Il cortometraggio PIN
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- Rocco Nardi
- 7 anni fa
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1 Il cortometraggio PIN della classe 2D Noi, alunni della classe II D della Scuola Media di Sant'Angelo in Vado, insieme al prof. Mirco Ballabene, abbiamo deciso di realizzare un cortometraggio che parli delle difficoltà che alcuni studenti possono avere nell'affrontare la scuola. Per fare ciò ci siamo ispirati alla figura di Pinocchio, infatti abbiamo deciso di riproporre in chiave moderna l'episodio in cui il protagonista va nel Paese dei Balocchi con l'intenzione di smettere di studiare per divertirsi tutto il tempo. Per iniziare questo percorso, però, prima di tutto il prof. ci ha illustrato la storia e il linguaggio cinematografico, poi abbiamo iniziato a scrivere il soggetto e la sceneggiatura. Inoltre ci siamo anche recati in visita ai laboratori di cinema del Liceo Artistico di Urbino, dove le insegnanti Paola Castellucci e Alessandra Giuliani ci hanno spiegato come poter realizzare al meglio un cortometraggio. A gennaio, una volta definita la sceneggiatura, abbiamo continuato questo fantastico percorso assegnando i ruoli, per poi passare alle riprese e finire col montaggio. Siamo molto emozionati, perché pensiamo di aver fatto un buon e bel lavoro!
2 Le prime lezioni LEZIONE 1: LE ORIGINI DEL CINEMA Il cinema è nato nel 1895 grazie ad un'invenzione dei fratelli Louis e Auguste Lumière, i quali mostrarono per la prima volta al pubblico del Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi, il 28 dicembre 1895, un apparecchio da loro brevettato, chiamato cinématographe. Tale apparecchio era in grado di proiettare su uno schermo bianco una sequenza di immagini distinte, impresse su una pellicola stampata con un processo fotografico, in modo da creare l'effetto del movimento. Infatti il cinema non è altro che una serie di fotografie scattate ad una velocità compresa tra le 18 e le 25 al secondo e poi riproiettate alla stessa velocità. Thomas Edison nel 1889 realizzò una cinepresa (detta Kinetograph) ed una macchina da visione (Kinetoscope): la prima era destinata a scattare in rapida successione una serie di fotografie su una pellicola 35mm; la seconda consentiva ad un solo spettatore per volta di osservare, tramite un visore, l'alternanza delle immagini impresse sulla pellicola. Ai fratelli Lumière si deve comunque l'idea di proiettare la pellicola, così da consentire la visione dello spettacolo ad una moltitudine di spettatori. Essi non intuirono il potenziale di questo strumento come mezzo per fare spettacolo, considerandolo esclusivamente a fini documentaristici, infatti i primi film proiettati con il sistema del cinematografo erano poco più che dimostrazioni, scene di vita quotidiana filmate e proiettate per meravigliare il pubblico attonito. Ricordiamo la famosa proiezione di un treno in corsa che sembrava venire nella direzione degli spettatori: si dice che alla prima visione il pubblico scappò dalla sala nel timore che il treno bucasse lo schermo. Tuttavia le enormi potenzialità del mezzo come intrattenimento di massa non tardarono ad essere meglio sfruttate: i primi a intuire le sue reali capacità furono Georges Méliès in Francia, a buon diritto il padre del cinema fantastico D.W. Griffith con Viaggio nella luna del 1902, e l'americano David W. Griffith il cui La nascita di una nazione del 1915 è il primo i fratelli Lumière Georges Mèliés vero film in senso moderno e rappresenta il culmine del cosiddetto cinema delle origini. Con i primi grandi successi del cinema muto, fu presto chiaro che la produzione di film poteva essere un affare favoloso, tale da giustificare anche l'investimento di forti somme di denaro: un film che aveva successo ripagava di molte volte i costi per crearlo e distribuirlo. Al contrario un film che non avesse incontrato i gusti del pubblico avrebbe significato aver buttato via dei soldi. Quando fu chiaro ai produttori che la gente si affezionava agli attori che vedeva sullo schermo, da una parte favorirono questo attaccamento promuovendo pubblicamente gli artisti che avevano dimostrato di piacere agli spettatori, per renderli ancora più popolari, e dall'altra iniziarono a pagare loro una parte consistente di questi profitti pur di ingaggiarli anche per i film successivi: gli attori cinematografici di successo iniziarono a guadagnare cifre inaudite e nacquero così i primi divi, le prime star. Tra i più famosi vi era Rodolfo Valentino. Per il primo film sonoro, Il cantante di jazz, si dovette però aspettare il L'avvento del sonoro comporterà la fine di molti attori del cinema muto, perché il loro modo di recitare non era adatto ai film sonori. Grazie all'evolversi delle tecniche del montaggio il cinema riesce a costruire veri Rodolfo Valentino
3 e propri racconti (come oggi) e già verso la fine degli anni '30 un film americano contiene in media inquadrature, circa il triplo della media di venti anni prima. LEZIONE 2: LA GRAMMATICA DEL CINEMA 1. INQUADRATURE Con la telecamera noi riprendiamo un paesaggio, una persona che si muove o parla, l'interno di una stanza. Ogni inquadratura parte dal momento che pigiamo il pulsante di avvio fino a quando pigiamo quello di stop. Una inquadratura è la ripresa di un paesaggio, di una persona che si muove o parla, dell'interno di una stanza. La scena invece è l'insieme di più inquadrature che hanno la stessa unità di luogo e di tempo. Esempio: una persona parla, noi la riprendiamo prima di fronte, poi di lato, infine ancora di fronte. Le tre riprese (fronte / lato / fronte) sono inquadrature, l'insieme delle tre riprese è una scena. Possiamo classificare le inquadrature in campi e piani. I Piani sono inquadrature concentrate sull'attore che mostra dalla sua totalità ai dettagli. I Campi sono inquadrature in cui si dà maggior risalto allo spazio circostante dove, se presente, si muove la figura umana. 1.1 CLASSIFICAZIONE DEI PIANI Dettaglio: particolare di un personaggio ( un occhio a tutto schermo, una mano ecc...) Primissimo Piano (PPP): è l'inquadratura centrale di un viso (non del tutto intero). Primo Piano (PP): quando riprendo il viso completo ed il collo della persona. Mezzo Busto (MB): quando mi allargo e riprendo anche le spalle e mezzo busto della persona. Piano Medio (PM): se riprendo la figura dalla vita a tutta la testa. Piano Americano (PA): nato ad Hollywood, per riprendere fino alle ginocchia e far vedere il cinturone e la pistola. Totale o Figura Intera (FI): la persona è completamente al centro dell'inquadratura, dalla testa ai piedi. 1.2 CLASSIFICAZIONE DEI CAMPI Dettaglio: particolare di un ambiente (un petalo di un fiore, una fotografia ripresa da un giornale ecc...) Campo Medio (CM): è visibile la figura umana posta in una ambientazione visibile e riconoscibile. Campo Lungo (CL): la telecamera mostra una porzione di location molto ampia intorno all'attore. Campo Lunghissimo (CLL): quando si riprende la figura umana a grande distanza immersa nel paesaggio circostante. Campo Totale (CT): si ha quando tutti i personaggi di una scena, principali e secondari, compaiono insieme su piani diversi. Fuori Campo (f.c.): consiste in tutto ciò che non viene inquadrato ( ad esempio un attore può dire una battuta mentre l'inquadratura resta su chi ascolta, sentendo così ciò che viene detto senza che lo spettatore possa vedere chi lo dice). 1.3 ANGOLAZIONE DELL'INQUADRATURA L'inquadratura cambia anche in base all'angolazione della videocamera:
4 - inquadratura frontale: la videocamera è posizionata alla stessa altezza del personaggio; - inquadratura dall'alto: la videocamera è posizionata più in alto rispetto al personaggio; - inquadratura dal basso: la videocamera è posizionata più in basso rispetto al personaggio; - inquadratura inclinata: l'inquadratura non è orizzontale e quindi o il lato destro dell'immagine o quello sinistro è più basso dell'altro 2. MOVIMENTI DI CAMERA - a mano - panoramica: si tratta di un movimento rotatorio del corpo della telecamera verso destra o verso sinistra; sullo schermo produce un campo mobile che passa in rassegna lo spazio orizzontalmente; - carrellata: la telecamera si sposta sopra un carrello in senso orizzontale o verticale; a volte il movimento della macchina da presa può essere facilitato da una gru. 3. TRANSIZIONI Per transizione si intende il passaggio da un'inquadratura a un'altra. Le transizioni possono essere classificate come: - stacco: passaggio brusco - assolvenza dal nero: passaggio graduale dallo schermo nero all'immagine; - dissolvenza al nero: passaggio graduale dall'immagine allo schermo nero; - dissolvenza incrociata: un'inquadratura si dissolve in un'altra inquadratura fino a scomparire. 4. SCENA o SEQUENZA Per scena o sequenza si intende un' unità narrativa minima costituita da un azione dotata di autonomia e coerenza con la storia narrata. È costituita anche da più inquadrature e, di norma, si svolge in un unico luogo. Ad esempio: una successione x di inquadrature mostra un personaggio fuggire di corsa da un inseguitore malintenzionato finché non si mette in salvo; una successione y di inquadrature mostra lo stesso personaggio raccontare quello che gli è accaduto in un commissariato. La successione x costituisce una sequenza diversa e distinta dalla successione y. Perlopiù un film è costituito da tante sequenze e il passaggio dall una all altra è segnato da un cambiamento spaziale e/o temporale. 4.1 IL PIANO SEQUENZA Il piano sequenza consiste in una sequenza costituita da una sola inquadratura e quindi risulta come una ripresa che continua per una estensione di tempo inusuale prima che vi sia transizione verso l'inquadratura successiva. È una tecnica molto particolare e difficile da realizzare, perché prevede un'organizzazione delle entrate e delle uscite degli attori molto attenta e precisa. 5. LA SOGGETTIVA La soggettiva è una tecnica di ripresa che permette allo spettatore di vedere ciò che un personaggio del film vede con i propri occhi. Si ottiene unendo in successione un'inquadratura del personaggio che guarda e un'inquadratura di ciò che il personaggio sta vedendo ( l'ordine delle due inquadrature può essere anche invertito).
5 LEZIONE 3: FASI DELLA REALIZZAZIONE DI UN FILM Il soggetto: breve racconto che illustra a grandi linee la trama di un film (già realizzato o ancora da realizzare). Può essere originale o adattato da un altro soggetto esistente. Il trattamento: narrazione più ampia del soggetto che può assomigliare ad un racconto letterario, con descrizioni di luoghi, motivazioni psicologiche dei personaggi e qualche indicazione di dialogo. La sceneggiatura: copione di un film o di un programma televisivo che contiene la suddivisione dell opera in scene, sequenze e inquadrature e l indicazione della colonna sonora, degli ambienti e dei movimenti di macchina. Esempio tratto da Fuga da New York, film di fantascienza del 1981 diretto da John Carpenter: INT. RETRO DEL TEATRO (C.M.) - Plissken esce dalla platea del teatro e dà un occhiata alla radiobussola, poi si guarda intorno e cammina verso la mdp, fino ad una rampa di scale che scende. Inizia a scendere. (f.c) Musica proveniente dall interno del teatro. (f.c) Si sente sbattere la porta del teatro. (P.M.) - Plissken si volta di scatto a fucile spianato. (P.M.) - Cabbie fa un passo verso Plissken con le mani in alto. È tranquillo. CABBIE: Ehi... Sei Iena Plissken, è vero? (P.M.) - Plissken lo fissa senza abbassare il fucile. PLISSKEN: Che cosa vuoi? CABBIE (f.c.): Niente. Plissken abbassa il fucile. (C.M.) - Cabbie sorride. Si avvicina a Plissken, ma questi ricomincia a scendere le scale. Cabbie si avvicina alla rampa e lo guarda. CABBIE: Io ti credevo morto. CABBIE: Ehi... Non vorrai gironzolare là sotto, Iena? La scenografia: insieme delle costruzioni che definiscono la scena, ovvero la porzione di spazio inquadrata dalla macchina da presa. La scenografia può essere ricostruita in uno studio cinematografico (scenografia artificiale) oppure essere costituita da un ambiente reale (scenografia naturale). La fotografia: composizione dell'inquadratura in base alla scenografia, ai movimenti di camera e all'illuminazione. Quest'ultimo elemento, l'illuminazione, è l'aspetto più importante della fotografia, perché determina il valore espressivo delle immagini (es.: una fotografia scura determinerà nello spettatore sensazioni non troppo felici o serene). Le riprese: seguendo le indicazioni tecniche della sceneggiatura si passa alle riprese, le quali non necessariamente devono seguire l'ordine dell'intreccio del film. Alla fine di una giornata di riprese, il regista e i suoi collaboratori guardano il materiale prodotto in quella stessa giornata (il
6 giornaliero) e, avendo girato più versioni della stessa inquadratura, scelgono quelle che ritengono migliori. Il montaggio video: le varie inquadrature vengono montate in successione secondo le indicazioni della sceneggiatura. Il montaggio avviene attraverso tagli e unioni per mezzo di attrezzature meccaniche (come la moviola) o informatiche (software di montaggio) Il montaggio audio: rielaborazione del sonoro (dialoghi, rumori di fondo, musiche). Il suono può essere registrato in presa diretta utilizzando dei microfoni durante le riprese, oppure può essere completamente ricreato in studio, con attori che recitano i dialoghi in sincronia con le immagini (doppiaggio) e rumoristi che riproducono i suoni di fondo necessari alla scena (es.: lo sbattere di una porta) La composizione dei titoli: grazie a software appositi, vengono scritti e inseriti i titoli di testa (quelli all'inizio del film), i titoli di coda (quelli alla fine del film) ed eventuali sottotitoli o didascalie (quelli durante il film). Nei titoli di testa, in genere, vengono indicati le figure principali che hanno realizzato il film (regista, sceneggiatori, attori principali ecc...), mentre in quelli di coda vengono indicati tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del film. Prof Mirco Ballabene
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