IL DDL DELEGA PER LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE, DELL IMPRESA SOCIALE E DEL SERVIZIO CIVILE
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- Marcello Napolitano
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1 IL DDL DELEGA PER LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE, DELL IMPRESA SOCIALE E DEL SERVIZIO CIVILE A cura di Serena Bitossi, Responsabile Ufficio Giuridico Societario e Fiscale Legacoop Toscana ITER LEGISLATIVO *** Si è concluso ieri 25 maggio 2016 con l approvazione in seconda lettura alla Camera, l iter legislativo del Disegno di legge delega per la Riforma del Terzo Settore, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Entro 12 mesi dall entrata in vigore del DDL Delega, il Governo su proposta del Ministero del Lavoro di concerto con MEF sentiti i Ministeri interessati dovrà emanare i Decreti Legislativi delegati. Entro 12 mesi dall entrata in vigore dei Decreti Legislativi delegati potranno essere emanati Decreti Legislativi integrativi e correttivi. 1 L attuazione della Riforma si completerà con l emanazione di alcuni decreti ministeriali: tra questi, in particolare, il DM Lavoro entro 60 giorni dall entrata in vigore dell ultimo DLgs delegato, per definire i termini e le modalità per il concreto esercizio della vigilanza, del monitoraggio e controllo sugli enti del Terzo settore. La presente nota illustra le linee del DDL Delega, attraverso le quali si svilupperà la Riforma del Terzo Settore. DEFINIZIONE DI TERZO SETTORE (ART. 1) Fanno parte del Terzo Settore (criteri): - gli enti privati o senza scopo di lucro o che perseguono finalità civiche, solidaristiche, e di utilità sociale o che realizzano attività di interesse generale in attuazione del principio di sussidiarietà Le attività di interesse generale, proprie del Terzo settore, possono essere realizzate mediante forme di azione volontaria e gratuita (volontariato) o di mutualità (associazionismo) o di produzione e scambio di beni e servizi (cooperative/impresa sociale) Non fanno parte del Terzo Settore (esclusione espressa): - le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati e le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche - le fondazioni bancarie OGGETTO DELLA DELEGA (ART 1) I DLgs delegati avranno il compito di: - CIV: Riforma disciplina GENERALE Associazioni e Fondazioni e altre istituzioni private senza scopo di lucro, persone giuridiche riconosciute e non riconosciute modifica Libro Primo Titolo II c.c. - CIV/TRIB: Revisione disciplina SPECIALE Enti del Terzo Settore redazione Codice del Terzo Settore o Enti Terzo settore in generale o Ed in particolare:! Attività di volontariato
2 ! Promozione sociale! Mutuo soccorso! Impresa sociale - CIV: Revisione disciplina del Servizio Civile Nazionale PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI GENERALI PER TUTTI I DLGS DELEGATI (ART 2) Criteri generali sia per le nuove norme del codice civile sulle associazioni e fondazioni in generale, sia per le nuove norme sugli enti del terzo settore: - Riconoscere e favorire l associazionismo come strumento di attuazione dei principi costituzionali di partecipazione democratica, solidarietà, sussidiarietà, pluralismo; - Riconoscere e favorire l iniziativa economica privata nel terzo settore, come strumento di tutela dei diritti civile e sociali; - Assicurare l autonomia statutaria degli enti; - Semplificazione normativa, coerenza logica giuridica e sistematica. 2 PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI SPECIFICI: ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI IN GENERALE (ART 3) Criteri specifici per le nuove norme sulla personalità giuridica e sul funzionamento di TUTTE LE ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI, facenti parte del Terzo settore oppure no: - Semplificazione del procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica degli enti, Definizione delle indicazioni statutarie obbligatorie, Obblighi di trasparenza e informazione verso terzi tra cui la pubblicità di atti e bilanci (anche sul sito), Disciplina della conservazione del patrimonio dell ente. - Regime di responsabilità limitata delle persone giuridiche, e Regime di responsabilità degli amministratori da stabilire in base a specifici parametri tra cui il rapporto tra Patrimonio e Indebitamento, nel rispetto del principio di certezza dei rapporti con i terzi e di tutela dei creditori. - Rispetto dei diritti degli Associati (diritti di informazione, partecipazione, impugnazione delle delibere), Rispetto delle prerogative dell Assemblea (limiti alla raccolta delle deleghe in assemblea). - Disciplina del procedimento delle fusioni e trasformazioni omogenee tra associazioni e fondazioni, nel rispetto del principio generale di trasformabilità tra enti collettivi diversi. - ALLE ASS/FOND CHE ESERCITANO STABILMENTE E PREVALENTEMENTE ATTIVITA D IMPRESA: applicazione in quanto compatibili delle norme sulle Società (di persone, di capitali e cooperative), in coerenza con il regime fiscale. PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI SPECIFICI: ENTI DEL TERZO SETTORE (ART 4) La delega comprende il riordino e la revisione organica della disciplina vigente in materia di enti del Terzo Settore, mediante la redazione di un Codice per la raccolta e il coordinamento di tali norme. Criteri specifici per le nuove norme relative agli ENTI DEL TERZO SETTORE: - Definire un corpo di norme comuni a tutti gli enti del terzo settore; - (REQ.) Elenco delle attività di interesse generale caratterizzanti il Terzo Settore (da aggiornare con DPCM su proposta Min. Lavoro), da individuarsi tra quelle con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, e sulla base dei settori già previsti dalle leggi speciali sulle ONLUS e sulle imprese sociali. Differenziazione delle attività di interesse generale in base alla tipologia di ente.
3 Lo svolgimento di una delle attività dell elenco, e l ampiezza delle condizioni di accesso per i beneficiari, saranno requisiti per beneficiare delle agevolazioni, e soggetto a vigilanza. - (REQ.) Forme di organizzazione, amministrazione e controllo degli enti ispirate a principi di democrazia, partecipazione (di associati e lavoratori), eguaglianza e pari opportunità, nonché trasparenza ed economicità della gestione. Strumenti idonei a garantire i diritti degli associati e dei lavoratori. Differenziazione in base alla peculiarità della compagine e della struttura associativa. - (REQ.) Divieto di distribuzione anche indiretta di utili, avanzi di gestione e patrimonio, FATTA ECCEZIONE PER LE IMPRESE SOCIALI (su cui vedi sotto). - Distinzione delle poste contabili in base al perseguimento dell'oggetto sociale; Criteri di strumentalità agli scopi istituzionali dell eventuale ATTIVITÀ DI IMPRESA NON STABILE E NON PREVALENTE. - Obblighi di controllo interno e di rendicontazione. - Verifiche periodiche dell attività svolta e delle finalità perseguite. - Lotta al dumping contrattuale a danno del settore attraverso l'introduzione del principio per cui occorre garantire, negli appalti pubblici, condizioni economiche non inferiori a quelle previste dai CCNLL adottati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. - Al fine di garantire l'assenza degli scopi lucrativi, deve essere promosso un principio di proporzionalità tra i diversi trattamenti economici dei dipendenti e devono essere disciplinati, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza, i limiti e gli obblighi di pubblicità relativi agli emolumenti, ai compensi o ai corrispettivi a qualsiasi titolo attribuiti ai componenti degli organi di amministrazione e controllo, ai dirigenti nonché agli associati. - Ruolo degli enti nella programmazione territoriale dei servizi socio-assistenziali, culturali e ambientali; Criteri per l affidamento dei servizi di interesse generale agli enti del terzo settore. - Riconoscimento delle aggregazioni di Terzo settore attraverso la valorizzazione delle reti associative di secondo livello, intese quali organizzazioni che associano enti del Terzo settore, anche allo scopo di accrescere la loro rappresentatività presso i soggetti istituzionali. - Coordinamento delle politiche in materia di Terzo Settore alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. - Registro Unico nazionale del Terzo Settore da istituire presso il Min. Lavoro: o Nuovo sistema di registrazione degli enti e dei loro atti di gestione o Accessibile ai terzi anche con modalità telematiche o Suddiviso in sezioni. Prevedere al suo interno i registri regionali volontariato e aps o Requisiti oggetto sociale, governance, utili, da possedere ai fini dell iscrizione (vedi sopra REQ.). o Iscrizione obbligatoria per enti che si avvalgono di finanziamenti pubblici stabili/prevalenti, o che esercitano attività in regime di convenzione/accreditamento con enti pubblici, o che beneficiano di agevolazioni/sostegno economico previsto per gli enti del terzo settore. o Indicazione dei casi in cui è richiesta la info/cert. antimafia 3 ENTI DEL TERZO SETTORE: PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI SPECIFICI PER VOLONTARIATO/APS/SMS (ART 5) - Armonizzazione e coordinamento delle discipline su VOLONTARIATO e PROMOZIONE SOCIALE, secondo principi di gratuità, democraticità e partecipazione; Riconoscimento della specificità delle organizzazioni di VOLONTARIATO di cui alla l. 266/1991 e di quelle della protezione civile, all interno del terzo Settore; - Revisione dei centri di servizio per il VOLONTARIATO di cui alla L. 266/1991; Controllo sull attività dei centri servizi per il volontariato attraverso organismi regionali (DM LAVORO); Diffusione della cultura del VOLONTARIATO nelle scuole.
4 - Tutela dello status di volontario all interno del TERZO SETTORE, criteri e limiti al rimborso spese per le attività dei volontari, preservandone il carattere di gratuità ed estraneità alla prestazione lavorativa; - Soppressi gli organismi nazionali del volontariato, arriva il Consiglio Nazionale del TERZO SETTORE, organismo consultivo, ruolo delle reti associative di secondo livello; - SOCIETA DI MUTUO SOCCORSO: prevedere un regime transitorio per le sms già esistenti che non vorranno adeguarsi alla riforma, ma che vorranno continuare ad operare come associazioni senza fini di lucro, e in quel caso definire le condizioni per il mantenimento del patrimonio, da destinare comunque al raggiungimento di finalità solidaristiche. ENTI DEL TERZO SETTORE: PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI SPECIFICI PER IMPRESE SOCIALI (ART 6) L'inserimento «ope legis» dell'impresa sociale nel Terzo settore è compensata da una definizione più stringente e da maggiori vincoli nell'utilizzo degli utili. 4 - Definizione di impresa sociale come: o organizzazione privata o che svolge attività di impresa o per finalità civiche, solidaristiche, e di utilità sociale o allargamento elenco dei settori di attività per l impresa sociale, seppure nell ambito delle attività di interesse generale del terzo settore o destinazione degli utili prioritariamente e prevalentemente al conseguimento dell oggetto sociale, e per il resto è soggetta a limiti (vedi sotto) o modalità di gestione trasparenti e responsabili o coinvolgimento di dipendenti, utenti, stakeholders o in quanto sopra, fa parte degli enti del terzo settore - COOPERATIVE SOCIALI qualificate come imprese sociali di diritto - Destinazione degli utili: o Prevalentemente a oggetto sociale, o Remunerazione del capitale sociale soggetta a condizioni e limiti, e comunque non oltre i limiti massimi previsti per le CMP (non è un analogia con le CMP, è solo un parametro) o Divieto di ripartire avanzi di gestione agli enti per cui è escluso per legge (ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI libro primo c.c.), anche se sono imprese sociali - Obbligo di redazione del bilancio ex artt ss. c.c. (bilancio delle spa) in quanto compatibili - Obblighi di trasparenza e limiti alla remunerazione delle cariche sociali e dei dirigenti - Nuova definizione (e graduazione, per favorire le categorie più svantaggiate come i disabili) delle categorie di lavoratori svantaggiati, tenendo conto delle nuove forme di esclusione sociale - Possono essere amministratori di imprese sociali le persone indicati da amministrazioni pubbliche e da altre imprese private (salvo i ruoli di Presidente, direttore, membro di organo di controllo) - Coordinamento delle attività per le imprese sociali con quelle per le ONLUS - Nomina di uno o più sindaci terzi sin dalla costituzione dell ente, con compiti ex 2403 primo comma c.c. e anche con riferimento al DLgs. 231/2001 VIGILANZA MONITORAGGIO E CONTROLLO ENTI TERZO SETTORE, COMPRESE IMPRESE SOCIALI (ART 7) - DM lavoro entro 60 giorni dall entrata in vigore dell ultimo DLgs delegato, su termini e le modalità di vigilanza
5 - Le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sul Terzo settore (incluse le imprese sociali) sono attribuite alla competenza del Ministero del lavoro, in collaborazione con i ministeri interessati e con l Agenzia delle Entrate, e con il coinvolgimento del Consiglio nazionale del Terzo settore. - Le funzioni di coordinamento e indirizzo vanno in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Forme di autocontrollo da parte delle reti associative di secondo livello o dei centri servizi di volontariato accreditati, e divulgazione cdelle attività svolte dagli enti del terzo settore - Dal Ministero del Lavoro linee guida sulla redazione del bilancio sociale e sui sistemi di valutazione dell impatto sociale degli enti del terzo settore, anche in attuazione dei criteri direttivi di riforma del terzo settore relativi alle modalità per la verifica dei risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni da parte degli enti affidatari di servizi d interesse generale quali socio assistenziali, culturali e ambientali. - Il Ministero del lavoro relaziona alle Camere entro il 30/6 di ogni anno sullo stato di attuazione del sistema di registrazione del registro unico nazionale del terzo settore, e sull attività di vigilanza svolta nei confronti degli enti del terzo settore 5 MISURE FISCALI E DI SOSTEGNO ECONOMICO (ART 9) Introdurre misure agevolative e di sostegno economico in favore degli enti del Terzo settore e di riordino e armonizzazione della relativa disciplina tributaria e delle diverse forme di fiscalità di vantaggio. - Revisione complessiva della definizione di ente non commerciale ai fini fiscali connessa alle finalità di interesse generale perseguite dall ente (da collegare con i criteri direttivi di riforma del terzo settore relativi ai casi in cui l attività di impresa non prevalente e non stabile è finalizzata alla realizzazione degli scopi istituzionali). Gli enti del terzo settore rientrano in gran parte nella categoria fiscale dell'ente non commerciale: gli enti non commerciali sono quelli (pubblici o privati) diversi dalle società, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali. La qualifica dell'ente va verificata in relazione all'attività essenziale che viene svolta per il raggiungimento degli scopi dell'ente, facendo riferimento sia all'oggetto determinato in base alla legge, all'atto costitutivo o allo statuto, sia, in mancanza di questi, all'attività effettivamente esercitata. - Regime tributario di vantaggio in base a: o Finalità civiche solidaristiche e di utilità sociale dell ente o Divieto di ripartizione anche indiretta di utili e avanzi di gestione o Impatto sociale delle attività svolte dall ente - Deducibili/detraibili le erogazioni liberali a favore degli enti del terzo settore - Completamento riforma del 5 per mille, criteri di accreditamento, accelerazione dell erogazione dei contributi, pubblicità delle risorse - Razionalizzazione dei regimi fiscali e contabili semplificati degli enti del terzo settore - PER LE IMPRESE SOCIALI: raccolta capitali di rischio con portali telematici, agevolazioni per favorire investimenti di capitale - Fondo per il sostegno di attività di interesse generale promosse dalle organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni, presso il Ministero del lavoro - Diffusione dei titoli di solidarietà e altre forme di finanza sociale - Assegnazione agli enti del terzo settore di immobili pubblici non utilizzati e immobili/mobili confiscati - Agevolazioni per il trasferimento di beni patrimoniali a enti del terzo settore - Revisione della disciplina delle ONLUS: o Ridefinizione delle attività istituzionali e delle attività connesse o Divieto di distribuzione anche indiretta di utili e avanzi di gestione o Fatte salve le condizioni di maggior favore relative a COOPERATIVE SOCIALI, organizzazioni di VOLONTARIATO, ONG.
6 PRINCIPI E CRITERI DIRETTIVI SPECIFICI PER SERVIZIO CIVILE (ART 8) - finalizzato alla difesa non armata della patria e alla promozione dei valori costituzionali - programmazione triennale, giovani da 18 a 28 anni anche stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, bando e selezione pubblici - status giuridico diverso dal rapporto di lavoro, no tax - sistema: o lo stato programma, organizza, accredita, controlla o le regioni sono coinvolte nella realizzazione dei programmi o gli enti pubblici e gli enti del terzo settore realizzano i programmi - criteri di accreditamento degli enti del servizio civile - semplificazione del controllo e della riscossione dei contributi - durata del servizio civile da 8 mesi a 1 anno - valorizzazione del periodo servizio civile nei percorsi di lavoro e di studio - revisione della Consulta nazionale per il Servizio civile, quale organismo di consultazione, riferimento e confronto per l'amministrazione, sulla base del principio di rappresentatività di tutti gli enti accreditati, anche con riferimento alla territorialità e alla rilevanza per ciascun settore di intervento 6 FONDAZIONE ITALIA SOCIALE (ART 10) - Disciplinata dal c.c., leggi speciali e statuto. Senza obbligo di conservazione del patrimonio né di remunerazione degli investitori. Tutti gli atti connessi alle operazioni di costituzione della Fondazione e di conferimento e devoluzione alla stessa sono esclusi da ogni tributo e diritto e vengono effettuati in regime di neutralità fiscale. - Fondazione di diritto privato con finalità pubbliche che, mediante l'apporto di risorse finanziarie e competenze gestionali, avrà il compito di sostenere, attrarre e organizzare iniziative filantropiche e gli strumenti innovativi di finanza sociale. Eroga risorse e competenze - Gli interventi innovativi, che la Fondazione è chiamata a sostenere, sono definiti dal comma 1, come interventi caratterizzati dalla produzione di beni e servizi con un elevato impatto sociale e occupazionale e rivolti, in particolare, ai territori e ai soggetti più svantaggiati. - Per quanto riguarda l'impiego di risorse provenienti da soggetti privati, la Fondazione dovrà rispettare il principio di prevalenza, svolgendo una funzione sussidiaria e non sostitutiva dell'intervento pubblico Investimenti anche per la diffusione dei modelli di welfare integrativi, del microcredito e della finanza sociale - Relazione alle Camere entro il 31/12 di ogni anno
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