Lettura 7: Neutralità della tassazione degli interessi in economia aperta
|
|
- Uberto Edoardo Toscano
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 TASSAZIONE DELLE ATTIVITÀ FINANZIARIE (Corso di Laurea in Economia e Società, curriculum Finanza e moneta e Corso di Laurea specialistica in Analisi, consulenza e gestione finanziaria, curricula: Consulenza finanziaria e Gestione finanziaria ) Docente: Maria Cecilia Guerra Lettura 7: Neutralità della tassazione degli interessi in economia aperta Questi appunti costituiscono una rielaborazione, ottenuta con molti tagli e integrazioni schematiche, di alcuni paragrafi dell articolo di Maria Cecilia Guerra: La tassazione ottimale dei redditi di capitale in un contesto di libertà valutaria: Regole e strategie, in Politica Economica, n.1 del 1991,a cui si rimanda per approfondimenti ed estensioni. 1. Premessa In presenza di libertà valutaria, i capitali possono muoversi fra paesi, attirati dai più alti livelli di rendimento ottenibili. Se si ipotizza (e si tratta però di un ipotesi forte che non riflette la realtà) che vi sia: - assenza di illusione fiscale - perfetta informazione - assenza di vincoli e di costi di transazione gli investitori saranno attratti nel paese in cui è possibile investire i propri risparmi al più alto rendimento netto (su attività che siano perfettamente sostituibili, quanto a maturità, rischiosità ecc.) Il rendimento netto, a sua volta, dipende da tre fattori: - aspettative di svalutazione (se un italiano investe in un titolo statunitense, espresso in dollari, deve tener conto di come sarà il cambio al momento in cui vorrà riconvertire i dollari in lire: se l euro si svaluterà rispetto al dollaro, otterrà più euro per ogni dollaro, guadagnandoci e viceversa). - rendimento lordo - regime di tassazione Se concentriamo l attenzione sui paesi europei che hanno aderito all Unione Monetaria Europea, possiamo notare che il primo fattore è totalmente irrilevante, essendovi per definizione fra questi paesi una moneta unica. Anche il secondo fattore è meno rilevante, essendovi stato, fra i paesi dell UME un significativo allineamento dei tassi di interesse lordi. Il fattore fiscale può assumere quindi un rilievo maggiore nel determinare le scelte degli operatori. In questo contesto, l insieme delle economie fra le quali i capitali possono circolare liberamente può essere considerato un unico mercato e i movimenti di capitale fra i paesi che lo costituiscono cesseranno quando i rendimenti netti saranno eguagliati (condizione di non arbitraggio) e cioè quando
2 r H = r F dove con r H si indica il tasso di interesse lordo offerto nel paese di residenza del soggetto (paese home) e con r F il tasso di interesse lordo offerto nel paese fonte del reddito (il paese in cui il reddito ha origine) (paese foreign). 2. Il problema della doppia tassazione e i rimedi proposti dalle convenzioni Quando i capitali possono circolare fra più paesi, un cittadino residente in H che investa in F può trovarsi a subire una doppia tassazione: - t H nel proprio paese di residenza - t F nel paese fonte del reddito Se questa doppia tassazione non viene eliminata, può costituire un importante disincentivo (barriera) ai movimenti di capitale, e risultare fortemente distorsiva. La doppia tassazione è stata sino ad ora eliminata o attenuata con accordi (convenzioni bilaterali) fra i paesi, o attraverso scelte unilaterali dei singoli paesi. L eliminazione della doppia tassazione si ottiene prevalentemente con l applicazione di uno dei seguenti principi di tassazione: - principio di residenza: si riconosce la potestà di tassare i redditi di capitale al solo paese di residenza del sottoscrittore, il paese fonte si astiene da ogni forma di prelievo; - principio della fonte: si riconosce la potestà di tassare i redditi di capitale al solo paese fonte del reddito, il paese di residenza si astiene da ogni forma di prelievo. Più in generale, le misure adottate dalle convenzioni per evitare il verificarsi del fenomeno della doppia imposizione internazionale dei redditi di capitale sono descritte nella tabella 1, che mette anche in rilevo la ripartizione dell'onere fiscale complessivo, che grava sul soggetto economico che esporta capitali, fra l'una e l'altra delle nazioni considerate. Tabella 1: Regole contro la doppia imposizione internazionale e ripartizione del gettito fra paesi. PRINCIPIO IMPOSTA IMPOSTA IMPOSTA PAGATA DI TASSAZIONE PAESE F PAESE H DAL RISPARMIATORE ) Doppia tassazione t F t H t F + t H 2) Fonte t F 0 t F 3) Residenza 0 t H t H 4) Credito integrale t F t H - t F t H 5) Credito ordinario t F t H - min(t H,t F ) max(t H,t F ) 6) Deduzione tf th (1 - tf) tf +th(1-tf)
3 Esempio numerico costruito nell ipotesi che sia t F = 10% e t H = 30% PRINCIPIO IMPOSTA IMPOSTA IMPOSTA PAGATA DI TASSAZIONE PAESE F PAESE H DAL RISPARMIATORE ) Doppia tassazione 10% 30% 10% + 30%=40% 2) Fonte 10% 0 10% 3) Residenza 0 30% 30% 4) Credito integrale 10% (30% - 10%) = 20% 30% 5) Credito ordinario 10% (30% - 10%) = 20% 30% 6) Deduzione 10% 30%(1-10%)=27% 10% +27%=37% Dalla tabella emerge che il fenomeno della doppia imposizione risulta completamente annullato qualora una delle due nazioni esenti i redditi in questione, oppure nel caso in cui la nazione esportatrice conceda ai propri cittadini un credito di imposta, permettendo la detrazione, dall'imposta dovuta in patria, t H, di quella pagata all'estero t F. Se tale detrazione è ammessa qualunque sia l'ammontare di t F, il credito si definisce integrale, e l'imposta che complessivamente grava sui redditi in questione è pari a th, se è invece ammessa sino a concorrenza dell'imposta dovuta internamente, e cioè per un ammontare al massimo pari a t H, si parla di credito ordinario, e l'imposta totale è pari alla più grande delle due imposte considerate, t H o t F. La concessione da parte del paese esportatore della sola deduzione dal reddito imponibile, anziché dall'imposta, di t F, si traduce in una doppia imposizione, ancorché parziale. E' utile ricordare che, poiché in assenza di doppia imposizione l'onere che grava sul sottoscrittore è pari a quello previsto dall'una o dall'altra delle nazioni considerate, ciò comporta, in assenza di discriminazione fiscale, il realizzarsi di uno dei due principi territoriali richiamati più sopra. Nei casi in cui il gettito conseguente a tale onere sia pari a t H, e si ripartisca fra le due nazioni - come avviene in presenza di un credito di imposta - anziché confluire nell'erario della sola nazione di residenza dei percettori, siamo di fronte all'applicazione del principio di residenza in una forma che può essere definita "mista". Con riferimento alla tabella 1, si ha l'attuazione del principio di residenza, in forma "pura", nel caso 3), in forma mista nel caso 4) e, purché sia t H > t F, nel caso 5); si ha invece attuazione del principio di tassazione nel paese fonte nel caso 2), e, purché sia t H < t F, nel caso 5). E' importante sottolineare che, come emerge dalla tabe lla 1, esistono misure - quali l'esenzione nel paese foreign e la concessione, da parte del paese home, di un credito di imposta integrale - che sono equivalenti sotto il profilo degli effetti allocativi dell'imposta, in quanto comportano per il soggetto che esporta capitali il medesimo onere finale, ma determinano una diversa distribuzione del gettito, e quindi del benessere, fra i due paesi. E' quindi evidente che la decisione in merito alla fissazione delle aliquote fiscali assume, per i singoli paesi, connotati strategici. Ciascuno di essi dovrà infatti considerare gli effetti esercitati sulle scelte degli operatori dal prelievo effettuato dall'altra nazione, oltre che dal proprio; dovrà valutare gli effetti di gettito delle proprie misure fiscali, e considerare la possibile risposta dell'altro paese alle proprie scelte. I comportamenti strategici in questione possono essere finalizzati: - a massimizzare il proprio gettito - a influenzare, a proprio favore, l allocazione internazionale dei capitali.
4 Esempi di comportamenti strategici finalizzati a massimizzare il proprio gettito Una scelta coerente con la realizzazione del principio di residenza, sia pure nella sua forma mista, e quindi, con il rispetto della CEN, potrebbe essere, come emerge dalla tabella 1, il riconoscimento, da parte della nazione esportatrice, di un credito per l'imposta prelevata dalla nazione importatrice. Qualora tale scelta venisse compiuta al di fuori di accordi internazionali (che stabiliscono opportunamente il livello massimo di prelievo da parte della nazione foreign, e cioè il livello massimo di t H ) essa potrebbe dare luogo a comportamenti strategici da parte di questa seconda nazione, che potrebbe aumentare il proprio gettito, senza subire conseguenze in termini di riallocazione del capitale, e cioè senza scoraggiare l investimento di capitali al suo interno. In presenza di credito integrale, infatti, la nazione importatrice ha interesse ad aumentare, anche notevolmente, la propria imposta, tf, dal momento che la stessa, venendo interamente restituita dal paese di residenza degli investitori, non esercita alcun effetto allocativo, e quindi non determina alcuna fuga di capitali, mentre comporta un ampliamento del gettito tributario incamerato dalla nazione in questione. In presenza di credito ordinario, la nazione importatrice non ha alcun interesse a fissare t F ad un livello inferiore a t H. Se così facesse, infatti, otterrebbe esclusivamente un minor gettito fiscale, senza modificare l'investimento di capitali esteri al suo interno. In altri termini, il credito di imposta attribuisce alla nazione importatrice il vantaggio della prima mossa (first crack), vantaggio che, offrendole la possibilità di un incremento di gettito senza costi, può comportare un eccesso di tassazione da parte della stessa, o, visto in altri termini, un investimento eccessivo al suo interno, rispetto a quello che sarebbe coerente con le imposte da essa prelevate. Per ovviare a questi fenomeni, le convenzioni contro la doppia tassazione stabiliscono che il prelievo nel paese fonte non possa superare un livello massimo. Ovviamente la scelta di un valore massimo per t F ha effetti sulla distribuzione del gettito fra nazioni. I paesi esportatori (e quindi i paesi di residenza), premeranno per ottener un livello basso di t F, al contrario i paesi importatori (e cioè i paesi fonte) premeranno per ottenere un livello alto di tale aliquota. Non a caso il modello di convenzione proposto dall Ocse, in cui sono maggiormente rappresentati i paesi esportatori, suggerisce livelli di t F più contenuti di quanto non faccia il modello di convenzione proposto dall Onu in cui i paesi in via di sviluppo (importatori di capitali) sono maggiormente rappresentati. Esempi di comportamenti strategici finalizzati a influenzare, a proprio favore, l allocazione internazionale dei capitali In tutti i casi in cui si applica il principio di tassazione alla fonte, o per scelta convenzionale o perché, di fatto, non vi è la possibilità da parte del paese di residenza di tassare i redditi dei propri cittadini prodotti all estero, in quanto non si riesce ad accertarli, i paesi possono impegnarsi in un comportamento strategico noto come competizione fiscale. Il paese fonte è infatti invogliato ad abbassare il proprio prelievo sui cittadini non residenti, al fine di attirarli ad investire al suo interno. Se questo comportano viene tenuto da un paese, solleciterà un analogo comportamento da parte di tutti gli altri paesi esistenti, che cercheranno di abbassare ulteriormente il proprio prelievo per attirare capitali. Il fenomeno potrebbe spingesi alle estreme conseguenze, con l annullamento di ogni prelievo sui redditi di capitale. Su questo tema si tornerà più oltre.
5 3. Gli effetti delle imposte in economie piccole e aperte 3.1. Assenza di imposte Si è parlato, nel paragrafo precedente, dei possibili effetti allocativi delle imposte. In questo paragrafo si approfondisce l argomento. Per semplicità si considereranno gli effetti dell applicazione dell imposta da parte del solo paese home, considerando data, o meglio, per semplicità, nulla, l imposta prelevata dal paese foreign. Il paese home, come generalmente avviene, può sia esportare che importare capitali. Supponiamo che sia un paese piccolo e aperto, cioè un paese che non pone vincoli alla circolazione dei capitali, ma con dimensioni tali per cui le sue esportazioni o importazioni di capitali non sono in grado di influenzare la determinazione del tasso di interesse mondiale, r, che considereremo quindi dato. Un'economia piccola e aperta beneficia della liberalizzazione dei movimenti di capitali sia che il saggio di interesse interno ecceda sia che sia inferiore a quello mondiale. Nel primo caso, infatti, essa attirerà capitali dall'estero, ottenendo un beneficio superiore al rendimento che dovrà corrispondere ai residenti della nazione esportatrice; nel secondo caso, invece, esporterà capitali, ottenendo su di essi un rendimento superiore a quello ricavabile dall'investimento in patria. L'afflusso e il deflusso di capitali avranno ovviamente luogo fino a che non si realizzi l'eguaglianza fra il saggio di interesse interno e quello estero. Se consideriamo un insieme più vasto di economie, arriviamo alla conclusione che il processo di liberalizzazione, dando luogo ad una più efficiente allocazione delle risorse, aumenta non solo il benessere della singola nazione, ma anche quello mondiale. In questa situazione, l'introduzione di un prelievo fiscale sui redditi di capitale, configurandosi come strumento distorsivo, non può che comportare (salvo casi particolari di rigidità delle curve di offerta e di domanda) una perdita di efficienza e, quindi, una diminuzione di benessere. Si tratta di un risultato usuale per la teoria della tassazione ottimale, che va però qualificato, con riferimento ad economie aperte, specialmente al fine di valutare in quale misura la perdita di benessere conseguente all'imposta si ripartisca fra nazioni importatrici ed esportatrici di capitale. In presenza di movimenti di capitali, l'insieme di strumenti fiscali a disposizione delle autorità dei diversi paesi si amplifica: ogni singola nazione (home) può ora effettuare un prelievo sui redditi percepiti dai propri residenti su capitali investiti o internamente o in un'altra nazione (foreign), e può tassare i non residenti per i redditi percepiti su capitali da essa importati. Nel decidere il livello delle imposte in esame dovrà tenere in considerazione le imposte eventualmente subite dai medesimi redditi nel paese fonte o nel paese di residenza dei percettori degli stessi, e dovrà considerare l'eventuale reazione dell'altro paese alle scelte da essa compiute. Per comprendere a fondo tale problematica, è utile avvicinarvisi per approssimazioni successive. Si prenderà pertanto in esame, come si è detto, il caso di una piccola economia, per la quale il tasso di interesse mondiale è un dato, e che deve fissare le proprie aliquote fiscali nell'ipotesi che gli altri paesi non impongano alcun prelievo. Si studieranno esclus ivamente gli effetti della politica fiscale intrapresa sul benessere nazionale, ignorandone le possibili diverse ripartizioni fra stato e privati. In questa ottica l'imposta è quindi rilevante solo per la sua capacità di influenzare l'allocazione del capitale fra le diverse nazioni ed il suo rendimento, mentre non lo è per quanto riguarda il suo ruolo nel finanziamento della spesa pubblica. Si esaminerà il solo caso di una nazione importatrice (quello di una nazione esportatrice è speculare a questo, e può essere lasciato allo studente per esercizio)
6 Fig. 1 : Economia importatrice, senza tassazione KK WW r H r B A L C W 0 W e =K e K 0 Nella fig.1, la curva KK rappresenta la domanda di capitale della nazione importatrice, mentre la curva WW ne rappresenta l'offerta interna, supposta elastica al tasso di interesse. Con r H si indica il tasso di interesse offerto sul capitale investito internamente La curva KK riflette le decisioni di INVESTIMENTO delle imprese. Essa è inclinata negativamente: la domanda di capitali da parte delle imprese cresce al diminuire del tasso di interesse: le imprese sono infatti interessate a domandare capitale per finanziare i propri progetti di investimento. Si suppone che finanzino dapprima i progetti più remunerativi, quelli per i quali la produttività marginale del capitale, MPC, è più elevata. L attuazione di un progetto si ha quando la MPC del capitale necessario a realizzarlo è superiore al tasso di interesse che deve essere corrisposto dall impresa al soggetto preso cui si finanzia (creditore o azionista che sia). Nel punto di equilibrio di economia chiusa B, MPC = r H, e la domanda di capitali è uguale a K e. L impresa non ha interesse a domandare più capitali perché la loro produttività marginale (e cioè quanto le renderebbero se li investisse) è più bassa del tasso di interesse che, su quelli stessi capitali, dovrebbe pagare al risparmiatore. La curva WW rappresenta l offerta di capitali da parte del risparmiatore, e riflette le loro decisioni di RISPARMIO. Dalla microeconomia sappiamo che il risparmiatore risparmia fino al punto in cui il tasso marginale di sostituzione MST, fra consumo oggi e consumo domani, è uguale al tasso di interesse. La curva WW è quindi inclinata positivamente: la offerta di capitali cresce al crescere del tasso di interesse: un tasso di interesse più alto rende maggiormente conveniente rimandare il consumo, e cioè risparmiare. In equilibrio, e cioè in corrispondenza del punto B, di incontro fra domanda e offerta di capitali, MRS = r H, e l offerta di capitali è uguale a W e. In economia chiusa quindi, la condizione di equilibrio fra domanda e offerta di capitali comporta l uguaglianza: MRS=MPC=r H Con W e =K e e cioè risparmio = investimento S = I. In economia aperta, però, risparmio e investimento non sono più necessariamente uguali: il risparmio dei residenti può infatti dar luogo a esportazioni di capitali che si traducono in investimenti in
7 altri paesi, mentre gli investimenti delle imprese residenti possono essere finanziati con capitali che provengono dal risparmio di cittadini residenti in paesi diversi. La differenza fra S e I è rilevante per l analisi degli effetti della tassazione: come si vedrà, mentre in un economia chiusa un imposta sugli I e un imposta sul S hanno lo stesso effetto (è cioè indifferente tassare il risparmiatore o l impresa, cfr. Lettura 1) dal momento che le imposta hanno la stessa base, in economia aperta, imposte sul S e imposte sugli I possono avere e generalmente hanno effetti significativamente diversi. Prima di considerare gli effetti dell imposta vediamo quali sono gli effetti dell apertura dell economia. Indichiamo con r il tasso di interesse mondiale. La nazione è una nazione importatrice di capitale in quanto il tasso di interesse che si determinerebbe in economia chiusa, rh è superiore al tasso di interesse mondiale, r. La nazione, aprendosi nei confronti delle altre economie, è quindi nella condizione di attrarre capitale. L apertura dell economia determina una nuova situazione di equilibrio in cui le imprese investono fino al punto K 0, investono cioè più di prima in quanto possono finanziarsi ad un tasso di interesse r più basso di r H, mentre i risparmiatori devono accontentarsi di un minore risparmio (W 0 ), in quanto nessuna impresa è disposta a remunerarli di più rispetto ad r. La distanza fra K0 e W0, e cioè la distanza fra I e S, che ora non sono più uguali, è coperta con importazioni di capitali. Anche in questa situazione è realizzata l uguaglianza: MRS=MPC=r Il beneficio che deriva, in assenza di imposte, alla nazione in oggetto, dalla libera circolazione dei capitali è rappresentato dal triangolo ABC ed è imputabile in parte (BLC) all'ampliamento dello stock di capitale investito all'interno del paese, in parte (ALB) alla sostituzione di capitale offerto internamente, più costoso, con capitale importato Imposte prelevate secondo il principio di residenza In un'economia chiusa, le imposte sui redditi di capitale esercitano importanti effetti economici perché introducono un cuneo fra quanto rende un investimento (prodotto marginale del capitale) e quanto percepisce il soggetto economico il cui risparmio fin anzia tale investimento (tasso di interesse netto che, in equilibrio, eguaglia il saggio di preferenza intertemporale del consumatore e cioè il saggio marginale di sostituzione fra consumare oggi e consumare domani). Come si è ricordato, in questo contesto imposte sul risparmio e imposte sull'investimento non sono diverse quanto ad effetti economici, essendo noto dalla teoria della incidenza (lettura 1) che non è rilevante quale sia l'operatore formalmente percosso dal tributo. In un'economia aperta, il cuneo di cui si è detto è il risultato di due componenti, che esercitano effetti diversi sulle scelte degli operatori economici. La prima componente è data dalla distanza fra prodotto marginale del capitale all'interno del paese (MPC) e tasso di interesse lordo mondiale, r, mentre la seconda è pari alla distanza fra il tasso di interesse mondiale, r, e il saggio di preferenza intertemporale del consumatore (MRS).
8 Le imposte cui è imputabile una differenza fra r e MRS sono quelle basate sulla residenza del possessore del capitale, note anche come imposte sul risparmio. Esse non modificano l'allocazione del capitale fra i diversi paesi ma, influenzando le decisioni intertemporali di consumo e risparmio degli individui, comportano una riduzione dell'offerta di capitali, fino al punto in cui è soddisfatta l'uguaglianza MRS = r(1 - t H ) (è infatti il tasso di interesse netto quello che guida le scelte del risparmiatore, e cioè il tasso di interesse di cui può effettivamente appropriarsi), inducendo pertanto inefficienze nell'allocazione del risparmio mondiale. Per meglio capire questa affermazione consideriamo la figura 2 Fig. 2 : Economia importatrice: imposta prelevata secondo il principio della residenza KK WW r T S A W 2 W 0 K 0 Se il paese decide di tassare i redditi dei capitali dei propri cittadini, ovunque siano investiti, la curva di offerta si sposta verso l alto (curva tratteggiata): per offrire la stessa quantità di capitali i risparmiatori chiedono ora un tasso di rendimento lordo più elevato (il rendimento lordo a cui corrisponderebbe, in presenza di tassazione, il medesimo rendimento netto che ottenevano in assenza di imposte). Poiché le imprese possono liberamente finanziarsi all estero, e cioè ottenere capitali da risparmiatori di altri paesi, che non sono assoggettati al prelievo, il risparmio interno si riduce da W 0 a W 2, e viene interamente sostituito da capitale importato. Non si verifica quindi alcun effetto allocativo: lo stock di capitale complessivamente investito nel paese rimane invariato a K 0. L introduzione di un imposta sulla residenza lascia quindi invariato il tasso di interesse lordo offerto dalla nazione in questione, e quindi non incide sugli investimenti complessivamente effettuati al suo interno. Viene in particolare confermata l uguaglianza fra MPC e r. Un imposta di questo tipo comporta però una diminuzione del tasso di interesse netto percepito dai cittadini residenti e incide quindi sulle loro decisioni di risparmio. Essa introduce un cuneo fra MRS e r, rappresentato dal segmento TS. E quindi un imposta distorsiva a cui si accompagna una perdita di benessere, per la nazione considerata, pari al triangolo STA Imposte prelevate secondo il principio della fonte Le imposte in grado di introdurre una discrepanza fra MPC e r sono quelle basate sulla localizzazione del capitale, note anche come impos te sull'investimento. Esse comportano effetti allocativi, inducendo spostamenti di capitali dal paese in cui l'investimento è tassato al resto del mondo,
9 fintantoché non si raggiunga l'uguaglianza MPC = r/(1-t), (è infatti il tasso di interesse lordo quello che guida le scelte dell impresa, e cioè il tasso che deve pagare, non importa se integralmente al risparmiatore o in parte alo stato sotto forma di tassazione), inducendo pertanto inefficienze nell'allocazione degli investimenti a livello mondiale Per meglio capire questa affermazione consideriamo la figura 3 Fig. 3 : Economia importatrice: imposta prelevata secondo il principio della fonte KK WW r M L C r = r/(1-t) W 0 K 1 K 0 Supponiamo che il paese decida di introdurre un'imposta che gravi esclusivamente sul capitale importato, secondo l'aliquota t. In presenza di offerta di capitali dall'estero perfettamente elastica al tasso di interesse mondiale, una tale imposta non può gravare sui risparmiatori, ma viene pienamente traslata sul tasso di interesse lordo, che passa a r' = r/(1 -t), lasciando invariato quello netto. Al processo di traslazione si accompagna però una diminuzione della quantità di capitale complessivamente investita nel paese, che passa da K 0 a K 1, in quanto le imprese del paese home si trovano a fronteggiare un costo di indebitamento più elevato (al tasso r anziché al tasso r). Un imposta di questo tipo incide quindi sulle decisioni di investimento delle imprese. Essa introduce un cuneo fra MPC e r, rappresentato dal segmento LM. E quindi un imposta distorsiva a cui si accompagna una perdita di benessere, per la nazione considerata, pari al triangolo LMC. L introduzione di un imposta alla fonte lascia invece invariato il tasso di interesse netto che può essere ottenuto dai risparmiatori del paese home, e quindi non incide sugli investimenti complessivamente effettuati al suo interno. Viene in particolare confermata l uguaglianza fra MRS e r. 3.4.Principi di neutralità internazionale Da un punto di vista internazionale, un primo, fondamentale, criterio di efficienza di cui si richiede il rispetto è l'uguaglianza di MPC in tutte le nazioni, onde evitare che sia possibile aumentare il benessere mondiale tramite la riallocazione del capitale fra i diversi paesi. L applicazione del principio di residenza comporta il raggiungimento di tale uguaglianza. Tale principio infatti riconosce alla sola nazione in cui risiede l'investitore il diritto a tassare i propri cittadini, in ugual misura, sul reddito da essi percepito all'estero e all'interno del paese. In questa situazione, il singolo risparmiatore avrà interesse ad esportare capitale solo fino al punto in cui i rendimenti lordi all'estero e all'interno del paese - e quindi, in una situazione concorrenziale, il MPC nelle diverse nazioni - sono uguali: tale condizione garantisce infatti l'uguaglianza dei rendimenti netti sui due investimenti.
10 Un regime fiscale di questo tipo comporta il realizzarsi della neutralità dell imposta nei confronti della scelta del risparmiatore circa il paese in cui investire il proprio risparmio, e cioè il realizzarsi della cosiddetta capital export neutrality (CEN). Si è però mostrato che tale regime introduce un altro tipo di non neutralità, in quanto comporta una contrazione del risparmio nazionale al di sotto del suo livello ottimale, inducendo una perdita di benessere (che sarà tanto più elevata quanto più elevata è l elasticità del risparmio nei confronti del tasso di interesse) e quanto maggiore è l'aliquota del tributo. Viene cioè meno, a causa del prelievo fiscale, il rispetto di un secondo criterio di efficienza internazionale, che richiede l'uguaglianza di MRS fra le diverse nazioni, onde evitare che sia possibile ottenere un incremento del benessere mondiale, riallocando il risparmio fra di esse. Dal momento che i consumatori tendono ad eguagliare MRS al tasso di interesse netto, tale criterio è rispettato solo se il regime fiscale conduce all'uguaglianza dei rendimenti netti fra le diverse nazioni. Questo risultato è conseguito se il diritto ad imporre un prelievo tributario viene riconosciuto alla sola nazione importatrice, si applica cioè il principio di tassazione nel paese fonte del reddito. Un regime fiscale di questo tipo garantisce la realizzazione della cosiddetta capital import neutrality (CIN), in quanto riconosce lo stesso trattamento a cittadini residenti e stranieri che investano sul medesimo mercato nazionale. Si può però ricordare che l'uguaglianza dei rendimenti netti è raggiunta, in tale regime, tramite processi di traslazione dell'onere fiscale, che sono il risultato della riallocazione, fra paesi, dello stock di capitale, riallocazione che, come si è dimostrato più sopra, comporta il venir meno del rispetto del primo criterio di efficienza. Il soddisfacimento di entrambi i criteri di neutralità ora discussi, che appaiono in larga misura conflittuali, è garantito dall'applicazione, alternativamente ed indifferentemente, del principio di residenza o del principio di tassazione nel paese fonte, purché le aliquote di imposta scelte da tutte le nazioni esportatrici, nel primo caso, o da tutte le nazioni importatrici, nel secondo caso, siano identiche. Questo risultato può essere conseguito soltanto mediante l'adesione a regole internazionali di coordinamento e armonizzazione del prelievo tributario. In assenza di totale armonizzazione nella tassazione dei redditi di capitale, e nell impossibilità che ne consegue di raggiungere contemporaneamente la CEN e la CIN, la letteratura economica riconosce alla CEN (e quindi al principio di residenza) un peso di particolare rilievo. I principali argomenti portati a sostegno di questa posizione possono essere così sintetizzati: - la maggior parte della letteratura empirica esistente sull'argomento, alquanto controverso, dell'elasticità del risparmio al tasso di interesse, suggerisce che tale elasticità sia molto contenuta. Ci si troverebbe quindi in una situazione in cui le possibili fonti di distorsione del risparmio aggregato, imputabili alla tassazione dei redditi di capitale, sono molto limitate, e il venir meno della CIN è pressoché privo di effetti, in termini di welfare; - il rispetto della CEN implica che l'allocazione dello stock di capitale mondiale sia ottimale, mentre la CIN garantisce l'ottimalità nell'allocazione del flusso mondiale di risparmio. Poiché il risparmio annuale è piccolo relativamente allo stock di capitale preesistente, si può ritenere che, nel breve periodo, le possibili perdite di benessere derivanti da una cattiva allocazione dello stock di capitali siano più rilevanti di quelle che possono derivare da una cattiva allocazione degli incrementi di tale stock;
11 - il perseguimento della CEN è coerente con il principio di equità orizzontale del prelievo tributario, dal momento che i redditi di capitali prodotti all'estero sono tassati come quelli prodotti all'interno del paese. In un regime di CIN, invece, due individui con lo stesso reddito, residenti nello stesso paese, sarebbero soggetti ad imposte diverse, in relazione alla distribuzione del loro reddito fra fonti interne ed estere. Per queste ragioni, una volta che si escluda la possibilità o l opportunità di una completa armonizzazione delle aliquote effettive di imposta fra le diverse nazioni, la CEN è considerata la regola che deve guidare la tassazione internazionale di capitali, e gli sforzi analitici sono volti a studiare le condizioni per la sua realizzabilità. 4. Il problema dell accertamento: Uno dei principali problemi che gli ordinamenti tributari incontrano nel disegnare la tassazione delle attività finanziarie nasce dalle difficoltà di accertamento e definizione di tali redditi. Il problema risulta esacerbato nel caso in cui i cittadini di un paese possano liberamente esportare i propri capitali in altri paesi. In questo caso è infatti impossibile utilizzare a fini fiscali strumenti che erano stati introdotti con scopi di controllo valutario: la canalizzazione degli impieghi sull estero e la loro conseguente nominatività. Alla liberalizzazione si accompagna poi il superamento del divieto di detenere attività fina nziarie estere a breve scadenza e di aprire depositi all estero. In questa nuova situazione diventa particolarmente difficoltoso tassare i proventi dei redditi di capitali esportati, dal momento che tali proventi non devono essere più obbligatoriamente reimportati. Nel caso in cui i residenti del paese home possano eludere l'imposta nazionale, esportando capitali nel paese foreign (e viceversa) ogni imposta basata sulla residenza degli individui, compresa l'imposta prelevata sui redditi dei capitali investiti internamente, diventa di fatto inapplicabile, in quanto non avrebbe altro effetto che determinare la fuga di capitali all estero. In questo contesto l unico prelievo che può concretamente operare è un prelievo alla fonte. Ma il prelievo alla fonte, come si è più volte ricordato, può dare luogo a comportamenti strategici da parte delle nazioni finalizzati ad attirare capitali attraverso l abbassamento delle aliquote, o altre forme di riduzione dell onere fiscale. Questo fenomeno è noto come competizione fiscale. Anche l imposta prelevata alla fonte potrebbe quindi tendere a sparire, azzerando quindi completamente il prelievo sui redditi di capitale. Ciò che impedisce il pieno realizzarsi di questo scenario è il venir meno, nel mondo reale, delle ipotesi richiamate in premessa e cioè le ipotesi relative alla perfetta informazione e all assenza di costi di transazione per i moventi di capitale. Ma il rischio paventato non va sottovalutato. Si assiste infatti in tutti i principali paesi ad un costante abbattimento del prelievo sui redditi di capitale. Inoltre, come testimoniato dalla tavola riportata in appendice alla lettura 1, tutti i paesi europei esentano i non residenti da ogni tipo di tassazione su tali redditi, trasformandosi quindi gli uni rispetto agli altri in paradisi fiscali. 5. Armonizzazione e competizione fiscale L armonizzazione del prelievo sui redditi finanziari è un operazione complessa e controversa. E complessa perché richiederebbe l armonizzazione di tutti gli aspetti della tassazione: aliquota dell imposta, campo di applicazione (e quindi struttura delle agevolazioni), base imponibile e sistemi
12 di accertamento. E infatti ovvio che l armonizzazione di uno solo di questi elementi può esacerbare anziché diminuire la varianza delle aliquote effettive di imposta. E controversa perché la scelta dell uno o dell altro modello a cui ricondurre il prelievo comune ha implicazioni molto diverse (allocative, distributive e di gettito) per i diversi paesi. Le misure di armonizzazione sono poi ostacolate da coloro che ne vedono uno strumento di eccessiva limitazione dell autonomia impositiva dei singoli stati. In alternativa all armonizzazione, i paesi di una comunità possono ricorrere ad altre for me di coordinamento che consistano nell adozione di aggiustamenti comuni, relativamente a singoli aspetti della tassazione, con la finalità di neutralizzare gli effetti giudicati maggiormente distorsivi della tassazione internazionale dei redditi di capitali. Rientrano in quest ottica misure concordate per l istituzione di un livello minimo di prelievo sui redditi in questione ad esempio attraverso l applicazione di una ritenuta alla fonte minima, comune a tutti gli stati, per contrastare il fenomeno della competizione fiscale. La competizione fiscale non è però considerata da tutti un fenomeno negativo. Molti studiosi la considerano al contrario - uno strumento per migliorare l'allocazione delle risorse, tramite un contenimento della crescita di una spesa pubblica giudicata inefficiente; -uno strumento che rende possibile l applicazione del criterio del beneficio come criterio di ripartizione del carico fiscale. La competizione fiscale fra regioni è vista poi favorevolmente in quanto inibisce possibili fughe di capitali verso paesi terzi, paesi cioè che si configurino come mercati alternativi per l'investimento dei paesi appartenenti ad una determinata comunità. Il dibattito su questi temi ha portato a concludere sia la Comunità europea che l Ocse che le nazioni devono essere sovrane nel decidere il livello del proprio prelievo tributario. L unico fenomeno che si vuole ostacolare è il fenomeno cosiddetto della competizione fiscale dannosa (harmful tax competition), e cioè, principalmente, la competizione fiscale realizzata non attarverso diminuzioni generalizzate del prelievo, che possono semplicemente riflettere la volontà dei singoli stati di ridimensionare il ruolo del proprio settore pubblico, ma di diminuzioni del prelievo (o misure analoghe) che hanno la finalità di attirare basi imponibili mobili (il capitale in primo luogo) dagli altri paesi attraverso misure che riservino un trattamento di favore a cittadini non residenti rispetto ai cittadini residenti. Potrebbe rientrare fra tali misure la tassazione discriminatoria che i paesi europei riservano ad esempio agli interessi: tassati quando percepiti da residenti, non tassati quando percepiti da non residenti (cfr la tavola in Appendice alla lettura 1). La Comunità Europea si è mossa nella direzione di arginare il fenomeno della competizione fiscale nel campo specifico della tassazione degli interessi, adottando una direttiva (sul tema cfr la lettura 8) finalizzata, seppure con qualche importante compromesso, alla realizzazione del principio di residenza e quindi della CEN, in ambito europeo.
Effetti delle imposte nel mercato internazionale dei capitali. Economia dei tributi_polin 1
Effetti delle imposte nel mercato internazionale dei capitali Economia dei tributi_polin 1 Allocazione internazionale del capitale Si possono definire due principi di neutralità della tassazione del capitale
DettagliSCIENZA DELLE FINANZE A.A. 2012-2013 CLEAM Esercitazione Attività Finanziarie TESTO E SOLUZIONI
SCIENZA DELLE FINANZE A.A. 2012-2013 CLEAM Esercitazione Attività Finanziarie TESTO E SOLUZIONI Tutti gli esercizi, dove pertinente, sono risolti utilizzando la normativa entrata in vigore al 1 Gennaio
DettagliEffetti delle imposte nel mercato internazionale dei capitali. Economia dei tributi_polin 1
Effetti delle imposte nel mercato internazionale dei capitali Economia dei tributi_polin 1 Allocazione internazionale del capitale Si possono definire due principi di neutralità della tassazione del capitale
DettagliLa tassazione delle attività finanziarie. 30018 Scienza delle finanze Cles A.A. 2011/12 Classe 14
La tassazione delle attività finanziarie 30018 Scienza delle finanze Cles A.A. 2011/12 Classe 14 Attività finanziarie - Regime sostitutivo per i redditi da capitale e le plusvalenze - Base imponibile -
DettagliApprofondimenti ed esempi per il Corso di Scienza delle Finanze a.a. 2007/08 Studenti A-Z
Approfondimenti ed esempi per il Corso di Scienza delle Finanze a.a. 2007/08 Studenti A-Z Esempi relativi agli effetti delle deduzioni e delle detrazioni sulla struttura di progressività dell imposta sul
Dettagli30018-CLEF Prima Esercitazione (Irpef) TESTO E SOLUZIONI
30018-CLEF Prima Esercitazione (Irpef) TESTO E SOLUZIONI Esercizio 1 - IRPEF Il signor X, che vive solo e non ha figli, ha percepito, nel corso del 2008, i seguenti redditi: - Redditi da lavoro dipendente
Dettagli7 lezione. Tassazione delle attività finanziarie (2)
7 lezione Tassazione delle attività finanziarie (2) Imposizione sui redditi in un contesto internazionale Problema: come tassare i redditi che i residenti conseguono all estero? come tassare i redditi
DettagliCapitolo 26. Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S.
Capitolo 26 Stabilizzare l economia: il ruolo della banca centrale In questa lezione Banca centrale Europea (BCE) e tassi di interesse: M D e sue determinanti; M S ed equilibrio del mercato monetario;
DettagliEsercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA
Esercitazione relativa al capitolo 14 I MONOPOLI E LA CONCORRENZA IMPERFETTA Esistono quattro principali tipi di strutture di mercato: concorrenza perfetta, monopolio, concorrenza monopolistica e oligopolio.
DettagliLezione nona. L Ires e la tassazione dei redditi d impresa
Lezione nona L Ires e la tassazione dei redditi d impresa 1 TASSAZIONE REDDITI D IMPRESA PROFITTI = R C AM - IP Imprese individuali e società di persone Gli utili, a prescindere dalla loro distribuzione,
DettagliRisparmio, investimenti e sistema finanziario
Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci
Dettagli5 Risparmio e investimento nel lungo periodo
5 Risparmio e investimento nel lungo periodo 5.1 Il ruolo del mercato finanziario Il ruolo macroeconomico del sistema finanziario è quello di far affluire i fondi risparmiati ai soggetti che li spendono.
Dettaglisu un imponibile di 1000, l aliquota media risulta pari a 0.3; su un imponibile di 3000, l imposta risulta pari a 0.5.
Corso di diploma in Commercio estero Sistemi fiscali comparati a.a. 2002/03 Esercitazione finale Prof. Ernesto Longobardi 1. Sia data un imposta sul reddito tale che: su un imponibile di 1000, l aliquota
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e
DettagliTassazione Attivita Finanziarie e Tassazione Internazionale deia.a Redditi 2015-16 1 / 20
Tassazione Attivita Finanziarie e Tassazione Internazionale dei Redditi Prof Giuseppe Migali Universita Magna Graecia a.a 2015-16 Tassazione Attivita Finanziarie e Tassazione Internazionale deia.a Redditi
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della
DettagliLezione 14. Risparmio e investimento. Leonardo Bargigli
Lezione 14. Risparmio e investimento Leonardo Bargigli Risparmio e investimento nella contabilità nazionale Ripartiamo dalla definizione di PIL in termini di spesa finale Y = C + I + G + NX Consideriamo
DettagliEdited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.
In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.
DettagliEconomia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta
Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 167 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati
DettagliCapitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore
Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:
DettagliEsercitazione 23 maggio 2016
Esercitazione 5 maggio 016 Esercitazione 3 maggio 016 In questa esercitazione, nei primi tre esercizi, analizzeremo il problema del moral hazard nel mercato. In questo caso prenderemo in considerazione
DettagliBlanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo IV. I mercati finanziari. Capitolo IV. I mercati finanziari
Capitolo IV. I mercati finanziari 1. La domanda di moneta La moneta può essere usata per transazioni, ma non paga interessi. In realtà ci sono due tipi di moneta: il circolante, la moneta metallica e cartacea,
DettagliAspettative, Produzione e Politica Economica
Aspettative, Produzione e Politica Economica In questa lezione: Studiamo gli effetti delle aspettative sui livelli di spesa e produzione. Riformuliamo il modello IS-LM in un contesto con aspettative. Determiniamo
DettagliCAPITOLO 10 I SINDACATI
CAPITOLO 10 I SINDACATI 10-1. Fate l ipotesi che la curva di domanda di lavoro di una impresa sia data da: 20 0,01 E, dove è il salario orario e E il livello di occupazione. Ipotizzate inoltre che la funzione
DettagliCONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA
CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso
DettagliIl modello generale di commercio internazionale
Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1
DettagliI sistemi di tassazione: La tassazione dei redditi di impresa e l IRES
Lezione 3 14 maggio 2015 I sistemi di tassazione: La tassazione dei redditi di impresa e l IRES Corso di Economia pubblica A.a. 2014-2015 Redditi di impresa Reddito derivante dall esercizio di imprese
DettagliIL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA EAI 2014-2015 - PROF. PAOLO COLLACCHI - DOTT. RICCARDO CORATELLA 114
IL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA EAI 2014-2015 - PROF. PAOLO COLLACCHI - DOTT. RICCARDO CORATELLA 114 IL SISTEMA APERTO: APPREZZAMENTO E DEPREZZAMENTO DELLA MONETA IL TASSO
DettagliCapitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni
Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel
DettagliUniversità degli studi di Bari A. Moro Corso di Laurea magistrale in Consulenza professionale per le aziende
Università degli studi di Bari A. Moro Corso di Laurea magistrale in Consulenza professionale per le aziende Economia dei tributi Anno accademico 2013/2014 Prova scritta del 9 giugno 2014 Prima parte per
DettagliIl mercato di monopolio
Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con
DettagliRichiami di teoria della domanda di moneta
Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale
DettagliFonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria
Il caso Fonti di finanziamento: l effetto positivo della leva finanziaria di Silvia Tommaso - Università della Calabria Nella scelta delle fonti di finanziamento, necessarie alla copertura del fabbisogno
DettagliL IRPEF del 2007 Alcuni esercizi
Esercizi L IRPEF del 2007 Alcuni esercizi Capitolo III, Lezione 1 Le aliquote e le detrazioni dell Irpef Capitolo III, Lezione 1 SCALA DELLE ALIQUOTE redditi 2007 Scaglioni Al.legalelegale EURO (%) 0-15.000
DettagliEconomia Aperta. In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta. Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta
Economia Aperta In questa lezione: Analizziamo i mercati dei beni e servizi in economia aperta Analizziamo i mercati finanziari in economia aperta 158 Economia aperta applicata ai mercati dei beni mercati
DettagliEconomia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)
Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina
DettagliLIUC-Facoltà di Economia Corso di Scienza delle Finanze I Esercitazione: testo e soluzioni A.A. 2008-2009
LIUC-Facoltà di Economia Corso di Scienza delle Finanze I Esercitazione: testo e soluzioni A.A. 2008-2009 Esercizio 1 Il sig. A, senza figli e sposato con la signora B la quale non percepisce alcun tipo
DettagliEsame di Politica economica internazionale. (tempo stimato: 30 minuti, valutazione: 10 punti/30 punti)
Esame di Politica economica internazionale Parte 1 A scelta tra a) o b) (risposta esatta vale 10 punti): a) Sulla base della bilancia dei pagamenti incompleta della Ecolandia (in miliardi di dollari):
DettagliCapitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali
Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali 22.1: Introduzione In questo capitolo analizziamo lo scambio nel mercato dei capitali, dove si incontrano la domanda di prestito e l offerta di credito.
DettagliCrescita della moneta e inflazione
Crescita della moneta e inflazione Alcune osservazioni e definizioni L aumento del livello generale dei prezzi è detto inflazione. Ultimi 60 anni: variazione media del 5% annuale. Effetto: i prezzi sono
DettagliIndice di rischio globale
Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario
DettagliL Ires e la tassazione dei redditi d impresa
Lezione dodicesima L Ires e la tassazione dei redditi d impresa 1 TASSAZIONE REDDITI D IMPRESA PROFITTI = R C AM - IP Imprese individuali e società di persone Gli utili, a prescindere dalla loro distribuzione,
DettagliDOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non sono previste penalizzazioni in caso di risposte non corrette)
In una ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla e a una delle due domande a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione
DettagliRISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO
Università degli studi di MACERATA Facoltà di SCIENZE POLITICHE ECONOMIA POLITICA: MICROECONOMIA A.A. 2009/2010 RISPARMIO, INVESTIMENTO E SISTEMA FINANZIARIO Fabio CLEMENTI E-mail: fabio.clementi@univpm.it
DettagliMassimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale. G. Pignataro Microeconomia SPOSI
Massimizzazione del Profitto e offerta concorrenziale 1 Mercati perfettamente concorrenziali 1. Price taking Poiché ogni impresa vende una porzione relativamente piccola della produzione complessiva del
DettagliIl sistema monetario
Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti
DettagliEffetti dell imposizione societaria e personale sulle decisioni di finanziamento. Economia dei tributi_polin 1
Effetti dell imposizione societaria e personale sulle decisioni di finanziamento Economia dei tributi_polin 1 Decisioni di finanziamento L imposizione sulle società di capitali può risultare non neutrale
DettagliELASTICITÀ. Sarebbe conveniente per il produttore aumentare ulteriormente il prezzo nella stessa misura del caso
Esercizio 1 Data la funzione di domanda: ELASTICITÀ Dire se partendo da un livello di prezzo p 1 = 1.5, al produttore converrà aumentare il prezzo fino al livello p 2 = 2. Sarebbe conveniente per il produttore
DettagliCapitolo 21. Risparmio e formazione di capitale. Principi di economia (seconda edizione) Robert H. Frank, Ben S. Bernanke
Capitolo 21 Risparmio e formazione di capitale In questa lezione Risparmio individuale: risparmio e ricchezza moventi del risparmio (tasso di interesse, ciclo di vita, precauzionale, profili consumo) Risparmio
DettagliOGGETTO: ENC: tassazione dividendi distribuiti dall 01.01.2014
Informativa per la clientela di studio N. 04 del 07.01.2015 Ai gentili Clienti Loro sedi OGGETTO: ENC: tassazione dividendi distribuiti dall 01.01.2014 La Legge di Stabilità 2015 porta con sé un aggravio
DettagliATTIVITÀ FINANZIARIE
Università Commerciale Luigi Bocconi Anno Accademico 2012-2013 Scienza delle Finanze CLEACC classe 12 ATTIVITÀ FINANZIARIE Francesco Dal Santo ATTIVITÀ FINANZIARIE Ø Definizioni Ø Redditi di capitale Ø
DettagliROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato
Articolo pubblicato sul n 22 / 2004 di Amministrazione e Finanza edito da Ipsoa. ROI, WACC e EVA: strumenti di pianificazione economico finanziaria Di : Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Premessa
DettagliIRPEF: concetti teorici
Anno Accademico 2008-2009 Struttura della lezione La scelta dell unitá impositiva Tassazione individuale e familiare pura Quoziente familiare e Tassazione individuale con deduzioni e detrazioni per carichi
DettagliCapitolo 8. Struttura della presentazione. Tipi di dazio. Gli strumenti della politica commerciale
Capitolo 8 Gli strumenti della politica commerciale preparato da Thomas Bishop (adattamento italiano di Rosario Crinò) 1 Struttura della presentazione Analisi dei dazi in equilibrio parziale: offerta,
DettagliEconomia del Lavoro 2010
Economia del Lavoro 2010 Capitolo 4 L equilibrio del mercato del lavoro Applicazioni di politica economica: trattenute in busta paga e sussidi 1 Effetti di una politica governativa che sposti la curva
DettagliEconomia Internazionale. Movimento internazionale dei fattori
Economia Internazionale Movimento internazionale dei fattori Adalgiso Amendola adamendola@unisa.it Organizzazione del capitolo Introduzione La mobilità internazionale del lavoro I prestiti internazionali
DettagliLezione 18 1. Introduzione
Lezione 18 1 Introduzione In questa lezione vediamo come si misura il PIL, l indicatore principale del livello di attività economica. La definizione ed i metodi di misura servono a comprendere a quali
DettagliDecentramento e federalismo
Decentramento e federalismo Teoria economico-finanziaria dell ottimo livello di governo. Principi: ECONOMIA PUBBLICA (6) Le giustificazioni del decentramento e del federalismo sussidiarietà; responsabilità;
DettagliFacoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco
Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23 Dott.ssa Rossella Greco Domanda 1 (Problema 4. dal Cap. 21 del Libro di Testo) a) Gregorio,
DettagliCapitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni
Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel
DettagliEquazione quantitativa della moneta
Moneta e inflazione Equazione quantitativa della moneta Gli individui detengono moneta allo scopo di acquistare beni e servizi QUINDI la quantità di moneta è strettamente correlata alla quantità che viene
DettagliCIRCOLARE N. 8/E. Roma, 01 aprile 2016
CIRCOLARE N. 8/E Direzione Centrale Normativa Roma, 01 aprile 2016 OGGETTO: Problematiche relative alla tassazione di capitali percepiti in caso di morte in dipendenza di contratti di assicurazione vita
DettagliInflazione. L indice dei prezzi al consumo ci consente quindi di introdurre anche il concetto di inflazione:
Il potere di acquisto cambia nel tempo. Un euro oggi ha un potere di acquisto diverso da quello che aveva 5 anni fa e diverso da quello che avrà fra 20 anni. Come possiamo misurare queste variazioni? L
DettagliScienza delle finanze 30018 Cleam2
1 Scienza delle finanze 30018 Cleam2 La tassazione delle rendite finanziarie (1) Tassazione delle attività finanziarie Quadro generale 1. Problemi tradizionali. 2. Problemi nati dalla crescente integrazione
Dettagli4. Si consideri un economia chiusa in cui: Y = C + I + G, C = 90 + 0,8YD, G = 1000, T= 0,5Y, I = 900 500r, P=1,
Esercitazione 8 Domande 1. Si consideri un economia per cui il coefficiente di liquidità sia pari a Cl = 5%, mentre il coefficiente di riserva è Cr = 3%. a) Si calcoli il moltiplicatore monetario. b) Se
DettagliRISOLUZIONE N. 48/E. Roma, 8 luglio 2013
RISOLUZIONE N. 48/E Direzione Centrale Normativa Roma, 8 luglio 2013 OGGETTO: Consulenza giuridica - Uffici dell'amministrazione finanziaria Riduzione imposta estera ex art. 165, comma 10, del TUIR Redditi
DettagliIstituzioni di Economia Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale. Lezione 26 I mercati finanziari
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Laurea Triennale in Ingegneria Gestionale Lezione 26 I mercati finanziari Prof. Gianmaria Martini Moneta e titoli Nei paesi industrializzati esistono varie tipologie di
DettagliIl monopolio (Frank, Capitolo 12)
Il monopolio (Frank, Capitolo 12) IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza
DettagliMacroeconomia, Esercitazione 2.
Macroeconomia, Esercitazione 2. A cura di Giuseppe Gori e Gianluca Antonecchia (gianluca.antonecchia@studio.unibo.it) 1.1 Domanda e Offerta aggregate/1 In un sistema economico privo di settore pubblico,
DettagliI mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM. Assunzione da rimuovere. Investimenti, I
I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM Assunzione da rimuovere Rimuoviamo l ipotesi che gli Investimenti sono una variabile esogena. Investimenti, I Gli investimenti delle imprese
DettagliIl mercato mobiliare
Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente
DettagliCapitolo 12 Il monopolio. Robert H. Frank Microeconomia - 5 a Edizione Copyright 2010 - The McGraw-Hill Companies, srl
Capitolo 12 Il monopolio IL MONOPOLIO Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori La differenza fondamentale
DettagliMacroeconomia, Esercitazione 2. 1 Esercizi. 1.1 Moneta/1. 1.2 Moneta/2. 1.3 Moneta/3. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.
acroeconomia, Esercitazione 2. A cura di Giuseppe Gori (giuseppe.gori@unibo.it) 1 Esercizi. 1.1 oneta/1 Sapendo che il PIL reale nel 2008 è pari a 50.000 euro e nel 2009 a 60.000 euro, che dal 2008 al
DettagliCapitolo 20: Scelta Intertemporale
Capitolo 20: Scelta Intertemporale 20.1: Introduzione Gli elementi di teoria economica trattati finora possono essere applicati a vari contesti. Tra questi, due rivestono particolare importanza: la scelta
DettagliIl modello IS-LM. Determiniamo le condizioni per cui il mercato dei beni è in equilibrio.
Il modello IS-LM In questa lezione: Definiamo l equilibrio economico generale. Determiniamo le condizioni per cui il mercato dei beni è in equilibrio. Costruiamo la curva IS e la curva LM e ne determiniamo
DettagliMD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte
MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.
DettagliUD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario
UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.
DettagliIndice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6
INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------
DettagliBlanchard Amighini Giavazzi, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011. Il modello IS-LM in economia aperta
Capitolo VI. Il modello IS-LM in economia aperta 1. I mercati dei beni in economia aperta Economia aperta applicata a mercati dei beni: l opportunità per i consumatori e le imprese di scegliere tra beni
DettagliLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ
LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO ATTRAVERSO LA FISSAZIONE DEL PREZZO IN FUNZIONE DELLE QUANTITÀ In questa Appendice mostreremo come trovare la tariffa in due parti che massimizza i profitti di Clearvoice,
DettagliNOTA OPERATIVA N. 7/2015. OGGETTO: Crediti per imposte pagate all estero, aspetti fiscali e modalità di calcolo.
NOTA OPERATIVA N. 7/2015 OGGETTO: Crediti per imposte pagate all estero, aspetti fiscali e modalità di calcolo. - Introduzione E sempre più frequente che le imprese italiane svolgano la propria attività
DettagliCOSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE
75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE
DettagliScelta intertemporale: Consumo vs. risparmio
Scelta intertemporale: Consumo vs. risparmio Fino a questo punto abbiamo considerato solo modelli statici, cioè modelli che non hanno una dimensione temporale. In realtà i consumatori devono scegliere
DettagliMERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA
MERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA 1 LA CURVA IS IN ECONOMIA APERTA In economia chiusa la domanda di beni nazionali coincideva con la domanda nazionale di beni: ( ) Z C + I + In economia aperta, invece,
DettagliPOLIZZE VITA CASO MORTE: TASSAZIONE DEI CAPITALI
POLIZZE VITA CASO MORTE: TASSAZIONE DEI CAPITALI IL CONSULENTE: TUTTO QUELLO CHE C E DA SAPERE L Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare 8/E del 1 aprile 2016 con cui fornisce dei chiarimenti
DettagliFABBISOGNO DI FINANZIAMENTO
FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,
DettagliRICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E.
RICLASSIFICAZIONE ECONOMICA DELLO S.P. E DEL C.E. La riclassificazione economica dello SP: La gestione dell impresa viene idealmente scomposta in aree omogenee di attività Le attività e le passività, i
DettagliCircolare N.62 del 10 Aprile 2013
Circolare N.62 del 10 Aprile 2013 IMU e IRPEF, obblighi dichiarativi e figli a carico Gentile cliente con la presente intendiamo informarla su alcuni aspetti in materia di IMU e IRPEF, con particolare
DettagliDipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014
Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa
DettagliIL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:
IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti
DettagliRISOLUZIONE N. 170/E. OGGETTO: Istanza di Interpello - ART.11, legge 27 luglio 2000, n. 212. X S.P.A.
RISOLUZIONE N. 170/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 12 dicembre 2005 OGGETTO: Istanza di Interpello - ART.11, legge 27 luglio 2000, n. 212. X S.P.A. Con l interpello specificato in oggetto,
DettagliIl mercato dei beni in economia aperta
Il mercato dei beni in economia aperta La differenza tra economia aperta e chiusa In una economia chiusa tutta la produzione viene venduta entro i confini nazionali, la domanda nazionale di beni (la spesa
DettagliCapitolo 26: Il mercato del lavoro
Capitolo 26: Il mercato del lavoro 26.1: Introduzione In questo capitolo applichiamo l analisi della domanda e dell offerta ad un mercato che riveste particolare importanza: il mercato del lavoro. Utilizziamo
DettagliLa tassazione dei fondi comuni di investimento (*) di diritto italiano
www.abforum.it La tassazione dei fondi comuni di investimento (*) di diritto italiano (*) Quanto viene scritto con riferimento ai fondi comuni di diritto italiano vale anche per le sicav di diritto italiano
DettagliPARTE 5: Risparmio, investimento e
: Risparmio, investimento e relazioni finanziarie L esistenza di soggetti con un eccesso di spesa sul reddito, ovvero con un eccesso di risparmio sull investimento determina trasferimenti di fondi da chi
DettagliEconomia Applicata ai sistemi produttivi. 06.05.05 Lezione II Maria Luisa Venuta 1
Economia Applicata ai sistemi produttivi 06.05.05 Lezione II Maria Luisa Venuta 1 Schema della lezione di oggi Argomento della lezione: il comportamento del consumatore. Gli economisti assumono che il
DettagliLe funzioni della banca. Lezione 1 1
Le funzioni della banca Lezione 1 1 Le principali funzioni svolte dalle banche sono: Funzione monetaria; Funzione creditizia; Funzione di mobilizzazione del risparmio; Funzione di trasmissione degli impulsi
DettagliLa Moneta e i Mercati Monetari. Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano)
La Moneta e i Mercati Monetari In questa lezione: Determiniamo le funzioni e l origine della moneta Introduciamo una nuova definizione della domanda di moneta (domanda di moneta di tipo keynesiano) Data
DettagliLa tassazione delle attività finanziarie
La tassazione delle attività finanziarie Integrazione al libro di testo Le attività finanziarie sono le diverse forme di impiego del capitale, come ad esempio: acquisto di azioni o quote di capitale di
Dettagli