UE-AGEA. Da PEAD a FEAD

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1 UE-AGEA Da PEAD a FEAD

2 PEAD (PAC) PAC Politica Agricola Comune PEAD Programma per la distribuzione di derrate alimentari agli indigenti Dal 1987 al Jacques Delors, allora presidente della Commissione europea Formalmente si trattava di un atto del Consiglio che disponeva l'attribuzione di prodotti agricoli prelevati dalle scorte pubbliche di intervento -ovvero le eccedenze di prodotti agricoli immagazzinate nel periodo in cui produzione superava la domanda comunitaria -agli Stati membri che intendessero distribuirli sotto forma di aiuto alimentare alle persone indigenti dell'unione. Nel tempo la progressiva riduzione di queste scorte ha reso necessaria una riforma parziale del programma, sia per adeguarlo all'evoluzione della PAC che per rafforzarne l'efficacia per le persone più indigenti.

3 PEAD in Italia Il PEAD è attuato da ormai 20 anni dall'agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA). Sette Enti Caritativi: Associazione Banco Alimentare di Roma Onlus, Associazione Sempre Insieme per la pace, Caritas italiana, Comunità di Sant Egidio, Croce Rossa Italiana, Fondazione Banco Alimentare Onluse Fondazione Banco delle Opere di Carità. Nel 2013 hanno distribuito i prodotti alimentari a oltre Strutture Caritative territoriali che li donano ad oltre di persone. Nel 2013erano disponibili scorte di intervento solo per alcune categorie di prodotti, il piano di esecuzione si è basato soprattutto sugli acquisti: all Italia è stato destinato un importo monetario totale di , di cui quasi il 95% si è trasformato in aiuti concreti che hanno raggiunto la popolazione bisognosa. Sono state distribuite gratuitamente oltre tonnellate di prodotti alimentari, suddivisi in pasta, riso, latte, formaggi, legumi, farina, biscotti, polpa di pomodoro, biscotti per l infanzia, olio di semi e fette biscottate.

4 La situazione sociale europea e la fine del PEAD La deprivazione materiale è causa di gravi problemi all'interno dell'unione, e continua a richiedere un sostegno dell'ue per le persone più indigenti della società. Nella strategia Europa 2020, l Unione Europea si è posta l obiettivo di ridurre di almeno 20 milioniil numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale. Povertà ed esclusione sociale sono tuttavia in aumento in molti Stati membri: oltre 119 milioni di persone nel 2011 (24,2% della popolazione). [fonte: Eurostat 2012] Povertà assoluta: non si dispone delle primarie risorse per il sostentamento umano (< 1,25$ / die). Povertà relativa: esprime la difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi, riferita a persone o ad aree geografiche, in rapporto al livello economico medio di vita dell'ambiente o della nazione. Nel 2013il 12,6% delle famiglie Italiane è in povertà relativa e il 7,9% è in povertà assoluta. Le personein povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila). [fonte: ISTAT 2014]

5 FEAD (FSE) La Commissione europea, nel Quadro Finanziario Pluriennale , ha deciso di destinare 3,8 miliardi di euro per la creazione di un nuovo strumento di lotta contro le forme estreme di povertà, il FEAD. FSE Fondo sociale europeo è il principale strumento di cui l'europa si avvale per promuovere l'occupazione e l'integrazione sociale. Aiuta le persone a trovare un lavoro, favorendo l'inserimento dei soggetti svantaggiati nella società e garantendo opportunità di vita più eque per tutti. FEAD Fondo di aiuti europei agli indigenti sostiene gli interventi promossi dai paesi dell'ue per fornire agli indigenti un'assistenza materiale, tra cui generi alimentari. L'assistenza deve andare di pari passo con misure d'integrazione sociale, come iniziative di orientamento e sostegno per aiutare le persone a uscire dalla povertà. Le autorità nazionali possono sostenere anche l'assistenza non materiale agli indigenti per aiutarli a inserirsi meglio nella società.

6 PEAD vs FEAD PEAD Politiche agricole Eccedenze prodotti agricoli Obiettivo: eccedenze prodotti agricoli Nel tempo la progressiva riduzione di queste scorte ha reso necessaria una riforma parziale del programma FEAD Politiche sociali Obiettivo: aiutare le persone a compiere i primi passi per uscire dalla povertàe dall'emarginazione. 3,8 miliardi di euro i paesi dell'ue sono tenuti a contribuire al rispettivo programma nella misura di almeno il 15% mediante cofinanziamenti nazionali

7 FEAD in Italia Anno 2014 e 2015 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Primi 40 milioni di euro Obiettivo: aiutare le persone a compiere i primi passi per uscire dalla povertàe dall'emarginazione AGEA (Agenzia per le erogazioni in Agricoltura) a cui è delegata la gestione degli interventi per la distribuzione degli aiuti alimentari

8 AGEA: istruzioni Operative n Criteri di ammissibilità all aiuto Le Strutture territoriali ammesse a richiedere i prodotti alimentari, devono avere finalità caritative senza scopo di lucro e svolgere attività di sostentamento alimentare nei confronti di persone indigenti e, in particolare, svolgere una delle seguenti attività: 1) servizio di mensa; 2) distribuzione di pacchi; 3) emporio sociale; 4) distribuzione tramite unità di strada. Si precisa che sono escluse dal beneficio dell aiuto: a) le Strutture accreditate presso la Pubblica amministrazione (Centri di accoglienza, Case famiglia, ecc.) che percepiscono rette pagate con fondi pubblici; b) le Strutture in cui vi sono assistiti obbligati alla corresponsione o che, comunque, versano un corrispettivo.

9 AGEA: istruzioni Operative n Criteri di ammissibilità all aiuto I beneficiari da inserire nella domanda di adesione al programma di assistenza devono essere gli adulti e le famiglie con minori in condizioni di estremo disagio materiale. L aiuto alimentare deve essere focalizzato: a) verso le persone in condizioni di marginalità estrema con particolare riferimento alle persone senza fissa dimora; b) verso le persone e le famiglie in condizioni di povertà assoluta e di grave deprivazione materiale, privilegiando le persone con gravi condizioni di disagio psichico e sociale e le famiglie con minori, con particolare riferimento a: famiglie numerose, famiglie in cui siano presenti persone con disabilità, famiglie in condizione di disagio abitativo. I criteri di identificazione dei destinatari dell aiuto devono seguire le seguenti linee guida: o o per le unità di strada non è necessario l identificazione dei beneficiari finali; per i servizi di mensa, la distribuzione di pacchi e gli empori sociali: a) nella prima fase della richiesta di aiuto, per far fronte all emergenza, l erogazione avviene senza necessità di verificare la condizione individuale; b) per l erogazione in modo duraturo degli aiuti è necessario effettuare una valutazione della condizione economica e sociale delle persone e del loro nucleo familiare.

10 AGEA: istruzioni Operative n Modalità di compilazione della domanda [ ] La Struttura territoriale, ai fini della presentazione della domanda ha l obbligo di: 1) tenere un elenco cartaceo o informatico delle persone e dei nuclei familiari assistiti in maniera continuativa; 2) costituire, per ogni persona o nucleo familiare, un fascicolo che contenga: documento dello stato di famiglia e codice fiscale; dati anagrafici dei componenti della famiglia e i contatti; almeno uno dei seguenti documenti comprovanti lo stato di indigenza: ISEE; documento di affidamento da parte del comune o dei servizi sociali; verbale di visita domiciliare per accertamento condizione indigenza; ogni ulteriore documentazione che si ritiene opportuna: stato di disoccupazione, contratti d affitto ecc. La costituzione dei fascicoli per ogni persona o nucleo familiare deve essere, comunque, completata entro il 28 febbraio 2015, e, pertanto, entro la stessa data, deve essere comunicata all Ente capofila ogni variazione dei dati già trasmessi con la presentazione della domanda (allegato n. 2). 3) mostrare l elenco e i fascicoli corrispondenti in fase di convenzionamento e ad ogni eventuale controllo dell Ente capofila, dell AGEA o suo delegato.

11 AGEA: istruzioni Operative n Modalità di compilazione della domanda La Struttura territoriale, che cura la distribuzione dei prodotti agli indigenti, in fase di compilazione della domanda, dovrà indicare: 1) la sede legale e la sede operativa se diversa dalla sede legale; (se le sedi operative sono più di una e hanno indirizzi diversi è necessario presentare una domanda per ogni sede); 2) nelle colonne assistiti continuativi, il numero degli indigenti suddivisi per fasce di età (individuati secondo i criteri fissati al successivo cap. 5) che fanno riferimento a ciascun tipo di attività indicata e per i quali è stata effettuata una valutazione della condizione economica e sociale; 3) nella colonna assistiti saltuari, il numero degli indigenti che vengono assistiti per far fronte a delle emergenze e per i quali l erogazione avviene senza necessità di verificare la condizione individuale in maniera approfondita; tale numero non può, in ogni caso, superare del 20 %il numero totale indigenti continuativi ; 4) nella colonna media presenze nei giorni d apertura, il numero medio delle presenze e/o interventi effettuati ogni qual volta la Struttura è aperta per prestare assistenza alimentare; 5) nella colonna giorni di apertura nell anno, il numero dei giorni di apertura della Struttura per prestare assistenza alimentare durante l anno. Si precisa che, nel caso in cui gli assistiti siano delle famiglie, deve essere indicato il numero totale dei componenti. In ogni caso non è consentito alle singole Strutture di modificare l affiliazione dall uno all altro Ente capofila durante il corso dell esecuzione del programma annuale di distribuzione.

12 TEMPI e SCADENZE Entro 20 novembre 2014 Inviare Domanda iscrizione annua (allegato 2) Statuto (ove previsto) Copia del documento d identità del legale rappresentante Copia codice fiscale (certificato attribuzione codice fiscale, Agenzia Entrate, modello AA5/6) Elenco delle persone e dei nuclei familiari assistiti in maniera continuativa* Entro 28 febbraio 2015 completare costituzione fascicoli per ogni persona o nucleo familiare comunicare all Ente capofila (Caritas Diocesana Bergamasca) ogni variazione dei dati trasmessi con la presentazione della domanda

13 DOMANDE e SUGGERIMENTI Creare indice di persone/famiglie assistite Utilizzare supporto informatico Privacy?

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15 Progetto TABGA Progetto sostegno alla povertà alimentare nella diocesi di Bergamo Tabgaè il luogo in cui avvenne la moltiplicazione dei pani e dei pesci sulla riva del lago di Galilea, in Terra Santa

16 Il progetto Piattaforma logistica di raccolta, stoccaggio e di distribuzione degli alimenti finalizzata a dare la possibilità alle Caritas parrocchiali e alle altre numerose realtà del volontariato impegnate nella lotta alla povertà e al disagio sociale, di sostenere concretamente singoli e famiglie in sofferenza alimentare e di costruire con loro percorsi di accompagnamento e di ascolto. Obiettivo del progetto è ottimizzare la raccolta dei generi alimentari, razionalizzare la loro distribuzione e incrementare le quantità donate, arrivando a sostenere, oltre a quelle che già si supportano, altre famiglie bisognose a causa della perdita del lavoro. In più, è importante sottolineare il valore educativo del progetto legato al recupero degli sprechi e alla razionalizzazione delle risorse per dare un chiaro segnale di cambiamento degli stili di vita, nella logica della sobrietà non solo come risposta alla crisi, ma soprattutto come atteggiamento di fondo nelle scelte di consumo. Il cibo che buttiamo via è come se lo avessimo rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame! (Papa Francesco)

17 CARITAS ECOSVILUPPO Dispensario sociale Questa attività consiste nel creare un canale di collegamento tra le realtà (produttori, mercati, supermercati, logistica, ) che dispongono di derrate non vendibili ma utilizzabili e le realtà impegnate nel contrasto alla povertà. Per vari motivi (eccedenza di produzione, non conformità, scadenza ravvicinata), la filiera alimentare dispone ad ogni livello di prodotti che non possono esser commercializzati. Nostro obiettivo è quello di ritirare/ricevere questi prodotti, selezionarli in base alla tipologia e stato di conservazione e ridistribuirli alle realtà caritative. Sono onlusle organizzazioni titolari del progetto e ciò permette ai benefattori importanti agevolazioni fiscali.

18 CARITAS ASPAN RI-Affermo 1. panificatori contattano CPAeC 2. volontari ritirano pane non venduto

19 Obiettivi Emporio alimentare Gruppo d acquisto Scaricare parrocchie dall onere di reperire fondi per acquisto alimentari: il volontari ha più tempo da dedicare alla relazione. Migliorare acquisti, acquistando direttamente dal produttore quantitativi tali da consentire prezzi migliori(economie di scala). Approvvigionamento L Emporio acquista alimentari direttamente dai Produttori, in funzione delle richieste fatte dalle Parrocchie convenzionate. A questo si aggiungono alimentari donati a titolo gratuito al Progetto dai Produttori stessi (per vari motivi: eccedenza di produzione, non conformità, difetti di produzione, ). Distribuzione La distribuzione vien fatta presso la sede del Progetto(cascina Battaina, Urgnano) Le strutture convenzionate richiedono alimentari via fax/ , il Progetto fissa la data per il ritiro, le Parrocchie ritirano gli alimenti utilizzando i loro mezzi.

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