IMPRESE. Il credito cooperativo si. Èmolto condivisibile la riflessione di. Il punto Rischi per i furbi del Jobs act, difficile aggirare le norme 9

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1 Lunedì, 29 Giugno 2015 L intervista Nicola Fabbri (Fabbri 1905): «Amarena globale» 5 Il punto Rischi per i furbi del Jobs act, difficile aggirare le norme 9 La città Menti giovani e nuove energie a Modena per tornare nel mondo 10 IMPRESE L ECONOMIA, GLI AFFARI, LE STORIE DELL EMILIA-ROMAGNA Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera L analisi Bcc, efficienza e merito per la riforma di Massimiliano Marzo Il credito cooperativo si trova oggi nel mezzo di una trasformazione epocale, dalla quale dipenderà la sua sopravvivenza. Da un lato, le Bcc (Banche di credito cooperativo) sono gli intermediari storicamente più vicini al piccolo imprenditore, all artigianato, che non hanno smesso di erogare credito, nel mezzo della crisi, quando le altre banche, invece, stringevano i cordoni della borsa. D altro canto, però, le Bcc si trovano con un livello di sofferenze ancora elevato, con una raccolta stabile e, soprattutto, in mezzo ad un autoriforma che, cercando di introdurre maggiore controllo sulle banche locali, di certo non semplifica la gestione di un sistema (quello del credito cooperativo) che fatica a trovare la strada della modernità. Una delle conseguenze imposte dalla crisi è stata l avvio di un processo di intensificazione della regolamentazione del sistema finanziario, tanto che la tendenza generalizzata è quella di omogeneizzare le caratteristiche dell attività di vigilanza da parte del regolatore e degli intermediari finanziari stessi: che si tratti di una banca locale, o una banca medio/grande, gli obblighi sul sistema dei controlli interni e sulle modalità operative o gestionali sono assolutamente identici. È chiaro che in questo caso la dimensione è determinante: una banca più grande, riesce a «spalmare» meglio i propri costi fissi. E questo è un primo problema oggettivo. Ma per quale motivo, il Regolatore (a livello europeo e domestico) non ha riconosciuto la specificità del modello della cooperazione di credito? continua a pagina 15 L intervento Consorzio unico di fornitori e credito, così ripensiamo dal basso le nostre filiere di Valerio Veronesi Èmolto condivisibile la riflessione di Dario Di Vico, già dal titolo del suo articolo «Filiere, ripensarle dal basso», apparsa nello scorso numero di Corriere Imprese. Un pensiero che credo meriti un ulteriore approfondimento, da parte di chi è presidente di un associazione, Cna Bologna, che rappresenta migliaia di fornitori di prodotti e servizi delle filiere a cui fanno riferimento Di Vico e il Corriere. Docente Giusella Finocchiaro, professoressa ordinaria a Scienze Giuridiche e in pole position per guidare la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Bandiera rosa sull Emilia Sempre più donne nelle stanze del potere fra aziende e pubbliche amministrazioni Dal ministro Guidi alla Primori donna manager dell anno. La Cna: «Le imprese femminili hanno resistito meglio delle altre alla crisi». Il caso di Giusella Finocchiaro, la docente chiamata dall Onu a scrivere il protocollo per l identità digitale. Salirà al vertice di Carimonte Come vado ripetendo da molto tempo, affinché il nostro territorio sia ancora competitivo col resto d Europa e del mondo, occorre che il rapporto tra i grandi player e i loro fornitori sia proficuo e basato sull innovazione. Se questo rapporto dovesse incrinarsi, certamente per le piccole imprese bolognesi ed emiliano-romagnole sarebbe un disastro, ma non ne trarrebbe vantaggio nemmeno la grande impresa cliente. Ci portano ottimismo i dati forniti da Intesa Sanpaolo, il 75% delle capofila non pensa affatto di rivolgersi altrove per la subfornitura. Però non basta e sarebbe un errore fermarsi allo status quo, occorre guardare avanti. E Cna lo vuole fare. continua a pagina 15 Chi siamo Con sede a Bologna, la ditta di autotrasporti Transvarco opera in tutta l'emilia Romagna e nel resto del territorio nazionale con il trasporto merci alimentari e non, con piccoli traslochi e con servizi di deposito merci. Parco mezzi Al fine di garantire sempre trasporti e spedizioni puntuali e sicure, il parco mezzi dell'azienda conta mezzi furgonati e telonati da Via Del Battirame, 8 - Bologna () Tel: Cell: info@transvarco.it 35 fino a 120 quintali, dotati di due assi con o senza sponda. Deposito e stoccaggio merci L'impresa dispone anche di un capannone per servizi di logistica e stoccaggio di merci in transito, ma anche per la distribuzione e il trasferimento di merci. E', inoltre, facilmente accessibile da grandi automezzi.

2 2 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese PRIMO PIANO Crescono al contrario dei colleghi maschi e rappresentano 85 mila aziende su 413 mila. Cna: «Resistono alla crisi perché più flessibili» Dalla Guidi alla Seragnoli Ora il potere è donna Chi è Benedetta Rasponi, presidente Cna Impresa Donna Emilia- Romagna e titolare dell azienda bolognese Brillante di Maria Centuori Al primo posto Ferrara è capolista con imprese in rosa su un totale di Donne che nella vita privata sono mamme, mogli e compagne, al lavoro sono manager e amministratori delegati di aziende piccole, medie, e multinazionali. Siedono dalla parte della «governance», studiano e applicano ardite strategie. Operano soprattutto nel campo dei servizi pubblici, sociali e in società di persone, ma anche nella dura meccanica. Sono le donne emiliano-romagnole che in quanto a quote rosa negli ultimi anni hanno i numeri dalla loro. Senza però negare che c è ancora molto da fare. Secondo i dati di Unioncamere il 20,5% delle imprese in Emilia-Romagna è femminile, una percentuale che corrisponde a quasi 85 mila aziende delle 413 mila presenti in regione. Con una crescita dello 0,1% in un anno. Accelerano le società di capitale, che salgono di 6 punti percentuali, ma diminuiscono le ditte individuali e le società di persone. Sempre secondo i dati del Registro delle imprese, le aziende maschili hanno fatto molto peggio scendendo dell 1,5%. La prima provincia emiliano-romagnola per percentuale di imprese femminili sul totale, secondo Unioncamere, è quella ferrarese con aziende in rosa su un totale di attive, con una percentuale del 22,5%. A seguire ci sono Piacenza con il 21,8%, Rimini con il 21,6% e Bologna con il 20,6%. A chiudere la classifica arriva Reggio Emilia che ha il 17,8% di ditte femminili. Che sia una terra in cui le donne ricoprono ruoli apicali lo testimonia Federica Guidi, già manager dell azienda di famiglia Ducati Energia e ora chiamata da Renzi a guidare il ministero dell industria. Poi c è Tiziana Primori, amministratore delegato di «Eataly World», che per essere tra i promotori di Fico è stata da poco premiata come «Woman Ceo» dell anno per Expo Women Global Forum. C è poi Cristiana Le quote rosa in azienda in regione IMPRESE FEMMINILI ATTIVE PER PROVINCIA Province Totale Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini Fonte: Unioncamere Fonte: Cna Fantozzi, titolare della «Fantozzi Fgm Petroli Centese», e presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento. Su tutte svetta, in termini di peso industriale, il numero uno del colosso del packaging Coesia Isabella Seragnoli, appena insignita della laurea ad honorem in Ecomonia e management dall Università di Bologna. Una laurea in ingegneria meccanica, conquistata in aula, ce l ha invece Sonia Bonfiglioli, presidente e ad di un altra big della meccanica come Bonfiglioli Group. A queste se ne aggiungono altre, come le «gemelle» della ristorazione collettiva della Legacoop, Antonella Pasquariello, presidente di Camst, e Chiara Nasi presidente della reggiana Cir. Nella moda una su tante: Giovanna Furlanetto, presidente della Furla. Nell agroalimentare la signora Anna Majani, Totale imprese attive , Percentuale imprese femminili su totale regina dei cioccolatini Fiat e l amministratore delegato di Ferrarini Prosciutti Lisa Ferrarini che guida anche l associazione dei salumifici italiani Assica. E in Confindustria Anna Maria Artoni dell omonimo gruppo di logistica, è stata presidente nazionale del Gruppo giovani, succedendo ad Emma Marcegaglia mentre Simonetta Monica Talmelli, già alla guida della ferrarese Famar, è appena stata riconfermata presidente della Piccola Industria di Confindustria Emilia-Romagna. In Regione 21,8 20,6 21,9 22,5 21,8 20,3 21,2 20,7 20,8 20,1 22,8 21,8 21,2 20,6 18,7 17,8 23,2 21,6 VALORE ASSOLUTO DEL NUMERO DI DONNE (= teste) CHE SONO PRESENTI NELLA GOVERNANCE IMPRENDITORIALE 31/12/ /12/ Variazione Bologna % Ferrara DISTRIBUZIONE 22% 20% 8% % 8% % Forli 9% % 455 2% Imola % 2% Modena % % 23% Parma % % Esponenti Tiziana Primori (Eataly), Federica Guidi (Ducati energia), Isabella Seragnoli (Coesia) 5% Piacenza 310 1% % 2% Ravenna % 3% % Reggio E % 6% % % Rimini % 8% hanno un interlocutore dello stesso sesso nell assessore alle attività produttive Palma Costi, già per anni in posizioni di primo piano nelle pubbliche amministrazioni. Le quote di genere debuttano nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali delle società quotate in Borsa a partire dall agosto del 2012, all incirca un anno dopo l approvazione della legge Golfo-Mosca. Subito dopo arrivano nelle società a controllo pubblico. Il 20% è la quota fissata per il primo rinnovo, il 33% per i successivi due. La percentuale delle «quote rosa» in Emilia- Romagna, secondo i dati regionali di Cna, è del 24,1%. Apripista Ferrara con il 27,72% di donne titolari, legali rappresentati e socie nelle aziende, a seguire Rimini e Bologna. Ultima, seppure con una buona percentuale di presenza femminile, Reggio Emilia con il 22,71%. Oggi in Emilia-Romagna le donne legali rappresentanti sono (20,16%), le Difficoltà L accesso al credito per le donne è più difficile. Si rivolgono a finanziamenti esterni socie sono (48,86%) e in (30,98%) sono titolari d azienda. Ma il loro numero non è molto cresciuto dal 2004 a oggi. Colpa della crisi che però ha evidenziato «una certa tenuta dell impresa femminile rispetto a quella al maschile spiega Benedetta Rasponi, presidente Cna Impresa Donna Emilia-Romagna, titolare dell azienda tutta femminile «Brillante» Forse perché è un mondo composto da realtà più piccole e flessibili». C è però ancora molto da fare: «L accesso al credito per le donne è più difficoltoso. Il mondo dell imprenditoria femminile e quello maschile hanno due mentalità e due modi di affrontare i problemi; permettendo a entrambi di collaborare si ottengono sicuramente realtà migliori; ma le «quote rosa» alle volte vengono viste come un limite, e non come risorsa. Per via soprattutto di un retaggio culturale, capita spesso che i meriti vengano riconosciuti alle donne, ma le poltrone restino di dominio maschile».

3 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno La regione in testa per quote rosa nell universo pubblico Lo confermano i dati di Palazzo Chigi Ma è ancora lontano l obiettivo del 20% Le donne nelle società pubbliche Area Geografica NORD Emilia-Romagna Presenza di donne nei cda delle società pubbliche % donne nei Cda 15,3% 17,0% Numero di donne nei Cda Tot Percentuali donne Sindaci effettivi e supplenti % donne sindaci effettivi 19,2% 22,0% % donne sindaci supplenti 26,8% 31,5% Numeri di Sindaci effettivi e supplenti Numero di sindaci effettivi donne Numero di sindaci supplenti donne Per le società controllate dalla pubblica amministrazione la legge sulle «quote rosa» è entrata in vigore dal 12 febbraio. Da allora molte realtà hanno rinnovato il proprio consiglio d amministrazione e l Emilia-Romagna risulta oggi tra le prime tre regioni di eccellenza per la presenza femminile. La presenza del gentil sesso è del 17%, dopo la Liguria con il 17,9%, e prima della Toscana che ha un 16,9%. A dirlo sono i dati del dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con la società «Cerved Group spa». A maggio, in base a questa indagine, la percentuale di donne nei cda delle società pubbliche in Emilia- Romagna risulta pari al 17%, ben superiore alla media del Nord del 15,3%, e a quella italiana del 14,7%. Considerando poi le donne sindaco, sia effettive sia supplenti, la percentuale di donne in questa posizione nelle società pubbliche risulta superiore nella nostra regione rispetto alla media del Nord. La fetta di donne sindaco supplenti in Emilia-Romagna è pari al 31,5%, al Nord del 26,8%. Quelle effettive in regione sono il 22%, al Nord il 19,2%. Un Parte da Bologna la carta d identità mondiale. Ed è un lavoro al femminile, guidato da una donna candidata ad essere la prima «banchiera» di Bologna. Obiettivo è creare un documento che via web permetta di essere identificati in tutto il pianeta. A guidare il team dell Onu impegnato sul progetto è la professoressa Giusella Finocchiaro, docente di Diritto privato all Università di Bologna, presidente del Working Group Uncitral, la Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale. Una storia global che il 6 luglio dovrebbe vederla giungere alla presidenza della Fondazione della Banca del Monte di Bologna e Ravenna. Salotto buono non precisamente local. Prima signora a guidare una Fondazione bancaria nel capoluogo emiliano, la quarta in Italia. La decisione finale spetta al Consiglio di indirizzo appena nominato, in cui le rappresentanti femminili sono sette su diciotto: Sara Bi- Chi è Tindara Addabbo, docente di Macroeconomia ed Economia del Lavoro al dipartimento di Economia Marco Biagi dell Università di Modena e Reggio Emilia risultato in rosa che fa ben sperare anche per il futuro, ma qual è il segreto emiliano- romagnolo? «Rispetto a regioni del Sud spiega Tindara Addabbo, docente di Macroeconomia ed Economia del Lavoro al dipartimento di Economia Marco Biagi dell Università di Modena e Reggio Emilia credo che vi sia un effetto positivo legato a una maggiore presenza delle donne emiliano-romagnole nel mercato del lavoro che a mio avviso è anche da connettere a una maggiore presenza di servizi pubblici rispetto alla media nazionale-. Ma credo anche che il nostro territorio, proprio in ragione dell avere stabilito per primo un avanzamento, per esempio nella disponibilità di servizi pubblici di cura all infanzia che hanno positivamente interagito con i più elevati tassi di attività e occupazione femminili in regione, possa fare di più rispetto all inserimento delle donne nelle posizioni di vertice». Promozione di politiche ad hoc e maggiore diffusione della normativa vigente è la rcetta che, a dire degli addetti ai lavori, basterebbe per migliorare risultati già comunque buoni: «Gli incentivi provenienti dall implementazione di leggi come la 120/2011 (Golfo-Mosca) CENTRO SUD E ISOLE ITALIA 14, 9% 12,7% Tot. Tot ,7% Tot ,3% 16,7% spiega la docente mostrano un chiaro effetto positivo sull aumento delle donne nei board che, attraverso i cambiamenti prodotti, si possa diffondere anche in altre imprese non direttamente interessate dalla normativa vigente. Accanto a questi provvedimenti occorre promuovere pol i t i c h e v o l t e a r i d u r r e asimmetrie informative attraverso la diffusione di curricula di donne e azioni di sensibilizzazione sulla conoscenza e l attuazione della legge a diversi livelli». E in questi anni di cambiamento e di preparazione alle quote rosa nelle diverse realtà pubbliche c è chi si è fatto portavoce delle linee da seguire affinché la presenza femminile ai vertici potesse, dapprima, assestarsi e subito dopo aumentare: «Qui ci sono due donne spiega Addabbo che a mio avviso hanno inciso molto negli ambiti in cui hanno operato. Hanno perché purtroppo sono prematuramente scomparse: Anna Taddei, architetta e vicepresidente dell ordine degli architetti modenesi, oltre che coordinatrice della commissione Pari Opportunità del comitato unico delle professioni della provincia di Modena, e Angela Benassi, che è stata vicepresidente dell Istituto storico della Resistenza-. La prima ha dimostrato entusiasmo e una grande curiosità nel ricercare l origine e la misurazione dei Dall Onu a Carimonte, la volata di Giusella Finocchiaro studia l identità digitale per le Nazioni Unite. Lunedì al vertice della Fondazione Finocchiaro Uncitral (Onu) dovrebbe concentrarsi sulla definizione di una «model law» che definisca i requisiti minimi di base per l autenticazion e sulli, Daniela Zannoni, Valeria Cicala, Siriana Suprani, Paola Lanzarini, Daniela Oliva, la stessa Finocchiaro. Una quota decisamente alta in strutture di questo tipo. Finora nelle banche al femminile ci sono altre due emiliane, la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Cristiana Fantozzi, e Milena Cariani che l ha preceduta. Giusella Finocchiaro si è laureata con Fabio Roversi Monaco, dovrebbe prendere il posto di Marco Cammelli: due giuristi che hanno fatto la storia economica e culturale di Bologna da decenni. Compito del nuovo presidente sarà dare un segnale di innovazione in un centro di potere in cui convivono i Comuni e le Camere di Commercio di Bologna e la Ravenna, la Regione, l Università. L Uncitral dell Onu ha appena concluso i lavori sui titoli di credito informatizzati. A quelli sull identità digitale sono interessati, oltre alla Ue, dove lo strumento dovrebbe entrare in funzione nel 2016, Formazione Il corso «Anche tu in cda» è rivolte a donne per favorirne l accesso nei boarda gli Stati Uniti, la Cina che sta scrivendo le leggi sul commercio elettronico, i «Brics» in genere. L Agenda Digitale del governo Italiano prevede l introduzione del sistema «Spid» che entro il 2017 dovrebbe dotare di un identità digitale 10 milioni di cittadini. Il 10 giugno, in un incontro dedicato, a Bologna c erano gli americani di Google (con Andrea Stazi) e i cinesi di Alibaba (con Ala Musi), interessatissimi al mercato dei provider di identità, al business della produzione delle carte d identità digitali. «Non esiste ancora uno standard globale condiviso per i processi di identificazione dice la professor e s s a F i n o c c h i a r o 22,8% 21,5% Sul web Puoi leggere gli articoli di Corriere Imprese, condividerli e lasciare commenti su bologna.it A Bologna In alto a sinistra Andrea Stazi, government relations manager di Google e a destra Ala Musi, law committee deputy director di Alibaba differenziali di reddito nelle professioni. Un indagine attualmente in corso in provincia sta seguendo proprio il percorso da lei segnato. Mentre Angela Benassi ha contribuito nell analisi dell origine delle disuguaglianze di genere e sulle prospettive di cambiamento». Fin qui il volto di una regione che ha sa sempre mostrato attenzione al cambiamento, ma come ogni altra realtà italiana si ritrova a far i conti con cda ancora restii a inserire le donne al loro interno. E per questo ci sono iniziative di buone pratiche, come accade a Modena con «Anche tu in cda». Un vero e proprio corso di formazione manageriale rivolto a professionisti, soprattutto donne, per favorirne l accesso nei board. M. C. L obiettivo deve essere un sistema unico globale e non un armonizzazione dei sistemi esistenti. In quest ottica il lavoro dell Uncitral dovrebbe concentrarsi sulla definizione di una model law che definisca i requisiti minimi di base per l autenticazione, un minimo comun denominatore che sia compatibile con i quadri legislativi nazionali». In gioco, in questa specie di mercato globale delle identificazioni, c è lo sviluppo dell ecommerce che gli esperti internazionali in strategie digitali di e-marketing stimano raggiungerà nel 2018 l 8,8% delle vendite planetarie, con un fatturato di miliardi di dollari. «Molti Paesi del mondo si stanno dotando di sistemi di identificazione online. Si tratta oggi di un problema cruciale, soprattutto per lo sviluppo di alcuni servizi che richiedono l accertamento dell identità come, ad esempio, aprire un conto corrente bancario, inviare una richiesta alla pubblica amministrazione o partecipare ad una gara d appalto on line. Come sottolineato dai partecipanti all incontro bolognese, l obiettivo deve essere un sistema unico globale e non un armonizzazione dei sistemi esistenti». Marco Marozzi

4 4 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese La passione per la qualità e precisione nella meccanica ci spinge a migliorare il nostro lavoro ogni giorno. Pensiamo con orgoglio che ogni componente consegnato, piccolo o grande che sia, contribuirà in maniera concreta alla competitività della macchina in cui verrà montato. GESTIONE COMPLETA DELLA COMMESSA FRESATURA A 3 E 5 ASSI CODIFICA E MARCATURA GESTIONE TRATTAMENTI DI FINITURA COLLAUDO DIMENSIONALE UNI EN ISO 9001:2008 C.N. Meccanica srl - Via Bizzarri, SALA LOGNESE () - Tel info@cnmeccanica.it

5 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno L INTERVISTA Nicola Fabbri L ad di Fabbri 1905: «Siamo in tutto il mondo e continuiamo a crescere. Con nuove assunzioni e acquisizioni se capitano buone occasioni» L azienda La storia Cinque generazioni per centodieci anni di storia in un mitico vaso «L Amarena è globale» Chi è Nicola Fabbri, bolognese, nato il 15 dicembre 1964, è amministratore delegato di Fabbri 1905 con gli altri pronipoti del fondatore Gennaro: Andrea, Paolo e Umberto di Andrea Rinaldi Nell anno di Expo spegne la bellezza di centodieci candeline. Oltre un secolo di storia cominciata in una distilleria a Portomaggiore e proseguita di decennio in decennio lungo ormai cinque generazioni. Ma a differenza di molte aziende storiche, la bolognese Fabbri 1905, anziché crogiolarsi solo sugli allori, continua ad allargare lo sguardo sul mondo. Il suo celeberrimo vaso, le sue amarene e tutti gli altri prodotti come i semilavorati per la pasticceria e la gelateria, infatti, sono conosciuti a tutte le latitudini. Dunque perché non continuare a crescere? Ovviamente senza dimenticarsi del proprio glorioso passato. Lo conferma Nicola Fabbri, 50 anni, spokesperson e amministratore di Fabbri 1905, assieme agli altri pronipoti del fondatore Gennaro: Andrea, Paolo e Umberto. Come si è chiuso il? «Bene. Abbiamo superato i 70 milioni di fatturato nonostante la pessima stagione estiva, i nostri infatti sono prodotti che condiscono i momenti fuori casa, quindi quando la stagione è propizia i fatturati si vedono. Siamo in crescita da 110 anni: Fabbri 1905 è sana, non abbiamo mai visto momenti di crisi fortunatamente. L idea della nostra famiglia è reinvestire una parte degli utili nell azienda per garantire a essa quella possibilità di espandersi e innovare». E guardando avanti? «Le prospettive per il 2015 sono buone. L Italia rappresenta più del 50% dei ricavi, è ancora l ago della bilancia. A questo di associa il fatto che l apparato dolciario sta crescendo, siamo in un trend positivo. Un altra motivazione del nostro ottimismo risiede nella presenza all estero, che sta aumentando in termini sia di volumi che di distribuzione. Abbiamo una forte propensione all export e oggi stiamo arrivando al fatidico 50% sul fatturato». L industria alimentare si candida a locomotiva della ripresa economica italiana promettendo 100 mila nuovi posti di lavoro entro un quinquennio e un export in crescita del 50% a 50 miliardi. Aggancerete questo trend? «Noi non abbiamo mai smesso di assumere, la nostra è un azienda media, ma con una fortissima vena espansionistica, cerchiamo di individuare mercati di nicchia in cui diventare leader. In Italia, il mercato del minitopping, creato da noi, lo presidiamo con oltre il 50%; la frutta al liquore con il 67%; il settore sciroppi con una quota del 35%, convivendo con 60 aziende territoriali. In Italia abbiamo 250 impiegati, in tutto sono 400 contando i dipendenti delle 10 filiali all estero: 9 commerciali e una produttiva in Argentina, una delle prime a nascere 18 anni fa. E che ora, nonostante il default, ci ha fatto diventare il nome di riferimento per gli ingredienti della gelateria all italiana in quel Paese». Diceva che continuerete ad assumere, non è una cosa di poco conto in questi tempi. «Siamo sulla cresta dell onda, sia qui che all estero. Assumeremo ancora perché lo sviluppo dell azienda è incoraggiante, abbiamo deciso di ristrutturare il settore export per accrescere il nostro impegno in settori esteri, stiamo creando business unit che seguono tre filoni: retail,beverage, gelateria e pasticceria. Stiamo cercando dei responsabili per queste unità». Stiamo puntando all Asia e all Africa e stiamo arrivando al fatidico 50% di export sul fatturato Abbiamo donato i filmati di Carosello alla Cineteca e ci piacerebbe lasciare ai posteri un documentario sulla nostra storia Nonostante il rally del dollaro e le sanzioni alla Russia, quali sono i Paesi in cui contate di crescere di più? «Le sanzioni con la Russia hanno ostacolato uno sviluppo che era promettente, la Russia oggi è un po dormiente. Grazie al dollaro prevediamo maggior sviluppo negli Usa, poi puntiamo molto su nuovi territorio asiatici, la Cina in testa, dove abbiamo una nostra società dal 2000 e dove siamo presenti da oltre 15 anni. Abbiamo cominciato anche a pensare all Africa, ma nella Penisola arabica gli sviluppi sono un po rallentati». Ferrero ha comprato in Turchia enormi appezzamenti di noccioleti garantendosi così un approvvigionamento costante e condizionando i competitor. Voi avete in mente operazioni simili? «Le nostre dimensioni sono molto diverse in confronto a Ferrero. Avevamo i ciliegieti ai tempi della bisnonna Rachele, oggi invece preferiamo selezionare fornitori affidabili perché dobbiamo mantenere delle certificazioni internazionali. Io rappresento la quarta generazione, ma da sette anni siamo già arrivati alla quinta e insieme a essa vogliamo ingrandire Fabbri 1905: siamo sul mercato con le orecchie tese per individuare eventuali acquisizioni di aziende alla nostra portata, che siano complementari alla nostra, con prodotti che possono essere distribuiti e trattati dalla nostra organizzazione. Abbiamo un know how di marketing e di distribuzione che può essere messo a disposizione di imprese di grande nicchia, una volta che saranno da noi assorbite». Marino Golinelli ha svelato il suo Opificio all ex Sabiem. Isabella Seragnoli ha creato il Mast. Voi, che risiedete nella stessa città e nello stesso quartiere, cosa avete in serbo? «Vogliamo ampliare gli spazi della scuola di formazione professionale, la Fabbri master class, che è in contatto con tutte le scuole professionali di Bologna e inglobarli in un unico ambiente che contenga anche il nostro museo per far conoscere un pezzo della storia di Bologna, aperto a studenti e cittadini. Nel nostro piccolo vorremmo dedicargli un intero stabile della vecchia fabbrica che deve unire il savoir faire della nostra azienda, cioè il futuro, con le nostre radici. Questo vorrebbe essere il messaggio della nostra famiglia a Bologna e Borgo Panigale». Il passo successivo sarebbe la fondazione? «Credo di sì. Ma non nell immediato. Facciamo finire il 2015 e poi svilupperemo il resto. Quest anno è importante, rappresenta i nostri 110 anni e i 100 anni dell Amarena, nata da una ricetta della mia bisnonna Rachele. Intanto abbiamo intenzione di essere presenti a Fico. E poi daremo in custodia alla Cineteca di Bologna oltre 50 dei nostri filmati pubblicitari di Carosello. Ci piacerebbe trasformare tutto questo in un documentario, ce lo hanno chiesto e credo che sia nostro dovere lasciare un documento ai posteri sulla nostra storia. Con lo stesso meccanismo delle collezioni d arte proporremo a dei registi di farci una proposta che poi produrremo. Biografilm si è già reso disponibile». Era il lontano 1905 quando a Portomaggiore Gennaro Fabbri acquistò una drogheria che fu trasformata nella «Premiata Distilleria G. Fabbri». I liquori del fondatore vanno talmente bene che deciderà di trasferite la sua attività in una sede più a misura, quella che ancora oggi è annunciata in via Emilia Ponente, alla periferia di Bologna, da un grande vaso bianco e blu. Quel recipiente-simbolo commissionato al ceramista Gatti di Faenza e che dieci anni più tardi, nel 1915, sfarà il suo esordio come contenitore di una ricetta ancora oggi nei bar e nelle gelaterie di tutta Italia e mezzo mondo: la famosa amarena. La inventò la moglie di Gennaro, Rachele: si chiamava infatti «Marena con frutto» ed era tratta dalla tradizione contadina, che insegnava ad esaltare il sapore di quei frutti amari per natura (da lì il loro nome) rendendoli appetibili. Nel 33 la Distilleria diventa «Ditta G. Fabbri di Aldo e Romeo Fabbri»: si aprono le porte alla seconda generazione e nascono alcuni dei prodotti destinati a fare la storia della Fabbri, tra cui gli sciroppi Inventa-bibite. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale Aldo e Romeo Fabbri fanno il loro ingresso nell universo della gelateria: nascono i Cremolati, semilavorati che diventano gelati se aggiunti a latte o acqua attraverso l uso di macchine elettriche. Negli anni successivi Fabbri è tra i primi protagonisti di Carosello (nel 1957), con i siparietti comici e il personaggio di «Salomone il pirata pacioccone», sceneggiato da Bonvi e Guccini. E sempre nei 60 arriva in azienda la terza generazione con Giorgio, Fabio e il cugino Stefano. Oggi al timone ci sono i pronipoti di Gennaro Andrea, Nicola, Paolo e Umberto, ma già la quinta generazione ha cominciato ad affacciarsi. Fabbri 1905 conta 11 sedi in tutto il mondo: una holding familiare che distribuisce in più di 100 nazioni. I suoi dipendenti arrivano a 400 in tutto il mondo, 250 solo in Italia, che lavorano su 17 linee di produzione. Il si è chiuso con 70 milioni di fatturato. Nel 2005 è nato il Premio Fabbri per l arte per far rielaborare da giovani artisti e fotografi i simboli dell azienda bolognese. Per il centenario dell'amarena è stato istituito sul sito internet di Fabbri 1905 un concorso in cui si invitano gli utenti a disegnare il vaso dei cento anni, che cadono in occasione di Expo. Il compleanno secolare è stato festeggiato quest anno con versioni special edition del prodotto, proposte di ricettazione inedite, operazioni charity (a favore della Fondazione Ant Onlus), concorsi per tutti o dedicati ai maestri della gelateria dove l amarena gioca da protagonista. A. Rin.

6 6 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese

7 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno MONOPOLI Il Credito cooperativo apre il paracadute Ma la grande riforma slitta a settembre Magagni: dalla riorganizzazione esuberi per lavoratori. Più di mille in regione C è un fantasma che si aggira per l Italia: la riforma delle Banche di credito cooperativo. La bozza, già pronta in gennaio, fu accantonata dal governo per sollecitare lo stesso sistema delle ex Casse rurali ad autoriformarsi. Ora la proposta «dal basso» è stata recapitata, ma Palazzo Chigi non l ha ancora recepita; il decreto, a questo punto, rischia di slittare a dopo l estate. Anche perché i primi a non condividerla fino in fondo sono proprio i diretti interessati, cioè molte delle 376 Bcc italiane. Tanto che i dettagli sono ancora top secret. Sullo sfondo, un ginepraio di problemi normativi, industriali, finanziari e perfino politici da un lato, dall altro un emergenza che Giulio Magagni, presidente appena riconfermato di Federcasse Emilia-Romagna (ma anche di Emil Banca e di Iccrea, la società nazionale delle Bcc che eroga i servizi) spiega nella relazione d accompagnamento al bilancio. La riforma, scrive, presenta «difficoltà», ma «i rischi che si corrono stando fermi sono molto maggiori e forse esiziali Chi è Giulio Magagni, presidente della Federazione BCC Emilia- Romagna e presidente di Iccrea Holding Banche di credito cooperativo in regione Bologna Ferrara Forlì-Cesena Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia Rimini Emilia Rom. (*) Escluso RSM Sistema IMPIEGHI (*) in milioni di euro (clientela residente in Emilia Romagna) quota BCC mercato Sistema BCC ,8% 424 6,0% ,2% ,6% ,1% 17,6% 7,8% per la vita e il futuro del sistema». In ballo, solo in Emilia- Romagna, ci sono 20 istituti, 122 mila soci, dipendenti, un patrimonio di 1,7 miliardi, 19 miliardi di raccolta totale e 12,3 di impieghi. Lo spaccato regionale, del resto, ben rappresenta nel bene e soprattutto nel male (sofferenze per milioni, +37,3% in un anno), quello di tutte le Bcc italiane, schiacciate tra due uragani: il deterioramento dei crediti e le nuove regole bancarie europee sulla vigilanza e sui requisiti patrimoniali. Su entrambi i fronti il reticolato delle fragili banche cooperative non regge più. «Esempio paradigmatico» della crisi, dice Magagni, è quello della Banca Romagna Cooperativa, commissariata e ora liquidata con un buco di 440 milioni di euro. Al crac c è arrivata per l insieme di tutte le ragioni che rendono così urgente la riforma: «Gravi errori e ritardi organizzativo-gestionali, ma anche comportamenti segnati da conflitti di interesse da parte degli amministratori, degli organi di controllo e della dirigenza tecnica». A suo tempo l audit interno di Federcasse suonò l allarme che però fu ignorato in nome dell autonomia riconosciuta in Costituzione a ogni Bcc, per piccola che sia. I poteri della Federazione, sottolinea infatti Magagni, «non sono tali da obbligare a comportamenti imperativi». Alle condizioni date, il caso potrebbe ripetersi. Sempre in Romagna altre situazioni traballanti si stanno affrontando con due progetti di fusione: Rimini con Valmarecchia e Cesena con Gatteo. Il tutto entro l anno. Ma non saranno questi mini consolidamenti a mettere in sicurezza il sistema. Primo obiettivo della riforma, dunque, è incardinare le Bcc ad un solo pilone nazionale, abbastanza solido da garantire copertura dei rischi, risoluzione delle crisi in capo a soci e creditori, controlli, e vigilanza diretta della Bce. In- quota mercato 4,1% 406 5,5% ,5% ,4% ,2% 17,2% 7,2% Sul web Puoi leggere gli articoli di Corriere Imprese, condividerli e lasciare commenti su ologna.it somma, una capogruppo in forma di Spa. Come arrivarci? Con che capitali finanziarla, visto che serve almeno un miliardo? Come farla convivere con l autonomia riconosciuta alle cooperative? Come intrecciare il capitale di rischio della holding con le riserve indivisibili e l assetto societario tipico delle coop? Il progetto di autoriforma parzialmente svelato da Magagni è a dir poco barocco. Prevede l integrazione in gruppi bancari cooperativi, forse in forma di banche popolari, a sua volta raccolti in una nuova Spa capogruppo. Le Bcc ne deterrebbero il 66% o direttamente o attraverso fondi mutualistici costituiti con la devoluzione delle riserve indivisibili e l appoggio di consorelle europee (Rabobank, Raiffeisen, Caja Rural), mentre il 33% sarebbe aperto a capitali esterni. Il legame tra holding e singole Bcc, che manterrebbero il potere di nomina dei propri organi di amministrazione, sarebbe a geometria variabile e regolato da un «contratto di coesione» che sta a mezza via tra il dominio vero e proprio e la semplice solidarietà. Qualche giurista ritiene che il progetto sia incostituzionale. In Bankitalia e a Palazzo Chigi sembra invece insufficiente. Ma nelle anticipazioni all assemblea Magagni si è lasciato sfuggire un altro dato: le «inevitabili conseguenze occupazionali» della riorganizzazione riguarderanno «almeno 15/ lavoratori» su 37 mila. In Emilia-Romagna, quindi, qualcosa come 1.200/1.700 su Cosa diranno i sindacati? Massimo Degli Esposti INFORMAZIONE PUBBLICITARIA IMAS AEROMECCANICA Srl, è un azienda leader nella progettazione, realizzazione e installazione di Impianti di Aspirazione e Depurazione dei fattori inquinanti, prodotti negli ambienti di lavoro, prima della loro immissione in atmosfera. Nata 40 anni fa dalla collaborazione dei Fratelli Claudio e Tiziano Paravidino, ha visto, nel corso dei decenni, lo sviluppo di Filtri e Depuratori che hanno contribuito a migliorare le condizioni di vita negli ambienti di lavoro, la qualità dell aria immessa in atmosfera e le performance delle macchine. I titolari Tiziano e Claudio Paravidino durante il taglio torta IMAS 40 ANNI AL SERVIZIO DELL INDUSTRIA PER L ASPIRAZIONE E DEPURAZIONE DELL ARIA Nel corso degli ultimi anni, caratterizzati da una profonda crisi di settore, la IMAS AEROMECCANICA ha investito, in primo luogo, in una nuova struttura di circa 2500 mq adibita a magazzino spedizioni, oltre al rinnovo degli altri stabilimenti adibiti ad uffici e alle diverse lavorazioni. Ha continuato ad investire in R&S progettando e mettendo in produzione, filtri di ultima generazione, che riducono in maniera importante l impatto ambientale ed aumentano il livello di filtrazione. Inoltre, si è specializzata nella costruzione di impianti a Biomassa (trasformando quelli che un tempo erano considerati scarti di produzione, in materia prima per la cogenerazione), Filtri a Coalescenza, ecc.. Nella giornata del 13 giugno 2015, IMAS AEROMECCANICA ha cercato di sintetizzare tutti questi concetti, in un memorabile Open Day e cena di gala per tutti i Dipendenti e Collaboratori e per le tante Autorità che hanno deciso di condividere questo momento importante. IMAS AEROMECCANICA vede questo importante anniversario come un punto di partenza e non come un traguardo. Per maggiori dettagli, consultare il ns sito. Via Lombardia 14 - Ozzano dell Emilia () - Tel

8 8 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese PIANETA LAVORO Garanzia giovani e Patto, in Regione una «calda» estate Entro luglio la firma di due accordi per rilanciare la lotta alla disoccupazione Garanzia Giovani in Emilia-Romagna Avviato l' 1 maggio, il programma ha intercettato ragazzi e ragazze di cui in possesso dei requisiti e interessati a partecipare ad una delle misure offerte dal Programma nel nostro territorio di cui residenti in E-R I dati di attuazione del programma al 15 giugno percorsi di orientamento di base percorsi di orientamento specialistico percorsi di reinserimento in un percorso formativo assunzioni in apprendistato per la qualifica assunzioni in apprendistato di alta formazione e ricerca assunzioni in apprendistato professionalizzante Lavoro, lavoro e ancora lavoro. È il chiodo fisso della giunta regionale che vuole andare in ferie col sollievo di aver segnato almeno un gol nella partita per il rilancio dell occupazione. I fronti sono due. Il Patto per il lavoro obiettivo al quale si sta lavorando da mesi e il rilancio di Garanzia Giovani. Proprio su quest ultimo punto gli uomini di Stefano Bonaccini confidano di portare a casa i primi risultati entro la settimana. Per la verità l assessore al lavoro Patrizio Bianchi è convinto che Garanzia Giovani non sia affatto quel fiasco che tutti dicono e quindi non abbia particolare bisogno di rilancio. Già funziona egregiamente, sostiene, tanto che a metà giugno aveva prodotto in regione circa 47 mila contatti, con 39 mila giovani ritenuti idonei a giovarsene. Di questi, sono stati assunti con vari contratti di apprendistato, quasi 30 mila sono stati avviati su Chi è Patrizio Bianchi è assessore regionale allo Sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro percorsi di formazione e orientamento, 450 hanno avuto bonus occupazionali, quasi 200 sono stati avviati al lavoro autonomo e circa 5000 a tirocini. Ma per Bianchi, «Garanzia Giovani è un progetto nazionale, non nostro, e abbiamo giocoforza dovuto aspettare che fosse attivato a livello centrale. D ora in poi i risultati cominceranno ad arrivare». Il primo sarà la firma di un accordo collettivo con un gruppo di aziende, ciascuna delle quali si impegnerà ad assumere under 30 «in garanzia» per cifre a due zeri. I nomi restano riservati, ma ne trapela uno, quello della multiutility nord-emiliana Iren che avrebbe in cantiere almeno 200 assunzioni. Sul piatto la regione mette una buona fetta dei 74 milioni ricevuti in dotazione per finanziare Garanzia Giovani. La firma dell altro e più vasto accordo, il Patto per il Lavoro, dovrebbe invece slittare a luglio inoltrato. Le riunioni con le parti sociali si susseguono a ritmi serrati (l ultima mercoledì scorso) ma qui il problema è mettere d accordo una pletora di interlocutori che va dagli industriali ai sindacati, dagli enti locali alle università, dagli artigiani ai commercianti, dalle banche al terzo settore. Secondo gli intendimenti della giunta il Patto sarà quello che un tempo si poteva definire «programma di politica industriale». Da una parte la Regione metterà sul tavolo tutti gli strumenti a sua disposizione per stimolare crescita e sviluppo. Cioè l insieme dei fondi europei, le risorse proprie, i servizi di supporto. Dirà come vuole utilizzarli e con quali obiettivi. Traccerà le linee generali dei provvedimenti legislativi che intende adottare per snellire le procedure e facilitare i nuovi investimenti. Indicherà le priorità nella realizzazione delle opere infrastrutturali. Tutto questo in un orizzonte temporale di lungo periodo, vale a dire per l intero arco della legislatura, dando al mondo delle imprese un quadro di riferimento certo su cui impostare i programmi di sviluppo. Dall altra parte le imprese dovranno impegnarsi a dar corso a nuovi investimenti in altre parole a creare occupazione e i sindacati le indispensabili flessi- tirocini percorsi di servizio civile percorsi di accompagnamento all'avvio di un'attività autonoma bonus occupazionali Sul web Puoi leggere gli articoli di Corriere Imprese, condividerli e lasciare commenti su ologna.it bilità contrattuali per poterli portare a compimento; le banche dovranno garantire il supporto creditizio, le Università pianificare programmi formativi mirati. «Abbiamo poco da inventare commenta Bianchi basterebbe generalizzare lo schema che è stato vincente nella trattativa Lamborghini». L unico obiettivo già dichiarato è portare l export del sistema produttivo emiliano romagnolo dal 38% attuale al 50%. In termini occupazionali si parla di riportare il tasso di disoccupazione attorno al 5-6%, contro l 8,3% attuale. Massimo Degli Esposti

9 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno PIANETA LAVORO 2015: il lavoro dipendente torna a marciare La dinamica dei rapporti lavorativi in Emilia-Romagna nel 1 trimestre 2015 (e variazioni rispetto al 1 trim. ) Lavoro dipendente (1) ASSUNZIONI CESSAZIONI SALDO Numero Variazione % Numero Variazione % Numero Differenza* , , Tendenziale Italia ,8 +7, Lavoro intermittente ,3-9, ,1-3, Lavoro parasubordinato ,0-15, ,9-1, Fonte: I mercati regionali del lavoro, SeCO-Statistiche e comunicazioni obbligatorie, Giugno 2015 *Rispetto al saldo del 1 trimestre (1) escluso lavoro domestico e intermittente Rischi crescenti per i furbetti del Jobs act Difficile aggirare le norme per incassare sgravi di Angelo Ciancarella Itrucchi non creano il lavoro e neppure i risparmi contributivi per le imprese. La denuncia sui «furbetti del Jobs act», esplosa nei giorni scorsi in Emilia-Romagna su segnalazione della Cgil e di altre sigle sindacali, ha già ricevuto risposte nelle sedi istituzionali. A queste si aggiungono ora i pareri, unanimi, dei giuslavoristi, anche quando i loro giudizi sulla riforma del Jobs act siano diversi. I numeri dei contratti stipulati e cessati in regione nel primo trimestre 2015 per le diverse tipologie di lavoro inducono, se non all ottimismo, almeno alla speranza (v. grafico in pagina). Solo in minima parte sono attribuibili alla riforma del lavoro, in vigore a marzo già inoltrato. Neppure lo sgravio contributivo triennale discende direttamente dal Jobs act (ma certamente è il carburante del governo nel motore della riforma). In regione scoppiano i casi di Inalca, Albatros e Movimoda Ministero e giuslavoristi concordi: le operazioni fittizie per ottenere i benefici sono in frode alla legge Quanto agli abusi, tutto nasce dalla disdetta del pluriennale contratto di appalto di Inalca holding industriale del gruppo alimentare Cremonini, con sede a Castelvetro di Modena al consorzio di cooperative Euro 2000: 950 soci-lavoratori a tempo indeterminato, negli stabilimenti di Ospedaletto Lodigiano, Castelvetro e Rieti. Lo ha denunciato la Flai-Cgil. A fine maggio sono stati «licenziati» (o hanno firmato lettere di dimissioni). Dal giorno successivo svolgono lo stesso, identico lavoro, con contratto a tempo determinato di sei mesi, «somministrato» dall a g e n z i a p e r i l l a vo r o Trenkwalder su incarico di Inalca, in attesa di un nuovo appalto e probabile riassunzione senza oneri contributivi, a fine anno. Episodi analoghi sono accaduti o stanno per accadere al Consorzio Albatros di Piacenza e a Movimoda di Reggio Emilia (logistica e facchinaggio). MMOperations Srl assumerebbe i lavoratori per sei mesi, per poi passare al contratto a tutele crescenti entro fine anno. Con due obiettivi: sbarazzarsi dell articolo 18 (tuttora operante per i vecchi contratti) e beneficiare degli sgravi contributivi triennali. Troppa grazia. Lo sgravio intende «promuovere forme di occupazione stabile», non rottamare quelle esistenti. Il ministero del Lavoro è già all erta. Il 17 giugno la direzione per l Attività ispettiva segnala l esistenza «di comportamenti elusivi, volti a precostituire condizioni artificiose per godere dell esonero contributivo». Ciò «vìola nella sostanza i princìpi della legge», perciò gli uffici territoriali «effettueranno ispezioni per contrastare» il fenomeno. Il giorno dopo, alla Camera, la sottosegretaria Teresa Bellanova risponde a un interrogazione proprio sul casi Inalca. Censura l elusione della norma con parole analoghe alla circolare del giorno precedente. Ma aggiunge un pesante monito finale: per chi ha architettato l operazione «potrebbero configurarsi responsabilità, non solo civili». Concorda sull interpretazione Riccardo Del Punta, avvocato giuslavorista e Ordina- rio di diritto del lavoro a Firenze: «Se le cose sono andate così, non c è dubbio che siamo di fronte a una condotta truffaldina verso l Inps». E se anche il Jobs act avesse difetti, «qui non c entrerebbero nulla: si tratta di condotta in frode alla legge, come tale perseguibile». Del Punta è anche consulente del ministro Poletti e ha contribuito alla riforma. Ma la pensa allo stesso modo chi ha espresso non poche riserve sulla bontà del Jobs act. Franco Scarpelli, anche lui giuslavorista e professore ordinario a Milano Bicocca, ricorda che spesso i benefici fiscali e contributivi «danno luogo a pratiche opportunistiche, se non elusive e talvolta truffaldine». Riservandosi un giudizio sui singoli casi, Scarpelli conferma che «il passaggio temporaneo in altre forme contrattuali di lavoratori già impiegati a tempo indeterminato, al solo scopo di poter poi beneficiare degli sgravi, va certo considerato fuori legge, e non è addebitabile alla stessa. È un comportamento probabilmente sanzionabile». Luigi Andrea Cosattini, avvocato giuslavorista a Bologna, è presidente dell Ager, la sezione regionale degli Avvocati giuslavoristi italiani. Considera le vicende «una prassi elusiva della legge. Al di là di eventuali profili penali, non di mia competenza, sicuramente interverranno pronunce amministrative dell Inps e in sede giudiziaria. Una concatenazione di atti tecnicamente e singolarmente leciti, diventa fragilissima per l intento evasivo, elusivo e fraudolento». Tanto più che esistono precedenti in materia analoga: Cosattini ricorda le censure dell Inps, confermate dalla Cassazione, all uso fraudolento dei benefìci, in alcuni casi di riassunzione di lavoratori in cassa integrazione per licenziamenti collettivi o cessione di rami d azienda. Lidl si espande anche in Emilia-Romagna: 40 nuove assunzioni Ma con i nuovi investimenti nel 2016 si arriverà a 200. Un miliardo in arrivo per l Italia 20 la percentuale di export verso la catena estera con il nuovo marchio «Italiamo» che arriverà in tutto il territorio europeo Quaranta nuove assunzioni in Emilia-Romagna sono già attivate e in questi giorni sono in corso le selezioni. Ma da qui alla fine del prossimo anno si arriverà probabilmente vicini a quota 200. Questo in base al piano investimenti per il quale la catena multinazionale di supermercati Lidl investirà in Italia qualcosa come un miliardo di euro. Sempre a livello nazionale i nuovi ingressi saranno duemila, legati all apertura di qualche decina di nuovi negozi e al rifacimento, ogni anno, di un centinaio dei 570 negozi già esistenti. La nostra regione rappresenta circa un decimo della forza commerciale complessiva italiana (50 negozi, oltre collaboratori, una piattaforma logistica presso la direzione regionale), e di qui i dati stimati su nuove assunzioni e nuove aperture. Quest anno Bologna è stata al centro dell attenzione del mondo Lidl, che ha organizzato presso il Palacongressi la giornata inaugurale di «Evoluzione capi filiale», un colossale programma di formazione per tutti i quasi seicento responsabili dei negozi italiani che costerà circa 20 milioni di euro. Quanto ai nuovi ingressi, riguarderanno soprattutto addetti alle vendite, commessi specializzati, responsabili di filiale e nelle 10 direzioni regionali e nella sede centrale di Arcole, in provincia di Verona facility manager e responsabili sviluppo. Per l Emilia- Romagna, che fa capo alla direzione regionale di Massa Lombarda, le posizioni aperte riguardano principalmente laureati in materie tecniche o economiche, ma anche diplomati con esperienza pregressa Lidl in cifre ITALIA Anno di nascita Punti vendita Dipendenti Piattaforme Logistiche di proprietà Media clienti a settimana Assortimento 10 4 milioni Circa referenze Superficie media di vendita mq Investimenti miliardo di euro Assunzioni Assunzioni nel settore della Gdo. La maggior parte delle assunzioni sarà a tempo indeterminato. Tra le figure ricercate spiccano il Capo Area, figura chiave in Lidl Italia, che ha la responsabilità della gestione commerciale ed economica di circa 5 punti vendita con un organico IN EMILIA ROMAGNA Punti vendita Dipendenti oltre Selezione di personale in corso di circa 50 persone e Real Estate Development Manager, che ha il compito di garantire una gestione efficiente del patrimonio immobiliare aziendale ed è responsabile della fase di acquisizione degli immobili dei punti vendita. Lidl Italia, nata nel 1992, fa parte del Gruppo Schwarz. Fondato nel 1973, dopo l apertura dei primi punti vendita in Germania negli anni 70 e la forte crescita del decennio successivo, a partire dai primi anni 90 ha iniziato la sua espansione in Europa. Oggi è presente in 26 Paesi europei, con oltre negozi, 200 mila dipendenti, un fatturato annuo di 70 miliardi di euro. In Italia conta oltre 11 mila dipendenti e 10 centri distributivi. La media clienti è di 4 milioni a settimana, su una superficie media, nei 570 negozi, di metri quadrati. Le referenze sugli scaffali sono oltre 1.700, l 80% di provenienza italiana. Con il marchio «Italiamo», poi, Lidl esporta il made in Italy su tutto il territorio europeo, fino a toccare circa il 20% di tutto il suo fatturato. C. S.

10 10 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese L EMILIA-ROMAGNA DEI CAMPANILI Modena riaccende i motori Ma è arrivata al bivio fra old e new economy La ripresa di tutti i settori dalla ceramica all'agroalimentare non risolve il problema di un brand che sta invecchiando Modena ai raggi X Imprese attive al 31 marzo ,4% Suddivisione per settore Agricoltura Industria -1,8% 12,6% del totale imprese -1,2% 31,6% del totale imprese Servizi +0,6% 33,5% del totale imprese Commercio -0,1% 22,3% del totale imprese di Nicola Tedeschini Non è affatto male, il m o m e n t u m d e l l a provincia modenese. Addirittura, rivela Confindustria, crescono gli abitanti, già oltre il traguardo dei 700 mila. Il fatturato globale, nel, è salito del 3,3%, contro un pil nazionale con lo zero davanti. L export, poi: 11,4 miliardi di euro, il 6,3% in più del (già milioni nel trimestre gennaio-marzo 2015); e soprattutto un miliardo in più dell intera e miracolosa Croazia. Guardando ai due distretti di serie A, nelle vendite estere, il tessile di Carpi vale 650 milioni; la ceramica di Sassuolo ben 3,41 miliardi, con crescite annue superiori al 6%. Non appena si riaccende la spia dei mercati internazionali, il «sistema Modena» non esita a galoppare. L assunto, però, vale pure a rovescio: nel Produzione Il fatturato globale è salito del 3,3% L export del 6,3% a quota 11,4 miliardi Chi è Valter Caiumi, presidente di Confindustria Modena, è nato a Carpi nel 1963 ed è amministratore delegato del Gruppo Emmegi lità», spiega Valter Caiumi, presidente della locale Confindustria. Il biomedicale? Ok, ma qui, nell informatica, le startup si fanno dagli anni 80, e realtà come Doxee o Expert System, quella finita pure dentro Wikileaks, sono belle mature. L ateneo cittadino tanto ha fatto, e qualcosa pure le altre istituzioni, vedi il superincubatore Democenter-Sipe. Che le nuove frontiere tecnologiche e gastronomiche possano assorbire la manodopera delle vecchie corporation locali, però, è tutto da dimostrare. Il 9 aprile, davanti a Elsa Fornero, a Modena per una delle rare apparizioni dopo il periodo governativo, il sindaco Giancarlo Muzzarelli ricordò che «la disoccupazione è da aggiornare all 8%», e che «tante persone immigrate qui hanno poi deciso di cercare fortuna altrove, magari in Inghilterra». Aggiunge ora Muzzarelli in altra veste, cioè da neo-presidente della moritura Provin- Produzione industriale () +0,1% (rispetto al ) Occupati nell'industria () Tasso di occupazione () 65,1% 67,1% Tasso di disoccupazione 7,5% 7,9% Ordinaria Straordinaria In deroga 2009, per ovvi motivi, il tasso di disoccupazione in provincia salì dal 3,3% a oltre il 6%. In pratica, i disoccupati erano passati da 10 mila a 20 mila, così, sull unghia. Si aggiungevano, a fine anno, lavoratori tutelati da 151 accordi di cigs, per quasi il 90% in scadenza. Una polveriera, insomma. La miccia non si è accesa, forse perché questa non è un area dipendente da un solo comparto, come Torino con i motori. Il tessile? Bene, ma c è pure l agroalimentare, con acetaie, caseifici e un Lambrusco tanto chic quanto nazionalpopolare. «Il brand Modena sta uscendo dal nostro territorio e assumendo sempre più visibicia: «È importante che la ripresa riguardi tutto il territorio, in modo omogeneo, dalla Bassa alle città sino alla montagna». L omogeneità al momento non c è, né tra comuni, né tra quartieri. Tante sono le insegne dei commercianti abbassate o sovrascritte: come Ore di cassa integrazione () Emilia Romagna 8,3% Italia 12,7% rispetto al -49% +11% -15 Rabascini, vestiti; San Giorgio, il forno. Zara e H&M, dopo lunga attesa, son planati anche all ombra della Ghirlandina. Il presente sono i temporary shop, i negozi a scadenza che valorizzano le eccellenze locali nel periodo dell Expo. Expo e dunque Massimo Bottura, che

11 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno Esportazioni in provincia di Modena, Emilia Romagna e Italia Modena Emilia Romagna Italia I trim. però la sua Osteria Francescana, l ha clonata a Istanbul. E pensare che una volta, se dicevi gastronomia, dicevi Fini. Ah sì, Fini: quello di corso Canalchiaro doveva essere un hotel da Oscar, cinque stelle extra, e invece la crisi ha spazzato via lui e ha portato a una gestione Fonte: Centro Studi e Statistica C.C.I.A.A. di Modena, elaborazione dati Istat Esportazioni della provincia di Modena per settori di attività economica Trattori Macchine e apparecchi meccanici Mezzi di trasporto Agroalimentare Tessile abbigliamento Biomedicale Ceramico Altri settori Totale Modena milioni di euro Fonte: Centro Studi e Statistica C.C.I.A.A. di Modena, elaborazione dati Ista I trim I trim Composizione % 0,9 26,6 26,0 9,6 8,2 3,3 16,9 8,4-17,1-2,4-1,7-18,2 esterna il gemello di via Emilia. Modena è insomma tornata a esportare braccia; e poi cervelli, o comunque expertise, o persino colletti bianchi, perché le aziende fuggono con la testa, prima, o oltre, che con il corpo. Arredamenti Artioli, un migliaia di euro Var.% 1,9 Var.% I trim. /2015 9,3 6,1 5,4 3,7 48,2 100,0 1,9 3,2 Economia I dati forniti da Camera di Commercio e Confindustria locali mostrano un curioso quadro di alti e bassi: scende l occupazione e sale la disoccupazione, tra il e il, mentre l export dei primi tre mesi ha registrato un buon trend di crescita tempo «società di fatto» con sede a Carpi, oggi è una Sagl, un azienda del Canton Ticino. La Ferrari, ça va sans dire, metterà la holding in Olanda, come mamma Fiat. Marchionne fa produrre a Torino tutte le nuove Maserati, consolando Modena con un pezzettino di Alfa, la 4C. Troppo poco, per saturare in prospettiva forza lavoro e ire dei sindacati. Del resto, se è l export a dare da mangiare, non sorprende che nove gruppi ceramici controllino sedici società produttive straniere, negli States in primis, anzi nel Tennessee, dove da ultimo sbarcherà Atlas Concorde. A Medolla, il 27 gennaio 2011 più di un anno prima delle scosse vere, arrivò lo scossone metaforico della Gambro Dasco: 400 esuberi su 900 dipendenti, causa delocalizzazione tra Cina, Praga e Messico. Rientrato l allarme, dopo il Fughe Ferrari metterà la holding in Olanda, Arredamenti Artioli è una società svizzera sisma Gambro, come gli altri big del biomedicale, ha rinnovato il saldo legame con la Bassa. Nondimeno, la ricostruzione è un vespaio, con contributi concessi per 682 milioni, di cui solo 245 erogati, a fronte di 1,9 miliardi richiesti. Cifre fornite, in assemblea associativa, da Caiumi. Che chiosa: «Chi non ha toccato con mano le enormi difficoltà di una procedura di rimborso non può comprendere la frustrazione. È indispensabile tenere vivo quel sentimento di coesione non solo tra i cittadini, ma anche tra istituzioni, che aveva fatto ben sperare durante i primi mesi». Intanto, la Gambro è finita in mani americane, come le piastrelle di Marazzi, mentre quelle di Fincuoghi parlano turco. Italpizza era angloislandese, ma almeno lei è tornata nostrana. Teste di ponte della calata straniera furono Panini e Fini, intesa come azienda alimentare, negli anni 80. L elenco, oggi, è lungo. Persino loro, i sindacati, di categoria e dei lavoratori, mischiano gli accenti dialettali: Lapam si è sposata con i reggiani, Uil e Cisl pure, mentre in parziale parallelismo con Confindustria, Legacoop muove verso Ferrara, come fece anni fa la principale associata, Coop Estense, prossima ad altre, declamate fusioni. Nelle costruzioni, settore abbonato ai concordati anche tra le spa, prevale di nuovo l asse Modena-Reggio, abbozzato da Cmb Carpi e subito dalla Cdc. Persino nel mutualismo, ride chi si è internazionalizzato prima e meglio. «Per noi in parte fu vocazione e in parte necessità, per la crisi del mercato domestico», spiega Francesca Federzoni, presidentessa di Politecnica, coop di progettazione di estrazione rossa, con appalti dall Africa ai Balcani. «Realtà come la nostra hanno operato prima delle coop tradizionali il Potere Nove gruppi ceramici controllano sedici società produttive straniere Infrastrutture Ancora un mistero la Bretella, l autostrada Cispadana e la banda larga ricambio generazionale. Modena può ripartire forte, ma urgono energie nuove. Non i giovani dentro, ma quelli di carta d identità». Caiumi vede un altro, proverbiale problema: le infrastrutture. Bretella, Cispadana, ma anche «infrastrutture immateriali, la banda larga, il wi-fi». Modena può ancora scontare, in definitiva, un eccesso di old economy. Non vecchie produzioni, ma vecchie menti e vecchi vizi. Come le imprese a volte troppo di famiglia: «Dobbiamo attrarre nuovi investitori, sostenendo la capitalizzazione e i processi di aggregazione delle nostre imprese», diceva nel 2009, da capo della Provincia, il dem Emilio Sabattini. Lo ribadisce, tuttora, il professor Andrea Landi, presidente della Fondazione Cari- Modena, a cui rettitudine e competenza estreme non hanno risparmiato un triste agguato para-politico per le nomine in Unicredit. «Da Modena si vede il mondo», ripeteva il Drake, riassumendo una terra tuttora caleidoscopio della globalizzazione. Ma per continuare a cavalcare il mondo, in certi contesti istituzionali, a Modena serve un cambio di passo.

12 12 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese INNOVATORI Dalla pesca alla Pietà Rondanini I miracoli al carbonio di Reglass L azienda bolognese cresce da tre generazioni e ora pensa alle stampanti Cosa può accomunare una canna da pesca a un antenna di satellite e a una costruzione antisismica? La fibra di carbonio. Ma anche la capacità di reinventarsi per proiettarsi nel futuro. Una strategia che è il filo rosso dei quasi quarant anni di attività di Reglass, società leader nel settore sportivo che ha sede a Minerbio (Bologna) e ha tra i suoi partner anche Lamborghini e Alenia. Il gruppo di proprietà della famiglia Pirazzini, terza generazione di imprenditori e una storia di oltre un secolo alle Risultati L impresa impiega 80 addetti e ha chiuso il con un fatturato di 20 milioni spalle, opera nel campo dei materiali compositi avanzati con fibra di carbonio di cui è eccellenza mondiale per quanto riguarda le parti tubolari. Tutto è cominciato dalla vecchia Maver (Manifatture vetro resina), l azienda di famiglia produttrice di canne da pesca nata nel Poi l intuizione di Luca Pirazzini alla fine degli anni 70: «Portare la fibra di carbonio nella produzione delle canne da pesca», racconta l ad di Reglass. Tutti i pescatori europei cercavano quel prodotto». Una decina di anni di specializzazione prima di una rivoluzione. «Il mondo della pesca ha portato tre vantaggi spiega Pirazzini il primo è stato la possibilità di usare materiali che seppur a costo alto (la fibra di carbonio è tra i più cari e sofisticati al mondo, ndr) non richiedevano l impiego di grosse quantità; il secondo ha a che fare con le proprietà della fibra e la sua grande resistenza; la terza caratteristica è che quando la canna da pesca si rompe non crea danno alle persone e perciò non è mai stato necessario lavorare per prudenza». Dalle canne da pesca agli alberi delle tavole da windsurf il passo è stato breve. E il parco prodotti si è allargato anche all automotive e al settore aerospaziale con la produzione delle parti tubolari che sostengono le antenne dei satelliti. Reglass viaggia nello spazio ma ha i piedi ben piantati anche in Emilia. Dal 2012 infatti l azienda di Minerbio, dove è concentrata tutta la produzione, ha fatto il suo ingresso nel settore edilizio con Sismocell, un dispositivo in acciaio e carbonio pensato per il miglioramento sismico dei prefabbricati industriali, brevettato assieme all Università di Bologna e rivelatosi assai utile nelle zone terremotate della regione. «Si tratta di un capsula che mentre si schiaccia assorbe energia lo descrive Pirazzini è pensata per gli imprenditori che devono risolvere il problema della messa a norma delle strutture e incide soltanto per 4 euro al metro quadro». Reglass, che impiega 80 addetti, ha chiuso il con un fatturato di 20 milioni di euro, trainato per il 40% dal comparto industriale. E a fine 2015 l azienda, che vanta 22 brevetti, prevede una crescita del 25% rispetto all anno scor- Chi è Luca Pirazzini, presidente di Reglass, terza generazione a prendersi cura dell'azienda so. In aumento l export che negli anni critici ha mantenuto a galla il gruppo: tedeschi e francesi tra i clienti più fedeli soprattutto per la divisione sportiva. Ma anche la ricerca ha la sua fetta importante: a questa è destinato l 8% dei ricavi. L anno scorso il Comune di Milano ha affidato a Reglass la messa in sicurezza della Pietà Rondanini di Michelangelo. E nel futuro prossimo c è Scypri, un sistema di rulli intelligenti destinati a migliorare le prestazioni delle stampanti. Mara Pitari Applicazioni La messa in sicurezza della Pietà Rondanini a Milano con alcuni dei dispositivi antisismici Start Cup Sono trenta le imprese già selezionate E a settembre Federmanager aiuterà le vincitrici con il business plan Su 100 imprese iscritte alla Start Cup 2015, sono 30 quelle che hanno superato le selezioni e accederanno al Tech meeting di settembre, la seconda fase della competizione promossa da Aster, il consorzio regionale per l innovazione e la ricerca industriale in collaborazione con le università del territorio. Le startup selezionate hanno partecipato il 23 e il 25 giugno scorsi a una due giorni di lavoro negli spazi delle serre dei Giardini Margherita di Bologna e che provengono soprattutto da Piacenza (6), Reggio Emilia (5) e dalla città delle Due Torri (ben 9); dalle restanti province provengono 3 startup ciascuna. Dopo un ulteriore scrematura, a settembre le 20 idee di impresa superstiti e i 5 gruppi della «sezione giovani» affronteranno la «Tech Week», che prevede 5 giornate di formazione con lezioni, lavori di gruppo e momenti di confronto finalizzati allo sviluppo dell idea imprenditoriale. Al termine di questa fase, i partecipanti saranno affiancati da un manager di Federmanager Bologna che aiuterà i team nella redazione del business plan. Start Cup Emilia-Romagna si concluderà poi con il Tech Garage, che vedrà la partecipazione di due team della sezione giovani e delle 10 idee di impresa finaliste, presentati a una platea di imprenditori e altri operatori economici. In questa fase saranno premiati i tre migliori progetti, e selezionati quelli che, avendo un background proveniente dal mondo della ricerca, potranno partecipare al Pni Cube, il premio nazionale degli incubatori universitari. Le idee che approdano alla seconda fase della competizione vanno dal biotech al green, dalla smart mobility all internet of things, dalle mobile app al food, dalla musica al fin tech. C è chi propone un etichetta elettronica per i vini con lo scopo di tracciarne ogni passaggio (dalla produzione al trasporto e fino allo scaffale), chi lavora alla ricostruzione di tessuti ossei, chi vuole sviluppare un servizio di bike sharing con bici e moto elettriche o chi si occupa di gastronomia artistica e catering scenografici. Francesca Candioli

13 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno FOOD VALLEY Cambia la geografia del lavoro agricolo I nuovi contadini sono bulgari e rumeni Calano extracomunitari e indipendenti, aumentano i lavoratori salariati Più 0,4% di occupati per un totale di addetti, ma sempre meno lavoratori autonomi e più dipendenti, in gran parte di origine bulgara e rumena. Di fatto la composizione del lavoro agricolo in Emilia-Romagna si caratterizza per il sensibile incremento dei salariati passati nell ultimo quinquennio dal 30 al 43,1%, a fronte di una netta diminuzione degli indipendenti che solo nel sono calati del 7,5 per cento con una flessione pari a 3 mila unità. Tra i cambiamenti da rilevare, la crescita occupazionale della componente femminile (+ 1,9%) che si afferma protagonista della multifunzionalità: agricoltura sociale, fattorie didattiche, piccola trasformazione. «Crisi economica, crollo dei prezzi alla produzione e un eccessivo carico fiscale e burocratico hanno indotto molti lavoratori autonomi, soprattutto le piccole realtà imprenditoriali, a chiudere l attività; per altri, invece, una scelta diversa: una volta affittati i terreni di proprietà, si sono ricollocati come bracc i a n t i», c o m m e n t a Confagricoltura. «È anche l effetto dell aumento dell età media degli imprenditori agricoli che porta mano a mano alla loro uscita dal lavoro osserva Coldiretti Fuoriuscita che avviene in alcuni casi con passaggio generazionale diretto, in altri con la formazione di società agricole tra proprietari ed eredi o soprattutto con trasferimenti e accorpamenti di aziende». Non a caso si è assistito ad un significativo aumento della maglia poderale e del contoterzismo. «Con la diminuzione delle forme tradizionali e familiari di impresa agricola dove, appunto, il lavoro era anche generato dalla famiglia coltivatrice aggiunge l organizzazione sindacale aumentano di conseguenza i lavoratori dipendenti». «Non sono riuscite a tenere il passo le imprese con un fatturato modesto rimarca la Cia Stagione per stagione di Barbara Bertuzzi L occupazione in agricoltura in regione Occupati in agricoltura in Emilia Romagna, Totale Maschi *Per cittadini neocomunitari si intendono Rumeni e Bulgari, entrati a far parte dell UE nel 2007 Fonte: elaborazione su dati Istat Migliaia di unità Impiego di stranieri extracomunitari e neocomunitari* in agricoltura nel Emilia Romagna Italia Numero Totale occupati (%) Totale dipendenti (%) Var. % /2012 Extra Neo Totale Dipendenti Indipendenti ,1 18,6 30,4 18,8 18,2 37,0 Senza dimenticare il fenomeno del consumo di suolo agricolo che oggi sembra essersi fortunatamente arrestato. Tuttavia, il tessuto produttivo resta importante: da un lato abbiamo imprese in grado di investire sulla qualità e sulla filiera, dall altro realtà con estensioni aumentate grazie all acquisizione di terreni da aziende dismesse ed un settore lattiero-caseario che mantiene posizioni seppur con difficoltà». Altra peculiarità nella composizione del lavoro agricolo regionale è la prevalenza di manodopera neo comunitaria, bulgara e rumena, in maniera piuttosto rilevante rispetto al resto d Italia tanto che oggi rappresenta il 18,6% dell occupazione complessiva e il 43,5% della forza lavoro dipendente (la stessa percentuale a livello nazionale si attesta sul 36,5%). Così i lavoratori bulgari e rumeni hanno sostituito nel tempo quelli extracomunitari che sono appena il 12,1% degli occupati. Si è creata una sorta di enclave, facilitata dal passaparola e da vincoli di amicizia e parentela. Molti cominciano con contratti flessibili o stagionali, magari proprio nella raccolta della frutta, e successivamente vengono assunti. Diana, 36 anni, è arrivata una quindicina d anni fa da Varna, Bulgaria. Dopo un impiego nella ristorazione, si è avvicinata all agricoltura per caso accompagnando la sorella una mattina nell azienda avicola dove lavorava. Adesso gestisce la riproduzione in un allevamento forlivese di trecento scrofe, affiancata dal veterinario. «Aiuto i lattonzoli a Coldiretti Crisi economica, crollo dei prezzi alla produzione e un eccessivo carico fiscale e burocratico hanno indotto molti lavoratori autonomi a chiudere l attività 28,3 43,5 71,8 Totale ,7 36,6 74,2-2,2-0,3-1,0 nascere, ventiquattro all anno per ogni scrofa. Però vorrei migliorare e dice arrivare sino a venticinque/ventisei». Un mestiere appreso sul campo sotto la guida dei colleghi più esperti: dalla preparazione del seme all ecografia dopo almeno ventidue giorni, fino al delicato momento del parto e persino oltre seguendo i suinetti nei primi tre mesi di vita. Alexandru, 35enne, rumeno, è nel Belpaese dal Qualche esperienza nell edilizia e nei trasporti «ma racconta erano tutti lavoretti occasionali», poi finalmente l impiego nell azienda agrituristica La Casina a Lido di Classe (Ra) fra la pineta e la foce del fiume Savio. Si occupa di manutenzione del verde e varie operazioni colturali oltre a prendersi cura dei cavalli nel centro ippoturistico. «Un po agricoltore, un po stalliere ma questo lavoro mi piace davvero e soddisfatto rivela ho raggiunto la stabilità che cercavo per me e per la mia famiglia». Corrado Sorzini ,6 18,3 12,0 12 per cento è la fetta di lavoratori extracomunitari che lavorano in Emilia-Romagna La curiosità A Formigine Gran Moro, l aceto balsamico che nasce dall integrazione Dal Marocco a Formigine per produrre aceto balsamico con l azienda Mussini, tra le prime in Italia in questo settore. È la storia di Said Moro (nella foto), arrivato nel 98 a Modena, dove da 10 anni lavora per l acetaia di Formigine, diventandone presto una delle sue colonne portanti. Tant è che oggi esiste una linea di aceto balsamico ispirata proprio a Said e alle sue origini, chiamata «Gran Moro». Un etichetta, che sta già vendendo in tutto il mondo, ottenuta dalle uve del Trebbiano e del Lambrusco, maturate all interno di batterie composte da sette vaselli di legno diverso e pregiato, dal rovere, al castagno, ciliegio, frassino, gelso, robinia e ginepro. I mosti che maturano all interno di questi contenitori assorbono così l aroma dei tannini del materiale utilizzato per costruire le botti. «La mia passione per questo prodotto si lega a quella dello sport. È lì che ho conosciuto l azienda Mussini perché pubblicizzava alcuni eventi di atletica leggera. Così ho iniziato a lavorare per loro e non mi sono più fermato» spiega Said che, non dimentica le sue origini, nel produrre l aceto che sta provando ad esportare anche in Marocco. Dove un anno e mezzo fa, grazie alla sponsorizzazione della Mussini, è riuscito a consegnare un ambulanza. «Nella nostra cucina non si usa moltissimo l aceto balsamico, ma sta prendendo piede» continua Said che si occupa anche di tradurre le etichette delle bottiglie in arabo. Francesca Candioli Il melone va scelto con il naso: le nuove varietà puntano su profumo e durata sullo scaffale L agenda 29 giugno A Parma Fiere workshop dalle 9.30 dedicato alle imprese emilianoromagnole attive nel settore della tecnologia alimentare 29 giugno A Bologna seminario sulle agevolazioni regionali per progetti di ricerca e sviluppo. Dalle 15 in via Bassanelli giugno A Ravenna al via la prima edizione della Scuola di comunicazione cooperativa di Legacoop Romagna con Giuseppe Cederna 30 giugno Scadenza delle iscrizioni sul sito di Unioncamere Emilia- Romagna per il Premio internazionale 2015 organizzato nell ambito di Expo Milano 30 giugno Seminario online sulle green technologies organizzato in Vietnam e promosso da Unioncamere Emilia- Romagna. Alle 9.30 in diretta, previa registrazione su 30 settembre Sono aperte le iscrizioni fino a fine settembre al bando promosso da Modena Confesercenti per favorire la nascita e il consolidamento di startup modenesi nei settori del commercio Ne mangiamo pochi. Dal 2007 quasi 3 chili in meno, cioè un melone e mezzo a testa. «Troppa frammentazione da Nord a Sud e scarso miglioramento varietale». È la diagnosi che fa Ettore Cagna, presidente del Comitato prodotto melone dell OI Ortofrutta Italia. A Brescello guida l azienda agricola Don Camillo, specializzata nella coltivazione e commercializzazione del dissetante frutto: 37 soci produttori, ettari coltivati e 24 mila tonnellate vendute nel. «Testiamo direttamente le nuove cultivar con screening solo su giovani di età compresa tra 12 e 16 anni. Sono loro sottolinea i compratori di domani in grado di orientare la domanda degli anni a venire». Un futuro, dunque, all insegna della qualità costante nel tempo che Cagna già immagina puntando sul Melone Charentais (2,5-3,7 euro/kg nella Gdo-Grande distribuzione; fonte Cso). «Dal profumo molto intenso precisa che ricorda Il frutto l melone è una pianta rampicante della famiglia Cucurbitaceae. I frutti si dividono in tre gruppi: cantaluopensis o cantalupio (superficie liscia, polpa giallo-arancio); reticulatus, o meloni (polpa bianca o giallo-verde, con superficie reticolata); gruppo inodorus (polpa biancastra o rosata) un po le varietà di venti anni fa». Tra le caratteristiche, la polpa di colore arancione acceso e la forma rotonda sia nella versione retata che non. «Il prodotto appena raccolto spiega viene immagazzinato ad una temperatura di 10 gradi in celle frigorifere arricchite di ozono. Ciò consente di arrestare il processo di maturazione pur mantenendo integre le caratteristiche organolettiche». Risultato: allungamento della vita a scaffale, che così arriva a 6-7 giorni. Mentre dello scarto o sottoprodotto, circa 15 mila quintali all anno, cosa ne fa? Lo trasforma in buon concime grazie ad un impianto a biogas. Sempre nel reggiano, a Novellara, da fine maggio Matteo Zarantonello raccoglie il retato della varietà precoce Tazio, «molto produttiva e vigorosa, piacevolmente dolce al palato», seguita dalla Capitol, «pezzatura elevata e polpa compatta». Lo «spicca» solo a maturazione completa quando il grado brix, zuccherino, raggiunge lo standard ottimale. Produce anche il liscio della cultivar Honey Moon, e dice: «È profumatissimo, assomiglia alla vecchia Tamaris ma è molto più resistente e pesa quasi due chili». Vende sui 2,5 euro/kg. Nella Bassa ferrarese Bruno Roveggio coltiva oramai da dieci anni soprattutto il liscio Bacir, gustoso e aromatico: «Non delude mai». Del retato conserva la varietà Macigno, forma allungata e pezzatura elevata (azienda agricola Mezzavia, prezzi sui 2 euro/kg). Tra le attenzioni da non mancare: trattamento contro gli afidi a una settimana dal trapianto e quello fogliare con zolfo e verderame ogni 10 gg. Coltivato prevalentemente nelle regioni meridionali, è il melone dalla buccia gialla detto anche vernino (sugli scaffali a partire da 1,1-1,9 euro/kg). Che sia retato, da 0,9 a 2,5 euro/kg, oppure liscio, sui 2,7-2,9 euro/kg, il melone va scelto comunque col naso.

14 14 Lunedì 29 Giugno 2015 Corriere Imprese

15 Corriere Imprese Lunedì 29 Giugno OPINIONI & COMMENTI L analisi Bcc, efficienza e merito per la riforma SEGUE DALLA PRIMA Per abbozzare una spiegazione, vale ricordare che le Bcc sono banche locali. Negli ultimi anni, il localismo non ha brillato per virtuosità: la presenza di conflitti di interesse tra gli amministratori di queste banche è spesso all origine di forti episodi di crisi, con ricadute molto pesanti (ingestibili?) per tutto il sistema Bcc. L eccesso di autonomia delle banche si è spesso tradotto in spregiudicatezza gestionale. Un altro tema cruciale riguarda l apertura del sistema Bcc al mercato: l efficienza si genera anche con il confronto. Per molti anni, il sistema Bcc è stato gestito in maniera monolitica, cercando di realizzare tutti i servizi internamente, tramite strutture di secondo livello, in controtendenza rispetto ai competitor che hanno esternalizzato il più possibile. Connaturata alla logica dell amministratore di Bcc vi è anche la difficoltà di vedere le banche come imprese che devono realizzare utili (da redistribuire, ma questo è una decisione successiva). Tutto questo, trasferito in società di gestione di servizi ha generato livelli di inefficienza interna difficili da gestire, i cui costi gravano, da ultimo sulle banche. Oggi, l autoriforma propone una maggiore centralizzazione, con un sistema di vincoli tra strutture nazionali e locali. In verità, la salvezza del credito cooperativo deve provenire solo dalla logica del merito e dell efficienza, per generare quelle risorse necessarie alle ristrutturazioni e al rafforzamento dei presidi interni. Ma al tempo stesso è ormai ineludibile aprirsi al mondo esterno, sia per i servizi che per la scelta degli amministratori: largo alla competenza, inserendo anche gli indipendenti (come baluardo contro i conflitti di interesse). Le logiche «interne» troppo spesso ricercate con una logica non dissimile a quella di un organizzazione para-politica, rischiano di far soffocare la vitalità di molte realtà bancarie che oggi operano sul nostro territorio, ma non riescono a essere valorizzate, per via di u n a m e n t a l i t à t roppo orientata alla solidarietà interna, che rischia di rappresentare un costo per tutti. Massimiliano Marzo Le lettere vanno inviate a: Corriere di Bologna Via Baruzzi 1/2, Bologna lettere@ corrieredibologna.it Fax: oppure a: andrea.rinaldi@rcs.it La risposta di Andrea Rinaldi RIMINI TROPPO OTTIMISTA MA IL PASSATO È ALLE SPALLE Piazza Affari Piquadro e Oriente Binomio interessante L intervento Credito e consorzio unico di fornitori, così ripensiamo dal basso le nostre filiere SEGUE DALLA PRIMA Igrandi player lamentano, giustamente, che i terzisti spesso non riescono a mantenere il livello di innovazione tecnologica che viene loro richiesto e che i player hanno. Per far fronte a questo problema è evidente che occorre migliorare la qualità dei prodotti e del servizio offerto dai contoterzisti. Le piccole aziende però da sole non possono riuscirci. Investire in nuovi macchinari, attrezzature, in dipendenti a elevata formazione, anche in ottimizzazioni organizzative, per una impresa di piccole dimensioni può essere uno sforzo troppo grande per le sue possibilità. Ed è per superare questa criticità che vuole intervenire Cna. In primo luogo bisogna parlare di credito alle imprese affinché possano innovare i loro impianti e di conseguenza poter proporre i loro semilavorati a prezzi più competitivi. Non voglio nemmeno accennare alla qualità perché è implicito oramai che le aziende non in grado di produrre qualità non riusciranno a rimanere nel mercato. Dunque il ruolo degli Istituti di Credito è fondamentale per sostenere le filiere. Poi bisogna migliorare la procedura nell evasione dell ordine, procedura che prevede una gestione condivisa dell ufficio tecnico dell azienda madre con il conto terzista. Infine occorre una gestione comune dell ufficio acquisti. Perché tutto questo possa avvenire con successo, le aziende player devono riferirsi a un unico soggetto, un consorzio di fornitori. Gestito da operatori Cna. In questo modo si verrebbe a costituire un unico interlocutore per le Buongiorno, mi chiamo Fabio e la scorsa settimana ho letto il vostro lungo articolo su Rimini. Vado subito al sodo e dico che sono rimasto molto perplesso. Perché? Mi è sembrato troppo ottimista. In giro in centro sono tanti i negozi chiusi, quelli che invogliavano a fare la classica «vasca» e tra i miei amici sono in tanti quelli che stanno ancora cercando lavoro, alcuni anche da più di un anno. Infrastrutture? Bello il nuovo depuratore inaugurato la scorsa settimana, ma alla prima pioggia è già scattato il divieto di balneazione. E la criminalità? Hanno chiuso per alcuni giorni per un sospetto giro di droga uno dei locali più in voga della zona porto. Fabio Caro Fabio, i fatti che lei racconta li conosciamo bene e le obiezioni che lei avanza a riguardo sono valide. La strada è ancora lunga per Rimini, non c è dubbio, ma qualche passo in avanti è stato fatto, se andiamo a vedere la situazione di qualche anno fa. Analizziamo i di Angelo Drusiani Cina, Malesia. Avamposti della strategia espansiva di Piquadro in estremo Oriente, dove, in futuro, i consumi dovrebbero accelerare in misura consistente. Soprattutto quelli legati a marchi particolari, e la bolognese Piquadro, in quest ottica, ha fama ormai consolidata. L apertura di un negozio monomarca in franchising a Kuala Lumpur, all interno delle Petronas Tower, segue di poco più di un mese analoga scelta operata a Suzhou, nella Cina orientale, città in cui vivono circa 10 milioni di persone. La politica di espansione in quella parte del globo prevede l apertura di otto nuovi negozi nella Malesia stessa, nei prossimi cinque anni. Scelta quanto mai opportuna, visto il negativo contributo sulle vendite causato dalle sanzioni applicate alla Russia per la vicenda Ucraina. Ma il bilancio chiuso a fine marzo scorso è largamente positivo. Il fatturato è salito a 67,21 milioni di euro, in aumento del 6,6% rispetto all anno precedente. Fondamentale il ruolo dell e-commerce nelle vendite. Che vedono il mercato italiano ancora dominante, poco meno del 76 per cento del fatturato stesso, con un incremento di quasi il 12% sul bilancio chiuso a marzo. Gli investimenti in ricerca e nel marketing assorbono importi consistenti e sono alla base del favorevole andamento dell azienda che affida all architetto Karim Azzabi la progettazione di tutti i punti vendita. Investimenti che producono ottimi ritorni: l utile ante imposta dell esercizio chiuso da poco è stato di 5,94 milioni di euro, che, dopo imposte, scende a 4,08 milioni. L andamento del titolo azionario, quotato da fine 2007 alla Borsa Italiana, ha naturalmente risentito negativamente del calo delle vendite a seguito delle già ricordate sanzioni alla Russia e, come gran parte delle società trattate nelle Borse d area euro, della lunga trattativa legata al debito pubblico greco. La maggior parte degli analisti ritiene il mercato borsistico italiano il più interessante, in prospettiva. Il comparto in cui opera Piquadro è considerato tra i favoriti. grandi aziende titolari del prodotto finale ed un «buon padre» per gli affiliati che distribuisca equamente il lavoro, garantendo a tutti non solo il minimo vitale per non chiudere, ma anche per aumentare investimenti ed innovazione così da reggere alla concorrenza europea e cinese, confermando le attese che i grandi player ancora hanno sui fornitori del territorio. Ecco a cosa sta lavorando Cna, per restare al titolo dell articolo di Di Vico «come sta ripensando dal basso le filiere». Cna è pronta a far fare al mondo della fornitura un salto in avanti di cultura industriale e di responsabilità, crede e percorre quotidianamente la relazione banca-impresa madre-fornitori. Crediamo che questo sia un modo di fare rappresentanza, come abbiamo fatto in 70 anni di storia Cna Bologna, come faremo nei prossimi 70 e oltre. Valerio Veronesi Presidente Cna Bologna punti. Capitolo disoccupazione: l Istat conferma che dal al è aumentato il numero degli occupati (da 134 mila a 135 mila). E la stessa Cgil ha ammesso che nel il mercato del lavoro ha tenuto e quest anno potrebbe riprendersi. Mentre, ed è sempre lo stesso sindacato a dirlo, se partissero lavori come quelli del Trc, potrebbero innescarsi investimenti per milioni di euro e occupati per È anche per questo che si sta puntando su nuove infrastrutture; secondo capitolo della sua lettera. Non solo sull asse viario o sui quartieri, ma anche sull impianto fognario, che ahimè non consentirà una piena balneazione fino al E questo con una popolazione cresciuta dai 290 mila del 2001 ai 335 mila del. Ma d altronde c era qualche amministratore che prima d ora si era curato del problema? Non mi risulta. Capitolo criminalità: la classifica del Sole 24 Ore mette Rimini al secondo posto per numero di reati denunciati. Ma c è di peggio: l infiltrazione mafiosa, su cui però le istituzioni hanno finalmente cominciato a puntare un faro. Anche se, a onor del vero, va detto che qualche imprenditore non ha esitato a lasciarsi attrarre dalla sirene dei facili guadagni. Vedasi locali la cui gestione è passata di mano in maniera troppo disinvolta Fatti e scenari Nuove insegne nel biomedicale L ex Dideco diventa Livanova con la fusione Sorin Cybertronics Sventola una nuova insegna nel cielo di Mirandola. C è scritto Livanova, nuovo nome del colosso biomedicale nato dalle nozze fra Sorin e Cyberonics. Un gruppo italo-americano da 1,3 miliardi di fatturato e 2,3 miliardi di capitalizzazione alla Borsa di Londra, dove verrà quotato a fusione conclusa. Leader al mondo nelle macchine per cardiochirurgia. Gli ex azionisti italiani avranno il 46%, gli americani il 54. Tratteggiandone il perimetro, però, i nuovi padroni hanno annunciato che le sedi saranno tre, una in Usa, una in Francia e una a Mirandola. La storia mirandolese di quel che fu fino a ieri Sorin è alquanto tormentata. Il gruppo ex Snia e quindi ex Fiat divenne un big quando comprò Dideco e Bellco, due cimeli storici, culla del distretto. Nel 2012 Bellco fu ceduta al fondo Charme di Luca Montezemolo, mentre la capogruppo finì agli attuali azionisti finanziari Mittel e Equinox. La ruota dei capitali gira, Mirandola resta. Per quanto ancora? Biomedicale Il logo della Sorin fuori dalla sede di Mirandola Furti di identità e frodi digitali Con 240 casi segnalati Bologna è tra le città più a rischio Se siete maschio, avete fra i 40 e i 50 anni e abitate a Bologna avete sempre più probabilità di finire vittima di furti d identità o frode creditizia. Il capoluogo emiliano, con 240 casi segnalati, è 23esima fra le città a più alto rischio, in una classifica capeggiata da Napoli. La regione nel suo complesso è ottava con crimini, pari al 5% del totale nazionale. Secondo l Osservatorio Crif, che da 20 anni monitora il fenomeno, nel i casi accertati sono stati , con un danno economico totale di 171 milioni di euro. Ma si tratta di cifre «abbondantemente sottostimate» poiché gran parte dei reati non viene denunciata, e spesso a lungo ignorata dalle stesse vittime. L altra novità degli ultimi anni è l impennata dell importo medio sottratto. E prepariamoci a nuovi record futuri, ammonisce Crif, poiché l esplosione di «Internet delle cose» offrirà innumerevoli nuove occasioni ai professionisti del crimine informatico. IMPRESE A cura della redazione del Corriere di Bologna Direttore responsabile: Armando Nanni Caporedattore centrale: Gianmaria Canè Editoriale Corriere di Bologna s.r.l. Presidente: Alessandro Bompieri Amministratore Delegato: Massimo Monzio Compagnoni Sede legale: Via Cincinnato Baruzzi, 1/ Bologna Testata in corso di registrazione presso il Tribunale Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Armando Nanni Copyright Editoriale Corriere di Bologna s.r.l. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. Stampa: RCS Produzioni Milano S.p.A. Via R. Luxemburg Pessano con Bornago - Tel Diffusione: m-dis Spa Via Cazzaniga, 19-2 Milano Tel Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. Dir. Communication Solutions Via Rizzoli, 8-2 Milano Tel Pubblicità locale: SpeeD Società Pubblicità Editoriale e Digitale S.p.A. Via E. Mattei, Bologna Tel Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, Art.1, c.1, DCB Milano Supplemento gratuito al numero odierno del Direttore responsabile Luciano Fontana

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