QUESTO MESE: Novembre - dicembre 2013

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1 Novembre - dicembre 2013 Pericoli dalla rete La trappola dei Social Network QUESTO MESE: La trappola dei Social Network Violenza contro le donne: un affare di tutti Danziamo contro la violenza Amore criminale : testo canzone rap Io non bullo... e tu? In ricordo di Mimmo Domina Thanksgivingday Il Tappeto di Iqbal Intervista alla prof.ssa A. Pugliano Il Kiwi in Provincia di Latina Noi siamo ancora qua Amici a quattro zampe I have a dream Winter Camp 2013 Dillo con un fiore I Volti della Solidarietà Personaggi del mese Facce da copertina Sportivamente Cinema - Musica Working flair Scotti e bruciati pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 7 pag. 8 pag. 9 pag pag. 12 pag. 13 pag pag. 16 pag. 17 pag pag. 20 pag. 21 pag pag pag pag pag. 30 pag È ormai molto noto come il modo di comunicare di noi giovani sia, con il passare del tempo, estremamente cambiato rispetto alle generazione che ci hanno preceduto. Internet, i social network, gli smartphone oggi hanno sostituito sguardi e sorrisi Perché parlare faccia a faccia con una persona, quando anche le espressioni possono essere riprodotte attraverso le famose emoticon? Ma oltre che togliere anima alla comunicazione, siamo sicuri che tutta questa tecnologia sia davvero un bene? Negli anni Sessanta si parlava di Beat-generation, una generazione caratterizzata da un immensa voglia di cambiamento, per la quale l essenziale era vivere fuori dagli schemi imposti dalla società dell epoca ed essere unici, distinti dalla massa omologata. Oggi invece la nostra generazione è definita come Bit-generation, ovvero una generazione all interno della quale i giovani vivono in un tutt uno con la dimensione telematica. Non ci ren-

2 IL Numero 13 PERCHE Pagina 2 I.I.S. San Benedetto Via Mario Siciliano, B.go Piave - Latina tel fax redazione@ipasanbenedetto.eu Siamo su internet! Redazione: Daniela Fiorentini (direttore) Silvia Sessa (caporedattore) Abagnale Alessia, Aneghini Silvia, Bazzucchi Sarah, Bica Laura, Capasso Fabiana, Cappelletto Petra, Carnali Marika, D Ambrosio Luca, D Ambrosio Chiara, De Lucia Mariangela, Della Corte Fabio, Dell Unto Aurora, Di Bella Marika, Di Rocco Cristina, Esposito Bruno, Franceschetti Chiara, Gallina Eliana, Magrini Maila, Occhipinti Giuseppe, Polizzi Marco, Quadara Rosanna, Rea Alessandro, Tolli Giorgia, Torrao Arianna, Valentini Alessandra (redattori) Responsabili del Progetto: Prof.ssa Cristiana Angiello Prof. Claudio Cappelletto (grafica) Collaboratori: Stefano Trichei Assistenza tecnica: Mauro Coppotelli

3 IL Numero 13 PERCHE Pagina 3 La trappola dei Social Network sodio. Un ultimo, triste caso si è verificato lo scorso ottobre. La vittima si chiamava Amanda Todd. Amanda era una giovane ragazza canadese di 14 anni, residente a diamo conto di far parte di un siste- Milano che, dopo essere stata vittima che ci cataloga e ci controlla ma di una serie di episodi di cyber assiduamente ma che non ci tiene bullismo si è tolta la vita. La ragazper niente lontano dai pericoli. È za era stata derisa e insultata dai irreale pensare al fatto che corria- compagni di scuola a causa di una mo più pericoli dietro a uno scher- foto osé che era stata pubblicata da mo, che fuori dalle quattro mura di uno sconosciuto con cui avrebbe casa. Se da una parte Internet è chattato su facebook. uno strumento estremamente effi- E come non ricordare i recenti casi ciente, che più o meno può fornirci di prostituzione minorile proprio una risposta a tutto quello che cer- attraverso i social network? Essi chiamo, dall altra è un sistema col- permettono una facile reperibilità, senza grandi conmo di insidie e di seri pericoli. È un er prima cosa non trolli di nessun tipo o vincoli di età, mondo virtuale nel chiudere gli occhi! piattaforme in cui quale possiamo trotutto è realizzabile e niente sembra vare individui reali di qualsiasi essere illegale. Ragazzine che ventipo: pedofili, stupratori, gente malata, persone senza scrupoli che, dono il proprio corpo per una ricariper soddisfare le proprie fantasie, si ca, un bel vestito o una borsa firmatravestono da agnellino pur essen- ta, per droga Si tratta di un vero do lupi. Una delle tante realtà e proprio fenomeno che giorno dopo legate all uso sbagliato dei social giorno ci svela i mille volti di questa network è il cyber bullismo. Per tragica società. Per molti adolescen- P cyber bullismo s intende l insieme di atti di bullismo che vengono effettuati tramite mezzi elettronici, a partire dall fino ai siti web. Proprio a causa dell ampia diffusione di Internet e dei cellulari, i ragazzi sono sempre più facilmente attaccabili dai cyber bulli che, non potendo osservare direttamente la reazione della vittima, non si rendono conto del danno che arrecano e di conseguenza persistono con le loro azioni. C è anche chi diventa cyber bullo indirettamente, solo condividendo o dando spazio all epi- ti il valore fondamentale della propria vita è diventato apparire e questo può essere uno dei motivi alla base dei fenomeni del CYBER BULLISMO e della BABY PROSTITUZIONE. Cosa si può fare per combattere tutto ciò? Per prima cosa NON CHIUEDERE GLI OCCHI! L ipocrisia e l omertà sono ammesse! In più vi sono molte strutture, organizzazioni, enti che possono venirci incontro. Tra tutti c è il TELEFONO AZZURO, pronto ad ascoltare la voce di bambini e adolescenti che abbiano bisogno di aiuto. Certamente i social network hanno semplificato la vita di molti di noi, facilitando la comunicazione e mettendoci in connessione con il mondo. Ma probabilmente non ci rendiamo conto di esserci disconnessi da noi stessi Daniela Fiorentini (4 B Tc)

4 Numero 13 Pagina 4 Violenza contro le donne: un affare di tutti! Le Nazioni Unite, nel 1999, hanno istituito la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, scegliendo il 25 Novembre quale giorno per commemorare la vicenda delle tre sorelle Mirabal violentate, pugnalate e strangolate il 25 Novembre 1960 per ordine del dittatore della Repubblica Domenicana, Trujillo. Sorelle Mirabal Oggi, nonostante le attività da parte dei Governi e delle Istituzioni volte alla sensibilizzazione verso il fenomeno, esso non sembra essere diminuito, anzi risulta drammaticamente aumentato. Il numero delle donne uccise nel corso dell'anno si fa sempre più allarmante e sconcertanate. Ma non pensiamo che la violenza sulle donne sfocio solo nel femminicidio. In realtà esiste un sommerso di ferocia e di violenza anora più allarmante. Nel 2006 dieci milioni di italiane confessavano di avere subito violenza fisica, sessuale o psicologica nella stragrande maggioranza dei casi per mano degli uomini di famiglia. E' di fondamentale importanza porre un'attenzione maggiore e costante su queste tematiche relativamente alla necessità di favorire la denuncia, il supporto emotivo e concreto della vittima, l'azione di recupero di coloro che mettono in atto tali comportamenti affinché non si ripetano. "L'attuale situazione politica ed economica italiana non può essere utilizzta come giustificazione per la diminuzione di attenzione e di risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni di violenza sulle donne e sulle bambine in questo Paese" - parole della Special Rapporteur ONU, Rashida Manjoo. Lo strumento internazionale più importante sulla violenza contro le donne è la Convenzione del Consiglio d'europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, la così detta "Convenzione di Istanbul", ratificata dal Parlamento italiano solo nel Luglio Essa dà una definizione precisa della violenza contro le donne, che designa una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, che si esprime in atti che provocano o possono provocare danni o sofferenza di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti. Se si ha il sentore che una donna sia vittima di abusi, si può e si deve intervenire! Procedendo per gradi e facendo prima le appropriate considerazioni. Quando si approccia un'amica, una familiare, una parente, una collega probabile vittima di violenza, bisogna essere consepevoli della complessità del problema e anche dell'importanza enorme che hanno gli atteggiamenti facilitanti della relazione, non giudicanti della donna, non direttivi, non volti a dirle cosa lei può o non può fare. LEI PROBABILMENTE NON PUÒ AGIRE NEL STESSO MODO IN CUI AGIREBBE CHI NON È VITTIMA DI ABUSI! E' quindi possibile aiutare la vittima, indirizzandola ai servizi antiviolenza sul territorio, spiegandole che sono gestiti da personale femminile specializzato e non giudicante, invitandola a cercarne un aiuto anche grazie al numero nazionale Dal 2006 infatti il Dipartimento per le Pari Opportunità ha sviluppato, mediante l attivazione del numero di pubblica utilità 1522, un'ampia azione di sistema per l'emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. E soprattutto bisogna ricordare che la Violenza contro le donne è un affare di tutti! Petra Cappelletto (5 B Agr.)

5 IL Numero 13 PERCHE Pagina 5 Danziamo contro la violenza Latina, 25 novembre guaggio diretto ed efficace hangiornata Mondiale contro la no colpito, coinvolto e commosviolenza sulle donne. so non solo i giovani studenti Oggi l I.I.S. San Benedetto di ma l intera comunità scolastica B.go Piave ha fatto sentire la presente. I ragazzi hanno parpropria voce gridando un appas- tecipato in maniera gioiosa e sionato NO alla violenza sulle consapevole all evento, ascoldonne. Tutto è stato possibile tando con attenzione gli intergrazie alla disponibilità e alla venti del Dirigente scolastico, fiducia dimostrata dalla Vice- prof.re Nicola Di Battista, presidenza, nelle persone della della Delegata alle Pari opporprof.ssa Pina Cochi e del tunità della Provincia di Latiprof.re Enzo Dapit, e della Di- na, prof.ssa Marilena Sisca e rigenza prof.re Nicola Di della prof.ssa Antonietta De Battista - nei confronti delle Luca. Ma il momento certapromotrici e organizzatrici mente più coinvolgente del prodell evento, prof.sse Cristiana gramma è stato il Flash mob Angiello, Roberta Archimio esploso nella piazzetta dell Istie Romanina Ricci. L intero tuto. Questo è stato il primo Istituto, dalla Dirigenza, alla flash mob organizzato Vicepresidenza, agli studenti, ai dall I.I.S. San Benedetto e siaprofessori, al personale ATA ha mo certi che abbia aperto la partecipato in modo appassio- strada ad altri, importanti nato all evento che ha visto co- eventi Una scuola di circa me suoi principali protagonisti i 1700 ragazzi, colorata di rosso, ragazzi del San Benedetto. il 25 novembre ha danzato fetutto ha avuto inizio alle ore stante, per gridare il suo NO presso la piazzetta dell I- alla violenza sulle donne. stituto. I ragazzi hanno ascolta- Ringraziamo coloro che si sono to due intensi monologhi contro occupati delle riprese e delle il femminicidio - pronunciati fotografie, i prof.ri Claudio da Luciana Littizzetto e Pao- Cappelletto, Stefano Trila Cortellesi - un rap sul tema, chei e il sig.re Mauro Coppocomposto e interpretato da uno telli, i tecnici, sig.ri Andrea studente del San Benedetto, Menna e Angelo Iannelli. Bruno Esposito della 2 B Tc e una commovente riflessione dell alunna Alessia Alinari IL PERCHE della 4 B Tc. Soprattutto il momento del rap è stato particolarmente sentito da tutti i presenti. La musica e il suo lin- Ringraziamo per la stampa gratuita degli striscioni ARCHIMIO GRAFICA S.N.C. DI ARCHIMIO ROSELLA & ARCHIMIO FRANCO

6 Numero 13 Pagina 6 Le riflessioni di Doriana Testo canzone rap Amore criminale Dopo la ricreazione, tutti i ragazzi del San Benedetto si sono riuniti in un esplosione di grinta e voglia di farsi sentire. Ognuno si è messo in gioco, indossando un fazzoletto, una sciarpa, un giacchetto o un paio di scarpe di colore rosso - in segno di solidarietà alle donne vittime ogni forma di violenza. I ragazzi, insieme ai docenti e al personale ATA, hanno partecipato a un flash mob all insegna del rosso per non dimenticare e per non tacere di fronte agli orrori della violenza sulle donne. L evento è stato molto forte e significativo ma soprattutto ha voluto dare un messaggio d amore a chi subisce atti di violenza ma anche a chi li compie Personalmente credo che il nostro ballo e l intera manifestazione abbiano davvero smosso nel profondo il cuore di tutti. È stato un momento di aggregazione incredibile nel quale ci siamo sentiti particolarmente legati sia tra di noi, che alle vittime. Un occasione per fermarci a riflettere su ciò che accade intorno a noi, un momento nel quale il nostro ballo, le nostre risa, il nostro entusiasmo sono stati uno stimolo ad agire con maggiore fermezza contro ogni forma di sopraffazione! Combattendo insieme, ma senza armi perché la musica non ferisce nessuno! Doriana Costanzo (4 B Tc) Se la amo davvero Mia moglie non la tocco Oggi è lutto Ma non mi vesto nero Mi vesto di rosso Oggi non è festa È un giorno di tristezza Le donne non si toccano Se non per una carezza 100 mariti la propria donna la ripudiano Nel 2012, 124 donne ci salutano E questo giorno È per la donna, é la cosa più bella del mondo Ami farle del male Violenza fisica Violenza psichica Questo è un amore criminale Voglio serietà Per non dimenticare Voglio serietà Per non dimenticare Zitta in silenzio non dice una parola Sa che se sbaglia, le prenderà ancora Il volto viola Rimpiange il passato con rabbia Ed è cosciente che questo animale Dovrebbe restare in gabbia Ed ogni volta la stessa storia Storia da pazzi Lei con la paranoia Respira piano Lui dice Ti amo Mentre la riempie di schiaffi E tu saresti un uomo Perché se tu sei un uomo Io mi vergogno di essere uomo X2 Ami farle del male Violenza fisica Violenza psichica Questo è un amore criminale Voglio serietà Per non dimenticare Voglio serietà Per non dimenticare La tua dignità ma dove é finita Che diritto hai di rovinarle la vita Mettitelo in testa Tra voi due é finita E la sopravvivenza per lei ormai una sfida E vada come vada Lei non ti denuncerà perché ti ama Brava L ennesima donna rovinata Ma siamo seri Dicevi di amarla ma fingevi Ognuna di voi una stella del firmamento Non toccare le donne 11esimo comandamento La corda prima o poi si spezza Danziamo contro la violenza (Bruno Esposito 2 B Tc) COMUNICAZIONE DELLA PRESIDENZA: Si rammenta a tutto il personale Docente, ATA e non di parcheggiare esclusivamente nelle aree consentite, per evitare problemi di sicurezza e di accesso, in situazioni di emergenza, come recentemente verificatosi.

7 Io non bullo e tu? Per quale motivo parlare di bullismo e dedicare a esso una rubrica del nostro giornale d Istituto? Perché soltanto affrontando l argomento, mettendone in luce tutte le sfaccettature emotive, psicologiche, giuridiche - soltanto imparando a conoscere il fenomeno del bullismo, che potremo davvero difenderci da esso. La scuola è il luogo privilegiato per acquisire conoscenze e competenze, ma anche per educare al rispetto degli altri, all assunzione di responsabilità dei propri comportamenti, all acquisizione di condotte civili e democratiche, alla costruzione di una convivenza pacifica in cui la dignità di ognuno deve essere tutela e mai calpestata da atti di bullismo. In questo numero de Il Perché abbiamo affrontato i rischi connessi all uso superficiale dei social network. Tra questi rischi vi è anche quello di cadere nella rete dei cyberbulli, ovvero di coloro che effettuano atti di bullismo tramite mezzi elettronici come , messaggistica istantanea, blog, telefoni cellulari, cercapersone, siti web... La cronaca di questi giorni ha aperto un drammatico squarcio sul mondo degli adolescenti che - per fragilità, superficialità o costrizione - si rendono disponibili a prostituirsi in cambio del nulla, se paragonato alla propria dignità. Anche in questi casi, sembra che i social network abbiano avuto un ruolo determinante Il Perché ha dunque voluto interpellare gli studenti del 1 e del 2 anno del San Benedetto (totale interpellati n 396) in merito alla tematica tanto scottante della prostituzione da parte di minori e del ruolo in essa assunto dai social network. Il sondaggio è avvenuto in forma del tutto anonima e ha dato i seguenti risultati. IL PERCHE Numero 13 Pagina 7 Dom. 1: Hai mai avuto la sensazione che intorno a te si verifichino casi di "prostituzione" da parte di minori? Dom. 2: Pensi che la tecnologia (Social Network) influisca negativamente sul fenomeno della "prostituzione" minorile? Dom. 3: Pensi che la "prostituzione" da parte di minori per ottenere ricariche telefoniche, denaro, droghe sia IL PERCHE

8 Numero 13 Pagina 8 In ricordo di Mimmo Domina Conoscevo l educatore Domenico Domina da quando, nel 1994, fu istituito, per la prima volta in questa Scuola, il semiconvitto. In quell anno ero nella sua classe e lui mi teneva molto in considerazione, sia dal punto di vista scolastico che personale, mi voleva bene, come un figlio. Dell educatore Domina ho un ricordo molto bello, legato a un fatto accaduto durante il Natale del 94: quell anno la mia classe gli fece un regalo a sorpresa, per il quale Domenico rimase senza parole, cosa non da lui! Da collega invece il ricordo più bello fu l accoglienza che mi riservò quando presi servizio in questo Istituto. Ero ancora giovane, poco più che ventenne e lui mi prese sotto la sua ala protettiva e mi spiegò tutte le procedure convittuali. Per questa sua attenzione nei miei riguardi, in me nacque da subito una grande stima nei suoi confronti. Le cose che mi mancheranno di più di Mimmo saranno il suo affetto genitoriale, le sue attenzioni, le sue battute ironiche che ti mettevano di buon umore, la sua puntualità, la sua fiscalità... era una persona molta precisa. Mi mancherà anche quella semplicità che lo distingueva dagli altri, il suo sorriso che incoraggiava tutti ad affrontare la giornata positivamente. Con i convittori, Domina aveva una relazione davvero molto profonda, era un tipo che si prodigava per i ragazzi, anche se in maniera discreta. Le sue parole erano capaci di trasmettere valori molto importati e profondi. In passato c erano ragazzi che trascorrevano tutto l anno in Convitto e tornavano a casa solo tre volte l anno. Lui li supportava come un padre, li tutelava, li aiutava a superare i disagi e il distacco dalle famiglie. Mimmo mi mancherà moltissimo, ci vorrà tempo prima che questa malinconia possa abbandonarmi. Di lui ho un ricordo vivo e profondo. Le sue attenzioni e i suoi consigli mi resteranno per sempre impressi nel cuore... Carlo Petrianni Arrivederci Educatore Il suo sorriso che incoraggiava tutti ad affrontare la giornata positivamente Caro educatore, questo per me non è un addio ma un arrivederci Mi mancheranno molto le sue battute, ma anche le sue critiche, sempre costruttive. Quel martedì 29 ottobre quando, uscito da scuola, mi dissero che lei non era ancora arrivato, ebbi subito qualche dubbio. Mi venne però da pensare che lei fosse andato a fare un giro in bicicletta, la sua grande passione. Più passava il tempo, più la mia agitazione, come quella di tutti i convittori, aumentava. Alle 17:45 però la triste notizia...fui uno dei primi a venire a sapere della sua scomparsa. In quel momento un dolore molto forte mi assalì. Era venuto a mancare un mio idolo, un uomo con il quale ci si poteva confidare, un educatore serio e molto preparato, una persona per cui provavo una profonda stima e ammirazione. Ancora non mi capacito del fatto che lei non sia più tra noi. Il giorno dei funerali, quando arrivai davanti a quella chiesa, mi venne un nodo in gola e mi parve che tutto quello che succedeva intorno a me, non avesse più senso. La sua è stata una dipartita troppo veloce, che mi ha fatto riflettere profondamente sul significato della vita. Lei, un uomo pacato, rispettoso delle persone, preciso attento al suo stato di salute, se ne è andato via così all improvviso Mi mancherà anche il suo aspetto burbero ma in fondo buono e mite. Voglio immaginarla felice che da là su, mentre ci guarda, prega per noi Arrivederci... Mattia Moriconi (2 B Agr.)

9 IL Numero 13 Thanksgiving Day Il Giorno del ringraziamento, Thanksgiving Day, è una festa di origine cristiana osservata negli Stati Uniti d'america il quarto giovedì di novembre. Questa storica tradizione, in origine di derivazione religiosa ma ora considerata secolare, risale all'anno 1621 quando i Padri Pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose, decisero di abbandonare l'inghilterra e andare in America attraversando l'oceano Atlantico. Durante il viaggio molti si ammalarono e tanti morirono. Quando arrivarono, l'inverno era ormai alle porte; si trovarono di fronte ad un territorio piuttosto inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall'inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori; vuoi per la natura del terreno, vuoi per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche l'anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani (gli indiani) che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco ed i tacchini. Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l'abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori, gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste in particolare il tacchino e la zucca insieme ad altre carni bianche, torte di cereali e frutta secca. Nei secoli successivi la tradizione del Thanksgiving si estese a tutto il Paese. Le Tredici colonie non celebrarono contemporaneamente il Giorno del Ringraziamento fino all'ottobre del 1777, quando ne fu indetto uno per festeggiare la vittoria contro gli inglesi nella guerra per l'indipendenza. Fu George Washington a dichiarare la festa per tutti gli Stati, proclamando una giornata nazionale di ringraziamento. Noi, ragazzi del Convitto e Semiconvitto abbiamo deciso di festeggiare questa ricorrenza americana in maniera diversa riorganizzando la festa che non era stata fatta per il giorno di Halloween. Ci siamo ritrovati tutti i ragazzi e le educatrici nella mensa e abbiamo ballato e mangiato dei dolci che avevano portato i ragazzi da casa o che avevano sfornato i cuochi in cucina divertendoci e rincontrandoci tutti insieme. Molti sono stati i timidi che inizialmente sono rimasti a guardare ma alla fine tutti si sono buttati nella mischia dimenticandosi della loro timidezza. Le vere anime delle festa sono stati i ragazzi del teatro che, dopo le loro prove, sono venuti a festeggiare da noi con la prof.ssa Romanina Ricci. È stato un bel momento per ritrovarci tutti assieme, per conoscerci meglio e allontanarci dai libri di scuola tanto noiosi che a volte sembrano opprimerci! Silvia Aneghini (1 B Alb.) PERCHE Pagina 9 IL GRIDO DEGLI STUDENTI Sabato 16 Novembre circa 800 studenti hanno manifestato contro i tagli alla Scuola pubblica, in occasione della Giornata internazionale dello studente. I rappresentati di Istituto, Marco Marianelli e Gianmarco Demetrius, hanno raccolto i nostri compagni in piazza del Popolo da dove è partito il corteo per le strade di Latina al grido di SE CI BLOCCANO IL FUTURO, NOI BLOCCHIAMO LA CITTÀ insieme ad altre scuole. Le ragioni che hanno spinto il nostro Istituto a protestare sono legate a varie problematiche interne al San Benedetto stesso: trasporti pubblici inefficienti, mezzi affollati e obsoleti, mancanza di aule e di laboratori. Tutto si è svolto in modo tranquillo, ma con la vitalità che ci contraddistingue. Vogliamo un Paese che punti a formare cittadini istruiti e consapevoli, che siano motivo di orgoglio e sviluppo per l Italia. Ci battiamo per il nostro futuro! Scritto da Daniele Favero (1 D Agr.)

10 Numero 13 Pagina 10 Il tappeto di IQBAL Togliamo le perle ai porci (con e senza cravatta) In data 20 novembre 2013, l Istituto San Benedetto è stato sede dell ultimo appuntamento del tour teatrale della compagnia guidata da Giovanni Savino. Da tempo impegnato nella lotta contro la mafia, Savino e la sua giovane compagnia sono stati accolti nel nostro Territorio come parte attiva di un Progetto avviato per gli Istituti Superiori dalla scuola di recitazione di Latina Latitudine Teatro. Scopo del Progetto è stato quello di rendere gli studenti pontini più consapevoli della realtà vissuta da tanti loro coetanei che si trovano a condurre la propria esistenza nei luoghi gestiti dalla mafia. Il Tappetto di Iqbal di Barra (NA) è una Cooperativa sociale, formata da giovani ragazzi di strada che, loro malgrado, hanno già avuto contatti con la criminalità. Lo spettacolo, dal titolo Lui chi è, si snoda attraverso un susseguirsi di canzoni, monologhi, racconti drammatici e tristemente reali, che hanno suscitato interesse e commozione tra tutti gli studenti presenti. Il Perché, a fine spettacolo, ha voluto rivolgere alcune domande ai giovani artisti, per cercare di comprendere meglio la loro realtà di vita e di giovani adolescenti. Ecco il nostro incontro con Michelangelo Ravone, Marco Ravone e Marco Riccio. Com è nata questa Cooperativa? Michelangelo Ravone: Questa Cooperativa è nata nel Si chiama il Tappeto di Iqbal in memoria del bambino ucciso nel 1995 per essersi opposto alla mafia pakistana dei tappeti. In Pakistan infatti è diffusa la cosiddetta mafia dei tappeti, ovvero un associazione criminale che sfrutta i bambini, che per via delle loro mani piccole riescono meglio nel lavoro della tessitura dei tappeti. Un giorno Iqbal riuscì a scappare e andò dalla polizia, ma STATO E MAFIA in Pakistan erano e sono la stessa cosa. La polizia riportò quindi Iqbal dai suoi sfruttatori. Il bambino però riuscì a scappare per una seconda volta, ma in questo caso non si recò dalla polizia, ma s imbarcò per gli Stati Uniti dove si mise in contatto con grandi associazioni che tutelavano i bambini. Iqbal denunciò la situazione e fece arrestare gli sfruttatori che si servivano di bambini come lui. Dopo alcuni anni Iqbal decise di tornare nel suo paese per festeggiare la Pasqua con la sua famiglia. Mentre cammina verso casa, venne colpito da 4 colpi di pistola e morì. È per questo che gli operatori della nostra associazione hanno deciso di chiamare la nostra cooperativa Il Tappeto di Iqbal Che tipo di problemi avete incontrato per il fatto di far parte di questa associazione? Michelangelo Ravone: Le nostre famiglie non possono essere altro che d accordo sul fatto che noi facciamo parte dell associazione. I nostri comportamenti ne sono certamente influenzati in positivo. Se prima ad esempio tornavo a casa con le tasche piene di soldi e dovevo dire a mia madre che li avevo rubati a un ragazzo che li aveva guadagnati, mia madre mi prendeva a calci. Se mia madre sa che sto dalla parte di coloro che non fanno queste cose, è molto contenta. La maggior parte dei problemi che noi abbiamo incontrato, possiamo dire, non siano stati causati dalla Camorra, ma dalle Istituzioni. Come nel caso della struttura; non possiamo realizzare il nostro progetto perché quello spazio è occupato da un abusiva! Sembra impossibile che nel 2013 nessuno possa mandare via una persona da un posto in cui non può stare. Siamo arrivati addirittura al punto di avere nella nostra associazione 110 bambini, che vengono spontaneamente, ma siamo costretti a rimanere in strada, perché non abbiamo un posto dove stare. I problemi vengono proprio da parte delle Istituzioni, non della Camorra. A livello familiare, non è mai capitato che un genitore si sia opposto a che qualcuno partecipasse all associazione, perché anche il camorrista non vuole che suo figlio faccia quello che lui ha fatto. Il camorrista, la maggior parte delle volte, decide di fare quella scelta, non perché lo voglia, ma perché è obbligato. La situazione familiare più comune di chi si avvicina alla Camorra è quella d avere genitori in difficoltà lavorative, di vivere quindi una con-

11 Numero 13 IL PERCHE Pagina 11 dizione di forte frustrazione psicologica la Camorra offre la possibilità di facili guadagni. La Camorra non è altro che l alternativa, perché lo Stato non ha aiutato quei genitori e quella famiglia Che tipo approccio avete con i ragazzi che assistono al vostro spettacolo? Marco Ravone: La prima cosa che ci ha insegnato Giovanni è il contatto. Infatti spesso nei nostri spettacoli facciamo il gioco dei trampoli: un ragazzo del pubblico è invitato a partecipare. Questo ragazzo dovrà salire sui trampoli e per farlo dobbiamo essere capaci a instaurare con lui un contatto, così che abbia fiducia in noi. Perché se lui non si tiene, cade e si fa male. Ed è qui che torna il concetto di paura. Come la paura che viene quando sei per strada, ma ti senti protetto da un gruppo. È allora che s instaura un contatto visivo e fisico, e si comincia ad avere fiducia reciproca. Paradossalmente proprio il sentimento di paura, alcune volte, riesce a creare una sorta di connessione tra noi, che li facciamo salire sui trampoli e loro E invece, nel vostro caso, cosa riuscite a prendere dai ragazzi del pubblico? Marco Riccio: Sono quattro anni che facciamo spettacoli in tutta Italia, portiamo le nostre storie e testimoniamo ciò che viviamo giorno per giorno. Le raccontiamo a voi soprattutto per avvertirvi, perché quella della criminalità organizzata è una realtà che si sta avvicinando anche qui. Di ognuno di voi ci rimangono molto spesso gli sguardi, sguardi talora increduli di fronte ai nostri racconti. Perché per voi sono cose nuove, che state vivendo e ascoltando solo grazie a noi, in quel momento. Quello è importante, lo sguardo, perché da noi è difficile avere un contatto visivo. Un ragazzo non ti guarda mai negli occhi, ma allo stesso tempo non abbassa mai la testa, ma guarda altrove. Da noi non ci si guarda negli occhi perché farlo, significherebbe SFIDARSI. I RAGAZZI DA NOI VIVONO LA VITA COME UNA GUERRA CON- TINUA! Daniela Fiorentini (4 B Tc) Io sono Giovanni Io sono Giovanni - ha annunciato l uomo con un naso da clown addosso, e da quel momento tutto ha avuto inizio Giovanni è l educatore che 14 anni fa ha fondato l associazione Il Tappeto di Iqbal per strappare i ragazzi dalla strada e dare loro un alternativa onesta di vita, anziché la mafia. Non a caso il motto della sua associazione è: Togliamo le perle ai porci (con e senza cravatta). Il modo che Giovanni ha di avvicinare i ragazzi è del tutto originale: usa gli attrezzi del mondo circense, in particolare i trampoli. Quando si ha a che fare con questi ragazzi, non si può certo convincerli a giocare a palla! Bisogna lanciar loro una sfida in modo da incuriosirli e attirare la loro attenzione: i trampoli sono perfetti perché suscitano interesse nei ragazzi e, una volta che ci salgono, sono costretti a fidarsi di chi sta loro vicino, devono aggrapparsi per evitare di cadere. O si fidano o cadono. È da lì che s instaura un rapporto di fiducia, di sintonia. Il ragazzo inizia a guardarmi negli occhi e io capisco cosa vuole dire. A volte uno sguardo vale più di mille parole. Sono i ragazzi di Barra, un quartiere periferico di Napoli e l associazione, Il Tappeto di Iqbal, è diventata per loro come una seconda casa. Non hanno una sede fissa, il loro posto è la strada. Non per fare delinquenza, ma per dare una TESTIMONIANZA. I Da qualche tempo il gruppo di ragazzi, guidato da Giovanni Savino, ha iniziato a girare per le scuole, arrivando anche nella nostra, per trasmetterci il loro messaggio perché al male c è sempre un alternativa! E noi ci siamo appassionati sempre più al susseguirsi delle storie che Giovanni e suoi ragazzi hanno voluto rappresentare: storie di morte, di mafia, d ingiustizia ma raccontate da chi sa di avercela fatta e NON HA PIU PAURA! I ragazzi hanno parlato di sé attraverso la musica, la poesia e il teatro, ma soprattutto utilizzando un inaspettata autoironia Sono stati, infatti, in grado di creare un atmosfera piacevole, allegra e di festa, nonostante la serietà dei temi trattati. E tra una risata e l altra ci hanno insegnato a credere nell importanza dell onestà e del combattere con coraggio chi tenta di sottometterci C è chi a ogni tuono piega il capo, a ogni colpo tace. Diciamo NO alla mafia. Il messaggio è chiaro: non nascondiamoci, scendiamo nelle piazze. Non perché tutti sono artisti, ma perché nessuno sia schiavo! Doriana Costanzo (4 B Tc)

12 IL Numero 13 PERCHE Pagina 12 Intervista alla prof.ssa Antonietta Pugliano Docente di materie agrarie Pensa che la creazione di nuovi indirizzi in questa scuola serva a completare il percorso della filiera "agroalimentare"? Perché lei pensa che gli Studi Agrari possano ancora oggi offrire buoni sbocchi lavorativi? Oggi c è un crescente interesse dei giovani per l agricoltura, anche a causa della crisi economica che ha creato elevati tassi di disoccupazione nel settore industriale, in quello finanziario e dei servizi in generale. Il settore agricolo invece mostra un trend positivo del tasso occupazionale. Per cogliere le opportunità, che oggi si presentano nel settore, bisogna avere una solida preparazione alle spalle e un giusto spirito imprenditoriale, oltre a una buona apertura mentale alle innovazioni tecnologiche. Gli Studi Agrari sono in grado di dare le giuste basi per affrontare con successo le nuove prospettive che si aprono nel settore. Essi hanno una loro precisa identità, forniscono una preparazione ampia, affrontando aspetti dell agroecosistema che vanno da quelli biofisici a quelli socio-economici; sono inoltre gli unici che danno le basi complete per poter trattare i problemi della sostenibilità alimentare, in equilibrio con le esigenze di tutela dell ambiente Penso di sì! L'Alberghiero, i nuovi Tecnici e la Specializzazione Tecnica Superiore (ITS) sono un valore aggiunto indispensabile alla produzione agricola. In questo modo il nostro Istituto, il San Benedetto, riesce a fare sistema e i diversi indirizzi dovrebbero in quest ottica integrarsi e realizzare una vera filiera dell istruzione e della formazione e non solo della produzione e della trasformazione agroalimentare Consiglierebbe a un nuovo iscritto l'indirizzo agrario e perché? No, a un solo iscritto no!...mi sto spendendo per l'orientamento e cercherò di trasmettere a molti ragazzi delle scuole medie l'importanza degli Studi Agrari, oggi più di ieri. Posso fare qualche esempio: dissesto idrogeologico e necessità di salvaguardare l'ambiente, agricoltura ecocompatibile a basso impatto ambientale che, oltre a salvaguardare l'ambiente, tutela la nostra salute. Disciplinare di produzione che è la norma di legge che definisce i requisiti produttivi e commerciali di un prodotto a marchio DOP o IGP filiera agro-alimentare, che consiste nella produzione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e fornitura di un prodotto finito. La diffusione delle informazioni nella rete internet dimostra un forte interesse per le problematiche delle coltivazioni, ma un altrettanta diffusa mancanza di conoscenza su terreno, clima e fisiologia delle piante. L indirizzo agrario può sicuramente fornire la preparazione necessaria e integrata con gli altri indirizzi. E chiaro però che ci vogliono studenti motivati. Interessati alle materie che affronteranno, disponibili ad accettare con fiducia lo studio delle materie di base formative per poi poter innestare le materie professionalizzanti A che scopo lei ha creato un gruppo facebook dedicato all'indirizzo Agrario? Per far conoscere tutte le attività dei nostri ragazzi, socializzarle e condividerle, anche per poter avere suggerimenti e proposte di miglioramento della nostra attività. Invito tutti (docenti, studenti, addetti all azienda agraria ) a partecipare a questa iniziativa e ringrazio chi l ha già fatto. L unione fa la forza! Ritiene che le nuove tecnologie (facebook) possano facilitare la comunicazione anche con finalità di orientamento scolastico? Lo spero! Facebook è un modo veloce e potente d informazione, che mette direttamente in contatto persone, gruppi, strutture, etc. ma io lo intendo in modo molto selettivo, nel senso che io metto mi piace su pagine di mio interesse e mi iscrivo in gruppi di mio interesse e quindi non ricevo informazioni su ciò che penso che non mi interessa. Probabilmente i ragazzi delle scuole medie e i loro genitori in questo periodo stanno cercando notizie e informazioni sulle varie scuole anche attraverso Facebook! Fabio Della Corte (5 B Agr.)

13 IL Numero 13 PERCHE Pagina 13 Il Kiwi in Provincia di Latina di studio per le Attualmente la situazione del classe quinte agra- kiwi è particolarmente critica a rie: durante l anno causa della batteriosi, un infezio- scolastico gli stu- ne grave che riguarda in modo denti effettuano particolare il kiwi giallo. Poiché prove in laborato- gli impianti di quest ultimo sono rio per studiare e calati notevolmente, il kiwi ver- ricavare le caratte- de sta presentando una maggio- La pianta di Kiwi è originaria della ristiche di questo frutto. Con il re tolleranza al batterio grazie Cina meridionale, si coltivava circa prof.re Soldà, abbiamo sperimenta- anche alle migliorate tecniche 700 anni fa, il suo frutto era conside- to la conservabilità del kiwi e il suo agronomiche che riguardano la rato una vera prelibatezza dagli im- periodo di raccolta con appositi riduzione peratori cinesi e conobbe anche un strumenti: rifrattometro e penetro- azotate, il minor impiego di fito- uso ornamentale. All'inizio dell'otto- metro. Essi permettono di rilevare regolatori e l utilizzo del rame in cento arrivò in Inghilterra e nel dati che, confrontati con i parametri alcune fasi fenologiche fra cui la Novecento si diffuse attraverso col- ottimali previsti, ci indicano se il caduta delle foglie, dopo la pota- tivazioni intensive in Nuova Zelan- prodotto è commercializzabile o me- tura e prima del germogliamen- da, dove trovò un ambiente abba- no, il periodo giusto per la raccolta e to. stanza favorevole. Per questo il suo - in base alla durezza della polpa - nome deriva dall'uccello tipico della se il frutto può essere frigo conser- Nuova Zelanda; Kiwi è infatti una vato o direttamente consumato. delle concimazioni Anna Maule (5 B Agr.) parola maori usata per indicare un genere di uccelli (Apteryx) autoctoni della Nuova Zelanda. Alla fine del Novecento si diffuse anche in Europa e soprattutto in Italia primi anni settanta - che ora ne è il primo produttore al mondo, soprattutto le regioni Piemonte e Lazio. Il kiwi viene raccolto tra ottobre e novembre ed è commercializzabile da novembre ad aprile, anche se in realtà si trova sul mercato tutto l'anno grazie ai moderni metodi di conservazione dura a lungo. Per coltivarlo ha bisogno di abbondante acqua. Inoltre è un frutto dalle qualità benefiche, per questo alcuni consigliano di mangiarne uno al giorno. Il kiwi è infatti un frutto ricco di vitamina C (85mg/100gr), potassio, vitamina E, rame, ferro e fibre. Nel nostro Istituto il kiwi è materia Le stime del CSO stimano nel Lazio una produzione di ton contro le del 2011 (-19%). In quest area è segnalato un forte tasso di aziende con batteriosi, variabile a seconda dei comuni. I più colpiti sono risultati Aprilia, Cisterna, Velletri e Latina, anche se altre aree minori non sono risultate esenti. Diversamente dalle aree del Nord, nelle aziende che presentano batteriosi la diffusione della malattia può anche arrivare a interessare il 100% delle piante dell azienda. Inoltre, a differenza del quando gli effetti della batteriosi erano perlopiù sulle foglie - quest anno sono anche su fiori e frutti.

14 Numero 13 Pagina 14 Noi siamo ancora qua! Ciao a tutti ragazzi, sono Manuel Cardone, abito a Sabaudia, mi sono diplomato nell anno scolastico 2012/2013 e ho frequentato il 5 G Chi. Appena uscito, mi sono subito accorto che la realtà dei fatti era molto diversa da quella che noi studenti pensiamo esista al di fuori delle mura scolastiche. Lì infatti non ci sono sempre mamma e papà a proteggerci e a sostenerci Quindi mi sono rimboccato le maniche e ho cercato da subito un lavoro. Ad oggi d inverno faccio il pota- tore di piante da frutto in giro per l Agro Pontino. È molto dura perché la sveglia urla alle 5.30! Il lavoro termina alle D estate invece faccio il bagnino sul Litorale di Sabaudia. Però non mi lamento, in questo modo riesco almeno a non pesare sulle spalle dei miei genitori. Appena torno da lavoro, mi cambio e subito vado ad allenarmi al Circolo Canottieri di Sabaudia, dove ho da poco iniziato a praticare in Dragon boat, letteralmente barca drago, il nome deriva dalla forma a testa di drago caratteristica della punta dell imbarcazione. Il Dragon boat è uno sport che richiede molto sacrificio e impegno, come d altronde tutti gli sport acquatici. Questo nobile sport è affiliato al gruppo sportivo della Marina Militare nella quale spero di entrare un giorno ma quel giorno è ancora molto lontano!... Nel frattempo mi alleno con grande costanza e impegno! Il 15 ottobre 2013 ho disputato, con la mia squadra, gli Italiani di Dragon boat e arrivando quarti, ci siamo qualificati ai Mondiali che si terranno a Ravenna l'anno prossimo. Inoltre ho fatto anche le mie prime due gare di Tiro con l'arco e a entrambe sono E molto dura perché la sveglia urla alle 5.30! arrivato primo, conquistando l'oro. Così potrò accedere alle Regionali e successivamente agli Italiani! A marzo avrò gli altri Italiani di Dragon boat (5000 metri), questi anche validi per la qualificazione mondiali ai di quella specialità. Diciamo che sono uno sportivo! Insomma, questo sono io, Manuel Cardone, un ragazzo normale che non fa niente di speciale e che soprattutto vorrebbe trovare un lavoro per essere indipendente e pienamente realizzato! Manuel Cardone

15 Numero 13 Pagina 15 Ciao a tutti! Sono Irma Federici e ho frequentato il 5 B Tec. Chi. Biologico diplomandomi nel Sono stata una studentessa del San Benedetto circa20 anni fa e Sono ancora qua! Ora lì c è mia figlia, Marika Di Bella. Nonostante siano trascorsi diversi anni, sono rimasta in contatto con 3 amiche di scuola. L'anno scorso abbiamo fatto una cena di classe, in quell occasione ho rivisto la maggior parte dei miei compagni molto cambiati. Devo dire invece che la scuola è rimasta pressoché uguale. È cambiato solo il convitto che prima si trovava nella palazzina, che voi oggi chiamiate "ex convitto". Inoltre l edificio dove attualmente c è il convitto prima non esisteva. Appena mi sono diplomata, sono stata chiamata da una fabbrica di ricerca a Pomezia perché ero uscita con il massimo dei voti e con una borsa di studio. Ma rinunciai era troppo lontano da dove abitavo io e non avevo i mezzi per raggiungerlo. Poi ho fatto moltissime domande a varie aziende vicine ma al mio posto sono entrati i raccomandati. E quindi a 23 anni ho deciso di sposarmi e di fare la mamma, il più bel lavoro del mondo Ricordo con affetto i miei prof. e alcuni sono ancora lì. La prof.ssa Mercogliano, che mi ha insegnato biologia, la prof.ssa Ceci, italiano e la professoressa Tremonti, laboratorio. Scrivendo questo articolo, mi vengono in mente tanti ricordi della scuola in classe con me veniva la sorella di Ricordo con affetto i miei prof. e alcuni sono ancora lì Matteo, ragazzo che a 16 anni - mentre stavamo scuola - si tolse la vita Fu un evento scioccante sia per noi che per Istituto nessuno avrebbe mai creduto possibile un simile gesto da parte sua Mi ricordo anche che l'ultimo anno di scuola un amico, Alessandro, ci parlò della sua volontà di diventare sacerdote. Noi, anche se non eravamo d'accordo, lo abbiamo sostenuto, accettando la sua scelta. Come ho detto prima, mia figlia Marika frequenta la mia stessa scuola. Sono molto felice di questo perché ritengo che il San Benedetto sia un ottima a scuola e che possa aprire le porte per un buon futuro lavorativo. Per mia figlia mi auguro tante cose belle anche che non si fermi al diploma ma che possa raggiungere obiettivi più alti! Irma Federici IL PERCHE

16 Numero 13 Amici a quattro zampe IL PERCHE Pagina 16 Asino sardo L'asino, chiamato anche somaro o ciuco, è un mammifero appartenente alla famiglia degli Equidi e il suo verso viene chiamato raglio. Ha un aspetto simile al cavallo ma orecchie più lunghe ed è di dimensioni più piccole, è di colore grigio (può essere anche nero o bruno) fatta eccezione per il contorno occhi, il ventre e il muso che sono bianchi. Le razze di colore grigio hanno anche una croce nera sulla schiena chiamata Croce di Sant Andrea. Veniva utilizzato dall uomo come mezzo di trasporto, in particolar modo per traini o carichi pesanti. L asino venne definito cavallo del povero in quanto, a differenza del cavallo, era meno costoso dal punto di vista dell alimentazione: si nutrono di fieno, paglia ed erba medica. Potature di alberi e sterpaglie occasionalmente. Saltuariamente e solo in certi periodi dell'anno, una miscela di mele, pere, carote, granoturco infranto, crusca di grano, con dosaggio calibrato secondo il soggetto. Per quanto riguarda la riproduzione, il suo approccio con una giumenta (cavalla) può dar vita a un mulo mentre un asina, che si incrocia con un cavallo, può dar vita a un bardotto. Vi sono varie razze e tipologie diffuse in tutto il mondo. L Asino Sardo L asino sardo è una razza tipica della Sardegna. Esso vive circa anni mentre se cresce in cattività può arrivare anche fino ai anni. In genere si riproduce dopo un periodo di ge stazione (gravidanza) di un anno. In apparenza mostra un aspetto poco intelligente ma in realtà ha buone capacità di apprendimento ed è anche ubbidiente. Oltre che in Sardegna, è possibile trovarlo anche in altre regioni italiane: Umbria e Lazio, in seguito agli spostamenti dei pastori sardi. In Sardegna l'asino, un tempo diffusissimo in tutta l isola, ha dato un grande contributo al settore agricolo e a quello dei trasporti. Fu impiegato per eseguire lavori di aratura, per t r a s p o r t a r e acqua, legna. Venne utilizzato anche nelle attività belliche. Con l introduzione e lo sviluppo del settore automobilistico e dei mezzi meccanici, le attività dell asino sono state ridotte sempre più compromettendo addirittura la sopravvivenza della specie. Fabiana Capasso Chiara Franceschetti (5 G Chi.)

17 Numero 13 Pagina 17 I HAVE A DREAM! Il sogno di recitare Ciao a tutti, sono Marco Polizzi, ho 15 anni e frequento la 2 A TA. Nella vita ho varie passioni tra cui: recitare, comporre e cantare testi Rap e praticare MMA. Coltivo tanti sogni, ma quelli più importanti riguardanti il lavoro sono due: continuare la carriera di attore e provare a diventare famoso o entrare a far parte della guardia forestale, perché amo molto gli animali non a caso sono vegetariano! La mia passione per la recitazione ha una storia molto buffa. Tutto cominciò quando mia sorella, Valentina, più o meno verso i 9 anni, chiamò da sola al numero verde che passava su una pubblicità del "Mini quiz Show", un programma presentato da Paolo Bonolis. Qualche giorno dopo arrivò una chiamata a mia madre che, ignara di tutto ciò, pensò che avessero sbagliato. A quel punto le spiegarono che Valentina aveva fatto tutto da sola e che era stata presa per partecipare al programma. Lo vinse! I produttori dissero che Valentina era una bella bambina e parlava molto bene, quindi poteva avere le doti per diventare un'attrice. A quel punto mamma decise di iscriverla a un agenzia di recitazione, la "PLANET". Io allora avevo circa 4 anni e mamma mi portò con sé. Con grande sorpresa di mia madre, le proposero di iscrivere anche me, perché potevo anch'io provare a recitare. Così da lì iniziò la mia carriera...! Ho lavorato in vari campi,: telefilm, film e sono apparso anche sul grande schermo. Nel 2003 ci fu la mia prima comparsa in TV, con la pubblicità della "Parmalat". Poi continuai con vari telefilm tra cui "R.I.S", "Distretto di Polizia" e una comparsa nei "Cesaroni". Partecipai a due film: "La vita di Bartali" e una comparsa in "Angeli e demoni". Ho avuto la fortuna di lavorare con registi importanti quali Ferzan Ozpetek e Alberto Negrin. Ma anche con attori eccezionali come Ricky Memphis, Pierfrancesco Favino e Tom Hanks. Al momento sto girando le riprese di un telefilm a Roma, "Un medico in famiglia", faccio la parte di Adriano, un ragazzo che va a scuola con i nipoti di Lino Banfi. Recitare mi dà la possibilità di lavorare con molti altri ragazzi e fare quindi anche nuove conoscenze. La sensazione più gradevole che provo, quando sono su un set, è la cortesia che il casting ha verso di me una volta che sei lì, è come se facessimo tutti parte di una grande famiglia. Per non parlare dei camerini! Io amo i camerini! Tv, aria condizionata, un frigorifero pieno di cose da mangiare! E poi ti fanno sentire un vero attore! A breve dovrei fare un provino per un cinepanettone con Massimo Boldi e Christian De Sica spero vada tutto bene!... Aurora Dell Unto (2 A Alb.)

18 Numero 13 Pagina 18 Il 5 dicembre 2013, 19 ragazzi delle classi quinte, corsi A-B-C Agrario, accompagnati dai prof.ri Claudio Danieli ed Emanuela Ciarla, hanno raggiunto la Chiesa Nuova di Santa Lucia, a Sezze. Una volta sistemate le nostre cose nelle stanze, abbiamo conosciuto coloro che ci avrebbero guidato in questa esperienza: Don Antonio - che ci ha accompagnato per quasi tutto il percorso e il prof.re Giancarlo Loffarelli - docente di filosofia ma anche attore, regista, presidente diocesano per l Azione Cattolica, con lui abbiamo avuto due incontri. Il prof.re Loffarelli ci ha spiegato quale sarebbe stata la finalità dei suoi interventi con noi: fornirci qualche spunto di riflessione utile a comprendere meglio il particolare momento storico che ci troviamo ad affrontare. Da insegnante, il prof.re Loffarelli ha modo di osservare costantemente come cambiano le generazioni negli anni. Egli ha parlato di passaggi epocali, segnati dal progresso scientifico, culturale che hanno arricchito il presente, senza cancellare il passato. Il progresso è stato caratterizzato dal fatto che il nuovo si è aggiunto al vecchio in questo momento storico invece si rischia di non avere un vero progresso: il cellulare, internet, i social network se offrono qualcosa in più da aggiungere a ciò che si ha, allora costituiscono una ricchezza, ma se sostituiscono senza aggiungere, allora non possono essere considerati tali La rivoluzione tecnologica ha prodotto modifiche sostanziali anche nelle relazioni e nel significato di concetti quali amore e amicizia La soluzione non è rinunciare alla tecnologia. Il progresso è una ricchezza ma non può cancellare le relazioni dobbiamo essere in grado di controllare la tecnologia, altrimenti rischiamo di diventarne schiavi, trasformandoci da soggetti a strumenti. I ragazzi presenti all incontro hanno ascoltato con interesse queste parole, calandole nella propria realtà quotidiana, con una maggior consapevolezza e senso critico. La nostra esperienza ha poi vissuto un momento di silenzio: circa 50 minuti durante i quali ognuno ha scelto un posto dove pensare, leggere un libro, parlare, fare una passeggiata. Abbiamo anche visitato la vecchia Chiesa di Santa Lucia, la cui storia ci è stata spiegata dal prof.re Danieli. Un nuovo incontro con il prof.re Loffarelli ci ha fatto riflettere sul rapporto tra genitori e figli, ancora più complicato oggi rispetto al passato Ora più che mai i genitori devono lasciar crescere i propri figli nell autonomia delle loro scelte, senza ostacolarli!. Così si è concluso il nostro incontro con il prof.re Loffarelli. Quindi la cena! È stato un momento molto divertente, ognuno cercava di aiutare come poteva: cucinare, apparecchiare, pulire tutto sotto la su-

19 Numero 13 Pagina 19 Winter Camp Prof. Claudio Danieli pervisione del coach Matteo Ruzza, che si è reso disponibile fin dall inizio a fare la spesa e cucinare. Il 6 dicembre di buon mattino siamo partiti per una passeggiata in montagna. Abbiamo percorso più di 14 km, andata e ritorno, siamo arrivati a un altezza di 1050 metri, giungendo a un rifugio di cacciatori. Lì abbiamo acceso il fuoco e consumato il pranzo a sacco. L uscita in montagna era concepita come metafora della vita: la scalata, le difficoltà, che ogni giorno incontriamo, erano tutte simbolicamente in quella salita. E il nostro zainetto, metafora anch esso di ciò che portiamo con noi, dei valori a noi cari presenti nella nostra esistenza. Tornati all alloggio, abbiamo incontrato diversi ragazzi di Azione cattolica: Alessia, Filippo, Cristina, Luigi abbiamo visto con loro un video che mostrava diverse circostanze in cui ci possiamo sentire fuori luogo rispetto alla situazione che viviamo, lo slogan del video era SENZA IMPEGNO NON SI VINCE! Abbiamo quindi affrontato le nostre paure attraverso un esperienza sensoriale una musica di forte impatto ci ha portati faccia a faccia con ciò che temiamo La canzone di Fabrizio Moro, LIBERO, ha chiuso questo momento molto particolare. L ultimo giorno è stato Don Antonio a guidarci in un altra bella attività, emotivamente coinvolgente e accompagnata dalla lettura di passi del Vangelo. Così si è conclusa la nostra esperienza denominata Winter Camp. Un ottimo pranzo tipico sezzese è stato condiviso anche con altri professori delle quinte che erano venuti a trovarci. Questa esperienza è stata un opportunità per dedicare del tempo a se stessi, per fermarsi a pensare, per interrogarci sui nostri obiettivi e su chi siamo realmente! Ma è stata anche un occasione per approfondire le conoscenze con altri ragazzi, per collaborare, per capire quanto siamo fortunati a casa ad avere un letto che ci ospita, una famiglia che ci ama, una scuola che ci accoglie, un futuro che ci attende Fabio Della Corte (5 B Agr.) Rimani Rimani nell amore, nonostante l odio. Rimani nel silenzio, nonostante il frastuono. Rimani nella lucidità, nonostante la follia. Rimani nella fede, nonostante il dolore. Vi auguriamo un natale semplice ed indimenticabile: la meravigliosa bellezza di Dio si manifesta nel poco. Gli insegnanti di religione

20 Numero 13 Pagina 20 Dillo con un fiore I consigli di Liliana & Stefano Liliana Filpi & Stefano Campagna Delphinium Caratteristiche: Il Delphinium è un genere di pianta della famiglia Ranuncolaceae, originario dell'europa, Asia e Nord America. Conta oltre 200 specie erbacee tra annuali, biennali e perenni, alte dai 50 cm ai 2m a seconda della specie. Hanno fiori in una lunga spiga, colorati in varie tonalità brillanti, che negli ibridi possono essere doppi o semidoppi. Molte delle specie sono note volgarmente con il nome di Speronella o Spron di cavaliere. Le specie perenni vengono utilizzate per la floricultura e il giardinaggi e come ornamento per tappeti erbosi. La colorazione varia dal viola al rosa, alcuni tipi sono anche gialli e rossi, e si ottengono incrociando una specie originaria delle alpi (D. elatum) con alcune specie esotiche. Coltivazione: Le specie annuali preferiscono posizioni soleggiate, con terreno ricco di sostanze organiche, neutro poco calcareo. I Delphinium perenni prediligono i climi freddi in posizione soleggiata o a mezzo-sole, non sopportano le estati torride del Sud Italia, la zona ideale per queste piante è la regione dei laghi prealpini e gli Appennini, dove il periodo estivo è piovoso con temperature non troppo elevate. Richiedono terreno neutro o leggermente acido, fresco nel periodo vegetativo, privo di calcio, ben drenato e con abbondante concimazione organica. Si moltiplicano per seme, divisione dei cespi o per talea dei getti. La semina nelle zone meno rigide viene fatta prima dell'autunno subito dopo la maturazione delle capsule, nelle zone con inverni molto rigidi si rimanda la semina alla primavera successiva con fioritura nello stesso anno. La moltiplicazione delle varietà, per via agamica con la divisione dei cespi o talea, va effettuata in primavera con getti di cm di lunghezza. Avversità: Le temperature torride associate alla siccità danneggiano gravemente le specie perenni L'eccesso di ristagno idrico provoca il marciume radicale Istruzioni di semina: La semina di questa pianta è un po' impegnativa. Si semina a fine estate (21-24 C) utilizzando un terriccio fresco e sano, leggero, possibilmente ricco di vermiculite o pomice. Impiegate delle cassettine o dei vasetti e inumidite accuratamente il terriccio. Dopo aver sparso i semi sul terriccio ricopriteli con 2 mm circa di terra. Inumidite ancora la superficie e coprite con un nylon che mantenga i semi in umidità costante. Quando i primi semi iniziano a germogliare si rimuove la copertura e si mantiene in luogo luminoso e fresco. Circa 1 mese dopo la semina si possono ripicchettare le piantine in singoli vasetti. Si lasciano irrobustire, poi si spostano al sole. Si mettono a dimora nella primavera successiva. Curiosità: -Il Delphinium nome viene dal Greco e significa il delfino piccolo Il nome è stato scelto perché la figura del fiore è rievocativa del naso di un delfino. -Gli indiani d America macinavano le speronelle per ricavarne il colore blu, successivamente furono utilizzate anche in Europa per ottenere l inchiostro. -La specie e la varietà di questo fiore sono sorprendenti. I fiori possono essere blu, blu scuro, azzurro, viola, lilla, bianco ed in combinazione con il colore nero, il bianco, il grigio e la panna donano a questa pianta un fascino irresistibile. Questo fiore ama il sole e non tollera alcun tipo di ombra, anche se nei giorni più caldi ha bisogno di un po d'ombra per non essere bruciato dai raggi di sole. -Tutte le parti vegetali sono velenose a causa della presenza dell alcaloide delfinidina, il cui contenuto diminuisce con l invecchiare della chioma. Doriana Costanzo Luca D Ambrosio (4 B Tc)

21 Numero 13 Pagina 21 I Volti Volti della Solidarieta CLOWN TERAPIA: SOLIDARIETA RECIPROCA Mi chiamo Cristina Di Rocco, ho 18 anni e frequento il 4 A Tc. Da due anni faccio volontariato presso la Croce Rossa e Mezza Luna Rossa Italiana, nel comitato locale di Ariccia, Genzano, Lanuvio. Il secondo anno, in Croce Rossa, ho frequentato un corso di specializzazione per clown terapia, volta non solo ai bambini, ma anche ad adulti, presso il comitato locale di Anzio. Inizialmente la mia iscrizione all associazione è stata spinta da motivazioni puramente personali, avevo bisogno di staccarmi dalla monotonia, ma soprattutto volevo superare il più grande ostacolo che da anni mi frenava: il timore di mostrare al pubblico la mia personalità. In seguito, proprio durante il corso di formazione, ho avuto modo di scoprire che tutti gli altri volontari del gruppo con cui collaboravo, si erano iscritti a quel corso per le mie stesse ragioni: superare se stessi e affrontare i propri limiti. Tutto questo, visto da fuori, può sembrare un atteggiamento egoistico! Ma si tratta di un egoismo positivo, quello che ci teorizzò la nostra istruttrice: regalare sorrisi ad altri per gratificare anche se stessi. Ricordo ancora il primo giorno che entrai nel locale in cui svolgevo i corsi: ero terrorizzata all idea di dovermi presentare, confrontare con altre persone, perché da quel momento in avanti - così ci disse l istruttrice, avremmo dovuto essere una famiglia. Era dunque fondamentale instaurare legami di fiducia tra noi, tutte cose che inizialmente non riuscivo a comprendere. Non è stato per niente facile per me, aprire la mia mentalità e immergermi nel surreale, perché è questo il compito di un clown: riuscire a vedere ciò che gli altri danno per scontato, o che addirittura non esiste. Qualunque oggetto per un clown assume infinite realtà, che solo chi ha la capacità di leggere tra le righe può capire, come solo un bambino sa fare. Non era assolutamente la fantasia che mi mancava ma la forza di volontà necessaria a estraniarmi dai giudizi e dai pregiudizi degli altri e dalla paura di sbagliare. Avevo comunque tutte queste paure, pur essendo all interno di un gruppo di adulti e non di coetanei pronti a giudicare. Durante la preparazione, abbiamo fatto molti esercizi sia teorici che pratici. Il gioco della zattera, che consisteva nel camminare o correre, a seconda del ritmo della musica, all interno di un rettangolo, nel quale tutti si impegnavano a riempire gli spazi vuoti e a non percorrere gli stessi punti. Questo ci ha aiutato a gestire gli spazi sul palco e a stabilire i primi rapporti all interno del gruppo. Altri esercizi miravano a migliorare la nostra capacità di ascoltare e di parlare. L ascolto andava al di là dell udito, scavava alla ricerca dei sentimenti più profondi che un determinato argomento suscitava in noi. Il parlare non era fatto di parole, spesso un bambino non comunica ciò che gli succede perché non sa come esprimersi, in questo caso il parlare si traduce in gesti: la paura, ad esempio, la si può disegnare con le mani, la felicità può diventare un abbraccio, il coraggio può essere una stretta di mano. La parte del corso che maggiormente mi ha fatto riflettere è stata il BURN OUT (gestione del fallimento). Non è facile svolgere il compito di clown. La figura del clown, non deve essere banale, ridicola, ma deve rispecchiare la realtà nelle sue diverse e molteplici sfaccettature e significati. A volte però si sbaglia e sentirsi dire da un bambino non fai ridere, fa male perché lo si percepisce come un fallimento morale e psicologico del clown. Da questa spiegazione, capii l importanza del gruppo-famiglia e del rapporto di fiducia tra noi. Dopo ogni spettacolo, il gruppo si riunisce, si parla delle sensazioni provate sul palco e se c è stato un fallimento, il gruppo ha il dovere di far comprendere al compagno che non deve portarsi l abbattimento morale nella vita privata: Io, Cristina, non devo essere toccata dallo spiacevole accaduto, il fallimento riguarda la mia figura di clown, che ha un proprio nome d arte e una propria identità. Da questo insegnamento, io ne trassi altri significati, che mi portarono a comprendere l inutilità di vergognarsi nel mostrarsi per ciò che si é. Solo ora riesco a capire quanto sia gratificante la libertà nel sapersi esporre, porsi all altro sicuri di sé, perché solo facendo così, si ricevono sorrisi veri che ti esaltano e scaldano il cuore! Cristina Di Rocco (4 A Tc)

22 Numero 13 Pagina 22 Personaggi del mese Nome Cognome: Maria Ceci Professione: Docente Disciplina: Italiano IL PERCHE scuola? Da quanti anni insegna in questa Eh...direi un bel po'!...circa anni! Ha sempre insegnato o ha provato qualche altra professione? Sì! (ride), ho sempre insegnato! Tanti anni fa insegnavo Educazione Fisica, allenavo la squadra di atletica Latina! Ero e sono ancora una sportiva, anche se gli anni passano Come si trova in questa scuola? In questa scuola ci sto bene! La considero la mia seconda famiglia! Che rapporto ha con gli alunni? Il rapporto con gli alunni è sempre stato ottimo, perché basato sul reciproco rispetto! Mi piace stare con i ragazzi. Tra qualche anno andrò in pensione e a pensarci bene, questo mi crea già un po d'ansia e di malinconia Che differenza trova tra i primi anni di servizio e oggi, in relazione alla sua professione? I ragazzi sono bravi, sono "puliti". Ma negli anni passati eravamo di meno, quindi si creavano situazioni più familiare. Ora c'è troppo caos, anche con i colleghi ci vediamo molto meno, anche fuori scuola. Negli anni passati era tutto diverso! Ci dica qualcosa in più su di lei! Cosa fa al di fuori della scuola? Faccio la nonna a tempo pieno!!! Ho due bellissimi nipotini, uno di 4 anni e l'altro di 6 mesi! Vi voglio raccontare due piccoli riti che da sempre vivo con mio marito il sabato mattina è dedicato al rito della colazione al bar seguita poi dalle classiche spese per la casa, il secondo invece si svolge di domenica mattina...ovvero la passeggiata in bicicletta! In cosa pensa dovrebbe migliorare il San Benedetto? Innanzitutto, nelle strutture. Siamo molto più numerosi rispetto agli altri anni, la scuola dovrebbe adeguarsi con strutture idonee al numero rilevante di studenti! Poi c è la questione del trasporto, dei pullman, delle navette... All uscita da scuola, si crea una grande confusione perché non c'è chi diriga il traffico creato da macchine e autobus. Insomma, tutti questi disagi non li hanno soltanto gli alunni, ma anche noi professori! Quali sono per lei i valori fondamentali su cui la scuola dovrebbe puntare? "Sicuramente il rispetto per gli altri, la solidarietà e l'essere sempre se stessi! Cerco di far comprendere ai ragazzi l importanza di non lasciarsi trasportare da quelle che sono le situazioni negative che la vita ci mette davanti quotidianamente. Quando faccio lezione, mi piace anche affrontare argomenti di diverso genere, che toccano un po' tutti noi. Parliamo di ciò che ci accade intorno ogni giorno, anche al di fuori della scuola. Fare lezioni di vita è utile per trasmettere ai ragazzi i valori fondamentali su cui basare la propria esistenza e che sono basilari per loro formazione! Petra Cappelletto (5 B Agr.)

23 Numero 13 IL PERCHE Pagina 23 Nome Cognome: Sabrina Massaro Professione: Docente Disciplina: Sala Bar Da quanti anni fa l'insegnante? Sono dieci anni che insegno. La mia prima esperienza è iniziata a Roma in un quartiere diciamo "non dei migliori", si chiama Laurentino 38. Un esperienza altamente formativa, diciamo che ho dovuto impegnarmi anche in ambito sociale. In quella scuola ho sempre insegnato Tecniche operative di Sala Bar e ho iniziato con più ore e meno classi, mentre ora ho meno ore e più classi In seguito ha avuto altre esperienze come insegnante? Come precaria ho lavorato in molti istituti, ne cambiavo uno ogni anno. Sono passata di ruolo soltanto nel 2007, quando lavoravo a Velletri dove ero già da molti anni. Soltanto un anno fa sono venuta a conoscenza dell'esistenza dell'istituto "San Benedetto" con indirizzo Alberghiero ed essendo di Latina, ho fatto domanda qui Migliorerebbe qualcosa nella nostra scuola? Sì, migliorerei sicuramente i servizi per poter fare pratica con i miei alunni sia di cucina che di sala bar Pregi e difetti degli alunni del San Benedetto? Il miglior pregio è che anche i peggior alunni si trovano ad affrontare situazioni lavorative e hanno dunque un confronto diretto con il mondo del lavoro. In quelle situazioni migliorano tutti e danno il meglio di loro. Invece il lato peggiore è che la maggior parte degli alunni sono ingestibili e ineducati nell'ambiente scolastico e per questo motivo si fa fatica a far lezione e ad avere un riscontro positivo Ha fatto altre esperienze lavorative che riguardano l'alberghiero prima di iniziare a fare l'insegnante? Ho iniziato a 14 anni a lavorare in strutture alberghiere per poi intraprendere a 26 anni il percorso come insegnante. Inizialmente ho cercato di coordinare i due lavori, successivamente però questa situazione era diventata troppo pesante, quindi ho continuato il percorso di insegnamento, accantonando quello ristorativo. Il mio sogno è quello comunque diventare manager all interno di una struttura alberghiera MAI DIRE MAI! Come fa a capire le attitudini di un alunno? Io cerco sempre di consigliare ai ragazzi di scegliere ciò che pensano di voler fare realmente nella loro vita. Alcuni sono portati per una materia e non per un'altra, ma non se ne rendono conto. Magari sono partiti con un idea e non intendono cambiarla. Spesso spinti o suggestionati dai propri genitori, dalle scelte dei compagni... Io mi affido alle mie percezioni che nascono dall osservazione degli studenti.in base ad esse, do i miei suggerimenti Qual è la sua passione più grande? La mia passione è l'insegnamento, oggi essere professori non è facile bisogna essere anche psicologi, sociologi e cercare di interagire nel migliore dei modi con gli alunni Andiamo sul personale, ha degli animali a casa? A casa ho due cagnolini di piccola taglia, Tamburino ed Emy. Dato che non ho figli, loro riempiono le mie giornate e vengono trattati come se fossero dei veri e propri figli! Se potesse scegliere tra fare l'insegnante o lavorare in un albergo cosa sceglierebbe? Sono due ruoli completamente diversi! Entrambi si basano sul rapporto umano; diciamo però che, nel contesto ristorativo, il cliente è di passaggio quindi il rapporto finisce lì, mentre in quello scolastico gli alunni crescono insieme a noi docenti, arrivano che sono "piccoli" e raggiungono la maggior età ancora qui con noi ed è una bella soddisfazione! Se ne avesse la possibilità, risceglierebbe Sala come indirizzo o cambierebbe? Se dopo due anni, avendo provato sala, cucina e ricevimento, avessi potuto scegliere, penso che avrei optato ancora per Sala, ma avrei dato un opportunità anche a ricevimento. Voi avrete la possibilità di sperimentare tutto questo nel primo biennio, invece io ho avuto la "sfortuna" di scegliere subito, fin dal primo anno. Avrei valutato comunque Sala-bar, forse perché mi piaceva lavorare nel mondo ristorativo, soprattutto nell'organizzazione e nella banchettistica. Quello che preferisco è l'organizzazione di buffè, eventi Quali erano le materie in cui andava meglio? Andavo bene in tutte le materie, ma soprattutto in Sala! Coltiva qualche hobby nel tempo libero? In questo periodo il mio hobby principale è la lettura che è orientata su libri che trattano argomenti di filosofia, meditazione, rincarnazione e sviluppo della mente Aurora Dell'Unto Sarah Bazzucchi (2 A Alb.)

24 IL Numero 13 PERCHE Pagina 24 Facce da copertina? no e dovevo giocare con i ragazzi più Ti piace il tuo aspetto fisico? E grandi di me che, puntualmente, come ti curi? mi facevano stare in panchina! Sono molto soddisfatto del mio Quindi ho abbandonato il calcio e aspetto fisico! Mi piace emanare mi sono dedicato a un altro spor: il sempre un ottimo odore e lasciare nuoto! Il primo anno è stato fanta- una scia di profumo al mio passag- stico ma poi continuavano a farmi Puoi descrivere in gio!... fare sempre le stesse cose, quindi due parole il tuo Cosa pensi che piaccia alle ra- ho deciso di lasciarlo Sono un ragazzo molto vivace, alle- gazze di te? Penso che alle ragazze, a prima Qual è la tua passione attuale? Sono quattro anni che seguo il La- gro e a volte lunatico vista, non piaccia nulla del mio tina Calcio e questa è diventata la Qual è il tuo rapporto con le aspetto fisico però, se mi conosco- mia passione più grande! Inoltre ragazze? Se incontro una ragazza che mi pia- no bene, non possono fare a meno da essa ogni tanto ricevo grandi di innamorarsi del mio carattere! soddisfazioni che mi portano a fare ce, divento un pochino timido o me- Perché hai scelto l'indirizzo piccole pazzie come per esempio glio, controllo la mia vivacità, per- tagliarmi i capelli a forma di B ché non vorrei che questa si facesse agrario? Perché amo l'odore della terra ba- un'idea sbagliata di me. Cerco di gnata, mi piace stare a contatto con serie B! farla ridere, mi piace trattarla come la terra e lavorare con i trattori Quali sono per te i valori fon- una principessa e metterla al cen- Pratichi sport? damentali della vita? tro dell'attenzione Ho praticato per circa nove anni il L amore per mio fratello Mirko, il Cosa fai nel tempo libero? Nel tempo libero faccio dei lavoretti calcio. Fin da bambino avevo que- rispetto per la famiglia, in partico- sta passione o meglio, fissazione lare per mia madre e per mio pa- per sistemare casa, aiuto la mia per il calcio! Poi ho smesso perché dre! famiglia ma specialmente mio non- la squadra della mia età non c'era Cognome: Biscuola Nome: Simone Età: 18 anni Classe: 3 B IL PERCHE Agr. carattere? per la promozione del Latina in

25 Numero 13 Pagina 25 Facce da copertina? Cognome: Franchi Nome: Simone Età: 18 anni Classe: 3 B Agr. IL PERCHE Puoi descrivere in due parole il tuo carattere? Non sono un ragazzo timido. Sono molto allegro. Se devo dire una cosa, non faccio giri di parole ma te la dico subito e in faccia, quindi mi reputo un ragazzo molto leale! Qual è il tuo rapporto con le ragazze? Con le ragazze inizialmente cerco di instaurare un rapporto di amicizia e se poi la persona mi prende veramente, riesco a far diventare quel rapporto un po' più sentimentale Cosa fai nel tempo libero? Nel tempo libero adoro andare a pesca, uscire con i miei amici e lavorare in campagna Ti piace il tuo aspetto fisico? E come ti curi? Mi piace molto il mio aspetto fisico. Sono molto perfettino nel modo di pormi e di vestire Cosa pensi che piaccia alle ragazze di te? Penso che alle ragazze piaccia il mio modo di fare, il mio fisico e il mio sorriso! Perché hai scelto l'indirizzo agrario? Ho scelto l'indirizzo agrario per la passione che nutro fin da bambino per la campagna. Inoltre questo indirizzo di studio mi permette di ampliare le mie conoscenze a livello sia tecnico che teorico Pratichi sport? Sì, pratico kickboxing da due anni. Questa passione è nata in un primo momento per seguire l'esempio di mio fratello, poi ho iniziato ad appassionarmici veramente! Ho ottenuto grandi soddisfazioni da questo sport e fra non molto potrò iniziare a praticarlo a livello agonistico. Pratico kickboxing per divertimento e non per apparire forte agli occhi degli altri! Quali sono per te i valori fondamentali della vita? Il rispetto per la mia famiglia, l'amicizia e godermi la vita con il divertimento! Marika Di Bella Arianna Torrao (2 B Tc)

26 IL Sportivamente PERCHE Numero 13 Pagina 26 Nome e Cognome: Andrea Caprari Età: 18 Classe: 5 B Chi. Sport: PALLANUOTO Da quanto tempo pratichi questo sport? Pratico pallanuoto da 9 anni Come è iniziata la passione zione fisica è fondamentale ed è ac- perché in questo sport la squadra è per la pallanuoto? compagnata da un duro allenamen- tutto! La passione per questo sport è na- to, che mi permette di dare il massi- È difficile conciliare l impegno ta grazie a mio fratello. Spesso mo in gara scolastico con quello sportivo? seguivo i suoi allenamenti ed ero Come si svolge una gara? Sì molto! La stanchezza dell'alle- presente durante le sue gare. Que- Si gioca 7 contro 7, il campo ha una namento si accumula e spesso impe- sto ha suscitato in me grande en- lunghezza di 30m e una larghezza disce di utilizzare al meglio il tempo tusiasmo che, in breve tempo, si è di circa 20m. I giocatori si differen- per studiare. Cerco di dare il meglio trasformato in una vera e propria ziano per il colore della cuffia, chia- sia a scuola che nello sport passione. Oggi non ne potrei più mata calottina, utilizzata per le Quali sono le emozioni che si fare a meno! applicazioni protettive nella zona provano prima dell inizio di una Praticavi altri sport, prima di orecchie. L'obiettivo è quello di fare gara? iniziare la pallanuoto? goal, come nel calcio, in una porta Prima di una competizione sono mol- Sì, prima della pallanuoto facevo galleggiante. Una delle regole più to agitato e teso, ma allo stesso tem- nuoto libero. Poi, come ho detto, importanti è che per giocare si deve po determinato e con la voglia di vin- seguendo mio fratello, mi sono av- utilizzare solo una mano. I giocato- cere! vicinato alla pallanuoto ri sono chiamati in causa sia per La paura più grande che provi l'attacco che per la difesa Questo fa in gara? questo sport? sì che la pallanuoto sia uno sport La paura di perdere, anche se nello La pallanuoto richiede tanto sacri- molto dispendioso a livello di ener- sport bisogna sapere accettare la ficio, poiché è uno sport che impe- gie fisiche, poiché si è in continuo sconfitta gna tutta la settimana per due o movimento. Una partita dura 40 Perché consiglieresti di pratica- tre ore al giorno minuti variabili, sono 4 tempi, re la pallanuoto? Come ti prepari a una gara? ognuno da 7 minuti Secondo me, la pallanuoto è uno Alla gara inizio a pensare molti Qual è il rapporto con i tuoi sport che può dare molte soddisfazio- giorni prima e credo che la prepa- compagni, essendo la pallanuo- ni che probabilmente non potresti razione più importante non sia to uno sport di squadra? mai avere dalla vita! tanto quella fisica quanto quella Ho un buon rapporto con i miei mentale. Ovviamente la prepara- compagni, dobbiamo essere uniti Quanto sacrificio richiede Martina Borgia (4 A Tc)

27 IL Sportivamente PERCHE Numero 13 Nome e Cognome: Emiliano Lo Pinto Età: 17 anni Classe: 4 A Tc Sport: TAEKWONDO Da quanto tempo pratichi questo sport? Pratico taekwondo da circa 5 anni Come è iniziata la passione preparazione per il taekwondo? principalmente sulla corsa. Molto Inizialmente questo sport non mi importante è l'alimentazione: deve attraeva più di tanto perché, come essere senza grassi e contenere tan- tutti i ragazzi della mia età, prefe- te proteine e carboidrati rivo il calcio. Un'altra ragione che Come si svolge una gara? mi teneva lontano dal taekwondo Dopo il peso, si svolgono i sorteggi era la presenza di combattimenti e si assegna a ogni atleta un nu- corpo a corpo. Un giorno però mio mero che corrisponde all'ordine zio mi chiese se volessi fare una del combattimento. Ogni match prova; ero un po' titubante, ma prevede 3 round da 2 minuti cia- accettai. scuno. Il punteggio varia dal tipo Ho avuto la fortuna di avere mio di calcio sferrato e dalla modalità zio allenatore, e dopo svariati alle- con cui è stato tirato namenti, partecipai al mio primo Quali sono le emozioni che campionato. Lottai agli interregio- provi? nali e ottenni il secondo posto. Dipende Quali sono state le tue vitto- gara. Più è importante, più l'emo- rie? zione aumenta Il secondo posto agli interregionali La paura più grande che pro- di Bolsena e il secondo posto al vi? campionato italiano di Caserta, E' quella di svenire dopo un forte che mi ha dato il titolo di vice- calcio o di farmi male seriamente campione italiano Come ti prepari per una gara? Prima di ogni gara bisogna rientrare in una precisa categoria, che si basa sul peso degli atleti. Se sono in 'sovrappeso', svolgo una specifica basata dall'importanza della Glauco Fantauzzi (4 A Tc) Pagina 27

28 Numero 13 Pagina 28 Il perche : cinema Cyberbully PETTEGOLEZZI ON-LINE Anno: 2011 Genere: drammatico-adolescenziale Cast: Emily Osment: Taylor Hillridge Kay Panabaker: Samantha Caldone Kelly Rowan: Kris Hillridge Jon McLaren: Scott Ozsik Meaghan Rath: Cheyenne Mortenson Jade Hassouné: Caleb Nastassia Markiewicz: Lindsay Fordce Robert Naylor: Eric Hill ridge Caroline Redekopp: Karen Caldone Ronda Louis-Jeune: Becca Dick Ideatore: Teena Booth Regia: Charles Binamè Trama: Questo film tratta una forma di bullismo, oggi molto diffusa ma di cui si parla ancora poco: il cyberbullismo. La protagonista è una ragazza di 17 anni, di nome Taylor Hillridge. i suoi genitori sono separati e lei vive con la mamma e il fratello. La mamma, pur essendo iperprotettiva, decide di regalarle, per il suo diciassettesimo compleanno, un personal computer alla condizione di non pubblicare informazioni personali online. Spinta dalle amiche e dall'interesse per un ragazzo Scott Taylor decide di iscriversi a un social network molto popolare nel suo Istituto. Inizia a pubblicare foto e stati, che Lindsay Fordyce, sua nemica e ragazza più popolare della scuola, commenta con offese, alle quali si aggiungeranno presto insulti da parte di altri compagni. Da questo momento in poi la vita di Taylor sarà un crescendo di situazioni drammatiche che le renderanno un inferno anche il semplice andare a scuola C è chi pubblicherà sul social di avere avuto rapporti con lei e di aver contratto una malattia venerea, di averla pagata perché lei si spogliasse Taylor conoscerà la solitudine e la disperazione, sarà abbandonata anche dalle sue migliori amiche. Le offese arriveranno al punto da far pensare a Taylor di suicidarsi Ma Taylor sarà in grado di riprendere in mano la propria vita e di fare qualcosa di concreto per combattere il cyberbullismo Recensione Cyberbully - Pettegolezzi Online é un film dalla tematica molto forte e sconosciuta sotto molti aspetti. Nato come film-denuncia verso la società che si ostina ancora a essere cieca di fronte a questo fenomeno, il film contiene un insegnamento molto importante per tutti quei ragazzi, vittime silenziose di una prigione psicologica e virtuale. L insegnamento è quello di non arrendersi davanti alle minacce e agli insulti ma di farsi coraggio e di denunciare l accaduto. Perché è facile e vigliacco fare i bulli da dietro uno schermo, è difficile avere quegli stessi atteggiamenti davanti ad un gruppo compatto e deciso, con il quale neanche il più forte dei bulli può competere. Questo film parla anche dell amicizia e di quanto, nell adolescenza, possa essere fragile e spesso sopravalutata. Mette in luce i sentimenti della protagonista, come ci si senta a essere prese di mira, come questo possa portare le vittime a vivere una crisi d identità e a vedere nel suicidio la soluzione finale del disagio che vivono. Non si deve cedere davanti alle avversità, il suicidio non è mai la soluzione. Questo film fa capire che non si è mai soli in una situazione simile ma che, al contrario, ci sono moltissimi ragazzi e adulti pronti a tendere una mano. Con il silenzio non si può vincere il rumore, bisogna impegnarsi per fare qualcosa di concreto, uscendo dall ipocrisia che spesso impedisce di schierarsi dalla parte giusta lo sbaglio di uno è lo sbaglio di tutti. Nel film anche le parole del preside sono molte importanti: sono un invito, ai giovani, al senso di responsabilità nell utilizzo dei social network. Oggi per molti ragazzi il confine tra mondo reale e mondo virtuale è davvero sottile, se non confuso o sovrapposto. Cyberbully - Pettegolezzi Online apre una finestra allarmante proprio sul lato oscuro del web e troppo spesso ignorato da chi ne fa uso. Ma Cyberbully - Pettegolezzi Online offre anche utili consigli per giovani e genitori, soprattutto per quest ultimi che troppo spesso, per mancanza di tempo o per ingenua superficialità, lasciano i propri figli vittime della trappola del web! Martina Sabbatini (4 B T.C.) Cristina Corsi (3 B P.I.)

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