ESPOSIZIONE A POLVERE DI LEGNO

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1 ESPOSIZIONE A POLVERE DI LEGNO Note sulle Linee Guida delle Regioni Prof.Agostino Messineo Docente Corso Laurea TdP

2 Secondo l INAIL Per polvere di legno si deve intendere la sospensione di particelle di legno disperse nell'aria, prodotte durante la lavorazione del legno in quantità e qualità variabile, in funzione della tipologia di lavorazione e delle specie legnose impiegate

3 Il Legno è un materiale complesso e relativamente eterogeneo, con una quota di componenti comuni a tutte le essenze ed una quota di componenti particolari specifici per ciascuna classe di esse; in assenza di importante riscaldamento, il legno mantiene durante le lavorazioni, la composizione del materiale originario

4 I componenti organici presenti sono, essenzialmente, la cellulosa, l emicellulosa e la lignina. La percentuale complessiva di questi tre componenti risulta superiore al 95% del materiale.

5 Composizione dettagliata dei legni per il 5% vi sono miscele di : A )Componenti organici polari e non polari : acidi grassi, resine acide, cere, alcooli, terpeni, steroli,sterileteri, gliceroli, tannini, flavonoidi, chinoni 29/01/2013 5

6 Composizione dei legni B) Componenti organici idrosolubili : carboidrati,alcaloidi, proteine C) Componenti inorganici:sali minerali disciolti, particelle minerali (granulometria delle sabbie) Potenziale cancerogeno : proteine, terpeni, tannino 29/01/2013 6

7 Aspetti merceologici generali Suddivisione botanica latifoglie o angiosperme (duri) conifere o gymnosperme (dolci) 29/01/2013 7

8 distinzione botanica il termine duro non fa riferimento all effettivo grado di durezza del legno, ma è la traduzione letterale del termine inglese hardwood, utilizzato per indicare il legno ricavato da alberi della famiglia delle Angiosperme. 29/01/2013 8

9 quindi Se in linea generale i legni duri sono rappresentati dalle latifoglie ed i legni dolci o teneri, dalle conifere (Gymnosperme) la distinzione non tiene necessariamente conto delle caratteristiche fisiche di resistenza del legno, per cui legni relativamente teneri per la lavorabilità sono compresi nel gruppo dei legni duri. 29/01/2013 9

10 Aspetti merceologici generali Suddivisione geografica : Indigeni ed esotici Suddivisione merceologica Duri o forti / teneri o dolci Volume IARC 62/1995 riporta indicazione dei legni duri o teneri 29/01/

11 29/01/

12 I potenziali effetti dannosi sulla salute sono determinati dalla penetrazione e dalla deposizione delle particelle nelle vie aeree secondo diversi meccanismi fisiopatogenetici che spesso agiscono in associazione (meccanismi fisici, meccanismi tossici e 29/01/ meccanismi allergici).

13 Tre punti da chiarire il legno non è di per sé cancerogeno. Il ruolo causale della esposizione a polveri di legno nella genesi del tumore nasosinusale (adenocarcinoma) è stato dimostrato. non vi è sufficiente evidenza di una relazione causale tra esposizione a polveri di legno e 29/01/ genesi di altri tipi di tumori

14 esposizione a polveri di legno responsabile anche di patologie non tumorali: l alveolite allergica ( possibile presenza di antigeni fungini nel legno manipolato); sindrome tossica da polveri organiche (ODTS) che è simile ad una sindrome influenzale; bronchite cronica (aggravata dall abitudine al fumo); asma bronchiale allergico (associata alla lavorazione di legni tropicali, quercia, cedro del Libano, abete californiano e cedro rosso);

15 frequenti irritazione oculare (bruciore, arrossamento, lacrimazione) e nasale (secchezza, bruciore, rinorrea, raffreddori frequenti); dermatiti irritative da contatto, cefalea, patologie di tipo allergico come dermatite allergica, orticaria da contatto e congiuntivite allergica, non esistono dati certi sulla presenza di altri effetti dell inalazione di polveri di legno eccetto i tumori dell etmoide, dei seni paranasali e di asma bronchiale.

16 allergie 29/01/2013 Il potenziale allergogeno di alcuni legni, comunque, è stato già da tempo posto in solida relazione alla loro quota proteica e terpenica; vi sono indicazioni (ancora da confermare) che il potenziale cancerogeno possa essere associato alla loro quota tanninica.

17 Nella EU circa 3,6 milioni di lavoratori (2% della popolazione lavorativa) sono professionalmente esposti a polveri di legno Di questi operano nell industria del mobile La lavorazione del legno può indurre "sensibilizzazione" per il contenuto in alcaloidi e polifenoli con proprietà tossiche istamino liberatrici, ma il meccanismo immunologico non è stato ancora del tutto chiarito Il tipo di esposizione più studiata è quella a Cedro Rosso (acido plicatico) ma allo stato attuale scarsissimi sono gli studi longitudinali, soprattutto nel settore della seconda lavorazione del legno 29/01/

18 La maggior parte degli studi E basata su case report e su indagini di comparto dalle quali è emersa una elevata prevalenza di Asma, Bronchite cronica, Rinite ed oculo rinite spesso con compromissione della funzione polmonare

19 La prevalenza dell'asma negli immigranti in Italia dai Paesi in via di sviluppo è maggiore rispetto ai nativi italiani Si associa a comparsa di sensibilizzazione allergica ad allergeni locali, che si manifesta entro pochi anni dall'arrivo in Italia 1/29/2013 UNI VERSITA TOR VERGATA PROF MESSINEO 19

20 Meccanismo patogenetico della sensibilizzazione a polvere di legno e aspetti clinici comuni Periodo di latenza fra inizio dell'esposizione e la comparsa dei primi sintomi Scatenamento dei sintomi (anche a basse concentrazioni) ad una polvere di legno specifica e non di altre polveri, in un determinato soggetto rispetto ad altri 1/29/2013 UNIVERSITA TOR VERGATA MASTER MEDICI COMPETENTI 20

21 1/29/2013 UNIVERSITA TOR VERGATA PROF MESSINEO 21 Meccanismo patogenetico della sensibilizzazione e aspetti clinici comuni Manifestazione più o meno frequente di patologia bronchiale (asma), nasale (rinite), oculare (congiuntivite), cutanea (orticaria, eczema) Decorso dei sintomi e delle reazioni secondo caratteristiche varie, ma classificabili (immediata, ritardata ecc)

22 Sospetto immediato Test arresto-ripresa Evidenza anamnestica Rinoscopia o ispezione visiva ed esame obiettivo Progressiva evoluzione (riniteasma) Spesso nei documenti clinici mancano gli elementi indicativi che da soli consentono l adozione di misure immediate di prevenzione (allontanamento - DPI idonei ulteriori accertamenti terapia) 1/29/2013 AGOSTINO MESSINEO UNIV TOR VERGATA 22

23 Test di broncostimolazione specifica: è considerato il Gold Standard ma Non è facilmente eseguibile Non è sempre realizzabile Richiede tempo ed è costoso Potenzialmente pericoloso (solo centri specializzati) Non sempre necessario "Falsamente " (agente negativo sbagliato,ecc) 1/29/2013 PROF AGOSTINO MESSINEO 23

24 E' realizzabile sul luogo di lavoro (sotto la supervisione medica), ma richiede tempo e spesso complicato dal punto di vista organizzativo (workplace challenge testing) Nelle aziende dell Italia centrale quasi mai espletata sul luogo di lavoro 1/29/2013 MESSINEO CORSO LAUREA TECNICI PREVENZIONE 24

25 Altre notazioni L'asma negli immigranti è spesso più grave, anche per il minor accesso ai servizi sanitari e le peggiori condizioni socio-economiche Gli immigranti dovrebbero essere considerati come una categoria ad elevato 29/01/2013 rischio di asma, e di asma non controllato 25

26 L asma collegato al lavoro E' una malattia importante La sua prevenzione è necessaria, ma difficile La sua diagnosi non è sempre facile, ma alla portata di pneumologi e/o medici del lavoro Il suo corretto management è complesso a causa delle conseguenze socio-economiche

27 Tumori nasali e dei seni 29/01/

28 Aspetti storici IARC 1987 Gruppo 1 (cancerogeni per l uomo) : fabbricazione mobili ed ebanisti (dal 1995 inserita esposizione a polveri di legno duro) Gruppo 2B (possibili cancerogeni per l uomo) falegnameria e carpenteria Gruppo 3 (non classificabili ) industria del legname e segherie 29/01/

29 oggi In America, sia l ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) che il NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) hanno adottato un limite pari a 1 mg/m3. In particolare l ACGIH prevede 0,5 mg/m3 per il cedro rosso e 1 mg/m3 per tutte le altre essenze

30 Aspetti storici :classificazione ACGIH 1996 TLV TWA 1 mg/mc Faggio e quercia (A1) 1998 TLV TWA 5 mg/mc Tutte polveri escl. cedro rosso(0,5 mg/mc) 1999 A1 faggio e quercia A2 betulla mogano teak e noce A4 altre essenze 2001 escl A1 TLV tutti legni 5 mg/m3 STEL 10 mg/mc 29/01/

31 Aspetti storici : proposta ACGIH Faggio e rovere TLV TWA 1 mg/m3 A1 Betulla mogano teak noce TLV TWA 1 mg/mc A2 Cedro rosso TLV TWA 0,5 mg/mc (sensib. A4) Tutte le altre polveri allergeniche TLV TWA 1mg/mc (sensibilizzante A4) Tutte le altre polveri non allergeniche e non cancerogene TLV TWA 2 mg/mc A4 29/01/

32 Classificazione IARC Gruppo 1 CANCEROGENI PER L UOMO Sussiste sufficiente evidenza di cancerogenicità per l uomo Gruppo 2A CANCEROGENI PER L UOMO Sussiste sufficiente evidenza di cancerogenicità per l uomo Gruppo 2B POSSIBILI CANCEROGENI PER L UOMO Esposizioni per le quali esiste limitata evidenza di cancerogenicità per l uomo e non sufficiente evidenza di cancerogenicità in animali da laboratorio Gruppo 3 NON CLASSIFICABILI in relazione alla cancerogenicità per l uomo Inadeguate evidenze di cancerogenicità per l uomo e inadeguate o limitate evidenze in animali da laboratorio Gruppo 4 PROBABILMENTE NON CANCEROGENO per l uomo 29/01/

33 Classificazione ACGIH A1 CANCEROGENO RICONOSCIUTO PER L UOMO A2 CANCEROGENO SOSPETTO PER L UOMO A3 CANCEROGENO PER L ANIMALE CON RILEVANZA NON NOTA PER L UOMO (es alte dosi o via di introduzione o istologicamente non rilevante per lavoratori esposti) A4 NON CLASSIFICABILE COME CANCEROGENO PER L UOMO A5 NON SOSPETTO COME CANCEROGENO PER L UOMO 29/01/

34 La Direttiva Europea 2004/37 del 29/04/2004 sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro, classifica come cancerogeni i lavori comportanti esposizione a polvere di legno duro e stabilisce un limite di esposizione occupazionale (OEL) pari a 5 mg/m3 (valore già indicato nella Direttiva Europea 1999/38) misurato su un periodo di 8 ore come frazione inalabile e con la specifica che se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tutte le polveri presenti nella miscela.

35 La Commissione Scientifica per i Limiti di Esposizione Occupazionale (SCOEL) dell Unione Europea indica che esposizioni professionali a polveri di legno superiori a 0,5 mg/m3 inducono effetti polmonari e andrebbero pertanto evitate.

36 tuttavia I paesi della comunità europea hanno recepito la Direttiva Comunitaria del 2004 e le raccomandazioni dello SCOEL in maniera diversa.

37 Il valore dello SCOEL proveniente da una elaborazione delle esposizioni esistenti nel passato, è riferito alle polveri totali poiché solo recentemente si è introdotto il concetto di inalabilità. Utilizzando il fattore di correlazione per convertire l esposizione a polvere totale in inalabile pari a 2-3, lo SCOEL nel 2003 adotta un OEL di 1-1,5 mg/m3.

38 Ai fini di una valutazione del rischio di esposizione professionale La frazione di polvere da captare è quella inalabile, definita dalla norma UNI-EN 481/1994 come la frazione in massa delle particelle aerodisperse totali che viene inalata attraverso il naso e la bocca (particelle aventi per il 50% un taglio dimensionale pari a un diametro aerodinamico di 100 μm).

39 Unione Europea Adotta la classificazione IARC Precisa che l obiettivo non è limitare l uso del legno o sostituire qualche tipo di legno, Fissa un valore limite di 5 mg/mc (frazione inalabile) misurato o calcolabile per un periodo di riferimento di 8 ore da adottare anche in presenza di qualsiasi miscela di polveri di legno contenenti legni duri Impone ai paesi membri di conformarsi entro il 29 aprile /01/

40 Il D.Lgs. 81/08, Titolo IX prevede a carico delle varie figure coinvolte nel sistema di sicurezza e protezione aziendale valutazione dell esposizione a polveri di legno duro; misurazione attuazione di tutte le misure tecnologicamente attuali previste per il contenimento della quantità di polvere nell aria ambiente; mantenimento e controllo tramite il monitoraggio ambientale del valore limite di esposizione che non deve essere superato (valore limite di esposizione personale 5 mg/m³);

41 inoltre istituzione e/o aggiornamento del registro di esposizione per il lavoratori esposti alla polvere di legno duro (agente cancerogeno) nel quale è riportato, per ciascuno di essi, l attività svolta; limitazione del numero dei lavoratori esposti a polveri di legno duro con la segregazione delle lavorazioni ove è possibile; formazione ed informazione degli esposti da effettuare con continuità e/o 29/01/2013 quando si verificano modifiche al ciclo 41

42 raccomandazioni raccolta, immagazzinamento delle polveri di legno duro, ai fini dello smaltimento, utilizzando contenitori ermetici etichettati; fornitura di idonei Dispositivi di Protezione Individuale con l elaborazione di una relativa procedura per la pulizia, la sostituzione ed il controllo prima e dopo ogni utilizzazione. 29/01/

43 Ma cosa significa formazione? E difficile anche per un esperto di prevenzione stabilire se una categoria di legni rientra tra I legni duri o i dolci E dubbio che i lavoratori ne siano a conoscenza al massimo ritenendo i legni nostrani privi di effetti.

44 ELENCO TIPOLOGIE DI LEGNO DURO MONOGRAFIA -IARC, Lione 1995) Noce Olmo Ontano Platano Quercia Pioppo Salice Tiglio 44

45 Legni duri Acero Betulla Carpino o faggio bianco Castagno Ciliegio Faggio Frassino Hickory Noce americano 29/01/

46 Legni dolci Abete Abete Douglas Cedro (cedar) Cipresso Larice Peccio o abete rosso Pino Sequoia (redwood) Tuja 29/01/

47 Legni duri tropicali 29/01/

48 balsa 29/01/

49 Le attività lavorative comportanti esposizione a polvere di legno duro erano state incluse tra le attività a rischio cancerogeno già dal Dlgs 66 del Le linee guida avevano come obiettivo quello di fornire a tutti i soggetti obbligati elementi utili per una efficace applicazione dei Decreti di modifica del Titolo VII Dlgs 626/94 ivi incluso il Dlgs 81/ /01/

50 La misura della quantità di polvere raccolta sulle membrane,viene determinata mediante una doppia pesata con una bilancia in grado di apprezzare 0,01 mg e dotata di dispositivo di abbattimento delle cariche elettrostatiche. È buona norma, prima di ogni pesata, condizionare i filtri mantenendoli nella stanza della bilancia per due ore.

51 Quali ricerche? 1/29/2013 MASTER MEDICI COMPETENTI UNIIV TOR VERGATA 51

52 1/29/

53 Lavori scientifici che associano positivamente l incidenza di neoplasie con il settore produttivo

54 1/29/2013 add footer here (go to view menu and choose header) 54 Indennizzabilità i carci nomi delle cavità nasali e dei seni paranasali da polveri di legno (n. 57) sono inseriti nella ultima tabella delle Malattie Professionali

55 TIPO DI LAVORAZIONI FORESTALI SEGHERIE FALEGNAMERIE COSTRUTTORI DI MOBILI EDILIZIA (rifiniture e falegnameria) MANUTENZIONE patrimoni artistici Ma forse dovremmo considerare anche altri settori ove e usata la polvere di legno

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57 Sorveglianza epidemiologica Tumori con alta frazione etiologica Registro Nazionale Mesoteliomi (RENAM) Registro nazionale dei tumori nasali e sinusali (ReNaTuNS) Tumori con bassa frazione etiologica OCCAM

58 LAVORATORI ESPOSTI Si stima che i lavoratori esposti a polvere di legno siano circa (anni ) di cui con esposizione > 5 mg/mc pari circa al 15% degli esposti Fonti statistiche INAIL e UN/Fao per la silvicolturaa

59 TIPO DI ESPOSIZIONE Via inalatoria Attraverso le vie respiratorie Contatto diretto Attraverso le mucose e la cute

60 Possibili effetti EFFETTI NON CANCEROGENI Irritante Sensibilizzante Tossico La Mansonia ha effetti tipici : l essenza mansonone fu scoperta da un Italiano che noto il proprio cane, che dormiva su un truciolato di mansonia, con emorragie nasali EFFETTI CANCEROGENI

61 Ed infatti hanno azione IRRITANTE PALISSANDRO (Dalbergia) CEDRO ROSSO (Chamaecyparis) MOGANO (khaya) ABETE (Abies) ABETE ROSSO (Picea) ABETE CANADESE (Tsuga) CASTAGNO (Castanea)

62 AZIONE TOSSICA NOCE MANSONIA (Mansonia) DUGLASIA (Pseudotsuga Menziesii) PALISSANDRO (Dalbergia) PALISANDRO BRASILIANO (Dalbergia nigra) TEAK ASIATICO(Tectona Grandis)

63 AZIONE SENSIBILIZZANTE TEAK ASIATICO (Tectona grandis) PALISSANDRO (Dalbergia) MANSONIA (Mansonia) CEDRO ROSSO (Chamaecyparis) PIOPPO (Populus) QUERCIA (Quercus) ROVERE MOGANO (Khaya) ABETE (Abies) CASTAGNO (Castanea)

64 AZIONE CANCEROGENA L esposizione alla polvere di tutti i legni duri L esposizione a polveri di legno mista è comunque da ritenersi potenzialmente cancerogena L esposizione a polveri di legno dolce è sotto studio

65 Modalità di azione : meccanismi Irritazione NON cancerogeni Contatto diretto con sostanze organiche Sensibilizzazione Mediante attivazione del sistema immunologico Tossico Azione Tossica Indiretta : In presenza di contaminanti funginei (Aspergillus) e/o micobatteri Azione Tossica Diretta : produzione di Endotossine

66 IRRITAZIONE puo essere oculare Secchezza, Bruciore, Arrossamento, Lacrimazione nasale Secchezza, Bruciore, Arrossamento, rinorrea Dermatiti da contatto (ortoergica)

67 In particolare la SENSIBILIZZAZIONE Alveolite Allergica estrinseca (reazione del tipo III immunocomplessi precipitanti) Bronchite cronica Asma bronchiale (reazione del tipo I IgE mediata) Rinite vasomotoria (reazione del tipo I IgE mediata) Dermatiti allergiche (reazione del tipo I IgE mediata)

68 Azione tossica spesso con Sindrome simil influenzale caratterizzata da: febbre brividi astenia tossa per lo più secca

69 Benigne NEOPLASIE NASO/PARANASALI anatomopatologia PAPILLOMA INVERTITO Maligne ADENOCARCINOMA (più frequente) CARCINOMA SQUAMOSO

70 SEDE DELLE NEOPLASIE Cavità etmoidali Ai lati delle fosse nasali Cavità mascellare Lateralmente alle fosse nasali e sotto la cavità orbitaria Fosse nasali (meno frequente)

71 Incidenza per abitanti per il sesso maschile per abitanti per il sesso femminile stima da i Registri dei Tumori Italiani ( )

72 Sopravvivenza (a 5 anni) 47% (maschi) e 51% (femmine) (a 1 anno) 78% (maschi) e 80% (femmine)

73 epidemiologia I TuNS sono neoplasie rarissime nella popolazione comune 1 caso ogni di abitanti I TuNS nella popolazione esposta a polveri di legno hanno una maggiore incidenza 5/9 casi ogni lavoratori nei falegnami

74 Fattori di rischio per TuNS Esposizione professionale nel 40% dei casi Carcinoma a cellule Squamose per i lavoratori del Nickel Adenocarcinoma per lavoratori del legno Adenocarcinoma per i lavoratori concia Virale HPV Fumo da sigaretta Cromo Formaldeide Industria tessile

75 EPIDEMIOLOGIA. I tumori maligni naso-sinusali (TuSN ) sono rari, ma ad alta etiologia professionale 2. In Italia sono registrati circa 300 nuovi casi ogni anno di cui 60/70 casi in Lombardia 20/25 casi in Toscana 3. Il rischio di ammalare aumenta in modo significativo in presenza di esposizioni specifiche 4. Lungo periodo di latenza (20/40 e più anni)

76 Fattori extraprofessionali Sinusite e polipi nasali RR 2-7 (Brinton,1984) Fumo di tabacco RR 1,4 3,3 (Roush 1996)

77 Altri agenti cancerogeni per tumori naso- sinusali Polvere di cuoio 1 Nichel composti 1 Cromo VI 1 IPA benzopirene 1 Arsenico 1 Fumi saldatura 2B Nebbie oli minerali (skin) Formaldeide 1 Tannini 3 Nebbie di vernici (verniciatura) Polveri tessili 2B Solventi organici tricloroetilene 2A Nebbie di acidi forti H2SO4 nella fabbricazione di alcol isopropilico 1 Polvere silice 1

78 Adenocarcinoma uomini RR = 13.5 ( ) tutte le occupazioni con prevista esposizione a polvere di legno RR = 0.25 ( ) silvicoltura RR = 14.9 ( ) segherie RR = 41.1 ( ) produzione mobili RR = 19.2 ( ) produzione altri manufatti in legno RR = 19.3 ( ) carpenteria in legno RR = 14.9 ( ) esposizione a polvere di legno (qualsiasi intensità e probabilità

79 ADENOCARCINOMA - donne RR = 2.8 ( ) tutte le occupazioni con prevista esposizione a polvere di legno RR = 4.6 ( ) produzione di manufatti in legno RR = 2.5 ( ) esposizione a polvere di legno (qualsiasi intensità e probabilità)

80 Settore legno CARCINOMA SQUAMOSO- uomini RR = 0.85 ( ) esposizione a polvere di legno (qualsiasi intensità e probabilità) RR = 1.0 ( ) esposizione a polvere di legno probabile RR = 0.9 ( ) esposizione a polvere di legno certa RR = 1.0 ( ) moderata intensità RR = 0.8 ( ) elevata intensità RR = 2.4 ( ) per esposizione >30 anni

81 Settore legno CARCINOMA SQUAMOSO - donne RR = 2.1 ( ) esposizione a polvere di legno (qualsiasi intensità e probabilità) RR = 12.1 ( ) esposizione a polvere di legno probabile (3 casi esposti) RR = 1.3 ( ) esposizione a polvere di legno certa (2 casi esposti) RR = 4.0 ( ) moderata intensità (2 casi esposti) RR = 1.7 ( ) elevata intensità (2 casi esposti)

82 Il problema formaldeide Associazione tra formaldeide e SNC suggerita da uno studio su ratti esposti ad alti livelli (Swenberg et al., 1980), ma smentita da successivi studi sperimentali su topi e scimmie (Kerns et al., 1993; IARC, 1995) Nessuno studio di coorte su soggetti esposti (produzione di formaldeide, imbalsamatori, anatomo-patologi, industria tessile, produzione di plastiche, laboratori di ricerca) ha osservato eccessi di mortalità, Marsh, 1982; Blair et al., 1986; Hayes et al., 1990; Gardner et al., 1983; Walrath & Fraumeni, 1983, 1984)

83 Numerosi studi caso-controllo hanno osservato un associazione con l esposizione a formaldeide, con rischi relativi in un range di 2-3 per tutti gli SNC (Hayes et al., 1986; Hansen et Olsen, 1995) e più elevati per l adenocarcinoma Data la frequente contemporanea esposizione a polvere di legno, è difficile escludere che l associazione non sia attribuibile al confondimento residuale da polvere di legno Inoltre, la formaldeide non penetrerebbe nei seni paranasali (Feron et al., 2001)

84 L ultima monografia IARC sulla formaldeide conclude che ci sono sufficienti evidenze sulla sua cancerogenicità, ma non sull associazione con gli SNC (IARC, 2006)

85 Altre occupazioni con eccesso di rischio per TuSN Pescatori (Ng, 1986) Panettieri e pasticcieri (Acheson et al., 1981; Luce et al., 1992; Maker, 1986) Lavoratori dell industria alimentare (Malker et al., 1986; Olsen, 1988) Idraulici (Malker et al., 1986) Addetti alla manifattura di alcool isopropilico (acidi forti) (Hueper, 1966; Eckardt, 1974) Parrucchieri (Teschke et al., 1997) Agricoltori (Bimbi et al., 1988; Fukuda et al., 1987; Luce et al., 1992; Malker et al., 1986; Ng, 1986; Olsen, 1988

86 ANALYSIS PER SETTORE/0CCUPAZIONE. ADENOCARCINOMA (Leclerc et al.,1997) RR (<10 anni) braccianti RR 3.25 ( ) Add. Trasf. alimenti RR (< 10 anni) trasportatori RR (< 10 anni) autisti (< 10 anni) add. tessitura

87 POOLED ANALYSIS PER SETTORE/0CCUPAZIONE. CARCINOMA SQUAMOSO, UOMINI (Leclerc et al.,1997) RR (<10 anni) add. preparazione fibre tessili RR (<10 anni ) add. coltivazione frutta RR (<10 anni) cuochi RR (<10 anni) meccanici motoristi RR (<10 anni) parrucchieri

88 Conclusioni epidemiologiche il riscontro di significativi eccessi di AD anche per esposizione a bassa intensità a polveri di legno e cuoio pone la domanda se gli attuali limiti di esposizione (5 mg/mc per la polvere di legno e 10 mg/mc per quella di cuoio) siano sufficienti a proteggere i lavoratori AD e tipi di legno: alle latifoglie è associato un rischio molto elevato, ma anche le conifere sembrano presentare un modesto eccesso di rischio

89 Sinonasal Squamous Cell More common in Japan than in the West Sites: maxillary sinus (about 60-70%), nasal cavity (about 12-25%), ethmoid sinus (about 10-15%) and the sphenoid and frontal sinuses (about 1%) Carcinoma

90 A subgroup of sinonasal SCCs is associated with HPV infection HPV+ tumors have a significantly better prognosis

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92 TuNS: documentazione clinica da acquisire (indagini) Minima: - istologia - TAC/RMN Ottimale: - documentazione clinica completa (indispensabile per stabilire sede anatomica della lesione, particolarmente per vestibolo n. e pavimento s. masc.)

93 anomali ALLEVAMENTO TACCHINI: MATERIALE PER LETTIERE: TRUCIOLO E SEGATURA DI LEGNO, LOLLA DI RISO

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98 Frazione attribuibile al lavoro Mesoteliomi fino a 80% BPCO fino a 50% Tumori polmonari fino a 40% Patologie della colonna fino a 40% Tumori naso-sinusali fino a 33% Malattie della pelle fino a 25% Tumori vescicali fino a 24% Asma bronchiale fino a 18% Interstiziopatie polmonare fino a 15% Malattie infettive fino a 08% S. Porru. La sottonotifica e la pretesa di diagnosi perfetta di una malattia professionale e lavoro-correlata Quaderni di Medicina Legale del Lavoro n

99 In caso di Tuns controllare se vi è stata esposizione professionale Da referto o cartella valutare anche esposizione indiretta in caso di LAVORATORI DEL LEGNO (Polveri da legno duro) LAVORATORI DELLA CONCIA (Cromo) LAVORATORI DELLA GALVANICA (Nickel, Cromo)

100 Secondo il registro tumori italiano sono REGIONI PIU COLPITE LOMBARDIA PIEMONTE

101 POSSIBILE ETIOLOGIA DEI TuNS Presenza di pesticidi o additivi nel legno (azione favorente) 2. Presenza di Tannini e Chinoni 3. Presenza di altri contaminanti durante la lavorazione Resine Colle Presenza di Formaldeide

102 POSSIBILE PATOGENSI DEI TuNS 1. La minore dimensione delle particelle dei legni duri rispetto ai legni dolci 2. La minore percentuale di umidità che caratterizza i legni duri 3. La permanenza e l accumulo di particelle inalabili delle polveri di legno irritanti sulle mucose nasali

103 INTERAZIONE CON L ORGANISMO MECCANISMI DI DEPOSITO Inerzia Sedimentazione Diffusione MECCANISMI DI DEPURAZIONE POLMONARE Clearance (azione combinata epitelio ciliato e muco )

104 POLVERI INALABILI Porzione di particolato aereodisperso che inalata attraverso le prime vie aeree (naso e bocca) di dimensioni > di 5 micron Dipende: Velocità e direzione di moto Dimensioni delle particelle Peso specifico del materiale inalato Frequenza respiratoria

105 DISTRIBUZIONE DELLE POLVERI Frazione inalabile (> di 5 micron) si ferma nelle prime vie aeree Frazione extratoracica ( < 5 micron) faringe Frazione toracica (< di 3,5 micron) laringe Frazione tracheobronchiale ( > 2 micron) vie respiratorie ciliate Frazione respirabile( > 0.5 micron) vie respiratorie non ciliate - alveoli

106 Tipologia tumori maligni del naso e dei seni paranasali sono prevalentemente carcinomi squamosi, carcinomi anaplastici, adenocarcinomi, epiteliomi a cellule cilindriche, papillomi invertiti in trasformazione maligna. Più rari sono sarcomi, angiosarcomi, condrosarcomi, osteosarcomi ed emangiopericitomi. Rarissimi sono i meningiomi, i neuroestesioblastomi, i linfomi ed i melanomi.

107 sintomi I sintomi sono l'ostruzione respiratoria nasale monolaterale, quasi sempre accompagnata da epistassi e rinorrea mucopurulenta soprattutto nelle fasi iniziali. Successivamente la neoplasia maligna tende ad aumentare di volume comprimendo ed invadendo le strutture anatomiche vicine.

108 Pertanto si potrebbero avere edema delle parti molli con spostamento del bulbo oculare, paralisi oculare,disturbi visivi, cefalea e paralisi dei nervi cranici, nevralgia della II branca del trigemino, deformità della regione mascellare zigomatica e progressiva caduta dei denti.

109 diagnosi La diagnosi si effettua con: Visita ORL Endoscopia nasale TC con mdc RMN con mdc Biopsia con esame istologico

110 terapia La terapia è essenzialmente chirurgica con interventi endoscopici per tumori di piccole dimensioni ed interventi con approccio esterno o combinato per formazioni più voluminose ed invasive per assicurare una radicalità oncologica. Dopo l'intervento chirurgico potranno essere seguiti cicli di radio-chemioterapia dopo consulenza dello specialista oncologo.

111 Linee guida Renatuns ISPESL Verifica standard diagnostici e anamnestici per rilevazione TuNS che ha come obiettivi: Stima incidenza Raccolta informazioni sulla pregressa esposizione ad agenti correlati Valutazione della rilevanza dell esposizione a fattori di rischio occupazionale Fornire informazioni relative all esposizione a fini preventivi ed assicurativi

112 PREVENZIONE AMBIENTALE Sistema generalizzato di abbattimento delle poveri (aspirazione locali e ricambi d aria) TECNICA Sistema di abbattimento localizzato DPI (polveri = tipo 3) PROCEDURE E ORGANIZZAZIONE Pulizia ambienti di lavoro e manutenzione SANITARIA Controllo di sorveglianza sanitaria (visite periodiche) Controlli specialistici (visite ORL) Controlli post esposizione

113 VALUTAZIONE DEL RISCHIO CANCEROGENO (art 236 Dlgs 81/2008) Controllare con check list se si è proceduto correttamente a 1 - Identificare 2 Valutare 3 Misurare 4 Controllare 5 Gestire 6 Verificare

114 Valutare l esposizione Non c è il rischio C è il rischio Sorveglianza Sanitaria Cartelle di rischio Registro degli esposti - Formazione ed informazione - Adozione misure tecniche di protezione e prevenzione misure ambientali

115 Obbligo di denuncia m.prof Con Decreto del Ministero del Lavoro del 27 aprile 2004 è stato aggiornato l elenco delle malattie di origine lavorativa per le quali è obbligatoria la denuncia (art. 139 del DPR n del 30 giugno 1965 (Testo Unico sull Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali). Ultimo aggiornamento nel 2009

116 Obbligo denuncia lista 1 gruppo 4 Malattie dell apparato respiratorio con meccanismo immunologico Polveri di legno duro voce n 20 Asma bronchiale I 4.20 J 45.0 Rinite I 4.20 J 30.4 Congiuntivite I 4.20 H 10.1 Alveolite Allergica I 4.25 J 67.0

117 Lista I gruppo 6 Tumori professionali Polveri di legno duro voce n 25 Tumori delle cavità nasali I C30 Tumori delle cavità paranasali I C31 Lista I gruppo 6 Tumori professionali Formaldeide voce N 9 Tumori delle cavità nasali II C30 Tumori delle cavità paranasali II C31

118 REGISTRO DEGLI ESPOSTI A SOSTANZE CANCEROGENE art.243 D.L: 81/08 DESTINATARI Organi di Vigilanza (PISLL) ISPESL FINALITA Preventive per la salute Statistiche Tracciabilità nel tempo

119 INDICAZIONI DEL REGISTO DEGLI ESPOSTI Attività svolta Agente cancerogeno Valore di esposizione (se noto)

120 TENUTA DEL REGISTRO ISTITUZIONE Ogni 3 anni CONSERVAZIONE Fine dell attività lavorativa

121 Il lavoratore può inalare polveri di legno ogni volta che il legno viene segato, perforato, tagliato, piallato, levigato e carteggiato. Il lavoratore può inalare polveri di legno anche quando pulisce i macchinari con aria compressa, pulisce a secco i pavimenti ed effettua dei lavori di manutenzione sulle macchine in presenza di polveri depositate.

122 La polvere in genere, si deposita su tutte le superfici dei locali, soprattutto nelle zone meno transitate e pulite. In questi casi si sollevano in genere considerevoli quantità di polveriper cui i lavoratori possono essere notevolmente esposti anche se in modo occasionale e per brevi periodi.

123 La polvere in genere, si deposita su tutte le superfici dei locali, soprattutto nelle zone meno transitate e pulite. In questi casi si sollevano in genere considerevoli quantità di polveriper cui i lavoratori possono essere notevolmente esposti anche se in modo occasionale e per brevi periodi.

124 I valori più alti delle concentrazioni, nella seconda lavorazione del legno, si riscontrano durante la fase lavorativa della carteggiatura. La mansione è infatti quella più a rischio di esposizione a polveri, soprattutto perché rispetto alle altre lavorazioni, la posizione dell operatore è in genere più vicina al punto di generazione delle particelle.

125 Attrezzature e lavorazioni pericolose I fattori che influenzano l esposizione lavorativa includono: il tipo di lavorazione, la sua durata e frequenza, il legno utilizzato, l uso di sistemi di controllo ed abbattimento delle polveri, l uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e le attrezzature di lavoro utilizzate.

126 Assume quindi importanza fondamentale la formazione e l addestramento degli addetti all uso delle macchine (art. 73 D.Lgs. 81/08). Per tutti i macchinari è fondamentale recuperare il libretto d uso e manutenzione e soprattutto installare un dispositivo che in caso di interruzione di energia elettrica impedisca il riavviamento automatico della macchina al ripristino della tensione

127 Per le macchine di nuova progettazione o costruzione, l indicazione sulla necessità o meno di avvalersi dei DPI è contenuta nel libretto d uso e manutenzione, con valutazione effettuata dal progettista - costruttore. La sicurezza è pertanto legata alla presenza dei ripari e dei dispositivi di sicurezza, al corretto utilizzo ed al comportamento del lavoratore.

128 Misure di prevenzione Nel caso della lavorazione del legno, non essendo possibile la sostituzione della sostanza cancerogena con altre sostanze che non lo sono (art 235 D.Lgs. 81/08, Titolo IX), la produzione di polveri dovrà essere mantenuta al livello più basso tecnicamente possibile e comunque sempre inferiore ai 5 mg/m³.

129 I principali interventi preventivi da metter in atto per assicurare il raggiungimento di questo obiettivo sono: separazione delle lavorazioni (separare in locali diversi le operazioni che producono polveri di legno da quelle che non ne producono, allo scopo di limitare il numero di persone esposte);

130 Aspirazione fondamentale scelta delle macchine (acquistare macchine, nuove o usate, che siano provviste di dispositivi di aspirazione localizzata sui punti dove si genera la polvere); ventilazione per aspirazione localizzata (i dispositivi di aspirazione localizzata devono essere collegati ad una canalizzazione che espelle l aria inquinata all esterno.

131 La raccolta e lo stoccaggio delle polveri deve avvenire in silos posti esternamente all ambiente di lavoro. La velocità all interno dei condotti deve essere almeno pari a 18 m/s per evitare il deposito delle polveri all interno dei condotti e l intasamento degli stessi (Industrial Ventilation-ACGIH). Evitare sistemi di aspirazione che prevedono il riciclo dell aria;

132 Mai usare aria compressa pulizia come intervento di prevenzione (la pulizia del locale e delle macchine giornalmente con sistemi fissi d aspirazione o impianti mobili d aspirazione muniti di filtri assoluti in espulsione o muniti di bocche aspiranti collegate alla rete di aspirazione centralizzata. Non utilizzare mai pistole ad aria compressa;

133 formazione ed informazione (programma di formazione specifico sui rischi di esposizione a polveri di legno); organizzazione del lavoro (pianificare il lavoro con le procedure necessarie a controllare la dispersione di polveri).

134 Sega circolare (sezionamento legname) 1) Cuffia di protezione del disco sega. 2) Coltello divisore. 3) Attacco impianto di aspirazione. 4) Spingi pezzo per evitare il contatto con l utensile.

135 Toupie (profilatura) 1) Sistema di protezione dei rulli di trascinamento. 2) Cuffia, che funge anche da convogliatore delle polveri, dotata di ripari regolabili sia frontalmente che lateralmente. 3) Impugnature salde nelle guide impiegate nelle lavorazioni curve. 4) Spingi pezzo per evitare il contatto con l utensile. 5) Presenza di un dispositivo di protezione integrato capace di mantenere aderente il pezzo alla guida ed evitare scivolamenti ed oscillazione dei pezzi. 6) Attacco impianto di aspirazione

136 Troncatrice (sezionamento legname) 1) Utilizzo di morse manuali o pneumatiche x taglio pezzi piccolii. 2) Presenza dei dispositivi di ritorno del carter mobile e del richiamo della testa 3) Protezione superiore della lama non interessata al taglio. 4) Attacco impianto di aspirazione (gruppo troncatrice e gruppo sega). 5) Presenza e corretto posizionamento del carter mobile di protezione del disco: deve proteggere dalla proiezione di schegge.

137 Pialla a filo 1 Presenza della copertura dell albero, ad esclusione della sola parte necessaria alla effettuazione della lavorazione. 2 Spingi pezzo per evitare il contatto con l utensile. 3 Adeguato sistema di fissaggio dei coltelli di lavorazione. 4 Cappa di aspirazione. 5 Attacco impianto di aspirazione

138 Carteggiatura 1) Utilizzo DPI delle vie respiratorie. 2) Utilizzo di un dispositivo di aspirazione localizzata nei pressi del banco di lavoro. 3) Utilizzo dei guanti protettivi. 4) Postura adeguata durante l attività lavorativa (evitare di abbassarsi con la testa verso il tavolo di lavoro). 5) Separazione dell attività in luogo isolato e/o separato.

139 Lavorazioni da tavolo (assemblaggio) 1) Collegamento dell utensile alla rete mediante interruttore interbloccato se la potenza è superiore ai 1000 W. 2) Carter di protezione dei motori. 3) Prese e spine conformi alle vigenti norme tecniche. 4) Corretta affilatura delle punte. 5) Cavo e relativo isolamento privo di parti logore. 6) Adeguato sistema di fissaggio dei coltelli di lavorazione.

140 Dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie In tutte le lavorazioni in cui i rischi connessi con l esposizione per via inalatoria a polveri di legno non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure di tipo organizzativo e procedurale, è necessario impiegare idonei DPI delle vie respiratorie (respiratori).

141 Seguire le norme Ed in particolare il DM del 2002 che tratta dei DPI e recepisce con atto di legge le norme UNI Particolarmente importante Per gli APVR e per gli obblighi connessi allo Inserimento del FPO nel DVR

142 Esempi di buone pratiche Ciclo di lavorazione: listellaggio ed essiccazione del legno, sezionatura, scorniciatura, taglio, impiallacciatura, carteggiatura, verniciatura, imballaggio e spedizione; - Materiale impiegato: rovere-ciliegioalder-noce ed altre essenze, vernici e solventi all acqua, colle ureiche; - Impianto: multilame- scorniciatricisquadratrici- levigatrici; - Rischi: inalazione di polveri di legno

143 Esempi di buone pratiche Ciclo di lavorazione: finitura dei pezzi; Fase di lavorazione: spazzolatura e carteggiatura manuale dei manufatti; Macchina: spazzolatrice doppia; Rischi: inalazione di polveri di legno duro

144 In ambito di vigilanza Il nesso di causalità, ossia il legame tra condotta ed evento lesivo, viene accertato dalla giurisprudenza attraverso il c.d. giudizio controfattuale.

145 Per le tecnopatie consiste in una duplice verifica: 1) accertare se uno dei fattori di rischio presenti nell impresa ha cagionato l evento lesivo; 2) se il rispetto, da parte dello Indagato di tutte le norme cautelari, scritte e non scritte, avrebbe impedito l evento lesivo

146 DPI Se non si puo temporaneamente determinare la concentrazione della polvere aerodispersa, nè fare riferimento alla letteratura per analoghe situazioni, il livello di protezione minimo da utilizzare corrisponde a quello offerto da una semimaschera con filtri di classe P2 o un facciale filtrante di classe FFP2,

147 APVR I DPI devono avere un FPO pari a 10 ( Guida alla scelta e all uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie, Decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 2 maggio 2001). Quando si impiegano tali tipologie di respiratori, e ciò vale per tutti i respiratori che prevedono facciali a tenuta, è fondamentale che ne venga verificata l adattabilità dei bordi di tenuta al viso.

148 Le modalità di esecuzione ella prova, da effettuarsi prima di entrare nell ambiente contaminato, sono riportate nella nota informativa che accompagna il dispositivo. E necessario ricordare che quando vengono impiegati i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, oltre all informazione ed alla formazione, è obbligatorio anche l addestramento.

149 Per gli APVR è dunque necessario verificare: 1) se il loro uso e tipolologia è previsto dal DVR 2) se è prevista e codificata la manutenzione, pulizia e cambio dei filtri 3) se gli APVR sono esattamente sempre indossati e se sono ergonomici 4) il il FPO è idoneo a proteggere dal rischio 6) se i preposti hanno vigilato sull uso

150 nessuno mette in dubbio l eziologia tra polveri di legno e tumore nasale Ma non vi è unanimità di opinioni in merito alla natura monofattoriale o multifattoriale dei tumori e in merito alla loro possibile derivazione da fattori di rischio diversi da quello professionale. Alcuni Studi che hanno registrato tumori nasali presso agricoltori, casalinghe e professionisti sostengono la multifattorialità dei tumori ma vi sono voci di opposte (GUARINIELLO, La diagnosi di tumore professionale, nota a Cass. pen. n. 6858/1990, in Dir. prat. lav., 1990, 19)

151 La questione più scottante riguarda infatti la possibilità di riferire l insorgenza del tumore nasale alla specifica condotta del singolo imputato. Presentando il tumore nasale una latenza di anni, la sua insorgenza potrebbe essere ritenuta antecedente ai processi ma facilmente si evidenza come una ulteriore esposizione, protratta sotto la gestione successiva, possa concausare l evento. E impensabile, che la polvere inalata successivamente, ma dotata delle stesse potenzialità nocive di quella cagionante la malattia, sia ininfluente sull andamento tumorale.

152 Di modo che la Cassazione conclude la condotta omissiva dell imputato ne ha di certo accelerato lo sviluppo, ponendosi in tal modo in rapporto causale con l evento, e ciò a prescindere dalla durata dell esposizione avvenuta sotto la gestione dell azienda antecedente. Specie se si mettono in evidenza significatività di esposizioni temporalmente brevi in rapporto al livello di esposizione elevato,

153 XLII DPI Verifica TLV IBE

154 Secondo le Regioni Misure da attuare Non è oggi praticabile sostituzione legni con meno tossici per le caratteristiche del mercato Impossibile predisposizione del circuito chiuso Occorre allora attuare misure di modifica : ASPIRAZIONE LOCALIZZATA MACCHINE ASSENZA DI RICIRCOLO DELL ARIA 29/01/

155 Obblighi per i Datori di Lavoro da attestare in corso di vigilanza Dimostrare Di aver messo in atto tutte le misure previste per la riduzione al valore più basso tecnologicamente fattibile (IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DOVRA ESSERE IMPLEMENTATO CON APPROFONDIMENTI PARTICOLARI ) Che comunque l esposizione nelle loro aziende è inferiore a 5 mg/mc (DOVRANNO ESSERE EFFETTUATI RILIEVI AMBIENTALI SECONDO NORME UNI EN) 29/01/

156 Approfondimenti del documento di valutazione dei rischi Attività lavorative che comportano esposizione a polveri di legno duro Quantitativi e tipo di legni utilizzati Numero dei lavoratori esposti Grado di esposizione dei lavoratori Misure preventive e protettive applicate incluse le protezioni personali (DPI) con ottica di selezione ed adozione rispondente al DM maggio 2001 (es: per maschere indicazione del FPO, della capacità o efficienza filtrante, rischi ec ) 29/01/

157 Misure igieniche e tecniche Vietate pulizia personale con aria compressa Depolveramento di vestiti e calzature a fine turno con aspirazione sul posto di lavoro prima di accedere agli spogliatoi Pulizia degli indumenti a cura del datore di lavoro senza oneri per il dipendente assegnazione di indumenti protettivi da riporre prima di lasciare il turno di lavoro in armadietti personali a doppio scomparto assegnazione di DPI da custodire in luoghi puliti con controllo per sostituzione apparecchi difettosi 29/01/

158 Formazione ed informazione Formazione ed informazione ripetuta ogni 5 anni Argomenti minimi da trattare per formazione specifica: Rischi per la salute connessi all esposizione a polveri di legno duro Rischi supplementari dovuti al fumo Precauzioni da attuare per evitare esposizione Misure igieniche da osservare Necessità di indossare indumenti e DPI Corretto impiego dei DPI Obblighi del lavoratore Sorveglianza sanitaria 29/01/

159 Copricapo Dispositivi di protezione individuali consigliati Tuta in cotone a trama fitta per traspirazione con polsini elastici,comoda e di taglia adeguata Occhiali di protezioni APVR (uso macchine ed utensili con particelle di grosse dimensioni, montaggio, installazione) FFP1 con FPO => 4 Carteggiatura, levigatura,pulizia macchine, manutenzione su sistemi captazione e filtrazione, svuotamento contenitori e silos, cantieristica FFP2 con FPO =>10 29/01/

160 Ulteriori indicazioni Istituire un apposito registro ove il responsabile, nominato dal DDL dovrà annotare Consegna dei DPI Accertamento di difetti dei DPI Pulizia e disinfezione dei DPI Riparazioni e sostituzioni dei DPI Formare ed addestrare adeguatamente il personale che utilizza APVR (dispositivi di protezione di III categoria) 29/01/

161 Autocertificazione Nelle aziende fino a 10 dipendenti autocertificazione si deve basare su raccolta di dati scritti relativi a: Tipologia e quantità di legno utilizzato Schede di istruzione d uso delle macchine o impianti Istruzioni sulle operazioni di pulizia e documenti di manutenzione specifica delle macchine Rapporti di prova su misure effettuate Protocollo di sorveglianza sanitaria 29/01/

162 raccomandazione Valgono nei confronti della esposizione di polveri di legno tenero le disposizioni di cui all allegato IV Dlgs 81/2008 (punto 2.2 ) : nei lavori che danno luogo normalmente alla formazione di polveri di qualunque specie,il DL è tenuto ad adottare i provvedimenti atti a impedirne o ridurne per quanto è possibile lo sviluppo e la diffusione nell ambiente di lavoro 2.2.2: le misure da adottare a tal fine devono tenere conto della natura delle polveri e della loro concentrazione nella atmosfera 29/01/

163 CRITERI PER LA VERIFICA DEGLI IMPIANTI DI ASPIRAZIONE La valutazione delle caratteristiche fluidodinamiche degli impianti di aspirazione localizzata viene effettuata mediante: A.esame della documentazione tecnica presente in azienda; B.verifica della presenza di polveri depositate nell ambiente di lavoro; C.misurazioni strumentali della velocità dell aria. 29/01/

164 A. L esame della documentazione tecnica (valutazione di tipo quantitativo e qualitativo) ha scopo principale di orientare le successive rilevazioni strumentali, oltre a quello di verificare la corrispondenza tra lo stato di fatto dell impianto e quello di progetto. 29/01/

165 . La verifica della presenza di polveri depositate e disperse nell ambiente di lavoro durante la lavorazione (valutazione di tipo qualitativo) anch essa ha lo scopo di orientare le rilevazioni strumentali ed attiene ad un giudizio soggettivo dell osservatore sulle condizioni della lavorazione e sulle condizioni ambientali 29/01/

166 Le misurazioni strumentali della velocità dell aria possono essere sia quantitative che qualitative. E possibile usare un anemometro 29/01/

167 posizioni di misura nelle quali determinare la velocità dell aria L Industrial Ventilation individua vari tipi di velocità di aspirazione, relativi a specifiche posizioni di misura (attenzione : gomiti diminuiscono efficienza) 29/01/

168 inoltre ove non sia possibile sostituire il materiale di lavoro polveroso,si devono adottare procedimenti lavorativi in apparecchi chiusi ovvero muniti di sistemi di aspirazione e di raccolta delle polveri,atti ad impedirne la dispersione. L aspirazione deve essere effettuata per quanto è possibile immediatamente vicino al luogo di produzione delle polveri

169 Valgono per le polveri di legno duro Tutte le indicazioni espresse al CAPO II Protezione da Agenti Cancerogeni del Dlgs 81/2008 ed in particolare l articolo 236 (valutazione del rischio dettagliata con attività,motivi per cui sono impiegati i cancrogeni, quantitativi, numero lavoratori,esposizione,misure preventive, indagini svolte)

170 Ricordare E possibile allo stato delle conoscenze- che anche i legni teneri possiedano una sia pur limitata cancerogenicità I pannelli truciolari MDF e compensati devono essere considerati (salvo certificazione) nello ambito di applicazione dei cancerogeni.

171 Misure tecniche organizzative e procedurali - I AUTOMAZIONE e limitazione del numero di esposti SEGREGAZIONE lavorazioni ove tecnicamente possibile ASPIRAZIONE ALLA FONTE senza ricircolo REGOLARE E SISTEMATICA pulizia locali impianti ed attrezzature mediante aspirazione 29/01/

172 Misure tecniche organizzative e procedurali - II 1) PROCEDURE IDONEE x MANUTENZIONE 2) CORRETTA GESTIONE RESIDUI LAVORAZIONI 1) VALUTAZIONE DELLA ESPOSIZIONE RESIDUA CON RILIEVI AMBIENTALI 29/01/

173 Soluzioni di bonifica per levigatura IN TUTTE LE OPERAZIONI PULIZIA CON SPAZZOLA ASPIRANTE NELLE OPERAZIONI CON PEZZI PICCOLI E PIANI EFFETTUATE A MANO TAVOLO ASPIRANTE NELLE OPERAZIONI CON UTENSILI PORTATILI TAVOLO ASPIRANTE, UTENSILE CON ASPIRAZIONE INTEGRATA o CABINA (pezzi voluminosi) NELLE OPERAZIONI CON PEZZI VOLUMINOSI A MANO CABINA (a ventilazione verticale) 29/01/

174 Se risultati delle misure > 5 mg/mc Identificare e rimuovere causa dell evento Adottare misure più adeguate Verificare efficacia misure adottate con nuovo controllo delle polveri di legno nell aria Adottare misure adeguate per la protezione dei lavoratori specie in caso di impossibilità tecnica di adottare misure preventive immediate L Organo di Vigilanza potrà adottare altri e più restrittivi provvedimenti per limitare esposizione eccessiva dei lavoratori 29/01/

175 Sorveglianza sanitaria 1) il medico competente collabora alla valutazione del rischio 2) Se a seguito dei controlli medici si evidenzia una anomalia imputabile all esposizione il MC ne informa per iscritto il datore di lavoro che dovra quindi provvedere ad eseguire una nuova valutazione dei rischi con campionamento delle polveri nell ambiente di lavoro 29/01/

176 Cosa succede se il datore di lavoro non fornisce dati ed informazioni? Il Medico Competente oggi è esposto in modo particolare

177 L attività consulenziale del medico Veniva ritenuta in prevalenza subordinata dall osservanza dello art 38 co 4: il DL assicura al medico competente le condizioni necessarie per lo svolgimento di tutti i suoi compiti garantendone l autonomia

178 Ed anche dipendere dall art 25 co 1 m Che stabilisce l obbligo di fornire tempestivamente al MC i risultati relativi al controllo dell esposizione dei lavoratori ai fini della sorveglianza sanitaria e della valutazione dei rischi

179 attenzione Secondo la Cassazione "il medico competente può identificare di sua iniziativa i fattori di pericolo nell'ambito dell'attività produttiva, ad esempio in occasione delle periodiche visite in azienda o in seguito ai colloqui con i lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria, e non solo per le informazioni fornite direttamente dal datore di lavoro."

180 Occorre tenere presente che Le tecnopatie conseguono sempre a violazione delle misure di prevenzione e quindi vi è sempre un responsabile delle violazioni delle misure di sicureza e prevenzione (in alcuni casi puo essere lo stesso lavoratore oppure puo non essere identificato)

181 Sorveglianza sanitaria VISITA PERIODICA Periodicità ANNUALE O BIENNALE (se esposizione > o < a 1 mg/mc) QUESTIONARIO SUI DISTURBI NASALI ACCERTAMENTI ORL quando necessari e comunque per i lavoratori con anzianità lavorativa di anni VISITE RICHIESTE DAI DIPENDENTI Da effettuarsi entro 7 giorni se il MC ne ravvisi la necessità per positività riscontrate durante la visita LAVORATORI CON PREGRESSA ESPOSIZIONE Visite ORL quinquennali 29/01/

182 Oggi riteniamo che la sorveglianza sia attivabile Nel caso dei cancerogeni quando si supera la soglia di esposizione alla popolazione Quindi anche a livelli inferiori a 1 mg/mc se la VR cosi inserisce l esposizione tra quelle a rischio Stesse considerazioni valgono per il registro degli esposti 29/01/

183 Registro degli esposti Deve riportare le seguenti indicazioni: Attività svolta Tipo di legno e polveri esistenti Valore dell esposizione Il registro deve essere tenuto ed aggiornato d al DDL tramite il MC ed il RSPP e gli RLS ne h anno accesso Può essere adottato il registro proposto dall I SPESL

184 Nella nostra esperienza I registri sono scarsamente controllati e tenuti in poca considerazione Essi sono pero l unica ufficiale testimonianza di esposizione a cancerogeni e quindi producono effetti amministrativi specie dopo il cessare della esposizione (cause INAIL, cause civili e/o penali) La ASL viene interpellata per acquisire tali registri spesso al termine della esposizione con evidenti difficoltà di acquisizione

185 Altre misure di prevenzione - I 1) LE OPERAZIONI CHE EMETTONO POLVERE (taglio,piallatura,fresatura,foratura, tornitura, sgrossatura, levigatura) DEVONO ESSERE SEPARATE DALLE ALTRE (finitura, montaggio,magazzino) 29/01/

186 Attenzione Nel caso di polveri molto fini e contemporaneo uso di collanti e resine (compensato) è utile effettuare una valutazione sia gravimetrica che granulometrica delle polveri Free Template from 186

187 Altre misure di prevenzione - III 2) LA POLVEROSITA GENERATA DALLE MACCHINE DI NUOVA ACQUISIZIONE DOVREBBE ESSERE CONFORME ALLA NORMA DIN (max 2 mg/mc intorno alla macchina)

188 Ventilazione e captazione Tutte le macchine che producono polvere o trucioli devono essere collegate ad aspirazione localizzata con esclusione possibile solo per lavorazioni svolte all aperto (cantieri edili) Le levigatrici per pavimenti devono avere aspirazione autonoma I dispositivi di captazione devono essere collocati il più vicino possibile alla fonte di emissione ed essere poco rumorosi essere ben adattati agli utensili non limitare la visibilità in alcun modo (usare ad es plexigas trasparenti se compatibili per le misure antincendio )

189 Altre misure di prevenzione - II 2) L IMPIANTO DI ASPIRAZIONE DELLE POLVERI E DEI TRUCIOLI DEVE GARANTIRE UNA VELOCITA DI TRASPORTO DI 20 m/s PER MATERIALE ESSICCATO E 28 m/s PER MATERIALE UMIDO 29/01/

190 In definitiva LA SITUAZIONE PUO ESSERE COSI DEFINITA

191 Polveri di legno ieri Esposizioni incontrollate Sistemi di controllo della polverosità finalizzati soltanto all asportazione degli sfridi Non conoscenza del rischio Limitato numero di addetti per attività produttiva (artigianato) Nessuna sorveglianza epidemiologica Elevata inabilità nel settore dopo >15 anni

192 Polveri di legno oggi Problematica non ancora ben sviluppata dal Sistema della Prevenzione Piani mirati di prevenzione a macchia di leopardo e vigilanza prevalente su sicurezza Difficoltà per suddividere utilizzatori di legno duro dagli utilizzatori di legno tenero Difficoltà nella realizzazione della prevenzione primaria Attivazione della sorveglianza epidemiologica nazionale (COR -ReNaTuns)

193 Domani forse riduzione dei tumori per efficace prevenzione Migliore definizione dei rischi di comparto e vigilanza L emersione del rischio stimolerà la messa in opera di piani mirati di prevenzione Buone pratiche di prevenzione e formazione ad hoc (linee guida Regioni) Corsi mirati per la formazione dei Tecnici della Prevenzione

194 Indagine si 153 ditte piemontesi (2003) L indagine della ASL di Saluzzo anche se datata, è importante per i campionamenti effettuati su un alto numero di industrie del settore legno

195 195 Numero dichiarato di addetti pari a Solo 18 (11,8% del totale) hanno un numero di addetti superiore a 20 dipendenti, il 62, 7 % ha meno di 5 addetti e il 74,5 % meno di 10). Prevalentemente produzione infissi e mobilifici, ma anche produzione di arpe e bare Elevato livello qualitativo di specializzazione produttiva. Solo il 12,7 % sarebbe esposto ad aerodispersi di tipo chimico (vernici) ed il lay-out delle aziende è risultato spesso poco razionale

196 196 i legnami più usati erano legnami di tipo NON esotico, Il pioppo (29,6%) e l abete (17,6%) di gran lunga i più utilizzati.faggio (5,52%) larice ( 4,57%) e rovere (4,45%) seguivano a distanza,legni esotici utilizzati in misura minore ( meno di 500 mc/anno, con eccezione di Ayous e Mogano). Non era possibile definire una esposizione unicamente a polveri di legno duro

197 Le macchine Erano più numerose quelle non marcate CE, e in 7 casi su 10 quelle non marcate CE erano più del doppio rispetto a quelle marcate. In quasi tutte le aziende presenti macchine non collegate all impianto di aspirazione generale, o con collegamenti inadeguati dal punto di vista progettuale (ad esempio di diametro piccolo, o con troppe curve sulla tubazione); spesso poi il collegamento risultava danneggiato e non riparato 197

198 198 molto diffusi gli impianti con ricircolo dopo filtrazione, che in genere era effettuata da filtri a maniche in tessuto. Questo tipo di impianti presentava come aspetto estremamente critico la manutenzione e la pulizia delle maniche, che quasi mai sono mantenute in perfetta efficienza. Nelle aziende visitate le carenze manutentive erano evidenti

199 199 Il confronto con il TLV-TWA era preoccupante: solo il 36,5 % dei campioni personali con una concentrazione inferiore, ed >20% dei campioni ambientali superiore. Lavorazioni più critiche : carteggiatura (polveri di diametro inferiore rispetto a quelle generate dagli utensili meccanici.e posizione dell operatore più vicina al punto di generazione delle particelle di quanto non lo sia per le macchine utensili).

200 200

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