RASSEGNA STAMPA RASSEGNA STAMPA 4 febbraio 2014

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1 RASSEGNASTAMPA 4 febbraio 2014

2 E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. ANNO 13 - N. 59e 1,20 in abbinata obbligatoria con Milano Finanza Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel , fax ; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel , fax La nuova Jeep AUTOMOTIVE FATE PRESTO di GIUSEPPE TRALLI Il tema è di quelli importanti: come è possibile sostenere Fca e la filiera automotive della Basilicata? continua a pagina 10 PRODOTTA A MELFI A Ginevra Fiat svela la Baby Jeep a pagina 10 CAPITALE DELLA CULTURA 2019 NON VOGLIAMO TIFOSI di PIERO QUARTO NON solo fa discutere, ma probabilmente le piace anche non passare inosservata. E allora il modo migliore è farla fuori dal vaso e sostenere continua a pagina 25 GAFFE PER LA BARRACCIU La sottosegretario sponsorizza la sua Cagliari a pagina 25 Sentenza del Tribunale di Potenza. Per questa inchiesta era stato costretto a rinunciare alla candidatura alle scorse politiche Pr escrizione Luongo liberato dopo 10 anni Iena 2: «Non luogo a procedere» per l ex deputato Pd Era accusato di corruzione per un contributo di 15 milioni di lire Prosciolti anche il sindaco di Anzi, Petruzzi, e gli ex direttori generali di Asl Matera e Crob, Dragone e Vertone Congresso Pd, nessun rinvio da Roma Lotti: «Sareste inefficienti e inaffidabili» BALVANO SCANZANO TRICARICO SANTORO e AMATO alle pagine 6, 7 e 8 Coperti dai caschi, in due rapinano l ufficio postale a pagina 20 Ecco la nuova giunta del sindaco Iacobellis a pagina 31 Filiera corta dei prodotti tipici per il Carnevale OSCAR 2014 IL SUD, LA NOSTRA GRANDE BELLEZZA di ANTONELLA PELLETTIERI La gallina altrimenti detta la grande bellezza. Se Arisa dichiara in TV che in... continua a pagina 15 L intervista all attore Servillo in occasione di MateRadio La chitarra da Oscar di Ferrandina alle pagine 13, 44 e Il congresso del Pd a pagina 29 VI SEGNALIAMO: POTENZA Auchan a rischio non solo il supermercato ma tutto il centro Il centro Auchan GIACUMMO a pagina 17 POTENZA Unioncamer e Trentatrè idee per una start up lucana LORUSSO a pagina 9 M AT E R A Smart cities Con Ferrara ed Enna progetto comune CIERVO a pagina 12 MOLITERNO Lancellotti sequestrator e? L incr edulità di un paese a pagina 24 L AU R E N Z A N A L ex sindaco dimenticato La rabbia della figlia a pagina 21 Pasquale Lamorte Adduce a Ferrara Canio Lancellotti Antonio B e l l a ro s a

3 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 Con il volume Mille Usi A 5,10 Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l Africano Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni Direzione Generale Direzione Politica (direzione politica@gazzettamezzogiorno.it) - Segreteria di Redazione (segreteria.redazione@gazzettamezzogiorno.it) - Cronaca di Bari (cronaca.bari@gazzettamezzogiorno.it) - Cronache italiane (cronaca.it@gazzettamezzogiorno.it) - Economia LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE PUGLIE Quotidiano fondato nel 1887 B A S I L I C ATA ' %%#'"! (economia@gazzettamezzogiorno.it) - Esteri (esteri@gazzettamezzogiorno.it) - Interni (politica.int@gazzettamezzogiorno.it) - Regioni (cronache.regionali@gazzettamezzogiorno.it) - Spettacoli (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali (iniziative.speciali@gazzettamezzogiorno.it) - Sport (sport@gazzettamezzogiorno.it) - Vita Culturale (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorno.it). w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o. i t "!" Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127 Numero 62 IL CASO ERANO QUARANTA, PER ANNI A CONTATTO CON L AMIANTO: 27 DECESSI E TREDICI INVALIDI GRAVI. NESSUN RISARCIMENTO Potenza e le vittime dimenticate della Suinicola SERVIZI IN CRONACA DI BASILICATA >> EX CIP ZOO Tutta l area dell ex porcilaia Cip Zoo, alla periferia di Potenza, è contaminata dai resti dell amianto [foto Tony Ve. c e ] «LA GRANDE BELLEZZA» VINCE L OSCAR GOVERNO ARRIVA IN AULA IL TESTO DI RIFORMA ELETTORALE, MA SUL SENATO L ACCORDO È A RISCHIO. TENSIONE CON NCD E FI. CAOS NEL M5S Renzi, una grana in meno Si dimette il sottosegretario Gentile: «Ma adesso si faccia luce» Ma il Pil 2013 crolla, il debito sale al 132% e i consumi precipitano QUANTI CALCOLI S BAG L I AT I SULLE REGOLE DEL GIOCO di GIUSEPPE DE TOMASO A rchiviato il caso Gentile, sta per tornare in prima pagina la riforma elettorale. Il tema non è in cima ai pensieri della gente comune, ma di sicuro è al centro dei pensieri della classe politica. Capi e sottocapi si marcano a uomo, nel timore che nuove regole del gioco possano danneggiare il proprio partito. A nulla vale la lezione della storia, ricca di colpi di scena e di conseguenze inintenzionali in materia. Quasi sempre, infatti, non solo in Italia, le riforme elettorali penalizzano i loro ideatori e premiano i loro detrattori. In Francia, il socialista Francois Mitterrand ( ) fece il diavolo a quattro contro la Grande Riforma di Charles De Gaulle ( ) che, oltre a modificare la Costituzione, introduceva il sistema maggioritario a doppio turno. SEGUE A PAGINA 17 >> CALPISTA CON ALTRI SERVIZI DA PAGINA 2 A 5 >> TA R A N T O RITRATTO IMPIETOSO No del «Riesame» alla scarcerazione di Sabrina Misseri l «Può ancora reiterare il reato». No alla trasformazione della detenzione in carcere in arresti domiciliari per Sabrina Misseri, condannata per l omicidio di Sarah Scazzi ad Avetrana. MAZZA A PAGINA 10 >> INTESA CON I CUPERLIANI Pd Puglia, Emiliano presenta la squadra Europee, via al toto-candidati l «Nessuno può occuparsi di Sud senza di noi». Michele Emiliano, appena tornato dalla Calabria, lancia il suo slogan. Spazio alla nuova segreteria regionale. L idea iniziale di Emiliano - portata alla direzione regionale del partito di ieri perché la approvasse - era di una segreteria a 15, ma alla conta della ripartizione delle correnti, alla fine ci si è accorti di aver creato sperequazioni tra le aree e si è deciso di portarla a 18. MARTELLOTTA A PAGINA 8 >> H O L LY W O O D Paolo Sorrentino ringrazia per l Oscar «ASSEDIO» A DONETSK E ODESSA. KIEV: NON CI ARRENDIAMO Trionfa Sorrentino è l orgoglio italiano E ringrazia famiglia, Fellini e Maradona l Pronostico rispettato a Hollywood: il film di Paolo Sorrentino «La grande bellezza» ha vinto l Oscar. Il regista ha ringraziato la famiglia e le sue «muse», tra cui Maradona. Entusiasmo in Italia e in particolare a Napoli, città natale di Sorrentino, del protagonista Toni Servillo e del produttore. SERVIZI ALLE PAGINE 18 E 19 >> Mezza Ucraina in mano ai russi Borse a picco. Ira della Merkel contro Putin. Giovedì vertice Ue DONETSK La polizia ucraina in assetto antisommossa fronteggia i dimostranti pro-russia che cercano di entrare nel palazzo del governo. locale SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7 >> M E M E N TO PER UN PAESE IN PIENA GRANDE B RU T T E Z Z A di OSCAR IARUSSI D opo il pre-oscar, oggi il post-oscar. Due pezzi facili ma non troppo, nonostante il nome di chi scrive :-). Nell ar ticolo di ieri su queste colonne abbiamo salutato l opportunità di un riscatto italiano - nel pieno di una crisi tanto umorale quanto economica - che potrebbe schiudersi grazie al successo hollywoodiano di La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Intendiamoci, un film è un film: lo si vede, piace o no, poi si va a casa e i problemi di ogni giorno sono lì ad aspettarti, con l aggravio del compenso dovuto alla baby sitter. A proposito, sarà utile ricordare che La grande bellezza va in onda stasera su Canale 5 (Medusa è nella produzione). La vittoria dell Oscar non segnala necessariamente un capolavoro, anzi, molte volte è il contrario. Un genio visionario quale Stanley Kubrick non se lo aggiudicò mai. SEGUE A PAGINA 17 >> ROMA Fiorello con la moto investe pedone «Era sulle strisce» A PAGINA 11 >> CHOC A COSENZA Era scomparsa aveva ucciso il figlio e tentato il suicidio A PAGINA 11 >> DIRITTI UMANI L Onu sui due Marò «Trattenuti in India da troppo tempo» A PAGINA 11 >> SCHIAVITÙ, IERI OGGI E DOMANI di GIUSEPPE TUCCI A PAGINA 17 >>

4 . RASSEGNASTAMPA LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o. i t Siamo presenti a: Anzi, Brienza, Calvello, Corleto Perticara, Francavilla in Sinni LA GA Z Z E T TA DI POT E N Z A - LA GA Z Z E T TA DI MAT E R A Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/ Fax: 080/ redazione.potenza@gazzettamezzogiorno.it Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/ Fax: 080/ redazione.matera@gazzettamezzogiorno.it Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/ Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/ Fax: 0835/ Necrologie: - Gazzetta Affari: LE ALTRE REDAZIONI Bari: 080/ Foggia: 0881/ Lecce: 0832/ Barletta: 0883/ Brindisi: 0831/ Taranto: 099/ ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/ , dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/ , commerciale@gazzettamezzogiorno.it. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/ Siamo presenti a: Laurenzana, Nova Siri Marina, Potenza, San Giorgio Lucano, Villa D Agri I R I VO L U Z I O N E CRISI E MONDO C A P OVO LTO A CARNEVALE di MIMMO SAMMARTINO l tempo della crisi, tempo di smarrimento di riferimenti e certezze, oltre che di condizioni e di opportunità, stravolge persino i ruoli. Sempre più spesso, dai piani alti dei Palazzi, si sente parlare di «rivoluzione». Termine appartenuto, nella storia, agli estranei al potere. Agli esclusi, ai sottomessi. Ai ribelli verso qualsiasi ordine esistente. È vero che, sempre più frequentemente, questo tempo tende a sciogliere il legame esistente fra parole e loro senso. Tra significati e significanti. L'eloquio propagandistico della politica sempre meno pensiero, sempre più spot, battuta efficace per tivvù o rete, ostaggio della sindrome del «velocismo», come l'ha battezzata il politologo Giovanni Sartori costi - tuisce un fulgido esempio in tale direzione. Il comandamento è: stupire. Perciò ci si compiace col ricorso a paradosso e ribaltamento. L'emblema del mondo rovesciato, dell'universo posto sottosopra, è per rito e tradizione il carnevale. La maschera è rappresentazione dell'alterità. Del mondo degli inferi che, in un tempo e in uno spazio circoscritti, irrompe nel tempo quotidiano. Nello spazio dei vivi e nella storia. In questa circostanza i subalterni, i maltrattati, i buffoni possono diventare re. E i re possono essere sbeffeggiati. A carnevale si può, perchè tutto è capovolto. Il sotto sta sopra. E viceversa. Ma carnevale, proprio per questo, è garanzia dello status quo. Perché, finito il disordine rituale della festa, tutto deve tornare, immutato, nei margini descritti dall'orizzonte noto. Come prima. Più di prima. Ecco cosa preoccupa: se la politica, anche nel linguaggio, sceglie l inno all in - versione simbolica, se non si ripiega a svolgere la propria missione che le impone scelte tangibili e risultati concreti, si precipita nello spirito carnascialesco. Ma qui, dopo frizzi e lazzi, si sa che tutto è destinato a tornare esattamente come prima. Ciò che inquieta è l'idea che, passato il martedì grasso, ci si debba rassegnare al digiuno di una quaresima permanente. Senza resurrezione. IL CASO NESSUNO HA RICEVUTO RISARCIMENTI. E INTANTO LA BONIFICA DEL SITO NON PARTE: MANCA LA COPERTURA FINANZIARIA Quei morti dimenticati della Suinicola di Potenza Per anni a contatto con l amianto: 27 decessi e 13 invalidi gravi Fioccano le cause contro l Inps soprattutto di lavoratori della Valbasento l Erano quaranta. Ventisette di loro sono morti e tredici vivono con un invalidità permanente. Sono i lavoratori della Cip Zoo di Potenza, la porcilaia zeppa d amianto che ancora oggi costituisce una delle emergenze ambientali. Nessuno di loro ha mai avuto un soldo, quel risarcimento previsto dall articolo 29 comma 4 della legge 677/1991. Tutto questo nonostante il sequestro del sito da parte della magistratura, la certificazione, da parte dell Azienda sanitaria, della presenza di fibre d amianto e il verbale di sopralluogo dell Ar - pab, datato 2006, in cui si parla di amianto aerodisperso. BRANCATI A PAGINA III >> COMMERCIO Licenziamenti all Auchan di Tito «La crisi? No, il sito è sovradimensionato» l Sono 43 i lavoratori dell Auchan di Tito che si avviano verso la mobilità. Colpa della crisi? Secondo Marco Trotta, presidente Ascom, la verità è che il sito è sovradimensionato rispetto al bacino d utenza. Considerazione fatta fin dall inaugurazione. «E ora si paga il conto». SERVIZIO A PAGINA VIII >> SAN NICOLA DI MELFI MELFI Alla Sata sarà prodotto il mini Suv «Renegade» (da automobilismo.it) oggi presentato a Ginevra Il giorno di «Renegade» al salone di Ginevra Si presenta oggi il nuovo mini Suv che sarà prodotto nello stabilimento Fiat Sata l Si presenta oggi nel salone di Ginevra il nuovo mini Suv di casa Jeep che sarà prodotto nello stabilimento Fiat Sata a San Nicola di Melfi. Si chiamerà «Renegade» e segnerà l era del dopo «Punto». Precederà di qualche mese l altra auto che verrà prodotta nello stabilimento melfitano: la Fiat 500X. Quest ultima sarà presentata, in autunno, a Parigi. P OT E N Z A In casa Pd idea Restaino candidato sindaco l Potrebbe essere una corsa a tre nel centrosinistra per il candidato sindaco di Potenza: Roberto Falotico (Realtà Italia) Pietro Campagna (Cd) e Erminio Restaino (Pd). INCISO A PAGINA II >> B A LVA N O Ladri con il casco rapina alle poste bottino: 10mila euro MASSARO A PAGINA VII >> P OT E N Z A Via del Gallitello la strada senza numeri civici IERACE A PAGINA VI >> CORLETO PERTICARA L assessore Ottati nei campi della valle del petrolio SERVIZIO A PAGINA VII >> POTENZA I PROGETTI SELEZIONATI PER «STARTCUP 2014» Nuove idee di impresa all insegna dell innovazione PRONTO GAZZETTA DENUNCIA DI ABUSO D UFFICIO Auto di disabili nella Ztl solo per il carico-scarico POTENZA I SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA NON FUNZIONANO Quelli dello spray selvaggio all assalto del centro storico INCONTRO La presentazione dei progetti selezionati per la business plan competition [foto Tony Vece] l La circolazione e sosta dei veicoli dei disabili preclusa nelle aree pedonali urbane di Matera. È la denuncia del presidente dell associazione Ambiente e Legalità Pio Abiusi, pensionato e invalido totale e permanente al cento per cento. L uomo ha inoltrato un esposto denuncia alla Procura contestando il reato di abuso d ufficio, chiamando in causa il dirigente del settore VIA PRETORIA Muri degli storici edifici presi di mira [foto Tony Vece] Polizia Locale. SERVIZIO A PAGINA IV >> S O S TA Area per disabili MASTRANGELO A PAGINA X >> LAGUARDIA A PAGINA V >>

5 Anno 91 n. 61 1,30 Martedì 4 Marzo 2014 Mario Lodi U: Un futuro Duello tra per la città Prandelli della scienza maestro popolare e Conte Greco pag. 19 pag. 22 Rossi Doria pag. 17 Ho imparato più dalle opere di Resnais che dalla scuola: ora una parte della mia memoria è orfana. Certo, rimangono i suoi film, ma io pensavo che un artista di questa grandezza sfiorasse l immortalità. Tahar Ben Jelloun Gentile costretto a lasciare Il sottosegretario Ncd lascia, travolto dalle polemiche per l intervento censorio all «Ora della Calabria» Oggi in aula la legge elettorale: è ancora scontro sul «vincolo» con le riforme Fi minaccia ma si tratta Gentile alla fine fa un passo indietro: il sottosegretario Ncd lascia l incarico. Renzi ne prende atto con soddisfazione e ringrazia il partito di Alfano. Oggi arriva in aula alla Camera la legge elettorale ma è scontro sui tempi. Forza Italia minaccia, ma si tratta a oltranza. CARUGATIFRULLETTIFUSANIAPAG.2-3 Staino L INTERVISTA Guerini: scelta giusta, è il segnale che volevamo ZEGARELLI A PAG. 3 Evitare il bis del Porcellum CLAUDIO SARDO LA RIFORMA ELETTORALE È NECESSA- RIA. MA L ITALICUM VA CAMBIATO, E NON IN PARTI MARGINALI. Il testo da oggi all esame della Camera è troppo simile al Porcellum: nega ai cittadini il diritto di scelta dei deputati, conferma il bipolarismo coatto incentivando le coalizioni lunghe con micro-partiti e liste civetta, ripropone contro il buonsenso una vasta gamma di soglie di sbarramento. Per di più, i gravi difetti tecnici (il famigerato «algoritmo») sul riparto dei seggi non sonostati ancora superati e le simulazioni continuano a dare esiti casuali (nel sensoche unpartitopuòottenerepiùvotia Catanzaro ma quei voti servono a eleggere un parlamentare a Treviso). SEGUE A PAG. 16 È l Italia Bellezza Ultimatum e blitz Paura in Crimea Sebastopoli: intimata la resa alla Marina ucraina, poi Mosca smentisce Si aprono nuovi fronti, mentre Merkel accusa: Putin fuori dalla realtà Ultimatum russo (poi smentito) alla Marina ucraina perché si arrenda a Sebastopoli. Un blitz al governatorato di Donesk occupato dai russi. La tensione è sempre più alta in Ucraina, mentre sul fronte diplomatico non si fanno passi avanti. La riunione del G8 è stata sospesa. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha mosso dure accuse a Putin per l aggravamentodella crisi: «È fuori dalla realtà». L Europa cerca una mediazione ma si divide sulle possibili soluzioni. ARDUINI BERTINETTO DE GIOVANNANGELI SOLDINI A PAG. 4-7 Soluzioni realistiche L ANALISI ROCCO CANGELOSI Mentre la crisi ucraina volge al peggio con il ventilato ultimatum russo lanciato alle forze armate di Kiev (poi smentito) e le truppe di Putin prendono il controllo della Crimea, si susseguono le dichiarazioni di principio sul rispetto dell integrità territoriale degli Stati, facendo appello alla Carta dell Onu e alle conclusioni della Csce di Helsinki. SEGUE A PAG. 4 IL CASO «Corruzione» Formigoni a giudizio con altri sette La vicenda dei «benefit» di Maugeri e la Lombardia VESPO A PAG. 10 Quel «quid» spirituale che ha permesso il trionfo di Sorrentino CRESPI A PAG. 8 Da «12 anni schiavo» a «Gravity»: il resto era già tutto previsto GENTILE A PAG. 8 Scola: un bel premio che apre uno spiraglio per il nostro riscatto GALLOZZI A PAG. 9 Los Angeles-Sibari: tra la festa e la morte le due facce del Paese DI CONSOLI A PAG. 16 FRONTE DEL VIDEO Una vittoria sulla televisione MARIA NOVELLA OPPO ANCHE SE SOFFIANO VENTI DI GUER- ni si è mangiata tutto lo spazio immaginario, imponendo il suo marchio su tut- RA CHE CI FANNO IMPARARE la geografia di Paesi non tanto lontani. Anche se il debito sale e Pompei crolla. politica, che dovrebbe governare e non te le forme di vita sociale. Compresa la Anche se è morto il maestro Mario Lodi e ogni giorno si porta via un corpo di Nonostante tutto, Sorrentino ha vinto essere governata dalla comunicazione. donna scempiato. Anche se la grande e con lui ha vinto Roma, ma soprattutto Napoli, una delle nostre capitali, volgarità insidia la grande bellezza, o forse proprio per questo, la vittoria quella, anzi, che ha fatto, nel tempo, la dell Oscar ci sembra quasi un risarcimento. e la sua Resistenza popolare. Ed è per sua rivoluzione giacobina aristocratica Un risarcimento che il cinema ha questo,forse, che la Napoli di Sorrentino è anche la Napoli di preteso dalla tv, che negli ultimi decen- Maradona.

6 2 PRIMO PIANO IL GOVERNO I PRIMI GUAI Renzi avrebbe detto ai suoi fedelissimi di rispettare e apprezzare una scelta che resta, ad ogni modo, del Nuovo Centrodestra La resa di Gentile aiuta Renzi il governo supera la prima grana Il senatore Ncd lascia l incarico di sottosegretario. Alfano: per noi viene prima l Italia l ROMA. Dopo 48 ore di polemiche infuocate, Antonio Gentile si «arrende». Il senatore Ncd, nominato sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, a pochi giorni dal caso del quotidiano «L'Ora della Calabria», cede alle pressioni di chi da buona parte del Pd all intera opposizione - voleva le sue dimissioni. È «una decisione sofferta», giunta correva il rischio di presentarsi spaccato. Il passo richiesto al senatore da più parti, alla fine, arriva i ro n i a della sorte proprio mentre la Procura di Cosenza annuncia che il senatore non è indagato nell inchie - sta che si è aperta sulle pressioni che sarebbero state esercitate su «l'ora della Calabria» per impedire la pubblicazione della notizia di al termine di «una riflessione amara», quella che Gentile annuncia in una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi e al «suo» leader, Angelino Alfano. Una decisione che, di fatto, toglie le castagne dal fuoco al governo ricucendo i rapporti nella maggioranza proprio mentre il nodo dell Italicum si avvia al suo climax. E, a testimonianza di ciò, Renzi avrebbe detto ai suoi fedelissimi di rispettare e apprezzare una scelta che resta, ad ogni modo, di Ncd. IL MINISTRO Angelino Alfano Scelta fatta «nell interesse del Paese», al termine di «uno stillicidio», u n indagine in cui è coinvolto il rimarca Gentile nella sua missiva, figlio del parlamentare. Notizia, alla quale fanno eco le parole di Alfano: «Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Per noi viene prima l Italia». Di certo, la decisione di Gentile rende vana la mozione di sfiducia presentata da Sel e annunciata dal M5S ed evita un voto in Aula dove il Pd quella annunciata dal Pm Dario Granieri, alla quale guardava con interesse anche Palazzo Chigi, deciso ad attendere l eventuale ingresso di Gentile nel registro degli indagati prima di fare qualsiasi mossa. Con le dimissioni del senatore, Renzi avrà un nodo in meno da sciogliere e potrà concentrarsi con più tranquillità sul suo programma, L EMERGENZA MA I SINDACATI METTONO LE MANI AVANTI: LE REGOLE NON SERVONO A CREARE NUOVA OCC U PA Z I O N E Lavoro, un piano in due tempi prima le norme e dopo le risorse Il ministro: per i disoccupati occorre uno strumento universale Movimenti nel Pd Grassi abbandona i cuperliani Il vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, il pugliese, Gero Grassi abbandona la corrente cuperliana. E lo fa con una lettera indirizzata direttamente a Gianni Cuperlo: «Noi - spiega il parlamentare - abbiamo il difetto della sincerità e siamo interessati a costruire un area riformista interna capace di durare al di là di una stagione congressuale. Un area plurale, laica e cattolica che, richiamandosi ai valori del solidarismo e della persona, tenta di dare voce a quanti vogliono essere cittadini attenti alle periferie umane della società. Un Area che fosse in grado di superare lo steccato di autosufficienza culturale e gestionale della esperienza delle segreterie precedenti. Un Area che sceglieva di sostenere un candidato bravo come te, ma non riconducibile alla propria tradizione politica. Partita la stagione congressuale siamo intervenuti a una sequenza di incontri nel corso dei quali tu sei sempre stato molto bravo sul piano della esposizione culturale, meno in quella della rappresentanza plurale. L idea che il congresso fosse perso ha portato le sensibilità della sinistra interna a difendere la propria presenza e basta. Purtroppo hai proseguito in uno stile decisionale autoreferenziale e leaderistico non sentendo mai la necessità di un confronto con noi. Si tratta anche di dare alla politica l'immagine concreta e non solo la sensazione di un'arte umana tendente a risolvere i problemi delle persone, tutte, senza distinzioni. Ti comunichiamo che all interno del PD non ci sentiamo più rappresentati da te e che agiremo sempre e soltanto con lo scopo di far crescere il partito plurale cui aspiriamo». che il premier vuole rapido e concreto. Con il Piano Casa, venerdì sul tavolo del Cdm, come primo appuntamento chiave, e il Jobs Act come partita che Renzi vuole chiudere prima dell incontro a Berlino con Angela Merkel. E in una lettera inviata ai sindaci italiani, Renzi, confermando come fin «dalla prossima settimana arriveranno i primi provvedimenti economici», rimette in primo piano uno dei suoi cavalli di battaglia: il piano di edilizia scolastica. «Scegliete all interno del vostro Comune un edificio scolastico. Inviateci entro il 15 marzo una nota sintetica» sul loro stato, «noi cercheremo nei successivi quindici giorni di individuare le strade per semplificare le procedure di gara e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna», scrive il premier nella sua missiva. Quella dei sottosegretari, tuttavia, resta una rosa con diverse spine, con altri tre elementi freschi di nomina, i dem Francesca Barracciu, Vito De Filippo e Umberto Del Basso De Caro che risultano indagati nelle regioni di appartenenza. E' soprattutto sulla prima indagata per peculato nel caso delle spese pazze dei fondi ai gruppi regionali sardi ad essere finita nel mirino di Ncd in questi giorni. Casi sui quali, archiviato il nodo Gentile, si potrebbe ora concentrare l'attenzione dell op - posizione e degli alfaniani. Michele Esposito l ROMA. Potrebbe concretizzarsi in due tempi la riforma del lavoro targata Matteo Renzi: nei prossimi giorni potrebbe arrivare un quadro di norme sul mercato del lavoro come il contratto di inserimento e l al - lungamento della durata per i contratti a termine senza bisogno di causale (da uno a tre anni), modifiche che non hanno bisogno di risorse, e in un secondo tempo gli interventi che hanno bisogno di copertura finanziaria come il taglio al cuneo fiscale e l estensione del sussidio di disoccupazione ai collaboratori. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti è al lavoro sul dossier «Jobs act» e nei prossimi giorni dovrebbero essere date le deleghe ai sottosegretari (una riunione è prevista per domani). Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nei giorni scorsi ha annunciato un intervento in tempi brevissimi (15 giorni, ha detto) e probabilmente in tempi così stretti sarà possibile solo definire un piano di massima ROMA Una veduta di Palazzo Chigi sulla regolazione del mercato. Già i sindacati hanno messo le mani avanti su un intervento solo normativo e sul tipo di iniziativa che il Governo potrebbe avere in mente. La Cgil si è detta disponibile a discutere di un sussidio di disoccupazione universale ma non a rinunciare a ammortizzatori in caso di sospensione delle ore lavorate lo stesso universali (quindi cig per tutti e non solo per l industria e per le grandi imprese ma pagata, dice la Cgil, con i contributi di tutti i lavoratori e tutte le imprese), sistema questo che aumenterebbe il costo del lavoro in una situazione nella quale invece si vuole ridurlo. «Le normative non creano posti di lavoro, ha detto il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni in una intervista, servono solo a regolare meglio il mercato. Temo, ha detto a proposito delle risorse necessarie su cuneo e debiti P.A, si facciano promesse che non si possono mantenere». «Abbassare le tasse è il primo passo necessario per ridurre la disoccupazione ha avvertito il leader Uil, Luigi Angeletti tutto il resto sono parole». «Nessuno deve stare con le mani in mano ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti stiamo pensando soprattutto al tema delle politiche attive, ossia far in modo che tutti abbiano un opportunità, che si tratti di formazione, creare una piccola azienda, a cominciare a lavorare». Poletti ha spiegato che il Governo lavora a uno «strumento che abbia valenza universale» per quanto riguarda la protezione contro la disoccupazione. «Abbiamo una serie di lavoratori ha detto -che hanno un elemento di difesa di fronte alla crisi mentre altri che sono completamente senza nulla. Abbiamo un obbligo nei confronti di tutti i lavoratori e quindi dobbiamo trovare uno strumento adeguato che abbia valenza universale». Al momento l Aspi introdotto dalla legge Fornero sul lavoro può essere chiesto solo da lavoratori dipendenti (non quindi dai collaboratori) che perdano involontariamente il lavoro. Per il 2014 la durata massima è di 8 mesi per gli under 50 (salirà a 10 mesi nel 2015), 12 mesi per le persone tra i 50 e i 55 anni e 14 per quelli over 55.

7 .. RASSEGNASTAMPA PRIMO PIANO 3 Il presidente del Consiglio: «L accordo è alla portata», ma aggiunge che si devono «superare ancora varie difficoltà». È guerra tra «lodi» LA DIRETTA Segui gli aggiornamenti sul telefonino. Le istruzioni sono a pagina 17 IMBARAZZO Il premier Matteo Renzi non è intervenuto direttamente nella questione del sottosegretario Gentile, affidandosi per una soluzione al leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano L Italicum arriva in aula ma l accordo è già a rischio Mal di pancia nel Pd e tra gli alfaniani. Forza Italia: ok al patto o salta tutto l ROMA. C'è in gioco il destino della legge elettorale e delle riforme costituzionali. Tratta perciò in prima persona, Matteo Renzi. A poche ore dall inizio delle votazioni in Aula alla Camera sull'italicum, il premier cerca il punto di caduta che permetta di tenere in piedi l intesa con Silvio Berlusconi, ma allo stesso tempo rispondere alle preoccupazioni del Nuovo centrodestra e della minoranza Pd. «Siamo alla stretta finale, possiamo davvero portare a casa la legge elettorale entro la settimana», dice ai suoi. E conferma che I NODI FORSE IL LUCANO VICECONTE AL POSTO DEL SOTTOSEGRETARIO CALABRESE La sfida delle europee test per la Regione Puglia Scendono in campo Emiliano e Ferrarese l accordo è «alla portata», ma aggiunge che si devono «superare ancora varie difficoltà». Il nodo attorno a cui ruota l in - tera trattativa è ancora quello dell entrata in vigore della nuova legge elettorale. Alfaniani e il fronte composito della minoranza dem, ma anche gli altri piccoli partiti della maggioranza di governo, chiedono che si vincoli l entrata in vigore dell Italicum alla riforma del Senato. E mettono sul piatto diverse soluzioni: il «lodo D At - torre (cancellare dall Italicum le norme sul Senato), il «lodo Lauricella (la legge è applicabile solo dopo la riforma del bicameralismo), il lodo Pisicchio (entrata in vigore dopo un anno o 18 mesi), il lodo Balduzzi (gennaio 2016). Ma FI non vuole saperne. I contatti sono intensi. Oggi pomeriggio è previsto in Aula alla Camera l inizio delle circa 300 votazioni sugli emendamenti al testo dell Italicum. I tempi sono contingentati, poco più di venti ore: si può chiudere in settimana. Ore cruciali dunque, per la riforma del voto, che sarebbe stata, secondo fonti parlamentari, anche tra i temi al centro del lungo colloquio avuto da Renzi con il presidente della Repubblica Giorgio Napolit a n o. «Quelli che non vogliono cambiare legge elettorale sono tanti, marciano separati ma colpiscono insieme avverte Roberto Giachetti su Twitter Sarà dura». Ma Renzi guarda dritto all obiettivo e tiene perciò in prima persona i contatti con Ncd e con FI, tanto che si parla di un incontro del premier con una delegazione forzista guidata da Denis Verdini. Ncd chiede al premier di sigillare l impegno a FORZA ITALIA TAM TAM SUI PROGETTI DELL EX MINISTRO, MA LA DECISIONE SEMBRA SCONTATA. SARÀ CONFRONTO A DISTANZA CON GIOVANNI TOTI Fitto, la tentazione di presentarsi al voto per Strasburgo l Il tam tam di Forza Italia dà per assai probabile la candidatura di Raffaele Fitto, leader forzista in Puglia, alle europee del 25 maggio. L ex ministro degli Affari Regionali sarebbe pronto a rendere nota a giorni la decisione. Chi segue le vicende del partito berlusconiano racconta che il Cavaliere, accortosi della freddezza fittiana dopo gli sviluppi che hanno portato Giovanni Toti all in - carico di consigliere politico del Capo, vorrebbe coinvolgere l ex presidente pugliese nello stato maggiore del partito. Fitto, però, pur confermando a Berlusconi la sua lealtà, non intenderebbe accettare profferte e inviti. Il suo obiettivo, invece, sarebbe quello di dimostrare al Cavaliere, ma soprattutto al circo magico che lo circonda, il proprio peso elettorale. Di qui l orientamento a presentarsi alle europee di maggio nella circoscrizione meridionale, in un confronto a distanza con Toti, che sarà, al cento per cento, il capolista di Forza Italia in una circoscrizione settentrionale. Fitto è stato in prima fila nei mesi scorsi nel capeggiare il fronte dei lealisti contro la scissione avviata da Angelino Alfano. Molti si aspettavano la sua consacrazione a delfino del leader. Invece è spuntata l ipotesi Toti, caldeggiata dai componenti dell area ristretta berlusconiana (Paolo Romani a Maria Rosaria Rossi per citare due nomi), anche se Berlusconi ha poi ridimensionato le aspirazioni dell ex direttore del Tg4. LEADER PUGLIESE Raffaele Fitto portare avanti una legislatura costituente, legando la riforma del voto a quella del Senato. FI, che vuole tenersi le mani libere per il voto, dice no a qualsiasi termine differito per l entrata in vigore della legge e minaccia di far saltare l accordo sulle riforme se l impianto dell Italicum sarà cambiato. Gli azzurri si dicono pronti a discutere modifiche non sostanziali, ma per sventare un intesa in extremis Renzi-Alfano, fanno partire un fuoco di fila di dichiarazioni: «No al ricatto dei cespugli», dice Brunetta. E Giovanni Toti, che è ad Arcore mette in guardia dal far «arenare» il patto. La minoranza Pd, intanto, stabilisce la sua «linea Maginot». Vogliamo assolutamente fare la legge elettorale, non sabotarla, viene spiegato al termine di una riunione alla Camera. Restano punti critici sull'impianto del testo e ci si batterà per modificarli ma una priorità è stabilire un link preciso tra Italicum e riforme. Per offrire un possibile «terreno a un compromesso», Alfredo D Attorre presenta un emendamento per cancellare dal testo le norme sul Senato. E resta l emendamento Lauricella, che vincola l entrata in vigore della legge alla riforma del Senato. In serata si attende Renzi a u n assemblea del gruppo alla Camera. Ma l incontro viene rinviato a oggi. Serenella Mattera ROBERTO CALPISTA l BARI. Grandi manovre chiuse e subito riaperte alla corte di Renzi. Perché se a Roma c è ora l affaire del dopo Gentile, il sottosegretario in quota Ncd che ieri sera ha rassegnato le dimissioni lasciando un casella vuota nella squadra di governo, è a Bruxelles che si giocheranno i riassestamenti politici locali. Con la Puglia e la Basilicata pronte a combattere fino in fondo. Andiamo con ordine. «Perso» un uomo, toccherà con ogni probabilità ad Alfano avanzare il nome dell alter nativo. E tolti i due pugliesi, Azzollini e Leone, le tracce porterebbero al senatore lucano Guido Viceconte, che del resto è già stato sottosegretario alle infrastrutture e che risponde a pieno titolo ai due requisiti richiesti: è del Nuovo Centrodestra ed è del Sud (anche se Gentile in realtà rappresentava la Calabria). Il rebus dovrebbe essere sciolto a breve, anche perché bene informati dalla capitale raccontano di un premier a dir poco seccato da questa battuta d arresto e (molto) di immagine. Di grandi manovre in grandi manovre. Sono queste ultime che portano al 25 maggio quando si voterà per le europee. E qui entrano in ballo tutti i big pugliesi al momento apparentemente in stand by. Tre su tutti: Massimo Ferrarese per il centrodestra; Michele Emiliano e Gianni Pittella nel centrosinistra. Sfide che potrebbero strettamente intrecciarsi tra loro. A destra c è innanzitutto da vedere cosa accadrà in Forza Italia. Ma non solo, perché la sfida con il nuovocentrodestrista Ferrarese potrebbe essere anche in chiave Regione Puglia, dove il cambio al vertice è previsto per il prossimo anno. Una «guerra» tutt in - terna che, partendo dal 25 maggio e terminando dopo un anno, servirebbe anche da conta per la leadership nel Tacco d Italia, dove gli alfaniani guidati dal neo sottosegretario al lavoro, Massimo Cassano stanno facendo una campagna acquisti pesante sia tra gli centristi dell Udc, quanto tra gli ex forzisti. U n «esercito» in cui è entrato da tempo lo stesso Ferrarese che a questo punto sarebbe un pezzo da novanta anche per il dopo Vendola. Una sfida che diventerebbe un test con l ingresso di peso di Michele Emiliano. Il segretario pugliese del Pd non ha mai fatto mistero del suo futuro: punta direttamente alla Regione. Un percorso che prevede - venuti meno ministero e sottosegretariato - un passaggio da Bru- xelles/strasburgo. Alla chiamata di Renzi come capolista nella circoscrizione Sud Italia ha risposto con un «Obbedisco». Tesi confermata ieri e rafforzata dal documento, di cui si è fatto promotore, di sostegno al premier da parte dei dem del Mezzogiorno. Quindi il sindaco uscente di Bari e Ferrarese darebbero vita a delle «involontarie» primarie delle larghissime intese per «assaggiare» l e l e t t o r at o. Il terzo incomodo. O meglio, il problema per Emiliano verrebbe da casa sua. Dove per la candidatura europea n.1 nel Pd scalpita il lucano, Gianni Pittella, forte dell attuale ruolo di vicepresidente vicario del parlamento europeo e pronto a tutto per ottenere la riconferma. Pittella è un ex dalemiano folgorato come tanti sulla strada di Firenze. D Alema continua a sgambettare Emiliano. Renzi per ora si tiene alla larga dalla beghe, ma prima o poi dovrà sce gliere. LA SFIDA Dall alto, in senso orario, Guido Viceconte, Michele Emiliano, Gianni Pittella e Massimo Ferrarese

8 . RASSEGNASTAMPA 6 PRIMO PIANO UCRAINA VENTI DI GUERRA LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE Unanime condanna della «violazione russa della integrità territoriale ucraina». Si valuta il possibile boicottaggio del G8 di giugno a Sochi Anche l Est va con Mosca Kiev: non cederemo mai Dopo la Crimea, la rivolta filo-russa dilaga a Odessa e Donetsk Borse mondiali in picchiata Il rublo «ruzzola» del 10,8% L esperto: nessun allarme energetico per il gas italiano l M I L A N O. Le tensioni tra Russia e Ucraina e i timori di un escalation della crisi scuotono i mercati finanziari. Le borse, arrivate la scorsa settimana ai massimi degli ultimi anni, vanno a picco mentre gli investitori cercano porti sicuri e si rifugiano nell oro, nello yen e nel franco svizzero. Salgono anche le quotazioni del greggio e del grano visto che l Ucraina è considerata il granaio d Europa. Di certo l occupazione russa della Crimea e le minacce Usa di sanzioni contro Mosca sono accolte male fin dalla riapertura dei mercati. Soffre, ma tutto sommato contiene i danni, Tokyo dove lo yen si apprezza rispetto al dollaro mentre, seguendo i fusi orari, quando tocca alla borsa moscovita, è crollo. Il risultato finale a Mosca sarà di una caduta del 10,8% con il rublo ai minimi storici malgrado l intervento della banca centrale russa per rialzare i tassi. In difficoltà anche le valute delle regioni vicine, lo zloty polacco, il fiorino ungherese e la lira turca. Si rafforza invece il franco svizzero, ai massimi da novembre 2011 rispetto al dollaro e da oltre un anno sull e u ro. Le borse europee intanto cadono come tessere di un domino con Francoforte (-3,44%) e Milano (-3,34%) a guidare i cali mentre Wall Street non riesce a fare da argine contro le perdite, malgrado i dati migliori delle attese arrivati dall indice Ism manifatturiero e dalla spesa per consumi personali. Le vendite colpiscono in prima battuta banche e aziende presenti nell area della crisi, come Carslberg (-5%), prima birra in Ucraina, con i gruppi tedeschi e gli italiani Unicredit (-6%) e Buzzi Unicem (-8%) tra i più penalizzati. Ma i venti di guerra offrono anche agli investitori l occasione per prendere profitto dei recenti guadagni e i ribassi, alla fine, sono trasversali a tutti i listini e ai settori. Si salvano forse i petroliferi grazie al rialzo del greggio. Il Brent si è infatti apprezzato a quota 112,40 dollari al barile, tra i beni rifugio, l oro si è riportato ai massimi di fine ottobre (a dollari l'oncia). Schizzano infine i prezzi del grano sui timori l K I E V. L Ucraina rischia di frantumarsi. La Crimea è già in mano alla Russia, e la rivolta filo-mosca dilaga in tutto l est: dalla capitale economica del Paese, Donetsk, a Odessa. Le unità militari ucraine nella penisola sono circondate da soldati di Mosca e il ministero della Difesa di Kiev paventa addirittura un ultimatum entro le 5 del mattino, anche se il comando della flotta russa del Mar Nero smentisce come «una totale assurdità» il timore di un assalto. Nelle regioni russofone dell Ucraina orientale e di quella meridionale è comunque la piazza a muoversi in favore del Cremlino, mentre su alcuni palazzi del potere locale sventolano già i colori russi. A Donetsk, importante città del bacino minerario del Donbass, al confine con la Russia, migliaia di sostenitori del Cremlino sono scesi in piazza contro la nomina a governatore dell in - fluente oligarca Serghii Taruta decisa da Kiev e in centinaia hanno fatto irruzione nella sede del governo regionale occupandone alcuni piani. Non solo, ma il parlamento locale sembra voler seguire le orme della Crimea, dove il premier locale ha invocato ieri apertamente la «piena indipendenza» dall Ucraina, annunciando di voler convocare a sua volta un referendum sullo status della regione: e intanto il potere di fatto da quelle parti appare nelle mani di Pavel Gubarev, il «comandante» degli insorti locali, «eletto» governatore due giorni fa dai filorussi. Imponenti manifestazioni a favore della Russia si sono svolte anche a Dnipropetrovsk, nella terra d origine della pasionaria Iulia Timoshenko, e a Odessa. Nella storica città portuale sul Mar Nero centinaia di persone sono peraltro scese in piazza in favore del nuovo governo ucraino, lo stesso che il Cremlino accusa di «estremismo» e che non ritiene legittimo. Ma anche sul palazzo del Consiglio regionale di Odessa adesso sventola la bandiera russa: circa 700 manifestanti pro-mosca hanno fatto irruzione nell edificio mentre era in corso una riunione di emergenza, anche se lì il Consiglio regionale si è rifiutato di indire un referendum autonomista. che un eventuale scontro militare possa avere un impatto sula produzione dell Ucraina. Secondo Andrea Bollino, professore di Economia dell Energia alla Luiss di Roma, non c è alcun allarme energetico per l Italia a causa della crisi in Ucraina. Innanzitutto, «l Italia ha le competenze necessarie per evitare rischi», dice riferendosi all unità di crisi istituita con l Eni durante il governo Monti con l obiettivo di monitorare gli stock di gas conservati nel sottosuolo. «Un sistema che ha funzionato molto bene e con il quale si può governare l attuale situazione». In secondo luogo, «la stagione è favorevole perché non siamo in pieno inverno», spiega. Ed infine, vi è anche la possibilità di «attivare le importazioni dal Nord Africa, Libia e Algeria». Unicredit chiude a Sinferopoli La banca gestisce asset nel Paese per 3,84 miliardi. Osservati speciali anche i cementifici Buzzi l M I L A N O. La crisi diplomatica tra Russia e Ucraina pesa sui gruppi italiani più esposti. Unicredit (-6,16%) che gestisce asset nel Paese per circa 3,84 miliardi attraverso una rete di 435 sportelli, ha chiuso le sue filiali a Sinferopoli e ha ridotto l orario degli sportelli in Crimea. E sono osservati speciali anche i cementifici di Buzzi-Unicem. La banca ha limitato temporaneamente i prelievi dagli sportelli bancomat in tutto il Paese a grivnie, pari a circa 112 euro. Il provvedimento è destinato a rientrare quando ci sarà una normalizzazione della s i t u a z i o n e. Frattanto, mentre il premier di Kiev Arseni Iatseniuk tuona che l Ucraina non cederà mai la Crimea e che «alle truppe russe non sarà permesso di fare irruzione nelle regioni orientali», i soldati del Cremlino continuano a sbarcare in massa nella penisola russofona. Secondo le guardie di frontiera ucraine, tra domenica e lunedì sono atterrati in Crimea 10 elicotteri da combattimento A inizio dicembre Unicredit ha, tra l altro, fuso in Pjsc Unicredit Bank le sue due controllate nel Paese. L Ucraina pesa per lo 0,4% dei prestiti del gruppo guidato da Federico Ghizzoni. Mentre ha lasciato da poco Kiev Intesa Sanpaolo (in Borsa -4,01%) che a gennaio ha venduto Pravex. Le tensioni Mosca-Kiev rimbalzano anche su Piazza Affari con Buzzi Unicem (-8,08%) che fa peggio proprio solo di Unicredit (-6,16%). Ad innescare le CASA BIANCA Barack Obama parla di «misure economiche» per isolare Mosca e accusa Putin di essere «dal lato sbagliato della storia». In alto, blindati ucraini pronti a colpire. Il Paese è in stato di «massima allerta» e otto aerei da trasporto, senza che Kiev fosse informata con 72 ore di anticipo, come previsto dall accordo bilaterale sulla flotta russa del Mar Nero di stanza a Sebastopoli. E proprio in questa città dal primo marzo sarebbero arrivate quattro navi militari russe per lo sbarco di truppe. I venti di guerra, insomma, si fanno sempre più impetuosi e i mercati lo L'importanza dell'ucraina Drozdovychi Uzhgorod Slov. Beregove Orlovka vendite è stato un report di Morgan Stanley che ha ricordato che in Ucraina il gruppo italiano ha realizzato l 8,3% dei ricavi Buzzi Unicem è Capitombolo in Borsa per il lusso: vanno giù Geox, Ferragamo e Brunello Cucinelli Kiev Odessa Mar Nero Sebastopoli perce piscono. Nonostante l ex premier ucraina Iulia Timoshenko abbia lanciato un avvertimento a Mosca - affermando che con «l occupazione» della Crimea la Russia «ha dichiarato guerra anche ai garanti della nostra sicurezza, Usa e Gran Bretagna» - per ora non sembra che l Occidente abbia intenzione di impegnarsi in un conflitto che potrebbe avere conseguenze atroci. La risposta più forte all azione militare russa da parte della comunità internazionale pare essere il possibile boicottaggio del G8 di giugno a Sochi, anche se Germania e Italia frenano. Dalla Casa Bianca, Barack Obama parla comunque di «misure economiche» per isolare Mosca e accusa Putin di essere «dal lato sbagliato della storia». Intanto l E u ro p a minaccia «conseguenze sui rapporti bilaterali» se non ci saranno «passi di de-escalation da parte della Russia». E oggi il capo della diplomazia di Bruxelles, Catherine Ashton, incontrerà il ministro degli Esteri russo Serghiei L av r ov a Madrid. Giuseppe Agliastro I principali gasdotti che trasportano il metano dalla Siberia all'europa passano in territorio ucraino Polonia Ungheria Romania Entrate di metano Uscite verso l'europa Stazioni di compressione Stazioni di misurazione Bielorussia Moldova Pisarevka Sudzha Valuiki Kharkiv Lugansk Dnepropetrovsk Donetsk UCRAINA Sinferopoli Mar d'azov Kerch Russia ANSA Rossosh Russia presente con due cementerie nel nord-ovest del Paese e nella regione del Mar Nero), ma da quanto si apprende, la situazione in quella zona non è allarmante. Ed è pienamente operativa Salini-Impregilo (-2,24%) che in Ucraina è impegnata in due progetti: l am - pliamento della Kiev-Kharkiv-Dovzhanskyy per 216 milioni euro e quello della Kiev-Chop per 340 milioni euro. Sotto pressione in Borsa anche Indesit (-4,44%) che in Russia e nella CSI (Comunità degli stati indipendenti) è dal 1974 e oggi conta 10 uffici commerciali e oltre 300 centri servizi e assistenza in 150 città del Paese. Sul fatturato totale del gruppo l Ucraina pesa per oltre il 3%, mentre la Russia per il 22%. Ribassi superiori alla media anche nel lusso su cui potrebbero impattare eventuali sanzioni contro la Russia: Geox cede il 7,2%, Ferragamo il 3,28%, Brunello Cucinelli il 2,79 per cento.

9 7 LA CANCELLIERA Angela Merkel ha ottenuto dal presidente Putin il «sì» a un gruppo di contatto di Ue-Onu-Osce per avviare un negoziato PRIMO PIANO LA FARNESINA Il ministro Mogherini: solo giovedì, al vertice dei leader dei 28 dedicato alla crisi ucraina, si decideranno «possibili misure mirate» «L Italia è sulle posizioni degli alleati occidentali» Napolitano: vicini alla Germania. Renzi: puntiamo al dialogo Il presidente Bce al Parlamento Ue Mario Draghi: limitati impatti economici ma grandi conseguenze geopolitiche Bruxelles - «È molto difficile prevedere le implicazioni economiche e finanziarie dei grandi rischi geopolitici» come quello derivante dall evoluzione della crisi ucraina. È questa la valutazione di Mario Draghi intervenuto ieri alla riunione della commissione problemi economici e monetari del Parlamento europeo in qualità di presidente dell European Systemic Risk Board, l organismo europeo che vigila sui rischi finanziari sistemici. Per Draghi «i legami strettamente finanziari Ue-Ucraina sono limitati», visto che gli scambi con Kiev «sono meno dell uno per cento del totale dell Eurozona» ma «dovremmo guardare alla situazione ucraina con grande attenzione, consapevoli che non c è solo l aspetto strettamente finanziario ma una questione geopolitica più ampia che può avere un impatto economico». Intanto, i ministri degli esteri dell Ue, hanno chiesto il ritiro immediato delle truppe russe e una soluzione pacifica della crisi.. l ROMA. «Sulla situazione in Ucraina, l Italia è e resta totalmente in linea con gli altri paesi occidentali», è «ancorata» agli alleati transatlantici e si allinea ai partner del G7. Ma «non lascia niente di intentato», sottolinea il premier Matteo Renzi, per continuare la via del dialogo. Roma si è associata ai «Grandi» nel condannare «la chiara violazione della Russia della sovranità e integrità territoriale dell Ucrai - na». E - dopo gli annunci di domenica di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti - nel «sospendere» la partecipazione alla preparazione del G8 di giugno a Sochi, come certifica una nota congiunta firmata dai sette leader e diffusa nella notte dalla Casa Bianca. Una nota «unanime» e frutto di un lavoro «condiviso» che, ha sottolineato il ministro degli Esteri PREMIER Matteo Renzi Federica Mogherini, non parla di «boicottaggio» del G8 r usso. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - dopo un lungo colloquio con Renzi sulla crisi - ha spiegato che il governo ha «assunto una posizione molto attenta a tutti gli aspetti e ai rischi della situazione», trovando «importanti convergenze» soprattutto con la Germania. Di fronte alla linea dura dei «falchi» anche in Europa, Roma non intende infatti rinunciare ai tentativi diplomatici in campo, in primo luogo quello della cancelliera Angela Merkel che ha ottenuto dal presidente russo Vladimir Putin il sì a un gruppo di contatto di Ue-Onu-Osce per iniziare un dialo go. Arrivando al Consiglio Esteri straordinario a Bruxelles, anche Mogherini ha PRESIDENTE Napolitano ribadito che l Italia sta «provando a tenere aperta la via del dialogo» e a «garantire una soluzione politica». E che solo giovedì, al vertice dei leader dei 28 dedicato alla crisi ucraina, si decideranno «possibili misure mirate». «La forza del messaggio non è nell alzare i toni, ma nel parlare tutti con una voce sola», anche «in ambito G7 e Nato», ha poi aggiunto. Ieri, a metà pomeriggio, Palazzo Chigi si è però trovato costretto a ribadire in una nota che «l'italia è e resta totalmente in linea con gli altri paesi occidentali. Al riguardo - prosegue il comunicato - fanno fede le posizioni espresse dal Presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri con note e comunicati ufficiali». Fonti diplomatiche avevano infatti messo in dubbio la volontà dell Italia di sospendere i lavori preparatori di Sochi, sottolineando che il ricorso al blocco dovrebbe essere «l ultima risorsa possibile, da valutare in base agli sviluppi sul terreno». Una notizia subito rimbalzata anche su twitter e che ha trovato l immediata risposta di Renzi: «Ma seguire i comunicati stampa ufficiali del Governo, no? Quella è la posizione dell Ita - lia», ha «cinguettato» il presidente del Consiglio, facendo poi seguire la nota di Palazzo Chigi. Ieri sera, Mogherini ha precisato che il comunicato notturno del G7 non prevede «il boicottaggio» del G8 di Sochi a giugno, ma «la sospensione degli incontri preparatori previsti in questi giorni». Una nota «unanime», frutto di un «lavoro fatto insieme e condiviso da tutti e sette» i partner. Italia compresa. Laurence Figà-Talamanca

10 12 Le sforbiciate delle famiglie I conti economici nazionali Da Confronto con il 2012 Capitoli di spesa Calo in euro (mln) Variazione % ,6 Alimentari e bevande ,1 Alcolici e tabacchi ,3 Vestiario e calzature ,2 Abitazione, acqua, luce -5 0,0 Mobili ,0 Sanità ,7 Pil, consumi, debito Italia indietro tutta DEBITO-PIL ,0-2,4-1,9-3,0-3,0 2, Trasporti ,3 Comunicazioni ,2 L Istat certifica: «Persi» 15 anni. Domani l esame Ue Fonte: Istat CRESCITA PIL DEFICIT-PIL Ricreazione e cultura ,1 Istruzione ,3 Alberghi e ristoranti ,1 ANSA I dubbi di famiglie e imprese Tasi, attesa per il decreto ancora buio sulle detrazioni Il decreto sugli enti locali (dal Salvaroma agli interventi per i comuni in dissesto fino al rincaro Tasi) dovrebbe essere in Gazzetta Ufficiale «a brevissimo». Sarà dunque chiaro solo con la pubblicazione quale sarà il perimetro esatto della nuova Tasi, la tassa sui servizi indivisibili che, secondo quanto stabilito venerdì potrà aumentare dello 0,8 per mille. Ma non è ancora chiaro se e come questo possibile aumento in capo ai Comuni potrà poi essere legato alle detrazioni. Almeno per le famiglie meno abbienti. Anche perchè tutta la partita da ora in poi dovrebbe essere a carico dei sindaci che, in un otti - ca «federalista», stabiliranno chi dovrà pagare e quanto. E se per le seconde case (si potrebbe arrivare all 11,4) e gli immobili legati alla produzione ("sembra un altra botta", dice il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e conferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli), sono molte le voci di chi da per certa l imminente stangata, per le prime case si arriverebbe massimo al 3,3 per mille (meno dell Imu) ma non è ancora chiaro chi potrà continuare a beneficiare dell esenzione. Con un allarme che va diffondendosi tra le onlus che potrebbero ricevere trattamenti diversi a seconda di quale comune sceglieranno come sede. l E' un 2013 che si avvita su se stesso quello dei conti pubblici italiani. Lo scorso anno il Pil è crollato dell 1,9% facendo perdere all econo - mia 13 anni e riportando il nostro Paese sotto i livelli del Il calo, già notificato dall Istat a livello destagionalizzato e quindi in qualche modo già metabolizzato, è però più impressionante questa volta per gli inevitabili effetti sul debito pubblico, schizzato ad un record assoluto. Ma i dati sul fabbisogno nei primi 2 mesi non allarmano particolarmente il Tesoro che parla di risultato «in linea» sul 2013 con un cumulato di 13,3 miliardi contro gli oltre 14 del primo bimestre C'è poi un aspetto positivo: il gettito Iva sugli scambi interni che mostra un +8% «tondo». Ma pagamenti della Pubblica amministrazione, rimborsi fiscali e un esborso per l Mps da 2 miliardi nel 2013 condizionano il dato che torna in «rosso» dopo il «nero» di 800 milioni a g ennaio. I dati Istat mostrano però che con u n economia in caduta libera, il rapporto tra indebitamento e Pil è infatti volato al 132,6%, dal 127% del 2012, appunto un livello mai toccato prima, secondo in Europa solo a quello della Grecia. L ennesima conferma di come sia proprio il debito la vera e propria palla al piede dell economia italiana. Per quanto nera, la situazione ereditata dal governo Renzi è per certi aspetti però meno drammatica del previsto. Se la caduta del Pil, seguita al -2,4% del 2012, è stata infatti peggiore del -1,7% stimato dal governo, il debito pur altissimo è inferiore alle ultime previsioni ufficiali, quelle contenute nella nota di aggiornamento del Def, che davano invece per Auto, vendite +8,59% a febbraio Debutta la Jeep Renegade di Melfi LA BCE ULTIMA AUDIZIONE ALL EUROPARLAMENTO PRIMA DELLO SCIOGLIMENTO DI MAGGIO Draghi: «I cittadini soffrono ma il peggio è alle spalle» l Il bicchiere è mezzo pieno perchè l'eurozona è sulla strada giusta nonostante le Cassandre continuino a vedere nero, ma la situazione sociale deteriorata non deve far perdere di vista gli sforzi per ristrutturare le economie, correggendo gli squilibri e rafforzando la ripresa: con queste indicazioni il presidente della Bce Mario Draghi si congeda dal Parlamento europeo, che per l ultima volta prima del suo scioglimento a maggio l ha ascoltato fare il punto della situazione economica di Eurolandia. "L'Eurozona sta andando nella giusta direzione, il bicchiere è mezzo pieno", ha detto il numero uno della Bce, ricordando agli eurodeputati che "contrariamente al pallido quadro che molti dipingono, la zona euro è in una forma migliore rispetto all inizio della legislatura di questo Parlamento". E a quattro anni dalla prima richiesta di aiuto finanziario di un Paese, cioè la Grecia nel 2010, scontato un rapporto al 133 per cento. Grazie alla «manovrina» varata alla fine dello scorso anno dal governo Letta il deficit è inoltre rimasto sulla soglia fatidica del 3%, ovvero sui limiti imposti dall Unione europea. Un numero che però potrebbe non bastare a far superare a Roma l esa - me di Bruxelles, che darà domani le sue pagelle all economia italiana, valutandone competitività e dinamicità, oltre ad indicatori chiave come la disoccupazione e, appunto, la crescita. L'Italia è infatti un Paese in cui gli investimenti sono ancora in picchiata (-4,7% secondo le rilevazioni Istat) e dove anche i consumi vanno a picco. L unico contributo positivo al Pil è arrivato dalla domanda estera, mentre da dentro i confini si contano solo apporti negativi. Proprio dalla spesa delle famiglie è arrivato infatti un contributo negativo al Pil dell 1,6%. In pratica i consumi sono diminuiti rispetto al 2012 di ben il 2,6 per cento. Anche in questo caso non si tratta di una novità, considerato che nel 2012 il crollo era stato anche peggiore, pari al 4%, ma le famiglie hanno ormai imparato a tirare la cinghia su ogni genere di spesa. Tutti i comparti hanno infatti risentito pesantemente della crisi economica, compresi gli alimentari, che hanno registrato un calo del 3,1%. Gli italiani si sono mostrati decisamente restii a spendere anche per l abbigliamento (-5,2%), per la sanità (-5,7%) e persino per le comunicazioni, capitolo tradizionalmente più attraente per le novità che invadono il mercato a ritmo serrato. A poco è valso il calo, contenutissimo, della pressione fiscale. Lo scorso anno è scesa al 43,8%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto al 2012 a dispetto della cancellazione dell Imu. "possiamo dire che il peggio è passato, la volontà politica di tutti quelli coinvolti è stata forte abbastanza da difendere l integrità dell eurozona e molti sottovalutano questa volontà", ha sottolineato Draghi. Il pensiero del presidente Bce torna più volte nel suo discorso a quei Paesi che stanno risanando i bilanci a ritmo serrato, e hanno visto proteste di piazza e anche Governi caduti per tenere fede agli impegni presi con l Europa. I sacrifici dei cittadini sono stati e sono ancora tanti, ora vanno aiutati e Draghi ci tiene a precisarlo: "E' troppo presto per dire 'missione compiuta, i cittadini soffrono dell aggiustamento, la disoccupazione è ancora troppo elevata, gli Stati devono correggere gli squilibri". Ma possono farlo disegnando "un consolidamento amico della crescita, mentre le riforme rafforzeranno il potenziale" di sviluppo. l Accelera il mercato italiano dell auto, che per il terzo mese consecutivo chiude con un segno positivo ma questa volta di maggiore entità: dopo l incre - mento dell 1,4% di dicembre e quello del 3,24% di gennaio questa volta la crescita è dell 8,59%, pari a immatricolazioni. Complessivamente dall inizio dell anno le consegne sono state , il 6% in più dello stesso periodo del Non chiamatela ripresa, avvertono i concessionari, mentre tutto il mondo dell auto spera negli interventi soprattutto di politica fiscale del nuovo governo con una diminuzione della tassazione sulle buste paga. Il gruppo Fiat, che oggi a Ginevra presenta l at - teso mini suv della Jeep, il Renegade, prodotto a Melfi, ha immatricolato a febbraio vetture, con una crescita del 7,3% rispetto allo stesso mese Nei primi due mesi del 2014 le immatricolazioni sono state , il 2,19% in più dello stesso periodo dell an - no scorso. La quota a febbraio è stabile, pari al 28,07% (-0,34%), mentre nel periodo complessivo è in calo dell 1,06% dal 29,21 al 28,15%. Buone notizie dagli Usa dove le vendite di Chrysler crescono dell 11% a unità, miglior febbraio dal 2007 e del quarantasettesimo mese consecutivo di crescita. Alle spalle di Fiat in Italia, il gruppo Volkswagen che passa dal 13,86 al 14,08%, seguito da Psa, Renault, General Motors, Hyunday, Toyota, Daimler, Bmw e Nissan, mentre nella top ten dei modelli i primi cinque posti sono saldamente mantenuti dal gruppo Fiat (Panda, Punto, Ypsilon, 500 e 500L). Alle spalle la Golf e la Polo della Volkswagen, la Citroen C3, la Renault Clio e la Ford Fiesta. Il Lingotto sottolinea "il significativo miglioramento dei volumi delle vendite" con Fiat che migliora leggermente la quota (+0,2%) e una crescita delle immatricolazioni dei brand Lancia (+0,3%), mentre continua il calo di Alfa Romeo (-3,8%) in attesa dell annuncio dei nuovi modelli a maggio. Balzo della Jeep, che registra un incremento del 7% "grazie alle performance del nuove Cherokee". Il buon andamento del mercato italiano a febbraio suggerisce comunque cautela. Prudente il Centro Studi Promotor per il quale "è difficile dire se ci troviamo di fronte a un rimbalzo tecnico o se sia iniziata una vera e propria ripresa destinata a prendere corpo nel prossimo futuro". "Il mondo dell auto guarda con speranza all attività del nuovo governo e auspica che sia in grado di rilanciare il lavoro della Consulta Automotive", commenta Massimo Nordio, presidente dell Unrae, l associazione dei costruttori esteri in Italia, mentre il numero dell Anfia, Roberto Vavassori auspica che il positivo segnale di febbraio "si rafforzi nei mesi a venire, fino a chiudere il 2014 finalmente in positivo, dopo sei anni di perdite". Amalia Angotti

11 13 ati in % ,0 43,8 ECONOMIA&F I NA N Z A 5 2,2 AVANZO PRIMARIO -4,0-2,6 SPESA CONSUMI FAMIGLIE PRESSIONE FISCALE ANSA Natuzzi, utile operativo dal 2015 «Gestita la sfida del mercato» Approvato il business plan triennale. Previsto un fatturato di 611 milioni nel 2016 IL RE DEI SALOTTI Pasquale Natuzzi Costruzioni, De Carlo alla guida di Edilcassa Puglia l Fernando De Carlo, 54 anni, imprenditore edile leccese, è il nuovo presidente dell Edilcassa di Puglia, ente bilaterale regionale edile a cui aderiscono le associazioni datoriali di Aniem, CNA, Claai e Lega Coop e le associazioni sindacali Feneal - Uil, Filca - Cisl e Fillea-Cgil. De Carlo è espressione dell organizzazione datoriale CNA ed attuale presidente del CNA costruzioni della provincia di Lecce. Il mio insediamento avviene in un momento storico difficile ha sostenuto il neo presidente subito dopo la nomina in cui la crisi attanaglia soprattutto il settore delle costruzioni. Diventa veramente e ro i c o far sopravvivere le nostre imprese, che continuano ad essere decimate giorno per giorno. Sarà mio impegno, insieme ad una sinergica collaborazione di tutto il comitato di gestione, assistito SALENTINO Fernando De Carlo, 54 anni dall ottima organizzazione della struttura operativa, portare avanti il lavoro svolto dai miei predecessori in questi primi 20 anni di vita che l ente si appresta a compiere. «Cercheremo di innovare e migliorare alcuni servizi, attraverso una concreta azione di sostegno alle politiche della formazione e della sicurezza dei lavoratori e delle aziende edili, evidenziando l impegno svolto dall Edil - cassa sul fronte della lotta al sommerso, attraverso il rilascio del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, a tutela della legalità, affinché l Edilcassa continui a rappresentare un punto di riferimento importante per tutte le aziende edili e i lavoratori ad essa iscritti. In piena sintonia il vicepresidente Crescenzio Gallo, segretario generale Filca Cisl Puglia, che ha ribadito come la visibilità dell'ente va garantita attraverso incontri e riunioni con la Regione Puglia e gli assessori specifici, con l'obiettivo comune di combattere l'irregolarità contributiva ed il lavoro nero. Inoltre dobbiamo svolgere un lavoro più approfondito, avviando il dialogo con gli enti bilaterali industriali, al fine di omogeneizzare i comportamenti e condividere l'applicazione delle regole. Con l'augurio ha aggiunto De Carlo che le proposte formulate al governo dalle nostre associazioni di categoria, possano avere una efficace e tempestiva risposta politica per sbloccare il comparto delle costruzioni, settore trainante dell'economia nazionale e soprattutto del nostro Sud. l Il consiglio di amministrazione di Natuzzi la più grande azienda di arredamento italiana ha approvato il business plan Il documento prevede la fine della perdita operativa a partire dal quarto trimestre del 2014, il ritorno all utile operativo a partire dal prossimo anno e, nel 2016, un fatturato di 611 milioni di euro e un margine di Ebit del 3,9%. Gli altri principali obiettivi del piano sono il recupero della competitività sui mercati e l'avvio di una fase di crescita del fatturato con il ritorno all utile operativo a partire dal Recupero della competitività e arresto delle perdite operative nel quarto trimestre del 2014 saranno raggiunti con un forte recupero di competitività delle produzioni italiane, di efficienza produttiva in tutto il mondo attraverso l'adozione di 24 piattaforme industriali di prodotto, l'aumento dell ef ficienza complessiva della struttura e la razionalizzazione della rete retail attraverso la chiusura di 13 negozi di proprietà del gruppo non perfor manti. Forbes, è Ferrero il più ricco d Italia l Il cofondatore di Microsoft, Bill Gates, torna a svettare nella classifica delle persone più ricche al mondo. Dai calcoli elaborati dalla rivista Forbes, il patrimonio di Gates è stimato per quest anno a 76 miliardi di dollari contro i 67 miliardi del L ascesa di Gates - in testa alla graduatoria in 15 degli ultimi 20 anni - ha fatto scalare al secondo posto Carlos Slim, che ha dominato la scena negli ultimi quattro anni: il magnate messicano delle telecomunicazioni vanta una ricchezza da 72 miliardi. Al terzo posto c'è Amancio Ortgega, a capo della catena di negozi d abbigliamento Zara, con 64 miliardi di dollari di patrimonio. Warren Buffett si è attestato al quarto gradino: l oracolo di Omaha a capo della conglomerata Berkshire Hathaway vanta ricchezza per 58,2 miliardi. Nella classifica che conta miliardari di cui 268 nuovi (incluse 42 donne, un record), il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha messo a segno il maggiore balzo in avanti arrivando al 21esimo posto: la sua fortuna è più che raddoppiata a 28,5 miliardi complice il rialzo delle azioni del social network. Anche i confondatori di WhatsApp, Jan Koum e Brian Acton, rappresentano due nuovi ingressi: grazie all acquisi - zione dell applicazione di messaggistica da 19 miliardi di dollari da parte di Facebook, i due sono finiti rispettivamente al 202 e 551esimo gradino. Si affacciano quattro nuovi Paesi: Algeria, Lituania, Tanzania e Uganda. Il primo italiano a spuntare nella classifica, al 22esimo gradino, è Michele Ferrero con un patrimonio netto da 26,5 miliardi. C'è poi al 38esimo Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica. Il nigeriano Aliko Dangote, è l uomo più ricco d Africa, al 23esimo posto con un patrimonio da 25 miliardi. Per quanto riguarda l aumento del fatturato, Natuzzi - unico player globale del settore presente in oltre 123 Paesi - agirà puntando sul brand ', che rimarrà l unico del gruppo (nel 2013 si è confermato al primo posto per notorietà globale tra i consumatori di beni di lusso ). Le linee di prodotto saranno tre: Natuzzi Italia, Natuzzi Editions e Natuzzi Re-vive; espandendo la distribuzione dello stesso brand Natuzzi e rafforzando le vendite. Oltre a una più incisiva strategia commerciale, il gruppo prevede anche il rafforzamento degli investimenti in marketing e comunicazione e una nuova organizzazione commerciale. Il fondatore, presidente e amministratore delegato dell azienda, Pasquale Natuzzi, ha definito il piano il momento conclusivo dell enorme lavoro svolto nel triennio appena trascorso. Natuzzi ha spiegato che l azienda ha gestito con coerenza la sfida impostaci dalla globalizzazione in un decennio segnato da un contesto macroeconomico sfavorevole, da un euro forte e da un calo significativo dei consumi di prodotti durevoli. IL SIGNOR NUTELLA AL 22ESIMO POSTO MONDIALE. I PRIMI RESTANO GATES E SLIM I Paperoni d'italia Fonte: Forbes Ricchezza in mld di dollari Posizione italiana + posizione nella classifica globale di Forbes 1 2 (22) (38) 3 (102) 4 (113) 5 (129) 6 (141) 7 (186) 8 (215) 9 (234) 10 (446) Michele Ferrero (Ferrero Alimentari) Leonardo Del Vecchio (Luxottica) Miuccia Prada (Alta moda) Stefano Pessina (Farmaceutica) Giorgio Armani (Alta moda) Silvio Berlusconi (Telecomunicazioni) Augusto e Giorgio Perfetti (Caramelle) Paolo e Gianfelice Mario Rocca (Tenaris tubi) Patrizio Bertelli (Gruppo Prada) Rosa Anna Magno Garavoglia (Gruppo Campari) 11,1 10,4 9,9 9,0 7,2 6,3 6,0 3,5 ANSA 19,2 26,5 L a.d. Hogan: possibile tornare in utile Etihad sempre più vicina ad Alitalia Etihad si prepara a prendere una decisione sull'investimento in Alitalia: nel giro delle prossime due settimane la compagnia degli Emirati Arabi dovrebbe svelare le proprie intenzioni. E determinante sarà capire se la compagnia italiana sarà davvero in grado di tornare all utile. Lo ha indicato ieri l a.d. di Etihad, James Hogan, spiegando che la due diligence sui conti di Alitalia è ormai entrata nella fase finale. "Dobbiamo essere convinti come investitori che entrano nella società che possiamo riportare la compagnia in utile", ha spiegato Hogan nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati della compagnia di Abu Dhabi (che ha chiuso il 2013 con un utile netto di 62 milioni di dollari, in crescita del 48%): "è su questo punto che stiamo lavorando con i vertici di Alitalia". Proprio venerdì scorso Hogan è stato a Roma dove ha avuto un incontro "molto buono" con il management della compagnia, così come con il ministro dei trasporti Maurizio Lupi. Che esprime ottimismo su una positiva conclusione dell operazione: "Siamo tutti ottimisti: confermo la scadenza di fine marzo", ha detto il ministro da Milano. La due diligence sta procedendo ed è ora nella fase finale, ha spiegato Hogan: il 2 febbraio scorso le due compagnie avevano confermato ufficialmente la trattativa in corso indicando un orizzonte di trenta giorni. Un termine indicativo, avevano fatto capire già nei giorni scorsi fonti aziendali: e Hogan conferma che la decisione se investire o meno in Alitalia dovrebbe arrivare nelle prossime due settimane.

12 17 DE TOMASO Quanti calcoli sbagliati... G >> CONTINUA DALLA PRIMA razie alla novità introdotta dal Generale, il leader socialista prima divenne il capo indiscusso della sinistra e successivamente conquistò la presidenza della Repubblica, restando all Eliseo per 14 anni. Anche in Italia, le riforme delle regole del voto si sono rivelate la palestra dell ete - rogenesi dei fini. Nel 1993, il Partito Popolare erede della Dc vide nel cosiddetto Matterellum (tre quarti di maggioritario e un quarto di proporzionale) il salvagente ideale per contrastare l of fensiva della sinistra occhettiana. Risultato: a vincere nelle urne fu la matricola Silvio Berlusconi, sulle cui fortune elettorali non scommetteva nessuno. Morale. Le riforme elettorali non sono macchine fotografiche che immortalano i rapporti di forza esistenti tra i partiti e li trasformano in seggi parlamentari. Le riforme elettorali, quasi sempre, cambiano da cima a fondo sia la domanda che l offerta elettorale. Un partito, o una coalizione, in grado di prevalere con la proporzionale, non è detto che riesca a vincere ugualmente con il maggioritario: troppo numerose e incalcolabili sono le «variabili indipendenti» che le novità comportano. Né è un gioco da ragazzi avventurarsi nelle previsioni. Primo, perché le previsioni sono fatte per essere smentite (se politologi ed economisti sapessero leggere il futuro sarebbero più ricchi di Bill Gates). Secondo, perché le combinazioni e le reazioni tra i votanti sono molteplici e inafferrabili. Ergo, coloro che ritengono di avere la vittoria in tasca, spesso si ritrovano con un pugno di mosche in mano. Ma nonostante gli esempi dissuasivi fornitici dal passato, le riforme elettorali dànno vita ad autentiche guerre di religione, sottraendo tempo, energia e serenità alla risoluzione dei problemi più urgenti. Anche Matteo Renzi, che pure si presenta come un ragazzo insofferente verso i riti della politica, rischia di rimanerne stritolato. Più che l aumento del debito pubblico, il conflitto sulla legge elettorale rischia di essere il suo Vietnam. Già l idea di poter barcamenarsi tra due maggioranze (con Silvio Berlusconi per le riforme, con Angelino Alfano per il governo) è più ardita di una scalata alpina a piedi scalzi. Se poi all interno delle due maggioranze dovessero spuntare imprevisti e malintesi, addio quadratura del cerchio. Se, infine, dovesse profilarsi una terza maggioranza (con i grillini cacciati da Beppe Grillo), allora è confusione assoluta. Alfano farà di tutto per impedire che venga approvata la riforma elettorale: ha bisogno di tempo per organizzare il partito, tempo che gli verrebbe sottratto dal varo della riforma che accelererebbe automaticamente il ritorno alle urne. Viceversa, Silvio Berlusconi lascia intendere di aver bisogno di tempi brevi (per la riforma), in modo da poter misurarsi subito alle urne, anche se, a ben guardare, anche a lui forse converrebbe attendere ancora, visto che Matteo Renzi è ancora in luna di miele con larghi strati della popolazione. Solo al premier converrebbe andare subito in cabina elettorale, non foss altro per togliersi di dosso la martellante obiezione di essere entrato a Palazzo Chigi senza il lasciapassare da parte degli elettori. Di qui le acrobazie per indurre i dubbiosi del nuovo centrodestra a non ostacolare la legge elettorale. Facciamo la riforma elettorale solo per la Camera. Lasciamo in vita il Senato solo per la prossima legislatura. Approviamo la legge elettorale solo dopo il de profundis del Senato. Introduciamo le preferenze, anzi no. E via ipotizzando e prospettando svariati paracadute in grado di ritardare o attutire le eventuali discese di popolarità nel giudizio dei cittadini. Il tira-e-molla non si esaurirà presto. Ha già impedito a Renzi di potersi gloriare dell ok alla riforma elettorale entro la fine di febbraio. Siamo a marzo, e non è detto che il cronoprogramma del Rottamatore possa recuperare il terreno perduto. Anzi. L impressione più diffusa è che il tempo sarà foriero di tensioni e delusioni per l ex sindaco fiorentino, anche perché i contraccolpi dal campo delle regole si faranno sentire, ovviamente, pure sul terreno dell azione quotidiana, soprattutto in economia. Verrebbe da ricordare che non vale la pena dilaniarsi sulla questione elettorale, tanto le proiezioni a tavolino quasi certamente verranno sovvertite nella conta delle schede dopo le votazioni. Ma non c è nulla da fare. La materia elettorale sta a cuore al Palazzo più di quanto la Grande Bellezza stia a cuore a Paolo Sorrentino. Solo che dalla riforma elettorale non pioveranno premi Oscar. Giuseppe De Tomaso giuseppe.detomaso@gazzettamezzogiorno.it IARUSSI In piena Grande Bruttezza N NCD Il ministro Angelino Alfano >> CONTINUA DALLA PRIMA ella filmografia di Sorrentino riteniamo più icastico ed epocale Il divo (2008), grottesco e crepuscolare ritratto di Andreotti: un autentica allegoria della recente storia patria. Pur tuttavia lo spettacolo, lo sport, la cultura, la creatività in genere riescono talora a innescare o agglutinare dei flussi di emozioni e di energia collettive. Dalla prima proiezione di La grande bellezza a Cannes 2013 in avanti, la cavalcata «western» di Sorrentino verso Los Angeles non è stata priva di ostacoli e di battute d arresto, d altro canto giovandosi dell appo ggio di italo-americani illustri come Martin Scorsese e di un diffuso marketing emozionale. Man mano che si avvicinava il traguardo della «notte delle stelle», soprattutto sui social network ha preso corpo una sorta di tifo «virale» per il film, di là dai singoli giudizi di valore. La passione si è rinfocolata alla vigilia del verdetto, dinanzi alla «diretta» notturna di Sky e ai maxi-schermi allestiti a Roma e in altre città (l insonnia si addice all «evento», eccezion fatta per gli insonni). Magari c entra la teoria dei «neuroni specchio» formulata dallo scienziato Giacomo Rizzolatti, di cui parlava giorni fa a Bari il ma gister creativo Alfredo Accatino. In soldoni, questi cosiddetti «neuroni specchio» si attivano quando l animale compie un azione e, parimenti, quando osserva la medesima azione compiuta da un altro soggetto. Il che vale per la scimmia e mutatis mutandis per l essere umano. In tale chiave di lettura, a ritirare l Oscar a Hollywood non vi erano soltanto Sorrentino, il suo protagonista Toni Servillo e uno dei suoi produttori, Nicola Giuliano, per inciso tutti e tre napoletani. A essere premiata era mezza Italia che si è «proiettata» su quel palco, è sobbalzata all annuncio di The Great Beauty, si è specchiata in una notizia che finalmente consente di festeggiare qualcosa. Più o meno - oddio, meno - come accade al Mondiale di calcio, quando persino gli indifferenti e gli snob si affacciano alla finestra e sventolano timidamente il tricolore urlando contro i tedeschi, chiunque sia l antagonista in finale... Già, il calcio. Sorrentino non è salito sulle poltrone del teatro come Roberto Benigni nel 1999, ma ha toccato ugualmente le corde pop della IL PROTAGONISTA Servillo - Gambardella platea. Ha infatti ringraziato i compagni di set, la moglie Daniela con i figlioli e le sue «fonti di ispirazione»: Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking Heads e Diego Armando Maradona. Maradona ieri ha ringraziato per voce del suo avvocato difensore nella causa contro il fisco italiano: «È un onore. I grandi napoletani sono esempi di bellezza e successo nel mondo. L Oscar si colora d azzurro e questa è una gioia per tutti. Ringrazio Sorrentino, viva la napoletanità nel mondo e i valori positivi che vincono assieme al grande cinema italiano». Ecque qua, avrebbe detto Peppino De Filippo/Pappagone. L e q u ivo c o è già quasi perfetto. L elegia malinconica e grottesca, la fiabesca e corrosiva discesa agli inferi capitolini del protagonista Jep Gambardella (Servillo) si vanno mutando in una specie di «Canta Napoli» o di «Simme e Napule, paisà». Idem dicasi per l omaggio a Fellini, il cui titolo più amato - La dolce vita - è anche il più equivocato sia in America sia da noi. La dolce vita resta un film amarissimo e profetico sul malessere che covava nelle stagioni del miracolo economico italiano, nei primi anni Sessanta. Evocare Federico il Grande, il quale a Hollywood vinse ben cinque Oscar, era un tributo dovuto, eppure rischia di fomentare il malinteso. Senza dilungarsi sul fatto che i «fellinismi» simbolici di La grande bellezza - metti l apparizione della giraffa nel sottofinale - segnano le parti meno riuscite del film. Sorrentino è un rabdomante dell agonia tricolore. Nella Roma dove tutto muore eppure non muore, come i resti dell Acquedotto Claudio o le magnifiche statue nascoste nei palazzi principeschi, c è chi coltiva l ar te di battere la testa contro i muri per dare spettacolo. Roma degli zombie e delle rovine come intuì Fellini è stigma e metafora della modernità. Ma nella grazia e nel genio di Fellini, nella sua pura anarchia narrativa, non vi fu mai spazio per la nostalgia. Altro che A m a rc o rd! Oggi l eventuale redenzione o rivincita dell Italia in declino può giovarsi di questo film e dell Oscar a una condizione: niente trionfalismi o eccessi di melassa. La grande bellezza vuol dire che viviamo da un bel pezzo in un indistinta «grande bruttezza». Basta saperlo. Oscar LETTERE E COMMENTI CHE AMBIENTE FA di GIORGIO NEBBIA Ecologia alimentare Spinta da Expo 2015 N elle settimane scorse ci sono state vivaci prese di posizione contro le frodi nel campo dell olio di oliva; negli Stati Uniti è stato denunciato che una parte dell olio dichiarato e x t r ave r g i n e di oliva, commercializzato in quel paese, è olio di qualità scadente. Trattandosi di una merce pregiata, prodotta in quantità limitata, con grandi precauzioni e con costi elevati, è giusto che il prezzo dell olio extravergine sia maggiore di quello di altri oli e delle qualità inferiori dello stesso olio di oliva. Ed è naturale, anche se sgradevole, che commercianti disonesti cerchino di trarre maggiori profitti vendendo con il nome di e x t r ave r g i n e dell olio prodotto con minori costi e di qualità inferiore. C è una lunga storia delle frodi dell olio di oliva, da quando veniva, un po ingenuamente, miscelato con olio di semi, a quando è stato miscelato con olio di semi di te (anni cinquanta), a quando è stato miscelato con olio di mandorle o nocciole in tempi più recenti), a quando è stato miscelato con oli di oliva più scadenti di importazione. In tutti questi anni gli studiosi di merceologia e di chimica analitica si sono sforzati, con alterni successi, di trovare sempre più raffinati metodi di caratterizzazione del vero olio extravergine. Dei prodotti alimentari si parlerà sempre di più nei prossimi mesi, con il rapido avvicinarsi dell esposizione internazionale di Milano EXPO 2015 che avrà proprio gli alimenti e l alimentazione come tema. Si parlerà molto di cucina, di cuochi, di bontà e valore nutritivo dei cibi, ma sarebbe anche una occasione per parlare dei rilevanti problemi ambientali associati alla produzione degli alimenti. Ogni prodotto che arriva sulla nostra tavola nelle colorate e fantasiose bottiglie, scatolette e confezioni è il risultato di una lunga storia naturale ed ecologica, che comincia nei campi o nelle stalle, talvolta in Italia o talvolta in lontani paesi da cui importiamo una parte delle materie prime e dei prodotti alimentari. I prodotti agricoli e zootecnici non arrivano mai direttamente nelle nostre case ma passano attraverso numerose operazioni, veri e propri cicli produttivi, che li trasformano negli articoli commerciali che conosciamo e che troviamo nei negozi. In ciascuna delle operazioni nei campi, nelle stalle, nelle fabbriche, nella stessa grande distribuzione, vengono usati acqua ed energia e vengono prodotti residui solidi, liquidi e gassosi che finiscono nell ambiente. Senza contare che ciascuna delle operazioni che portano il cibo nelle nostre case ha un c o n t e nu t o di lavoro, di fatica umana, di innovazione, di esperienza di milioni di persone, di cui troppo poco si parla. EFFETTI -La storia naturale dei vari alimenti ha effetti ambientali meno vistosi, ma talvolta altrettanto importanti e nocivi quanto quelli di altre attività produttive. Dal momento che si è cominciato col parlare dell olio di oliva ricordiamo che questo importante prodotto dell economia italiana e pugliese (la Puglia è uno dei principali produttori di olio di oliva) è uno dei pochi oli e grassi ricavati da un frutto e non dai semi. La natura f abbrica nelle piante e negli animali, i grassi non perché finiscano nelle bottiglie o nei panetti, ma per assicurare alle piante e agli animali una fonte di energia necessaria per la loro crescita. Proprio per il loro contenuto energetico, circa il doppio, a parità di peso, di quello dell amido o degli zuccheri, gli oli e i grassi sono stati usati come alimenti dall uomo fin dai tempi più antichi. In particolare l olio di oliva è ricordato molte volte nei testi religiosi ebraici, cristiani, musulmani. La storia naturale dell olio comincia quando le olive hanno raggiunto un punto di maturazione che corrisponde alla quasi totale sintesi degli acidi grassi con la glicerina, in modo da avere la minima quantità di acidi, principalmente acido oleico, liberi; anzi le varie qualità merceologiche dell olio sono caratterizzate proprio dalla loro acidità libera. Dopo la raccolta le olive vengono sottoposte, con aggiunta di piccole quantità di acqua, a frangitura e successiva spremitura o centrifugazione con il minimo riscaldamento possibile: da 100 chili di olive si ottengono, nell insieme, circa chili di olio di pressione, circa chili di acque dette di vegetazione, contenenti zuccheri, sali e molte altre sostanze organiche, fra cui tracce di olio, e circa 50 chili di una pasta vegetale (sansa) umida contenente ancora circa 2 chili di olio di oliva che può essere recuperato con solventi. I precedenti numeri sono molto approssimativi a causa della grande variabilità della materia prima e dei processi seguiti in migliaia di oleifici. Altri trattamenti trasformano l olio così estratto nelle qualità che troviamo in commercio e che usiamo in casa. Dal punto di vista ambientale il principale problema è costituito dallo smaltimento delle acque di vegetazione; un metro cubo di queste acque ha un potere inquinante uguale a quello delle acque di rifiuto prodotte da centomila persone in un giorno. E possibile spargerle sul terreno, in quantità limitata, è possibile ricavarne alcuni componenti pregiati, è possibile depurarle e anzi recuperare acqua da irrigazione. Speriamo che l EXPO dell anno venturo stimoli chimici, ingegneri e merceologi ad affrontare con più energia i problemi dell ecologia dei prodotti alimentari, a vantaggio del Mezzogiorno e della Puglia.

13 2 martedì 4 marzo 2014 IL GOVERNO Gentile si arrende: «Mi dimetto» L aula di Montecitorio Legge elettorale nuova fumata nera Oggi al voto in aula Forza Italia non vuole gli emendamenti Lauricella e D Attorre Il premier tratta fino a stamattina con il Cav CLAUDIA L unica cosa certa è che oggi pomeriggio la Camera comincia a votare la nuova legge elettorale. E che tra i circa 400 emendamenti ce ne sono almeno due, Lauricella e D Attorre, entrambi parlamentari della minoranza Pd, che blindano la legislatura per un paio d anni. Il contrariodelpattodi sangue tra Renzi e Berlusconi che invece si regge sul principio «subito la legge elettorale e poi le altre riforme». Accordo altrimenti traducibile: pronti per andare a votare. Ieri sera ci doveva essere una riunione del gruppo parlamentare Pd per decidere se e quale emendamento ritirare. Si profilava una lunga e difficile discussione visto che sia Giuseppe Lauricella che Alfredo D Attorre non hanno intenzione di ritirare le loro proposte. Poi non se n è fatto di nulla. «Il premier Renzi è ancora in attesa di risposte da Berlusconi, stiamo valutando i vari emendamenti» è stato spiegato ai deputati. C è tempo fino a stamani perchè Verdini, gli ambasciatori di Alfano e i renziani trovino un intesa per uscire dall impasse. È stata l ennesima giornata di contatti, telefonate, offerte e rilanci per cercare di far quadrare il cerchio dell Italicum senza che nessunocirimettala facciaorinneghila parola data. Senza mettere a nudo eventuali e sempre ipotizzati accordi sotto banco tra il premier e il Cavaliere per andare a votare quando si sono stufati di dover trovare compromessi in Parlamento. Forza Italia ribadisce il punto: «L emendamento Lauricella è irricevibileesepassafacciamosaltare il tavolo dell accordo con Renzi. E non ci piace neppure quello D Attorre» ha tenuto il punto il capogruppo Renato Brunetta che da giorni lancia ultimatum via news letter, tweet e interviste. Gli onorevoli Lauricella e D Attorre, in realtà, si stanno passando il testimone facendo solo finta di restare a turno fermi un giro. Ne viene fuori un giocodispecchidoveil risultato, però, non cambia: impossibile andare a votare se prima non è stato riformato il Senato. Forza Italia se n è accorta. E non ha mangiato la foglia di dire sì all emendamento D Attorre che è un Lauricella travestito. Il Lauricella è noto: sopprime l articolo 2 dell Italicum, la parte relativa al Senatoe indica, comeconseguenza, la clausola dell entrata in vigore rinviata a quando sarà effettiva la riforma del Senato e il sistema parlamentare sarà quindi passato da bicamerale a monocamerale. Anche l emendamento D Attorre non è una novità, era stato presentato nella prima mandata di modifiche e si limita a sopprimere l articolo 2 dell Italicum, la parte relativa al Senato. Resta implicito che per la camera alta resta in vigore il cosiddetto Consultellum il sistema proporzionale puroindicato dalla Consulta. Al voto con due sistemi elettorali diversi: il massimo del contorcimento delle regole. Ma se D Attorre è un Lauricella meno qualcosa, nella montagna di emendamenti che giacciono in aula si scopre che Lauricella ne ha presentato anche un altro «aggiuntivo del soppressivo di D Attorre». Un guazzabuglio. Forza Italia non ci sta. Il Nuovo centrodestra, che aveva già eretto un busto in onore di Lauricella, dopo un iniziale gioco delle parti, alla fine converge sul D Attorre. Provvede Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del partito, a precisarela posizione: «Nonsiamo contrari all emendamento D Attorre. Ci permettiamo però di ricordare che andare a votare con l Italicum con due camere che danno la fiducia comporta rischi d impazzimento. Ad esempio due ballottaggi diversi o una camera che viene assegnata al primo turno e l altra quindici giorni dopo». Ieri sera i capigruppo Pd, Speranza e Zanda, si sono chiusia palazzo Chigi per mediare ed evitare una spaccatura delpartito al momento delle votazioni in aula che saranno a scrutiinio segreto. L'obiettivo è insistere su Renzi perchè ottenga il via libera di Berlusconi su una norma che leghi l'italicum alla riforma del Senato ma che preveda anche la scappatoia dell'entrata in vigore immediata della riforma elettorale qualora la legislatura dovesse interrompersiprima. Le dimissionidel sottosegretario Gentile (Ncd) sono arrivate nel mezzo delle trattative. Una parte della trattativa.... I deputati della minoranza Pd vogliono collegare il sistema di voto alla riforma del Senato Il sottosegretario di Ncd scrive al premier per annunciare il passo indietro «Sono diventato carne da macello per colpire Renzi» Il M5S aveva presentato due mozioni di sfiducia ANDREA CARUGATI ROMA «Una decisione sofferta, maturata nell esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito». Il sottosegretario alle Infrastrutture Antonio Gentile si è dimesso ieri all ora di cena, dopo che il pressing su di lui si era fatto intensissimo. Ma i toni istituzionali dell incipit della sua lettera, indirizzata al premier, a Napolitano e ad Alfano, sono rapidamentesoppiantatidauna accusadurissima: «Contro di me metodi criminali, sono diventato carne da macello, usano me per colpire Renzi». Eppure la decisione è arrivata. Troppo pesante quel sospetto di aver fatto pressioni sull editore dell Ora della Calabria per impedire l uscita di un numero del quotidiano che parlava di indagini a carico di suo figlio Andrea. Troppo imbarazzante per il premier Matteo Renzi, e per la sua immagine di rinnovatore, la presenza di quel sottosegretario in odore di censura. Dopo che i direttori dei principali quotidiani italiani si erano schierati per le dimissioni. E il M5S aveva già preparato una mozione di sfiducia che rischiava di macchiare le prime settimane di vita del nuovo esecutivo. Con Renzi che non aveva alcuna intenzione di offrire ai grillini una formidabile arma di propaganda. Proprio a quel M5S che di attacchi alla libertà di stampa in questi mesi ne ha lanciati a dozzine, con Grillo che dal palco del V Day di Genova ha auspicato la chiusura dei siti online di Repubblica e Giornale, rei di non avere dato abbastanza spazio alla sua piazza. Senza dimenticare la lista di proscrizione dei cronisti sul blog, iniziata proprio con una giornalista dell Unità. Ieri il premier Renzi ha sentito il direttore del quotidiano calabrese Luciano Regolo e gli ha assicurato «provvedimenti» sul caso Gentile. Poco dopo è arrivata la lettera di dimissioni in cui l ormai ex sottosegretario parla di uno «stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni». «Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima». La lettera di dimissioni è uno sfogo durissimo. Gentile ribadisce di non essere indagato, parla di «mandanti e ascari» di questa «tragicomica» vicenda e accusa: «Il Paese dicesare Beccaria è tornato nel medievalismo più opaco, fatto di congetture astruse e di cattiveria. Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico ed è incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poteresercitareilsuo incarico. Sono divenuto carne da macello, per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione». Gentile ringrazia Renzi e Alfano. «La volontà pervicace di colpire il premier si è espressa utilizzando il mio nome. Ora si faccia luce, chi ha IL CASO Visco aggredito in strada a Roma da uno squilibrato Vincenzo Visco è stato aggredito ieri da uno squilibrato mentre tornava a casa a Roma. L ex ministro dell Economia è stato avvicinato da un uomo che gli ha gridato «Sei uno che ha governato negli anni passati e ci ha venduto alle banche». Dopo averlo seguito per un po gli ha messo le mani al collo facendolo sbattere contro un auto in sosta. L intervento di alcuni passanti ha spinto l aggressore a fuggire. Visco ha presentato denuncia ai carabinieri. Il portavoce della segreteria Pd, Lorenzo Guerini, gli ha espresso la solidarietà del partito, parlando di «frutti avvelenati» generati da «campagne mediatiche spesso generiche se non infondate». Il premier convinto di poter trovare una sintesi che gli permetta di lavorare anche su misure economiche e Jobs Act. Ieri la cena con Padoan, Delrio e Poletti espresso giudizi inaccettabili sulla mia persona dovrà ravvedersi». Il premier, parlando con i suoi collaboratori, si chiama fuori dalla vicenda: «È stata una scelta di Ncd che rispettiamo e apprezziamo». E il leader Ncd e ministro dell Interno rassicura il suo collega di partito: «Gentile si è dimesso per il bene comune e con grande generosità, e siamo convinti che il tempo (speriamo brevissimo) gli darà ragione. Per noi viene prima l Italia». La notizia suscita molti sospiri di sollievo dentro il Pd. Per il senatore renziano Andrea Marcucci «è bastato il buonsenso del governo e del premier. Non c è stato bisogno di tormentate riunioni dei gruppi parlamentari, che in passato non hanno sortito alcun effetto». I grillini sembrano presi in contropiede. Improvvisamente privati dell occasione di due sedute parlamentari dedicate alle loro mozioni, a Camera e Senato, contro il sottosegretario. «Merito del nostro fiato sul collo se si è dimesso», dice l ex capogruppo Nicola Morra. In effetti le dimissioni sono arrivate prima del previsto. La linea decisa a palazzo Chigi prevedeva prima l approvazione dell Italicum, e solo successivamente il dossier Gentile. Ieri l accelerazione. Del resto, cresceva tra i parlamentari Pd l imbarazzo per quella storiaccia di presunta censura al giornale calabrese (che in effetti dopo le pressioni dello stampatore Umberto De Rose sull editore Citrigno non uscì per un guasto alle rotative, come raccontato per prima dall Unità il 20 febbraio). Alcuni parlamentari, come il senatore Corradino Mineo, si erano già detti pronti a votare la mozione del M5s. La minoranza anche ieri si era fatta sentire con Fassina, e la presidente dell Antimafia Rosy Bindi aveva ribadito: «Una vicenda inquietante». Anche Sel si era schierata per le dimissioni, e Scelta civica aveva chiamato in causa il premier con una nota di Irene Tinagli: «Mi aspetto che sul caso Gentile Renzimostri quello stesso rigore che chiedeva al suo predecessore con Alfano, Cancellieri e De Girolamo». Fulminea invece la retromarcia di Ncd. Fino al pomeriggio di ieri il capogruppo in Senato Sacconi difendeva Gentile a spada tratta. «Molti applicano su di lui una giustizia sommaria senza contraddittorio». All ora di cena, la capitolazione. A segno il pressing di Renzi su Ncd Ora cerca la mediazione col Cav enere insieme Alfano e Berlusconi. È questo l obiettivo (oggetti- complicato) che s è IL RETROSCENA Tvamente dato Renzi per avere la certezza di condurre in porto le riforme istituzionali, a partire dall Italicum, senza far smembrare la maggioranza che lo sostiene. Può sembrare paradossale ma di frontearenzisista ponendola stessa questione che aveva Letta. Solo che adesso Renzi non è più soltanto il segretario del partito di maggioranza della maggioranza, ma è il capo del governo. E quindi il problema della tenuta della maggioranza adesso è un suo problema. Che riguarda ovviamente i rapporti col Ncd. Che ora sono più solidi visto che alla fine è andato a segno il pressing su Alfano per far fare un passo indietro al sottosegretario Antonio Gentile, evitando al governo pericolosipassaggi in Aula sulle mozioni di sfiducia, e interrompendo l ancor più dannoso stillicidio di critiche esterne. VLADIMIRO FRULLETTI vfrulletti@unita.it Ma l attenzione del premier è rivolta anche alla minoranza Pd da dove vengono gli emendamenti Lauricella per congelare l entrata in vigore dell Italicum fino alla conclusione della riforma del Senato e D Attorre che lascia per Palazzo Madama l attuale sistema elettorale proporzionale (con preferenze) uscito dalla sentenza della Corte Costituzionale. Renzi cioè è consapevole sull Italicum di dover lavorare con un Parlamento che non è «suo», e quindi a rischio costante di imboscate (col voto segreteto). In più però s è reso conto che il senso dell obiezione portata avanti dal senatore Lauricella non è infondata. Anzi. Perché è ovvio che il cambiamento di sistema avverrà quando ci sarà non solo una nuova leggeelettorale che eviti nuove larghe intese, ma anche la Camera delle Autonomie e la finedel bicameralismo perfettodi oggiela riformadelle Regioni. «Dobbiamo cogliere la sostanza di quell emendamento epurandola dal

14 martedì 4 marzo La pagina de «l Ora della Calabria» che non è uscita Inchiesta sul politico E «l Ora» non esce Antonio Gentile si è dimesso ieri dall incarico di sottosegretario FOTO LAPRESSE Mafia, concorso esterno Condannato Lombardo Sei anni e 8 mesi per l ex governatore siciliano uomini d onore era in grado di e re». Il procuratore Salvi: «Il castello ha retto» Come ha confermato Giovan bagallo, che per Mpa si occupa candidature. Basilotta (Vincen JOLANDA BUFALINI co per il governatore era stato il 29 marzo 2012, quando il Gip Luigi Barone ave- lo, avrebbe «minacciato i suoi dannato nel 2005), secondo Ba ROMA va respinto la richiesta di archiviazione pena il licenziamento, se si fosse È finita con una condanna a 6 anni e 8 imponendo il rinvio a giudizio coatto. tati di votare Oliva (Mpa ndr)» mesi e l interdizione dai pubblici uffici Intanto al procuratore Vincenzo d Agata succedeva Giovanni Salvi. Scriveva Aiello, boss del catanese. Così volta Barbagallo parlava con V (primo grado, rito abbreviato) la lunga vicenda politico-giudiziaria di Raffaele Barone nella sentenza di rinvio: «Il successo tramite cui gli esponenti di Cosa gli vedere un quarto di culo, volgeva il capomafia: «Attenzio Lombardo, il governatore siciliano che diceva di se stesso «io sono l Autonomia». Lui è arrivato provato all udienza favore dei Lombardo non lo si può ri- coddu ppe soddi!» (Vedi che fa Nostra riuscivano a procacciare voti in per qualsiasi cosa viri ca ficiu finale, stanco: «Chi non lo sarebbe?». durre al denaro e ai generi alimentari... l accordo per soldi). Ma non si è scomposto alla lettura della essendo di tutta evidenza che a monte Angelo Lombardo, il fratello sentenza che ha assorbito nel reato di la riuscita dell operazione dipendeva governatore, che ha scelto il rito concorso esterno quello di voto di scambio ed è più mite rispetto alla dal potere di assoggettamento che gli rio, è stato rinviato a giudizio. richiesta Andrea Gentile, ceva altre pressioni per convincerlo a della procura di una condanna a 10 anni. «Me lo aspettavo, l avevo già detto a non pubblicare la notizia». figlio del senatore Ncd, Accuse gravi, a cui replica a stretto mia moglie questa mattina». È «l epilogo naturale del primo grado di giudi- giro lo stesso De Rose, ex presidente di indagato a Cosenza Confindustria Calabria e attuale presi- zio», spiega annunciando il ricorso in La pagina con cui per prima l Unità ha sollevato il caso Gentile, il 20 febbraio «Sul sottosegretario scelta giusta Italicum, si parta dall intesa con Fi» MARIA ZEGARELLI ROMA È uomo dai nervi saldi Lorenzo Guerini e anche nei momenti di massima tensione la sua parola d ordine è «calma». E così mentre gli ultimatum sulla legge elettorale si rincorrono tra Fi, Ncd, e anche parte del Pd, e fa discutere il casodel sottosegretarioantonio Gentile, lui mantiene il sangue freddo. Ma quando arriva la notizia delle dimissioni del senatore Ncd, tira un sospiro di sollievo. «Bene, è quello che ci aspettavamo», commenta a caldo. Da quando Matteo Renzi è a Palazzo Chigi è lui a tenere le redini del Nazareno e questi sono giorni di fuoco, sul fronte interno e su quello internazionale. «In un momento come quello che stiamo attraversando - dice-, con le cancellerie europee preoccupate dalla gestione della crisi ucraina, noi come Paese dobbiamo mantenere una posizione unitaria. Il nostro governo si è da subito fatto carico di svolgere un ruolo in piena sintonia con le iniziative assunte dagli altri Stati europei per cercare una soluzione diplomatica per questa drammatica crisi». Dopounlungobracciodiferroilsottosegretario Antonio Gentile si è dimesso. Come è andata, ce lo racconta? «Dopo il crescendo delle polemiche che hanno accompagnato la sua nomina a sottosegretario anche dal Pd è arrivata la richiesta a Ncd di una assunzione di responsabilità, di pensare alle conseguenze che questa vicenda avrebbe potuto avere sul governo. La risposta è arrivata pochi minuti fa e credo che sia stato il segnale più utile per permettere al governo di concentrarsi sui molti problemi che ha il Paese». Guerini, domani (oggi per chi legge, ndr) in Aula arriva l Italicum e il Pd ha in manolapartita.credechecipossanoessere conseguenze da parte del Ncd dopo queste dimissioni indotte? «Assolutamente no. Le dimissioni del senatore Gentile dalla carica di sottosegretario nulla hanno a che fare con la legge elettorale, la cui importanza è riconosciuta come decisiva da tutte le forze politiche, a partire da Ncd». Quindisecondo leièpossibilechiudere un accordo che tenga insieme Fi e Ncd, malgrado gli ultimatum? «Non drammatizzerei le dichiarazioni ultimative perché spesso fanno parte di un dibattito in cui tutti sanno che poi alla fine bisognerà confrontarsi sui passaggi parlamentari. Il punto da cui si parte è l accordo che è stato siglato con L INTERVISTA Lorenzo Guerini «Ledimissioni digentile? Abbiamochiestoa Ncd un assunzione di responsabilità», dice il portavoce dellasegreteria Pd Fi per avviare il percorso delle riforme istituzionali e vorrei che tutti ricordassimo che grazie a quell accordo si è sbloccata una situazione che sembrava paralizzata. L impianto di quell accordo va salvaguardato per mantenere la carica di cambiamento che conteneva al suo interno». Ma Renzi deve tenere conto anche del suo maggiore alleato di governo, Alfano. «Noi abbiamo sempre detto, perché ci crediamo, cheleregoledel giocoe l architettura istituzionale si scrivono con tutti i giocatori dal momento che quando si è fatto in modo diverso non ne è mai venuto niente di buono per il Paese. Ma è chiaro che noi abbiamo una doppia responsabilità: condividere il percorso delle riforme con una maggioranza più ampia nella consapevolezza di essere alla guida di un governo composito. È possibile su alcuni emendamenti della legge elettorale trovare un accordo. Penso che la via sia quella di legare il percorso dell Italicum a quello delle riforme istituzionali». L emendamento Lauricella o quello D Attorre: su quali dei due state cercando l accordo? «Diciamo che più che questo è quell emendamento è il tema che entrambi pongono ad essere un possibile punto di caduta. Tema, peraltro, che ritroviamo anche in altri emendamenti, e sonoconvintochesiapossibiletrovare l accordo anche con Fi. È l impegno che abbiamo in queste ore di confronto costante con le altre forze politiche. Abbiamo già dimostrato di voler arrivare ad un punto di convergenza confi quando abbiamo alzato la soglia del primo turno dal 35 al 37% e l abbassamento dello sbarramento in entrata dal 5 al 4,5%. Mi rendo conto che è necessario un grande sforzo per riuscire a mettere d accordo punti di vista diversi ma non dobbiamo mai dimenticare l obiettivo: approvare le riforme istituzionali e una nuova legge elettorale». Su qualche quotidiano si torna a parlare delsospettoche Renzivogliatenersile mani libere per tornare al voto fra un anno. «Sospetto inaccettabile. Noi stiamo lavorando per far ripartire il Paese, non per tornare al voto». Guerini, il Pd e il governo sono l altro tema. Renzi chiede un allargamento della segreteria eun coinvolgimento del suo partitoinquestasfida.cisaràunagestione unitaria? «Noi oggi abbiamo un segretario del Pd che ha vinto il congresso con un ampio risultato e che è anche il Presidente del Consiglio, nel pieno rispetto dello Statuto. Si tratta, adesso, di definiregli assettidelpdanche allalucedelle molte novità che ci sono state, ci sono dei ruoli che andranno assegnati e il segretario ha intenzione di affrontare quanto prima anche questo tema. Credo possa essere l occasione per confrontarci con la minoranza e valutare un allargamento delle responsabilità. Il dibattito è appena iniziato, il nostro auspicio è che si possa arrivare ad una intesa». Credesiapossibile,conlagestioneunitaria, ricomporre le fratture interne al Pd? «Noi dobbiamo mettere dei punti fermi: c è stato un congresso dall esito molto chiaro; c è stata un assunzione di responsabilità di governo da parte del segretario del Pd, decisa dalla direzione con un voto che è andato ben al di là della maggioranza congressuale con cui Renzi ha vinto le primarie. Da qui nasce l esigenza di aprire un confronto affinché ci sia il coinvolgimento di tutto il partito. È una sfida che riguarda tutti». tentativo di farne uno strumento per allungare i tempi» il ragionamento che il premier ha fatto ai suoi. E quindi è su questa base che adesso Renzi sta cercando di convincere l altro contraente del patto: Berlusconi. Trattativa che per il momento non ha portato a nessuna conclusione. Tanto che, in attesa che l Italicum oggi pomeriggio faccia il proprio ingresso alla Camera la riunione del gruppo Pd alla Camera previsto per ieri seravistal assenzadelpremierè stato spostato a stamani. Mentre i capigruppo Speranza e Zanda sono saliti da Palazzo Chigi: una spaccatura nei gruppi Pd sarebbe la pietra tombale di qualsiasi riforma. L idea è di legare riforma elettorale a riforme costituzionali ma con la clausola che se poi la legislatura cade l Italicum possa subito essere applicato. Ed è lungo questa strada che il premier ieri ha lavorato per tutto il giorno con incontri (anche con Letta) e telefonate. Il principio rimane che il patto, sottoscritto con Berlusconi ma anche con Ncd, si cambia solo con l accordo di tutti i contraenti. A sentire le dichiarazioni ufficiali degli esponenti di Forza Italia, a cominciare da Brunetta, grandi spazi non ci sarebbero. Renzi non vuole rompere con Forza Italia e averdini ha spiegato che è nell interesse di tutti avere un testo blindato che una volta in aula tenga rispetto al voto segreto. Perché serve sì un impianto che «garantisca la governabilità e ci liberi dal ricatto dei partitini» ma occorre anche essere certi che i voti alla Camera e soprattutto al Senato poi ci siano. «Siamo alla stretta finale, possiamo davvero portare a casa la legge elettorale entro la settimana» ha spiegato Renzi, ma ci sono ancora «qualche difficoltà». C è da aspettare cosa dirà Berlusconi che domani, quando il premier sarà in Tunisia, incontrerà i suoi Renzi insomma è convinto che la sintesi possa trovarsi. Il che consentirebbe al suo governo di avere anche il tempo per mettere in piedi anche le misure economiche. Ieri ha scritto agli 8mila sindaci per chiedergli di segnalargli un edificio scolastico da sistemare e far partire così «l investimento più significativo ma fatto da ungoverno sulla scuola», annunciando che «fin dalla prossima settimana arriveranno i primi provvedimenti economici». Ieri sera erano a cena con Renzi eil sottosegretario Delrio i ministri Padoan e Poletti per mettere apuntoil jobs-act. Arrivarealmeno a fine anno, dopo il semestre di presidenza europea insomma è il traguardo minimo. Riforme e decreti i paletti del Colle MARCELLA CIARNELLI ROMA Impegnati entrambi a breve in missioni all estero, Napolitano da stasera sarà in Albania e Matteo Renzi andrà in Tunisia, il presidente della Repubblica e il premier hanno colto l occasione della partecipazione all inaugurazione dell anno accademico della Scuola di fomazione dei Sevizi, per un lungo colloquio che ha fatto un po il punto del lavoro di questi giorni. Poco più di quaranta minuti di confronto su temi di stringente attualità ma anche di prospettiva. Ovviamente il primo punto toccato è stata la difficile situazione in Ucraina con Napolitano che segue con la massima attenzione l evolversi della questione confermando il suo apprezzamento per la poszione fin qui assunta dal governo italiano che sta trovando «importanti convergenze a livello europeo, in modo particolare con la posizione tedesca». Mail faccia a faccia tra Napolitano e Renzi ha consentito di fare il punto sulle questioni aperte a cominciare, è poi filtrato, sulle «imminenti questioni su cuiilparlamento saràchiamato a decidere». A cominciare dalla legge elettorale su cui la Camera comincia oggi a discutere. Che le norme per portare gli italiani al voto, tanto più dopo la sentenza della Consulta, sia un argomento su cui Napolitano ha dato la sua massima attenzione, è cosa nota.le sollecitazioni al Parlamento in questo senso non si contano. La legge elettorale è questione delicata che il presidente della Repubblica, pur non essendo le sue prerogative in questa fase direttamente coinvolte, non può non aver sollecitato a che l iter avvenga nella chiarezza assoluta. Con l impegno che nella stesura definitiva non emergano contraddizioni e ci sia la certezza di una omogeneità in entrambi rami del Parlamento in attesadella riformacostituzionali cheha tempi diversi rispetto all iter di una legge comune. Qualche problema al momento potrebbe esserci. Quindi sarà meglioprocedere conla cautelanecessaria in argomenti in cui l equilibrio è dote essenziale. Sono molti i provvedimenti annunciatidalpremier Renzi. Unaagendada rispettare anche per dare soluzioni ad alcune delle più grosse difficoltà con il quale il Paese si trova da troppo tempi a fare i conti. Le scadenze prossime venture, a cominciare da quelle che dovrebbero affrontare la questione lavoro, hanno tutti dei costi. Al di là degli impegni che appaiono improcrastinabili la questione da non sottovalutare è quella delle coperture finanziarie dei provvedimenti. Il presidente su questo punto ha posto sempre la massima attenzione. Ma anche che abbiano la necessaria omogeneità e che si scongiuri per il futuro il rischio di decreti omnibus in cui si ritrovano le materie più diverse. La vicenda legata al Salva Roma è ancora cronaca recente. Matteo Renzi, ha donato al presidente della Repubblica il libro «Raccolta di scritti in memoria di Loris D Ambrosio» curato dalla rivista italiana di Intelligence. Alla cerimonia erano presenti anchei familiari del consiglieredel Capo dello Stato scomparso all improvviso nel luglio del 2012.

15 4 martedì 4 marzo 2014 LA CRISI UCRAINA GABRIEL BERTINETTO gbertinetto@unita.it Crimea appesa a un ultimatum Intimata la resa alla Marina ucraina a Sebastopoli ma le autorità russe smentiscono Nuovi fronti a Donetsk, i filorussi occupano la sede del governo e annunciano un referendum Arrendetevi o attacchiamo. Una perentoria intimidazione a deporre le armi è stata lanciata ieri sera da Aleksander Vitko, capo della flotta russa nel Mar Nero ai militari ucraini circondati nelle loro basi in Crimea e ai marinai di due navi. L ultimatum scadeva alle tre di notte. E a meno di proroghe decise all ultimo minuto, stamattina sapremo se la strana guerra di Crimea, che per tre giorni è stata combattuta senza sparare un colpo, si è trasformata in conflitto aperto. Sapremo se le poche migliaia di soldati fedeli al nuovo governo di Kiev si sono piegati o hanno tentato una resistenza che appariva disperata, vista la soverchiante preponderanza di forze russe. Un ultimatum prima annunciato (dall agenzia stampa Interfax-Ukraine) poismentitoda un portavocedella flotta russa, ma le autorità ucraine hanno confermato che la minaccia di assalto alle basi e alle navi è stata pronunciata. L ordine di arrendersi traduce in linguaggio crudamente bellico il pesante avvertimento politico pronunciato poche ore prima dal ministro degli Esteri di Mosca, Serghei Lavrov:resteremo nella penisola fin quando la situazione non si sarà «normalizzata». L occupazione insomma è destinata a continuare. E tutto fa pensare che i russi intendano renderla stabile, se non permanente. Quando il presidente Dmitri Medvedev annuncia l intenzione di costruire un ponte fra la costa russa del Mar Nero e la Crimea, parla come chi si considera già padrone anche dell altra sponda dello stretto Ai proclami del Cremlino, Kiev risponde che i tentativi di conquistare la provincia autonoma sono destinati a fallire. Ma il premier Arseny Yatseniuk, pur disponendo la mobilitazione generale, aggiunge che «nessuna opzione militare è sul tavolo» e urge invece una risposta politica internazionale. Ma lo stesso Yatseniuk, dopo l ultimatum, dice che «non saranno ammessi soldati russi nelle regioni orientali». La successione degli eventi in Ucrainaèstataanche ieriincalzante. A Kerch, la località che Medvedev progetta di collegare alla Russia con un ponte stradale o ferroviario, truppe fedeli a Mosca hanno preso il controllo del terminal dei traghetti che fanno la spola fra Crimea e Russia. La mossa facilita evidentemente l eventuale invio di nuove unità militari nella penisola. Sarebbe stata segnalata infatti una concentrazione di mezzi sulla sponda russa. YANUKOVICH «LATITANTE» A Sebastopoli una nave ucraina è stata circondata ieri mattina da unità russe. Gli ufficiali ucraini che erano a bordo hanno comunicato con i familiari a terra, riferendo di avere ricevuto l ordine didefezionare epassareagliordinidel governo filo russo di Sinferopoli. L equipaggio sembra intenzionato a resistere, e a non seguire l esempio dell ammiraglio Berezovski, che domenica sera ha cambiato bandiera, ventiquattroore dopo avere giurato fedeltà a Kiev come comandante della flotta ucraina. A terra intanto la base navale di Sebastopoli è stata circondata da truppe russe, così come era avvenuto domenica a Perevalnoe. Prima dell ultimatum serale dell ammiraglio Vitko, altre intimazioni ad arrendersi si erano accavallate nell arco della giornata. Destinatari in un caso i membri della Brigata aerea ucraina assediati nell aeroporto di Belbek, ai quali è stato detto di consegnarsi entro le quattro del pomeriggio (non è chiaro cosa sia poi accaduto). Anche il ministro della Difesa del governo autonomo filo-russo, Vladislav Seleznev, è intervenuto con una dichiarazione in cui incitava i soldati ucraini a defezionare. Kiev guarda con angoscia ai drammatici eventi in corso fra Sebastopoli e Sinferopoli. Ma altri fronti potenzialmente ancora più esplosivi rischiano di aprirsi in altre aree dell Ucraina in cui la componente etnica russofona è massiccia e a volte prevalente. Pericolosamente in fermento è la popolazione di Donetsk, nella parte orientale del Paese, dove centinaia di manifestanti hanno assaltato il palazzo del consiglio regionale e issato il tricolore russo al posto della bandiera nazionale. I rivoltosi hanno annunciato il progetto di indire un referendum sull indipendenza del Donbass, sul modello di quello già indetto per il 30 marzo da Aksyonov, il premier filo russo della provincia autonoma di Crimea. Stesse intenzioni hanno annunciato i dimostranti nella città di Odessa. Le agitazioni nell est e nel sud del Paese spingono il presidente Oleksandr Turchynov a parlare di situazione «difficile». Tuttavia, sempre secondo il capo di Stato, le autorità sarebbero riuscite a riprendere il controllo sia a Donetsk che a Odessa. Quanto a Viktor Yanukovich, scappatooltre confine nella nottefrail 21e il 22 febbraio dopo essere stato deposto dalla rivoluzione del Maidan, è ora ufficialmente un «latitante». Così viene qualificato sul sito online del ministero degli Interni di Kiev. Nella sezione dedicata alle «persone che si nascondono alle autorità», spicca una scheda con i suoi dati anagrafici, la foto segnaletica, il logo e la data della sparizione, e il reato per cui è incriminato: concorso in omicidio di massa. Chiaro riferimento ai circa cento oppositori uccisi dai reparti speciali Berkut mandati a reprimere le proteste popolari.... Il premier Yatseniuk: «Non saranno ammessi soldati russi nelle regioni orientali» L ANALISI ROCCO CANGELOSI SEGUE DALLA PRIMA Così interviene la Nato con dichiarazioni perentorie, la Ashton (pronta ad affiancare il Segretario di Stato Kerry oggi a Kiev) recita la posizione comunemessa faticosamente assieme dai 28membri della Ue, il Consigliodi Sicurezzadell Onu si riunisce, Obama telefona a Putin minacciando ritorsioni egravi conseguenzee il Papa invita al dialogo. Così, mentre glialtri parlano, (dum Romae cosulitur...) il parlamento russo autorizza il governo a intervenire militarmente, Putin occupa la Crimea e dispiegale truppe nei punti più strategicidella regione, prontea entrarein azione se necessario, senza Il ponte di Medvedev Il premier russo Medvedev annuncia che la Russia porterà avanti il progetto di costruzione di un ponte sullo stretto di Kerch, che separa la penisola di Crimea dal territorio russo. Il progetto era stato firmato dal precedente governo ucraino. «Abbiamo adottato decisioni vincolanti». Paralimpiadi senza Usa Gli Stati Uniti non invieranno una propria delegazione presidenziale agli imminenti Giochi Paralimpici Invernali di Sochi in segno di protesta. La Casa Bianca ha confermato però che gli atleti statunitensi prenderanno regolarmente parte alle gare. Stessa decisione è stata assunta dalla Gran Bretagna. rinunciarenel frattempo adutilizzare l arma dei referendum. Inrealtà, volendo analizzare la situazionesecondo i canoni della Real Politik, l Ucrainaappare nella maggior partedel suo territorio edella sua popolazione, strettamente legata alla culturae alle tradizioni russe. Solo la partenord occidentalepersegue l obbiettivo di un saldo ancoraggioalla Uee ai Paesi occidentali. Sul piano economico la situazione è ancora più netta. L Ucraina dipende mani epiedi dagli aiuti di Mosca: deve rimborsare allarussia un prestito di13 miliardi di dollari e habisogno dialmeno 25 miliardi perconsentire alla sua economiadi sopravvivere. Le sue fornitureenergetiche dipendono esclusivamente dagli oleodotti russi comeil suo export eimport è strettamente legato all conomia del grande vicino. Telefonata del patriarca Il Patriarca di Mosca Kirill ha parlato al telefono, con il presidente ad interim ucraino, Oleksandr Turchynov, esprimendo «profonda preoccupazione». La Chiesa ortodossa russa ormai da tempo è vicina al potere del Cremlino. Il passo di Kirill potrebbe essere il segnale di una diplomazia parallela. I «Berkut» arruolati La Russia è disposta ad arruolare agenti ucraini «sul suolo russo» cominciando con il rilascio di passaporti a quello che rappresenta il muso duro della polizia ucraina: le truppe antisommossa Berkut. Coloro che «desiderano continuare il loro servizio in Russia dovranno ottenere la cittadinanza russa», ha spiegato Mosca. Putin da partesua considera l Ucraina diimportanza strategica fondamentale peril suo progetto di un Unione euroasiatica, chetrova una sponda anchenella Cina, in contrapposizione allaue, né potrebbe mai accettare di vedere la flotta del mar Nero messa a repentaglio dall insediamento di un governonon amicoa Kiev. Significativo il passaggio dell alto comando della flotta ucraina nel campofilo russo. L Unione europea daparte sua non ha molti strumenti da far valere sulla bilancia. Fatto salvol accordo di associazione, che offresolo vantaggi di naturadoganale e diaccesso al mercato, l Ue nondispone dirisorse adeguate percontrobilanciare l offerta russa, né questa può essere sostituita dagli aiuti del Fmi. Le minacce di tenere Moscafuori dal G8e di boicottare il vertice di Sochi, non fermerannoputin, il quale èben Il presidente della Duma Un intervento delle forze armate russe in Ucraina «non è necessario per il momento». A dirlo è il presidente della Duma, la camera bassa russa, Sergey Naryshkin. «La decisione presa dal Consiglio della Federazione dà il mandato (di intervenire). Ma tale necessità al momento non c è». Timoshenko e la guerra «Vladimir Putin è pienamente cosciente che dichiarando guerra all Ucraina - ha detto l ex premier ucraina Yulia Timoshenko in un video postato sul suo sito web ufficiale - dichiara guerra anche ai garanti della nostra sicurezza, Stati Uniti e Gran Bretagna». La chiave della crisi non è da una parte sola consapevoledei limiti diazione cheil Congressopuò imporre ad Obama, comeè avvenuto per la Siria. Quelloche conta nel rapporto di forza chepuò determinare la soluzione della crisi èla situazione difatto cheesiste sul terreno esono i russi a presidiarla saldamente. Né Putin, né alcun altro Stato accetterebbero una scissione dell Ucraina, che potrebbe aprire una escalationrivendicativa di revisione delle frontiere, rimettendo in discussione i risultati della Csce di Helsinki. Ipotizzare soluzioni di ripartizione diinfluenza sulla base di precedenti storici come il patto Molotov Ribbentrop, che secondo alcunicommentatori verrebbe replicato dagli incontri Steinmeier-Lavrov in corsoa Ginevra, è solo fantapolitica: comeirrealistico appare prospettare un adesionedell Ucraina alla Ue, che trova peraltro i maggior Paesi membri divisi tra loro, secondo quanto trapela

16 martedì 4 marzo Mosca: «Non ce ne andremo» attraversoicomunicatiufficiali dei ministridegli Esteririunitia Bruxelles, iqualinon sonoandati oltregeneriche minaccedisanzioni allarussia. Né serviràlariunione deicapidi Statoe di governodei28, previstaper giovedi prossimo, ad appianarele divergenzedi fondo. AngelaMerkelne èbenconsapevole. Perquesto, nonostantele dichiarazioni diprammatica rilasciate controil presidenterusso, si mantieneinstretto contattocon Putin, cercandodi trovare unasoluzioneche passiper Mosca. Di quilaproposta delleultimeoredella creazionedi ungruppodi contattonel quadrodell Oscedel qualeè chiamato ancheputin afarne parte. Vedremose anchel Italia, chesostiene laposizione dimediazione assunta nella crisidalla Germania, riusciràa farneparte ose ne saràesclusacome avvenne pergli accordidi Daytonoper l Iran. Nonresta che prendereattodi questa situazioneedevitare tentatividi appoggiaresoluzionipolitiche che suoninoostilia Moscae checomunque avrebberoilsostegnosolo diuna parte dell Ucraina. YuliaTimoshenko, che oggisecondo alcunefontisi troverebbea Mosca, potrebberappresentareil puntodi mediazione. È ritenutaunavittima del precedenteregime edèamata dai manifestantidi piazzamaidan. Ma è consideratanon ostile aputin. Una sua elezionecome presidentepotrebbe esserenon sgraditaamosca e potrebbe consentiredi realizzareun modus vivendi, che da unapartesalvaguardi l integritàdelpaesee dall altro preveda uncamminodi avvicinamento all Ue nelquadro di unospazio economicoe dilibera circolazionecomune, dal quale nonpuò essereesclusa larussia. In altritermineappare preferibile agire nelquadro dellepolitiche divicinato mirantiarealizzare, come propostoa suotempo dalla CommissioneProdi, un «ring offriends» dalmarocco, al MarNero avladivostock, anziché cercaredi perseguireobbiettiviche al momentoattualeappaionoirrealistici e perlacui realizzazionebisognerebbe attenderela improbabilecadutadiun secondomurodi Berlino. Lanave russa «GeorgiyPobedonosets» nella baiadi Sebastopoli FOTO AP Sospesi i lavori per il G8 «Putin fuori dalla realtà» La Ue: «Mosca ritiri le truppe». Giovedì nuovo vertice Napolitano: posizione italiana corretta UMBERTO DE GIOVANNANGELI udegiovannangeli@unita.it Più che i documenti, a dar conto della gravità della crisi ucraina, sono le «impressioni» confidate al telefono. Ecco allora una Angela Merkel «estremamente irritata» con VladimirPutin, che al telefono con Barack Obama, avrebbe affermato di «non essersicura» che Putin «abbia ancora contatto con la realtà». Lo scrive il New York Times che cita fonti ufficiali Usa. «Vive in un altro mondo», avrebbe detto la cancelliera. Fuori dalle confidenze, c è la diplomaziaufficiale: quella dei documenti, dei vertici. La crisi ha fatto rinascereintanto ilg7, chehacondannato l aggressionedi Mosca al nuovo governo ucraino. Da Berlinopoi si è ribadito che Merkel ha accusato senza mezzi termini il presidente russo di aver violato il diritto internazionale con «l inaccettabile intervento russo» in Crimea e ha ottenuto che Putin approvasselapropostadi un «gruppodi contatto» che accerti i fatti e avvii il dialogo sotto l egida dell Osce, che però ha scarsi strumenti di intervento diretto. MINACCE E DISTINGUO Al termine di una giornata convulsa, segnata da una febbrile attività diplomatica tra le due sponde dell Atlantico, la Casa Bianca diffonde una nota congiunta che sancisce l isolamento internazionale di Vladimir Putin. «Noi, i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e il presidente del Consiglio europeo e il presidente della Commissione europea - esordisce il comunicato - ci uniamo per condannare la chiara violazione della Russia della sovranità e integritàterritoriale dell Ucraina». «Siamo uniti - si legge ancora nella nota - nel sostenere la sovranità dell Ucraina, la sua integrità territorialee il suo diritto di scegliere il proprio futuro. Ci impegniamoa sostenere l Ucraina nei suoi sforzi per ristabilire l unità e la stabilità economica e politica del Paese». I leader ritengono le azioni di Mosca incompatibili con il G8, di cui Moscaèentrataa farparte nel 1997, e annunciano: «Abbiamo deciso di sospendere la nostra partecipazione alle attività associate alla preparazione del summit del G8 calendarizzato per giugno a Sochi». In serata, parla Obama: le azioni della Russia in Ucraina violano il diritto internazionale, denuncia il presidente Usa. Mosca, insiste l inquilino della Casa Bianca, è «dal lato sbagliato della storia». Da Washington a Mosca. La decisione di sospendere i lavori da parte dei Paesi occidentali nel quadro della Presidenza russa del G8 non risulta in alcun modo motivata. Ad affermarlo è il portavoce del ministero degli Esteri russo Alexander Lukashevich. La decisione è «difettosa, non solo politicamente, ma anche in contrasto con i principi di impegno costruttivo di questo formato, basato sulle capacitàdel GruppodegliOtto, perlosviluppo, la stabilità globale e la lotta contro le minacce e le sfide transfrontaliere», aggiunge Lukashevich. «L Italia è e resta totalmente in linea con gli altri Paesi occidentali. Al riguardo, fanno fede le posizioni espresse dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri, con note e comunicati ufficiali», ribadisce la nota ufficiale della Presidenza del Consiglio. «Mi pare chesulla questioneucraina il governo Italiano abbia assuntouna posizioneattenta atutti gli aspetti e ai rischi della situazione». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo un lungo colloquio con il premier Matteo Renzi. La posizione dell Italia «ha trovato importanti convergenze a livello europeo, in modo particolare con la posizione tedesca», aggiunge il Capo dello Stato.... Obama prepara sanzioni economiche: «La Russia è dal lato sbagliato della storia» VERTICE INTERLOCUTORIO L Unione europea «condanna fortemente la chiara violazione della sovranità e integrità territoriale dell Ucraina provocata da atti di aggressione delle forze armate russe». È quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri dei Ventotto, tenutosi ieri pomeriggio a Bruxelles sulla crisi ucraina. L Ue, prosegue il documento conclusivo della riunione, «chiede una soluzione pacifica alla crisi in corso e il pieno rispettodei principi e delleobbligazioni del diritto internazionale», e «resta pronta a impegnarsi e a promuovere ogni dialogo costruttivo con tutte le parti, con l obiettivo di raggiungere una soluzione pacifica». Per questo, i Ventotto continueranno «i loro sforzi di facilitazione internazionale lavorandocon Onu, Osceealtri attoriinternazionali, inclusa una proposta per una missione di mediazione e osservazione internazionale, e accoglie favorevolmente una possibile missione esplorativa dell Osce in tal senso». Il testo accenna poi anche alle conseguenze della perdurante occupazione russa della Crimea: «L Ue e gli Stati membri che partecipano al G8 hanno deciso per il momento di sospendere la loro partecipazione alle attività associate con i preparativi per il summit del G8 di Sochi a giugno, fino a quando la situazione non tornerà a rendere possibile una significativa discussione del G8». «In mancanza di passi di de-escalation da parte della Russia - precisano i ministri - l Ue deciderà su conseguenze nelle relazioni bilaterali fra Ue e Russia, in particolare con la sospensione dei colloqui bilaterali sulle questioni relative ai visti cosi come sul Nuovo accordo, e prenderà in considerazione ulteriori misure mirate». «Tutti sanno che non esiste un opzione militare a questa crisi» in Ucraina. «Stiamo lavorando a una soluzione politico-diplomatica, perché non esiste una soluzione alternativa», rimarca la titolare della Farnesina, Federica Mogherini. Maquella di ieri si rivela una riunione interlocutoria. Il momento delle decisioni, o della esplicitazione di una divisione, è rinviato a giovedì prossimo, quando i capi di Stato e di governo dell Unione europea si riuniranno a Bruxelles per un vertice straordinario sulla situazione in Ucraina. Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Alla riunione, che inizierà alle 11,30 e terminerà verso le 15, i partecipanti «discuteranno degli ultimi sviluppi in Ucraina e dei mezzi per far diminuire la tensione», ha indicato Van Rompuy in un breve comunicato altermine della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri.

17 6 martedì 4 marzo 2014 LA CRISI UCRAINA L Europa divisa tre scenari per Kiev Treè il numero magico della crisi tra la Russia e L ANALISI l Ucraina. Tre sono gli scenari possibili e tre sono gli PAOLO SOLDINI schieramenti sul che fare che si stanno delineando in seno all Occidente. Il primo scenario è la guerra. Non la drôle de guerre di queste ore, con i soldati russi che occupano senzacolpo ferire leinstallazioni militari in Crimea e i soldati ucraini divisi tra chi sta a guardare e chi passa al nemico, ma la guerra guerreggiata, con le armi che sparano e i morti. Con il passare delle ore, se non ci sono svolte, l incubo può divenire realtà in ogni momento: basta un nervosismo, un errore. Il secondo scenario è una mediazione internazionale, condotta dall Osce, o nel seno dell Osce, l Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa con sede a Vienna che ha il pregio di essere oggi l unica in cui sono presenti tutti i protagonisti della crisi: gli europei, gli americani nonché quelli che potrebbero trovarsiungiornoo l altro incondizioni non dissimili dall Ucraina, e cioè gli Stati nati dalla dissoluzione dell Unione Sovietica. L obiettivo sarebbe un negoziato che garantisca l integrità territoriale dell Ucraina (Crimea compresa?) ma obblighi Kiev a impegnarsi nel rispetto delle minoranze russofone, garantendo qualche sorta di droit de régard a Mosca sulleregioni in cuiquelle minoranzesono maggioranza, e cioè nell est del paese ma anche in parte del sud. A cominciare dalla regione di Odessa, che rischia di diventare un nuovo pericoloso focolaio di La guerra vera, l intervento dell Osce, la scissione dell Ucraina. La seconda ipotesi sarebbe quella più logica ma c è chi spinge per il contenimento di Mosca conflitto, con una popolazione che si considera ucraina ma continua a parlare prevalentemente russo, erede di un passato imperiale in cui il russo era la koiné di un ricchissimo plafond di culture diverse -greca,ebraica,turca, rumena,tedesca - che caratterizzava anche altre regioni occidentali del paese, come la Bucovina dove (a testimoniare quanto l Ucraina sia una realtà tremendamente complicata) le lingue franche erano il tedesco e il rumeno. La soluzione Osce potrebbe essere avviata con la creazione di un gruppo di contatto e potrebbe sfociare nell invio di osservatori permanenti incaricati di vigilare sul rispetto degli accordi. Il terzo scenario contempla il collasso economico e politico dell entità statale ucraina con la secessione o il passaggio puro e semplice di intere regioni alla Russia e la sopravvivenza di una Ucraina notevolmente impiccolita. È evidente che questa ipotesi comporterebbe la nascita di un problema inverso a quello attuale, con la necessità di assicurare tutele e protezioni ai non russi, un problema che sarebbe particolarmente complicato del sud, dalla Transnistria (oggi in Moldavia) ad ovest alla Crimea ad est, passando per Odessa, dove etnìe e lingue sono molto mescolate. Si potrebbe pensare che lo scenario su cui la diplomazia internazionale si dovrebbe orientare più facilmente sia il secondo. Ma non è così, o è così solo in parte. O, se si preferisce, solo a parole. Alle tre ipotesi di sviluppo del conflitto corrispondono tre schieramenti. Nessuno, certo, sostiene apertamente l opportunità che la crisi sfoci in una vera guerra, e tuttavia l ipotesi viene di fatto contemplata da chi preme per una chiara scelta di rollback da imporre a Mosca con l adozione di sanzioni dure, l isolamento internazionale di Putin e l appoggio incondizionato al nuovo governo ucraino prima ancora che riceva una qualsiasi legittimazione popolare. Sostenitori di questa linea sono in genere i Paesi dell Europa orientale, Polonia in testa, e le repubbliche baltiche. I motivi che li animano sono ben comprensibili alla luce della loro storia: più la Russia è lontana, meglio è. Meno radicali sono quei paesi che, ispirati soprattutto dall amministrazione di Washington (tutta?) premono per un atteggiamento «fermo» con Mosca, proponendo il boicottaggio del G-8 di Sochi o addirittura l esclusione della Russia dal clan, ma senza l atto esplicito di rottura che sarebbe l imposizione di sanzioni. I governi di Londra e Parigi sono su questa linea. EREDITÀ DA GUERRA FREDDA Prima di passare al terzo schieramento, sarà utile notare come i primi due, pur conleloro differenze, sifondanosuuna premessa politica comune: la Russia va contenuta. Enon larussiadiputin, con le sue deviazioni autocratiche e le evidenti pulsioni neoimperiali, ma la Russia in quanto tale. È un postulato geopolitico che è sopravvissuto alla Guerra Fredda e che in qualche modo la scavalca, riallacciandosi a problematiche storiche che hanno attraversato i secoli. In nome del contenimentodellarussia, alla finedella Guerra Fredda l Occidente, gli Usa, la Nato e un poco anche l Unione europea, hanno cercato di allargare la loro area di influenza verso l est senza curarsi del fatto che ciò veniva percepito da Mosca come un pericolo e eccitava un nuovo nazionalismo e uno spirito di revanche che hanno contribuito non poco a creare e a consolidare l autocrazia al Cremlino. Anche la percezione di questi errori passati sostiene le posizioni dello schieramento pro negoziato e (oggi) pro Osce, del quale hanno preso la guida la cancelliera tedesca e il suo ministro degli Esteri e che trova l appoggio del nuovo governo di Roma. Vedremo chi prevarrà. Intanto andrebbe subito sgombrato il campo dal malinteso secondo il quale dietro l idea della mediazione si nasconderebbe una debolezza politica e morale verso la prepotenza aggressiva dei russi. L accusa è circolata e Angela Merkel ha dovuto smentire chi a Washington, Londra e Parigi ne propalava il sospetto e chi a Mosca se ne stava servendo propagandisticamente. L invasione della Crimea è una violazione della legalità internazionale e i movimenti di truppe russe sono una minaccia inaccettabile. Ma le minacce a chi minaccia non sono una risposta. I FATTI 21 novembre Il presidente Yanukovich decide in extremis di non firmare un accordo di associazione con l Unione Europea al vertice di Vilnius. La notte stessa le prime proteste a Kiev. 17 dicembre Il presidente russo Vladimir Putin annuncia l acquisto di titoli di Stato ucraini per 15 miliardi per sostenere l economia. Promesso anche un taglio delle tariffe energetiche di circa un terzo. 16 gennaio Il Parlamento vara leggi restrittive del diritto di manifestare, con l obiettivo di rimandare a casa i dimostranti accampati da settimane in piazza Maidan. Scontri e primi morti a Kiev. 20 febbraio 21 febbraio È la giornata della strage, quasi 100 le vittime in piazza Maidan. È una svolta a sorpresa dopo l amnistia concessa dal Parlamento e la liberazione degli edifici pubblici occupati dai manifestanti. Yanukovich firma un accordo con i leader dell opposizione per un governo di unità nazionale, cambiamenti costituzionali ed elezioni anticipate. Il giorno dopo il presidente si dà alla fuga. Panico in Borsa per il rischio sanzioni, crolla il rublo Mosca perde il 12% Depresse le «piazze» occidentali Salgono le quotazioni di oro e petrolio VIRGINIA LORI vlori@unita.it La Borsa di Mosca perde il 12,01% e il «rublo» crolla ai minimi storici sull euro e sul dollaro: è «l effetto Ucraina». Questo perché non si è fatta attendere la reazione dei mercati internazionali alla tensione crescente tra potenze occidentali e Mosca. La guerra, quella economico-finanziaria, pare iniziata dopo che il G7 ha condannato l annuncio del presidente russo Vladimir Putin di un possibile intervento militare in Crimea. Se le truppe di Mosca hanno già raggiunto la penisola sul Mar Nero si è mossa anche la banca centrale russa che, a sorpresa, ha deciso un rialzo del costo del «rublo». Nel tentativo di «arginare la fuga di capitali e fermare il deprezzamento della valuta locale» ne ha portato il tasso di interesse dal 5,5% al 7%. «La decisione - ha spiegato una nota diramata dall istituto - ha lo scopo di scongiurare i rischi per l inflazione e la stabilità finanziaria legati all accresciuta volatilità dei mercati finanziari». Non si fa menzione dell Ucraina, ma a tenere banco è la crisi «geopolitica» esplosa dopo quanto è accaduto a Kiev e in Crimea. Ma il rialzo non è bastato sorreggere il «rublo» che è crollato del 3% sul dollaro. La crisi è rimbalzata su tutte le Borse appesantita dalle minacce di rappresaglie economiche contro Mosca mosse da Stati Uniti e Eunione europea. L effetto è stato una corsa ai beni rifugio come oro e a «Treasury». A Wall Street hanno registrato ampie perdite i «future», mentre il prezzo dell oro cresce del 2,07%, passando a dollari l oncia. Ha preso il volo anche il prezzo delpetrolio: peril contrattoadaprilesi prevede un più 2,12% a 104,75 dollari al barile. Unaumentodeterminato anche dal rischio che ci possano essere problemi per le massicce forniture di gas russo all Ue, che in buona parte transitano proprio sul territorio ucraino. Sehaavutounverotracollola Borsa di Mosca (con una caduta dei titoli del colosso del gas Gazprom, che fornisce grosse quantità di metano all Ucraina e delle azioni di Sberbank, la principale banca russa), vanno giù pesantemente anche quelle europee. Il Dax di Francoforte cede il 3,44%, il Cac 40 di Parigi perde il 2,66%, il Ftse Mib di Milano scivola del 3,34% (con un forte calo di Unicredit, della Buzzi, della Pirelli e di altre imprese italiane impegnate in Ucraina), il Ftse 100 di Londra arretra dell 1,49%, l Ibex di Madrid lascia sul terreno il 2,33%. Ma potrebbe essere solo l inizio. Il timore degli investitori internazionali, infatti, è che la sfida sulla Crimea abbia conseguenze disastrose, provocando la peggior crisi economica per la Russia dal Potrebbero esserci problemi molto seri per la sua economia, che è già alle prese con una crescita «cronicamente stentata». Perché l intervento militare, oltre a gravare su un bilancio pubblico già messo a dura prova dalle Olimpiadi di Sochi, pregiudicherebbe i rapporti commerciali con l Occidente e costringerebbe le società russe a enormi svalutazioni sugli asset ucraini. ANALISTI PREOCCUPATI Gli analisti hanno calcolato che le bancherusse abbianoimpiegatiinucraina almeno30miliardi didollari, chesi aggiungono ai crediti delle società non bancarie. «Sochi è stata già costosa. Le avventure militari e il peggioramento dei rapporti con l Ovest possono esserlo ancora di più», ha commentato da Londra Holger Schmieding della Berenberg Bank. È cupo anche lo scenario delineato da Timothy Ash, «strategist» per i mercati emergenti di Standard bank. «Un escalation militare in Crimea - osserva - avrebbe effetti molto negativi, proprio in un momento di fragilità dell economia russa. L aumento dei tassi d emergenza - continua - dimostra quanto le autorità russe siano preoccupate». Secondo l analista finanziario «quest ultima avventuramilitare accelererà le uscite di capitali, indebolirà i prezzi degli asset russi, rallenterà gli investimenti, l attività economia e la crescita». In aggiunta, invita a considerare quale sarà l effetto negativo «delle eventuali sanzioni occidentali che provocheranno ulteriori danni». Il quadro è preoccupante anche perle istituzioni finanziarie: dal Fondo Monetario Internazionale alla Bce. Lo ha sottolineato anche il suo presidente Mario Draghi: «Questa crisi può avere un impatto sull area euro».

18 martedì 4 marzo febbraio Lo speaker del parlamento Olexander Turchynov nominato presidente ad interim. Il 24 viene emsso un mandato di cattura per strage contro Yanukovich. Il russo non è più lingua ufficiale. Un muscolarevladimir Putin sui carridicarnevale nellatradizionale sfilata a Dusseldorf FOTO LAPRESSE Le tv russe: genocidio dei nostri Il Cremlino controlla la maggior parte dei media Poche voci critiche, su Internet è guerra di tweet ROBERTO ARDUINI rarduini@unita.it 28 febbraio Uomini armati non identificati si schierano intorno ai principali aeroporti di Crimea. Il giorno prima filorussi avevano occupato edifici governativi. Yanukovich riappare in Russia. Quando la ragion di Stato si impone sullospettacolo. Lacrisiin Ucrainahaimposto al principale canale televisivo russo di cambiare i palinsesti e cancellare la trasmissione della Notte degli Oscar per dare spazio ai notiziari. «A causa della situazione in Ucraina, Pervi Kanal (Primo canale) ritiene impossibile trasmettere la cerimonia degli Oscar», si legge sul sito dell emittente più diffusa a livello nazionale. Lamaggiorparte deimediarussisono controllati dallo Stato e il conflitto è visto in maniera diversa. Rossiya 1, in un edizione speciale ha dato indicazioni concrete che un intervento militare di Mosca seguirà al rafforzamento della presenza delle sue forze armate in Crimea. «Non voglio offendere nessuno, ma il meglio che si può dire per l esercito ucraino è che è meglio che non ci sia», sogghigna il presentatore. In precedenza, un altra tv di Stato, Channel One TV, ha riferito che oltre 140mila persone sono fuggite in Russia per evitare i disordini in Ucraina. Ma l emittente ha illustrato il servizio con immagini di un posto di blocco alla frontiera tra Ucraina e Polonia. Alcuni servizi hanno ricordato le circa duemila persone uccise nel «genocidio» scatenato dalle truppe georgiane all inizio della guerra tra Russia e Georgia nel Mosca più tardi ammise che solo 160 civili erano stati uccisi nel conflitto. I media indipendenti hanno, invece, messo in discussione la copertura della tv di 1 marzo Putin ottiene il via libera dal Parlamento per l invio di truppe in Ucraina. Forze russe in realtà sono già in Crimea, dove il neo-premier ha chiesto l aiuto della Russia contro i «fascisti» di Kiev. Stato della crisi. Il quotidiano economico Vedomosti ha preso atto della predisposizione del popolo russo alla «propaganda tv» e l idea di un impero, ma ha scritto che «dietro la propaganda imperiale non c è politica, economia o desiderio di sostenere un impero». Il giornaled opposizione NovayaGazeta ha scritto che se la Russia continuerà a occupare la Crimea, rischierà di diventare uno «Stato canaglia» e il suo bilancio soffrirà per i miliardi di dollari stanziati per sostenere la regione. Nonostanteil blocco di13paginedel social network VKontakte collegate ai movimenti di protesta in Ucraina, internet è rimasta libera dalla censura e ha rappresentato un forum attivo per le critiche al governo. Alcuni blogger russi hanno espresso «vergogna» e inquietudine sulle azioni di Mosca sull Ucraina. Ma vi è anche la prova di una mobilitazione pro-cremlino. L hashtag Russia- Doesn tabandonitsown russa ha raccolto oltre 80mila tweet. Gli appetiti euroasiatici dell orso russo IL COMMENTO GIANLUCA BERTINETTO* L ORSO, SORNIONE E MELLIFLUO, HA DATO UNA ZAMPATA. E TUTTI SI DOMANDANO SE SI CONTENTERÀ DI UN PO DI MIELE O SE SI PREPARA A MORDERE DAVVERO. Ma certo male hanno fatto quelli che lo hanno provocato I media russi, in gran parte controllati dal Cremlino, svolgono una propaganda sottile e pervasiva, coadiuvata anche da fonti occidentali filorusse, più o meno consapevoli. Un velo di dubbio viene gettato anche su fatti macroscopici, finché non diventano fatti compiuti, accettati come sviluppi inevitabili. I fatti sono questi: dal 1 marzo, forze armate russe hanno preso il controllo della Crimea; la reazione militare russa al totale, imprevisto successo della rivolta filoeuropea di Euromaidan, pagato con oltre 100 morti e 500 feriti, era in preparazione da almeno una decina di giorni. Il Cremlino ha seguito un tattica sottile, sfruttando anche le debolezze e le divisioni degli ucraini, l inesperienza e gli errori del governo provvisorio nato il 26 febbraio. Forze filorusse hanno preso il potere in Crimea fin dal 27 febbraio, ed hanno subito invocato aiuto contro pericolosi nemici (di cui peraltro non si vedevano tracce in Crimea), dichiarando al contempo di avere il pieno controllo delle forze militari e di polizia della regione. Pur mostrandosi sensibile all appello, Putin ha atteso alcuni giorni prima di chiedere al Parlamento russo l autorizzazione ad usare la forza militare «in Ucraina» (non specificamente in Crimea). Poi è passato subito ai fatti, facendo occupare la Crimea. Il suo ministro degli Esteri Lavrov si è affrettato oggi a dichiarare che la Russia non è motivata da interessi geopolitici, ma solo dalla protezione della popolazione. Sfondava una porta aperta: in Occidente ci sono tanti «realisti» pronti a giustificare il fatto compiuto in Crimea con i legami storici e gli interessi strategici della Russia. Ma sarebbe bene fare chiarezza sulle asserite minacce «fasciste» degli «estremisti» di Kiev. Nell uso corrente della lingua russa il termine «fascista» è riservato senza distinzioni a tutte le forze che si sono opposte all Unione Sovietica, dalla II guerra mondiale in poi. Durante la Guerra fredda, la propaganda sovietica ha rincarato la dose per decenni contro i sostenitori dell indipendenza ucraina, equiparandoli tutti a fascisti ed antisemiti; ed è riuscita a far dimenticare la dura repressione sovietica, durata oltre dieci anni dopo la sconfitta tedesca. Per estensione l accusa di fascismo è stata adesso rivolta a tutti i manifestanti contro il regime di Yanukovich. Di conseguenza la maggioranza dei russi (ed anche alcuni in Occidente) sono oggi convinti che la protesta filoeuropea dei mesi scorsi era istigata e finanziata da agenti occidentali; addirittura vi sono state grottesche manifestazioni in Crimea al grido di «Liberate l Ucraina dall occupazione americana! Yankee go home!». Per l onore della Russia, vi sono state manifestazioni anche a Mosca, sia pur modeste, per la pace e contro l uso della forza armata in Ucraina. In sostanza quale è l obbiettivo che il Cremlino sta perseguendo con questa tattica così elaborata? La Russia è impegnata nello sforzo di recuperare il suo status di grande potenza. Ottenere successi in questo campo è importante per Putin anche per assicurare il suo potere interno, di fronte a crescenti difficoltà economiche ed ai problemi interni della Federazione, in cui i cittadini di etnia russa sono solo circa la metà. Occupare la Crimea, contrariamente a quello che si può pensare, forse non è il suo fondamentale obbiettivo strategico: la Russia dispone già della base di Sebastopoli per la sua flotta, e dal punto di vista economico il valore della Crimea è quasi solo quello turistico. Il vero interesse di Putin potrebbe essere di carattere interno: la Crimea è carica di valori simbolici per il nazionalismo russo. Ma fa da contrappeso il costo politico che può avere una aggressione militare, di fronte all opinione internazionale. Un incentivo addizionale per il Cremlino potrebbe essere l occupazione di alcune provincie sud orientali dell Ucraina, con una consistente popolazione di etnia o di lingua russa e con notevoli infrastrutture industriali. Ma valgono, a fortiori, le stesse controindicazioni. La tattica scaltra e prudente fin qui seguita, suggerisce anche un altra ipotesi. Il vero obbiettivo strategico di Putin è portare l Ucraina nell Unione Euroasiatica, insieme alla Bielorussia ed al Kazakhstan. Per questo è rimasto sordo alle invocazioni di Yanukovich, ormai totalmente screditato, e lo ha relegato in un lontano posto di confine. Per questo in febbraio ha discretamente stimolato le proposte, avanzate da suoi fedeli seguaci ucraini, di una riforma federale dell Ucraina: apparentemente allo scopo di evitare i pericoli di divisione del Paese (per altro fomentati da quegli stessi suoi seguaci), ma anche con la conseguenza di ridurre il potere del governo di Kiev. Magari a futuro vantaggio dell Unione Euroasiatica, cioè di Mosca. Per riuscire, Putin dovrebbe scoraggiare con pesanti pressioni l Ucraina dal ritorno al negoziato con l Unione Europea, ed indurre i membri della Ue più titubanti a prendere tempo, e possibilmente a cercare di allontanare il costoso calice ucraino. Sembrano allontanate, per ora, le minacce di repressione totale che sono state a lungo lasciate planare dal regime Yanukovich; più produttivo potrebbe essere un possibile negoziato, in cui il pegno della Crimea potrebbe essere scambiato con il ritorno dell intera Ucraina all ovile euroasiatico. Sono solo ipotesi, e la sequenza degli avvenimenti in corso è molto rapida. Ma è su queste basi che l Europa e gli Stati Uniti devono decidere come reagire. Abbiamo alcuni principi da difendere, insieme a tutti i paesi «amanti della pace»: il non uso della forza, il rispetto dei Trattati, la salvaguardia dell indipendenza ed il diritto di ogni Paese a scegliere liberamente la propria strada. Come Unione europea, dovremmo ricordarci anche che abbiamo solennemente riconosciuto ai Paesi europei e democratici, e capaci di adempiere alle condizioni economiche e giuridiche da tempo chiaramente fissate, il diritto di entrare a far parte dell Unione. Anche se il percorso potrà essere lento e difficile. Per l Ucraina sarebbero indispensabili profonde riforme nel sistema giudiziario (di segno opposto a quello che chiedono certe forze politiche nostrane ), una rimessa in ordine del sistema economico, ed un pacchetto di leggi per la protezione degli investimenti esteri. Forse siamo sgomenti di fronte al possibile costo dell operazione per noi, ma dovremmo tenere presente che il costo sarebbe molto alto anche per gli ucraini. E che, a suo tempo, i vantaggi per noi, per loro e per l Europa, sarebbero molto più grandi. * Ambasciatore in Ucraina dal 1996 al 2000

19 12 martedì 4 marzo 2014 ECONOMIA LAURA MATTEUCCI MILANO Il Pil italiano è sceso sotto i livelli del 2000 con una flessione dell 1,9%, mentre il debito pubblico è volato al suo record storico. L Istat fotografa la situazione dei conti pubblici al 2013, confrontandola con quella dell anno precedente: certifica che il rapporto tra deficit e Pil è stato del 3% (47,3 miliardi), stesso livello del 2012, mentre l avanzo primario è passato dal 2,5% al 2,2%. Il calo del Pil è stato superiore alle previsioni del governo (-1,7%), ma almeno inferiore rispetto all anno prima (-2,4%, mentre dal 2007 la flessione è dell 8,5%). Per il debito è record: 132,6% del Pil, il massimo dal 1990, anno d inizio delle serie storiche (127% l anno prima). In calo la pressione fiscale complessiva: 43,8%, in diminuzione di 0,2 punti. E in calo anche i consumi, conunacaduta involumedel2,2% e del 4,7% degli investimenti fissi lordi. La spesa delle famiglie è diminuita del 2,6%, dopo il crollo del 4% del La spesa per gli alimentari è caduta del 3,1%, e così i consumi per alimentari e bevande non alcoliche toccano il livello più basso di sempre. In termini assoluti, l anno scorso sono stati spesi 114 miliardi e 297 milioni (-3,6 miliardi rispetto al 2012). In termini di funzioni di consumo, le contrazioni più accentuate sono state quelle per sanità (-5,7%) e per vestiario e calzature (-5,2%). Le esportazioni di beni e servizi hanno registrato un lieve aumento (0,1%), le importazioni sono diminuite del 2,8%. Una copertura per tutti. Allargando la cassa integrazione ad ogni lavoratore e trasformando l Aspi di Elsa Fornero in un vero ammortizzatore sociale universale per chiunque perda il posto. Proprio mentre il nuovo governo Renzi inizia a preparare la proposta di riforma degli ammortizzatori sociali, la Cgil lancia la sua riforma. E davanti alla querelle sul finanziamento, Corso Italia si ispira alla storia del movimento operaio: il mutuo soccorso. Saranno i lavoratori e i loro datori di lavoro a coprire i costi. Mentre arriva un «Sì», ma solo per la fase di partenza, allo spostamento dei fondi ora usati per finanziare la cassa integrazione in deroga - che comunque sparirà nel 2016, come deciso dalla riforma Fornero - per usarli per universalizzare l attuale Assicurazione sociale per l impiego. INCLUDERE I PRECARI In dodici pagine di analisi, proposte e tabelle la Cgil mette nero su bianco un idea che parte dall obiettivo di «costruire un sistema che tuteli chi perde l occupazione e chi è coinvolto da crisi» Pil, siamo tornati al 2000 Draghi: «La gente soffre» Mario Draghi FOTO LAPRESSE Ammortizzatori sociali fondati su due istituti: uno per la disoccupazione, l altro per la cig inmodo «totalmente pubblico e assicurativo». Per estendere l attuale sistema anche ai precari - tutt ora esclusi nonostante le promesse di Fornero - la strada è quella di «estendere la contribuzione a tutti i lavoratori e a tutte le imprese». L obiettivodel governodi semplificare l attuale giungla - cig ordinaria, cig straordinaria, cig in deroga, mobilità, - viene rilanciato dalla Cgil, riducendo il numero «a due soli istituti: uno per la tutela dalla disoccupazione, l altro per la sospensione di attività e ore lavorate». Ma in entrambi i casi - e questo è un punto fondamentale per la strategia di Corso Italia - si «devono ricollegare alle politiche attive in modo che il fine ultimo del sostegno al reddito sia sempre l inclusione sociale e il re-inserimento lavorativo». Entrando nel dettaglio, sulla questione della disoccupazione la Cgil punta ad una «rivisitazione» dell Aspi - che staassorbendo già la Mobilità - con il superamento della dicotomia con il cosiddetto mini-aspi (l ammortizzatore per i lavoratori stagionali e i pochissimi precari ora coperti). Per prima cosa bisogna «superare l attuale decalage» che riduce l assegno del 15 per cento dopo il sesto «EVITATO IL PEGGIO» Una situazione, quella descritta dai dati Istat, di piena crisi per l Italia e per tutta Europa, oggi solo lievemente mutata. Ma già abbastanza per far dire al presidente della Bce Mario Draghi, davanti al Parlamento europeo, che «l eurozona si sta chiaramente muovendo nella giusta direzione». «Il bicchiere è almeno mezzo pieno», ha poi aggiunto, puntualizzando che però «la disoccupazione resta ancora inaccettabilmente alta (a gennaio era al 12%, ndr)» e che «la gente nella zona euro sta ancora soffrendo per il processo di aggiustamento, processo inevitabile dopo anni di squilibri accumulati». Insomma, «è presto per dichiarare missione compiuta», ma alcuni obiettivi sono già stati raggiunti: «Oggi possiamo affermare con sicurezza che il peggio è statoevitato», ha ripresodraghi. «Molti avevano sottovalutato la volontà di difendere l euro», e dopo questa crisi l area «sarà meglio preparata» per affrontare eventuali ricadute. Per Draghi i cittadini giudicheranno l Europa «in base alla suacapacità dioffrireposti di lavoro e una crescita sostenibile», gli anni a venire dovranno quindi «essere dedicati alla creazione di un unione più perfetta che si rivolga a questi obiettivi». Questo significa «soprattutto» che bisogna «portare a termine gli impegni presi in passato», e che «gli Stati membri devono mantenere le loro promesse di correggere gli squilibri e di riformare la struttura delle loro economie». In questo senso per Draghi «le politiche fiscali devono essere portate in linea con le disposizioni del Patto di stabilità e crescita e del Fiscal Compact», ma tenendo presente che «il consolidamento fiscale deve essere progettato in una maniera compatibile con la crescita e le riforme strutturali devono stimolare la crescita potenziale». L obiettivo delle politiche economiche e fiscali dev essere quello di «ricostruire l Unione e l area euro come isola di prosperità, di crescita, di creazione di lavoro, di speranze e di libertà. Un posto dove è bello stare». Torniamo ancora sui dati Istat a consuntivo 2013: a livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato un calo in volume in tutti i principali comparti, a eccezione dell agricoltura, silvicoltura e pesca (+0,3%). Cali del 3,2% nell industria in senso stretto, del 5,9% nelle costruzioni e dello 0,9% nei servizi. In calo anche l occupazione nelle grandi imprese (-1,3% al lordo e -1,2% al netto dei dipendenti in cig nel 2013). Quanto ai redditi da lavoro dipendente, insieme alle retribuzioni lorde sono diminuiti dello 0,5%; le retribuzioni lorde pro capite hanno registrato un incremento dello 2,6% nel settore agricolo, del 2% nell industria in senso stretto, dell 1,8% nelle costruzioni e dello 0,9% nei servizi; nel totale dell economia l aumento è stato dell 1,4%. Tutele per tutti nelle riforma della Cgil M. FR. Il 2013 è stato l anno peggiore della crisi: colpiti redditi, famiglie, imprese Il presidente della Bce invita i governi a «correggere gli squilibri»... Le coperture a carico di lavoratori e imprese Determinanti le politiche attive per il reinserimento mese e di un ulteriore 15 per cento dopo un anno sui due di copertura. L obiettivo è una copertura che valga per tutti per «almeno mesi», allungando la transizione per chi era già in Mobilità. Sui contributi per finanziare questo strumento la Cgil propone di «generalizzare il contributo del 1,4 per cento», ora previsto dalla riformafornero come «straordinario» sui contratti a termine. Passando alle tutele in constanza di rapporto di lavoro Corso Italia punta ad estendere la Cassa integrazione dai soli settori industriali e all edilizia per un «universalità per settori merceologici» e - soprattutto - «per classi dimensionali», eliminando l apartheid per le imprese sotto i 15 dipendenti. Partendo dalla constatazione del flop dei Fondi bilaterali voluti da Fornero, la Cgil pensa ad un unico strumento da garantire attraverso «l obbligatorietà» dei contributi con un aliquota differenziata per settori - oggi le grandi imprese pagano l 1,9% che si alza al 5,2% nell edilizia - ma sempre ripartita nella misura di 2/3 a carico dell impresa e 1/3 a carico del lavoratore. Già in questi giorni la proposta Cgil sarà argomento di discussione nella serie di contatti formali e informali che il nuovo ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato. «Se le anticipazioni di stampa sono corrette - precisa il segretario confederale della Cgil Serena Sorrentino - il punto di contatto con la proposta del governo è l estensione dell indennità di disoccupazione, mentre noi chiediamo però di lasciare la cassa integrazione come strumento in caso di difficoltà dell impresa. Il cosiddetto Naspi è costruito allungando l attuale il periodo di copertura dell Aspi, ma diminuendo l assegno per estenderlo a chi non ce l ha. Questo schema non funziona: perché la Cig in deroga non tutela solo aziende decotte, ma anche realtà che si devono rilanciare. Se vogliamo avere un sistema che risponda alla crisi attuale, bisogna invece estendere la Cig», spiega. «Sull indennità di disoccupazione invece la nostra proposta è realmente universale, perché chiediamo di tornare al requisito di 78 giorni lavorati e di estenderla a tutti i precari, prevedendo che le imprese in cui questi lavoratori operano contribuiscano per due terzi ai contributi». Anche sui tempi di attuabilità il parallelo con il governo - «riforma entro marzo», ha detto Renzi - è possibile: «L unione di Aspi e mini Aspi si può fare subito», spiega Sorrentino. Rappresentanza: la Fiom terrà una sua consultazione MASSIMO FRANCHI ROMA Un referendum sul Testo unico sulla rappresentanzatratutti ilavoratori metalmeccanici.la Fiom dunquenon parteciperà alla consultazionelanciata della Cgil, ma lo strappo di Landini viene attutitodalle parole di SusannaCamusso che davanti al Comitato centrale della Fiom spiega le sue ragioni e ribadisce: «non pretendo di convincervi, dobbiamo continuare a discutere». Per essere due che litigano e che si devono rottamare a vicenda, Susanna Camusso e Maurizio Landini si vedono anche troppo. Dopo l incontro organizzato dai delegati del Nuovo Pignone di Firenze, dopo gli interventi nei due Direttivi della Cgil - il secondo anticipato da unincontroinformale -ieriilsegretario generale della Cgil ha partecipato al parlamentino dei metalmeccanici, senza essere mai contestata. Come auspicato da tanti dirigenti, il livello dello scontrodunque scende ad unconfronto civile. Non che i due si siano risparmiati frecciate e giudizi secchi sull altrui operato. Ha cominciato Landini nella sua relazione. Dopo aver definito «un onore avere il segretario confederale tra noi», ha subito ricordato come gli inviti a partecipare al Comitato centrale fatti perdiscutere una proposta di compromesso «sono stati rifiutati: il metodo è sostanza e si arriva qua con una proposta già votata dal Direttivo Cgil» e «questo impedisce una discussione libera e una sintesi». Poi èpassato a ribadire le critiche al merito del Testo: «non è un regolamentoattuativo, maunnuovo accordo non discusso che definisce un nuovo modello sindacale» dove «le Rsu decidono i contratti aziendali in deroga», «il 50 per cento più uno può vincolaretutti gli altri sindacati», «l esigibilità e le sanzioni mettono a rischio anche il diritto di sciopero», «come nel modello Fiat». Poi arriva la critica alla consultazione che la Cgil ha previsto per fine marzo: «Non si può dire che la rappresentanza è una pietra miliare della democrazia sindacale e poi non lo si fa votare ai lavoratori democraticamente». La Fiom aveva chiesto parità nelle assemblee di presentazione, voto solo per gli afferenti a Confindustria e modalità eguali e certificate per tutte le categorie. Da qui la proposta - poi approvata all unanimità con l astensione della Rete 28 aprile e l uscita dall aula della minoranza riformista - di un referendum aperto a tutti i metalmeccanici, iscritti e non iscritti, coinvolgendo Fim e Uilm (che hanno già risposto «No»). L attessima risposta di Susanna Camussoè arrivata dopo qualche ora, passata dal segretario generale ad ascoltare gli interventi dei dirigenti Fiom e a prendere appunti in prima fila. Rivolgendosi a «Maurizio», Camusso ha basato il suo intervento sul concetto di «confederalità» esulla presunta centralità dei metalmeccanici. «Ognuno di noi rischia di rappresentare ciò che c erae nonciò che c èe cisarà». Se sul merito Camusso difende la scelta di firmare «un accordo voluto fin dal 2009 che non è un modello perfetto ma nel quale la Cgil è l organizzazione che più hadeterminato la conclusione», sul metodo riconosce che «c è stato un problemanellafasefinale di accelerazione della firma». Gli unici brusii della platea sonoarrivati quandocamussohaparlato delle sanzioni: «È il punto più dolente - ha riconosciuto - ma confederalità significa mettersinei pannidi quelle categorie in cui si applica la legge sullo sciopero: abbiamo posto dei limiti - ore di permesso e trattenute sindacali - per chi è più debole». «Nessuno - dunque - ce l ha con la Fiom, non alimentate il sospetto», è la chiusa accompagnata dalla richiesta - lasciata cadere - di prevedere due urne (una per gli iscritti) per il referendum in modo da «capire l intendimento della categoria».

20 martedì 4 marzo ECONOMIA Soros in affari con Coop Acquista il 5% di IGD Il finanziere entra nell immobiliare dei centri commerciali I vertici: «Abbiamo colto un opportunità» ANDREA BONZI BOLOGNA George Soros in affari con le coop. Un accostamento inedito, sancito dall ingresso del magnate di origine ungherese nel gruppo bolognese Igd, una delle principali realtà immobiliari nel settore della gestione di centri commerciali. L acquisizione del 5% del pacchetto azionario è avvenuta attraverso il fondo di investimenti «Quantum strategic partners» (controllato da «Soros fund management») ed è costituito dal 3,15% di quote Igd e dal restante 1,85% di Unicoop Tirreno che, insieme a Coop Adriatica, detiene la maggioranza della società. L operazione sarà finalizzata domani, e il titolo in Borsa, dopo una partenza debole, ieri ha guadagnato l 1,4%, a 1,15 euro per azione: il massimo da ottobre Igd è stata la prima in Italia a entrare nel regime Siiq (Società di Investimento Immobiliare Quotata) e ha un patrimonio immobiliare di circa 1,89 miliardi di euro, contando, tra l altro, ben 19 tra ipermercati e supermercati e altrettante gallerie commerciali. Con il 5%, Soros diventa così il terzo azionista della società. IL POTENTE FINANZIERE Soros è uno dei più potenti finanzieri degli ultimi decenni. Miliardario (larivista Forbes ha stimato il suo patrimonio in 14 miliardi di dollari, ma era il 2010), filantropo (vinse il premio internazionale Terzani nel 2013), profondo conoscitore della filosofia (fu studente di Karl Popper) e membro dell alta società newyorkese (è naturalizzato americano), le mosse di Soros sui mercati sono spesso controverse e hanno influenzato le politiche di molti Stati (celebri la sua ostilità per George W.Bush e il supporto alle Repubbliche ex sovietiche per l emancipazione dalla Russia). In particolare il tycoon viene ricordato come «l uomo che distrusse la banca di Inghilterra»: nel celebre «mercoledì nero» del 1992, vendette allo scoperto più di 10 miliardi di dollari in sterline, causando la svalutazione e l uscita della divisa inglese dal Sistema monetario europeo. Lo stesso giorno analoga operazione - con esiti disastrosamente simili per lalira - fu fattadasoros (con il supporto di altri speculatori) sulla Banca d Italia. «Io non ho speculato contro la sterlina per aiutare l Inghilterra - ebbe a dire Soros a TheGuardian -, né l ho fatto per danneggiarla. L ho fatto semplicemente per far soldi». I MOTIVI DI UN INVESTIMENTO Nessuna meraviglia - e molta soddisfazione - per l operazione da parte di Claudio Albertini, amministratore delegato di Igd. Il nome di Soros stuzzica curiosità, ma, risponde il manager, dietro non c è chissà quale manovra: «Per noi non è una novità confrontarci con investitori esteri. Al netto delle quote delle cooperative, l 80-90% circa del nostro flottante è detenuto da investitori esteri: francesi, tedeschi, inglesi, americani, molti fondi pensione». L intenzione di cedere una parte di azioni Igd c era già, «ci siamo incontrati un paio di settimane fa e il modello di business li ha convinti. D altra parte, Il miliardario George Soros FOTO AP Quantum è sicuramente un socio di prestigio», aggiunge Albertini. Si parla sempre delle difficoltà degli investitori esteri a entrare in Italia, è spia di un trend che si sta invertendo? «Lo scenario è cambiato molto nel corso del secondo semestre 2013, soprattutto nel nostro settore - continua l Ad -. In Italia la crisi è ancora forte, lo vediamo nel dato drammatico della disoccupazione e nei consumi la cui ripresa è ancora debole. Io credo però che i mercati siano anticipatori di tendenze: gli investitori esteri credono in una ripresa del nostro Paese. Il management di Quantum ha intravisto un opportunità, e noi siamo stati bravi a chiudere in fretta». Il tutto rientra nel piano industriale approvato in dicembre, «che prevede circa 190 milioni di euro di investimenti da finanziare anche attraverso alcune dismissioni. Una settimana fa - ricorda Albertini - abbiamo annunciato la vendita di un centro commerciale a Livorno a Bnp Paribas Reim Sgr, altro investitore internazionale. Magari il nome fa meno rumore ma si tratta di un operazione da 47 milioni di euro, ben più ingente di questa». Sul rinnovo degli accordi forti distanze tra Abi e sindacati Contratto bancari mission impossible GIUSEPPE CARUSO MILANO «Distanze abissali». È questa l espressione utilizzata dai sindacati dei bancari, in una nota unitaria, per sintetizzare l'incontro che si è svolto ieri con l'abi, l Associazione bancaria italiana, per il rinnovo del contratto nazionale di categoria. PROSPETTIVE E OBIETTIVI «Prima di partire, il tavolo già registra distanze abissali» è scritto nella nota di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Cgil Fisac, Sinfub, Ugl e Uilca «e pur non essendo entrati nel merito di eventuali proposte, c è un enorme differenza tra le diverse posizioni sia sulle prospettive che sugli obiettivi del negoziato futuro». I sindacati hanno ribadito la volontà di «tutelare occupazione e salario in un contesto di riforma del modello di banca che sarà proposto ai lavoratori ed al Paese. In quest'ambito si sono impegnate a iniziare la consultazione dei lavoratori entro marzo, al fine di approvare la piattaforma entro aprile e riavviare il negoziato». E sul fatto che le parti siano distanti concordano anche quelli dell Abi. I bancari parlano di «posizioni al momento antitetiche e inconciliabili, il tutto in un quadro molto difficile per le imprese del settore, che registrano in molti casi perdite significative e, solo nelle migliori situazioni, una modesta redditività». Massimo Masi, segretario generale Uilca, però non chiude definitivamente la porta: «Vogliamo comunque andare avanti con la presentazione della piattaforma e quindi faremo altri incontri. Prendiamo tuttavia atto, con preoccupazione, che esiste una profonda differenza tra i modelli di banca e sistema del credito che ha in mente il sindacato e quelli che vuole adottare l'associazione datoriale. Loro continuano a sostenere posizioni retrograde, solo concentrate sui costi e su pesanti tagli di quelli del personale. Noi abbiamo in mente soluzioni di prospettiva, che consentano la costruzione di un sistema bancario realmente al servizio del Paese, delle famiglie edelle imprese, soprattuttole piccole e medio piccole». Il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, ha annunciato in una nota che il prossimo incontro tra le parti ci sarà il 14 aprile. E precisa di aver ribadito, nell'incontro di ieri, la necessità di cercare «nuove soluzioni che non possono essere ancora la riduzione del salario eil taglio dei posti di lavoro. Se la vostra risposta alla crisi è sempre la stessa medicina che ha fatto peggiorare il malato, dobbiamo pensare ad una nuova medicina». L Abidal canto suo haribadito che il nuovo contratto nazionale «deve rinnovarsi,ispirandosi a innovazione, discontinuità e sostenibilità. È stato sottolineato che nell'ambito del rinnovo vanno affrontati i temi dell'area contrattuale, degli inquadramenti e della flessibilità nella gestione del rapporto di lavoro. E ciò nel quadro di un nuovo modo di fare banca, dove accanto alle reti fisiche è inarrestabile lo sviluppo della tecnologia e quindi della multicanalità. Purtroppo su questi aspetti abbiamo c è una grande distanza dalla controparte». Chi paga il debito Sorgenia all epoca della bad bank IL COMMENTO ANGELO DE MATTIA IL GOVERNO È CHIAMATO A UNA PROVA DI TERZIETÀ,mentre siaccresce il problemadellaristrutturazione del debito, per circa1 miliardo e900milioni, edi unaeventualemoratoria riguardante ilrapportotra Sorgeniaele banche, tra le quali Intesa-S. Paolo, Unicredit, Montepaschi, Banco Popolare, Mediobanca. Dacome affronteràquesto ruolo, senza ingerenzein unavicenda complessaquanto sivuole, ma nondi competenza dell esecutivo, si potrà dedurreil tipodi visioneche esso ha dell interventoineconomia. Il governo potrebbevenireinballo sesi riproponesseunaipotesi disostegno, direttooindiretto, alsettore dell energia incuivenisse ricompresa anchel attività disorgenia, al cuicontrollopartecipa la Cirdella famigliade Benedetti. Ma finora, nonostante lenotizie pubblicate, peraltrosmentiteda RodolfoDe Benedetti, e inassenza di unaespressa posizioneal riguardodel governo, sideve ritenereche non sussistaunaipotesi del genere. Una specialeformadi intervento pubblicorischierebbe di integrarela classicaoperazione di «privatizzazione deiprofittie di pubblicizzazionedelle perdite», secondo lostiledella prima Repubblicanei confrontidi prassie abitudinidella quale diffusamentesi affermadivoler creareunacesura, salvo poiessere attiratidal miraggio dei comportamentidi quelperiodo. Del resto, non èstatolostesso Carlo De Benedettiamuovereuna criticaaspra ai cosiddettipower broker che agirebberonei rapportitrail potere pubblicoe le impreseprivatee le banche? Non è dunqueimmaginabile cheegli, senza incarichiesecutiviin Cir, vogliadareun saggiooraziano deltipovideo meliora proboque, deteriorasequor. La terzietà del governo, inquesta fase, èdunque, fondamentale. Anzi, il silenzio finqui mantenuto dovrebbe essere opportunamenteseguito orada una precisaespressione della propria posizione, che tronchiogniequivocoe mettafine, se sièin condizionidi farlo, allediverse illazioni. Restail ruolodelle banchecreditrici. Vale peresse l affermazione resa dall ad. del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, il qualehadetto chein merito all esposizionenei confrontidi Sorgenia nonsarà fattoalcun favore, quale che essosia. Se èstatonecessariorendere questaprecisazione, la ragioneè dovuta alfattoche aleggiaval ipotesi, campatain ariaono, di uncomportamentonon ordinariodegliistituti di credito. Saviotti ha, dunque, parlatoatutti, dentroe fuori lasua categoria. Naturalmente, dell oggettivitàdelledecisioni delle banche, delfattoche esse abbiano obbeditoalla sanaeprudente gestione, dellavalutazione delle prospettivedi recuperoe delpeso delle sofferenze esercitatosuirispettivibilanci dovremo averela possibilitàdi una verificanon appenasarannonote inle condizioni concordate. Abbiamo dettoinaltre circostanzedi apprezzarel einaudiana assenzadi aggettivi neibanchieri. Questa èunadelle occasioni per dimostrarlo. L ipotesidellatrasformazione dei creditiinun «convertendo» andrebbe valutataperl impegno che gliistituti verrebberoad assumere, per l impatto sull equilibrioaziendale, per la prospettivadiuna partecipazionealla societàin questionenon certostrategica peruna banca. Ricordole lunghe discussionisulconvertendofiat nel 2003/2004e le criticheche neseguirono esitrattavadella Fiat conben diverse prospettive. In questecircostanze, si devonoanchevalutare l inadeguatezza dellalegislazione ei rischiche l opera del banchieredeveaffrontareanche sottoil profilonormativoper prevenire impatti diordine giuridico quando lecondizioni nondi questa impresa, main linea teoricadiun impresa affidatadovessero precipitaree arrivarealdefault. Diqui l esigenzadi rivedere, in occasionedella rivisitazionedellagiustizia civile preannunciatadamatteorenzi nel programmaespostoalle Camere, questa partedelle situazioni di crisidi imprese chepossono precederel avviodi proceduredi rigore. Piùin generale, facendoastrazione dal casosorgenia, il sistema bancariodeve avviarsiverso unasceltain ordine alla ripulituradeibilanci dallesofferenze: costituireveicoliad hoc per laloro negoziazioneconla spintaper uno specificomercato, realizzareuna bad bank, individuale odisistema. Renziha accennatoainterventinel comparto industrialeda inserireneljob Act: vedremocomeverràaffrontato. Ma la proficuitàdi questepossibili iniziative sarebbe appannata dalla personalizzazionedei beneficiarioda unacondottadelle banche nondel tipo chesaviotti haritenuto di ribadirenel casosorgenia: nonvi sonoatti di liberalità da compiere, ma neppure aprioristichepenalitàda irrogare. Vi sonolatutela del risparmio, larigorosa gestione aziendale, la par condicio, da assicurareconoggettività daparte del banchiere senza aggettivi, non power broker. Unaesigenza che non può mutare asecondadi chisia incondizioni di difficoltà.

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