Nuova stima assistenti familiari e incidenza sulla popolazione anziana. Assistenti familiari nel Italia
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- Giada Valentini
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1 Qualificare il lavoro privato di cura Progetto Equal II fase codice IT-G2-LOM-006 CONFERENZA STAMPA 3 OTTOBRE 2007 Il ricorso all assistenza privata a pagamento, in larga misura attraverso il mercato del lavoro irregolare, si sta lentamente stabilizzando, in Italia così come in Lombardia: negli ultimi 12 mesi c è stato un aumento di circa il 4%. Il 7,6% sono italiane. Delle straniere stimiamo che: - 36,7% abbiano un regolare contratto di lavoro; - 21,4% siano regolarmente soggiornanti, senza contratto di lavoro; - 41,8% siano clandestine. Nuova stima assistenti familiari e incidenza sulla popolazione anziana Assistenti familiari nel 2007 Anziani ultra 65enni Assistenti familiari ogni 100 anziani Italia ,2 Regione Lombardia ,5 Provincia di Milano ,2 Provincia di Brescia ,1 Fonte: Istituto per la Ricerca Sociale e Qualificare.info Le assistenti familiari rimangono in Lombardia il servizio di gran lunga più utilizzato dalla popolazione anziana, in particolari condizioni di fragilità e non autosufficienza. Utenti anziani Tassi di copertura di alcuni servizi per anziani in Lombardia Assistenza domiciliare integrata delle Asl (2005) Assistenza domiciliare sociale dei Comuni (2005) v.a % su totale anziani ultra 65enni % su anziani non autosufficienti ,5 28, ,7 10,9 Buoni sociali (2006) ,7 4,3 Strutture residenziali: Rsa e Case di riposo (2004) ,6 17,0 Assistenti familiari (stima) ,5 48,0 Fonte: Elaborazioni IRS su dati ISTAT, ASSR e Regione Lombardia. 1
2 Le famiglie lombarde spendono 1,6 miliardi di euro per il lavoro svolto dalle assistenti familiari. Nelle tavole che seguono il calcolo complessivo per regione e nelle due province in cui si è svolto il nostro progetto. Costo sostenuto per il lavoro privato di cura in Lombardia e nelle province di Milano e Brescia (stime Irs) Costo medio mensile in euro familiari in Lombardia Senza contratto di lavoro Con contratto di lavoro* Totale in euro familiari in Provincia di Milano Senza contratto di lavoro Con contratto di lavoro* Totale in euro familiari in Provincia di Brescia Senza contratto di lavoro Con contratto di lavoro* Totale * Si fa riferimento a un contratto a tempo pieno con un assistente familiare per persone non autosufficienti, non formata (categoria CS). Il lavoro privato di cura è sempre una relazione tra due soggetti deboli: il lavoratore, quasi sempre una donna straniera, e il datore di lavoro, l anziano e la sua famiglia. Il nuovo contratto di lavoro colf ha avuto il merito di tutelare il primo. Ma ha messo in difficoltà il secondo sul piano economico, come evidenziano i seguenti dati: Costo per un assistente familiare: confronto vecchio e nuovo contratto A.F. lombarde con contratto Costo mensile col vecchio contratto (in euro)¹ Costo mensile col nuovo contratto (in euro)² Fonte: Istituto per la Ricerca Sociale e Qualificare.info ¹ Il costo fa riferimento ad un assistente di 2ª categoria, convivente, 54 h di lavoro settimanali. Il costo comprende il Tfr, la sostituzione durante le ferie, la gestione della busta paga (è escluso il costo del vitto e dell alloggio). ² Il costo fa riferimento ad un assistente per non autosufficienti, non formata (categoria CS), convivente, 54 h di lavoro settimanali. Comprende il Tfr, la sostituzione durante le ferie, il costo di gestione della busta paga (è escluso il costo del vitto e dell alloggio). 2
3 Si consideri che, essendo il costo di un ricovero molto vicino a quello di una badante a tempo pieno, quest ultima in diversi territori perde di competitività : Rette medie mensili delle RSA lombarde per provincia Provincia (in euro) Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Mi Citta Asl Mi Asl Mi Asl Mi Pavia Sondrio Varese Regione Fonte: Il 30% degli anziani ultrasessantacinquenni in Lombardia ha una pensione di vecchiaia che non supera i 500 euro al mese. Questo significa che per avvalersi di un assistente familiare a tempo pieno occorre mettere insieme almeno due stipendi. Concretamente, ciò significa che almeno (su 1,9 milioni) anziani lombardi non possono permettersi una assistente familiare, qualora ne avessero bisogno, ma devono ricorrere anche alle entrate di familiari: coniugi quando ci sono, figli. Pensioni attive in Regione Lombardia e importo medio anno 2006 Categoria di pensione Numero pensioni Importo medio mensile Vecchiaia ,67 Invalidità ,69 Superstite ,41 Pensioni/Assegni Sociali ,43 Invalidi civili ,63 Totale ,75 Fonte: Inps
4 CHE COSA ABBIAMO FATTO Tra il 2005 e il 2007 abbiamo sperimentato nella nostra regione un progetto volto al sostegno, l emersione e la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, attraverso: 1. corsi di formazione per assistenti familiari, riproposti in più cicli; 2. l apertura di due sportelli volti a facilitare l incontro tra domanda (famiglie) e offerta (badanti) di assistenza. Tali sportelli si sono avvalsi di una supervisione formativa sulla propria attività; 3. l avvio di elenchi delle assistenti familiari formate, da cui le famiglie possono scegliere a chi rivolgersi. Gli sportelli - per come li abbiamo intesi - costituiscono un luogo centrale nelle politiche locali di sostegno del lavoro di cura. In un anno e mezzo i due sportelli hanno incontrato duemila e ottocento persone, di cui duemila badanti. Sono state effettuate diverse centinaia di colloqui: si vedano le tavole sugli sportelli. Uno degli aspetti fondamentali che differenzia questi sportelli da altre esperienze simili è che la loro attività non si conclude quando avviene l incontro tra assistente familiare e anziano, ma prosegue oltre. Da un lato monitorando e sostenendo le famiglie, dall altro svolgendo una sorte di tutoraggio dell assistente familiare, là dove ciò si rivela necessario. CHE COSA CONTINUERÀ Il nostro progetto si traduce in servizi entrati a far parte della programmazione pubblica. Le attività di sportello proseguiranno, nell ambito della rete dei servizi dei Comuni di Brescia e Sesto San Giovanni. Proseguirà anche l attività di monitoraggio nei confronti delle famiglie e delle assistenti familiari seguite e iscritte negli elenchi. Verranno riproposte anche le attività formative. Di più: i due Comuni stanno oggi sostenendo le famiglie attraverso buoni erogati a quelle meno agiate che assumono regolarmente una assistente familiare, con iter formativi ad hoc. LE NOSTRE PROPOSTE SULLA BASE DI QUESTO PROGETTO L esperienza condotta ci porta a formulare indicazioni a tre livelli. 1. Qualificare, sostenere, valorizzare il lavoro privato di cura richiede anzitutto interventi nazionali. Occorre un regime fiscale davvero più favorevole per le famiglie, con la possibilità di detrazioni maggiori rispetto a quelle attuali 1, del tutto insufficienti e inefficaci nel venire incontro ai costi elevati sostenuti dalle famiglie. 1 Attualmente è possibile dedurre dal proprio reddito fino a euro all anno per i contributi versati per l assistenza domestica e detrarre dall Irpef il 19% di una spesa fino a euro annui (cioè 399 euro) per l assistenza a soggetti non autosufficienti. 4
5 2. La Regione Lombardia e le Province, per le parti di loro competenza, possono farsi promotori indirizzi e azioni diverse. Le più rilevanti: a. Istituire un Fondo regionale per la non autosufficienza che dedichi un attenzione puntuale a questo fenomeno e alla necessità di sostenere le scelte familiari a favore della domiciliarità. b. Definire il profilo formativo di Operatore delle cure domiciliari, nell ambito del sistema delle professioni sociali, con relativi iter e crediti formativi e promuovere attività formative coerenti con la domanda presente. c. Favorire una programmazione coordinata dei progetti che si occupano di lavoro di cura, senza soffocare le esperienze locali di emersione e qualificazione in rigide linee-guida, ma valorizzandone le potenzialità di efficacia su territori che possono presentare caratteristiche diverse (si pensi per es. al diverso profilo etnico delle donne immigrate ). Tale programmazione coordinata potrebbe favorire i rapporti tra servizi sociali e centri per l impiego, ad oggi lasciati alla totale discrezionalità locale. 3. A livello locale occorre superare la logica di azioni isolate, che non portano a nulla. Per battere il mercato nero occorre opporre un alternativa forte e credibile. Per costruirla bisogna mettere a sistema servizi sociali, enti di formazione e centri per l impiego. Solo creando delle filiere tra questi soggetti e i loro interventi si può creare un mercato che dia competenza e dignità a questo lavoro, che tuteli le famiglie e che sostenga le scelte a favore della domiciliarità. IL PROGETTO INOLTRE Nel 2006 abbiamo realizzato una vasta indagine sulle badanti in Lombardia. La ricerca ha avuto lo scopo di capire chi sono le assistenti familiari e qual è la loro propensione a qualificare il proprio intervento, a formarsi, a emergere dal mercato irregolare. Il rapporto di ricerca è scaricabile presso il sito: Il progetto ha inoltre promosso la prima newsletter italiana interamente dedicata al lavoro privato di cura: Infine, il progetto ha partecipato al progetto transnazionale Cofe Cooperation for Employment, con tre partner europei: Tallaght Equal Assist di Dublino; Inserempleo di Castilla de la Mancha; Employability Access Project di Belfast. PARTNER DEL PROGETTO: - Istituto per la Ricerca Sociale - Caritas Ambrosiana - Comune di Brescia - Comune di Sesto San Giovanni - Cgil Lombardia 5
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