I minerali. i minerali sono solidi cristallini, di origine inorganica, a composizione chimica costante, formatisi spontaneamente.

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "I minerali. i minerali sono solidi cristallini, di origine inorganica, a composizione chimica costante, formatisi spontaneamente."

Transcript

1 ESPANSIONE I minerali Come tutti i solidi a composizione costante, ovvero formati da un unica sostanza, anche quelli che si rinvengono in natura assumono forme che esternamente rispecchia no, a volte in modo complesso, la disposizione spaziale delle particelle che li costituiscono. Tali solidi sono chiamati minerali: i minerali sono solidi cristallini, di origine inorganica, a composizione chimica costante, formatisi spontaneamente. Un angolo diedro è la porzione di spazio compresa tra due semipiani (facce) aventi per origine la stessa retta (spigolo): esso costituisce in un certo senso l estensione allo spazio del concetto di angolo piano. Per comprendere appieno questa definizione, è necessario introdurre il concetto di cristallo: un cristallo è una porzione di materia solida omogenea, delimitata da facce perfettamente piane, che si intersecano in spigoli e vertici formando angoli diedri. 1. La struttura dei cristalli Proprietà dei cristalli: gli elementi di simmetria Prima di affrontare un esame, sia pure sintetico, degli aspetti cristallografici della mineralogia, è necessario premettere alcune definizioni sugli elementi di simmetria fondamentali di un cristallo: il centro di simmetria (C) è il punto che divide esattamente a metà tutte le rette che congiungono punti opposti equivalenti di un cristallo (Figura A); Figura A Il centro di simmetria di un cristallo. il piano di simmetria (P) è un piano che divide il cristallo in due parti perfettamente uguali, di cui una è l immagine speculare dell altra (Figura B); Figura B Un piano di simmetria. Espansione 2

2 l asse di simmetria (A) è una retta attorno a cui il cristallo può ruotare di un dato angolo, senza che la posizione finale (posizione di ricoprimento) sia distinguibile da quella iniziale. Un asse si dice binario, e si indica con A 2 o, quando nel descrivere un angolo giro attorno a sé stesso, il cristallo presenta solo due posizioni di ricoprimento; è invece ternario (A 3 o ), quaternario (A 4 o )o, rispettivamente, senario (A 6 o ) se, nel descrivere un angolo giro attorno a sé stesso, il cristallo presenta tre, quattro o, rispettivamente, sei posizioni di ricoprimento (Figura C). A 4 A 2 Figura C Un asse quaternario (A 4 ) e uno binario (A 2 ) in un cubo. Un cristallo può presentare un centro di simmetria (ma alcuni cristalli non lo hanno), uno o più piani di simmetria (ma non obbligatoriamente), uno o più assi di simmetria, anche di diverso ordine, oppure nessuno. Nella Figura D sono riportati gli assi di simmetria di un cubo: come si può vedere, si tratta di tre A 4, quattro A 3 e sei A Figura D In un cubo vi sono tre assi quaternari 1, quattro assi ternari 2 e sei assi binari 3. L insieme degli elementi di simmetria di un cristallo è chiamato grado di simmetria e viene indicato riassumendo i singoli elementi. Il grado di simmetria di un cubo può dunque essere sintetizzato come segue: 6 A 2 4 A 3 3 A 4 9 P C Tutte le forme cristalline caratterizzate dallo stesso grado di simmetria formano una classe cristallografica. Esistono 32 classi, compresa quella pediale, che non ha alcun elemento di simmetria, neanche il centro. Proprietà dei cristalli: assi e parametri cristallografici L elemento fondamentale a cui si ricorre per la descrizione di un cristallo sono gli assi cristallografici. Gli assi cristallografici di un cristallo sono tre rette aventi un punto comune (origene), scelte in modo da formare tra loro angoli uguali a quelli formati da tre spigoli del cristallo (in alcuni casi è opportuno scegliere un sistema a quattro assi). Espansione 3

3 Un asse cristallografico può coincidere con un asse di simmetria oppure essere parallelo o perpendicolare a uno di essi o agli spigoli delle facce del cristallo. In ogni caso, gli assi cristallografici sono scelti in modo da consentire la rappresentazione più semplice possibile del cristallo. Per un cubo, ad esempio, gli assi cristallografici sono quelli indicati nella Figura E e coincidono con gli assi di simmetria quaternari A 4. z c y a y x z b x Figura E Gli assi di simmetria, la faccia fondamentale e i parametri di un cubo. Un secondo elemento importante per la definizione di un cristallo è la sua faccia fondamentale. La faccia fondamentale di un cristallo è un piano che incontra tutti gli assi cristallografici, ossia non è parallelo a nessuno di essi. Dalla definizione segue che la faccia fondamentale di un cristallo non è quasi mai una delle sue facce fisiche. Le distanze dall origine dei punti nei quali il piano della faccia fondamentale taglia gli assi cristallografici si chiamano parametri. Nell esempio della Figura E essi sono costituiti dalle lunghezze dei segmenti a, b, c. Sistematica cristallografica: gruppi, sistemi, classi In un cristallo, oltre ai parametri della faccia fondamentale (a, b, c), sono importanti anche gli angoli (,, ) che gli assi cristallografici formano tra loro. Questi sei valori, assieme agli elementi di simmetria presenti, consentono di classificare i cristalli. In base ai valori dei parametri a, b, c è possibile distinguere i cristalli in tre gruppi: gruppo monometrico: tre parametri uguali (a b c); gruppo dimetrico: due parametri uguali, uno diverso (a b c); gruppo trimetrico: tre parametri diversi ( a b c). I gruppi si dividono in sistemi, in base al valore degli angoli,, e alla presenza di alcuni elementi di simmetria comuni. I sistemi sono in totale 7 e a loro volta si dividono nelle 32 classi cui si è già accennato, formate ciascuna da cristalli con lo stesso grado di simmetria (Tabella A). Espansione 4

4 Tabella A Classificazione dei cristalli Gruppo Sistema Costanti cristallografiche Simmetria caratteristica Poliedro fondamentale Classe Elementi di simmetria Esempio z esacisottaedrica 4 A 3 3 A 4 6 A 2 9 P C Salgemma monometrico cubico α = β = γ = 90 a = b = c x c=a b=a a 90 y 4 A 3 cubo esacistetraedrica pentagonoicositetraedrica diacisdodecaedrica 4 A 3 3 A 4 6 P Blenda 4 A 3 3 A 4 6 A 2 Cuprite 4 A 3 3 A 2 3 P C Pirite pentagonododecaedrico 4 A 3 3 A 2 Ullmannite esagonale a = b c α = γ = 90 β = 120 x a z c b=a y A 6 prisma esagonale + pinacoide basale bipiramidale diesagonale A 6 6 A 2 7 P C Berillo piramidale diesagonale A 6 6 P Wurtzite trapezoedrica esagonale A 6 6 A 2 -Quarzo bipiramidale esagonale A 6 P C Apatite piramidale esagonale A 6 Nefelina scalenoedrica ditrigonale A 3 3 A 2 3 P C Calcite dimetrico trigonale o romboedrico a = b = c α = γ = 90 β 90 x z c β a α b y γ A 3 romboedro bipiramidale ditrigonale 4 A 3 3 A 2 4 P Benitoite piramidale ditrigonale A 3 3 P Tormalina trapezoedrica trigonale A 3 3 A 2 -Quarzo bipiramidale trigonale A 3 P romboedrica trigonale A 3 C Dolomite piramidale trigonale A 3 bipiramidale ditetragonale A 4 4 A 2 5 P C Zircone tetragonale α = β = γ = 90 a = b c x z c b=a a 90 y A 4 prisma tetragonale + pinacoide basale scalenoedrica tetragonale A 4 2 A 2 2 P Calcopirite piramidale ditetragonale A 4 4 P Diaboleite trapezoedrica tetragonale A 4 4 A 2 Cristobalite bipiramidale tetragonale A 4 P C Scheelite bisfenoidale tetragonale A 4 Cahnite piramidale tetragonale A 4 Wulfenite rombico z c α = β = γ = b a b c a 90 x y 3 A 2 e/o P prismi rombici + pinacoidi bipiramidale rombica 3 A 2 3 P C Zolfo piramidale rombica A 2 2 P Emimorfite bisfenoidale rombica 3 A 2 Epsomite trimetrico monoclino triclino c α = γ 90 ; β 90 β b a b c α a γ x α β γ 90 a b c x z β a z c α γ b y y A 2 e/o P C o nessuna prismi monoclini + pinacoidi tre coppie di pinacoidi prismatica A 2 P C Ortoclasio domatica P Hilgardite sfenoidale A 2 Mesolite pinacoidale C Albite pediale Parahilgardite Espansione 5

5 Aspetti particolari: polimorfismo, isomorfismo e soluzioni solide Noti i sistemi cristallografici nei quali si classificano i vari minerali, è possibile ora esaminare una legge fondamentale, scoperta dall abate francese René Just Haüy ( ): legge della costanza della simmetria: le forme in cui può cristallizzare un dato minerale presentano tutte lo stesso grado di simmetria. Per esempio, la pirite, FeS 2, cristallizza in cubi (con facce striate in modo alternato e perciò con simmetria più bassa del cubo geometrico, diacisdodecaedrica ), ottaedri e rombododecaedri: forme dunque diverse, ma tutte con lo stesso grado di simmetria (Figura F). È possibile anche che forme diverse, ma con lo stesso grado di simmetria, si uniscano insieme per dare forme composte, come la galena che può presentare la forma ibrida proposta nella Figura G. Figura F Cristalli di pirite. Figura G Forme diverse, dotate dello stesso grado di simmetria, possono unirsi per dare forme composte. Non sempre però la legge della costanza della simmetria viene rispettata. Accade frequentemente che un minerale cristallizzi in classi appartenenti a differenti sistemi cristallografici, o addirittura a differenti gruppi, in funzione delle diverse condizioni di temperatura e pressione in cui si viene a formare. Tale fenomeno, noto con il nome di polimorfismo, potrà essere spiegato quando conosceremo maggiori particolari circa la struttura intima dei cristalli. Al contrario, alcuni minerali, pur essendo costituiti da specie chimiche differenti, assumono la stessa forma cristallina: tale caratteristica si chiama isomorfismo. Essi possono dare cristalli omogenei, nei quali variano in modo continuo le proporzioni dei componenti: si tratta di miscele omogenee e sono quindi delle soluzioni solide. Per esempio, la forsterite, Mg 2 SiO 4, e la fayalite, Fe 2 SiO 4, cristallizzano entrambe nel sistema rombico, ma in natura sono molto più frequenti le miscele dei due, sotto forma di cristalli omogenei. Queste miscele costituiscono un minerale, l olivina, la cui formula, (Fe,Mg)SiO 4, rispecchia la variabilità dei cationi metallici che contiene. La struttura intima dei cristalli: i reticoli cristallini Quanto si è visto finora descrive accuratamente la forma geometrica dei cristalli, ma niente dice circa la loro struttura interna. La ricerca della relazione tra la forma geometrica di un cristallo e la sua intima struttura interessò ben presto gli studiosi. Le prime osservazioni in merito si devono al già citato abate Haüy. Egli notò che un campione di calcite, rompendosi, produceva pezzetti che avevano tutti la forma di romboedri. Le facce, di ampiezza diversa da pezzo a pezzo, erano tutte parallele tra loro. Espansione 6

6 Analogamente, trovò che cristalli cubici di salgemma, NaCl, o galena, PbS, si rompevano in cristalli che mantenevano tutti gli stessi angoli. Nel 1780, l abate formulò un ipotesi secondo la quale tutti i cristalli erano costituiti dall impacchettamento di particelle, estremamente piccole, invisibili, che egli chiamò particelle integranti (Figura H). Figura H Haüy spiegò le forme solide della galena con l unione di piccolissimi cubi. Queste particelle, naturalmente, dovevano possedere la forma del cristallo di partenza. Così un cristallo di salgemma poteva considerarsi formato dalla sovrapposizione, nelle tre direzioni, di un numero enorme di piccolissimi cristalli cubici. L idea di una materia costituita di particelle integranti concatenate senza soluzione di continuità diventò sempre meno credibile con il progredire della teoria atomica, che considerava l atomo come costituente di base della materia. Nel 1848, il fisico e mineralogista francese Auguste Bravais ( ) avanzò l ipotesi che i cristalli fossero formati da sistemi di punti materiali, disposti nello spazio in modo da formare un reticolo a tre dimensioni a maglie parallelepipede (Figura I). Figura I Un cristallo, secondo Bravais, è dato dall insieme di tanti punti materiali. Bravais, sulla base di considerazioni geometriche, riuscì a dimostrare che tutte le strutture note si potevano ricondurre a un numero limitato di schemi. Tutte le forme cristalline si potevano ricostruire mediante 14 schemi, sette dei quali, detti reticoli semplici fondamentali, corrispondevano esattamente ai poliedri fondamentali dei sette sistemi cristallografici già noti. I punti materiali di Bravais sono atomi, ioni o molecole. La struttura omogenea e periodica dei cristalli venne dimostrata dal fisico tedesco Max Theodor Felix von Laue ( ) nel 1912 con l uso dei raggi X. Espansione 7

7 Un fascio parallelo di raggi X, inviato su una sottile lamina di blenda, ZnS, la attraversa e impressiona una lastra fotografica. Su di essa, si rileva una serie di macchie disposte in modo regolare, dovute alle diffrazioni prodotte dagli ioni del cristallo sul fascio di raggi X. Lo studio delle macchie, molto complesso, consente di determinare la classe di simmetria del cristallo, la posizione reciproca delle particelle che lo formano e le distanze che le separano. L esperienza di Von Laue offrì dunque la possibilità di vedere per la prima volta il reticolo cristallino di un solido (Figura L). Figura L La diffrazione dei raggi X consentì a Von Laue di mettere in evidenza il rigoroso ordine interno dei cristalli. 2. Caratteristiche dei minerali: proprietà vettoriali e scalari Figura M Calcite. La forma dei minerali, come si è detto, riflette quella dei cristalli che li compongono. Essa, però, non è sempre facilmente individuabile (come nel caso di un frammento o di un aggregato di cristalli molto piccoli). Per riconoscerli, quindi, oltre che su di essa ci si basa sull analisi di alcune proprietà fisiche caratteristiche. Alcune proprietà, definite proprietà vettoriali, a causa della struttura a reticolo dei cristalli, assumono valori diversi secondo la direzione lungo la quale vengono misurate. Questa caratteristica, tipica dei cristalli, è detta anisotropia. Mentre per i solidi cristallini c è sempre almeno una proprietà anisotropa, per quelli amorfi può non essercene nessuna. Le proprietà vettoriali dei minerali possono essere relative alla coesione (durezza, sfaldatura), al calore (dilatazione), all elettricità (conducibilità elettrica, piezoelettricità), alla luce (colore, lucentezza, rifrazione, polarizzazione della luce). La durezza indica la resistenza di un minerale all abrasione o alla scalfittura e dipende dalla forza dei legami chimici presenti. Per la misurazione convenzionale di tale proprietà si utilizza la scala di Mohs. Essa fa riferimento a dieci minerali, ciascuno dei quali può scalfire le facce del minerale che lo precede nella scala, ma viene scalfito dal minerale che lo segue. La Tabella B riporta l ordine dei dieci minerali. Pur essendo certamente approssimativa, essa è ancora di grande utilità pratica. Il talco, primo nella scala, che può essere facilmente scalfito con un unghia, è inciso da un pezzo di gesso; il gesso, a sua volta, è scalfito dalla calcite (Figura M), e così via. La durezza di un minerale è espressa dal Espansione 8

8 numero che si ottiene confrontando il campione in esame con i riferimenti della scala di Mohs. Per esempio, per verificare se una pietra preziosa è autentica o falsa si determina la sua durezza, che in genere supera il sei. La sfaldatura è la caratteristica che hanno Tabella B La scala di Mohs molti minerali di rompersi per urto, formando blocchi che presentano superfici piane e Minerale Formula Durezza attribuita parallele per una o per più facce dell abito talco Mg 3 (OH) 2 Si 4 O 10 1 gesso CaSO cristallino; anch essa dipende dalla forza 4? 2 H 2 O 2 calcite CaCO dei legami tra gli atomi, che possono essere 3 3 fluorite CaF 2 4 di intensità differente a seconda dei diversi piani. Per esempio, se i piani, formati da apatite Ca 5 [(OH,F,Cl)(PO 4 ) 3 ] 5 ortoclasio KAlSi 3 O 8 6 legami covalenti, sono tenuti insieme da quarzo SiO 2 7 legami deboli come le forze di Van der Waals, si ha una sfaldatura molto facile in una topazio Al 2 F 2 SiO 4 8 corindone Al 2 O 3 9 direzione, ma una notevole resistenza nella diamante C 10 direzione a essa perpendicolare. È il caso delle miche, che sembrano formate da tanti fogli sovrapposti. Nel quarzo (Figura N), invece, i legami sono molto forti in tutte le direzioni del reticolo e quindi il quarzo non si sfalda, ma si frantuma in frammenti assai irregolari, di aspetto scheggioso o curvilineo (superfici concoidi). La dilatazione termica è una conseguenza dell aumento di temperatura. Nei cristalli dimetrici, come il quarzo, la dilatazione non è uniforme in tutte le direzioni: pertanto una sfera di quarzo per riscaldamento può diventare un ellissoide. La lucentezza misura l intensità della luce riflessa dalle facce di un cristallo. Si può distinguere la lucentezza metallica, tipica delle sostanze che riflettono totalmente la luce e risultano pertanto opache, da quella non-metallica, caratteristica dei corpi trasparenti. Questi ultimi possono presentare vari tipi di lucentezza: adamantina, resinosa, vitrea, grassa, madreperlacea ecc. (Figura O). Il colore è certamente una proprietà di facile valutazione, ma questo non depone per l identificazione certa di un minerale. Infatti, se molti minerali come la malachite, verde, o il lapislazzulo, turchino, sono sempre dello stesso colore, altri modificano il loro colore e le tonalità di quest ultimo a seconda delle impurità chimiche rimaste incluse all epoca della loro formazione. Così il corindone è incolore se puro, ma può essere rosso a causa della presenza di cromo (rubino) oppure blu per la presenza di tracce di titanio o ferro (zaffiro). Con la tecnica dello striscio, cioè polverizzando il minerale su un frammento di porcellana ruvida, se ne può osservare meglio il colore; infatti, la polvere mostra il colore caratteristico del minerale, anche se il campione di partenza presentava sfumature diverse. All opposto, due minerali apparentemente uguali possono dare strisce di colore diverso. Per esempio, l ematite, la magnetite e la goethite (Figura P) possono presentarsi come cristalli neri, ma con la tecnica della polverizzazione l ematite ha un colore tendente al rosso, la magnetite risulta nera, mentre la goethite è giallo-bruna. Quando un raggio di luce attraversando un minerale viene rifratto, la determinazione dell angolo di incidenza e di quello di rifrazione Figura N Biotite (mica) e quarzo. Figura O Fluorite e sfalerite. Espansione 9

9 consente il calcolo dell indice di rifrazione, caratteristico di un dato materiale (Figura Q). i aria superficie di separazione corpo trasparente r Figura Q Riffrazione di un raggio luminoso: i > r. Figura P Ematite, goethite, magnetite. 1 ordinario straordinario La deviazione di un raggio di luce si manifesta quando questo passa dall aria in un mezzo trasparente di diversa densità, come un cristallo non opaco. Rispetto a questa proprietà i cristalli non monometrici sono anisotropi. Il fenomeno della birifrangenza, presentato dalla calcite, dimetrica, si verifica quando un raggio di luce, nell attraversare un cristallo, si sdoppia dando una doppia immagine. Per verificare questo fenomeno, molti cristalli richiedono di operare con strati di materiale molto sottili (Figure R). La luce può essere considerata come un insieme di onde che vibrano in tutti i piani perpendicolari alla sua direzione di propagazione. Esistono sostanze (la tormalina, la calcite opportunamente tagliata, il polaroid) che consentono il passaggio soltanto di onde oscillanti in un determinato piano: in tal caso la luce si dice luce polarizzata (Figura S). Molti minerali, non monometrici, ridotti in lamine sottili al punto da essere trasparenti, se osservati in luce polarizzata manifestano un colore (colore di interferenza) che dipende dal loro indice di rifrazione e dalla loro orientazione rispetto al piano di polarizzazione Figura S Mentre la luce ordinaria è costituita da onde che vibrano su infiniti piani (a), in quella polarizzata (b) vi è un unico piano di vibrazione. 2 Figura R La birifrangenza è un fenomeno in virtù del quale un raggio luminoso viene sdoppiato 1. È molto marcata nella calcite 2. Espansione 10

10 della luce. Tali osservazioni sono spesso utili per l identificazione di un minerale. La conducibilità elettrica può essere più o meno significativa per i diversi minerali: basti pensare all argento, al rame e all oro. Anche in questo caso, peraltro, si tratta di una proprietà anisotropa e la differenza di conducibilità nelle diverse direzioni dello stesso cristallo non monometrico è talvolta molto forte. Nell ematite, trigonale, la conducibilità elettrica nelle direzioni normali all asse ternario ha un valore quasi doppio di quello che presenta nella direzione dell asse stesso. Se si esercita una certa pressione, in una direzione ben precisa, su un cristallo di quarzo, si produce una separazione di cariche elettriche: questa proprietà è detta piezoelettricità. Gli accendini piezoelettrici funzionano appunto esercitando una pressione meccanica su un cristallo di quarzo, che trasmette, in conseguenza della separazione di cariche, una differenza di potenziale a due elettrodi a esso collegati. La scarica elettrica che si genera per pressione è dovuta appunto alla ddp accumulata. Ma esiste anche il caso opposto: l impulso elettrico generato da una pila fa vibrare cristalli di quarzo (circa volte al secondo) che fungono da motore regolare negli orologi (Figura T). Altre proprietà, come per esempio il punto di fusione e la densità, sono invece scalari, ossia non dipendono dalla direzione della misura, che viene espressa da un semplice numero, specificando le unità di misura usate. Il punto di fusione viene determinato secondo le procedure note, ma anche un altra proprietà a esso collegata è importante per gli utilizzi industriali di un minerale. Si tratta della fusibilità. Essa non è ben definibile, poiché dipende, oltre che dal punto di fusione, anche dalla capacità di un minerale di trasmettere o disperdere il calore nelle varie direzioni. A tale scopo è stata costruita dal mineralogista tedesco F. von Kobell una scala di valore empirico che utilizza come riferimento sette minerali con diversi comportamenti (Tabella C). In base al comportamento al cannello ferruminatorio di una scheggia di minerale incognito, confrontando i comportamenti descritti nella scala, si può determinare la fusibilità del minerale e, solo in certi casi, avere un idea molto approssimativa del punto di fusione. Tabella C La scala di von Kobell Figura T Accendino piezoelettrico e orologio. Minerale Punto di fusione ( C) Comportamento al cannello antimonite circa 525 fonde con estrema facilità anche alla fiamma di un cerino natrolite circa 800 fonde facilmente in una sferetta almandino circa 1050 fonde abbastanza facilmente actinolite circa 1200 fonde non troppo facilmente con formazione di una sferetta all estremità di aghi sottili ortoclasio circa 1300 fonde solo sugli orli delle schegge sottili bronzite circa 1400 presenta solo tracce di arrotondamento per fusione sugli orli delle schegge più fini quarzo circa 1700 infusibile Un altra caratteristica utile all identificazione di un minerale è la misura della sua densità, che dipende dagli elementi che lo costituiscono e dalla struttura stessa del reticolo. Espansione 11

11 3. Classificazione chimica dei minerali La classificazione chimica dei minerali cui si ricorre più frequentemente si deve a H. Strunz, che la propose per la prima volta nel Il suo ultimo aggiornamento, del 1970, divide le specie minerali conosciute, che sono circa duemila, in nove classi. I. Elementi nativi. Comprende i minerali costituiti da un metallo (oro, argento, rame) o da un non-metallo (zolfo, carbonio nelle varietà di diamante o di grafite). A questa classe appartengono anche leghe naturali come l elettro (lega di oro e argento) e le leghe ferro-nichel di origine meteoritica. II. Solfuri. Appartengono a questa classe la blenda (ZnS), la galena (PbS), la pirite (FeS 2 ) e il cinabro (HgS); in questo gruppo sono compresi anche gli arseniuri, come la niccolite (NiAs). III. Alogenuri. I più noti sono il salgemma (NaCl), la fluorite (CaF 2 ) e la criolite (Na 3 AlF 6 ). IV. Ossidi e idrossidi. Tra essi ricordiamo l ematite (Fe 2 O 3 ), la magnetite (Fe O 4 ), la limonite (Fe 2 O 3? H 2 O), il quarzo (SiO 2 ), il corindone (Al 2 O 3 ) e le sue varietà trasparenti e colorate, rubino e zaffiro, di grande valore economico, e la brucite (Mg(OH) 2 ). V. Nitrati, carbonati e borati. Ricordiamo la siderite (FeCO 3 ), la calcite (CaCO 3 ), la rodocrosite (MnCO 3 ), la dolomite (CaMg(CO 3 ) 2 ), il borace (Na 2 [B 4 O 5 (OH) 4 ]? 8 H 2 O) e la nitronatrite (NaNO 3 ). VI. Solfati, cromati, wolframati e molibdati. Vi appartengono la barite (BaSO4), il gesso (CaSO 4? 2 H 2 O), la wulfenite (PbMoO 4 ), la scheelite (CaWO 4 ) e la crocoite (PbCrO 4 ). VII. Fosfati, arseniati e vanadiati. Vi appartengono la vivianite (Fe 3 (PO 4 ) 2? 8 H 2 O), l apatite (Ca 5 [(OH,F,Cl)(PO 4 ) 3 ]), la vanadinite (Pb 5 [Cl(VO 4 ) 3 ]), l eritrina (Co 3 (AsO 4 ) 2? 8 H 2 O) e il turchese (CuAl 6 [(OH) 8 PO 4 ] 4? 4 H 2 O). VIII. Silicati. La classe comprende circa cinquecento specie ed è quindi la più ricca; di conseguenza è opportuno uno studio a parte nel prossimo paragrafo. IX. Minerali organici. Sono in tutto una ventina di composti, di cui il più noto da millenni è l ambra, una resina fossile originata da alberi vissuti da 30 a 100 milioni di anni fa. Per la sua composizione chimica variabile, non dovrebbe essere annoverata tra i minerali, ma vi è inclusa per l interesse gemmologico (Figura U). Figura U Quarzo, ambra, argento, oro e pirite. Espansione 12

12 Qualcosa in più I cristalli liquidi Verso la fine del XIX secolo venne individuato un gruppo di sostanze che presentava uno stato intermedio (mesofase) tra solido e liquido, delimitato da valori ben definiti di temperatura. Si scoprì che la mesofase, di consistenza liquida ma molto viscosa e non trasparente, manteneva alcune proprietà ottiche ed elettriche dei solidi. Per questi motivi per essa si coniò il termine cristallo liquido. Le prime applicazioni pratiche dei cristalli liquidi vennero attuate verso il 1960, quando si trovò il modo di sfruttarne le interazioni con un campo elettrico. Si ottennero così i visualizzatori a cristalli liquidi (Liquid Crystal Displays, LCD), che hanno velocemente rimpiazzato i display a emissione di luce (Light Emitting Diode, LED) nelle calcolatrici e negli orologi digitali. Una sostanza che dia luogo alla fase di cristallo liquido è quasi sempre formata da molecole a forma di barretta allungata che riescono a stabilire legami secondari soprattutto lateralmente al loro asse. Nella fase solida esse si dispongono parallelamente e sono distribuite in piani ma, con l aumento della temperatura, i singoli piani possono scivolare l uno rispetto all altro: è la mesofase smettica. Un ulteriore aumento della temperatura consente il passaggio alla mesofase nematica in cui, pur non esistendo più i piani, le molecole si mantengono parallele tra di loro. Gli LCD sfruttano la capacità delle molecole della mesofase nematica di polarizzare la luce secondo la propria direzione di allineamento. Inoltre, in presenza di un campo elettrico, le molecole si dispongono in accordo alle sue linee di forza. Un display a cristalli liquidi è costituito nell ordine da: 1. un filtro polarizzatore; 2. una cella con il cristallo liquido confinato entro due sottili lastre di vetro contenenti all interno due elettrodi trasparenti sagomati come le cifre che devono riprodurre; luce uscente riflessa fase solida mesofase smettica mesofase nematica mesofase colesterica 3. un filtro polarizzatore perpendicolare a quello iniziale; 4. una superficie riflettente. La luce ambiente, polarizzata da [1], passa alla cella a cristallo liquido. In essa la mesofase nematica è distorta da scanalature microscopiche presenti nelle facce interne delle lastre di vetro. I piani distorti costringono la luce polarizzata a subire una rotazione di 90. La luce esce da [3] e, dopo essere stata riflessa da [4], percorre a ritroso il cammino riemergendo dal visore: la luce ambientale viene restituita e il visore appare di un grigio chiaro. Se gli elettrodi in [2] sono sotto tensione, tutte le molecole tra essi presenti sono parallele e non possono ruotare il piano della luce polarizzata che viene così assorbita: la zona appare scura poiché non è in grado di riflettere la luce ambiente. Alcune sostanze presentano una mesofase in cui si ha una struttura a strati nei quali le molecole hanno una disposizione nematica ma, da uno strato all altro, c è una leggera rotazione delle direzioni di allineamento. Nell insieme si viene a formare una struttura elicoidale in cui il passo della spirale è molto sensibile alla temperatura e alla pressione: al cambiare della temperatura il cristallo liquido cambia colore. Poiché tale situazione è presentata da molti derivati del colesterolo, ci si riferisce ad essa come mesofase colesterica. Utilizzi semplici per i cristalli liquidi in mesofase colesterica si hanno nei termometri a contatto, dove se ne sfrutta la capacità di cambiare il passo e quindi il colore a seconda della temperatura. zona priva di collegamento elettrico: riflette la luce fase liquida luce entrante [1] polarizzatore verticale [2] cella a cristallo nematico [3] polarizzatore orizzontale [4] specchio zona sotto tensione: assorbe la luce Espansione 13

13 Figura V Il gruppo SiO 4 4 di base dei silicati. SiO I silicati I silicati formano il materiale solido più diffuso sulla Terra: costituiscono circa l 80% della litosfera. La loro classificazione fu tentata inizialmente ricorrendo a criteri esclusivamente chimici, mediante l utilizzo anche di ipotetici acidi silicici, la cui esistenza non è mai stata dimostrata. Il ricorso ai raggi X ne ha invece permesso una più corretta classificazione, individuando nel tetraedro SiO 4 4 l unità strutturale fondamentale (Figura V). Tra silicio e ossigeno esistono dei forti legami covalenti e i tetraedri che ne risultano possono presentarsi isolati, oppure legati tra loro attraverso gli atomi di ossigeno formando catene, anelli, piani o strutture tridimensionali. I silicati si suddividono nelle seguenti sottoclassi (Tabella D). Nesosilicati. Il nome significa silicati a isole per indicare che i tetraedri di base sono indipendenti l uno dall altro e tenuti legati, per mezzo dei loro cationi metallici, con interazioni a volte ioniche, a volte covalenti polari. Caratteristica di questa sottoclasse è l olivina. Il topazio, i vari tipi di granati e lo zircone (ZrSiO 4 ) appartengono anch essi ai silicati a tetraedri isolati. Sorosilicati. Sono caratterizzati dalla presenza di due tetraedri uniti mediante un ossigeno con il quale formano il gruppo Si 2 O 6 7. Un sorosilicato è la calamina (Zn 4 [(OH) 2 Si 2 O 7 ]? H 2 O) e tutto il gruppo degli epidoti. Ciclosilicati. Sono costituiti da anelli di tre tetraedri, come nella benitoite (Ba,Ti(Si 3 O 9 )), o quattro come nell axinite (Ca/Fe,Mn)Al 2 [BO 3 OHSi 4 O 12 ]) o sei come nel berillo (Al 2 Be 3 (Si 6 O 18 )), le cui varietà trasparenti e colorate (acquamarina, eliodoro, morganite e soprattutto lo smeraldo) sono molto apprezzate in gemmologia. Anche la tormalina (Na(Mg,Fe) 3 Al 6 [(OH)/BO 3 ) 3 Si 6 O 18 ]) appartiene a questa sottoclasse. Inosilicati. In essi i tetraedri sono uniti a formare catene semplici (pirosseni) oppure doppie (anfiboli). Nel primo caso due ossigeni di ciascun tetraedro servono come unione con gli altri tetraedri, mentre gli altri due portano una carica ciascuno: l unità strutturale è Si 2 O 4 6, come nel diopside (CaMg(Si 2 O 6 )). Quando due catene semplici si uniscono per formare la doppia catena anfibolica, l unità strutturale è Si 4 O4 11 come nel glaucofane e nell antofillite (Mg,Fe) 7 [OHSi 4 O 11 ] 2 Fillosilicati. I tetraedri sono raggruppati in strati paralleli formati dal ripetersi di gruppi Si 2 O 2 5, in ciascuno dei quali quattro atomi di ossigeno fungono da ponte con gli altri gruppi. Spesso però la struttura è complicata dalla presenza di atomi di alluminio che sostituiscono parzialmente quelli di silicio. Vi appartengono minerali che Tabella D Classificazione dei silicati Nesosilicati Sorosilicati Ciclosilicati Inosilicati Fillosilicati Tettosilicati SiO 4 4 Si 2 O 6 4 Si 4 O 11 6 Si 2 O 5 2 Si 2 O 7 6 Si 3 O 9 6 Si 4 O 12 8 Si 6 O12 18 Espansione 14

14 si sfaldano facilmente come il talco (Mg 3 (OH) 2 Si 4 O 10 ), la biotite, la muscovite (KAl 2 [(OH,F) 2 AlSi 3 O 10 ]), tutte le miche in genere. Anche l amianto fa parte dei fillosilicati. Tettosilicati. I tetraedri sono uniti tra loro attraverso gli atomi di ossigeno, dando luogo a strutture tridimensionali, complicate dalla già citata sostituzione di silicio con alluminio e talvolta con boro. Nelle gabbie dei tetraedri che, grazie alle sostituzioni, presentano ossigeni con cariche libere, possono essere trattenuti ioni metallici diversi. Leucite (K[AlSi 2 O 6 ]), albite (Na[AlSi 3 O 8 ]), ortoclasio (K[AlSi ]) e tutti i feldspati sono i minerali più importanti. Si deve infine sottolineare che strutturalmente anche il quarzo è un tettosilicato e anzi è l unico che non presenti atomi di silicio sostituiti. 4. Le rocce: aggregati misti di minerali Confrariamente ai minerali che sono composti chimici uniformi rappresentabili con una formula, una roccia invece non ha una precisa definizione chimica. La roccia è un aggregato, solitamente compatto, di diversi minerali, in forma cristallina o amorfa, formato da masse p)ù o meno grandi e ben individuabili. In altri termini, possiamo descrivere i minerali presenti in una roccia e le loro proporzioni, ma non possiamo scrivere una formula complessiva che la rappresenti. Le rocce, in genere, sono quindi eterogenee, costituite cioè da più specie minerali, come il granito (quarzo, feldspati, ortoclasio, mica), ma possono essere anche omogenee se formate da un solo minerale, come un calcare o una massa di salgemma. Anche nelle rocce omogenee, tuttavia, sono presenti tracce di altre sostanze che le rendono, dal punto di vista chimico, non uniformi. Le rocce che costituiscono la crosta terrestre si possono suddividere in tre grandi gruppi: le rocce magmatiche (o ignee), le rocce metamorfiche e le rocce sedimentarie. Ognuno di questi gruppi si distingue in base ai processi che hanno portato alla loro formazione, per cui possiamo parlare di tre grandi processi litogenetici (Figura Z). Il processo magmatico prende inizio dalla presenza di una massa fusa o magma, che si può trovare a diverse condizioni di pressione. Il raffreddamento di questo magma porta a una progressiva cristallizzazione e, quindi, alla formazione di aggregati di minerali che costituiscono le rocce magmatiche. Sommariamente si possono distinguere le rocce magmatiche in effusive e intrusive. Le prime sono dovute a un rapido abbassamento di temperatura del magma e, di conseguenza, sono caratterizzate da pochi ammassi cristallini e dalla presenza di pasta vetrosa (porfido, basalti, ossidiana, pomice); sono tipiche delle eruzioni vulcaniche. Le seconde invece hanno subito un lento raffreddamento all interno della crosta terrestre e hanno avuto tutto il tempo di formare aggregati omogenei di dimensioni più o meno grandi, spesso ben distinguibili a occhio nudo, come nel caso dei graniti; alla formazione di queste rocce contribuiscono anche i gas contenuti nella massa fusa e la forte pressione esercitata dalle rocce sovrastanti. Il processo metamorfico è caratterizzato dalla trasformazione che avviene allo stato solido o semisolido, di rocce preesistenti, cioè senza la fusione dei materiali. Gioca un ruolo fondamentale la pressione esercitata dalle masse circostanti sulla roccia che si va trasformando la quale, pur mantenendo la stessa composizione chimica iniziale, cambia più o meno radicalmente la sua struttura, come nel caso Espansione 15

15 Figura Z Il ciclo litogenetico. dei marmi o dei serpentini o, ancora, degli gneiss. Il processo può coinvolgere grandi masse rocciose, come nella deriva dei continenti, o piccole aree, come nelle zone a stretto contatto dei camini vulcanici. Infine il processo sedimentario consiste nell erosione e nell alterazione di rocce che, affiorando in superficie, sono soggette agli agenti esogeni quali l acqua, il ghiaccio, il vento o il clima in generale. I frammenti erosi vengono trasportati e accumulati in nuove masse che, nel tempo, con l azione di pressioni moderate, o con l avvento di nuove sostanze cementanti, si trasformano in rocce sedimentarie. Possono essere di tipo clastico (frammenti di varie dimensioni: arenarie, argille), di tipo organogeno (di origine animale o vegetale: calcari fossili, carbone, atolli corallini) o di tipo chimico (dovuti a precipitazione o evaporazione dell acqua: travertino, alabastro e i noduli manganesiferi dei fondali oceanici). Non considerando l aspetto esteriore della Terra, coperta prevalentemente dagli oceani e da manto vegetale, si può dire che prevalgono nella crosta terrestre le rocce magmatiche, seguite dalle metamorfiche e, in piccola percentuale, dalle rocce sedimentarie. A prima vista le rocce sembrano immutabili, ma nel corso del tempo esse subiscono molte trasformazioni. Il movimento della crosta gioca un ruolo fondamentale facendo affiorare nuovi materiali, permettendo la rifusione di altri e comprimendo nel contempo grandi masse rocciose. In superficie poi gli agenti esogeni partecipano a questo ciclo che dura da miliardi di anni. gas rocce magmatiche effusive alterazione erosione trasporto sedimenti accumulo rocce magmatiche intrusive rocce metamorfiche riscaldamento compattazione e cementazione intrusione magma e sollevamento sollevamento fusione riscaldamento deformazione rocce sedimentarie Espansione 16

16 Verifiche Conoscenze 1. Si definisce minerale un solido cristallino di origine organica. 2. Una classe cristallografica è costituita da forme che hanno lo stesso grado di simmetria. V F V F 3. Il polimorfismo non rispetta la legge della costanza della simmetria. V F 4. Se un minerale cristallizza in diverse forme, esse appartengono sempre a classi diverse. 5. Nei ciclosilicati si riscontrano anelli costituiti dall unione di 3, 4, 5 e 6 tetraedri. V F V F 6. Le classi cristallografiche sono: a. 3 b. 7 c. 32 d. infinite 7. Tutti i cristalli del gruppo trimetrico sono caratterizzati da: a. a = b c b. a b c c. d. = = 90 = Tutte le classi del sistema trigonale hanno in comune: a. A 3 b. 3 A 3 c. C d. A 2 9. Quale tra le seguenti associazioni è corretta? a. fillosilicati catene semplici o doppie b. ciclosilicati tetraedri in strati paralleli c. nesosilicati tetraedri indipendenti d. inosilicati anelli a tre o quattro tetraedri 10. La sfaldatura di un minerale è una proprietà: a. scalare, perché dipende dalla direzione di misurazione b. scalare, perché non dipende dalla direzione di misurazione c. vettoriale, perché dipende dalla direzione di misurazione d. vettoriale, perché non dipende dalla direzione di misurazione Abilità 11. Un asse che produca una sola posizione di ricoprimento: a. è un asse di simmetria binario b. è un asse di simmetria ternario c. è un asse di simmetria quaternario d. non è un asse di simmetria 12. Quale dei seguenti oggetti NON ha il centro di simmetria? a. una sfera b. una bottiglia c. un tubo d. un viso 13. Un minerale si presenta a volte in cubi e a volte in ottaedri. Ciò significa che è: a. polimorfo b. isomorfo c. ha entrambe le caratteristiche precedenti d. non ha nessuna delle caratteristiche precedenti 14. L anglesite ha formula PbSO 4. Secondo la classificazione chimica a quale classe appartiene? a. IV b. V c. VI d. VII 15. Nella scala di Mohs, la durezza della calcite e dell apatite vale rispettivamente 3 e 5. Ciò significa che l apatite: a. è 2 volte più dura della calcite b. ha durezza 5/3 rispetto a quella della calcite c. è 100 volte più dura della calcite d. è in grado di scalfire la calcite 16. Quale delle seguenti sostanze, pur essendo considerata un minerale, NON ne rispetta la definizione? a. quarzo b. ambra c. pirite d. blenda Prova a esporre 17. Indica in base a quali criteri un cristallo può essere assegnato a una classe, a un sistema e a un gruppo. 18. Considera un prisma a base esagonale e determinane tutti gli elementi di simmetria. 19. Perché il quarzo, che chimicamente è un ossido, viene classificato fra i tettosilicati? 20. La grossularia, quando è in cristalli limpidi e di un bel colore, è utilizzata come gemma di buona qualità. La sua formula è Ca 3 Al 2 [SiO 4 ] 3 : come è classificabile chimicamente? 21. Quali tipi di rocce si formano per l azione degli agenti atmosferici? Soluzioni delle verifiche Conoscenze 1. F; 2. V; 3. V; 4. F; 5. V; 6. c.; 7. b.; 8. a.; 9. c.; 10. c. Abilità 11. d.; 12. d.; 13. a.; 14. c.; 15. d.; 16. b. Espansione 17 17

GEOLOGIA (studio della litosfera) Essa si divide in MINERALOGIA (studio dei minerali) e PETROGRAFIA ( studio delle rocce)

GEOLOGIA (studio della litosfera) Essa si divide in MINERALOGIA (studio dei minerali) e PETROGRAFIA ( studio delle rocce) GEOLOGIA (studio della litosfera) Essa si divide in MINERALOGIA (studio dei minerali) e PETROGRAFIA ( studio delle rocce) I MINERALI I minerali sono sostanze solide omogenee, inorganiche, esprimibili mediante

Dettagli

Minerali e rocce. La Terra solida è formata da minerali.

Minerali e rocce. La Terra solida è formata da minerali. 1.4 Minerali e rocce La Terra solida è formata da minerali. Un minerale è un corpo solido cristallino naturale omogeneo, costituito da un elemento o da un composto chimico inorganico e caratterizzato da

Dettagli

I MINERALI DELLA CROSTA TERRESTRE

I MINERALI DELLA CROSTA TERRESTRE I MINERALI DELLA CROSTA TERRESTRE Sono solidi cristallini, di origine inorganica, caratterizzati da una precisa formula chimica. Una sostanza è un minerale se: si presenta come solido cristallino, cioè

Dettagli

Che cosa sono? Che forma hanno?

Che cosa sono? Che forma hanno? Che cosa sono? Parti solide della crosta terrestre formate da Atomi - Ioni Molecole che sono disposti secondo un ordine Che forma hanno? Possono presentarsi in masse informi o sotto l aspetto di Poliedri

Dettagli

Le Rocce. Le rocce sono corpi solidi naturali costituiti da un aggregazione di più sostanze dette minerali.

Le Rocce. Le rocce sono corpi solidi naturali costituiti da un aggregazione di più sostanze dette minerali. Minerali e Rocce Le Rocce Le rocce sono corpi solidi naturali costituiti da un aggregazione di più sostanze dette minerali. Origine delle rocce Le Rocce La roccia è tutto ciò che forma la crosta terrestre,

Dettagli

Corso di aggiornamento su rocce, minerali e fossili della Regione Marche

Corso di aggiornamento su rocce, minerali e fossili della Regione Marche Corso di aggiornamento su rocce, minerali e fossili della Regione Marche Progetto ISS Fermo, 23 Maggio 2011 Prof Pierluigi Stroppa Oro nativo Malachite Rosa del deserto Un minerale è una sostanza naturale

Dettagli

Durezza è la resistenza che ha un minerale nell'opporsi alla scalfittura. utilizzata la scala di Mohs.

Durezza è la resistenza che ha un minerale nell'opporsi alla scalfittura. utilizzata la scala di Mohs. PROPRIETA FISICHE DEI MINERALI Densità g/cm 3 Durezza è la resistenza che ha un minerale nell'opporsi alla scalfittura. utilizzata la scala di Mohs. Sfaldatura: proprietà di rompersi più facilmente lungo

Dettagli

I MINERALI I minerali

I MINERALI I minerali I minerali 1.1 La Terra un pianeta a strati 1.2 I materiali del pianeta Terra 1.3 Composizione della crosta terrestre 1.4 Minerali e rocce 1.5 Minerali e cristalli 1.6 Struttura dei cristalli 1.7 Classificazione

Dettagli

La crosta è costituita da materiali solidi: le rocce. Le rocce sono aggregati di uno o più minerali

La crosta è costituita da materiali solidi: le rocce. Le rocce sono aggregati di uno o più minerali Nella sua superficie oltre all acqua (liquida degli oceani, e solida della calotte polari), la Terra presenta una struttura solida: la crosta. La crosta è costituita da materiali solidi: le rocce. Le rocce

Dettagli

I MINERALI. Appunti di geografia per gli studenti delle sezioni C e D a cura della prof.ssa A.Pulvirenti.

I MINERALI. Appunti di geografia per gli studenti delle sezioni C e D a cura della prof.ssa A.Pulvirenti. I MINERALI Appunti di geografia per gli studenti delle sezioni C e D a cura della prof.ssa A.Pulvirenti. Le immagini presenti in questo file sono state reperite in rete o modificate da testi cartacei e

Dettagli

Capitolo 3 I minerali delle rocce: riconoscimento, proprietà tecniche, utilizzi

Capitolo 3 I minerali delle rocce: riconoscimento, proprietà tecniche, utilizzi Capitolo 3 I minerali delle rocce: riconoscimento, proprietà tecniche, utilizzi Minerali: sostanze naturali, solide, con una composizione chimica definita ed una struttura cristallina (impalcatura di ioni

Dettagli

I MATERIALI DELLA LITOSFERA: I MINERALI E LE ROCCE

I MATERIALI DELLA LITOSFERA: I MINERALI E LE ROCCE I MATERIALI DELLA LITOSFERA: I MINERALI E LE ROCCE Dagli atomi alle rocce I materiali di cui è fatta la crosta terrestre si sono formati a partire dai differenti tipi di atomi, circa una novantina, ricevuti

Dettagli

Le rocce ignee: prodotto del magma terrestre

Le rocce ignee: prodotto del magma terrestre Le rocce ignee: prodotto del magma terrestre Introduzione: che cos è una roccia ignea? Le rocce ignee sono molto varie. Alcune contengono dei cristalli abbastanza grandi. Altre contengono cristalli così

Dettagli

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile

La propagazione delle onde luminose può essere studiata per mezzo delle equazioni di Maxwell. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è possibile Elementi di ottica L ottica si occupa dello studio dei percorsi dei raggi luminosi e dei fenomeni legati alla propagazione della luce in generale. Lo studio dell ottica nella fisica moderna si basa sul

Dettagli

TRAVERTINI SCALA DI MOHS

TRAVERTINI SCALA DI MOHS La nomenclatura commerciale dei lapidei: Per tradizione 4 categorie, codificate dalla norma UNI 8458/1983 MARMI PIETRE GRANITI TRAVERTINI materiali lucidabili materiali NON lucidabili La linea di demarcazione

Dettagli

CENNI DI MINERALOGIA. Struttura della fluorite.

CENNI DI MINERALOGIA. Struttura della fluorite. CENNI DI MINERALOGIA La parte solida della Terra e dei corpi planetari di tipo terrestre accessibili all uomo (meteoriti, rocce lunari) è formata da 88 elementi che si ritrovano in circa 2000 combinazioni

Dettagli

ROCCE METAMORFICHE. Sono rocce che si formano per trasformazione di rocce pre-esistenti a causa di variazioni di temperatura e pressione.

ROCCE METAMORFICHE. Sono rocce che si formano per trasformazione di rocce pre-esistenti a causa di variazioni di temperatura e pressione. ROCCE METAMORFICHE Sono rocce che si formano per trasformazione di rocce pre-esistenti a causa di variazioni di temperatura e pressione. Protolite = la roccia pre-esistente. Metamorfismo è un processo

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli

1. Talco (più tenero) 2. Gesso 3. Calcite 4. Fluorite 5. Apatite 6. Ortoclasio 7. Quarzo 8. Topazio 9. Corindone 10. Diamante (più duro)

1. Talco (più tenero) 2. Gesso 3. Calcite 4. Fluorite 5. Apatite 6. Ortoclasio 7. Quarzo 8. Topazio 9. Corindone 10. Diamante (più duro) 1. Lo stato solido Lo stato solido è uno stato condensato della materia; le particelle (che possono essere presenti come atomi, ioni o molecole) occupano posizioni fisse e la loro libertà di movimento

Dettagli

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Energia nelle reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Energia nelle reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO Introduzione (I) L energia chimica è dovuta al particolare arrangiamento degli atomi nei composti chimici e le varie forme di

Dettagli

Un minerale è un corpo solido che si trova allo stato naturale, formatosi tramite un processo inorganico. Si conoscono più di 3.500 specie.

Un minerale è un corpo solido che si trova allo stato naturale, formatosi tramite un processo inorganico. Si conoscono più di 3.500 specie. minerali Un minerale è un corpo solido che si trova allo stato naturale, formatosi tramite un processo inorganico. Si conoscono più di 3.500 specie. quarzo rosa aragonite Caratteristiche di un minerale:

Dettagli

Cap. 10 I minerali. Fig.1. Fig. 3. Fig. 4. Fig. 5. Fig. 6. Fig. 7. Dollaro di marcasite fossile

Cap. 10 I minerali. Fig.1. Fig. 3. Fig. 4. Fig. 5. Fig. 6. Fig. 7. Dollaro di marcasite fossile Cap. 10 I minerali 10.1 La crosta terrestre La crosta terrestre è la copertura rocciosa più superficiale della Terra, è relativamente sottile con uno spessore che varia dai 5 Km, nei fondali oceanici,

Dettagli

4 La Polarizzazione della Luce

4 La Polarizzazione della Luce 4 La Polarizzazione della Luce Per comprendere il fenomeno della polarizzazione è necessario tenere conto del fatto che il campo elettromagnetico, la cui variazione nel tempo e nello spazio provoca le

Dettagli

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche

Fisica II - CdL Chimica. La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Ottica geometrica Velocità della luce Dispersione Fibre ottiche La natura della luce Teoria corpuscolare (Newton) Teoria ondulatoria: proposta già al tempo di Newton, ma scartata perchè

Dettagli

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ

tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ tecnologia PROPRIETÀ DEI METALLI Scuola secondaria primo grado. classi prime Autore: Giuseppe FRANZÈ LE PROPRIETÀ DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE Si possono considerare come l'insieme delle caratteristiche

Dettagli

I minerali. Alunno: Astarita Vittorio - Classe: 1 a E. Durezza (scala di Mohs) 7,5-8 Verde, azzurro, giallo, rosa, rosso, arancio, incolore, blu

I minerali. Alunno: Astarita Vittorio - Classe: 1 a E. Durezza (scala di Mohs) 7,5-8 Verde, azzurro, giallo, rosa, rosso, arancio, incolore, blu I minerali Alunno: Astarita Vittorio - Classe: 1 a E N. Nome minerale 1 Classe mineralogica Quarzo Silicati SiO 2 Composizione chimica Abito cristallino Prismatico esagonale Durezza (scala di Mohs) Colore

Dettagli

Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI

Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI Corso di tecnologia Scuola media a.s. 2010-2011 PROF. NICOLA CARIDI ARGOMENTI TRATTATI: Oggetti materiali e tecnologie Classificazione dei materiali Proprietà dei materiali Proprietà chimico/fisico Proprietà

Dettagli

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro)

Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) Capacità di assorbire una deformazione plastica senza rompersi: alta=duttile (es. oro) bassa=fragile (es. vetro) E dipendente dalla temperatura:capacità di riposizionamento di difetti ed atomi (diffusione

Dettagli

LA STORIA DELLA TERRA

LA STORIA DELLA TERRA MINERALI E ROCCE composizione chimica definita caratteristiche struttura cristallina Minerali colore lucentezza proprietà fisiche durezza sfaldatura densità magmatiche (o ignee) intrusive effusive sedimentarie

Dettagli

= 0,375 cioè ω = 136

= 0,375 cioè ω = 136 Il controllo della durezza Nel settore della meccanica ci si incontra spesso con il concetto di durezza ; ed infatti la durezza è una caratteristica fondamentale per giudicare se un certo materiale è idoneo

Dettagli

I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE

I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE I COLORI DEL CIELO: COME SI FORMANO LE IMMAGINI ASTRONOMICHE Nell ultima notte di osservazione abbiamo visto bellissime immagini della Galassia, delle sue stelle e delle nubi di gas che la compongono.

Dettagli

CHIMICA. Una teoria è scientifica solo se è falsificabile (cioè se è possibile sperimentalmente smentire le sue previsioni)

CHIMICA. Una teoria è scientifica solo se è falsificabile (cioè se è possibile sperimentalmente smentire le sue previsioni) CHIMICA SCIENZA SPERIMENTALE: cioè si basa sul metodo sperimentale (Galileo è il precursore). Osservazione dei fenomeni (raccolta e interpretazioni dati) Formulazione ipotesi Verifica sperimentale (eventualmente

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

Classificazione della materia: Sostanze pure e miscugli

Classificazione della materia: Sostanze pure e miscugli Classificazione della materia: Sostanze pure e miscugli la composizione e quindi le proprietà intensive sono le stesse in ogni parte del sistema La composizione e le proprietà intensive variano da una

Dettagli

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito.

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito. INTEGRALI DEFINITI Sia nel campo scientifico che in quello tecnico si presentano spesso situazioni per affrontare le quali è necessario ricorrere al calcolo dell integrale definito. Vi sono infatti svariati

Dettagli

CORSO DI GEOPEDOLOGIA A.S. 2012 2013 prof. Luca Falchini LA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA

CORSO DI GEOPEDOLOGIA A.S. 2012 2013 prof. Luca Falchini LA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA CORSO DI GEOPEDOLOGIA A.S. 2012 2013 prof. Luca Falchini LA STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA Indagini dirette Scavi per ricerche minerarie, energetiche e idriche; carotaggi Non si giunge oltre i 12 km di

Dettagli

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE

LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE LEZIONI N 24 E 25 UNIONI SALDATE Le saldature si realizzano prevalentemente con il metodo dell arco elettrico, utilizzando elettrodi rivestiti, che forniscono il materiale di apporto. Il collegamento è

Dettagli

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Forza CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Cos è una forza? la forza è una grandezza che agisce su un corpo cambiando la sua velocità e provocando una deformazione sul corpo 2 Esempi

Dettagli

Struttura interna della terra

Struttura interna della terra Struttura interna della terra Silicati di alluminio ferro e magnesio Silicati di ferro e magnesio Ferro e nichel 2 Crosta continentale Silicati di alluminio Rocce leggere Basalti di ferro e magnesio Rocce

Dettagli

LA FRAZIONE SOLIDA INORGANICA

LA FRAZIONE SOLIDA INORGANICA LA FRAZIONE SOLIDA INORGANICA ROCCE MINERALI Classe Alogenuri Solfati Solfuri Ossidi ed idrossidi (Al, Fe, Mn, Ti) Carbonati Nitrati Fosfati Silicati (fillosilicati) Minerale Cloruro di sodio Gesso Pirite

Dettagli

Trasformazioni materia

Trasformazioni materia REAZIONI CHIMICHE Trasformazioni materia Trasformazioni fisiche (reversibili) Trasformazioni chimiche (irreversibili) È una trasformazione che non produce nuove sostanze È una trasformazione che produce

Dettagli

OTTICA TORNA ALL'INDICE

OTTICA TORNA ALL'INDICE OTTICA TORNA ALL'INDICE La luce è energia che si propaga in linea retta da un corpo, sorgente, in tutto lo spazio ad esso circostante. Le direzioni di propagazione sono dei raggi che partono dal corpo

Dettagli

Temperatura e Calore

Temperatura e Calore Temperatura e Calore 1 Temperatura e Calore Stati di Aggregazione Temperatura Scale Termometriche Dilatazione Termica Il Calore L Equilibrio Termico La Propagazione del Calore I Passaggi di Stato 2 Gli

Dettagli

Termodinamica: legge zero e temperatura

Termodinamica: legge zero e temperatura Termodinamica: legge zero e temperatura Affrontiamo ora lo studio della termodinamica che prende in esame l analisi dell energia termica dei sistemi e di come tale energia possa essere scambiata, assorbita

Dettagli

Le argille sono costituite da silice + allumina + acqua, ovviamente solo in termini di sostanze chimiche e non di struttura. Non sempre (o, meglio,

Le argille sono costituite da silice + allumina + acqua, ovviamente solo in termini di sostanze chimiche e non di struttura. Non sempre (o, meglio, Le argille sono costituite da silice + allumina + acqua, ovviamente solo in termini di sostanze chimiche e non di struttura. Non sempre (o, meglio, quasi mai) si può parlare di H 2 O molecolare; piuttosto

Dettagli

Da Newton a Planck. La struttura dell atomo. Da Newton a Planck. Da Newton a Planck. Meccanica classica (Newton): insieme

Da Newton a Planck. La struttura dell atomo. Da Newton a Planck. Da Newton a Planck. Meccanica classica (Newton): insieme Da Newton a Planck Meccanica classica (Newton): insieme La struttura dell atomo di leggi che spiegano il mondo fisico fino alla fine del XIX secolo Prof.ssa Silvia Recchia Quantomeccanica (Planck): insieme

Dettagli

PREPARAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEI VETRI COLORATI

PREPARAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEI VETRI COLORATI PREPARAZIONE E CARATTERIZZAZIONE DEI VETRI COLORATI DEFINIZIONE DI VETRO LO STATO VETROSO È QUELLO DI UN SOLIDO BLOCCATO NELLA STRUTTURA DISORDINATA DI UN LIQUIDO (FASE AMORFA) SOLIDO:ORDINE A LUNGO RAGGIO

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

Corrispondenze e funzioni

Corrispondenze e funzioni Corrispondenze e funzioni L attività fondamentale della mente umana consiste nello stabilire corrispondenze e relazioni tra oggetti; è anche per questo motivo che il concetto di corrispondenza è uno dei

Dettagli

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Termologia Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti Trasmissione del calore Legge di Wien Legge di Stefan-Boltzmann Gas

Dettagli

LA LUNA Satellite della terra, fasi lunari, eclissi La Luna E il satellite naturale della terra Ruota attorno alla terra La Luna e' il corpo celeste più vicino alla Terra e l'unico, finora, parzialmente

Dettagli

Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn. Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico

Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn. Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico Università degli studi di Messina facoltà di Scienze mm ff nn Progetto Lauree Scientifiche (FISICA) Prisma ottico Parte teorica Fenomenologia di base La luce che attraversa una finestra, un foro, una fenditura,

Dettagli

Università di Pisa Facoltà di Ingegneria. Leghe non ferrose. Chimica Applicata. Prof. Cristiano Nicolella

Università di Pisa Facoltà di Ingegneria. Leghe non ferrose. Chimica Applicata. Prof. Cristiano Nicolella Università di Pisa Facoltà di Ingegneria Leghe non ferrose Chimica Applicata Prof. Cristiano Nicolella Leghe non ferrose Minerali di alluminio L alluminio è uno degli elementi più abbondanti sulla crosta

Dettagli

CORSO GEMME DI COLORE

CORSO GEMME DI COLORE CORSO GEMME DI COLORE WWW.ACCADEMIAORAFAITALIANA.IT CORSO GEMME DI COLORE Il corso tratta tutti gli aspetti gemmologici relativi alle gemme di colore, loro imitazioni, trattamenti e sintesi. E previsto

Dettagli

I.S.I.S. Zenale e Butinone di Treviglio Dipartimento di Scienze integrate anno scolastico 2013/14

I.S.I.S. Zenale e Butinone di Treviglio Dipartimento di Scienze integrate anno scolastico 2013/14 I.S.I.S. Zenale e Butinone di Treviglio Dipartimento di Scienze integrate anno scolastico 2013/14 KIT RECUPERO SCIENZE INTEGRATE FISICA CLASSI SECONDE TECNICO GRAFICO SUPPORTO DIDATTICO PER ALUNNI CON

Dettagli

CHIMICA ORGANICA: IBRIDAZIONE & RISONANZA IBRIDIZZAZIONE. un atomo compie all atto di formazione di un composto al fine di formare un maggior

CHIMICA ORGANICA: IBRIDAZIONE & RISONANZA IBRIDIZZAZIONE. un atomo compie all atto di formazione di un composto al fine di formare un maggior CHIMICA ORGANICA: IBRIDAZIONE & RISONANZA IBRIDIZZAZIONE L ibridizzazione o ibridazione è una ricombinazione dei propri orbitali atomici che un atomo compie all atto di formazione di un composto al fine

Dettagli

LA MATERIA MATERIA. COMPOSIZIONE (struttura) Atomi che la compongono

LA MATERIA MATERIA. COMPOSIZIONE (struttura) Atomi che la compongono LA MATERIA 1 MATERIA PROPRIETÀ (caratteristiche) COMPOSIZIONE (struttura) FENOMENI (trasformazioni) Stati di aggregazione Solido Liquido Aeriforme Atomi che la compongono CHIMICI Dopo la trasformazione

Dettagli

Tesina di scienze. L Elettricità. Le forze elettriche

Tesina di scienze. L Elettricità. Le forze elettriche Tesina di scienze L Elettricità Le forze elettriche In natura esistono due forme di elettricità: quella negativa e quella positiva. Queste due energie si attraggono fra loro, mentre gli stessi tipi di

Dettagli

LA MATERIA Suggerimenti didattici e schede

LA MATERIA Suggerimenti didattici e schede LA MATERIA Suggerimenti didattici e schede Iniziamo il percorso chiedendo a un bambino di consegnarci alcune cose: una gomma, una penna, un capello. Domandiamo a un altro di consegnarci una gioia, una

Dettagli

All interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti COMPLEMENTARI.

All interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti COMPLEMENTARI. Teoria del colore La teoria dei colori Gli oggetti e gli ambienti che ci circondano sono in gran parte colorati. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza: ad ogni

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria

Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Meccanica Corso di Tecnologie di Chimica Applicata LA CORROSIONE Nei terreni

Dettagli

Appunti sul galleggiamento

Appunti sul galleggiamento Appunti sul galleggiamento Prof.sa Enrica Giordano Corso di Didattica della fisica 1B a.a. 2006/7 Ad uso esclusivo degli studenti frequentanti, non diffondere senza l autorizzazione della professoressa

Dettagli

La corrente elettrica

La corrente elettrica PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE Fondo Sociale Europeo "Competenze per lo Sviluppo" Obiettivo C-Azione C1: Dall esperienza alla legge: la Fisica in Laboratorio La corrente elettrica Sommario 1) Corrente elettrica

Dettagli

1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici

1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini 1.1 Caratteristiche ottiche dei materiali oftalmici 1 Caratteristiche dei materiali utilizzati in ottica oftalmica di Alessandro Farini Esaminiamo in questo capitolo le principali caratteristiche dei vari materiali utilizzati nel campo dell'ottica oftalmica,

Dettagli

Capitolo 2. Operazione di limite

Capitolo 2. Operazione di limite Capitolo 2 Operazione di ite In questo capitolo vogliamo occuparci dell operazione di ite, strumento indispensabile per scoprire molte proprietà delle funzioni. D ora in avanti riguarderemo i domini A

Dettagli

CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI

CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI I MATERIALI La tecnologia è quella scienza che studia: i materiali la loro composizione le loro caratteristiche le lavorazioni necessarie e le trasformazioni che possono subire e il loro impiego. I materiali

Dettagli

13 La temperatura - 8. Il gas perfetto

13 La temperatura - 8. Il gas perfetto La mole e l equazione del gas perfetto Tutto ciò che vediamo intorno a noi è composto di piccolissimi grani, che chiamiamo «molecole». Per esempio, il ghiaccio, l acqua liquida e il vapore acqueo sono

Dettagli

Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Appello di FISICA GENERALE 2 del 27/01/15

Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Appello di FISICA GENERALE 2 del 27/01/15 Università del Salento Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Industriale Appello di FISICA GENERALE 2 del 27/01/15 Esercizio 1 (9 punti): Una distribuzione di carica è costituita da un guscio sferico

Dettagli

La scuola integra culture. Scheda3c

La scuola integra culture. Scheda3c Scheda3c Gli ELEMENTI DEL CLIMA che caratterizzano le condizioni meteorologiche di una regione sono: la temperatura, la pressione atmosferica, i venti, l umidità e le precipitazioni. La temperatura è data

Dettagli

LO STATO SOLIDO. Lo stato solido rappresenta uno dei tre stati di aggregazione della materia

LO STATO SOLIDO. Lo stato solido rappresenta uno dei tre stati di aggregazione della materia LO STATO SOLIDO Lo stato solido rappresenta uno dei tre stati di aggregazione della materia Nello stato solido le forze attrattive tra le particelle (ioni, atomi, molecole) prevalgono largamente sull effetto

Dettagli

DAI MISCUGLI ALLE SOSTANZE PURE

DAI MISCUGLI ALLE SOSTANZE PURE Come si presenta la materia? DAI MISCUGLI ALLE SOSTANZE PURE Il criterio per distinguere i materiali è la presenza di una o più FASI porzioni di materia fisicamente distinte tra loro delimitate da nette

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

ZIMO. Decoder per accessori MX81. Manuale istruzioni del. nella variante MX81/N per il formato dei dati NMRA-DCC

ZIMO. Decoder per accessori MX81. Manuale istruzioni del. nella variante MX81/N per il formato dei dati NMRA-DCC ZIMO Manuale istruzioni del Decoder per accessori MX81 nella variante MX81/N per il formato dei dati NMRA-DCC etichetta verde Sommario 1. GENERALITÀ... 3 2. CARATTERISTICHE E DATI TECNICI... 3 3. COLLEGAMENTO

Dettagli

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI

TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI TAVOLA DI PROGRAMMAZIONE PER GRUPPI DIDATTICI MATERIA: CHIMICA CLASSI: PRIME I II QUADRIMESTRE Competenze Abilità/Capacità Conoscenze* Attività didattica Strumenti Tipologia verifiche Osservare, descrivere

Dettagli

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari.

Spettrofotometria. Le onde luminose consistono in campi magnetici e campi elettrici oscillanti, fra loro perpendicolari. Spettrofotometria. Con questo termine si intende l utilizzo della luce nella misura delle concentrazioni chimiche. Per affrontare questo argomento dovremo conoscere: Natura e proprietà della luce. Cosa

Dettagli

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi

DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA. Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi DINAMICA DEL PUNTO MATERIALE E CONCETTO DI FORZA Dinamica: studio delle forze che causano il moto dei corpi 1 Forza Si definisce forza una qualunque causa esterna che produce una variazione dello stato

Dettagli

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi)

Classificazione dei Sensori. (raccolta di lucidi) Classificazione dei Sensori (raccolta di lucidi) 1 Le grandezze fisiche da rilevare nei processi industriali possono essere di varia natura; generalmente queste quantità sono difficili da trasmettere e

Dettagli

ORIGINE DELLE ROCCE Magmatiche o ignee sedimentarie metamorfiche

ORIGINE DELLE ROCCE Magmatiche o ignee sedimentarie metamorfiche Prof. Carlo Carrisi ORIGINE DELLE ROCCE In base al processo di formazione le rocce, si possono classificare a seconda della loro origine in tre tipi: Magmatiche o ignee caratterizzate dalla presenza iniziale

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE PRIMA. INDICATORI COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE 1. Esplorare e descrivere oggetti e materiali

SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE PRIMA. INDICATORI COMPETENZE ABILITA CONOSCENZE 1. Esplorare e descrivere oggetti e materiali SCUOLA PRIMARIA CURRICOLO DI SCIENZE CLASSE PRIMA INDICATORI 1. Esplorare e descrivere oggetti e materiali 2. Osservare e sperimentare sul campo Sviluppa atteggiamenti di curiosità verso il mondo circostante

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

Condensatore elettrico

Condensatore elettrico Condensatore elettrico Sistema di conduttori che possiedono cariche uguali ma di segno opposto armature condensatore La presenza di cariche crea d.d.p. V (tensione) fra i due conduttori Condensatore piano

Dettagli

La base di partenza per la maggior parte dei processi produttivi di materiali ceramici sono le sospensioni. Queste si ottengono dalla miscelazione di

La base di partenza per la maggior parte dei processi produttivi di materiali ceramici sono le sospensioni. Queste si ottengono dalla miscelazione di La base di partenza per la maggior parte dei processi produttivi di materiali ceramici sono le sospensioni. Queste si ottengono dalla miscelazione di un solido (polvere) che diverrà il ceramico, con un

Dettagli

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante

La candela accesa. Descrizione generale. Obiettivi. Sequenza didattica e metodo di lavoro. Esperimenti sulla crescita delle piante Esperimenti sulla crescita delle piante unità didattica 1 La candela accesa Durata 60 minuti Materiali per ciascun gruppo - 1 candela - 1 vaso di vetro - 1 cronometro - 1 cannuccia - fiammiferi - 1 pezzo

Dettagli

METODO PER LA DESCRIZIONE DEL CAMPO MAGNETICO ROTANTE

METODO PER LA DESCRIZIONE DEL CAMPO MAGNETICO ROTANTE Ing. ENRICO BIAGI Docente di Tecnologie elettrice, Disegno, Progettazione ITIS A. Volta - Perugia ETODO PER LA DESCRIZIONE DEL CAPO AGNETICO ROTANTE Viene illustrato un metodo analitico-grafico per descrivere

Dettagli

Grandezze fisiche e loro misura

Grandezze fisiche e loro misura Grandezze fisiche e loro misura Cos è la fisica? e di che cosa si occupa? - Scienza sperimentale che studia i fenomeni naturali suscettibili di sperimentazione e caratterizzati da entità o grandezze misurabili.

Dettagli

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA

LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA LA GRAFICA E LA GEOMETRIA OPERATIVA La geometria operativa, contrariamente a quella descrittiva basata sulle regole per la rappresentazione delle forme geometriche, prende in considerazione lo spazio racchiuso

Dettagli

LEZIONE 1. Materia: Proprietà e Misura

LEZIONE 1. Materia: Proprietà e Misura LEZIONE 1 Materia: Proprietà e Misura MISCELE, COMPOSTI, ELEMENTI SOSTANZE PURE E MISCUGLI La materia può essere suddivisa in sostanze pure e miscugli. Un sistema è puro solo se è formato da una singola

Dettagli

Acidi e basi. HCl H + + Cl - (acido cloridrico) NaOH Na + + OH - (idrossido di sodio; soda caustica)

Acidi e basi. HCl H + + Cl - (acido cloridrico) NaOH Na + + OH - (idrossido di sodio; soda caustica) Acidi e basi Per capire che cosa sono un acido e una base dal punto di vista chimico, bisogna riferirsi ad alcune proprietà chimiche dell'acqua. L'acqua, sia solida (ghiaccio), liquida o gassosa (vapore

Dettagli

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Utilizzo ECG

a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Utilizzo ECG a.a. 2005/2006 Laurea Specialistica in Fisica Corso di Fisica Medica 1 Utilizzo ECG 27/4/2006 Cuore come dipolo elettrico Il cuore considerato come un generatore elettrico complesso, in cui sono presenti

Dettagli

quale agisce una forza e viceversa. situazioni. applicate a due corpi che interagiscono. Determinare la forza centripeta di un

quale agisce una forza e viceversa. situazioni. applicate a due corpi che interagiscono. Determinare la forza centripeta di un CLASSE Seconda DISCIPLINA Fisica ORE SETTIMANALI 3 TIPO DI PROVA PER GIUDIZIO SOSPESO Test a risposta multipla MODULO U.D Conoscenze Abilità Competenze Enunciato del primo principio della Calcolare l accelerazione

Dettagli

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO

METALLI FERROSI GHISA ACCIAIO METALLI FERROSI I metalli ferrosi sono i metalli e le leghe metalliche che contengono ferro. Le leghe ferrose più importanti sono l acciaio e la ghisa. ACCIAIO: lega metallica costituita da ferro e carbonio,

Dettagli

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché

LA FORZA. Il movimento: dal come al perché LA FORZA Concetto di forza Principi della Dinamica: 1) Principio d inerzia 2) F=ma 3) Principio di azione e reazione Forza gravitazionale e forza peso Accelerazione di gravità Massa, peso, densità pag.1

Dettagli

APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA INTRODUZIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI: FONDAMENTI DI ELETTROTECNICA

APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA INTRODUZIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI: FONDAMENTI DI ELETTROTECNICA APPUNTI DEL CORSO DI SISTEMI IMPIANTISTICI E SICUREZZA INTRODUZIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI: FONDAMENTI DI ELETTROTECNICA Concetti e grandezze fondamentali CAMPO ELETTRICO: è un campo vettoriale di forze,

Dettagli

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA

COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA COS'E' UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO E COME FUNZIONA Il principio di funzionamento: la cella fotovoltaica Le celle fotovoltaiche consentono di trasformare direttamente la radiazione solare in energia elettrica,

Dettagli

Temperatura e Calore

Temperatura e Calore Temperatura e Calore La materia è un sistema fisico a molti corpi Gran numero di molecole (N A =6,02 10 23 ) interagenti tra loro Descrizione mediante grandezze macroscopiche (valori medi su un gran numero

Dettagli

Introduzione. Classificazione di Flynn... 2 Macchine a pipeline... 3 Macchine vettoriali e Array Processor... 4 Macchine MIMD... 6

Introduzione. Classificazione di Flynn... 2 Macchine a pipeline... 3 Macchine vettoriali e Array Processor... 4 Macchine MIMD... 6 Appunti di Calcolatori Elettronici Esecuzione di istruzioni in parallelo Introduzione... 1 Classificazione di Flynn... 2 Macchine a pipeline... 3 Macchine vettoriali e Array Processor... 4 Macchine MIMD...

Dettagli

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli