Gli immigrati stranieri nelle Marche: inserimento, integrazione e nodi problematici

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1 Gli immigrati stranieri nelle Marche: inserimento, integrazione e nodi problematici Dr. Emmanuele Pavolini Dipartimento Scienze Sociali Università Politecnica delle Marche Prima Conferenza Regionale sull Immigrazione S. Benedetto del Tronto 7 giugno

2 Indice 1. Introduzione 2. L immigrazione nelle Marche: una breve storia 3. Quale integrazione? Le principali dimensioni dell inserimento degli stranieri nelle Marche 3.1 L inserimento sociale La collocazione sul territorio marchigiano Il sistema dell istruzione L associazionismo 3.2 La stabilità di insediamento 3.3 Il policentrismo etnico-culturale 3.4 L inserimento lavorativo 3.5 Le immagini degli immigrati stranieri da parte della società locale 3.6 I servizi offerti dagli enti pubblici I comuni Le Asl Il sistema formativo Le Province e la Regione 4. Esiste un modello marchigiano di inserimento degli immigrati stranieri? 5. Le Marche e l integrazione degli immigrati stranieri: una valutazione complessiva ed i nodi problematici 2

3 1. Introduzione Il presente lavoro è il frutto di un analisi compiuta nella primavera del 2003 assieme e per conto della Regione Marche ed in particolare dell Assessorato alla Formazione Professionale, Lavoro, Immigrazione, Organizzazione Risorse Umane, Informatica, Sistema Informativo Statistico, che si poneva un duplice obiettivo: da un lato fornire un quadro delle caratteristiche dell immigrazione straniera nelle Marche; dall altro di valutare il livello di inserimento e di integrazione degli immigrati nel tessuto marchigiano e i principali nodi problematici presenti. La raccolta e l elaborazione delle informazioni necessarie per poter conseguire i due obiettivi appena enunciati sono avvenuti ricorrendo a varie fonti e tipi di analisi. Accanto alla raccolta di dati provenienti da documentazione statistica di diversa provenienza 1, è stata effettuata una serie di incontri a livello provinciale e regionale in cui sono stati invitati e coinvolti gli attori più rilevanti nei vari territori in tema di immigrazione straniera 2. In particolare agli incontri hanno partecipato. oltre che ad alcuni esponenti, politici e tecnici, della Regione e delle singole Province, ed ai rappresentanti della Consulta Regionale degli Immigrati, soggetti in rappresentanza dei comuni, delle comunità montane, degli ambiti territoriali, delle Asl, degli uffici per l impiego, delle Prefetture e delle Questure, del sistema dell istruzione, di quello carcerario, dell INPS, del terzo settore (cooperative sociali, volontariato, Caritas, etc.), del sindacato e delle associazioni di categoria. Questo vasto insieme di soggetti, spesso contattato ed incontrato a livello provinciale, è stato sollecitato ad offrire informazioni e valutazioni ed ad indicare quali i nodi problematici più rilevanti. Le informazioni e le considerazioni raccolte in questi incontri sono state fondamentali nell interpretare e nello strutturare il presente lavoro, permettendo di aggiungere a dati quantitativi di tipo statistico una visione più di tipo qualitativo in merito ai fenomeni studiati. L analisi presentata in queste pagine è strutturata nella seguente maniera. Dopo un primo paragrafo di tipo storico, dedicato ad una breve ricostruzione del fenomeno migratorio nelle Marche, il paragrafo successivo, che è quello centrale, è volto ad individuare una griglia di analisi con cui studiare il tipo di insediamento e di integrazione degli immigrati nelle Marche e ad applicare tale griglia ai dati per ottenere un quadro complessivo e specifico. Si è poi proceduto con una riflessione comparativa con il resto d Italia per valutare l esistenza o meno di una specificità 1 Nella raccolta dei dati devo esprimere la mia gratitudine ad una molteplicità di persone ed istituzioni per la loro disponibilità. Mi sento di ringraziare: per i dati sull occupazione degli immigrati l INPS ed in particolare il Dr. Tito, direttore regionale, il Dr. Gardini, la D.ssa Pagelli ed il Dr. De Caridi; per le statistiche generali regionali il Servizio Sistema Informativo Statistico della Regione Marche ed in particolare la D.ssa Baldassari, dirigente del Servizio, la D.ssa Tartari e la D.ssa Testa; per i dati relativi ai servizi la Regione Marche ed in particolare il Dr. Mannucci, la D.ssa Piscitelli e la D.ssa Bernacchia. 3

4 marchigiana nel modello di immigrazione. Le conclusioni sono dedicate ad una sintesi dei risultati e a mettere in luce i principali nodi critici della presenza straniera nelle Marche. 2. L immigrazione nelle Marche: una breve storia L immigrazione straniera nelle Marche presenta una storia relativamente recente, il cui inizio o comunque la cui prima rilevanza da un punto di vista quantitativo, si può datare ai primi anni 80. Rispetto ai mutamenti migratori verificatisi a livello nazionale nell ultimo trentennio, le Marche sono una regione che, inizialmente e fino agli anni 90, risulta meno interessata da tale fenomeno. Secondo il censimento Istat del 1981 gli stranieri presenti erano 6.251, meno del 0.5% della popolazione marchigiana, in buona parte provenienti dall Europa occidentale o dal Nord America. Accanto a questi gruppi le principali comunità presenti erano quella tunisina (391 persone), quella iraniana (231) e quella jugoslava (230). Alcuni studiosi, in particolare Vicarelli e Moretti, si sono occupati del fenomeno migratorio nelle Marche svolgendo alcune ricerche a cavallo degli anni 80 e 90. Al di là dei dati statistici dell Istat è in buona parte grazie ai loro studi che si possono ricostruire con più precisione i caratteri dell immigrazione in questo arco temporale. In particolare nei loro studi Moretti e Vicarelli 3 individuano fino alla metà degli anni 90 tre fasi che caratterizzano i flussi migratori verso le Marche. Nella prima fase, che va dalla metà degli anni 70 alla metà degli anni 80, non si registra una presenza particolarmente significativa di stranieri. Si tratta molto spesso di studenti universitari (greci), presenti talvolta anche per motivi politici (iraniani). Il mercato del lavoro locale è poco interessato dalla presenza dei nuovi venuti e gli inserimenti avvengono soprattutto nel settore della pesca, in particolare con i tunisini, e del turismo sulla costa. Inizia a diffondersi anche l attività di ambulantato, che interessa in particolare i marocchini. La seconda fase si situa invece a cavallo fra la seconda parte degli anni 80 e i primi anni 90, in buona parte coincidendo la prima regolazione normativa nazionale e le relative sanatorie del 1987 e del Grazie a tale processo di regolarizzazione si verifica una emersione complessiva del fenomeno migratorio, che inizia ad assumere caratteri di maggiore stabilità. Dal censimento Istat del 1991 risulta come gli immigrati stranieri fossero circa , pari a circa l 1.1% della popolazione marchigiana. Il profilo socio-anagrafico dell immigrato diventa più complesso: 2 Per l organizzazione di tali incontri vanno ringraziati i quattro Assessori provinciali con delega all immigrazione e le relative strutture. Un ringraziamento particolare va alla Provincia di Ascoli Piceno per il lavoro di coordinamento e di supervisione effettuato in tal senso. 3 Moretti E. e Vicarelli G. (a cura di) (1997), Una regione al bivio. Immigrati e mercato del lavoro nelle Marche, Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro, Regione Marche. 4

5 aumentano il numero di persone presenti per motivi di lavoro, così come la presenza femminile (in particolare nelle occupazioni relative alla cura della persona) e quella di soggetti provenienti da paesi in via di sviluppo. Tendono quindi ad irrobustirsi le presenze di gruppi provenienti dall Africa, dall America Latina e dall Est Europa. I marocchini diventano il gruppo più rilevante in termini occupazionali e più in generale inizia un (lento) processo di diffusione sul territorio a partire dalla costa verso le zone collinari dell entroterra. Sotto il profilo del mercato del lavoro si inizia a registrare a partire dalla fine degli anni 80 un processo di inserimento più strutturato nei settori e nei rami economici più rilevanti dell economia marchigiana, quali ad esempio i distretti industriali, specialmente nei campi del mobile e della calzatura. La terza fase si delinea a partire dal ed è caratterizzata fondamentalmente da un processo di crescente radicamento del fenomeno migratorio sul territorio marchigiano, con l arrivo di famiglie intere, una maggiore durata dei soggiorni e un maggior tasso di attività. Potendo studiare tale terza fase a distanza di alcuni anni dal suo inizio, circa un decennio, si può confermare ampiamente come i trend che Moretti e Vicarelli individuavano alla metà degli anni 90 sono continuati e si sono rafforzati negli anni successivi. Analizzando quindi tale terza fase con i dati in nostro possesso oggi si può definirla una fase da un lato di radicamento e di strutturazione, dall altro di rincorsa e di avvicinamento alle caratteristiche del modello nazionale di immigrazione. Le caratteristiche assunte infatti da tale fenomeno nel territorio marchigiano, se in buona sostanza rispecchiano un trend più generale di progressivo inserimento degli immigrati stranieri nel territorio italiano, mostrano anche come tali processi avvengano in maniera più circoscritta. Utilizzando come criterio di comparazione fra la situazione italiana e quella marchigiana la densità residenziale degli immigrati, e cioè la loro incidenza percentuale sul totale della popolazione di un dato territorio, si può notare come fino alla seconda parte degli anni 90 tale densità sia relativamente più contenuta nelle Marche rispetto alla media nazionale. Ad esempio nel 1991 questo valore è pari a 0.7% nelle Marche e 1.1% in Italia. Nel 1995 è rispettivamente pari a 1.1% e 1.2%. Solo con il 1998 i due valori raggiungono la parità (1.7%). Si può quindi individuare una nuova quarta fase (graf. 1) a partire dalla fine degli anni 90, che si caratterizza per la fine del processo di avvicinamento alla situazione media nazionale e per l avvio di un nuovo fenomeno di maggiore crescita relativa dell immigrazione nelle Marche rispetto al contesto italiano: nel 2000 il tasso di densità nelle Marche è stato infatti pari a 2.8%, superando quello italiano (2.5%). Con la fine degli anni 90 e terminata la rincorsa, sembra iniziare per la nostra regione, in termini relativi, una fase di sorpasso, in cui il fenomeno migratorio assume, perlomeno sotto il profilo quantitativo relativo, caratteri più marcati che nel quadro nazionale complessivo. I prossimi paragrafi sono dedicati alle caratteristiche di questa quarta fase. 5

6 Tasso di densità della popolazione immigrata nel corso degli anni '90 3,0% Terza fase Terza fase Quarta fase 2,5% 2,0% 1,5% Marche ITALIA 1,0% 0,5% 0,0%

7 3. Quale integrazione? Le principali dimensioni dell inserimento degli stranieri nelle Marche Cercare di valutare o anche solo di analizzare l inserimento degli immigrati stranieri nelle Marche tramite il parametro dell integrazione non è facile, vista la difficoltà definitoria di un tale concetto (Zincone, ; Golini, Strozza e Amato, ). A tal fine si sono riprese e rielaborate alcune proposte in tal senso formulate sia da Golini, Strozza e Amato che dal Cnel assieme alla Caritas Italiana per fornire una lista di indicatori, raggruppati per aree tematiche, con i quali analizzare singole dimensioni dell inserimento e dell integrazione degli immigrati sul territorio regionale. In particolare, a partire da tali studi, si sono individuate sei dimensioni dell inserimento su cui il paragrafo attuale ha poi raccolto ed elaborato dati al fine di dare una prima valutazione complessiva del grado di integrazione: 1. l inserimento sociale, intendendo con tale termine le modalità attraverso cui gli immigrati da un lato stanno collocandosi sul territorio marchiano (in quali aree, con quali tipi di concentrazione), dall altro si stanno inserendo nel sistema scolastico, vettore primario di incontro e di possibile integrazione; 2. la stabilità dell insediamento, e cioè quanto la popolazione immigrata nelle Marche stia assumendo caratteri di radicamento e di assestamento su tale territorio, valutabili in varie maniere (dal numero di anni di residenza in questo contesto, alla composizione per genere, età, stato civile, etc.); 3. il policentrismo etnico-culturale, relativo alle caratteristiche culturali dei principali gruppi di stranieri, in termini di numero di paesi di provenienza, più o meno ampio, e di fede religiosa; 4. l inserimento lavorativo, e quindi quanto, come e dove lavorano gli immigrati, ben sapendo che la loro progressiva presenza in certi settori, quali l industria, possa rappresentare un momento di integrazione rilevante rispetto ad altri tipi di inserimento; 5. l atteggiamento da parte della comunità locale nei confronti degli stranieri, relativo a come la popolazione marchigiana sta valutando la crescente presenza di immigrati e quali opinioni di chiusura o apertura esprime; 6. la capacità di intervento delle istituzioni per facilitare l inserimento e l integrazione, analizzando le azioni intraprese in tal senso dagli enti pubblici presenti sul territorio marchigiano ai vari livelli. A partire da queste dimensioni si è ricostruito un quadro dell inserimento e dell integrazione. 4 Zincone G., Introduzione e sintesi. Utili, uguali, dissimili, in Secondo rapporto sull integrazione degli immigrati in Italia, Il Mulino, Bologna. 5 Golini A., Strozza S. e Amato F., Un sistema di indicatori di integrazione: primo tentativo di costruzione, in ibidem. 7

8 3.1 L inserimento sociale La prima dimensione considerata per valutare le caratteristiche ed il livello di integrazione raggiunto nelle Marche è quella relativa al tipo di inserimento sociale degli immigrati stranieri nelle Marche. Tale concetto è stato analizzato sotto tre differenti punti di vista: la collocazione sul territorio; l inserimento nel sistema dell istruzione e la rete associativa La collocazione sul territorio marchigiano Complessivamente, come illustrato nel grafico qui riportato si può notare come le Marche abbiano registrato un forte trend di crescita nel numero di immigrati presenti nel corso di un decennio: la loro presenza si è quadruplicata ed è passata da poco più di nel 1991 a oltre nel Stranieri residenti nelle Marche ( ) Come già sottolineato nella breve analisi storica, in termini relativi gli stranieri nelle Marche rappresentano nel 2000 circa il 2.8% della popolazione, a fronte di un valore nazionale inferiore (2.5). La rincorsa marchigiana ed il successivo sorpasso nella seconda parte degli anni 90, di cui si è discusso nelle pagine precedenti, sono stati possibili grazie a tassi medi di variazione annua 8

9 molto consistenti e pari al 16.7% nel decennio passato. Ciò significa che in media dal 1991 al 2000 la popolazione straniera nelle Marche è cresciuta ogni anno di un sesto, a fronte di una crescita di solo un decimo a livello nazionale nello stesso periodo (tab. 1). Se si considera quindi l intero decennio passato le Marche presentano il tasso di variazione più elevato fra tutte le regioni italiane. Tab. 1 Cittadini stranieri residenti per provincia ( ) (valori assoluti e percentuali) Tasso medio Var var. annua numero % numero % numero % numero % Numero % % Pesaro e Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno Marche ITALIA Fra le regioni italiane le Marche presentano nel 2000 il tasso di variazione più elevato della popolazione immigrata residente nel decennio Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell Interno e SIS Regione Marche su dati Istat La situazione a livello provinciale appare in parte diversificata: mentre infatti Ancona e Pesaro Urbino presentano valori nella media regionale (2.7%-2.8%), Macerata da un lato raggiunge percentuali relativamente molto più sostenute (3.8%), Ascoli Piceno dall altro presenta un valore relativamente più contenuto (2.2%). Complessivamente nel corso degli anni 90 è Macerata la provincia che ha visto più crescere in termini relativi il fenomeno migratorio, con un tasso di incremento dal 1991 al 2000 del 343% ed un annuo del 18% (in media un immigrato in più ogni cinque in ciascun anno del decennio passato)! Passando da una analisi a livello regionale e provinciale ad una comunale, va sottolineato innanzitutto come non vi erano nel 2000 comuni nelle Marche, tranne uno (Montedinove), dove non risiedessero stranieri. L incidenza di tale presenza varia abbastanza da comune a comune e, come si può vedere dalla mappa delle Marche qui illustrata vi sono alcune aree dove tali valori sono più rilevanti. 9

10 Quattro appaiono le aree di maggiore concentrazione (con una densità pari o superiore al 3.8% della cittadinanza complessiva) della popolazione straniera: 1. la zona collinare e l entroterra pesarese; 2. la zona del fabrianese; 3. la zona collinare e l entroterra maceratese; 4. l area costiera e collinare a cavallo fra il maceratese ed il fermano. All opposto la presenza di immigrati appare relativamente molto meno rilevante in due tipi di contesti: 1. la zona collinare e l entroterra ascolano; 2. alcune, ma assolutamente non la maggioranza, delle aree appenniniche. In generale lungo i comuni della costa si registrano percentuali rilevanti (fra il 2..4% e il 3.8%) ma inferiori a quelle delle aree sopra indicate, a dimostrazione di come gli insediamenti degli immigrati tendano relativamente ad indirizzarsi e a privilegiare altre aree. Comuni Marche Densità immigrati stranieri Alta (oltre 3.8%) (56) Medio-alta (3.1%-3.8%) (39) Media (2.4%-3%) (48) Medio-bassa (1.8%-2.3%) (50) Bassa (fino a 1.8%) (53) 10

11 Il livello di maggiore diffusione degli immigrati non sulla costa bensì in alcune aree collinari e dell entroterra fa ipotizzare la presenza di un modello marchigiano di insediamento sul territorio, visto che in genere sono i centri di maggiori dimensioni, posti lungo le direttrici viarie più rilevanti ad attrarre la popolazione immigrata. Questa ipotesi è supportata dai dati riportati nelle tabelle 2, 3 e 4. Una prima caratteristica delle Marche è avere una percentuale molto contenuta, la più bassa fra quelle registrate nelle regioni italiane, di immigrati stranieri residenti nei comuni capoluogo di provincia (tab. 2). Nella nostra regione solo un immigrato su cinque (18%) vive ad Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro o Macerata, contro una media nazionale pari a quasi uno su due (47%). Naturalmente incide la particolare struttura reticolare marchigiana che vede una urbanizzazione diffusa senza particolari conglomerazioni abitative (non va dimenticato che il capoluogo di regione ha solo circa abitanti ed è fra i meno popolosi di Italia), ma non si tratta solo di questo. Se infatti sempre nella tabella 2 si comparano i dati relativi alla percentuale di popolazione complessiva che risiede nei capoluoghi di provincia con quella immigrata che vive negli stessi contesti si nota una forte differenza fra il dato italiano aggregato, così come quello delle macro aree del Paese, dove gli stranieri tendono ad essere molto più presenti della popolazione in generale (il 47% contro il 30% a livello italiano), e quello marchigiano dove le due percentuali sono quasi perfettamente in equilibrio ed anzi gli immigrati sono leggermente meno presenti. Tab. 2 Immigrati stranieri residenti nei comuni capoluogo di provincia (2000) (valori percentuali) % Immigrati % Totale popolazione Marche Centro Italia Nord Ovest Nord Est Sud Isole Totale Italia Le Marche presentano la percentuale più alta in Italia di immigrati residenti al di fuori dei capoluoghi di Provincia Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2001 su dati Ministero dell Interno Il dato sui capoluoghi è confermato ed ulteriormente approfondito da quello riguardante la ripartizione degli immigrati e della popolazione complessiva sulla base della classe demografica del comune (tab. 3), visto che i primi si caratterizzano nelle Marche per una forte presenza nei piccoli e piccolissimi centri: un quarto degli immigrati (24%) risiede in comuni con al massimo abitanti, contro una media del 14% a livello italiano. 11

12 Il dato sorprendente delle Marche è la capacità degli immigrati di distribuirsi sul territorio praticamente nella stessa maniera della popolazione complessiva, mentre nel resto del Paese vi è una maggiore concentrazione al crescere delle dimensioni urbane: a livello italiano uno straniero su due vive in comuni con oltre abitanti, ciò avviene solo in un caso su cinque nelle Marche. Tab. 3 Immigrati stranieri residenti per classi di ampiezza del comune (2000) (valori percentuali) Fino a Da a Da a Oltre Immigrati Tot. pop. Immigrati Tot. Pop. Immigrati Tot. pop. Immigrati Tot. pop. Marche Centro Italia Nord Ovest Nord Est Sud Isole Totale Italia Le Marche si caratterizzano per la forte relativa presenza di immigrati stranieri nei comuni di piccole dimensioni a differenza della maggioranza delle regioni in cui appaiono relativamente più concentrati nei comuni medio-grandi e grandi anche rispetto alla distribuzione complessiva della popolazione Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2001 su dati Ministero dell Interno Se scendiamo ad un livello di dettaglio di classe di ampiezza demografica ulteriore (tab. 4), emerge come il peso relativo degli immigrati sia anche più rilevante nei comuni piccolissimi con meno di abitanti dove circa il 3.3% della popolazione locale è straniera. Tab. 4 Popolazione e stranieri residenti per classe di ampiezza demografica del comune nelle Marche (2000) (valori assoluti e percentuali) Residenti % classe rispetto al tot. popolazione Totale di cui stranieri Totale Stranieri Classe ampiezza demografica comune N % % % Meno di abitanti abitanti abitanti abitanti abitanti Oltre abitanti Totale Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell Interno e SIS Regione Marche su dati Istat 12

13 La domanda spontanea che sorge letti questi dati è quella di comprendere il perché di tale specificità marchigiana. Possiamo proporre in questa sede alcune ipotesi la cui valutazione merita però approfondimenti non possibili con i dati a disposizione. Vi è un insieme di fattori che possono aiutare a spiegare il tipo di diffusione sul territorio degli immigrati stranieri, fra cui in particolare: la struttura insediativa e le chance abitative; le catene migratorie; la struttura del mercato del lavoro e le chance lavorative. La struttura insediativa marchigiana si caratterizza per l assenza di capitali e per una diffusione territoriale dell urbanizzazione che fa sì che più che altrove gli abitanti risiedano in centri di ridotte dimensioni. Le chance abitative sono però differenziate nel senso che nei comuni di più ampie dimensioni il costo medio dell abitazione è più alto e pertanto gli immigrati trovano più difficoltà a trovare una residenza. Questa prima spiegazione porta con sé alcuni elementi utili per interpretazione il modello di insediamento immigrato nelle Marche ma ha il difetto di non spiegare il perché allora non si trovi una concentrazione maggiore degli immigrati nelle corone o anelli attorno ai centri maggiori. Attorno ad Ancona ad esempio non si registrano casi di comuni con valori particolarmente alti di densità immigrata, così come ad Ascoli Piceno. I casi di Macerata e Pesaro sono in parte differenti e spiegabili in altro modo. Il riferimento alle catene migratorie e cioè al fatto che gli immigrati vadano ad insediarsi dove già vi sono altre comunità di immigrati è ugualmente rilevante ma appare essere un fattore di rinforzo ad altri tipi di trend più che un elemento primario di indirizzo territoriale di per sé. Nella parte storica si è sottolineato come nel corso di un decennio si sia verificato un progressivo spostamento dalla costa verso le aree collinari e quelle dell interno, in cui appunto negli anni 80 e nella prima parte degli anni 90 risiedevano pochi immigrati. Il fattore che appare più rilevante, se opportunamente integrato dai due precedenti, è quello relativo alla struttura del mercato del lavoro e alle chance lavorative. Come verrà illustrato nel paragrafo dedicato all inserimento immigrato nel mondo del lavoro marchigiano, gli stranieri tendono ad essere maggiormente concentrati nell industria ed in particolare nelle aree distrettuali e nei relativi sistemi locali del lavoro. Non a caso infatti le quattro maggiori aree di insediamento degli immigrati di cui si è discusso in precedenza (zona collinare ed entroterra pesarese e maceratese, il fabrianese, la zona costiera e collinare a cavallo fra il fermano ed il maceratese) 13

14 coincidono in buona parte con alcuni dei principali distretti (legno, calzatura e meccanica) e sistemi locali del lavoro marchigiani orientati alla produzione industriale più che di servizi. Nel caso delle due prime zone (pesarese e maceratese) inoltre la presenza di immigrati sembra essere attirata non solo dalle chance lavorative in loco ma anche dalle migliori chance abitative rispetto ai capoluoghi di provincia, che comunque non risultano troppo lontani Il sistema dell istruzione Una seconda dimensione su cui valutare la presenza e l inserimento sociale degli immigrati è quella della scuola. Attraverso l interazione nel sistema dell istruzione passa infatti una buona parte delle modalità di interazione fra famiglie immigrate e società locale. Nell anno scolastico 2000/2001 gli alunni stranieri nelle Marche rappresentavano il 3% degli studenti di ogni ordine e grado, a fronte di una percentuale più contenuta a livello italiano (1.8%) (tab. 5). Le Marche, assieme ad alcune altre realtà, sono al terzo posto fra le regioni per presenza relativa di alunni stranieri. Nella tabella 6, riferita all a.s. 2001/2002 si può notare come tali percentuali crescano ancora e le Marche registrino un livello di incremento più sostenuto che quello nazionale: quasi il 4% degli alunni era straniera a fronte del 2.3% nazionale. Tab. 5 Studenti stranieri per genere e per grado di scuola (anno scolastico 2000/2001) (valori percentuali) Materna Elementare Secondaria di I Secondaria di II grado grado Totale regionale % Femmine % tot. % tot. % tot. % tot. % tot. % tot. % tot. % tot. % tot. alunni % regione alunni regione alunni regione alunni regione alunni Marche Centro Italia Nord-Ovest Nord- Est Sud Isole Totale Italia Fra le regioni italiane le Marche si situano indicativamente al 3 posto per presenza percentuale di alunni stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado (circa allo stesso livello di Lombardia, Trentino e Toscana e solo dietro all Emilia Romagna e all Umbria) Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell'istruzione, Università e Ricerca e SIS Regione Marche su dati medesimo Ministero 14

15 Il dato relativo alla composizione per genere non fa registrare a livello complessivo differenziazioni fra il caso marchigiano e quello nazionale. Nelle scuole marchigiane quindi si hanno più occasioni di interazione fra immigrati e popolazione complessiva rispetto alla media italiana. In particolare sono le elementari, con il 4% degli alunni stranieri, seguite dalle materne (3.8%), le scuole in cui più alta è la presenza di studenti non italiani. La ripartizione degli studenti immigrati fra i vari livelli di scuola tende ad essere solo in parte più simile fra il livello regionale e quello nazionale: in particolare il peso relativo delle scuole elementari è circa lo stesso, mentre quello marchigiano è più alto nelle materne e più basso nelle scuole secondarie di I grado. L analisi a livello provinciale conferma il differente livello di insediamento sul territorio del fenomeno migratorio (tab.6). Macerata è la provincia in cui è più alta la percentuale di alunni stranieri (4.4%, praticamente doppia rispetto a quella media italiana), seguita da Pesaro Urbino e Ancona (3.8%-3.9%) e a distanza da Ascoli Piceno (3.0%). La caratteristica del territorio maceratese è quella di avere una popolazione scolastica straniera concentrata nelle scuole rivolte a studenti relativamente più giovani: nella materna gli alunni stranieri rappresentano il 5.5% della popolazione complessiva; tale percentuale cresce fino al 6.7% alle elementari; si attesta attorno al 5% nel secondarie di I grado e diminuisce drasticamente nelle secondarie di II grado (1.2%), con la più bassa percentuale fra quelle registrate nelle quattro province. Tab. 6 Alunni con cittadinanza non italiana su 100 frequentanti per tipo di scuola - il livello provinciale (anni scolastici 2000/2001 e 2001/2002) (valori percentuali) Materna Elementare Secondaria di I grado Secondaria di II grado Totale 2000/ / / / / / / / / /02 Pesaro e Urbino n.d. 4.5 n.d. 4.7 n.d. 4.4 n.d. 1.9 n.d. 3.8 Ancona n.d. 4.9 n.d. 4.7 n.d. 4.5 n.d. 2.1 n.d. 3.9 Macerata n.d. 5.5 n.d. 6.7 n.d. 4.9 n.d. 1.2 n.d. 4.4 Ascoli Piceno n.d. 3.4 n.d. 4.0 n.d. 3.3 n.d. 2.0 n.d. 3.1 Marche ITALIA Le Marche tendono ad avere livelli di crescita della popolazione scolastica straniera più sostenuti di quelli nazionali Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell'istruzione, Università e Ricerca 15

16 Nelle scuole marchigiane sono presenti numerosissime nazionalità. In particolare ve ne sono 89 in provincia di Pesaro Urbino, 84 ad Ancona, 71 a Macerata e 68 ad Ascoli Piceno. La maggioranza relativa proviene dall Europa non comunitaria, fondamentalmente dal Centro ed Est Europa (56%) ed il peso di tale componente e di oltre 14 punti più alto di quello medio italiano (tab. 7). Le Marche sono state nell a.s. 2001/2002 la quinta regione per la percentuale più alta di alunni europei, non provenienti dall UE. Il secondo gruppo in ordine di importanza è rappresentato dagli studenti africani, pari a circa un quarto del totale e presenti in misura più limitata rispetto al quadro nazionale (24.6% a fronte del 28.4%). Questi primi due gruppi da soli pesano per circa i quattro quinti del totale degli alunni, mentre risultano meno presenti studenti dalle Americhe e soprattutto asiatici (9.3% a fronte del 15.1% nazionale). Le quattro Province tendono a presentare dati in linea con quelli regionali tranne Macerata, che vede una incidenza maggiore degli alunni europei non provenienti dall UE (sei ogni dieci studenti vengono da tale area) e minore di allievi dall Africa (17%). Tab. 7 Alunni con cittadinanza non italiana per continente di provenienza (anno scolastico 2001/2002) (valori assoluti e percentuali) Europa - UE Europa - Non UE Africa America Asia Oceania e apolidi Totale VA % VA % VA % VA % VA % VA % VA % Pesaro e Urbino Ancona Macerata Ascoli Piceno Marche ITALIA Fra le regioni italiane le Marche presentano la 5 percentuale più alta in termini di alunni stranieri europei ma non dell'ue Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell'istruzione, Università e Ricerca e SIS Regione Marche su dati medesimo Ministero La scuola marchigiana quindi, uno dei principali possibili pilastri dell integrazione e veicolo di scambi interculturali, è posta al centro del rapporto fra locali di più vecchia residenza ed 16

17 immigrati stranieri vista la crescente rilevanza, in termini assoluti e relativi, della presenza di alunni non italiani L associazionismo Un ultimo elemento analizzato in merito alle caratteristiche dell inserimento degli immigrati stranieri sul territorio marchigiano è quello relativo alla loro capacità di aggregarsi tramite reti di tipo formalizzato di natura associativa. La Fondazione Corazzin, citata nel Dossier Caritas di due anni fa, ha svolto nel 2001 una ricerca su tale tematica, i cui risultati sono riportati nella tabella 8: - risultavano allora nelle Marche 45 organizzazioni, pari a circa 1.25 realtà per ogni stranieri; - tale valore risultava fra i più alti in Italia (esattamente il 3 più alto), dove la media era invece di 0.66 organizzazioni ogni immigrati. Tab. 8 Associazioni straniere VA N associazioni ogni stranieri Marche Centro Italia Nord Ovest Nord Est Sud Isole Totale Italia Le Marche presentano il 3 valore più alto in Italia di numero di associazioni per ogni stranieri Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2001 su dati Fondazione Corrazin Quindi anche sotto il profilo dell associazionismo e dell aggregazione nel campo dell immigrazione le Marche appaiono una realtà relativamente vivace. 3.2 La stabilità di insediamento Accanto alla dimensione sociale dell immigrazione, si sono presi in considerazione altri elementi di tipo più strutturale relativi alle caratteristiche socio-anagrafiche. Gli studi sui modelli migratori mostrano come in genere nelle prime fasi di una nuova immigrazione buona parte degli stranieri si caratterizzi per essere celibe, giovane e in prevalenza maschio, anche se sotto tale punto di vista si possono avere casi di forti presenze femminili per alcuni gruppi. Si tratta di persone che 17

18 tendono ad avere una certa mobilità sul territorio e quindi difficilmente risiedono per lunghi archi temporali in un dato contesto. Vediamo quindi quali sono le caratteristiche dell immigrazione nelle Marche degli ultimi anni. Per facilitare l interpretazione dei dati nelle principali tabelle si sono riportate le relative distribuzioni della popolazione di riferimento complessiva, in modo tale da far risultare come la società italiana ai suoi vari livelli territoriali tenda a presentare un profilo socio-anagrafico più o meno omogeneo rispetto a quello della popolazione immigrata straniera. Un primo importante indicatore è rappresentato dalla ripartizione per genere degli immigrati. Quanto più tendono ad essere equilibrate le due percentuali relative agli uomini e alle donne, tanto più la popolazione immigrata assume caratteristiche vicine a quelle della popolazione complessiva, in cui circa il 51% delle persone è donna, e tanto più si può ipotizzare un processo di maggiore radicamento sul territorio. La tabella 9 ci mostra come le donne rappresentino il 44% degli immigrati presenti e vi sia quindi ancora, anche se non marcatissima, una prevalenza maschile, che però nel corso degli anni 90 è andata diminuendo, seppur lentamente (dal 58.5% del 1991 al 55.9% del 2001). Sotto questo profilo la situazione marchigiana appare meno equilibrata di quella italiana in generale e più vicina a quella registrata nel Nord Italia, dove le donne sono circa fra il 44% e il 45%, ma da dove si partiva a inizio anni 90 da una situazione più sbilanciata a favore degli uomini rispetto a quella registrata nelle Marche. Tab. 9 Incidenza percentuale delle donne una comparazione (valori percentuali) Percentuale donne immigrate su totale immigrati Percentuale donne su totale popolazione Marche Centro Italia Nord Ovest Nord Est Sud Isole Totale Italia Le Marche presentano la 6 percentuale più bassa di donne immigrate rispetto al totale degli immigrati nelle singole regioni italiane Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat ed elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell Interno e dell Istat 18

19 La nostra regione presenta quindi la sesta percentuale più bassa in Italia di percentuale di donne immigrate sul totale della popolazione straniera. Se comparato tale dato sugli stranieri con quello della popolazione complessiva, si nota uno scarto negativo (inteso come minore presenza percentuale di donne) fra il primo gruppo ed il secondo di circa 5 punti percentuali a livello nazionale e ben 7 a livello marchigiano. Sotto il profilo dello stato civile (tab. 10) il profilo prevalente fra gli immigrati è quello di coniugato (53%). In particolare un immigrato su cinque, oltre ad essere sposato, ha anche figli (22%). Circa il 40% è invece celibe o nubile. Il dato sullo stato civile mostra una situazione parzialmente più equilibrata e simile a quella che si registra a livello di popolazione complessiva rispetto a quanto registrato nel caso del genere. In particolare i coniugati risultano presenti fra gli immigrati circa nella stessa misura che nella più generale società italiana. Nelle Marche la percentuale di immigrati coniugati è praticamente pari a quella della popolazione generale. I celibi / nubili risultano invece più presenti fra gli immigrati (41% a 37% nelle Marche e 46% a 40% in Italia). Ciò è in parte dovuto al fatto che nella popolazione italiana ed anche in quella marchigiana pesano maggiormente altri profili (vedove / vedovi, conviventi, etc.) rispetto a quanto avviene fra gli stranieri. Tab. 10 Classificazione degli stranieri e della popolazione complessiva sulla base dello stato civile (2000) (valori percentuali) Celibi/Nubili Coniugati Coniugati con prole Altro Stranieri Popolaz. Stranieri Popolaz.* Stranieri Stranieri Popolaz. Marche Centro Italia Nord Sud Isole Totale Italia Le Marche presentano la percentuale più alta in Italia di immigrati coniugati con prole e la 7 più bassa di immigrati celibi / nubili * dato riferito al totale dei coniugati senza differenziare fra coniugati con prole o senza Fonte: elaborazioni su dati Istat e su Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 In questo quadro la nostra regione si caratterizza quindi per avere una popolazione di stranieri composta innanzitutto da coniugati e per una presenza relativamente più limitata di nubili / celibi. 19

20 Le Marche presentano infatti la settima percentuale più bassa fra le regioni italiane per quanto riguarda l incidenza dei celibi / nubili sulla popolazione immigrata. Un ulteriore dato raccolto in merito alle caratteristiche socio-anagrafiche degli immigrati stranieri è rappresentato dalla presenza e dall incidenza di minori rispetto al numero complessivo. Come si può vedere dalla tabella 11 in media la popolazione straniera è più giovane di quella italiana in generale: circa un immigrato su quattro è un minore a fronte di un soggetto su sei fra la popolazione complessiva. A livello marchigiano tale dato è anche più estremizzato, essendo stimabile una differenza di circa 12 punti percentuali fra l incidenza dei minori stranieri e quella dei minori in generale. Da tali dati risulta quindi come un immigrato su quattro nelle Marche sia un minore. Tale percentuale, fra le più alte in Italia, è di circa 4 punti percentuali superiore a quella nazionale. Tab. 11 Stima del numero ed incidenza percentuale dei minori stranieri e non (2001) (valori assoluti e percentuali) Stima del numero e percentuale minori stranieri su totale stranieri Percentuali minori su totale popolazione (2000) VA % % Marche Centro Italia Nord Sud Isole Totale Italia Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat ed elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell Interno Tale diversa composizione per età fra la popolazione immigrata e quella complessiva, con una maggiore presenza relativa dei giovani fra gli stranieri, fa sì che l incidenza di questi ultimi cresca fra i minori (graf. 2). In particolare se nel 2000 la percentuale di residenti stranieri sulla popolazione era nelle Marche pari al 2.8%, quella dei minori stranieri sulla popolazione di pari età arrivava al 4%, con picchi vicini al 6% nei comuni più piccoli con al massimo abitanti. 20

21 Graf. 2 Percentuale di stranieri residenti e minorenni stranieri al 31/12/2000 nei C omuni delle Marche per clas s e di ampiezza demografica del Comune % stranieri residenti sulla popolazione residente % minorenni stranieri sui minorenni residenti 6,0% 5,0% 4,0% 3,0% 5,6% 2,0% 3,3% 2,7% 4,2% 4,6% 3,0% 3,1% 4,5% 3,7% 2,7% 2,8% 4,0% 1,0% 0,0% 1000 abitanti o meno abitanti abitanti abitanti oltre abitanti Totale comuni Fonte: SIS Regione Marche su dati Istat Due ultimi tratti rilevati per valutare il livello di stabilità degli immigrati stranieri attengono le caratteristiche del soggiorno sul territorio nazionale. Come si può innanzitutto notare dalla tabella 12 la principale motivazione del soggiorno è quella del lavoro sia in Italia (59%) che nelle Marche, anche se in questo ultimo contesto il peso relativo di tale voce decresce (55%). In particolare: - un terzo degli immigrati nelle Marche è presente per motivi di ricongiungimento familiare (34%) e tale percentuale è in netta crescita rispetto ai primi anni 90, quando incideva per il 20%; - tale valore è più consistente di quello medio italiano e le Marche si situano al sesto posto come regione con la percentuale più alta di immigrati con permesso di soggiorno per motivi familiari. Il livello di stabilità raggiunto è quindi relativamente medio-buono, analizzando questo indicatore, visto che i ricongiungimenti familiari rappresentano una forma importante di strutturazione di una popolazione in un dato territorio. 21

22 Tab. 12 Principali motivazioni del soggiorno degli immigrati stranieri (2001) (valori percentuali) Lavoro Famiglia Altro Media 2001 Media 2001 Media Marche Centro Italia n.d n.d n.d Nord-Ovest n.d n.d n.d. 8.7 Nord-Est n.d n.d n.d. 8.5 Sud n.d n.d n.d Isole n.d n.d n.d Totale Italia n.d n.d n.d Le Marche presentano la 6 percentuale più alta di immigrati con permesso di soggiorno per lavoro dipendente e la 6 percentuale più alta di immigrati con permesso di soggiorno per motivi familiari rispetto al totale degli immigrati nelle singole regioni italiane Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell Interno e SIS Regione Marche su dati Istat La ripartizione degli immigrati per anzianità di presenza mostra per le Marche una situazione in cui da un lato è cresciuta la stanzialità, dall altro il fatto che le Marche si siano affacciate con ritardo sul panorama italiano dell immigrazione rende ancora tale processo di radicamento sul territorio più lento: - circa la metà degli stranieri presenti nelle Marche nel 2000 erano presenti da più di 5 anni (49%), a fronte di una percentuale molto minore e pari ad un quarto (26%) agli inizi degli anni 90; - seppur recuperando la distanza fra il dato nazionale e quello regionale, le Marche mantengono una incidenza più contenuta di tale figura di immigrati rispetto alla media italiana, dove sono il 54% coloro che risiedono da almeno 5 anni; Le Marche presentano pertanto nel quadro delle regioni italiane la percentuale più bassa di immigrati soggiornanti da almeno 15 anni, la terza più bassa di coloro presenti da almeno 10 anni e la quarta più bassa per quelli residenti da almeno 5. In sintesi l analisi legata al livello di stabilità e di radicamento della popolazione immigrata straniera nelle Marche offre due tipi di indicazioni: da un lato è in genere in forte crescita tale processo di radicamento, con ritmi spesso superiori a quelli registrati a livello nazionale, dall altro le Marche scontano il ritardo accumulato fino alla prima parte degli anni 90 in termini di 22

23 coinvolgimento nel fenomeno immigratorio e quindi tendono ad avere una popolazione immigrata da meno tempo presente sul proprio territorio. Tab. 12 Immigrati soggiornanti per anzianità di presenza ( )* (valori percentuali) Almeno 15 anni Almeno 10 anni Almeno 5 anni Meno 5 anni Almeno 15 anni Almeno 10 anni Almeno 5 anni Meno 5 anni Marche Centro Italia Nord-Ovest Nord-Est Sud Isole Totale Italia Le Marche presentano nel 2000 la percentuale più bassa di immigrati soggiornanti da 15 anni, la 3 percentuale più bassa di immigrati soggiornanti da 10 anni e la 4 percentuale più bassa di immigrati soggiornanti da 5 anni rispetto al totale degli immigrati nelle singole regioni italiane * Valori calcolati su totale ingressi indicati Fonte: Elaborazioni Caritas/Dossier Statistico Immigrazione 2002 su dati Ministero dell Interno 3.3 Il policentrismo etnico-culturale Nell ottica di analisi dell inserimento qui privilegiata occorre valutare anche le caratteristiche relative al policentrismo etnico-culturale e cioè ai tratti assunti dalle varie comunità straniere. Nelle Marche sono attualmente presenti oltre 150 nazionalità. La maggioranza degli immigrati stranieri proviene però da un numero relativamente contenuto di paesi (tab. 13): - le prime dieci comunità più rilevanti raggruppano quasi i due terzi (64%) degli stranieri; - tale tendenza alla concentrazione di alcune comunità è più accentuata nelle Marche rispetto all Italia in generale, dove invece solo un immigrato su due fa parte delle prime dieci comunità straniere più rilevanti numericamente; - nell ordine gli albanesi ed i marocchini costituiscono i due gruppi più rappresentati; circa un sesto degli immigrati appartiene alla prima nazionalità e poco meno di un sesto alla seconda; - seguono per ordine di importanza i macedoni (quasi il 10%), i tunisini (5%) ed i rumeni (4%). Se si comparano le singole nazionalità maggiormente presenti nelle Marche con le corrispondenti a livello italiano, si notano alcune somiglianze, ma anche alcune differenze: 23

24 - gli albanesi ed i marocchini sono i due gruppi più presenti, ma, a livello nazionale, i secondi sono più dei primi e comunque il loro peso percentuale sul totale degli immigrati è più contenuto (vicino al 10%-11% a fronte del 15%-17% delle Marche); - i macedoni sono relativamente ben più presenti nella nostra regione (9.5%) che nella media nazionale (1.7%), così come i tunisini (5.4% a fronte del 3.4% nazionale); - all opposto la comunità rumena e soprattutto quella cinese sono radicate in misura meno marcata nelle Marche (rispettivamente 4.1% e 2.3%) che nella media nazionale (5.5% e 4.2%). Per quello che riguarda la composizione interna per genere nelle differenti nazionali si può notare, a seconda del gruppo, una differente connotazione, che però, rispetto al passato, sembra assumere caratteri meno marcati in un senso o nell altro: - fra le prime dieci comunità quantitativamente più rilevanti le donne risultano maggiormente presenti nella comunità rumena (64%), in quella tedesca (58%) ed in quella polacca (64%); - gli uomini sono invece più diffusi nell ordine fra i senegalesi (quasi unicamente uomini con un 90%), i tunisini (63%), i macedoni (62%), i marocchini (60%), gli jugoslavi (58%) e gli albanesi (57%), mentre la comunità cinese presenta una prevalenza maschile relativamente più contenuta (53%). Tab. 13 Principali nazionalità presenti nelle Marche (31/12/2000) (valori assoluti e percentuali) Nazionalità Totale stranieri nelle Marche Totale stranieri in Italia Donne straniere nelle Marche N % sul totale regionale* % sul totale nazionale* % sul totale Albania (1) 10.6 (2) 43.2 Marocco (2) 11.6 (1) 40.2 Macedonia (3) 1.7 (18) 38.1 Tunisia (4) 3.4 (6) 37.2 Romania (5) 5.5 (3) 64.2 Jugoslavia (6) 2.7 (8) 42.2 Cina (7) 4.2 (5) 46.6 Senegal (8) 2.6 (10) 10.1 Germania (9) 2.6 (9) 58.0 Polonia (10) 2.2 (12) 63.9 Altri (49.1)** 53.4 Totale Le Marche si caratterizzano in Italia per una forte concentrazione degli immigrati in un numero limitato di nazionalità. * Fra parentesi la collocazione nella classifica in termini di numerosità relativa ** Valore fra parentesi riferito al peso percentuale di tutte le nazionalità presenti salvo le prime 10 per rilevanza Fonte: SIS Regione Marche su dati Istat 24

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