LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO: GLI ALGORITMI

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1 CORSO DI FORMAZIONE Lineamenti di Igiene industriale Empoli, 17 Novembre, 2015 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO: GLI ALGORITMI Maria Cristina Aprea Dipartimento Interaziendale Regionale dei Laboratori di Sanità Pubblica di Area Vasta LSP Azienda USL 7 di Siena

2 MODELLI PER LA STIMA DELL ESPOSIZIONE Forniscono una stima quantitativa dell esposizione, basata su una serie di dati inseriti. Possono essere di tipo Deterministico i parametri di input e di output sono espressi come distribuzione statistiche Probabilistico le variabili di input assumono valori fissi e i risultati non tengono conto dell incertezza associata alle variabili di input Possono essere generici o specifici Le guide di ECHA prevedono, in assenza di dati misurati, il ricorso ai modelli adeguatamente validati.

3 MODELLI PER LA STIMA DELL ESPOSIZIONE Dati misurati in modo statisticamente rappresentativo sono più accurati delle stime derivate da modelli (dati utili da usare come primo passo del processo di valutazione dell esposizione). I risultati ottenuti dai modelli possono essere di aiuto per selezionare un adeguata strategia di campionamento per la valutazione quantitativa e per la scelta delle misure di controllo prioritarie. Risentono della difficoltà nel tenere in considerazione la variabilità inter- e intraindividuale. E necessario che i modelli siano utilizzati solo da esperti (è compito dell igienista industriale farne il corretto uso).

4 UN ESEMPIO DI MODELLO CHE RESTITUISCE STIME DI ESPOSIZIONE

5 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche Caratteristiche chimico fisiche e contenuto nella preparazione Forma fisica che definisce la classe di fugacità OGGETTO MASSIVO: non polveroso, con un potenziale di emissione di poveri molto basso (stima di riduzione del 90%); SOLIDO, BASSA POLVEROSITA : granuli, pellets o polveri bagnate con scarsa emissione di polvere in aria (inferiori al 2,5%); SOLIDO, MEDIA POLVEROSITA : polveri costituite da particelle relativamente grossolane con la caratteristica di rimanere sospese in aria ed essere trasportate (inferiore al 10%); SOLIDO, ALTA POLVEROSITA : polveri fini con un alto potenziale di rimanere ed essere trasportate in aria. SOLUZIONE ACQUOSA: sostanza tipicamente solida a temperatura ambiente. Per la maggior parte delle categorie di processo, il loro uso è associato con un potenziale di emissione molto basso LIQUIDO: la classe di fugacità è definita dalla pressione di vapore GAS: la classe di fugacità è definita dalla pressione di vapore.

6 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche Affianco ai parametri del modello, la colonna colorata indica l indicatore di rilevanza (R). Poiché la rilevanza di qualsiasi parametro può dipendere dalla selezione/combinazione di altri parametri, può essere soggetto a cambiamento se altri parametri vengono modificati. R è indicata con l'uso del seguente codice colore verde il parametro viene utilizzato per la stima di esposizione per inalazione e per via cutanea; arancione il parametro viene utilizzato esclusivamente per la stima di esposizione per inalazione; giallo il parametro viene utilizzato esclusivamente per la stima di esposizione cutanea; rosso il parametro non viene utilizzato né per la stima di esposizione per inalazione, né per la stima di esposizione cutanea.

7 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche I modificatori di esposizione (ultima colonna) indicano in che misura uno specifico parametro influenza la stima dell esposizione. Qualsiasi parametro di riduzione dell esposizione (contenuto in preparazione, frequenza e durata dell esposizione, misure per la gestione del rischio attuate, DPI respiratori e guanti) è indicato con il fattore di riduzione utilizzato (il fattore di riduzione di un sistema di ventilazione avente efficienza del 78% sarebbe 22%).

8 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche 1. CATEGORIA DI PROCESSO processo chiuso; processo chiuso, con occasionale esposizione controllata; processo chiuso (sintesi e formulazione); miscelazione per la formulazione; trasferimento di un substrato o preparazione da/a recipienti/grandi contenitori, in strutture non dedicate; trasferimento di un substrato o preparazione da/a recipienti/grandi contenitori, in strutture dedicate. 3. SCALA DELLE OPERAZIONI: due opzioni: industriale o professionale (cioè non industriali). Si presume che per la scala professionale le misure di gestione del rischio siano meno efficaci con conseguenti esposizioni più elevate.

9 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche 1. MODALITA DI USO (esposizione dermica): AMPIO USO DISPERSIVO: si riferisce ad attività che comportano esposizione non controllata non solo per il lavoratore addetto, ma anche per altri lavoratori e per il pubblico in generale. USO NON DISPERSIVO: si riferisce a processi in cui le sostanze sono utilizzate in modo che solo alcuni gruppi di lavoratori entrano in contatto con queste sostanze. Queste procedure sono normalmente elaborate per ottenere un controllo adeguato dell esposizione commisurato al rischio. INCLUSIONE IN MATRICE: significa che tutti i processi avvengono con sostanze chimiche incorporate in prodotti o articoli il cui rilascio nell ambiente risulta essere minimo. SISTEMA CHIUSO SENZA VIOLAZIONI: la sostanza rimane all interno di un reattore o viene trasferita attraverso sistemi chiusi.

10 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche 2. MODALITA DI CONTROLLO DELL ESPOSIZIONE DERMICA: MANIPOLAZIONE DIRETTA: in assenza di altre procedure di controllo si presume che l operatore gestisce la sostanza direttamente. MANIPOLAZIONE NON DIRETTA: questa opzione dovrebbe essere scelta se, il livello di controllo è pienamente contenuto o se il lavoratore è separato dalla sostanza mediante uno spazio definito

11 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche 3. LIVELLO DI CONTATTO (esposizione dermica): ESTENSIVO: una prolungata esposizione si presume essere superiore a 10 eventi al giorno derivanti dai lavori in cui le mani vengono utilizzate come parte del processo. INTERMITTENTE: si presume essere dai 2 ai 10 eventi al giorno che espongono il lavoratore come parte di un processo; per esempio, il trasferimento di materiale da un dispositivo che prevede ad esempio la pesatura. ACCIDENTALE: per esposizione accidentale viene considerato un evento al giorno e tipicamente coinvolge schizzi o fuoriuscite che derivano dal modo in cui il processo viene eseguito, per esempio, durante la miscelazione. NESSUNO: è improbabile che si verifichi un esposizione cutanea

12 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche 1. IMPLEMENTAZIONE DELLE MISURE: NESSUNA MISURA SISTEMA CHIUSO LEV GENERICO: sistemi di ventilazione posizionati in stretta vicinanza alla fonte di emissione; va scelto se nessuno dei LEV successivi sono applicabili: LEV ESTERNO: cappa di aspirazione che non racchiude completamente la sorgente di emissione, ma si trova solo in prossimità di essa; LEV INTERNO: cappa posizionata sulla fonte di emissione in combinazione ad un sistema di ventilazione fisso. VENTILAZIONE GENERALE: naturale e meccanica, localizzata non direttamente sulla fonte di emissione, con lo scopo di diluire e/o ventilare TECNICHE DI SOPPRESSIONE (GENERICHE): aggiunta di un additivo per sopprimere le emissioni; selezionare nel caso in cui i tipi successivi sono applicabili: SOPPRESSIONE AD UMIDO: dopo che l inquinante è stato emesso; CATTURA SPRAY: umidificazione del punto di rilascio (macinazione a umido) in modo da agglomerare le particelle e non farle disperdere in aria. SEPARAZIONE DAI LAVORATORI: l'operatore svolge la propria attività in una localizzazione separata dalla zona lavorazione dove vengono immessi gli inquinanti.

13 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche 2. EFFICIENZA DELLE MISURE BASATA SU: LIMITE DI CONFIDENZA INFERIORE STIMA MEDIANA LIMITE DI CONFIDENZA SUPERIORE ECETOC 3. DPI RESPIRATORI: dispositivi di protezione delle vie respiratorie definiti dal loro "fattore di protezione assegnato" (APF) come indicato nella BS EN 529: I dispositivi di protezione devono essere utilizzati solo come ultima risorsa e dovrebbero essere adeguatamente selezionati, utilizzati e indossati solo da personale qualificato. 4. USO DEI GUANTI: la stima dell'esposizione dermica è ridotta di un fattore di default del 90% (BCE, 2003). I guanti, essendo dispositivi di protezione individuale, devono essere utilizzati solo come ultima risorsa.

14 MEASE esposizione a metalli e sostanze inorganiche Gli output rappresentano stime peggiori di casi ragionevoli (riferimento al 90 percentile dei dati misurati). Le stime possono essere raffinate selezionando le misure per la gestione del rischio, la frequenza e la durata dell'esposizione e il contenuto della sostanza nel materiale manipolato. I modificatori sono gestiti in modo da ottenere una stima ragionevole. Esposizione cutanea Area cutanea esposta mani e avambracci Esposizione inalatoria esposizione personale per un intero turno (8 h) frazione inalabile per il particolato

15 UN ESEMPIO DI MODELLO CHE RESTITUISCE STIME DI RISCHIO AD INDICE

16 Mo.Va.Ris.Ch. Disponibile (a pagamento) aggiornamento 2015 ( E stato approvato dai gruppi tecnici delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia in applicazione al Titolo IX Capo I Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (D.Lgs. 81/08), proposte dal Coordinamento Tecnico per la Sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome. E' una modalità di analisi che attraverso un percorso informatico semplice consente di effettuare la valutazione del rischio chimico per la salute dei lavoratori secondo quanto previsto dall articolo 223 del D.Lgs. 81/08.

17 Mo.Va.Ris.Ch. Nel modello è prevista l identificazione e il peso da assegnare ai parametri indicati dall articolo di legge, e dai quali non è possibile prescindere, per effettuare la valutazione del rischio chimico per la salute da parte delle imprese Artigiane, Industriali, del Commercio e dei Servizi. Il modello, che va inteso come un percorso di facilitazione, rende possibile classificare il rischio di ogni lavoratore esposto ad agenti chimici pericolosi in rischio irrilevante o non irrilevante per la salute in considerazione agli adempimenti del Titolo IX Capo I D.Lgs 81/08 per quanto riguarda il rischio chimico. Le misure di prevenzione e protezione di carattere generale, quali quelle previste dall Allegato IV D.Lgs.81/08 Punti 2. (Presenza nei luoghi di lavoro di agenti nocivi), 3. (Vasche, Canalizzazioni, Tubazioni, Serbatoi, Recipienti, Silos) e 4. (Misure contro l incendio e l esplosione) e dall articolo 224 comma 1. del D.Lgs.81/08, devono essere adottate prima di eseguire la valutazione del rischio

18 Mo.Va.Ris.Ch. R = P x E P (hazard) = indicazioni di pericolo H che sono utilizzate nella classificazione secondo i criteri dell Allegato I del Regolamento (CE) 1272/2008 e successive modificazioni (Regolamento CLP)

19 Mo.Va.Ris.Ch. Rischio: per P si tengono in considerazione le proprietà pericolose e l assegnazione di un VL professionale, mediante punteggio assegnato. per E si tengono in considerazione TIPO, DURATA, MODALITA, QUANTITA IN USO, EFFETTI DELLE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE ADOTTATE. Separato per esposizioni inalatorie e cutanee. R inal = P x E inal R cute = P x E cute

20 R = cum (R( inal 2 + R 2 ) 1/2 cute 0,1 < R inal < < R cute < < R cum < 141

21 Il pericolo P Tra le proprietà tossicologiche non ci sono le cancerogene e le mutagene (non esiste soglia al di sotto della quale il rischio è irrilevante). Per queste sostanze la valutazione del rischio corrisponde alla valutazione dell esposizione.

22 Il pericolo P I pericoli intrinseci delle sostanze e delle miscele pericolose sono segnalati in indicazioni di pericolo tipo (Frasi o Codici di indicazione di pericolo H): frasi H riportate nell etichettatura e nella SDS, quest ultima, compilata attualmente secondo i dettati del Regolamento (UE) n.453/2010 che ha recato modifiche all Allegato II del Regolamento (CE) n.1907/2006 concernente le disposizioni sulle schede di dati di sicurezza. Mediante l assegnazione di un valore alla frase di pericolo (Frase H) attribuito alla proprietà più pericolosa e di conseguenza alla classificazione più pericolosa è possibile avere a disposizione un indice numerico (score) di pericolo per ogni agente chimico pericoloso impiegato.

23 Il pericolo P In assenza di classificazione armonizzata, è cautelativo utilizzare la classificazione provvisoria adottata da fornitori di prodotti chimici che prevede lo score P più alto. Punteggio basso, ma non nullo, nel caso di effetti dovuti ad ingestione. negli ambienti di lavoro il rischio legato a questa via di assorbimento può essere eliminato alla radice, adottando corrette misure igieniche e comportamentali. Disuguaglianza tra le altre vie di introduzione (cutanea e inalatoria) attribuendo un peso maggiore alla via inalatoria.

24 Il pericolo P Alle indicazioni di pericolo codificate in H370 (Provoca danni agli organi/organo specifico per esposizione singola), H371 (Può provocare danni agli organi/organo specifico per esposizione singola), H372 (Provoca danni agli organi/organo specifico per esposizione ripetuta) e H373 (Può provocare danni agli organi/organo specifico per esposizione ripetuta) si è ritenuto opportuno attribuire un peso molto elevato, perché le relative classi di pericolo rappresentano una novità degna di attenzione ai fini di tutela della salute per un effetto tossicologico irreversibile dopo un unica esposizione o dopo un esposizione ripetuta, anche se sono indicazioni di pericolo relative ad un effetto irreversibile comunque diverso rispetto agli effetti canonici a breve e lungo termine.

25 Il pericolo P E stato attribuito un punteggio anche alle miscele non classificate pericolose per la salute, ma che contengono almeno una sostanza pericolosa in concentrazione individuale >1% in peso rispetto al peso della miscela non gassosa, o >0,2% in volume rispetto al volume della miscela gassosa o contenenti una sostanza per la quale esistono VL europei di esposizione professionale miscele di cui è possibile accedere alla scheda dati di sicurezza (SDS) compilata attualmente secondo i dettati del Regolamento (UE) n.453/2010, che ha recato modifiche all Allegato II del Regolamento (CE) n.1907/2006, al fine della conoscenza della composizione degli ingredienti della miscela; dal 2015 si potrà ottenere una SDS anche per miscele contenenti sostanze appartenenti a talune categorie di pericolo, come i cancerogeni di categoria 2, sensibilizzanti per la pelle e per le vie respiratorie, i tossici per la riproduzione di categoria 2, ecc.. e contenute in concentrazione 0,1%.

26 Il pericolo P E stato attribuito un punteggio anche per: sostanze non classificate pericolose in maniera armonizzata, ma alle quali è stato assegnato un VL europeo (esempio clorodifluorometano); sostanze non classificabili come pericolose per via inalatoria e/o per contatto con la pelle/mucose e/o per ingestione, ma in possesso di un VL (esempio CO 2 ); sostanze e i preparati non classificati come pericolosi, ma che nella lavorazione si trasformano o si decompongono emettendo agenti chimici pericolosi (lavorazioni metalmeccaniche, saldature, lavorazioni con materie plastiche) difficoltà di attribuzione di un punteggio per l impossibilità di prevedere con certezza quali agenti chimici pericolosi si sviluppino durante il processo, per il fatto che la termodinamica e le cinetiche di reazione relative alla trasformazione siano poco conosciute o le reazioni non siano facilmente controllabili; bassa e alta emissione punteggio minimo a sostanze e preparati non classificati e non classificabili in alcun modo come pericolosi e non contenenti nessuna sostanza pericolosa neanche come impurezza.

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30 Matrice 1 Matrice 2 Matrice 3

31 L indice di esposizione per via inalatoria E inal E inal = I x d Intensità di esposizione Distanza del lavoratore dalla sorgente di intensità I CALCOLO Proprietà chimico-fisiche Quantità in uso Tipologia d uso Tipologia di controllo Tempo di esposizione Distanza (m) < <3 3 - <5 5 - <10 > 10 d 1 0,75 0,50 0,25 0,1

32 INTENSITA DI ESPOSIZIONE 1. Proprietà chimico fisiche Stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico); Liquidi a bassa volatilità (bassa tensione di vapore); Liquidi a media e alta volatilità (alta tensione di vapore) e polveri fini; Stato gassoso.

33 LIVELLI DI DISPONIBILITA POLVERI Stato solido/nebbie (largo spettro granulometrico) BASSO: pellets e similari, solidi non friabili, bassa evidenza di polverosità osservata durante l uso (pellets di PVC, cere e paraffine). MEDIO: solidi granulari o cristallini. Durante l impiego la polverosità è visibile, ma la polvere si deposita rapidamente. Dopo l uso la polvere è visibile sulle superfici (sapone in polvere, zucchero granulare). Polveri fini ALTO: polvere fina e leggera. Durante l impiego si può vedere formarsi una nuvola di polvere che rimane aerosospesa per diversi minuti (cemento, biossido di titanio, toner di fotocopiatrice).

34 LIVELLI DI DISPONIBILITA LIQUIDI ORGANICI

35 Intensità di esposizione 2. Quantità in uso 0,1 kg; 0,1 1 kg; 1-10 kg; kg; >100 kg. Quantità di agente chimico o di preparato effettivamente presente e destinato, con qualunque modalità, all uso nell ambiente di lavoro su base giornaliera.

36 Intensità di esposizione 3. Tipologia di uso Uso in sistema chiuso (in tutte le sue parti). Uso in inclusione in matrice (materiali in pellet, dispersione di solidi in acqua con limitazioni del rilascio di polveri). Uso controllato e non dispersivo (gruppi selezionati di lavoratori esperti in cui sono disponibili sistemi di controllo adeguati a controllare e contenere l esposizione). Uso con dispersione significativa (esposizione incontrollata degli addetti, di altri lavoratori e della popolazione generale). Esempi: irrorazione di prodotti fitosanitari, uso di vernici.

37 Intensità di esposizione 4. Tipologia di controllo Contenimento completo: corrisponde ad una situazione a ciclo chiuso, con esposizione trascurabile ad eccezione di anomalie, incidenti ed errori. Ventilazione aspirazione localizzata degli scarichi e delle emissioni: il contaminante viene rimosso alla sorgente di rilascio e se ne impedisce la dispersione in aree con presenza umana. Segregazione separazione: il lavoratore è separato dalla sorgente da uno spazio di sicurezza o vi sono intervalli di tempo tra la presenza del contaminante e del personale nella stessa area. Si riferisce soprattutto a comportamenti adeguati e controllati con il fine di prevenire l esposizione. Diluizione ventilazione (naturale o meccanica): è applicabile nei casi in cui consenta di rendere trascurabile l esposizione in rapporto alla pericolosità del fattore di rischio. Manipolazione diretta (con sistemi di protezione individuale): il lavoratore opera a diretto contatto con il materiale pericoloso adottando unicamente DPI. Le esposizioni possono essere molto elevate.

38 Intensità di esposizione 5. Tempo di esposizione Inferiore a 15 minuti. Tra 15 minuti e due ore. Tra due ore e quattro ore. Tra quattro ore e sei ore. Più di sei ore Su base giornaliera indipendentemente dalla frequenza d uso su basi temporali più ampie (settimana, mese, anno). Se si impiegano più agenti chimici pericolosi si considera il tempo complessivo di esposizione a tutti gli agenti chimici pericolosi.

39 Intensità di esposizione 1. Proprietà chimicofisiche 2. Quantità in uso 3. Tipologia d uso 4. Tipologia di controllo 5. Tempo di esposizione

40 MATRICE 1

41 Indicatore di disponibilità MATRICE 2

42 Indicatore di uso MATRICE 3

43 Indicatore di compensazione MATRICE 4

44 L indice di esposizione per via cutanea E cute Livelli di contatto 1) Nessun contatto 2) Accidentale (massimo un evento al giorno, preparazione vernice) 3) Discontinuo (2-10 eventi al giorno) 4) Esteso (> 10 eventi al giorno)

45 tipologia di uso Livello di contatto

46 R= P x E inal E inal = d x I

47 MATRICE 1 BIS

48 Indicatore di compensazione MATRICE 2 BIS

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50 Definizione di criteri per il confronto RISULTATI COMPLESSIVI REGIONALI Accuratezza = 63% Tendenza a sovrastimare i positivi

51 RISULTATI COMPLESSIVI REGIONALI RIPRODUCIBILITA INDICE DI CONCORDANZA K di Cohen=0,48 Valori compresi tra 0.40 e 0.75 possono rappresentare un accordo da ACCETTABILE a BUONO

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56 CONSIDERAZIONI Strumento utile in indagini preliminari consente di definire priorità di intervento e di approfondimento.

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