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1 Il sole Sorge Tramonta Il 1. alle alle l 11 alle alle il 21 alle alle La luna Tramonta Sorge il 1. alle alle l 11 alle alle il 20 alle alle Il 1 febbraio si hanno 10 h di luce solare e il h e 13 m. guadagnando 73 m di luce.

2 Febbraio 1 Mercoledì s. Verdiana Luna crescente Terzo giorno della merla Tempo in peggioramento Neve a quote basse Ierii accadde:: Con testamento dell 1 febbraio 1892 il sacerdote Angelo Franzini, fu Giuseppe e Elisabetta Cominassi dispone tra l altro, che entro sei mesi dalla sua morte siano pagate senza frutto, in mano del sig.prevosto locale L.1200 da dispensare ai poveri del paese e agli infermi più bisognosi. 2 Giovedì La Candelora Presentazione di Gesù al tempio 3 Venerdì s. Biagio Invocato contro le malattie della gola, tosse convulsa, protettore dei laringoiatri 4 Sabato s. Gilberto 5 Domenica s. Agata Protettrice delle balie e delle nutrici, delle puerpere, dei fonditori di campane e commercianti di tessuti Ierii accadde Il 5 febbraio 1889 nasce a Gardone Guglielmo Arnaboldi di Luigi Vittorio. Con il fratello Achille si avvicina al socialismo e, in breve tempo, assume nel movimento importanti cariche. Vice presidente della Biblioteca Popolare, nel 1914 è eletto conigliere comunale ed entra come assessore effettivo nella Giunta Rossa. Nel 1915 è internato per aver letto il quotidiano socialista Avanti. Nel dopoguerra continua l attività politica fino all avvento del Fascismo. Nel 1926 si trasferisce a Roma a capo di una squadra di tecnici della Breda Armi. Muore nel Lunedì s. Dorotea Protettrice dei giardinieri e dei fiorai 7 Martedì s. Teodoro martire Protettore dei militari, delle reclute e anche dei ladri

3 Luna piena alle ore Maltempo con basse temperature Piogge diffuse e neve sui monti 8 Mercoledì s. Girolamo Emiliani 9 Giovedì s. Apollonia Protettrice dei denti e dei dentisti 10 Venerdì s. Scolastica Protettrice dai fulmini, dalle tempeste e dagli uragani 11 Sabato Nostra Signora di Lourdes Ierii accadde L 11 febbraio 1663 un diverbio tra alcuni gardonese provoca una zuffa brutale, fortunatamente senza morti. Ma la gran lite precipitò tutto il paese in uno stato di guerra civile, con bastonate, urla, risse, confusione e gran chiasso. 12 Domenica s. Damiano 13 Lunedì s. Maura 14 Martedì s. Valentino martire protettore degli innamorati Ultimo quarto di luna alle ore Alta pressione con nuvolosità irregolare Nebbie 15 Mercoledì ss. Faustino e Giovita Patroni della città di Brescia 16 Giovedì s. Giuliana di Nicomedia vergine Protettrice dalle malattie contagiose Giovedì Grasso si brucia la vecchia 17 Venerdì s. Donato martire 18 Sabato s. Simeone Ierii accadde

4 La sera del 18 febbraio 1661 Lorenzo Chinelli, G. Maria Franzini e Marco della Cisterna rimangono vittime di un attentato, ordito contro di loro secondo la voce comune dei contemporanei da Giulio Rampinelli. Nessun morto ma tutti rimangono feriti in modo più o meno grave. 19 Domenica s. Tullio Il sole lascia il segno dell Acquario ed entra in quello dei pesci 20 Lunedì s. Silvano Protettore contro la lebbre 21 Martedì s. Pier Damiani Protettore dall emicrania Martedì grasso ( ultimo giorno di carnevale) 22 Mercoledì s. Margherita Le Ceneri (inizio Quaresima) 23 Giovedì s. Policarpo Il sole alle lascia il segno del Capricorno ed entra in Acquario Luna nuova alle ore Piogge scarse nebbie Schiarite e poi piogge sparse e intense con neve a quote basse 24 Venerdì s. Sergio patrono dei militari Ierii accadde Nella riunione del 24 febbraio 1742 il Consiglio generale di Sarezzo approva la proposta degli abitanti del piccolo borgo di Ponte Zanano ch intendono costruire ua chiesetta nel loro paesino. Promotore e finanziatore dell opera in realtà è il gardonese Michele Rampinello che anche attraverso le famiglie dei suoi congiunti ha vaste proprietà nella zona. Ma nonostante il favorevole voto dell assemblea saretina, la chiesetta non si costruisce 25 Sabato s. Cesario Termine del Carnevale Ambrosiano 26 Domenica s. Vittorio

5 27 Lunedì s. Nestore 28 Martedì s. Romano abate 29 Mercoledì s. Giusto Ierii accadde Il 28 febbraio 1938, alle prime ore del mattino, muore il prevosto Giacomo Zanetti, guida spirituale ella popolazione dal 4 settembre Durante gli anni del suo parrocchiano ha dedicato particolare attenzione allo sviluppo delle istituzioni oratoriale, al rinnovamento elle strutture parrocchiali e al decoro della prepositurale di S. Marco. Oratore fecondo e sacerdote di elevate virtù fu amato e pianto da tutti i gardonesi

6 Il Santo del mese S. BIAGIO DI SEBASTE 3 febbraio Protettore della gola come si può vedere dalla popolare iconografia in cui è raffigurato mentre guarisce un bambino incrociandogli due candele sul collo e ancor oggi in occasione della sua ricorrenza si ripete la suggestiva cerimonia. Era vescovo di Sebaste, in Armenia, e subì il martirio sotto Licinia ( ). Si era rifugiato in una caverna, dove guariva con un segno di croce gli animali ammalati. Scoperto ed arrestato, in carcere continuò a guarire quelli che gli si presentavano. Una donna gli portò un bambino che aveva una lisca di pesce conficcata in gola, e lui lo sanò. Una donna aveva visto il suo unico maialino portato via da un lupo; il Santo glielo fece riavere e lei per riconoscenza gli portò cibo e candele. Biagio, commosso, ler chiese di offrirne una ogni anno nella chiesa che gli sarebbe stata dedicata dopo morto. Dopo aver subito la tortura tramite una specie di pettine di ferro ( lo strumento dei cardatori, dei quali è patrono), finì decapitato.

7 Proverbi del mese A San Faustì èl sul èl bat sö töcc i dusilì A San Faustino il sole batte su tutte le ripe Per S. Faustì metà pa e metà vì Per S. Faustino non bisogna aver consumato più della metà delle provviste San Faustì mércant dé vì / mércant dé nef San Faustino mercante di vino / mercante di neve Per San Faustì l oca la fa l nì Per S. Faustino l oca cerca il nido A la Madona de la seriöla da l inverno som za föra Alla Candelora siamo finalmente fuori dall inverno San Pàol ciar, scura la Candelóra, l inverno l fa mia piö pora Se il giorno di San Paolo (25 gennaio) il tempo è migliore di quello della Candelora l inverno sta per finire Quando l sul èl bat söla candéla ghe sarà na bèla primaéra Una giornata di sole alla Candelora annuncia una bella primavera Sant Antone dèla barba bianca, s èl fioca mia poc ghe manca San Antonio (17 gennaio) dalla barba bianca, se non nevica poco ci manca Sant Antone e San Faustì gli ultim mèrcanc dè nef Sant'Antonio e San Faustino gli ultimi mercanti di neve A santa Agnés la lözèrta l è fò dala ses A santa Agnese (21 gennaio) la lucertola è fuori dalla siepe

8 Zenér èl fa i poncc, febrér i a romp Gennaio fa i ponti di ghiaccio, febbraio li rompe A la fì dè zenér ghe piö galine nel polér Alla fine di gennaio non vi sono più galline nel pollaio A la fì dè zenér ghè öt èl pursil e sé öda l polér Alla fine di gennaio i porcili sono ormai vuoti e si vuotano anche i pollai La néf dè zenér, la mpienés èl granèr La neve di gennaio riempie il granaio Se zenèr nò zenerèza, febrér l trà na gran scorèza Se a gennaio non farà freddo, il tempo si sfogherà in gennaio Tra l an èc e l an noèl l è facil lasaga la pèl Nei primi giorni dell anno è facile abbandonare il nostro mondo

9 LE PIANTE DELLA SALUTE GINEPRO (Juniperus communis) Arbusto cespuglioso ramificato appartenente alla famiglia delle conifere è frequente nei boschi, pascoli incolti e dirupi, ha foglie lineari e pungenti rade e riunite a tre con fiori maschili in amenti globosi, femminili verdi e coccole turchine sferoidali. Se ne utilizzano il legno duro, le foglie ed i frutti del secondo e terzo anno. Legno duro: raccolto in autunno si usa in decotto ( mezza manciata di polvere in mezzo litro di acqua. 2/3 tazze al giorno; vino (1-2 pugni a macero in un litro di vino bianco per 10 giorni e poi filtrato) con proprietà sudorifere e in decotto per bagni esterni antigottosi

10 Le foglie: si raccolgono dalla primavera all autunno ed usate in decotto ( una manciata per un litro l acqua 2/3 tazze al giorno prese tra i pasti) con proprietà diuretiche e antieczemataose Frutti dal secondo- terzo anno : Raccolti da settembre a novembre si usano in infuso ( mezzo pugno schiacciati in un litro di acqua bollente per un ora, poi filtrato. Una tazzina ogni due ore) con proprietà balsamiche, sudorifere, stimolanti digestive e diuretiche Infuso: 20 frutti pestati in una tazza di acqua la sera prima dell inizio delle mestruazioni Olio essenziale: II-VI gocce in acqua e zucchero o nel vino per l atonia gastrica, ventosità e artrite Vino: 60 gr. di frutti a macero 8-10 giorni in un litro di vino bianco rinforzato da 80 gr. di alcol (90 ) asma, bronchiti, nefrite, renella, cistite ed uricemia Uso esterno: suffumigi nell abbassamento di voce 6/8 bacche masticate durante il giorno conferiscono un buon odore all alito e preservano dai contagi Rametti bruciati su tizzoni accesi disinfettano e profumano l ambiente. Il ginepro rientra poi nella distillazione di numerosi liquori.

11 ALBERI E FOGLIE DEI NOSTRI BOSCHI LA QUERCIA Un albero gigante che può vivere diversi secoli è l albero più diffuso dei nostri boschi. Il bordo delle foglie, né dentato né liscio, forma solo onde irregolari che disegnano dei lobi, per questo si dice che queste sono foglie lobate. Se le ghiande sono attaccate all estremità di un lungo peduncolo, si è in presenza di una quercia peduncolata, altrimenti si tratta certamente di un rovere.

12 Come si giocava un tempo ÈL CIANCOL Il l Ciàncol si giocava con un corto pezzo di legno ( circa 10 cm.) appuntito sulle due estremità. Veniva lanciato con decisi colpi vibrati al volo con un altro legno che fungeva da lanciatore ( canèla) Il ciàncol era sollevato da terra colpendolo su una delle due estremità appuntite e quindi attraverso la canèla era lanciato il più lontano possibile. Il punteggio era basato sulla stima della lunghezza del tiro del tiro che veniva effettuata dal lanciatore e poi misurato tenendo come unità di misura la canèla. L errore di valutazione comportava l assegnazione del punteggio all avversario. Era opportuno giocare lontano dalle case onde evitare urgenti e costosi interventi da parte della mitica Borsa, vetraia locale o, nel peggiore dei casi, di un qualche improvvisato infermiere.

13 PRINCIPALI FIERE E SAGRE IN PROVINCIA 2 FEBBRAIO Nelle chiese benedizione delle candele 3 FEBBRAIO S. Biagio. Nelle chiese benedizione della gola 15 FEBBRAIO BRESCIA Sagra di S. Faustino CHIARI Sagra di S. Faustino DARFO Sagra di S. Faustino PONTE S. MARCO Sagra di S. Faustino SAREZZO Sagra di S. Faustino prima domenica dopo il 15 BAGOLINO Carnevale Bagoss BRENO Festa patronale di S. Valentino CARPENEDOLO Carnevale di Carpendolo CLUSANE D ISEO Carnevale di Clusane ERBUSCO Carnevale di Franciacorta LENO Carnevale lenese MANERBIO Carnevale di Manerbio MONTICHIARI Antichità in Fiera VALTENESI Sagra del Coregone Per la tua salute La bronchite è una delle malattie che molto spesso accompagna i freddi giorni di gennaio per favorire una veloce guarigione si consigliano le inalazioni con l aggiunta di due gocce di olio di eucalipto. L olio di eucalipto è consigliato anche per i massaggi contro le crisi di reumatismi

14 I CONSIGLI DELLA NONNA Ricordava la nonna che l aglio per molti stomaci risulta indigesto anche se è indicatissimo perfino per combattere e prevenire i tumori. Non va quindi tritato, ma va fatto colorire a spicchi interi nel condimento per poi toglierlo. Rimarranno nella pietanza profumo e sapore e la digestione sarà assicurata. Si ricordava che in caso ci si trovasse nella necessità di usare l aglio crudo, sarebbe bastato privarlo della cosiddetta anima ( la parte verdognola centrale). L aglio crudo ha quindi notevoli proprietà e svariati utilizzi ( ipertensione ecc.), ma certo non aiuta l alito in particolari situazioni; un rimedio consigliato era quello di masticare due o tre chicchi di caffè tostato dopo averlo consumato.

15 LAVORI NELL ORTO In luna calante continuare la raccolta di residui vegetali e porli nel contenitore del composti. Se si ha un frutteto lo si può concimare con letame maturo ma senza interrare. Nel caso gli alberi abbiano subito danni, curare le ferite con manicotti di argilla e propoli tenuti da una garza ben avvolta Seminare carote, spinaci, prezzemolo e piselli se il terreno non è gelato e in posizione riparata Seminare in coltura protetta porri, ri, cavolfiori, cicoria, lattuga da taglio, ravanelli e valeriana Si piantano o trapiantano bulbi di aglio e di cipolla, carciofi e zampe di asparagi In luna crescente: Si seminano in letto caldo basilico e cetriolo, melanzane, peperone e pomodoro Si piantano in coltura protetta cicoria, rape, ravanelli, rucola e sedano In febbraio si raccolgono nell orto cavolfiori, verza e radicchi, nel frutteto arance, mele e pere

16 LE RICETTE DEL MESE PRIMI PIATTI RISOTTO CON LA SALSICCIA Far rosolare in olio e burro mezza cipolla tritata poi aggiungere la salsiccia spellata e sminuzzata. Aggiungere il riso, mescolare e lasciar insaporire. Spruzzare con mezzo bicchiere di vino bianco, sfumare e poi versare a poco il brodo bollente lasciandolo assorbire. A cottura quasi q ultimata aggiungere un pezzo di burro, controllare la salatura e servire con formaggio gratuggiato SECONDI PIATTI ORATA MARINATA Si inizia squamando il pesce ( tenendolo possibilmente immerso in una bacinella colma d acqua), quindi lo si priva delle d branchie e poi lo si sventra togliendo ventre ed interiora. Si pulisce quindi accuratamente la cavità addominale e vi si introduce una fetta di cipolla, uno spicchio di aglio,ed un paio di foglie di alloro, cospargendo poi con sale e pepe. Richiudiamo quindi il pesce e lo adagiamo su un piatto ovale. Vi si versa quindi sopra un miscuglio di olio, limone spremuto sale e pepe e lasciarlo marinare per un oretta rigirandolo spesso. Si mette quindi sul fuoco una graticola e la si lascia arroventare ponendovi poi sopra il pesce e lasciandolo cuocere per una ventina di minuti ungendolo ripetutamente con la marinata. Lo si rigira e lo si fa cuocere per una decina di minuti dall altro lato. Al termine della cottura lo si adagia nel piatto ovale guarnendolo con fette di limone e ciuffi di prezzemolo quindi lo si serve con fette di patate lesse. La ricetta è indicata anche per altri tipi di pesce di grossa e media dimensione.

17 Il racconto del mese Vecchi racconti d amore, d avventura e di mistero, nella versione moderna curata da Pierantonio Bolognini e Sandra Zubiani Febbraio 2012 IL COCCODRILLO DEI FARAONI Oreste Pasvera si sentì obbligato a trasportare il suo prezioso tesoro di notte usando solo le proprie forze dato che gli arabi, anche anche a pagamento, avrebbero rifiutato d aiutarlo e non si sarebbero mai fatti complici di quella specie di profanazione che, secondo le loro antiche superstizioni, non avrebbe potuto che portare dolore e male.

18 Il trasferimento non era una fatica da poco dato che il villaggio di Matarieh distava più di nove chilometri dalle grandi piramidi e che l unica via per raggiungerlo era la strada di Abbasieh, tracciata tra le dune e le sabbie del deserto. Certo che se qualcuno avesse potuto vedere il giovane studioso spingere alla luce della luna la sua cigolante carriola con stesa sopra una strana forma allungata avvolta in un sacco, si sarebbe sicuramente chiesto quale fosse l oggetto misterioso trasportato con tanta segretezza e tanta cura. Il giovane archeologo aveva infatti rinvenuto qualcosa che, come aveva da sempre desiderato, sarebbe appartenuto solo a lui e che avrebbe, da solo, potuto ammirare con tutta la calma e la tranquillità del proprietario assoluto, non come accadeva per le ricchezze dei musei, chiuse in vetrina, che parevano di tutti ma che in realtà non sono di nessuno. E da decine d anni che fra i monumenti e le rovine frugano ed esplorano egittologi, scienziati e storici, tanto da far pensare che nulla di veramente importante possa più venir scoperto! Che cosa dunque aveva portato alla luce il nostro Pasvera? Da tempo, secondo le sue ansie di giovane studioso, si era installato in una locanda di Matarieh, zona poco lontana da dove, un tempo, sorgeva l antica Heliopolis. Ma, nonostante nostante l importanza archeologica e storica del sito, Pasvera si rese ben presto conto che senza mezzi e con le sue sole forze, ben poco poteva fare e sperare di ottenere. Le rovine dell antica città non erano che mucchi di macerie a contorno di un unico integro obelisco. Allargando poi il raggio delle sue ricerche si spinse verso le grandi piramidi di Gizah che, di fronte al Cairo, formano l estremo confine alla necropoli dell immensa città.

19 L area delle piramidi è colma di monumenti sepolcrali di epoche diverse e verso nord-ovest ovest erano state infatti scoperte tombe risalenti alla 4-5 dinastia. Proprio qui il nostro Pasvera fece la sua grande scoperta. Non contando più ormai di poter legare nome e fama ad un importante rinvenimento in un luogo ormai ampiamente sfruttato, egli si accontentò di raccogliere i frammenti rinvenuti sul posto che poi scheggiava col suo piccone e che riponeva con ogni cura. In un pomeriggio in cui il sole accecava, spargendo una luce dalla gamma di tinte bionde e rosse a colorar le pietre, Pasvera aveva cercato riparo dal calore e dalla luce in una tomba aperta e da tempo profanata, le cui pareti però conservano vivaci pitture originarie raffiguranti scene di caccia e di lavoro agricolo. Tanto i dipinti lo avevano colpito che avrebbe desiderato staccarne un pezzo per conservarlo, quando il destino volle che si verificasse un movimento franoso che causò la caduta di alcuni blocchi di pietra uno dei quali gli rotolò ai piedi. Svanita la polvere, Pasvera restò stupefatto vedendo che in un muro si era aperta una stretta fessura larga abbastanza da permettere ad un uomo di potervisi introdurre. Si avvicinò cercando di vedere nella spaccatura da cui usciva un soffio gelido. Dovette però desistere da ogni iniziativa nonostante la curiosità e l ansia di conoscere che lo pervadevano da capo a piedi: non possedeva al momento alcun strumento, nemmeno una lanterna e a solo a fatica riuscì a trovare la forza per allontanarsi dal luogo che avrebbe potuto costituire l avvio di un percorso ignoto. L indomani, fornito di alcune torce a vento, si inoltrò nel passaggio che lo attirava con tutte le attrattive del mistero. Come le grandi tombe di Gizah anche questa si rivelò divisa in tre parti : la cappella la esteriore, i sotterranei e nel mezzo la camera funeraria, caratterizzati però da una estrema semplicità.

20 Discesi pochi gradini, attraverso un sotterraneo circolare si accedeva alla stanza funeraria posta esattamente sotto la cappella esterna. L ingresso era aperto, il che lasciava dedurre che la tomba non apparteneva ad una defunto di grande importanza e la stessa cosa Pasvera dedusse dalla modestia dei dipinti parietali. Il sobrio cofano della mummia era collocato poi contro una parete. Nelle camere funerarie un tempo gli egizi erano soliti collocare il maggior numero possibile di statue raffiguranti il defunto ma in questa tomba non era così. Non vi erano statue né simulacri, solo alcuni geroglifici dipinti sui muri che riuscirono però a chiarire c come la tomba fosse il luogo del riposo eterno di Khelmis, custode dei coccodrilli sacri di Pepi I, faraone della V dinastia. Una sagoma di un vero coccodrillo giaceva ai piedi del sarcofago e due pipistrelli a membrane spiegate erano fissati i sulle pareti a rendere ancor più lugubre l ambiente. Non era certo una grande scoperta, o almeno non era quella che in cuor suo aveva sognato, ma comunque la sua mummia il nostro Pasvera l aveva trovata. S avvicinò al cofano, tentò di aprirlo, ma questo cadde in polvere suscitando nel giovane un sentimento di sconforto: anche la mummificazione del personaggio era stata di modesto livello ed i risultati lo dimostravano. I parenti del defunto non si erano molto impegnati economicamente, forse non ne avevano vano le possibilità e al povero guardiano era stata negata l eternità. A Pasvera restava quindi il coccodrillo e questo ad una prima occhiata pareva conservarsi meglio del defunto; l animale ed un pipistrello divennero il suo tesoro. Questo era quanto trasportava, in quella notte lunare, sulla sua carriola. Giunto alla locanda trasferì con fatica nella sua camera i due animali e si stese sul letto per godersi un meritato riposo. Al mattino ordinò una cassa di legno che potesse contenere la sua scoperta e trascorse poi la giornata impegnato in numerose faccende. La sera, dopo

21 una frugale cena, si ritirò nella sua camera e riprese una lettura che da tempo lo interessava particolarmente. Gli egiziani credevano all immortalità dell anima e alla sua trasmigrazione in vari corpi, compresi gli animali. Credevano al doppio spirito che si divideva dopo la morte: quello celeste, il BA,, passava alle beatitudini dell Amentit o alle pene dell inferno, il doppio spirito terreno restava invece nella tomba. L uomo non era dunque che una riproduzione del doppio e, malgrado l apparente fine dell esistenza, la materia continuava a vivere. Bastava conservare il cadavere e metterlo in relazione col suo doppio per assicurarsi l immortalità; il problema era stato risolto con l imbalsamazione. La trasmigrazione dell anima era valida anche verso gli animali, ma dagli animali all uomo? Lo doveva essere, il testo che Pasvera stava consultando non dava risposte e così lui su questo meditava con attenzione, lanciando di tanto in tanto sguardi ai suoi ospiti mummificati e domandandosi se anche in quei corpi vi era quell influsso misterioso che molti fatti inspiegabili sembrano confermare. Pasvera non si accorse che le ore passavano e il suo modesto orologio sul tavolo iniziò a scandire i dodici rintocchi della mezzanotte; prima che potessero terminare uno strano rumore fece alzare gli occhi dal libro al concentrato lettore. Pareva uno strisciare lento e pesante che aveva origine dall angolo in cui stava il coccodrillo ccodrillo ed a questo terrificante rumore si accompagnò un sibilante scuoter d ali. Al nostro archeologo si imperlò la fronte di sudore e si rizzarono i capelli, gli parve improvvisamente di vivere in un incubo. Intorno alla luce della lanterna vide svolazzare s il pipistrello e ai suoi piedi scorse strisciare la mostruosa sagoma del coccodrillo che sollevando con un preciso ritmo la testa spalancava le mandibole fissando i suoi occhi gialli sul suo possessore con una espressione beffarda nella loro fissità. f

22 Tutte le sue letture, mischiandosi allo sconvolgente spettacolo che gli stava innanzi, lo resero quasi folle. Nella sua mente si combatteva una lotta tremenda tra lo sgomento e la forza della ragione che tentava di ricondurre il tutto alla realtà normalmente vissuta. Quanto stava avvenendo era solo un incubo spaventoso? Pervaso dal terrore, Pasvera si sentì vicino a rasentare la follia e si accasciò quasi inerte sul tavolo. Si risvegliò al mattino, scosso dalla luce del sole che entrava sempre più luminoso dalla finestra socchiusa: il coccodrillo se ne stava ai suoi piedi immobile, il pipistrello sul tavolo. Nulla si muoveva e tutto era tranquillo; era stato tutto un sogno? aveva immaginato o vissuto un incubo vero e proprio? Pasvera era convinto che tutto fosse stato reale, ma era proprio così? Non riuscì però a ripetere l esperienza, ritornò in Europa dove si affrettò a sbarazzarsi dei suoi animali donandoli ad un museo dove, a quanto risultava fino a pochi anni or sono, gli animali ali erano ancora conservati senza che nessuno avesse mai registrato nulla di strano e di spaventoso.. Il racconto scritto da Mario Saviolo agli inizi del 900 è tratto dal libro: I racconti dei mesi vecchi racconti presentati da Pierantonio Bolognini nella trascrizione in lingua moderna.

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