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1 Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.1

2 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI BARGE AMPLIAMENTO CAVA DI QUARZITE PIAN LAVARINO LOTTO B DITTA CAVE GONTERO S.R.L. UNIPERSONALE FASE DI VERIFICA RELAZIONE PRELIMINARE DI PROGETTO Indice 1 PREMESSA QUADRO PROGRAMMATICO UBICAZIONE DELL INTERVENTO I TERRENI OGGETTO DELL ISTANZA LEGISLAZIONE, PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE VIGENTI STRUMENTI URBANISTICI E VINCOLI DI NATURA PUBBLICISTICA VIABILITA E TRASPORTO DEL MATERIALE FINALITA E MOTIVAZIONI STRATEGICHE DELL OPERA ALTERNATIVE ALL OPERA QUADRO PROGETTUALE STATO ATTUALE DEI LUOGHI CONSIDERAZIONI GEOTECNICHE E GEOMECCANICHE CUBATURE INTERVENTI IN PROGETTO PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE Premessa Caratterizzazione dei rifiuti di estrazione e stima del quantitativo totale di rifiuto prodotto Caratteristiche chimiche e fisiche del materiale Classificazione dei rifiuti ai sensi della voce pertinente della Decisione 2000/532/CE Descrizione delle sostanze chimiche utilizzate nel trattamento delle risorse minerali Descrizione del metodo di deposito e sistema di trasporto dei rifiuti di estrazione Stima del quantitativo totale di rifiuti di estrazione QUADRO AMBIENTALE INTERVENTI DI RECUPERO AMBIENTALE CONCLUSIONI Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.2

3 1 PREMESSA A seguito del giudizio di compatibilità ambientale positivo da parte della Giunta della Provincia di Cuneo con delibera N. 612 del 28/11/2006, relativo al progetto di coltivazione e studio d impatto ambientale, dei lotti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, e 8 in località Monte Bracco Pian Lavarino, la ditta Cave Gontero s.r.l. unipersonale, veniva autorizzate alla coltivazione dei primi 5 lotti dalla Giunta Comunale di Barge, con delibera n. 29 del 08/02/2007 con scadenza al 31/12/2014 ai sensi delle L.R. 69/78. L autorizzazione paesaggistica invece scadeva dopo 5 anni infatti nel mese di gennaio 2012 la ditta presentava istanza per la nuova autorizzazione paesaggistica, per il completamento degli ultimi 3 lotti. Tale istanza veniva accolta dal Comune di Barge con autorizzazione paesaggistica n 2012/12 del 28/03/2012. A seguito del giudizio positivo di compatibilità ambientale, integrato con le autorizzazioni ai sensi della L.R. 69/78, L.R. 45/89, oltre della già citata autorizzazione paesaggistica ai sensi del Dlgs 42/2004, la ditta stipulava un contrato con il Comune di Barge, allegato alla presente, per lo sfruttamento del giacimento di quarzite del Monte Bracco Lotto B. Poiché in un primo momento tale contratto prevedeva lo sfruttamento di 10 lotti, della durata di 1 anno ciascuno, ma per un problema di distanze da una captazione dell acquedotto della Trappa si sono dovuti stralciare 2 lotti verso Sud Ovest, il Comune di Barge e la ditta Cave Gontero firmavano un integrazione e modifica al contratto precedente, dando la possibilità di coltivare un ulteriore lotto, contiguo con il lotto N. 5, che è oggetto della presente. 2 QUADRO PROGRAMMATICO 2.1 UBICAZIONE DELL INTERVENTO Il presente progetto di coltivazione si riferisce all area estrattiva del Monte Bracco, collocato cartograficamente sul F 67 II S. E. Envie della Carta d Italia edita dall Istituto Geografico Militare in scala 1: Le coordinate del baricentro dell area, approssimate al decametro sono: 32TLQ Sulla Carta Tecnica Regionale, l area è compresa nelle sezioni n e Le aree in oggetto si estendono tra le quote assolute 1228 s.l.m. e 1234 s.l.m. La zona si trova quasi in sommità del Monte Bracco a circa 250 m dal confine con il Comune di Envie. 2.2 I TERRENI OGGETTO DELL ISTANZA I terreni su cui insisterà l attività estrattiva si trovano sul F. 95 del Catasto del Comune di Barge (CN) ed in modo particolare all interno della particella n. 21 di proprietà Comunale. Per l ottenimento della disponibilità giuridica dei terreni citati è stato stipulato un contratto tra la ditta istante e il Comune di Barge con validità di 1 anno di cui si allega copia. Nella tavola n. 2 è riportata la planimetria catastale con l indicazione delle aree di cava e di lavorazione del materiale. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.3

4 2.3 LEGISLAZIONE, PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE VIGENTI La normativa vigente in materia di coltivazione di cave (ricordiamo che una coltivazione mineraria è considerata cava se il materiale estratto non è compreso nell elenco dei materiali di prima categoria e cioè strategici per la nazione) è rappresentata dalla Legge Regionale 22 novembre 1978, n. 69 Coltivazione di cave e torbiere e delle relative note esplicative contenute nella Circolare del Presidente Della Giunta Regionale 9 maggio 1979, n. 7. Tale legge definisce i caratteri tecnico amministrativi da seguire nell esercizio di coltivazione di cava. L Regione Piemonte ha elaborato un documento chiamato D.P.A.E. (Documento di Programmazione delle Attività Estrattive) che intende conciliare le esigenze di tutela del territorio e dell ambiente con quelle socioeconomiche della produzione di materie prime minerarie. In questo ambito il DPAE ha suddiviso le aree di produzione di pietre ornamentali in poli estrattivi all interno dei quali sono fissate alcune discipline per l ottenimento delle autorizzazioni alla coltivazione. Per ciascun polo estrattivo le amministrazioni locali interessate, o soggetti privati, predispongono i piani attuativi del polo estrattivo par la valutazione di tutti quegli aspetti, sia tecnici, sia economici sia ambientali inerenti l attività di cava. Nelle more della redazione e approvazione del progetto di polo estrattivo, (così come indicato nella delibera n del 27 dicembre 2001 del Consiglio Regionale), nel caso di unità estrattiva inserita all interno di un polo, con materiale complessivo cavato superiore ai m3, la procedura autorizzativa prevede che il progetto venga sottoposto alla fase di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell art. n.4 comma 2 della L.R. 14 dicembre 1998 N.40 secondo le modalità dell art. n. 12. Nel caso in oggetto la cava è inserita nel polo estrattivo denominato Monte Bracco per il quale non è ancora stato realizzato il piano attuativo per cui si era proceduto nell autorizzazione scorsa, con lo studio di impatto ambientale, come specificato in premessa. Recentemente lo Stato Italiano, per adeguarsi alle norme europee, ha stabilito che tutti gli ampliamenti o rinnovi di cave autorizzate debbano essere sottoposti alla fase di verifica ai sensi dell'articolo 4, commi 1 e 4 della L. R. 40/98. Ai sensi delle leggi sopra citate, relazione ed allegati costituiscono parte integrante della domanda di pronuncia della verifica STRUMENTI URBANISTICI E VINCOLI DI NATURA PUBBLICISTICA Nel PRGC del Comune di Barge parte delle aree in oggetto sono classificate come aree estrattive (vedi stralcio PRGC allegato alla relazione). L area inoltre è interamente sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi della L.R. 9 agosto 1989, n. 45: Nuove norme per gli interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici, a vincolo paesaggistico-forestale ai sensi del d. lgs 42/2004 in quanto area gravata da uso civico di pascolo per lo svincolo parziale del quale il Comune di Barge, in qualità di proprietario, ha fatto puntuale istanza presso gli uffici competenti della Regione Piemonte e in quanto area parzialmente boscata. 2.5 VIABILITA E TRASPORTO DEL MATERIALE La viabilità di una unità estrattiva si divide in primaria, secondaria e interna. Quella primaria è utilizzata dai mezzi di trasporto del materiale estratto per il raggiungimento dei luoghi di di Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.4

5 lavorazione, di trasformazione e commercializzazione del materiale utilizzando strade comunali, provinciali o statali di uso pubblico e asfaltate. Nel caso in esame la viabilità primaria è costituita dalla strada provinciale Bagnolo Paesana e dalla strada Comunale Via Monte Bracco. La strada provinciale è utilizzata dagli impianti della ditta situati in Via Bagnolo, 78/A fino al bivio per Via Monte Bracco posto poco fuori il concentrico di barge in direzione Paesana. La strada Comunale è percorsa interamente fino cioè alla località San Giacomo. Oltre tale località inizia una strada sterrata chiamata Strada Vicinale della Fontana dell Eremita che rappresenta la viabilità secondaria, percorsa quasi esclusivamente dai mezzi di cava e da mezzi adibiti al trasporto della legna. Tale strada è percorsa fino all edificio che funge da deposito e da ricovero e refettorio degli operai che lavorano in cava. Da questa zona ha inizio la pista che porta direttamente ai cantieri di coltivazione e lavorazione del materiale cavato. La lunghezza della percorrenza sulla viabilità Provinciale è di circa m e la carreggiata si presenta di larghezza media di oltre 6 m, quella sulla Strada Comunale di circa m con larghezza media della carreggiata di oltre 5 m mentre quella sulla Strada Vicinale di circa m con larghezza della carreggiata di circa 4 m. La pista di accesso al cantiere invece ha una lunghezza di circa 300 m e larghezza di circa 4 m. Dagli impianti di lavorazione della ditta all area di cantiere in totale vi sono m di strada che i mezzi di trasporto devono percorrere. 2.6 FINALITA E MOTIVAZIONI STRATEGICHE DELL OPERA L importanza economica dell attività di cava e di tutto l indotto ad essa connesso è stata dimostrata da numerosi studi di settori, in parte riportati nel DPAE. Nello specifico la quarzite di barge, più comunemente chiamata Bargiolina, rappresenta un materiale di alto pregio e centenaria tradizione, tant è che l estrazione della quarzite per scopi ornamentali risale al medioevo ma è precedente per scopi edilizi, in modo particolare per la realizzazione di coperture e pavimenti. Molte chiese del periodo barocco piemontese inoltre presentano pavimenti in quarzite gialla e grigia di Barge. La ditta Cave Gontero, opera da molti anni nell estrazione nella commercializzazione della quarzite di Barge, valorizzando il materiale che ha raggiunto una notorietà che supera i confini nazionale ed europei. La quarzite di Barge inoltre è un materiale unico di nicchia che non ha eguali in Italia e rappresenta un fiore all occhiello nel panorama delle pietre ornamentali italiane. Oltre all aspetto di unicità, le cave di Quarzite di Barge rappresentano una notevole entrata economica per le casse del Comune di Barge, insistendo le cave su terreni di proprietà comunale, per lo sfruttamento delle quali la ditta paga un lauto affitto (cfr contratto allegato). Oltre a tale aspetto la ditta Cave Gontero da lavoro a 6 persone addette alla coltivazione della cava e 9 addette alla cernita e allo spacco del materiale cavato e rappresenta una fondamentale fonte di reddito per numerose famiglie della zona e l attività di cava è fondamentale per il mantenimento di tale livello occupazionale. 2.7 ALTERNATIVE ALL OPERA Come menzionato poc anzi, la Bargiolina è una quarzite unica nel suo genere che si trova solo sul Monte Bracco nei comuni di Barge e Sanfront. L unica alternativa all opera sarebbe quella di cessare l attività estrattiva, con forti ricadute negative sull economia aziendale e della zona e anche importanti ripercussioni sociali. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.5

6 3 QUADRO PROGETTUALE 3.1 STATO ATTUALE DEI LUOGHI Come evidenziato dalla planimetria e dalle sezioni allegate, la coltivazione si è svolta sostanzialmente secondo progetto interessando tutti i lotti autorizzati ed indicati nelle planimetrie allegate. Nel mese di luglio 2014 è stato effettuato un rilievo di dettaglio dell area con tecniche celerimetriche, mediante l utilizzo di una stazione totale Topcon e registrazione digitale dei dati su registratore Memotop, e GPS che hanno evidenziato che il caposaldo di riferimento posto nel vertice di confine tra il lotto N. 1 e il lotto N. 5 risulta essere traslato di circa 17 m verso Nord - Est rispetto a quanto indicato nella planimetria georiferita di progetto. Tale traslazione ha quindi interessato tutti i lotti già coltivati tanto che il vertice tra il lotto N. 4 e il lotto N.8 risulta anch esso traslato di circa 17 m verso Nord Est. Questo fatto on ha comportato variazioni di superfici o volumi coltivati ma come detto, c è stata una semplice traslazione verso Nord Est dell area. Il caposaldo di riferimento, a quanto risulta dallo scrivente, era stato posizionato prima dell inizio della coltivazione da tecniuci incaricati dall Amministrazione Comunale di Barge. I lotti coltivati fino alla data del 30 novembre 2014 si trovano in parte all interno della pineta che ricopre la parte sommitale del Monte Bracco così come il lotto che sarà coltivato con l ampliamento oggetto della presente istanza. I lotti da 1 a 6 sono stati completamente coltivati e sono in attesa di terminare il recupero morfologico per poi proseguire con quello ambientale mentre i lotti 7 e 8 sono in attesa di smarino, essendo già stati minati. Nei prossimi mesi si proseguirà con la rimozione del materiale già minato e con la sua successiva cernita, nell area pianeggiante a valle dei lotti coltivati. Nella zona nord del piazzale per la cernita è presente un cumulo di quarzite estratta, in attesa anch essa di selezione e lavorazione. Il sistema di regimazione e sedimentazione della acqua meteoriche, messo a punto con la precedente coltivazione continua ad essere efficiente e ben manutentato. Tale sistema è composto da una prima vasca di sedimentazione, nella zona nord dell area, che raccoglie sia le acque piovane di superficie e sia le acque che, a seguito di eventi meteorici prolungati, scorrono, per infiltrazione, tra il banco di quarzite e il substrato gneissico, da un canale che convoglia le acque dalla prima vasca di sedimentazione, verso una seconda posta a circa 80 m a nord ovest rispetto alla prima. Dalla seconda vasca, le acque chiarificate, sono immesse nel reticolo idraulico naturale. Durante gli 8 anni di coltivazione, il banco produttivo si è rivelato di potenza variabile tra gli 8.5 m verso monte e i 6.5 m verso valle, leggermente superiore a quella prevista nel progetto, anche con un miglioramento della qualità della pietra. Questo fatto ha comportato un certo ritardo sul crono programma ipotizzato al momento della presentazione del progetto. Tale ritardo, dovuto oltre alla maggiore potenza del banco produttivo, è anche dovuto alla maggior accuratezza con la quale è stata svolta la cernita e la prima lavorazione recuperando, per la vendita, una maggiore quantità di materiale, immettendo così sul mercato una nuova tipologia merceologica, la cosiddetta tuppura (blocchetto per la realizzazione di muri a secco o rivestimento di muri in cemento armato), che fino a pochi anni fa veniva collocata a discarica. Questa tipologia trova un fiorente mercato non solo in Italia ma anche all estero, in particolare in Francia e Germania. Con il materiale non commerciabile, si è proceduto alla ricostruzione morfologica della parte più esterna del piazzale sul quale si svolgono le lavorazioni di cernita e spacco del materiale cavato e con il materiale agrario asportato nella zona vergine della cava si è operato il recupero ambientale delle scarpate esterne del piazzale stesso sulle quali si è proceduto anche alla piantumazione di essenze arboree e alla semina di essenze prative. La pista di collegamento tra l edificio adibito a magazzino, refettorio e spogliatoio e l area di coltivazione e lavorazione del materiale estratto, è stata mantenuta in efficienza operando periodiche ricariche di materiale di scarto e livellamenti. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.6

7 Nelle aree coltivate e rimodellate negli anni precedenti, con autorizzazioni apposite, si è proseguita la manutenzione del recupero ambientale con la sostituzione delle essenze arboree morte e la semina di altre essenze prative idonee. 3.2 CONSIDERAZIONI GEOTECNICHE E GEOMECCANICHE Le quarziti del Monte Bracco, oggetto del progetto di coltivazione, vengono localmente chiamate bargioline e sono caratteristiche in quanto tendono ad isolare sottili lastre a spacco naturale grazie alla presenza di periodiche concentrazioni di minerali lamellari. Nonostante il loro spessore relativamente modesto (banchi mediamente da 2 a 6 metri) le quarziti affiorano con una discreta continuità presso la culminazione del Monte Bracco. Grazie alla presenza dei fronti di cava esistenti, è stato possibile effettuare una dettagliata misurazione delle caratteristiche geometriche della roccia oggetto di coltivazione. I rilievi di terreno effettuati, nonché le misure dei sistemi di fatturazione e di scistosità esistenti, effettuati in corrispondenza dei fronti di cava attualmente aperti, hanno permesso di confermare quanto già rilevato nelle precedenti progettazioni, dove, in particolare, lungo la linea ideale tracciata da una rotella metrica erano state rilevate tramite una bussola da geologo l orientazione nello spazio e la geometria delle linee di frattura che interrompono la continuità dell ammasso roccioso. Trattando questi dati con metodi statistici è possibile definire quattro sistemi di fratturazione e tenerne conto per la progettazione dei fronti di coltivazione delle bancate. Nel dettaglio, la giacitura della scistosità principale del banco quarzitico e degli gneiss sottostanti presenta una debole inclinazione verso NW (mediamente 310/10) mentre, i valori di giacitura da considerarsi per le tre famiglie di discontinuità sono: K1=130/80; K2=270/75; K3=10/85. Nell area in esame non sono stati rilevati indizi di frane in atto o potenzialmente attivabili e nell area di cava non sono presenti corsi d acqua che possano interferire con le operazioni di coltivazione. Durante i periodi di piogge intense, modesti scivolamenti possono interessare i terreni superficiali in corrispondenza degli scavi. Per ovviare a questo problema, in corrispondenza di questi terreni le scarpate di scavo dovranno essere realizzate con pendenze inferiori a 45 al fine di garantirne la stabilità anche in caso di eventuali terremoti. In definitiva è possibile concludere che il progetto appare pienamente compatibile con l assetto geologico ed idrogeologico della zona. 3.3 CUBATURE Per il calcolo della cubatura relativa all ampliamento proposto è stato utilizzato un programma di calcolo che, a partire dall elaborazione della mappa topografica eseguita sui triangoli unenti i punti restituiti dal rilievo topografico, secondo le tre coordinate x, y e z, che costituiscono le basi di appoggio della mappa reale, calcola il materiale di scavo ed eventualmente di rilevato, rispetto alla configurazione elaborata riferita alle varie fasi della coltivazione. Tale metodo permette una maggior precisione rispetto a quelli tradizionali delle sezioni ragguagliate o a quello che utilizza il calcolo del volume del solido di scavo tra due stesse curve di livello nelle varie configurazioni. Con questo metodo, la cubatura totale del nuovo lotto ammonta a circa m 3 risulta: Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.7

8 materiale di copertura m 3 (potenza media 0.65 m) materiale di scarto m 3 (75% sul totale escluso il terreno vegetale) materiale utile m 3 (25% sul totale escluso il terreno vegetale) TOTALE MATERIALE DA ESTRARRE m 3 (potenza media totale 7.9 m) Come detto, tutto il materiale di scarto sarà utilizzato per il recupero ambientale dell area per il rimodellamento delle superfici scavate. Il materiale agrario che sarà accantonato a valle del nuovo lotto, nella zona Ovest del piazzale di cava, verrà anch esso utilizzato per il recupero ambientale dell area per ricreare lo strato agrario su cui operare le successive semine erbose e le piantagioni arboree ed arbustive. Considerando circa 7 mesi di lavoro annui corrispondenti a 30 settimane, per il trasporto del materiale utile al magazzino di lavorazione sono necessari 1.7 viaggi al giorno utilizzando un camion con portata di 200 q. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.8

9 3.4 INTERVENTI IN PROGETTO Le operazioni di coltivazione del banco produttivo del lotto N. 9, oggetto della presente, ricalcherà quelle utilizzate fino ad ora e precisamente: Taglio della pineta presente sul banco vergine Asportazione dello strato di terreno vegetale superficiale di potenza variabile tra gli 80 e i 120 cm, che sarà depositato nella zona Sud Ovest dell attuale piazzale di lavorazione e sul quale si opereranno delle semine di essenze erbose per limitarne il dilavamento da parte degli agenti atmosferici e per conservarne le caratteristiche biochimiche. Tale materiale sarà riutilizzato per il recupero ambientale delle zone che verranno via via recuperate con l avanzare della coltivazione. La pendenza della scarpata del terreno vegetale sarà mantenuta al di sotto dei 30 per garantirne la stabilità come confermato dalle verifiche di stabilità effettuate nel progetto originario. Asportazione dei primi cm di quarzite che presenta un elevato grado di alterazione e fratturazione che non ne consente la commercializzazione. Tale materiale sarà utilizzato direttamente per il rimodellamento morfologico dell area. Una volta raggiunto il banco di quarzite utile si procederà alla coltivazione vera e propria abbattendo il materiale con la realizzazione di due gradoni uno nella quarzite gialla e uno nella quarzite grigia. L altezza di ciascun gradone sarà mediamente di 3.5 m variabile a seconda della potenza delle due tipologie di quarzite. L abbattimento del materiale avverrà direttamente con la pala gommata se le caratteristiche di fratturazione lo permetteranno altrimenti si opererà un preminaggio leggero. Le volate che si andranno ad eseguire saranno con mine verticali su un unica fila. Il diametro di perforazione sarà da 37 mm e la profondità potrà interessare l intera potenza del banco o solo una sua parte. L interasse tra i fori sarà di 2 m come pure la distanza dal fronte. Solitamente i fori vengono caricati con polvere nera (esplosivo deflagrante che limita l ulteriore fratturazione della roccia) per spostare il banco già di per se piuttosto fratturato. Il borraggio è effettuato con il materiale fine proveniente dalla perforazione con l aggiunta di terra presente in loco. Laddove il banco presenta una elevata fratturazione e la velocità di deflagrazione non è sufficiente a dislocare il banco, in quanto parte dell energia sviluppata dall esplosivo viene dissipata attraverso le fessure, si utilizzerà, in combinazione con la polvere nera, un esplosivo detonante che garantisce la dislocazione del materiale. L innesco della volta avviene tramite miccia detonante direttamente nei fori collegati da una linea superficiale sempre di miccia detonante innescata da capsule esplodenti a sua volta innescate da miccia lenta combustione. Il brillamento delle singole mine avviene contemporaneamente senza cioè l utilizzo di ritardi. Una volta effettuato il preminaggio il materiale verrà movimentato con la pala gommata e accumulato ai piedi del fronte di coltivazione dove una seconda pala gommata lo preleverà e lo depositerà sul piazzale di lavorazione dove verrà effettuata la cernita e la spaccatura manuale dei blocchi. Il materiale derivante dalla prima cernita verrà poi successivamente ripreso col la pala gommata e depositato sul piazzale in strisce lunghe una trentina di metri e distanti tra di loro circa 10 m, per essere nuovamente selezionato e direttamente sistemato sui bancali che saranno successivamente trasportati agli impianti di lavorazione finale a Barge. Questo metodo di selezione e lavorazione permette di operare anche in caso di maltempo in quanto è possibile sistemare strutture di copertura mobili per il riparo degli operai che in questo modo possono continuare a lavorare in condizione accettabili. Il materiale di scarto derivante dalla cernita e dalle lavorazioni viene rimosso dal piazzale sempre tramite pala gommata e depositato a discarica laddove si opererà il recupero morfologico delle aree precedentemente coltivate. Il materiale di scarto, a parte il terreno vegetale, come detto, è circa il 75 % del totale abbattuto e verrà depositato in strati dello spessore variabile tra i 2.5 e i 4.5 m ricreando una situazione morfologica che rispecchierà il più possibile quella precedente la coltivazione. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.9

10 3.5 PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE Premessa La presente documentazione è stata predisposta ai sensi dell art. 5 del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117: Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie e che modifica la direttiva 2004/35/CE e della DRG n del 15 giugno 2009 LL.RR. 69/1978 e 44/ Aggiornamento delle linee guida per gli interventi di recupero ambientale di siti di cava, relative anche all'aspetto economico della cauzione o polizza fidejussoria a garanzia degli interventi di recupero, anno 2009, e approvazione documento applicativo relativo al decreto legislativo 117/2008, in relazione alla l.r. 69/1978, per le cave e per le miniere. In particolare, si sottolinea che il progetto di ampliamento in esame ricade nell ambito di applicazione del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117 in riferimento alla gestione dei rifiuti di estrazione come definiti all'articolo 3, comma 1, lettera d) rifiuti derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave, all'interno del sito di cui all'articolo 3, comma 1, lettera hh) l'area del cantiere o dei cantieri estrattivi come individuata e perimetrata nell'atto autorizzativo e gestita da un operatore e nelle strutture di deposito di cui all'articolo 3, comma 1, lettera r) qualsiasi area adibita all'accumulo o al deposito di rifiuti di estrazione, allo stato solido o liquido, in soluzione o in sospensione. Inoltre, ai sensi dell art. 2 comma 3, si rammenta che ai rifiuti inerti e alla terra non inquinata derivanti dalle operazioni di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di stoccaggio delle risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave, nonché ai rifiuti derivanti dalle operazioni di estrazione, di trattamento e di stoccaggio della torba non si applicano gli articoli 7, 8, 11, commi 1 e 3, 12, 13, comma 6, 14 e 16, a meno che detti rifiuti siano stoccati in una struttura di deposito dei rifiuti di categoria A. Di seguito viene elaborato il Piano di gestione dei rifiuti di estrazione, in riferimento al progetto di ampliamento in esame, per la riduzione al minimo, il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti stessi, nel rispetto del principio dello sviluppo sostenibile, ai sensi dell art. 5 comma 1 del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n Il suddetto piano è costituito dai seguenti elementi: 1) caratterizzazione dei rifiuti di estrazione e stima del quantitativo totale di rifiuti prodotti; 2) descrizione delle operazioni che producono i rifiuti; 3) classificazione della struttura di deposito dei rifiuti di estrazione; 4) effetti negativi sull'ambiente e sulla salute umana; 5) procedure di controllo e di monitoraggio; 6) descrizione dell'area e caratteristiche idrogeologiche, geologiche e geotecniche; 7) interventi di recupero e mitigazione ambientale nel sito di deposito degli Caratterizzazione dei rifiuti di estrazione e stima del quantitativo totale di rifiuto prodotto I rifiuti di estrazione, nel caso in esame, derivano dalle operazioni di coltivazione di una cava a cielo aperto per la produzione di una quarzite ornamentale noto in letteratura con il nome Bargiolina. Allo scopo di procedere alla caratterizzazione degli stessi si è fatto riferimento all Allegato I del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117: I rifiuti di estrazione da depositare in una struttura di deposito devono essere caratterizzati in modo da garantire la stabilità fisicochimica a lungo termine della struttura di deposito che li accoglie e prevenire il verificarsi di incidenti rilevanti. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.10

11 La caratterizzazione comprende, se opportuno e in base alla categoria della struttura di deposito dei rifiuti di estrazione, i seguenti elementi: 1) descrizione delle caratteristiche fisiche e chimiche previste dei rifiuti di estrazione da depositare a breve e a lungo termine, con particolare riferimento alla loro stabilità alle condizioni atmosferiche/meteorologiche di superficie, tenuto conto del tipo di minerale o di minerali estratti e della natura dello strato di copertura e/o dei minerali di ganga che saranno rimossi nel corso delle operazioni estrattive; 2) classificazione dei rifiuti di estrazione ai sensi della voce pertinente della decisione 2000/532/CE, con particolare riguardo alle caratteristiche di pericolosità; 3) descrizione delle sostanze chimiche da utilizzare nel trattamento delle risorse minerali e relativa stabilità; 4) descrizione del metodo di deposito; 5) sistema di trasporto dei rifiuti di estrazione Caratteristiche chimiche e fisiche del materiale Il litotipo, oggetto della coltivazione, è costituito da una due tipi differenti di di quarzite e precisamente la quarzite gialla (circa il 33% della produzione totale di materiale utile, e la quarzite grigia (circa il 66% della produzione totale). Le caratteristiche principali della quarzite di Barge che la rendono un materiale ad altissimo pregio sono la fissilità, la resistenza all usura e la resistenza meccanica. La quarzite gialla è costituita quasi totalmente da quarzo granulare compatto, quasi perfettamente limpido e leggermente tinto do giallo per patine di idrossido di ferro e da piccolissime quantità di muscovite. Il peso specifico è di 2600 kg/m3 e l imbibizione d acqua riferita all unità di volume è di La quarzite grigia è più scistosa, piuttosto ricca di lamine di muscovite bianca o grigiastra e non sono rari altri materiali accessori. Il quarzo è in genere un po più torbido per inclusioni brune. La mica e altri materiali accessori le danno il colore grigio anche se non mancano zone giallastre per la presenza di idrossidi di ferro. Il peso specifico è di 2630 kg/m3, l imbibizione d acqua riferita all unità di volume è di Nella tabella sottostante sono riportate le caratteristiche principali dei due tipi merceologici della quarzite di Barge Prova di caratterizzazione Quarzite Gialla Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.11 Quarzite Grigia Coefficiente di imbibizione Resistenza a flessione senza gelività [MPa] Resistenza a flessione dopo gelività [MPa] Resistenza all urto [J] Resistenza all usura (coeff. relativo all abrasione c.r.a.) Massa volumica [KN/m3] La roccia si presenta in un'unica bancata di spessore variabile dai 6 m ai 10 m. Nell ambito delle operazioni di coltivazione del litotipo sopra citato vengono prodotte tre tipologie di rifiuto: Sfridi di cava: materiale lapideo costituente l orizzonte regolitico dell ammasso roccioso che non può essere utilizzato ai fini produttivi a causa dell intensa fatturazione che lo caratterizza; Terra non inquinata: proveniente dalle operazioni di sbancamento previste durante l arretramento dei fronti di cava, è rappresentata dalla coltre pedogenetica di potenza al

12 massimo pluridecimetrica, costituita da clasti spigolosi da centimetrici a decimetrici di roccia gneissica, immersi in abbondante matrice limoso-sabbiosa debolmente argillosa; Residui fini di perforazione: utilizzati come borraggio delle mine di coltivazione Classificazione dei rifiuti ai sensi della voce pertinente della Decisione 2000/532/CE I rifiuti sopra citati, che verranno prodotti nell ambito della coltivazione in progetto, possono essere classificati, ai sensi dell art. 3 comma 1 punto c) del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117 quali rifiuti inerti : i rifiuti che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa. I rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano ne' sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana. La tendenza a dar luogo a percolati e la percentuale inquinante globale dei rifiuti, nonché l'ecotossicità dei percolati devono essere trascurabili e, in particolare, non danneggiare la qualità delle acque superficiali e sotterranee. Sulla base di quanto previsto dalla Decisione della Commissione 2000/532/CE del 3 maggio 2000, i rifiuti conferiti nel deposito permanente degli sfridi di cava sono riferibili alla categoria: 01 rifiuti prodotti dall attività di prospezione, estrazione di miniera o cava, nonché dal trattamento chimico-fisico dei minerali Descrizione delle sostanze chimiche utilizzate nel trattamento delle risorse minerali Per quanto concerne i rifiuti di estrazione prodotti nelle operazioni di coltivazione del progetto in esame, si sottolinea che quest ultimi, ai sensi dell art. 3 comma 1 punto i) del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117, non subiscono alcun trattamento Descrizione del metodo di deposito e sistema di trasporto dei rifiuti di estrazione Nell ambito del progetto in esame i rifiuti di estrazione verranno utilizzati direttamente all interno del cantiere per il rimodellamento morfologico dell area con l utilizzo di una pala gommata che depositerà in strati successivi il materiale di scarto, ricreando una morfologia il più possibile baturale. Le terre non inquinate (terreno vegetale) verranno anch esse immediatamente riutilizzate per il recupero ambientale dell area rimodellata dei piazzali di cava Stima del quantitativo totale di rifiuti di estrazione Come evidenziato nel capitolo n.4, gli sfridi di cava verranno utilizzati per il rimodellamento morfologico dell area ammontano a circa m 3 mentre il terreno agrario per il recupero ambientale ammonta a circa m 3. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.12

13 4 QUADRO AMBIENTALE 4.1 INTERVENTI DI RECUPERO AMBIENTALE Gli interventi di recupero ambientale fanno riferimento alle tavole Planimetria di recupero ambientale e Sezioni di recupero ambientale allegate (Tavole 5 e 7 di progetto). Si sottolinea che il recupero qui di seguito illustrato è il medesimo proposto in sede di redazione progettuale nel 2005 quando era stato redatto lo Studio di Impatto ambientale relativo al Progetto di coltivazione e Studio di Impatto Ambientale cava di quarzite Pian Lavarino B nel polo Estrattivo Monte Bracco La sistemazione ambientale finale dal sito estrattivo, sia dei lotti progettuali attualmente in fase di coltivazione sia di quello nel quale è previsto l ampliamento dovrà avvenire attraverso le seguenti operazioni: -rimodellamento del materiale di scarto della lavorazione della quarzite rideposito del terreno agrario precedentemente accantonato -rivegetazione dell area Rimodellamento materiale di scarto della lavorazione della quarzite Per un ottimale inserimento dell area di cava nell ambiente circostante sarà necessario inizialmente procedere ad un deposito, al di sopra del piano di fondo scavo, del materiale grossolano di discarica (materiale di scarto della lavorazione della quarzite), accantonato provvisoriamente a tergo del fronte di cava durante la prosecuzione della coltivazione. Il materiale in questione, con spessori variabili, dovrà essere modellato secondo pendenze tali da garantirne la stabilità, senza che si rendano necessari veri e propri interventi di consolidamento. Il modellamento sarà finalizzato comunque a raggiungere una morfologia finale avente profilo inclinato, con ondulazioni simulanti il più possibile la morfologia naturale delle aree circostanti al fine di ottenere un profilo il più possibile simile alla situazione preesistente. Rideposito terreno agrario accantonato Sopra il materiale di scarto della lavorazione della quarzite verrà dapprima stesa la coltre di terreno di scotico più magro (spessore variabile cm) sopra il quale verrà distribuito uno strato di terreno agrario della migliore qualità (spessore medio 30 cm) utilizzando il precedente materiale stoccato a parte e corrispondente allo strato di suolo asportato prima dell inizio della coltivazione, durante lo scotico del cappellaccio. In caso di insufficiente terreno si dovrà provvedere all approvigionamento di tale terreno presso fondi limitrofi o fonti esterne. Sarà comunque basilare che tale terreno sia simile a quello in posto dal punto di vista di ph, tessitura e contenuto di sostanza organica. Il terreno dovrà avere un contenuto in humus adeguato per lo scambio gassoso tra radici delle piante e atmosfera: questo è importante per assicurare il reinserimento della flora batterica e degli agenti fungini di micorrizzazione caratteristici della zona, basilari per avere garanzie sicure di riuscita degli interventi di rivegetazione. La stesa del terreno agrario dovrà essere eseguita con mezzi meccanici, procedendo all indietro, per non compattare il terreno già posato, evitando così condizioni di asfissia del suolo. Una volta terminata la posa del terreno, saremo in presenza di un profilo morfologico naturale, sicuramente in continuità con quello delle aree circostanti così da non creare interferenze negative dal punto di vista paesaggistico. Al riguardo dello stoccaggio temporaneo del terreno di scotico più magro e soprattutto di quello agrario, si sottolinea che tale terreno dovrà essere asportato ed accantonato temporaneamente esternamente alla zona di lavorazione, disposto in mucchi di altezza non inferiore a 2,5 3 metri, con lati aventi inclinazione di circa 25. I cumuli temporanei dovranno essere interessati da un inerbimento manuale (semina a spaglio), utilizzando un miscuglio erbaceo ricco di leguminose, finalizzato a Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.13

14 prevenire o limitare sviluppo di specie erbacee infestanti, impoverimento del suolo a livello di frazione organica, perdita della frazione fine in seguito a precipitazioni intense. A tale perdita si potrà eventualmente ovviare mediante la realizzazione di scoline alla base dei cumuli di terra agraria, collegate al sistema di raccolta delle acque meteoriche. Rivegetazione area Si reputa ottimale l inserimento delle specie di seguito elencate, distinte in arboree (pioniere e successive-definitive) ed arbustive, e per le quali viene indicata una percentuale indicaticativa di messa a dimora. Specie arboree pioniere: Betula pendula (15%), Populus tremula (15%), Sorbus aucuparia (10%), Laburnum anagyroides (5%), Salix caprea (5%), Pinus sylvestris (5 %), Alnus incana (5%). Specie arboree definitive: Acer pseudoplatanus (15%), Prunus avium (10%), Fraxinus excelsior (5 %), Tilia cordata (5%), Quercus pubescens (5 %) Specie arbustive: Corylus avellana (20%), Cornus sanguinea (20 %), Lonicera xylosteum (15%), Euonymus europaeus (15 %), Crataegus monogyna (15 %), Viburnum lantana (10 %), Prunus spinosa (5%). Il fatto di prevedere un alta percentuale di specie arbustive è dettata dal fatto di garantire una rapida copertura del suolo, oltre al fatto che le specie arbustive sono generalmente miglioratrici del suolo, ricostituendo in tempi veloci un buon strato di lettiera per la produzione di rami e foglie che, cadendo a terra, si decompongono. La rinaturalizzazione dell area (lotto di ampliamento) verrà eseguita mediante la messa a dimora di specie arboree e arbustive disposte a formare macchie vegetali distanti tra loro mediamente 8-10 metri. La localizzazione a piccoli gruppi disomogenei sarà finalizzata a dare un aspetto naturaliforme all impiantamento ed a raggiungere un certo grado di continuità paesaggistica con le cenosi boschive presenti nei territori limitrofi. Si ipotizza che ogni nucleo vegetale sarà costituito mediamente da 11 specie arboree e 7 specie arbustive, con distanza media di impianto di 3 metri tra le specie arboree e 1,5-2 m per quelle arbustive; in base alla planimetria di recupero ambientale redatta si prevede nel lotto di ampliamento, la creazione di 3 nuclei vegetali, con la messa a dimora globale di 33 specie arboree e 21 specie arbustive. L impiantamento dovrà avvenire curando il grado di mescolanza delle specie; dovranno essere messi a dimora trapianti già di una certa altezza, in modo che in pochi anni essi potranno svolgere l azione di rivegetazione prospettata. I soggetti impiantati dovranno essere forniti di reti di protezione contro danni da sfregamento e/o scortecciamento da parte di animali. Le buche di impianto dovranno avere dimensioni prossime al volume dell apparato radicale in caso di impiego di piantine a radice nuda, maggiori se si utilizzeranno piantine in fitocella o con pane di terra. Al momento dell interramento della piantina, sarà importante che questo non avvenga oltre il colletto. Negli anni seguenti all impianto dovranno essere controllate le condizioni di attecchimento delle essenze arboree ed arbustive e dovrà essere eseguita la sostituzione di eventuali fallanze; si dovranno inoltre portare nei primi anni seguenti all impianto le normali cure colturali quali irrigazioni di soccorso, concimazioni, potature di formazione. In seguito alla messa a dimora delle specie vegetali, negli anni a seguire, la piantumazione artificiale nell area verrà sicuramente potenziata da una colonizzazione spontanea da parte di essenze presenti nelle aree boscate circostanti, dotate di caratteristiche di disseminazione e germinazione ottimali. Per questo la densità di impianto è prevista non elevata. Negli anni i singoli nuclei vegetali si raccorderanno tra loro, poichè le fasce di raccordo tra vegetazione erbacea e le macchie arboreoarbustive rappresentano aree di notevole rilievo naturalistico dal momento che in esse si trovano condizioni ottimali per il processo di rinnovazione spontanea; l area assumerà quindi negli anni aspetto di copertura vegetale continua con caratteristiche di unità ecosistemica (bosco). Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.14

15 Gli stessi soggetti arborei potranno costituire siti di rifugio o di nidificazione per l avifauna presente in zona. Il popolamento vegetale che si creerà differenzierà all interno di esso un piano dominante ed uno dominato. La sola messa a dimora di specie arboree ed arbustive non può comunque in tempi brevi garantire una difesa significativa del suolo a livello di microerosione superficiale delle acque meteoriche: proprio per ovviare a questo sarà basilare creare sull area da recuperare una copertura erbacea adeguata: questa garantirà una valida protezione contro il ruscellamento superficiale per aumento della scabrosità superficiale (diminuzione della velocità delle acque di ruscellamento), consolidamento degli strati superficiali del terreno (presenza di diffusi apparati radicali), drenaggio dell acqua nel suolo e asportazione di essa per traspirazione. Dopo la piantumazione si procederà quindi all inerbimento (semina a spaglio o idrosemina) mediante utilizzo di un miscuglio del tipo qui indicato a seguire, impiegato nella quantità di gr/mq. Eventualmente, al fine di garantire ai trapianti arborei ed arbustivi messi a dimora il beneficio dell apporto di sostanza organica e del miglioramento della struttura del terreno in seguito allo sviluppo della copertura erbacea, l inerbimento potrebbe precedere la piantumazione. Specie N semi/kg di miscuglio GRAMINACEE Festuca rubra Festuca ovina Festuca pratensis Poa pratensis Lolium perenne LEGUMINOSE Lotus corniculatus Medicago lupolina Trifolium hybridum Trifolium repens ALTRE Achillea millefolium Chrisanthenum leucanthenum La semina dovrà essere eseguita preferibilmente in autunno e nell anno seguente, qualora i risultati di inerbimento raggiunti non fossero giudicati soddisfacenti, si dovrà procedere ad un nuovo intervento di semina. Tabella riepilogativa recupero -Totale terreno vegetale da mettere in opera: 1105 mc -Superficie totale (mq) da inerbire con idrosemina : 0,17 ha -Quantità di specie arboree ed arbustive da mettere a dimora (n piante) :33 specie arboree ; 21 specie arbustive -Superficie complessiva interessata dalle cure colturali e da manutenzione dei lavori di rimboschimento, rinverdimento negli anni successivi all esecuzione dei lavori: 0,17 ha Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.15

16 Programma recupero -Prima fase: (entro un anno dall inizio della coltivazione): in questo periodo avverrà la coltivazione del lotto 9, con arretramento del fronte di cava -Recupero: Sarà necessario nella fase iniziale della coltivazione, dopo la scopertura del cappellaccio, provvedere all accantonamento e stoccaggio temporaneo del terreno di scotico più magro e soprattutto di quello agrario da porre esternamente alla zona di lavorazione. Al termine dell anno dovrà essere completato il recupero del lotto mediante riporto di terreno di scotico più magro e terreno agrario fertile sopra il materiale di scarto depositato in precedenza, inerbimento, piantumazione di specie arboree ed arbustive. Almento nei primi 2 anni successivi all intervento di rivegetazione dell area di cava, dovrà essere controllato il grado di inerbimento e quello di attecchimento delle specie arbustive ed arboree messe a dimora; in base a questo dovranno essere eseguiti eventuali interventi di idrosemina e di sostituzione di fallanze di specie arboree ed arbustive. 4 CONCLUSIONI Il ampliamento della coltivazione della cava Pian Lavarino sul Monte Bracco, potrà essere effettuato seguendo le indicazioni contenute nel progetto originario con il posizionamento dei lotti traslati di circa 17 m verso Nord Est, come indicato nelle planimetrie allegate. Il materiale ancora a disposizione della ditta permetterà alla stessa di fare fronte anche ad un auspicabile aumento della richiesta del mercato della pietra, avendo ancora a disposizione un certo quantitativo di materiale riferito al crono programma originario. Studio Tecnico ing. Paolo Vaschetto - Angrogna - Rif. 14v04 Pian Lavarino lotto N. 9 - Pag.16

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