5) ZONE DI PROTEZIONE E OASI DI PROTEZIONE 5.1.) ANALISI

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1 5) ZONE DI PROTEZIONE E OASI DI PROTEZIONE 5.1.) ANALISI 5.1.1) Le Zone di Protezione Le Zone di Protezione, in base al dettato normativo (articolo 14 L.R. 3/94), sono istituite lungo le rotte di migrazione dell avifauna, pertanto si evince che debbano avere come finalità primaria quella di salvaguardare l avifauna migratrice. Nella realtà applicativa e programmatoria, a livello faunistico, resta molto difficile individuare particolari zone interessate da flussi migratori più accentuati rispetto ad altre; la provincia di Firenze è, infatti, interessata dal transito degli uccelli in migrazione praticamente su tutto il proprio territorio e non esistono dati scientifici (censimenti, stime, osservazioni, inanellamenti, ecc.) che consentano di distinguere zone a maggiore o minore interesse, né in generale né per le singole specie. È importante anche sottolineare che le Zone di Protezione sono Istituti che hanno la particolarità di non sottostare al vincolo del consenso dei proprietari ricadenti, e questo agevola notevolmente il compito di istituirle; anche se incombe sempre il rischio di conflitti con i proprietari che devono poi spesso affrontare problematiche di danni alle produzioni agricole, causati dalla fauna che vi risiede stabilmente. Vale la pena, inoltre,ricordare che quasi la metà delle odierne Zone di Protezione era fino al 1996 Zona di Rispetto Venatorio. La trasformazione avvenne per l esigenza di completare la quota del 20% del territorio agro-silvo-pastorale provinciale a protezione della fauna; allo stato attuale, con la recente modifica che dà la possibilità anche alle Z.R.V. di entrare a far parte di tale quota, tale variazione appare superata. Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, le Z.d.P. sono gestite dalla Provincia, che può tuttavia avvalersi del concorso di Associazioni culturali, ambientaliste, venatorie e agricole. Fino al 2005 la Provincia ha optato per una gestione diretta di tali zone, con l ausilio di un tecnico che ha curato la parte riguardante la verifica dei danni da fauna alle colture e gli interventi di miglioramento ambientale. Il Circondario Empolese Valdelsa, che dal 2002 ha preso in gestione le 5 zone ricadenti nel territorio di propria competenza, ha optato invece per stipulare una convenzione con la quale affidare la gestione di questi Istituti alle Associazioni venatorie locali, come del resto previsto dalla Del.C.R. 292 del Allo stato attuale si ritiene che tale scelta sia stata giusta, infatti, con l apporto del volontariato ed i mezzi che le Associazioni hanno garantito è stato possibile per il Circondario attuare in tali Zone una politica di gestione più attenta. Si possono citare a tal proposito una cura più puntuale nella tabellazione dei confini, ed incrementi faunistici importanti in conseguenza di un oculata politica di miglioramenti ambientali. Le Zone di Protezione attualmente presenti sul territorio della Provincia di Firenze sono 33 e occupano una superficie complessiva di ettari, pari al 4,31 % della S.A.F. del territorio Provinciale. Nella tabella seguente il riepilogo.

2 Z.d.P. Comune A.T.C. Superficie (ha) 1 Gabbianello Barberino di Mugello 4 176,00 2 Valico montano Colla di Casaglia Borgo San Lorenzo, Vicchio 4 161,00 3 Valico montano del Muraglione Dicomano 4 314,00 4 Valle del Mugnone-M.Ceceri-Vincigliata- Maiano Fiesole 4 998,94 5 Fonte Massi Pelago 4 339,95 6 Asta Fiume Sieve Rufina, Pontassieve, Pelago 4 352,8 7 Corridoio Est Piana Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio 4 682,00 8 Casse di espansione di Villa Castelletti Signa 4 34,00 9 Renai Signa 4 205,00 10 Centro di Recupero Rapaci del Mugello Vicchio di Mugello 4 78,00 11 Firenze Firenze 4/ ,00 12 Lungo l' Arno Rosano Pontassieve, Rignano, Fiesole, Bagno a Ripoli 4/5 611,84 13 Ponte di Millo Bagno a Ripoli 5 258,60 14 Fontesanta Bagno a Ripoli, Rignano sull'arno 5 77,40 15 Norcenni Figline Valdarno 5 14,50 16 Valdarno superiore Figline V., Incisa V., Reggello 5 389,45 17 Sammezzano Reggello 5 259,47 18 Torre a Cona Rignano sull'arno 5 42,77 19 Fosso di Selceto Rignano sull'arno 5 79,24 20 Castelvari San Casciano 5 295,19 21 Loggia Mocale San Casciano 5 348,05 22 Caserotta La Corti San Casciano 5 393,43 23 Badia a Passignano Tavarnelle Val di Pesa 5 207,00 24 Vallone-Lama Castelfiorentino 5 152,11 25 Fiume Elsa Castelfiorentino 5 332,74 26 Certaldo Certaldo 5 613,85 27 S.Maria Novella Certaldo 5 115,09 28 Marcignana Empoli ,52 29 Granaiolo Empoli, Castelfiorentino 5 186,45 30 Montignoso Montaione 5 253,07 31 Asta Arno Scandicci, Lastra a Signa 5 734,30 32 Fibbiana Cortenuova Montelupo, Capraia, Vinci, Empoli ,19 33 Asta Elsa Barberino Val d'elsa 5 152,03 TOTALE ,98 A livello ambientale le Zone di Protezione della Provincia di Firenze, seppur con caratteristiche diverse, offrono condizioni assolutamente idonee e del tutto favorevoli alla fauna selvatica, sia stanziale che migratoria. Infatti alcune di esse rivestono un ruolo fondamentale per la fauna migratoria essendo collocate lungo corsi d acqua (Arno e altri importanti fiumi della provincia), laghi e nelle zone umide, quali la Piana Fiorentina o l invaso di Bilancino, ideali alla sosta della fauna acquatica (Anatidi, Rallidi, Ardeidi, ecc.). Molte altre Zone si collocano, invece, in contesti collinari o più raramente montani, e consentono la sosta e la tutela dell avifauna migratrice oltre che della fauna stanziale. Va comunque tenuto presente che le Zone poste in collina, caratterizzate da vaste superfici boscate, offrono l ambiente ideale anche per gli Ungulati, in particolare per il Cinghiale.

3 Con queste premesse la Provincia si propone di analizzare la situazione di ogni singola Zona con il proposito di giungere alle seguenti previsioni: - zone con caratteristiche ambientali e presenze faunistiche tali da essere mantenute con il vincolo posto dall articolo 14 della L.R. 3/94. Per tali Zone si propone l affidamento in gestione, con apposita convenzione, alle Associazioni culturali, ambientaliste, venatorie e agricole su specifica proposta di affidamento da parte dell Amministrazione; - zone con caratteristiche ambientali e presenze faunistiche tali da essere trasformate in Istituti, sempre a protezione della fauna ma con diversa finalità, come Z.R.C. o Z.R.V.; - zone con caratteristiche ambientali e presenze faunistiche tali da essere destinate, anche in porzioni del loro territorio, all attività venatoria. Questa possibilità dovrà essere valutata solo in caso di situazione di eccessivo carico di Cinghiali che abbiano apportato, o che possano potenzialmente apportare, notevoli danni alle colture agricole, in particolare quelle di pregio. Per le Zone di Protezione, singolarmente o a gruppi, è stata realizzata una scheda tecnica con la situazione attuale e le previsioni gestionali per il prossimo quinquennio. Z.d.P. FIRENZE L area, di ha, è inclusa nel confine comunale di Firenze ed occupa tutta l area non urbanizzata, ad eccezione del territorio vincolato dalla Zona di Ripopolamento e Cattura Settemerli nella zona a sud-ovest della città. Questa Z.d.P. è interessata dalla presenza di una buona variabilità ambientale, in ambito periurbano, ove non sia cementificato, favorita da una agricoltura tradizionale che si insinua tra le aree residenziali; caratteristici di questo contesto sono gli oliveti ed i vigneti accompagnati dai filari di cipresso, dai giardini e da parchi pubblici o privati. La città di Firenze, inoltre, possiede dal punto di vista oro-idrografico una collocazione particolarmente felice, tagliata da est ad ovest dal bacino dell Arno, nel quale confluiscono vari torrenti che discendono dalle colline intorno alla città. A Nord il Mensola, il Terzolle ed il Mugnone, a Sud l Ema e la Greve costituiscono corridoi ecologici naturali in un ambiente urbanizzato che incentivano la biodiversità. Per questo la fauna selvatica presente a Firenze è costituita da comunità assai ricche di specie, favorite nel loro ingresso da questi corridoi naturali, capaci di adattarsi ad ambienti anche completamente artificiali. La città quindi può essere considerata nel suo insieme un ecosistema in espansione, composto da un mosaico di microambienti nel quale molti animali selvatici adattano la propria nicchia ecologica. Molti sono i fattori che facilitano la presenza di popolazioni animali in quest area: Il più importante è forse rappresentato dalle favorevoli condizioni climatiche (in particolare la temperatura) rispetto alle aree extraurbane; ma anche la scarsa presenza di predatori, l elevata disponibilità di risorse trofiche (rifiuti e cibo offerto dall uomo), la costante presenza di acque per l abbeverata, la varietà di habitat e non ultima l assenza di attività venatoria. Tra gli animali selvatici presenti a Firenze i più rappresentati sono senz altro gli uccelli poiché la facoltà di volare permette loro di superare con più facilità gli edifici le strade ed altre infrastrutture. Molti uccelli approfittano della presenza delle aree destinate a verde urbano, capaci come sono di sfruttare anche i più piccoli spazi di verde, e vi si possono trovare specie come il Merlo, altri si sono adattati a sostare ed a nidificare in ambienti completamente artificiali utilizzando gli interstizi offerti dagli edifici o i pali in cemento e i tralicci metallici. Così a Firenze nidificano nei parchi la Tortora dal collare, la Tortora selvatica, il Colombaccio, il Pettirosso e l Upupa. Nelle pertinenze dei corsi d acqua, come il Terzolle o il Mugnone, nidificano invece la Ballerina bianca e la gialla, l Allodola, l Usignolo o il Martin pescatore. Nelle zone maggiormente urbanizzate, in prossimità degli edifici, troviamo il Torcicollo, il Rondone, la Rondine, la Passera scopaiola, la Taccola, la Civetta e addirittura un predatore come il Falco pellegrino. In alcune zone poste ai margini dell area urbana, dove la città si insinua in ambito collinare, come alle pendici di Monte Morello, o della collina di Fiesole sono presenti il Capriolo e il Cinghiale.

4 Importo danni per anno (in euro) Specie Daino 82,63 Storno 1.696, , , , ,00 Capriolo 129, ,00 867,00 Cinghiale 1.084, ,00 Columbidi 2.117,47 340,00 Avifauna 85,22 736, , ,00 60,00 Fagiano 375,00 975,00 Gabbiano 4.620, ,00 La Z.d.P. di Firenze è una tra la maggiormente colpite dai danni da fauna selvatica alle colture agrarie, in particolare da Cinghiale e da Storno ,00 Importo danni euro 14000, , , , , , ,00 0, anno Daino Storno Capriolo Cinghiale Columbidi Avifauna Fagiano Gabbiano

5 Danni da fauna nel quinquennio (in euro) Daino Storno Capriolo Cinghiale Columbidi Avifauna Fagiano Gabbiano Lo Storno è senza dubbio la specie che ha causato i maggiori danni nel quinquennio 2000/2004. Esso appare più diffuso nella zona a sud-ovest della città, ed è comunque presente anche nelle aree periferiche più fortemente antropizzate, riuscendo ad eleggere a propri dormitori i parchi e i giardini urbani per poi diffondersi nelle campagne circostanti. La presenza e i danni del Cinghiale si concentrano in particolare nella zona di Careggi e di Trespiano, confinanti con le aree boscate alle pendici di Monte Morello. Il Gabbiano comune ha causato importanti danni nel 2003 e nel 2004 ad alcune serre collocate nella periferia ad ovest della città, nella zona di Ugnano, danneggiando i teli di copertura. Si ipotizza che il fenomeno sia da imputare a giovani gabbiani, frequentatori dei depositi di rifiuti posti nella Piana Fiorentina, che per inesperienza, abbiano infierito con il becco e le zampe sui teli plastificati dei tunnel scambiandoli per superfici allagate. La Zona di Protezione Firenze è sempre più interessata, grazie alla presenza del fiume Arno e di altri corsi d acqua minori, dalla colonizzazione da parte di specie considerate rare fino a diversi anni fa; infatti, dagli anni 80 si sono progressivamente insediate alcune colonie di nidificazione di Ardeidi come l Airone cenerino (Ardea cinerea), la Garzetta (Egretta garzetta), la Nitticora (Nycticorax nycticorax), la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), l Airone guardabuoi (Bubulcus ibis). Una garzaia in particolare è stata individuata, agli inizi degli anni 90, nell area comunale di Firenze, in zona Poderaccio, a breve distanza dalla riva sinistra dell Arno e dalla confluenza in esso del torrente Greve; essa è situata in una piccola zona umida, sul fondo di un vecchio bacino di escavazione di ghiaia, dove sono presenti principalmente piante di Salice sulle quali sono posizionati i nidi. Nei primi anni vi sono state censite poche coppie di sole Nitticore, ma poi vi si sono insediate altre tre specie: Garzetta, Airone guardabuoi e Sgarza ciuffetto, fino ad un totale di circa 300 coppie. Con quella presente a Torino, è l unica garzaia in Italia insediata in ambiente completamente urbanizzato. Questo sito riveste anche un notevole interesse per la presenza della Nitticora sia come specie svernante oltre che nidificante. La Nitticora infatti è conosciuta da sempre come migratrice e nidificante regolare tra marzo ed aprile, ma raramente svernante in Italia; negli ultimi inverni ha invece eccezionalmente svernato nella zona del Poderaccio, tra la garzaia e i canneti posti alla foce della Greve, con un numero di individui ogni anno crescente. Nel dicembre 2004 sono stati contati circa 100 esemplari dal personale della Polizia Provinciale. Si può però presupporre che la presenza sia stata ancora più consistente in quanto la specie, di abitudini notturne, non si presta ad essere rilevata facilmente con le normali tecniche di censimento, ma solo attraverso la verifica dei dormitori diurni già in precedenza conosciuti dai rilevatori.

6 Per quanto detto la Zona di Protezione di Firenze entra di diritto nel progetto Parco Fluviale dell Arno che l Amministrazione Provinciale sta preparando. Dovranno per questo essere intraprese azioni di valorizzazione ambientale, con specifici progetti, in particolare nelle zone dove è presente l avifauna di pregio, come le zone umide nella piana dell Arno a sud-ovest di Firenze, interessate dalla presenza di colonie nidificanti di Ardeidi. VALLE DEL MUGNONE-MONTE CECERI-VINCIGLIATA-MAIANO L area interamente ricadente nel comune di Fiesole si estende su una superficie complessiva di ha 998,94 confinando a nord-est con la zona di Protezione di Firenze. È una zona prevalentemente collinare caratterizzata da oliveti e vigneti alternati ad incolti ed aree rimboschite con Cipresso e Pino nero. Si evidenziano fenomeni diffusi di ricolonizzazione progressiva delle aree agricole abbandonate da parte del bosco misto di latifoglie, tipiche della zona del lauretum. In una piccola parte dell area (circa ha 50) è stata istituita un A.N.P.I.L. per la valorizzazione delle cave di pietra serena caratterizzanti l area (Monte Ceceri). Il torrente Mugnone è caratterizzato da alcuni tratti con spiccata naturalità, con argini solo in parte artificiali, con un letto non eccessivamente interessato da interventi antropici e con abbondante vegetazione ripariale (Salici, Ontani, Pioppi, Olmi). L area dimostra una buona vocazionalità per la sosta e la nidificazione dell avifauna migratoria anche quella legata agli ambienti acquatici, come il Germano reale, la Gallinella d acqua e il Martin pescatore. In particolare in primavera si è riscontrata la presenza dell Usignolo di fiume. Come per la Z.d.P. Firenze, anche in questo caso, è auspicabile la sua cessione in gestione ad Associazioni che ne facciano richiesta. LE ZONE DI PROTEZIONE LUNGO LE ASTE FLUVIALI Denominazione Comune Superficie (ha) Asta Arno Lastra a Signa, Scandicci 734,30 Fosso di Selceto Rignano sull'arno 79,24 Valdarno superiore Figline Valdarno, Incisa Valdarno, Reggello 389,45 Lungo l'arno Rosano Pontassieve, Rignano sull Arno, Fiesole, Bagno a Ripoli 611,84 Asta Fiume Sieve Rufina, Pontassieve, Pelago 352,80 Si considerano in questo contesto le Z.d. P. interessate dall Arno e dai suoi affluenti per un totale di ha Le informazioni relative alla presenza degli uccelli lungo il corso dell Arno e dei suoi affluenti in provincia di Firenze, sono numerose e ben dettagliate, merito di alcune indagini specifiche commissionate dall Amministrazione Provinciale (e da alcuni Comuni) a vari esperti nel corso degli ultimi anni. Uno studio in particolare, realizzato da Giunti e Sposimo per la L.I.P.U. (Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli) della Toscana, ha riguardato il monitoraggio della presenza degli uccelli nidificanti e svernanti lungo l Arno. Sessioni invernali e primaverili di rilevamento si sono succedute in tre anni di lavoro a partire dal Proprio per le finalità di questo progetto, gli Autori hanno predisposto, dietro specifiche indicazioni dell Ufficio Gestione Faunistica della Provincia, una particolare analisi dei dati raccolti, che ha permesso di ricavare una efficace ed originale valutazione delle condizioni ambientali ed ecologiche dell Arno fiorentino, utilizzando gli uccelli come bioindicatori. Il lavoro nel suo complesso è stato effettuato suddividendo il corso dell Arno nel territorio della provincia di Firenze, circa 90 chilometri, in 46 settori di rilevamento, della lunghezza di 2 chilometri ciascuno. I censimenti, effettuati negli anni 2001, 2002 e 2003 sono stati condotti dal 15 dicembre al 15 febbraio, per le specie svernanti, e dal 10 aprile al 15 giugno, per le specie

7 nidificanti ed estivanti, con almeno due ripetizioni per periodo e per anno su ogni settore indagato; questi hanno interessato l alveo del fiume, la vegetazione riparia (laddove presente), le parti interne ed esterne degli argini ed il tratto terminale degli affluenti. Settori di rilievo e loro numerazione (da Giunti e Sposimo, 2005) Per ciascuna specie, in considerazione del numero di individui censiti, della frequenza di osservazione e delle caratteristiche eco-etologiche (grado di rilevabilità), è stata valutata l entità della popolazione svernante e/o nidificante. Complessivamente, durante tutto il periodo di studio, sono state rilevate 107 specie diverse (vedasi elenco nella tabella successiva). Di esse 23 sono specie acquatiche, 4 derivano da specie domestiche, e 3 sono specie alloctone (Bengalino, Parrocchetto dal collare, Oca cignoide). Relativamente a tutte le specie incontrate, 75 sono quelle svernanti e 69 nidificanti. Riguardo al dato sulle specie nidificanti vale la pena sottolineare la sua estrema attendibilità: per 43 specie la nidificazione è risultata certa, per 20 specie probabile e solo per 6 specie possibile.

8 Uccelli: suddivisione in Ordini relativamente alla presenza di specie protette, non protette e di origine alloctona (da Giunti e Sposimo, 2005, modificato) n. di specie n. specie autoctone specie autoctone protette specie domestiche inselvatichite n. specie alloctone Passeriformes Piciformes Coraciformes Apodiformes Caprimulgidae Cuculiformes Psittaciformes Columbiformes Charadriiformes Gruiformes Galliformes Falconiformes Accipitriformes Anseriformes Ciconiiformes Pelecaniformes Podipediformes Specie ornitiche rilevate (dati complessivi: da Giunti e Sposimo, 2005, modificato) Specie Tuffetto Svasso maggiore Cormorano Nitticora Sgarza ciuffetto Airone guardabuoi Garzetta Airone bianco maggiore Airone cenerino Oca domestica Oca cignoide Anatra muta Anatra domestica Germano reale Marzaiola Falco di palude Poiana Gheppio Fagiano Gallinella d'acqua Folaga Cavaliere d'italia Corriere piccolo Pavoncella Beccaccino Piro piro culbianco Piro piro piccolo Gabbiano comune Gabbiano reale Piccione torraiolo Nome scientifico Tachybaptus ruficollis Podiceps cristatus Phalacrocorax carbo Nycticorax nycticorax Ardeola ralloides Bubulcus ibis Egretta garzetta Casmerodius albus Ardea cinerea Anser anser Anser cygnoides Cairina moschata Anas platyrhynchos Anas platyrhynchos Anas querquedula Circus aeruginosus Buteo buteo Falco tinnunculus Phasianus colchicus Gallinula chloropus Fulica atra Himantopus himantopus Charadrius dubius Vanellus vanellus Gallinago gallinago Tringa ochropus Actitis hypoleocos Larus ridibundus Larus michahellis Colomba livia sbs

9 Colombaccio Columba palumbus Tortora dal collare orientale Streptopelia decaocto Tortora Streptopelia turtur Parrocchetto dal collare Psittacula krameri Cuculo Cuculus canorus Succiacapre Caprimulgus europaeus Rondone Apus apus Martin pescatore Alcedo atthis Gruccione Merops apiaster Upupa Upupa epops Torcicollo Jynx torquilla Picchio verde Picus viridis Picchio rosso maggiore Picoides major Picchio rosso minore Picoides minor Topino Riparia riparia Rondine Hirundo rustica Balestruccio Delichon urbica Prispolone Anthus trivialis Pispola Anthus pratensis Spioncello Anthus spinoletta Cutrettola Motacilla flava Ballerina gialla Motacilla cinerea Ballerina bianca Motacilla alba Scricciolo Troglodytes troglodytes Specie Passera scopaiola Pettirosso Usignolo Codirosso spazzacamino Stiaccino Saltimpalo Culbianco Merlo Tordo bottaccio Usignolo di fiume Beccamoschino Cannaiola Cannareccione Canapino Sterpazzolina Occhiocotto Sterpazzola Capinera Luì verde Luì piccolo Luì grosso Regolo Fiorrancino Pigliamosche Balia dal collare Balia nera Codibugnolo Cincia bigia Cincia mora Cinciarella Cinciallegra Picchio muratore Rampichino Pendolino Rigogolo Averla piccola Ghiandaia Nome scientifico Prunella modularis Erithacus rubecula Luscinia megarhynchos Phoenicurus ochruros Saxicola rubetra Saxicola torquata Oenanthe oenanthe Turdus merula Turdus philomelos Cettia cetti Cisticola juncidis Acrocephalus scirpaceus Acrocephalus arundinaceus Hippolais polyglotta Sylvia cantillans Sylvia melanocephala Sylvia communis Sylvia atricapilla Phylloscopus sibilatrix Phylloscopus collybita Phylloscopus trochilus Regulus regulus Regulus ignicapillus Muscicapa striata Ficedula albicollis Ficedula hypoleuca Aegithalos caudatus Parus palustris Parus ater Parus caeruleus Parus major Sitta europaea Certhia brachydactyla Remiz pendulinus Oriolus oriolus Lanius collurio Garrulus glandarius

10 Gazza Taccola Cornacchia grigia Storno Passera d'italia Passera mattugia Fringuello Peppola Verzellino Verdone Cardellino Lucarino Frosone Zigolo nero Migliarino di palude Bengalino Pica pica Corvus monedula Corvus corone cornix Sturnus vulgaris Passer italiae Passer montanus Fringilla coelebs Fringilla montifringilla Serinus serinus Carduelis chloris Carduelis carduelis Carduelis spinus Coccothraustes coccothraustes Emberiza cirlus Emberiza schoeniclus Amandava amandava Dai risultati dei campionamenti è stato calcolato per ciascun settore il Valore Avifaunistico, un indice in grado di evidenziare per ciascun tratto non solo l importanza per l avifauna ma più in generale le caratteristiche della comunità biotica e quindi la qualità dell ambiente. Lo scopo di tale caratterizzazione dei dati raccolti è stato infatti quello di considerare gli Uccelli - proprio per la loro possibilità di scegliere in tempi relativamente rapidi i luoghi nei quali sostare e compiere le loro attività vitali - come indicatori ambientali. Ciò, al fine di porre in evidenza in modo oggettivo lo stato di ciascun tratto e quindi poter prevedere interventi gestionali specifici. L indice è stato calcolato considerando 3 parametri: - ricchezza specifica della comunità svernante relativo al numero di specie svernanti rilevate per ciascun tratto; - ricchezza specifica della comunità nidificante relativo al numero di specie nidificanti rilevate per ciascun tratto; - presenza di specie minacciate, inserite in una o più liste di riferimento (Lista Rossa Toscana, Sposimo e Tellini, 1995; Lista Rossa Italiana, LIPU e WWF, 1998; European Threathened Species e Species of European Conservation Concern, Tucker and Heath, 1994). Il valore di ciascun parametro è stato normalizzato tra 0 e 1. Ciascun tratto ha quindi ottenuto un punteggio di Valore Avifaunistico variabile tra 0 e 3, ottenuto con la somma del punteggio ottenuto da ciascun parametro. Nelle figure seguenti sono esposti i risultati dell attribuzione dei punteggi per ogni tratto (numerati in ordine crescente da monte verso valle), sia considerando ciascun parametro, sia considerando il valore avifaunistico complessivo.

11 Andamento dell Indice di Valore Avifaunistico complessivo (da Giunti e Sposimo, 2005) 3,0 2,5 Figline Incisa R igna no Ponta s- sie ve Sie ci Fire nze Signa Monte lupo Empoli 2,0 Limite Fuce cchio 1,5 1,0 0,5 0, L indice tende apprezzabilmente a diminuire da monte a valle, anche se con sensibili oscillazioni - verso i valori più bassi - nei tratti in cui il fiume attraversa i centri abitati. L andamento comunque dimostra la presenza di una comunità ornitica più ricca verso il confine con il territorio aretino (comuni di Figline, Incisa e Pontassieve) ed in generale nei tratti intermedi ai centri abitati maggiori, in cui si mantengono habitat meglio conservati e meno disturbati. Mentre i valori relativi alle Liste Rosse ed alle specie nidificanti mantengono un andamento generalmente simile, il parametro che manifesta i valori mediamente più bassi, ma che condiziona maggiormente le differenze tra ciascun tratto, è relativo alle specie svernanti.

12 Visualizzazione cartografica dell andamento dell Indice di Valore Avifaunistico per ciascun tratto di Fiume esaminato (da Giunti e Sposimo, 2005) L entità relativa del Valore Avifaunistico in ciascun settore e le sue variazioni paiono ben sovrapporsi all andamento di altri indici relativi alla qualità biotica, in particolare ai rilievi effettuati dall A.R.P.A.T. di Firenze sull Indice Biotico Esteso (I.B.E., ricavato dalla presenza di macroinvertebrati acquatici) nonché a quelli relativi alle campagne di campionamento sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque (Nocita A., 2002, o.c.). Il Valore Avifaunistico, come detto, essendo basato sulla valutazione della comunità ornitica permette di definire la qualità ambientale di ciascun settore di rilevamento. Esso però non consente, in quanto valore riferito ad un tratto di metri, di evidenziare la presenza di siti localizzati di grande importanza per alcune specie, ovvero di aree, anche di limitata estensione, strategiche per la conservazione di una determinata specie ornitica o di una particolare comunità. Alla conclusione della relazione generale sui censimenti è stato quindi richiesto ai ricercatori da parte dell Ufficio Provinciale, di segnalare quelle situazioni per le quali dovessero essere proposti particolari vincoli di tutela nella programmazione degli interventi di gestione del Piano Faunistico. Sulla scorta dei dati puntuali di rilevamento effettuati nelle varie campagne di indagine ed attraverso l esperienza maturata dai ricercatori, è stato scelto innanzitutto di concentrare l attenzione sugli elementi di maggior interesse naturalistico e sugli habitat delle specie con maggiori necessità di tutela in funzione della loro rarità e specificità (ovvero sulla particolarità della loro nicchia ecologica). Ciò, ha consentito di selezionare solo alcune categorie, scartando specie sufficientemente ubiquitarie ed adattabili, e concentrando quindi l attenzione su un numero limitato di specie e soprattutto su quelle situazioni nelle quali si compissero alcune fasi importanti del loro ciclo vitale (essenzialmente la nidificazione, ma anche lo svernamento). Complessivamente sono state individuate 31 situazioni di alta valenza naturalistica di seguito riassunte. Per ciascuna di esse è stata prodotta una cartografia con i limiti delle aree interessate.

13 Oltre alle situazioni sotto elencate preme ricordare che lo studio, pur non avendo riscontrato al momento dei rilievi specie avicole e situazioni tra quelle preordinate, ha posto in evidenza la presenza di un sito di particolare interesse potenziale nei pressi delle Gualchiere di Bagno a Ripoli, ove persiste una vasta barra di meandro con ghiaieto di ampie dimensioni, assai utilizzato per la riproduzione e lo svernamento da numerose specie di Passeriformi ed Anseriformi. Elenco dei siti di particolare importanza Avifaunistica con i collegamenti alla cartografia specifica (Giunti e Sposimo, 2005) Emergenza (N di rif.) Tipologia Specie obiettivo 1 Intero corso fluviale, Tratti 1 e 2 Ardeidi nidificanti 2-9 Isola e/o greto fluviale Corriere piccolo nidificante 10 Fascia ripariale sponda destra Picchi e altre specie corticicole nidificanti 11 Intero corso fluviale, Tratto 10 Ardeidi nidificanti 12 Fascia ripariale sponda destra Picchi e altre specie corticicole nidificanti Fascia ripariale sponda sinistra Picchi e altre specie corticicole nidificanti 15 Fascia ripariale sponda destra Picchi e altre specie corticicole nidificanti Fascia ripariale sponda sinistra Picchi e altre specie corticicole nidificanti Intero corso fluviale, Tratti 14, 18 e Ardeidi nidificanti 21 Fascia ripariale sponda sinistra Nitticora svernante 22 Fascia ripariale sponda destra Nitticora svernante 23 Intero corso fluviale, Tratto 33 Ardeidi nidificanti 24 Foce Torrente Pesa Topino nidificante Fascia canneto sponda sinistra Cannaiola e Cannareccione nidificanti 27 Foce Torrente Orme Topino nidificante 28 Fascia ripariale sponda destra Nitticora svernante 29 Fascia canneto sponda destra Cannaiola e Cannareccione nidificanti 30 Fascia canneto sponda sinistra Cannaiola e Cannareccione nidificanti 31 Fascia canneto sponda destra Cannaiola e Cannareccione nidificanti Vista la notevole presenza di avifauna, ai fini della conservazione e della tutela degli habitat presenti, è auspicabile l affidamento in gestione delle Zone di Protezione poste lungo le aste fluviali ad Associazioni che ne facciano richiesta.

14 GABBIANELLO Questa Zona di Protezione è di recente istituzione ed interessa i terreni e la zona palustre in località Gabbianello ove è stato istituto da alcuni anni (2003) un A.N.P.I.L. e una Oasi del W.W.F.. Questo istituto nasce dall ultimo riassetto territoriale che ha visto l ampliamento della vicina Z.R.C. Cornocchio i Monti e il decadimento della Z.d.P. Bilancino. La suddetta Z.R.C. infatti, ha subito negli ultimi anni una progressiva diminuzione delle superfici utili alla gestione faunistica a causa dell ampliamento al suo interno di complessi industriali e commerciali. Gli organini gestori (comitato di gestione ed A.T.C.) e l Amministrazione Provinciale hanno ritenuto opportuno effettuare un ampliamento della Z.R.C. sui terreni della Zona di Protezione Bilancino che è decaduta. Da segnalare tuttavia che i gestori della zona sono stati incaricati di intraprendere iniziative ed interventi volti alla tutela e alla salvaguardia delle garzaie presenti e dell avifauna acquatica in genere che frequenta l invaso di Bilancino, subordinando se necessario a suddette esigenze anche le attività di gestione della Z.R.C.. Il Lago infatti è caratterizzato da acque profonde e pulite con scarsa vegetazione riparia e di fondale, per cui poco adatte alla sosta prolungata di anatidi e trampolieri. Tuttavia in futuro questa zona data la sua collocazione, e l auspicabile diversificazione ambientale, potrà rivestire un ruolo importante per lo svernamento delle anatre (Germano reale, Alzavola, Fischione, ecc,) nonché per la nidificazione di molte altre specie (Cavaliere d Italia, Tarabusino, Marzaiola, ecc.). Attualmente durante la migrazione l area risulta frequentata da numerosi uccelli, fra i quali si segnalano la Cicogna bianca, la Gru e l Oca selvatica. Tra i Passeriformi presenti si segnalano alcune specie tipiche del canneto come il Cannareccione, la Cannaiola e l Usignolo di fiume. Sono inoltre presenti due garzaie dove nidifica la specie Airone Cinerino. CORRIDOIO EST PIANA FIORENTINA I laghi artificiali della Piana Fiorentina, nati per uso venatorio, hanno una notevole importanza per l avifauna migratrice, offrendo a molte specie di uccelli l ambiente idoneo per la sosta e la riproduzione. Sono attualmente presenti nella Piana Fiorentina 18 laghi gestiti ad uso venatorio, più i laghi presenti nell Oasi di Focognano, nati anche questi a fini venatori, attualmente vincolati a divieto di caccia. I laghi della Piana sono distribuiti su due corridoi ecologici ideali, uno più ad est, a margine del confine comunale di Firenze, nel quale, oltre ai due laghi di Focognano, sono attualmente presenti tre laghi, denominati tradizionalmente Gaine, Lago dell Aeroporto e Padule, tutti nel comune di Sesto Fiorentino. L altro corridoio, più vasto, traccia ad ovest il confine con la provincia di Prato, e comprende quindici laghi ad uso venatorio, dei quali sette nel comune di Signa ed otto nel comune di Campi Bisenzio. La presenza di numerose specie rare e minacciate di uccelli nidificanti, legate alle aree palustri e di prateria, è motivo dell inclusione della Piana Fiorentina nel primo aggiornamento della lista delle Important Bird Areas (I.B.A.) of Europe (Heath e Evans, eds., 2000), con il codice I.B.A. 083; la Piana inoltre compare nella lista delle zone umide italiane che devono essere censite annualmente per l International Waterfowl Census (I.W.C.), censimento promosso da Wetlands International Research Bureau, svolto in Italia sotto la diretta organizzazione dell I.N.F.S. e coordinato, per la Toscana, dal C.O.T. - Centro Ornitologico Toscano. Infine la Piana Fiorentina è area di importanza nazionale per lo svernamento di numerose specie di uccelli: Tuffetto (Tachybaptus ruficollis), Airone guardabuoi (Bubulcus ibis), Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), Gallinella d acqua (Gallinula chloropus) (Baccetti et al., 2002). Ma anche di importanza regionale per l Airone cenerino (Ardea cinerea). La Piana Fiorentina, anche se non rientra nella definizione di zona umida della Convenzione di Ramsar, è comunque riconosciuta per l importanza che riveste per l avifauna, ed è stata perciò

15 introdotta nell elenco delle Zone Umide anche dall Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. L area è inoltre compresa nell elenco dei S.I.R. riconosciuti dalla Regione Toscana. La Zona di Protezione è stata recentemente ampliata ed adesso risulta di 682 ha totali; in essa sono state accorpate le due zone precedenti La Querciola e Stagni di Focognano. Dall attuale vincolo restano al momento esclusi il lago di Gaine o Gavina ed il lago di Padule che saranno inclusi nell area secondo le previsioni del presente Piano. CASSE DI ESPANSIONE DI VILLA CASTELLETTI Questa Zona di Protezione, di nuova istituzione si sviluppa su 34 ha nel comune di Signa; l area interessa alcune casse di espansione ove si sono creati habitat particolarmente idonei alla sosta e al rifugio dell avifauna acquatica. RENAI DI SIGNA Questa Zona di Protezione, di nuova istituzione si sviluppa su 205 ha nel comune di Signa; l area è interessata da casse di escavazione ove si sono creati habitat particolarmente idonei alla sosta e al rifugio dell avifauna acquatica. CENTRO DI RECUPERO RAPACI DEL MUGELLO Questa Zona di Protezione recentemente istituita ha la finalità di salvaguardare l avifauna migratoria che interessa con i suoi flussi l area in questione ma soprattutto ha la finalità di salvaguardare l avifauna rilasciata dal Centro di Recupero gestito dalla L.I.P.U.. ZONE DI PROTEZIONE SUL VALICI MONTANI DEL MURAGLIONE E DELLA COLLA DI CASAGLIA Questi Istituti sono stati costituiti al fine di tutelare la fauna selvatica migratoria in seguito alle recenti modifiche alla L.R.T. 3/94 che hanno previsto per i valichi montani un divieto di caccia parziale che potrebbe indurre atti di bracconaggio difficilmente controllabili. LE Z.d.P. DI BAGNO A RIPOLI E RIGNANO SULL ARNO Sul territorio dei comuni di Bagno a Ripoli e Rignano sull Arno insistono tre Zone di Protezione, (vedasi tabella seguente). Z.d.P. Comune Superficie (ha) Ponte di Millo Bagno a Ripoli 258,60 Torre a Cona Rignano Sull'Arno 42,77 Fontesanta Bagno a Ripoli-Rignano sull Arno 77,40 La Z.d.P. Ponte di Millo si trova nelle immediate vicinanze dell abitato di Bagno a Ripoli; essa è contraddistinta da un territorio con spiccata variabilità ambientale, coltivato a vigneto e oliveto ma ricco anche di boschetti e filari di siepi, che ospitano un abbondante fauna migratoria. Buona la presenza della Lepre e del Fagiano, incentivata da interventi di miglioramento ambientale, quali semine a perdere di sorgo, mais e girasole, che interessano annualmente una superficie di circa ha 1,5, mentre una superficie di circa ha 0,5 viene coltivata ad erba medica (per un importo di circa 1.500,00 l anno). Tra le principali specie faunistiche presenti si segnalano il Capriolo, il Cinghiale e il Tasso tra i mammiferi, mentre tra gli uccelli (quasi tutti nidificanti nella Zona) si possono ritrovare la Sterpazzola, il Luì piccolo, il Fiorrancino, il Pigliamosche, il Fringuello, la Ballerina gialla, l Allodola, il Torcicollo, ecc.. Recentemente questo Istituto è stato ampliato di ha 43. La Z.d.P. Torre a Cona ha anch essa una buona presenza di fauna stanziale (Lepre e Fagiano), ma ha dimostrato ottime potenzialità anche per l avifauna migratrice in virtù della sua variabilità colturale ed ambientale. In particolare il territorio, prevalentemente agricolo, è coltivato

16 ad olivo e vite secondo i metodi tradizionali estensivi che consentono il mantenimento di quegli elementi fissi (siepi, filari, muretti a secco, ecc.) importanti per la fauna selvatica. L avifauna presente è quindi quella tipica dei coltivi e della aree aperte, con la presenza tuttavia di alcune specie più spiccatamente forestali: Verzellino, Cardellino, Allodola, Saltimpalo, Zigoli, Averla, Cincia, Capinera, Usignolo, Verdone, Merlo, Tordo, Cuculo, Fringuello, Fiorrancino, Picchio rosso, Picchio verde, Picchio rosso maggiore. La Zona di Protezione Fontesanta comprende un area quasi interamente boscata posta nel versante nord di Poggio Firenze (m 693 s.l.m.). E una zona vocata alla fruizione turistica. Essendo zona cacuminale si presta per il passo autunnale dei migratori. Questa Z.D.P. è caratterizzata da una numerosa varietà di uccelli come l Usignolo di fiume, la Sterpazzola, il Luì piccolo, il Fiorrancino, il Pigliamosche, il Fringuello, la Ballerina gialla, l Allodola, il Torcicollo, il Succiacapre oltre alla probabile presenza dello Sparviero, della Tordela e dell Averla piccola. Per quanto riguarda gli Ungulati si rileva una buona presenza del Capriolo, del Cinghiale e di numerose specie di mammiferi come il Riccio, il Tasso, l Istrice, lo Scoiattolo, ecc. LE Z.D.P. DI SAN CASCIANO VAL DI PESA Nel comune di San Casciano sussistono attualmente tre Zone di Protezione (vedasi tabella successiva). Z.d.P. Superficie (ha) Caserotta Le Corti 393,43 Loggia Mocale 348,05 Castelvari 295,19 Questi Istituti sono caratterizzati dal tipico paesaggio del Chianti fiorentino, ove a vigneti D.O.C.G., si alternano oliveti e boschi, e solo sporadicamente seminativi. I territori di queste Z.d.P. presenta aree aperte alternate ad aree chiuse ed appare quindi idoneo sia all avifauna migratoria che a quella stanziale e in particolare al Fagiano, per il quale costituiscono centri di irradiamento verso i territori circostanti. Tra le principali famiglie di uccelli presenti si segnalano: Columbidi, Fringillidi, Turdidi ed Emberizidi. Le tre aree, al contempo però, rappresentano anche luoghi ideali per il rifugio e la concentrazione di Ungulati ed in particolare del Cinghiale; quest ultimo è responsabile di ingenti danni alle produzioni viticole con importi anche molto elevati, come evidenziato dalla tabella sottostante da cui si evince che per esempio nel 2002 si sono avuti, nelle tre aree in questione, danni per più di euro.

17 importo danni (in euro) specie anno 2000 anno 2001 anno 2002 anno 2003 anno 2004 Storno 539, ,55 129,00 77,00 Cinghiale 2.278, , , , ,00 Columbidi 59,39 Avifauna 1.265,32 221,00 450,00 Fagiano 25,00 70,00 Importo danni euro 40000, , , , , , , ,00 0,00 Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Storno Cinghiale Columbidi Avifauna Fagiano Per limitare questo fenomeno nel 2003, su richiesta delle Associazioni venatorie, furono modificati i confini della Z.d.P Loggia Mocale con l estromissione di 117 ettari di territorio, prevalentemente boscato, abituale zona di rimessa del Cinghiale. I proprietari dei terreni oggetto dell estromissione hanno proposto ricorso, verso tale provvedimento, al Presidente della Repubblica e al T.A.R.: il primo ha dichiarato l improcedibilità del ricorso, con rigetto dell istanza cautelare, il T.A.R. ha invece concesso l accoglimento dell istanza cautelare, con Ordinanza del 29 luglio 2004, in conseguenza della quale si è provveduto a sottoporre nuovamente i territori oggetto di contenzioso a divieto di caccia. Il T.A.R. ha successivamente accolto il ricorso, con apposita sentenza, per argomentazioni legate al metodo con cui è stato condotto e concluso il procedimento di estromissione dei terreni ma non al merito. Sono pertanto da ritenersi tuttora valide le motivazioni che avevano condotto nel 2003 alla estromissione dei terreni, ed altresì proponibili anche per le altre due zone. SAMMEZZANO La Zona ha una estensione di 259,47 ettari ed è posta nel comune di Reggello, in prossimità della riva destra dell Arno; essa presenta una morfologia di crinale, ove la parte alta appare boscata (cedui di specie quercine avviati ad alto fusto) ed è in parte compresa nel parco dell omonimo castello, e le pendici coltivate a seminativo e vigneti. La posizione, la morfologia e la tipologia degli ecosistemi presenti si prestano quindi molto bene alla sosta della fauna migratoria, sia durante il passo sia durante il ripasso, ma anche ad ospitare la fauna stanziale. Tra le principali specie dell avifauna si segnalano: Verzellino, Cardellino, Allodola, Saltimpalo, Zigolo, Averla, Strillozzo, Beccamoschino, Picchio verde e varie specie di Turdidi. L unica problematica è rappresentata dal fatto che le porzioni boscate favoriscono la presenza e la diffusione del Cinghiale come dimostrato dall entità, evidenziata dalla tabella sottostante, e dalla frequenza dei danni.

18 importo danni in euro specie anno 2000 anno 2001 anno 2002 anno 2003 anno 2004 Storno 350,00 432,00 Cinghiale 0, , ,00 492,00 Columbidi 200, ,00 avifauna 206, ,00 Importo danni 3000,00 euro 2500, , , ,00 500,00 0,00 Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Storno Cinghiale Columbidi Avifauna Questa Zona trovandosi circondata da un territorio con notevoli risorse, come la Riserva di Vallombrosa, la foresta di Sant Antonio, le balze di Reggello e il costituendo parco fluviale dell Arno, potrebbe avere interessanti prospettive di sviluppo di tipo naturalistico. La Zona possiede inoltre attrattive intrinseche come il parco del Castello di Sammezzano, caratterizzato da essenze esotiche forestali di pregio; per questo potrebbero essere previsti progetti di potenziamento e miglioramento delle caratteristiche proprie tali da poter trasformare tutta l area, dopo la consegna in gestione ad una associazione, in Oasi di Protezione. FONTEMASSI La Zona di Protezione Fontemassi, prossima all abitato di Borselli (comune di Pelago), si sviluppa su una superficie di ha 339,95. Essa risulta interamente boscata con pochi seminativi e prati, abbandonati e colonizzati da arbusti come rovo, ginestra, biancospino e prugnolo. Sporadica la presenza della Lepre, osservata soprattutto nelle zone più aperte; la zona vista la sua collocazione geografica ed altitudinale si presta bene alla sosta dei numerosi migratori (Tordo bottaccio, Tordo sassello, Tordela, Colombaccio, Tortora) che attraversano il passo della Consuma; frequenti anche i migratori a corto raggio e i piccoli Passeriformi stanziali come la Cincia mora e lo Scricciolo. Forte la presenza di Ungulati (soprattutto Daino e Cinghiale) che ha fatto registrare, nell inverno del , danni da parte del Daino, a carico di impianti di olivo, per un ammontare di circa 2.200,00; un nucleo di pochi esemplari ha soggiornato in una zona riparata a solatio (Ferrano, Pelago) nutrendosi delle fronde e della corteccia delle piante di olivo. Trattasi probabilmente di un caso dovuto alla scarsa pabularità delle zone boscate in seguito alla siccità dell estate LUCOLENA Nel settembre 2005 la Zona di Protezione Lucolena, con estensione di ha 209, è stata trasformata in Zona di Rispetto Venatorio su proposta dell A.T.C. FI. 5; essendo di ampiezza superiore ai 150 ettari e con durata quinquennale viene inserita, secondo quanto previsto dalle recenti modifiche apportate alla L.R. 3/94, nella quota di territorio destinata alla protezione della fauna.

19 Oltre alla vocazionalità per la Lepre ed il Fagiano, che ha determinato la sua trasformazione, questo Istituto ha una collocazione territoriale che risulta favorevole a tutelare il transito dell avifauna migratoria. Nella tabella sottostante sono indicati i danni alle colture agricole causati dalla fauna nel quinquennio ; si può notare come il Cinghiale abbia un ruolo da protagonista. E auspicabile che nel futuro, con una più attenta gestione dell area in termini di prevenzione da parte dell A.T.C., il problema dei danni da Cinghiale possa essere limitato. importo danni (in euro) specie anno 2000 anno 2001 anno 2002 anno 2003 anno 2004 Daino 430,00 Storno 77,00 Cinghiale 209, , , ,00 Importo danni euro 4500, , , , , , , ,00 500,00 0,00 Anno 2000 Anno 2001 Anno 2002 Anno 2003 Anno 2004 Daino Storno Cinghiale BADIA A PASSIGNANO Di recente istituzione questa Zona di Protezione, dell estensione di 207 ha, ricade per intero sul territorio del comune di Tavarnelle Val di Pesa. In futuro è probabile che su questi terreni l Amministrazione Comunale istituisca una A.N.P.I.L.. LE ZONE DI PROTEZIONE DEL CIRCONDARIO EMPOLESE VALDELSA Le Zone di Protezione del Circondario Empolese Valdelsa, escluse quelle lungo le aste fluviali in precedenza descritte, sono cinque e occupano una superficie di ettari, pari al 7,9% della S.A.F. del Circondario. Si rimanda alla tabella seguente per il riepilogo. Z.d.P. superficie (ha) Comune Fibbiana Cortenuova 1.367,19 Montelupo Capraia Vinci Empoli Marcignana 1.193,52 Empoli Granaiolo 186,45 Empoli Castelfiorentino Montignoso 253,07 Montaione S. Maria Novella 115,09 Certaldo Vallone Lama 152,11 Castelfiorentino Fiume Elsa 332,74 Castelfiorentino Certaldo 613,85 Certaldo

20 Le Zone di Protezione del Circondario Empolese Valdelsa sono interessate, grazie alla loro eccellente diversità ambientale, da ottime popolazioni di fauna stanziale (Fagiano, Lepre, Pernice rossa) nonché da popolazioni di avifauna sedentaria, come Merlo, Colombaccio ecc. Il Circondario, come già specificato, ha stipulato un apposita convenzione con le Associazioni venatorie locali che prevede la disponibilità delle Associazioni a collaborare a numerose attività: vigilanza, realizzazione di miglioramenti ambientali, manutenzione dei confini, censimenti, ecc. Il risparmio per il Circondario è stato notevolissimo e dopo tre anni queste Z.d.P. risultano tra le migliori dell intera Provincia. Il Circondario si è impegnato, inoltre, nel caso la consistenza faunistica della piccola selvaggina stanziale lo permetta, vi siano le condizioni e la necessità, oltre che dietro parere favorevole dell I.N.F.S., ad autorizzare catture di Fagiani e Lepri all interno di questi Istituti, anche se non ciò non rientra tra le loro specifiche finalità. A livello ambientale le Z.d.P., seppur con caratteristiche diverse (si va dalla pianura di Fibbiana, alle zone collinari del Vallone Lama o S. Maria Novella, ai boschi di Montignoso), offrono condizioni assolutamente idonee e favorevoli alla fauna selvatica sia stanziale che migratoria. Le popolazioni selvatiche presenti sono di notevole interesse biologico e faunistico. La fauna stanziale annovera interessanti popolazioni di Fagiani e Lepri, oltre che popolazioni ornitiche con caratteristiche ormai sedentarie come il Merlo, la Tortora dal collare, il Colombaccio, alcuni Passeriformi, la Poiana. Nelle zone di pianura dei fiumi Arno ed Elsa risultano nidificanti l Allodola, raramente la Quaglia, il Topino, il Gruccione. Da segnalare anche interessanti osservazioni sugli uccelli svernanti, in particolare nuclei cospicui di Pavoncelle, nella cassa d espansione dell Elsa, ed un dormitorio di oltre 40 Nitticore. I corsi d acqua Arno, Pesa ed Elsa ospitano regolarmente numerose specie acquatiche: Cormorani, Germani reali, numerosi Ardeidi (Garzette e Aironi cenerini), Gabbiani reali ecc.; in alcuni tratti dell Elsa sono stati più volte osservati Anatidi selvatici come Alzavole, Mestoloni e Fischioni. Nel corso del mese di gennaio del 2005 presso tutti i corsi d acqua, che ricadono all interno delle Z.d.P., sono stati effettuati censimenti invernali degli uccelli acquatici, coordinati dall I.N.F.S. e dall I.W.R.B. (International Wetlands Research Bureau), i cui risultati sono riportati nella tabella successiva. Oltre a questo il Circondario, nelle tre Z.d.P. più idonee alla permanenza e alla riproduzione della fauna selvatica stanziale, organizza regolarmente censimenti, notturni col faro e diurni su percorso campione, per rilevare gli indici di presenza (I.K.A. e densità) di Fagiano e Lepre. I risultati ed i raffronti con altre tipologie di Istituto sono riportati nei grafici che seguono. Le tecniche standardizzate utilizzate ovviamente sono le stesse impiegate per gli altri Istituti.

21 I.K.A. FAGIANO Z.d.P FIBBIANA CORTENUOVA S.MARIA NOVELLA VALLONE LAMA I.K.A. LEPRE Z.d.P FIBBIANA CORTENUOVA S.MARIA NOVELLA VALLONE LAMA

22 DENSITA' FAGIANO Z.d.P. 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20, ,0 10,0 5,0 0,0 FIBBIANA CORTENUOVA S.MARIA NOVELLA VALLONE LAMA DENSITA' LEPRE Z.d.P. 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20, ,0 10,0 5,0 0,0 FIBBIANA CORTENUOVA S.MARIA NOVELLA VALLONE LAMA Nelle Zone di Protezione del Circondario, grazie alla convenzione stipulata con le Associazioni venatorie, la vigilanza, il foraggiamento artificiale, la prevenzione danni, i rapporti con gli agricoltori, i miglioramenti ambientali, le catture, gli abbattimenti, i censimenti sono

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