Si può definire febbre: una una temperatura orale > 37,2 C al mattino o una temperatura pomeridiana >37,7 C. Le temperature rettali sono di solito

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1 Febbre DEFINIZIONE Rialzo della temperatura corporea che supera le normali variazioni giornaliere e si manifesta insieme all aumento aumento del punto di regolazione ipotalamico.

2 Si può definire febbre: una una temperatura orale > 37,2 C al mattino o una temperatura pomeridiana >37,7 C. Le temperature rettali sono di solito più alte di 0,4 C C rispetto a quelle registrate nel cavo orale.

3 termoregolazione meccanismi che permettono all'organismo di mantenere costante la temperatura corporea. temperatura corporea temperatura corporea meccanismi di dispersione del calore (Termolisi) - vasodilatazione cutanea - sudorazione sistemi di produzione di calore (Termogenesi) - principalmente contrazione muscolare L'equilibrio di tali processi viene controllato dal centro termoregolatore ipotalamico (situato nella regione preottica dell'ipotalamo anteriore), che è in grado di elaborare le informazioni provenienti dalla periferia e di fornire le risposte adeguate.

4 Febbre: : il termostato ipotalamico è regolato in alto ed i neuroni nel centro vasomotorio sono attivati Vasocostrizione (mani e piedi); deviazione del sangue dalla periferia agli organi interni, diminuisce la dispersione di calore dalla cute e la persona sente freddo. Brividi: produzione di calore da parte dei muscoli, Aumento della produzione di calore da parte del fegato (incremento attività metabolica) Istinti di comportamento (indossare vestiti, mettersi a letto) riducono la superficie corporea e aumentano la t corporea.

5 Questi processi continuano sino a quando la t del sangue che irrora l ipotalamo l non coincide con la nuova soglia del termostato. Quando il termostato ipotalamico è regolato a più basse temperature, si attiva il processo di dispersione del calore con vasodilatazione e sudorazione. Questi processi continuano sino a quando la t a livello ipotalamico non coincide con la soglia più bassa.

6 La febbre risposta dell organismo a diverse situazioni patologiche dovute alla capacità di produrre citochine come adattamento ad eventi stressanti (traumi, infiammazioni, neoplasie).

7 Infezioni, Infiammazioni, Tossine, Stress, Induttori vari (pirogeni endogeni ed esogeni) Cellule immunitarie e connettivali CITOCHINE PIROGENE ORGANI CIRCUMVENTRICOLARI (rete di capillari che circonda i centri regolatori ipotalamici) Produzione PGE2 Innalzamento della temperatura stabilita dall'ipotalamo (Reset ipotalamico) Aumento termogenesi, Diminuzione termolisi FEBBRE

8 Pirogeni esogeni:prodotti microbici, tossine o interi microrganismi. Il classico esempio è rappresentato da endotossina lipopolisaccaridica dei batteri gram negativi endogeni:citochine pirogene (IL-1, IL-6, TNF, IFN

9 Il monitoraggio della temperatura corporea nel tempo può essere visualizzato graficamente attraverso la curva termica. A seconda dell'andamento di quest 'ultima, si identificano i seguenti tipi di febbre: Febbre intermittente: quando tra un rialzo termico ed il successivo la temperatura torna su valori normali (Sepsi,Ascessi, Peritonite,Infezioni batteriche) Febbre remittente: quando tra un rialzo termico ed il successivo la temperatura si abbassa senza raggiungere valori normali Febbre continua: la temperatura si mantiene costantemente al di sopra della norma con oscillazioni non superiori a 0.5 C

10 Approccio al paziente febbrile Un anamnesi particolareggiata assume notevole importanza: Ordine cronologico di comparsa dei sintomi Uso di farmaci Interventi chirurgici Anamnesi lavorativa(contatti con animali, esposizione a sostanze tossiche,agenti infettivi) Anamnesi relative all area area geografica - provenienza etnica Abitudini alimentari (es. carni crude, latte non pastorizzato, Allergie Anamnesi familiare (tbc,malattie infettive, connettiviti)

11 Esame obiettivo L esame quotidiano deve essere condotto sino a quando non sia stata posta diagnosi certa. Particolare attenzione ad esame di: pelle linfonodi occhi sistema cardiovascolare, del torace, dell addome, del sistema muscolo scheletrico e del sistema nervoso esplorazione pelvica e rettale

12 Indagini di laboratorio e strumentali Esame emocitometrico Accertamenti microbiologici (esami colturali di materiale prelevato dal paziente; es faringe, ano, uretra, escreato, sangue-emocoltura) emocoltura) Striscio di sangue periferico e VES se lo stato febbrile è grave e protratto Esame delle urine Elettroliti,glicemia,azotemia, creatininemia Esame radiografico del torace nella malattia febbrile significativa.

13 Nella maggior parte dei casi: il paziente guarisce spontaneamente (per lo più di origine virale) oppure anamnesi, esame obiettivo ed indagini di laboratorio consentono di formulare una diagnosi.

14 Quando la febbre prosegue per 2-32 settimane e ripetuti esami e indagini di laboratorio non consentono di formulare una diagnosi, viene posta la diagnosi provvisoria di febbre da causa ignota o indeterminata.

15 Diagnosi di FUO (fever of unknown origin) Temperatura pari o superiore a 38,3 C riscontrata in più occasioni Durata della febbre superiore a 3 settimane Impossibilità di formulare una diagnosi dopo una settimana di accertamenti in un paziente ricoverato

16 Diagnosi differenziale L ipertermia è caratterizzata da una soglia di regolazione inalterata del centro termoregolatore combinata con un incremento incontrollato della t corporea che eccede la capacità corporea di disperdere calore. Le principali cause sono: Colpo di calore (esercizio fisico in ambienti con valori di t e umidità troppo elevati) Ipertermia da farmaci (amfetamine, cocaina, antidepressivi triciclici) Sindrome maligna da neurolettici Ipertermia maligna (da inalazione di anestetici, succinilcolina) Endocrinopatie (tireotossicosi, feocromocitoma)

17 E molto importante distinguere tra febbre e ipertermia, poiché l ipertermia può essere rapidamente fatale ed inoltre non risponde agli antipiretici. Oltre ai dati anamnestici che aiutano nella diagnosi differenziali, l esl obiettivo talora aiuta (cute calda ma anche secca; dilatazione pupillare, rigidità muscolare.

18 Il trattamento della febbre è indicato soprattutto in alcuni tipi di pazienti. Infatti la febbre incrementa il fabbisogno di O 2 e quindi può aggravare infatti una preesistente insufficienza cardiaca, cerebrovascolare o polmonare. Una temperatura elevata può indurre alterazioni mentali nei pazienti con malattia cerebrale organica. I bambini con anamnesi di convulsioni febbrili dovrebbero essere trattati aggressivamente per ridurre la febbre.

19 Terapia della febbre Terapia antipiretica non dotata di effetto antinfiammatorio: paracetamoloo Terapia antipiretica dotata di effetto Antinfiammatorio: fans steroidi

20 Farmaci antipiretici non dotati di effetto antiinfiammatorio: PARACETAMOLO (Acetaminofene( Acetaminofene) Azione antipiretica attraverso l'inibizione dell'enzima cicloossigenasi con conseguente diminuzione della produzione di PGE2 Poiché tale effetto per le caratteristiche del farmaco si evidenzia soltanto a livello cerebrale, il paracetamolo è privo di effetti antinfiammatori sistemici. Farmaci antipiretici dotati di effetto antinfiammatorio: ASPIRINA, NIMESULIDE, KETOPROFENE, ECC. A differenza del paracetamolo, inibiscono l'enzima cicloossigenasi in tutti i distretti dell'organismo. Per questa ragione sono dotati anche di una spiccata azione antinfiammatoria. Steroidi: il loro impiego è estremamente limitato per il loro effetto immunodepressivo: sono controindicati, salvo particolari eccezioni, soprattutto negli stati febbrili dovuti ad infezioni

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