungo le coste; sebbene spesso si riposino sopra l acqua. La considerevole quantità d aria contenuta nel piumaggio, lungo e untuoso, fa sì che questi uccelli galleggino a lungo sull acqua, offrendo al contrario una grande resistenza al vento. La carne del gabbiano è immangiabile per il forte odore di pesce che sprigiona. Non è una specie a rischio estinzione.

14 b) SIC Monte Raparo REGIONE BASILICATA Monte Raparo IT giugno 20 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 763 m s.l.m. SPECIE: Aquila chrysaetos (Aquila reale) Codice: A09 Predilige le zone di montagna, impervie (sotto il livello delle nevi perenni), con presenza di pareti adatte alla nidificazione (ricche di nicchie ed anfratti) e vicine ad ampie praterie dove si svolge l'attività di caccia. E un uccello molto attaccato al suo territorio, in genere non ama le zone boscose, abita al di sopra delle cime degli alberi ad una altitudine compresa tra il livello del mare ed i 3600 m. Protetta su tutto il territorio nazionale italiano, non è però ancora scampata al pericolo di estinzione infatti è troppo ristretto il territorio nel quale può vivere tranquillamente a causa del bracconaggio e dagli elementi chimici che, dalle piantagioni e dall'acqua, si trasferiscono nell'animale uccidendolo o rendendo così fragile il guscio delle uova da farlo rompere prima del tempo. Si nutre, a seconda del territorio nel quale stanzia, di mammiferi di taglia piccola e media (conigli, piccoli daini, scoiattoli, marmotte) oppure di uccelli (galli cedroni, pernici, fagiani), rettili, pesci ma anche di carogne e rifiuti. L accoppiamento generalmente avviene in marzo sempre a terra e una volta formata la coppia e scelto il territorio, il maschio e la femmina rimangono stanziali per molti anni costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o fra i rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in anno, quello che sembra il più adatto. E una specie monogama con una vista binoculare, come quella umana ma notevolmente superiore Le cause di morte non naturale per questa specie sono numerose: restare fulminata nei fili elettrici dell'alta tensione; rimanere imprigionata nelle trappole messe per i cinghiali morire avvelenata grazie alle esche messe dagli allevatori per proteggere il loro gregge.

15 C) SIC Monte SIRINO REGIONE BASILICATA Monte Sirino IT luglio 20 Località: Grumento Nova Lat Long Altezza 728 m s.l.m. SPECIE: Aquila chrysaetos Codice: A09 (Aquila reale) 5 Predilige le zone di montagna, impervie (sotto il livello delle nevi perenni), con presenza di pareti adatte alla nidificazione (ricche di nicchie ed anfratti) e vicine ad ampie praterie dove si svolge l'attività di caccia. E un uccello molto attaccato al suo territorio, in genere non ama le zone boscose, abita al di sopra delle cime degli alberi ad una altitudine compresa tra il livello del mare ed i 3600 m. Protetta su tutto il territorio nazionale italiano, non è però ancora scampata al pericolo di estinzione infatti è troppo ristretto il territorio nel quale può vivere tranquillamente a causa del bracconaggio e dagli elementi chimici che, dalle piantagioni e dall'acqua, si trasferiscono nell'animale uccidendolo o rendendo così fragile il guscio delle uova da farlo rompere prima del tempo. Si nutre, a seconda del territorio nel quale stanzia, di mammiferi di taglia piccola e media (conigli, piccoli daini, scoiattoli, marmotte) oppure di uccelli (galli cedroni, pernici, fagiani), rettili, pesci ma anche di carogne e rifiuti. L accoppiamento generalmente avviene in marzo sempre a terra e una volta formata la coppia e scelto il territorio, il maschio e la femmina rimangono stanziali per molti anni costruendo nei dintorni, sulle pareti a picco dei dirupi o fra i rami degli alberi più alti, anche una decina di nidi scegliendo, di anno in anno, quello che sembra il più adatto. E una specie monogama con una vista binoculare, come quella umana ma notevolmente superiore Le cause di morte non naturale per questa specie sono numerose: restare fulminata nei fili elettrici dell'alta tensione; rimanere imprigionata nelle trappole messe per i cinghiali morire avvelenata grazie alle esche messe dagli allevatori per proteggere il loro gregge. Nota: si proseguirà con mammiferi, rettili, anfibi, pesci e insetti.

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