DA TAPPETO ERBOSO A DIVERSI PIANI DI CONCIMAZIONE AZOTATA

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTÀ DI AGRARIA CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN PAESAGGIO PARCHI E GIARDINI Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali TESI DI LAUREA CONTENUTO DI SOSTANZE DI RISERVA IN STOLONI DI SPECIE MACROTERME DA TAPPETO ERBOSO A DIVERSI PIANI DI CONCIMAZIONE AZOTATA Relatore: Dott. MACOLINO STEFANO Correlatore: Dott. RIMI FILIPPO Laureando: ZANIN DAVIDE ANNO ACCADEMICO

2 INDICE 1. INTRODUZIONE 1.1 ORIGINE E STORIA 1.2 PRINCIPALI FUNZIONI DEL TAPPETO ERBOSO 1.3 LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI TAPPETO ERBOSO 1.4 LA QUALITÀ DEL TAPPETO ERBOSO 1.5 L AMBIENTE E LA DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE 1.6 ZONA DI TRANSIZIONE; LO SCENARIO ITALIANO 1.7 LE SPECIE DA TAPPETO ERBOSO 1.8 CONFRONTO TRA MICROTERME E MACROTERME 1.9 SPECIE MICROTERME 1.10 SPECIE MACROTERME 1.11 GENERE Cynodon 1.12 GENERE Paspalum 1.13 ALTRE SPECIE MACROTERME UTILIZZATE IN ITALIA PER LA COSTITUZIONE DI TAPPETI ERBOSI 1.14 REALIZZAZIONE DI UN TAPPETO ERBOSO 1.15 TECNICHE DI INSEDIAMENTO DEL TAPPETO ERBOSO 1.16 MANUTENZIONE DEI TAPPETI ERBOSI 1.17 SCELTA VARIETALE 1.18 ASPETTI MORFOLOGICI DI ALCUNE POACEAE: STOLONI E RIZOMI 1.19 SOSTANZE ORGANICHE DI RISERVA 2. SCOPO DEL LAVORO 3. METODI E MATERIALI 3.1 CARATTERISTICHE PEDOLOGICHE 3.2 CLIMA 3.3 SCHEDA SPERIMENTALE 3.4 CULTIVAR UTILIZZATE 2

3 3.5 INTERVENTI PREPARATORI 3.6 GESTIONE DELLA PROVA 3.7 PRELIEVO DEI CAMPIONI 3.8 LIOFILIZZAZIONE E DETERMINAZIONE DEL PESO SECCO 3.9 ESTRAZIONE ED ANALISI DEI CARBOIDRATI IDROSOLUBILI 3.10 DETERMINAZIONE DELL AMIDO 3.11 DETERMINAZIONE DELLA PROTEINA GREZZA 3.12 ANALISI STATISTICA 4. RISULTATI E DISCUSSIONI 4.1 PESO SECCO DEGLI STOLONI 4.2 CONTENUTO DI AMIDO NEGLI STOLONI 4.3 CONTENUTO DI ZUCCHERI IDROSOLUBILI NEGLI STOLONI 4.4 CONTENUTO DI PROTEINA GREZZA NEGLI STOLONI 5. CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA 3

4 Riassunto Al fine di ridurre i consumi irrigui per il mantenimento dei tappeti erbosi nelle ragioni a clima temperato, è consigliabile ricorrere all utilizzo di specie macroterme come il Cynodon dactylon e il Papalum vaginatum. Tali specie sono sensibili alle basse temperature e ingialliscono durante i mesi freddi, tuttavia la scelta delle cultivar e una gestione appropriata possono ridurre i tempi della dormienza invernale ed aumentare così il periodo di fruibilità del manto erboso. Il presente lavoro è stato condotto allo scopo di valutare il piano di concimazione azotata più idoneo ai fini dell accumulo di sostanze di riserva in stoloni di alcune cultivar di C. dactylon e P. vaginatum. Sono state impiegate quattro cultivar di C. dactylon ( Princess-77, SWI 1014, Riviera e Yukon ), ed una di P. vaginatum ( Sea Spray ). Le cultivar sono state sottoposte a tre diversi piani di concimazione azotata (A: 66 kg ha -1 N in mag giu ago; B: 50 kg ha -1 N in mag giu ago ott; C: 40 kg ha -1 N in mag giu ago sett ott). Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio è stato determinato il peso secco degli stoloni per unità di superficie ed è stato analizzato il contenuto di: amido, zuccheri idrosolubili e proteina grezza. I piani di concimazione hanno influenzato l accumulo di amido e proteina grezza: in quanto in corrispondenza di un maggior frazionamento nella distribuzione di azoto si è osservato un maggiore accumulo di proteina grezza negli stoloni ed un minor accumulo di amido. Sono state osservate importanti differenze tra le cultivar in termini di produzione di stoloni e contenuto di sostanze di riserva, soprattutto per quanto riguarda i carboidrati non strutturali. La quantità di stoloni per unità di superficie è notevolmente diminuita tra dicembre e gennaio; il contenuto di amido è diminuito progressivamente tra novembre e gennaio, mentre si è assistito ad un accumulo di proteina grezza tra novembre e dicembre. 4

5 Abstract With the objective of reducing water consumption for irrigation, while maintaining the turfgrass in temperate zones, it is plausible the use of macrotherm species such as bermubagrass and Paspalum Seahore. These species are sensible to low temperature, it dry up infact they during cold months, however the choice of cultivar and appropriate management can reduce the timing of winter dormancy and so increase usability s period of the turfgrass. The cultivars used for the test were five: four members of bermudagrass ( Yukon, Riviera, Princess 77 and SWI 1014) and one of Seashore Paspalum ( Sea spray ). These cultivars were subjected to three levels of nitrogen fertilization, administred with differents levels. During the months of trial has been determinate the dry weight of stolons per unit area and the content of starch, water soluble sugar and crude protein. The fertilization s plans affected the accumulation of starch and crude protein because with a greater fraction in nitrogen s distribution more accumulation of crude protein in stolons and less starch s accumulation were occurred. There are important differences between cultivars regarding the production of stolons and content of reserve substances, especially carbohydrates unstructured. The number of stolons per unit area decreased between December and January, the starch s content decreased progressively between November and January, instead there was a cure protein s accumulation between November and December. 5

6 1 INTRODUZIONE Per tappeto erboso s intende una copertura erbacea comprendente lo strato più superficiale di suolo interessato dalla presenza di radici e rizomi, usualmente tagliata bassa e caratterizzato da uniformità e bassa crescita (Beard, 1991). I tappeti erbosi inoltre costituiscono un particolare tipo di coltura agraria dove il prodotto non è ciò che si asporta, ma ciò che rimane sul campo (Cereti, 2001). Si tratta di colture in espansione nei paesi a sviluppo economico avanzato, dove vengono impiegate per la realizzazione di luoghi idonei alla pratica di sport o al trascorrimento di momenti di riposo, oppure perla valorizzazione di complessi monumentali, architettonici o residenziali, o volte a funzioni meramente tecniche (controllo dell erosione, copertura di scarpate, piste da sci, margini delle piste aeroportuali, assorbimento del rumore o della piovosità etc.). 1.1 ORIGINE E STORIA Le specie da tappeto erboso appartengono alla famiglia delle Poaceae. L evoluzione delle Poaceae, stando ai pochi reperti fossili ritrovati, risale a circa 45 milioni di anni fa. In epoche successive le prime specie, simili a bambù, si sono evolute in specie erbacee da pascolo, formando così un nuovo ecosistema proprio nell era in cui iniziò l evoluzione degli erbivori. Il pascolamento di questi ultimi avrebbe portato le Poaceae a resistere a una defogliazione severa e al continuo calpestamento grazie a una serie di modificazioni morfologiche tra cui la diminuzione della lunghezza degli internodi, la presenza di meristemi basali e la possibilità di svilupparsi lateralmente tramite rizomi e/o stoloni (Beard, 1973; Turgeon, 1980). In Inghilterra le prime notizie sull uso dei tappeti erbosi risalgono al medioevo, epoca nella quale l utilizzo era legato alla funzione di pascolo. In Europa, in generale, si trovano invece notizie di prati fioriti all interno dei monasteri e solo successivamente viene riportato un utilizzo del prato per altri scopi; intorno al 1300 infatti si sviluppano alcuni sport giocati su erba quali il cricket e il bowling. 6

7 I tappeti erbosi,considerati secondo la concezione odierna del termine, si diffusero inizialmente in ambienti reali e aristocratici, alla fine del XVIII secolo, quando l architetto Andrè Le Notre (Figura 1) disegnò piccole aree a prato tra i giardini del Palazzo di Versailles. Il gradevole effetto estetico di queste coperture fu apprezzato dalla nobiltà inglese, che non esitò ad importare questo modello di giardino in Inghilterra. I colonialisti inglesi esportarono in seguito i tappeti erbosi negli Stati Uniti, nel tentativo di rendere quelle terre selvagge più simili al vecchio mondo. L architetto Lancelot Brown creò così migliaia di acri di magnifici parchi. I primi tappeti erbosi domestici sorsero nel 1868, quando Law Olmsted ebbe l incarico di disegnare il quartiere di Riversdale, nella periferia di Chicago (Pollan, 2000) (Figura 2). Figura 1 - Aree a prato palazzo di Versailles. Negli Stati Uniti, ricerche scientifiche nel settore dei tappeti erbosi ad uso sportivo sono iniziate nello Stato del Connecticut nel 1870 e, a partire dal 1885, tali ricerche sono condotte in numerose sedi universitarie. Passando a considerare la situazione in altri Paesi, la Gran Bretagna nel 1929 ha fondato il primo centro di ricerca nel mondo dedicato al tappeto erboso a Bingley. Sempre nella prima metà del XX secolo, analoghe iniziative furono prese in Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa. Nel secondo dopoguerra, l approccio tecnicamente corretto dei Paesi anglosassoni è stato sviluppato ampiamente in Germania, Francia e Giappone senza avere alcun riscontro in 7

8 Italia, almeno fino agli anni novanta. Spostandoci in ambito internazionale odierno,prendendo dapprima in esame gli Stati Uniti, si comprende fin da subito l importanza del tappeto erboso sul territorio. Al giorno d oggi negli USA le superfici coperte con cotici erbosi sono stimate in circa 18 milioni di ettari (Balogh et al., 1992). Il 70% di questa enorme superficie è rappresentato da prati intorno alle abitazioni, il 10% da parchi cittadini, il 9% da percorsi di golf, il 9% da strutture educative, il 2% da chiese e cimiteri. Altri Paesi dove si registra una forte diffusione dei tappeti erbosi sono l Australia ( ha), la Gran Bretagna ( ha), la Nuova Zelanda ( ha) ed il Canada (Aldous, 2000). Nell Europa continentale i tappeti erbosi sono maggiormente diffusi in Francia e in Germania. Focalizzando ora l attenzione sul nostro paese, constatiamo che negli ultimi anni si sta manifestando un notevole interesse nei confronti del tappeto erboso, non solo ad uso sportivo ma anche tecnico e ricreativo (Cereti, 2001). Una caratteristica che accomuna i suddetti paesi è che, grazie alla loro crescente espansione, la coltivazione di tappeti erbosi sta assumendo una rilevante importanza economica. In particolare negli USA la spesa per la costruzione di nuovi prati ed il mantenimento di quelli esistenti è stimata in circa 25 miliardi di euro. Questa spesa è assorbita per il 68% dai tappeti erbosi ad uso domestico, pei il 26% da parchi, scuole, autostrade, cimiteri e per il 6% dai percorsi di golf (Balogh et al., 1992). Il comparto dei tappeti erbosi è quello in massima espansione nell agricoltura americana; in alcuni stati USA esso è ormai la prima o seconda fonte di reddito del settore agricolo. A testimonianza di ciò basti pensare che vi lavorano più di persone. Per il futuro è prevedibile un miglioramento genetico legato a nuove specie quali Agrostis idahoensis e Pennisetum clandestinum. Più in generale, le richieste che verranno rivolte verso le nuove cultivar da tappeto erboso riguarderanno sempre di più l enfatizzazione di caratteri di tolleranza rispetto ai seguenti fattori: basso coefficiente di evapotraspirazione, migliore resistenza alla siccità, migliore tolleranza al caldo, al freddo, all usura, all ombreggiamento. 8

9 Figura 2 - Utilizzo del tappeto erboso in un progetto di Lancelot Brown. 1.2 PRINCIPALI FUNZIONI DEL TAPPETO ERBOSO Da oltre cento anni ormai l uomo utilizza il tappeto erboso per migliorare il proprio stile di vita non solo arricchendola allo scopo ornamentale, ma rendendolo parte portante di varie discipline, tra cui quelle urbanistiche, mediche e sportive. A differenza di molte altre colture agrarie che possono essere viste come potenziali sorgenti di danno per l habitat circostante, il tappeto erboso produce un miglioramento qualitativo importante nei confronti dell ambiente in cui è inserito. Sono riconducibili al tappeto erboso le principali funzioni ambientali legate ad una cenosi erbacea, che vengono di seguito riportate in dettaglio. a) RIDUZIONE DELLA SOGLIA NOCIVA DEL RUMORE. Il tappeto erboso può ridurre il fastidio procurato dal rumore di un 20-30%. Ciò in quanto l erba assorbe le onde sonore in modo molto più funzionale di superfici quali asfalto o cemento. Studi compiuti lungo le autostrade degli Stati Uniti hanno dimostrato che le banchine erbose provocano una riduzione del rumore due volte maggiore di analoghe banchine pavimentate. Se il livello stradale è inferiore di 5-7 metri rispetto al bordo delle banchine la riduzione del rumore può arrivare a 8-10 decibel. b) CONTROLLO CLIMATICO. Il tappeto erboso gioca un ruolo molto importante dal punto di vista del controllo climatico. Esso è in grado di ridurre i picchi termici (massimi e minimi) molto più del terreno nudo o di 9

10 altri materiali, attraverso l assorbimento del calore durante il giorno ed il lento rilascio dello stesso nel corso della notte. A dimostrazione di ciò si hanno temperature più alte di 5-7 C nelle aree fortemente urbanizzate a confronto ad aree rurali. La capacità di raffreddamento di un tappeto erboso sono notevoli, basti pensare che un ettaro di questa coltivazione è in grado di rilasciare nell atmosfera, grazie ai processi di evapotraspirazione, circa litri di acqua in una giornata estiva. È stato calcolato inoltre che esso riduce di circa il 40% il calore proveniente dall irraggiamento solare. Altri studi hanno dimostrato che in un giorno estivo quando la temperatura di un marciapiede raggiunge i 38 C, quella del tappeto erboso costeggiante lo stesso marciapiedi misura circa 24 C; stessi risultati si ottengono se si mette a confronto una superficie asfaltata con un altra di tappeto erboso (Emmons 1984). c) RIDUZIONE DELL INTENSITÀ LUMINOSA. Un buon tappeto erboso consente di ridurre l intensità luminosa; questa caratteristica è molto importante lungo le strade e le piste aeroportuali in quanto può comportare una riduzione dei fenomeni di abbagliamento dovuti alla presenza di aree pavimentate sui bordi di strade e piste. d) INTERCETTAZIONE PULVISCOLO ATMOSFERICO. La presenza di polvere nell atmosfera può ridurre del 15% l intensità della radiazione luminosa che raggiunge il terreno. Queste particelle flottanti nell aria possono fungere da nuclei di condensazione per la nebbia, incrementando le precipitazioni atmosferiche che oscurano parzialmente la luce del giorno. Polvere e fumo possono ad esempio essere intercettate dalle foglie delle Poaceae e, grazie alla formazione di condensa sulla lamina fogliare ed alle precipitazioni atmosferiche, tornare al terreno. e) ASSORBIMENTO DI AGENTI INQUINANTI DALL ARIA. Sempre attraverso le foglie, le specie da tappeto erboso sono in grado di assorbire le emissioni tossiche prodotte dalla combustione di gas di scarico come l ossido di carbonio e l ossido d azoto. Nelle zone ad elevato inquinamento, quali per esempio le autostrade, un ampia cintura verde costituita da tappeto erboso, consentirebbe di portare l aria a livelli di inquinamento accettabili. 10

11 f) PRODUZIONE DI OSSIGENO. Come tutte le piante, anche le specie da tappeto erboso, grazie al processo di fotosintesi dove assumono anidride carbonica dall aria e acqua dal terreno, rilasciano nell ambiente grandi quantità di ossigeno, basti pensare che un area di 225 m² di tappeto erboso produce ossigeno sufficiente per una famiglia di 4 persone. g) PURIFICAZIONE DELLE ACQUE. Le superfici mantenute a tappeto erboso agiscono da filtro per l acqua che scende verso le falde. In particolare, l elevata densità del cotico erboso permette di rallentare lo scorrimento dell acqua e aumentare l infiltrazione nel terreno favorendo l azione di demolizione delle sostanze chimiche nocive. Questa azione è dovuta in parte all assorbimento radicale e all evapotraspirazione ed in parte all attività biochimica dei numerosi microrganismi presenti nella zona di terreno che ospita la porzione ipogea delle piante (rizosfera). h) FUNZIONE ANTIEROSIVA. Il tappeto erboso rappresenta una delle soluzioni più sicure ed economiche per arrestare l erosione idrica ed eolica e pertanto garantire e conservare una risorsa non rinnovabile quale il suolo. L erosione idrica è la più temuta, le gocce di pioggia battente infatti possono determinare la rottura degli aggregati superficiali con conseguente riduzione della permeabilità, causando lo scorrimento superficiale sul terreno (run-off); inoltre in un terreno nudo si ha anche il sollevamento di materiale fangoso (effetto splash), che in terreni declivi aumenta notevolmente la massa di terreno eroso. È stato osservato che un prato fitto e sano assorbe l acqua fino a sei volte in più rispetto ad una pari superficie coltivata a grano. i) RITORNO DI SOSTANZA ORGANICA NEL TERRENO. La presenza di un tappeto erboso ben curato condiziona notevolmente il terreno sottostante. Quando effettuiamo il taglio del tappeto erboso e lasciamo in loco il residuo (grass-cycling), come accade nella maggioranza delle volte, abbiamo un apporto di sostanza organica al terreno pari a circa 1.2 kg m - ², che stimola la formazione di humus, migliorando cioè la struttura fisico-chimica del terreno stesso. j) BARRIERE ANTICENDIO. Il tappeto erboso non contribuisce ad alimentare gli incendi come avviene nel caso di vegetazione arbustiva o arborea. Quindi la creazione di una cinta di aree verdi attorno a determinate 11

12 aree naturali potenzialmente soggette ad incendi si configura come un valido sistema di prevenzione per tali eventi. k) ALTRI BENEFICI. La presenza di un tappeto erboso ben mantenuto consente anche, contrariamente a quanto si possa pensare, di attenuare i fastidi dovuti ad allergie da polline, le piante infatti vengono tagliate prima di sviluppare l infiorescenza. 1.3 LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI TAPPETO ERBOSO Al momento attuale gli usi che si fanno del tappeto erboso sono molteplici, e svariata è la sua gestione, la sua funzione e le relazione che intercorrono tra la cotica erbosa e l uomo; possiamo comunque in via del tutto generale e approssimativa ridurre le varie tipologie in tre principali filoni: 1. TAPPETI ERBOSI CON FUNZIONE ORNAMENTALE Rientrano a pieno regime entro questa categoria le superfici a tappeto erboso come i parchi pubblici, i giardini privati e le aree di interesse turistico, artistico e monumentale. La prerogativa di queste aree verdi è l elevata qualità estetica, la quale viene ottenuta mediante un intensa gestione colturale. Tali superfici generalmente vengono calpestate con bassa frequenza. 2. TAPPETI ERBOSI CON FUNZIONE RICREATIVA Per tappeti erbosi ricreazionali s intendono quelle aree che fanno da proscenio ad attività socio-ricreazionali come ad esempio i parchi gioco. Queste superfici vengono a volte definite come tappeti rustici, perché hanno minor valore estetico, più simile alle cenosi più naturali e in grado di sopportare anche un uso piuttosto intenso. La gestione di queste aree è direttamente proporzionata all uso cui vengono sottoposte. 3. TAPPETI ERBOSI A USO SPORTIVO Questa tipologia di tappeto erboso è forse quella più specialistica, ove la ricerca e la sperimentazione si sono più sviluppate. Oltre alle qualità tecnico-funzionali questi tappeti erbosi debbono rispettare anche un elevato standard estetico. Molti, infatti, sono gli sport che vengono esercitati sul tappeto erboso e l attività agonistica può comportare il 12

13 verificarsi di strappi e lacerazioni ai danni del cotico erboso. Nonostante la presenza di tali sollecitazioni, il tappeto erboso deve poter rispondere al meglio alle esigenze qualitative dei suoi fruitori. 1.4 LA QUALITÀ DEL TAPPETO ERBOSO La qualità del tappeto erboso dipende dalla funzione che deve svolgere. In generale, un tappeto erboso di qualità deve essere sufficientemente radicato e persistente per la stabilizzazione del terreno; nei casi specifici di tappeti erbosi a scopi ornamentali, la cotica erbosa deve essere densa, uniforme e di colore gradevole. Un tappeto erboso sportivo, invece, deve fornire le caratteristiche di giocabilità desiderata dello sport desiderato, deve avere basi solide, resilienza per attutire gli impatti, resistenza all usura, una forte capacità di recupero dopo un trauma, il tappeto erboso inoltre deve avere una certa rigidità per espletare al massimo le peculiarità del gioco. Le caratteristiche più comunemente adottate per valutare la qualità di un tappeto erboso possono essere raggruppate in due macroinsiemi QUALITÀ VISIVA: La qualità estetica del tappeto erboso viene influenzata da numerosi fattori, fra cui vengono riportati di seguito quelli di maggior importanza. o Densità, ossia il numero di accestimenti per unità di superficie, solitamente si fa riferimento al dm². Essa può variare a seconda della specie, cultivar o genotipo utilizzato, a seconda delle condizioni ambientali, ma soprattutto dalle pratiche colturali adottate. La densità è considerata per molti il fattore determinante per la buona riuscita estetica di un tappeto erboso. In generale, possono essere distinte tre categorie di qualità di densità, alta con un numero di accestimenti maggiore di 200 per decimetro quadrato, media con un numero di accestimenti compreso tra 100 e 200 e bassa con un numero inferiore a 100 accestimenti (Figura 3). 13

14 Figura 3 - Densità del tappeto erboso (Turgeon, 1980). o Tessitura, con questo termine si fa riferimento alla larghezza della lamina fogliare; questo fattore è di primaria importanza in quanto consente di distinguere i cosiddetti tappeti fini da quelli grossolani o rustici. Questa caratteristica del tappeto erboso dipende molto dalle specie e dalle cultivar che si utilizzano. La tessitura può essere influenzata anche da fattori gestionali come l altezza di taglio, la frequenza di taglio, la concimazione, la dose di semina e da fattori ambientali. I tappeti erbosi ad elevato valore estetico si caratterizzano per avere una tessitura fine. La tessitura influenza anche la compatibilità delle consociazioni dei miscugli, infatti non è consigliabile dal punto di vista estetico consociare specie con tessitura diversa. Le specie da tappeto erboso vengono classificate in diverse categorie a seconda della larghezza della lamina fogliare (Figura 4). Figura 4 - Tessitura fogliare del tappeto erboso (Turgeon, 1980). o Uniformità, è la stima del grado di omogeneità del cotico erboso; essa a differenza della densità, non può essere misurata con precisione, e può essere influenzata da molte caratteristiche del tappeto erboso quali la composizione delle specie, l altezza di taglio, il colore, la presenza di 14

15 malattie, insetti, infestanti, vuoti e da ogni altro evento colturale e non che coinvolge il tappeto erboso (Figura 5). Figura 5 - Uniformità del tappeto erboso (Turgeon, 1980). o o Colore, è la misura della luce riflessa dalle piante costituenti la cenosi erbacea. Tra le varie specie, ma anche tra le diverse cultivar ci sono grandi differenze di colore, visibili (soprattutto a livello di varietà) all inizio e alla fine della stagione vegetativa. Il colore è anche considerato uno dei più importanti indicatori delle condizioni generali del tappeto erboso, possiamo infatti riconoscere grazie a questo parametro carenze di nutrienti, presenza di malattie, eccessi o difetti di acqua etc. È possibile effettuare una valutazione del colore del tappeto erboso tramite diversi metodi quali: scala visiva da 1 a 9, tavole di Munsell, contenuto di clorofilla, analisi immagini con fotocamera digitale. Abito di crescita, ossia il portamento della pianta, esso può essere plagiotropo o ortotropo (Figura 6) Il portamento delle piante dipende essenzialmente dalle caratteristiche morfogenetiche della specie, riscontrando però talvolta alcune differenze di portamento anche all interno della stessa specie. Si possono avere piante cespitose, rizomatose o stolonifere. Il portamento può subire delle alterazioni a causa di pratiche colturali inappropriate come ad esempio l esecuzione del taglio sempre nello stesso senso, che può provocare la prostrazione delle piante stesse nel senso di taglio creando così il cosiddetto effetto grain. 15

16 Figura 6. - Abito di crescita delle specie da tappeto erboso (Turgeon, 1980). o Levigatezza e linearità, riferiti alla superficie esposta al taglio. In questo caso l operazione a cui rivolgere la maggiore attenzione è quella del taglio, infatti una pratica scorretta può compromettere non solo la qualità estetica, provocando ondulazioni e lacerazioni alla lamina figliare che può diventare così opaca, ma può anche creare facili vie di ingresso per agenti patogeni (Figura 7). Figura 7 - Levigatezza e linearità del tappeto erboso (Turgeon, 1980). 16

17 1.4.2 QUALITÀ FUNZIONALE Vengono di seguito riportati i parametri di riferimento in ambito tecnico per la valutazione della qualità funzionale. o Rigidità, è la resistenza delle lamine fogliari alla compressione. Si tratta di un importante indicatore di capacità di sopportare l uso: più la vegetazione è coriacea e maggiore è la capacità d uso. Questa caratteristica dipende non solo dalla specie impiegata, ma anche dal contenuto idrico, dalla temperatura, dalle dimensioni delle piante e dalla composizione chimica dei tessuti (Figura 8). Figura 8 - Rigidità del tappeto erboso (Turgeon, 1980). o Elasticità, è la capacità delle foglie di riacquistare un portamento eretto in seguito all attività agonistica o all esecuzione del taglio. L elasticità è molto influenzata dalla temperatura, infatti se questa è molto bassa la foglia può perdere l elasticità e rompersi, è bene per questo eseguire attività solamente durante le ore diurne quando le temperature sono più alte (Figura 9). Figura 9 - Elasticità del tappeto erboso (Turgeon, 1980). 17

18 o Resilienza, consiste nella capacità del tappeto erboso di riassorbire gli shock dovuti alle attività agonistiche, senza alterare le proprie caratteristiche, questo dipende in buona parte dal substrato in cui è insediato il tappeto erboso stesso. o Resistenza alla trazione, non è altro che la capacità del tappeto erboso di resistere alla forza orizzontale esercitata dagli atleti. Essa viene stimata misurando, mediante manometro la forza massima necessaria per far ruotare un disco rigido (con diametro 150mm) zavorrato (46 kg) posto sul manto erboso. Questa caratteristica è molto importante in quanto da essa dipendono la sicurezza e la stabilità degli atleti. o Potenziale rigenerativo, è una caratteristica intrinseca alla pianta,infatti si valuta la disponibilità di strutture che consentano al tappeto erboso di rigenerarsi e di ricoprire eventuali zone vuote, come gli stoloni e i rizomi. Velocità di rigenerazione, direttamente riconducibile al potenziale rigenerativo, è il tempo impiegato dal tappeto erboso per rigenerarsi e chiudere gli eventuali vuoti. Questa caratteristica è funzione della velocità di crescita delle specie. Specie con analogo potenziale rigenerativo possono presentare una diversa velocità di rigenerazione. o Quantità di fitomassa residua dopo il taglio, è il materiale vegetativo che rimane sotto il livello di taglio (g m - ²). Questa caratteristica dipende principalmente dall altezza in cui viene eseguito il taglio, dalla specie utilizzata e dalle pratiche colturali. o Capacità di rimbalzo della palla, questa caratteristica è molto importante per le varie discipline sportive; si valuta con un test l altezza raggiunta dalla palla dopo l impatto con la cotica erbosa (rimbalzometro) o Capacità di rotolamento della palla; questa caratteristica è in stretta relazione con la rigidità delle foglie; infatti, esprime la resistenza dell erba al rotolamento della palla. 18

19 1.5 L AMBIENTE E LA DISTRIBUZIONE DELLE SPECIE Ogni specie utilizzata per la costituzione di tappeti erbosi tende a fornire le migliori prestazioni nelle zone in cui le condizioni pedo-climatiche sono più simili a quelle della zona di origine. La conoscenza delle caratteristiche della specie e dell ambiente in cui si sviluppa permette di effettuare la scelta più opportuna e di ottenere i risultati desiderati riducendo gli input e i costi di gestione. Le specie che si originano e persistono in una certa regione sono definite come specie native, mentre le specie che crescono lontano dalla zona di origine, ma si sono adattate al nuovo sito e persistono nel tempo, sono dette specie naturalizzate (Beard, 1973). Beard (1973) sottolinea come una specie utilizzata in una zona con caratteristiche differenti da quelle ottimali di sviluppo sia più facilmente soggetta a danni da stress di tipo biotico e abiotico, inoltre aumentano le esigenze nutritive e colturali del tappeto erboso per mantenere la qualità desiderata. La distribuzione geografica e la diffusione delle specie sono influenzate principalmente dalle temperature e dalle precipitazioni caratteristiche della zona. Le specie da tappeto erboso sono suddivise in due gruppi, secondo le diverse esigenze climatiche che presentano e precisamente in specie microterme (quelle che prediligono le zone temperate e sub-artiche) e macroterme (che si adattano alle zone tropicali e sub-tropicali) (Turgeon, 1980). A separare la fascia climatica temperata da quella sub-tropicale è la zona di transizione. In questa zona convivono macroterme e microterme ai limiti dei rispettivi range termici (Turgeon, 1980). La zona di transizione è quella che richiede maggiore attenzione nella gestione dei tappeti erbosi perché in inverno le temperature sono tanto basse da indurre stress alle macroterme, mentre in estate si hanno temperature elevate che sfavoriscono le microterme. L Italia è una tipica zona di transizione. 19

20 1.6 ZONA DI TRANSIZIONE; LO SCENARIO ITALIANO L Italia è protetta dalle correnti fredde, provenienti dal nord Europa, grazie alla catena alpina ed è caratterizzata da un ampio sviluppo costiero dove il mar Mediterraneo esplica i suoi effetti mitigatori lungo tutta la penisola, cedendo durante l inverno il calore immagazzinato durante i mesi estivi; tali peculiarità conferiscono al nostro Paese un clima di tipo subtropicale temperato. In particolare, lungo le coste la penisola è contraddistinta da un clima tipicamente mediterraneo con inverni freddi, ma non eccessivamente rigidi, con temperature minime che raramente scendono sotto gli 0 C ed estati calde e poco piovose. Nell entroterra si accentuano leggermente i rigori invernali, anche se non è possibile parlare di clima continentale vero e proprio. La temperatura media annua è circa 11 C nell Italia settentrionale e 19 C nel meridione, in entrambe le zone i mesi più freddi sono dicembre e gennaio, mentre quelli più caldi sono luglio e agosto. Le precipitazioni durante l arco dell anno non sono abbondanti e sono concentrate in brevi periodi: tra la fine dell autunno e la prima metà dell inverno, dove il picco di massimo si registra in novembre. Al contrario, i mesi estivi sono i più siccitosi e nel mese di luglio si ha un minimo di precipitazioni. La piovosità varia molto all interno della penisola, infatti si ha una maggior piovosità nelle regioni settentrionali (fino a mm anno -1 ) rispetto a quelle meridionali (minime fino a mm anno -1 ). Alla luce di ciò, è possibile dedurre che in Italia le esigenze ottimali per lo sviluppo delle specie da tappeto erboso, sia esse microterme che macroterme, non sono presenti costantemente per tutto l arco dell anno. L Italia, come la fascia centrale degli Stati Uniti d America, si trova in una zona di transizione climatica all interno della quale le microterme risentono delle condizioni climatiche tipiche dell estate e le macroterme risentono delle condizioni climatiche invernali. Il fattore climatico principale da considerare nella scelta della specie è la temperatura, in particolare i suoi estremi, che condizionano l attività vegetativa e la sopravvivenza delle specie. 20

21 La temperatura costituisce il fattore più influente nella scelta della specie in quanto non è possibile modificarla, mentre è possibile correggere, ad esempio, le carenze idriche tramite irrigazione. Altrettanto importante, ai fini della scelta delle specie, è la funzione che il tappeto erboso dovrà svolgere. Per manti erbosi di particolare pregio qualitativo la scelta delle specie viene ponderata in base alle loro caratteristiche estetiche; mentre in aree sottoposte a frequente calpestamento, soprattutto in aree sportive, per mantenere la miglior funzionalità possibile, vengono impiegate specie soprattutto caratterizzate da una grande capacità di resistenza e di recupero, quali le specie macroterme. 1.7 LE SPECIE DA TAPPETO ERBOSO Le caratteristiche principali delle essenze che costituiscono un tappeto erboso sono la resistenza al taglio, la densità dei culmi, l uniformità di sviluppo, la resistenza al calpestamento, la resistenza agli stress e la ritenzione della colorazione verde per gran parte dell anno. Tali condizioni vengono quasi del tutto soddisfatte da specie appartenenti alla famiglia delle Poaceae o Graminaceae (dal latino gramen plurale gramigna ovvero erbe ). Dal punto di vista storico-culturale, la famiglia delle Poaceae costituisce la più importante e diffusa fonte vegetale di alimentazione umana ed animale in quanto comprende i cereali; inoltre fanno parte della famiglia anche molte specie spontanee e foraggiere coltivate in prati e pascoli di tutto il mondo. La diffusione, quasi ubiquitaria, delle specie appartenenti a questa famiglia è dovuta alla loro grande adattabilità a condizioni climatiche estreme. La famiglia delle Poaceae è molto vasta, infatti comprende sei sottofamiglie, oltre 600 generi e circa specie vegetali. Nonostante l elevato numero di specie, solo una cinquantina sono state utilizzate per la formazione di tappeti erbosi, e di queste circa quindici sono quelle impiegate più frequentemente, appartenenti alle tre sottofamiglie delle Festucoideae, Panicoideae ed Eragrostideae. 21

22 Si ricorda che le specie da tappeto erboso vengono suddivise in due gruppi sulla base delle loro esigenze climatiche: microterme e macroterme. Dal punto di vista della tassonomia, le specie microterme appartengono alla sottofamiglia delle Festucideae, mentre le macroterme fanno parte delle Panicoideae e delle Eragrostideae. 1.8 CONFRONTO TRA MICROTERME E MACROTERME Le microterme sono le principali specie utilizzate in Italia e nei paesi nord europei. Le scarse piogge estive che caratterizzano il clima del bacino del Mediterraneo, insieme al continuo diminuire delle risorse idriche, rendono necessario selezionare le specie con minori richieste idriche e con maggiore resistenza alla siccità. Le macroterme sono molto utilizzate e studiate nel sud degli Stati Uniti (Beard et al., 1989) e in altri Paesi. In Italia invece il loro utilizzo, seppur in crescita, risulta ancora poco diffuso a causa delle limitate conoscenze circa l adattamento ai nostri climi. Nell ultimo decennio,la crescente limitazione dell acqua per l irrigazione dei tappeti erbosi, in particolare nelle regioni più aride, ha focalizzato l attenzione dei ricercatori sulle esigenze idriche delle diverse specie e sulla tolleranza ai periodi di stress idrico. L Italia trovandosi in una zona di transizione, implica la necessità del tappeto erboso di essere irrigato nei periodi estivi affinché questo mantenga la qualità richiesta durante tutti i mesi dell anno. Le macroterme possono rappresentare una scelta corretta per l impiego in alcuni ambienti del centro-sud Italia, dato il migliore adattamento alle alte temperature. Infatti proprio in queste zone risultano avere maggiore vigoria, tanto da essere spesso considerate delle temibili infestanti. In riferimento al processo di fotosintesi, le specie microterme vengono definite come specie C 3, in quanto il primo prodotto derivante dalla fissazione della CO 2 è un composto a tre atomi di carbonio, chiamato acido trifosfoglicerico, mentre le macroterme sono specie C 4, in cui il primo prodotto della fissazione della CO 2 è un acido organico a quattro atomi di carbonio, ossia l ossalacetato. Quest ultimo tipo di metabolismo è adatto al migliore sfruttamento delle capacità della pianta in relazione a un ambiente 22

23 in cui l acqua può essere periodicamente limitata, stress al quale le macroterme reagiscono meglio riuscendo ad attuare la fotosintesi anche con stomi semichiusi (gli stomi sono costituiti da due cellule guardia che, a seconda della quantità d acqua presente al loro interno, si aprono o si chiudono regolando la traspirazione fogliare). Ci sono altre differenze fisiologiche che giocano a favore delle macroterme nei periodi estivi e sono la foto-respirazione scarsa o nulla che porta il punto di compensazione vicino allo zero e la maggiore concentrazione di CO 2 assimilata anche in presenza di alte temperature (> 30 C). Altro aspetto morfologico di grande importanza è la differenza dell apparato radicale, infatti le specie macroterme presentato un apparato ipogeo molto più sviluppato, mentre l apparato radicale delle specie microterme è molto più superficiale. Infine va ricordato che le piante C 4 sono adatte a sfruttare, ai fini della fotosintesi, la forte luce solare delle regioni sub-tropicali, risultando così più efficienti e competitive in situazioni considerate di stress per le piante C 3. Le specie microterme escono da un periodo di dormienza invernale in primavera e riprendono la loro attività di crescita in modo crescente, nel periodo estivo subiscono un rallentamento dell attività metabolica. In autunno queste specie presentano un secondo picco di crescita, inferiore a quello primaverile, che consente al tappeto erboso di avere un certo livello di attività vegetativa, tale per cui può recuperare i danni o comunque lo stress del periodo estivo. Il tappeto erboso continua a mantenere la colorazione verde anche durante il periodo di dormienza invernale, quando l attività vegetativa è minima (Fig. 10). 23

24 Figura 10 - Crescita stagionale di germogli e radici di specie microterme e macroterme. Le macroterme escono dalla dormienza nel mese di aprile e riprendono l attività vegetativa più lentamente fino a raggiungere il picco massimo in estate (Tabella 1). In questo periodo diventano molto competitive nei confronti delle microterme come le infestanti. In autunno la diminuzione della temperatura comporta una riduzione dello sviluppo delle macroterme, che non trovano più le condizioni idonee alla vegetazione ed entrano in dormienza (Fig. 10). Le differenze morfologiche tra microterme e macroterme influiscono sulle caratteristiche di resistenza e tolleranza nei confronti degli stress ambientali e dei patogeni, ciò si traduce in un miglior adattamento ai diversi ambienti di sviluppo. Tabella 1 - Intervalli di temperature ottimali per la crescita di specie da tappeto erboso microterme e macroterme. Apparato epigeo Apparato ipogeo Microterme C C Macroterme C C Le principali differenze tra microterme e macroterme possono essere sintetizzate in termini di: 24

25 CONSUMI IDRICI. Da un confronto basato sui valori di evapotraspirazione potenziale (ETP) giornalieri, risulta che le microterme presentano dei valori notevolmente superiori a quelli delle macroterme (Casnoff, 1989). In Tabella 2 sono riportati i valori di ETP per le principali specie da tappeto erboso. L evapotraspirazione dipende da diversi fattori, quali l umidità dell aria, la temperatura, la specie, il tipo di metabolismo, le caratteristiche morfologiche e il vento. Non vanno trascurati però la densità del tappeto, l orientamento della foglia, il tasso di crescita della specie (Kim e Beard, 1988). Se l umidità dell aria è bassa la richiesta di acqua sarà maggiore, e per ovviare a questa fuoriuscita di liquidi la pianta chiude gli stomi, riducendo così gli scambi gassosi. Questo tipo di stress è meno tollerato dalle microterme, il cui ciclo C 3 perde efficienza a basse concentrazioni di CO 2. La richiesta d acqua delle microterme per produrre un grammo di sostanza secca mediamente risulta essere tre volte superiore a quella richiesta dalle macroterme (Hull, 1996). Tabella 2 - Valori di evapotraspirazione potenziale delle principali specie da tappeto eroso (Panella et al., 2000). ETP mm giorno -1 SPECIE Molto bassa < 6 Buchloe dactyloides Bassa 6-7 Cynodon spp. Eremochloa ophiuroides Zoysia spp. Media Festuche fini Paspalum spp. Alta Lolium perenne Molto alta >10 Festuca arundinacea Agrostis stolonifera Poa spp. Lolium multiflorum 25

26 Secondo Hull (1996) un aumento dell altezza di taglio aiuterebbe il tappeto erboso a ridurre i valori di ETP perché si formerebbe un ispessimento della coltre di tappeto erboso che ritarderebbe il ricambio d aria, mantenendo così un microclima con maggiore tasso di umidità. Una conseguenza molto importante dell altezza di taglio più alta risulterebbe anche la capacità d ombra che avrebbe il tappeto su se stesso e sul terreno, che farebbe diminuire a sua volta anche la traspirazione del suolo. Tabella 3 - Tolleranza alla siccità delle principali specie da tappeto erboso. Microterme Macroterme Alta Festuca arundinacea Cynodon spp. Buchloe dactyloides Festuca rubra Paspalum spp. Media Festuche fini Zoysia spp. Poa pratensis Agrostis spp. Bassa Lolium perenne L ETP di una specie influenza la sua resistenza alla siccità ed è quindi un criterio di scelta importante quando si vuole insediare un tappeto erboso in zone in cui l irrigazione non può essere garantita nei periodi di scarsa piovosità (Turgeon, 1980). In Tabella è indicata la tolleranza alla siccità di diverse specie. Nelle zone di diffusione delle microterme nelle stagioni fredde si preferiscono le festuche fini per la resistenza alla carenza idrica, mentre in quelle più calde è la Festuca arundinacea a dare risultati migliori. L Agrostis, invece, richiede di essere irrigata nei periodi di stress, se si vuole mantenere un tappeto di buona qualità. Le macroterme resistono meglio a questo tipo di stress e manifestano segnali di sofferenza (perdite di colore) solo se questo è prolungato nel tempo (Turgeon, 1980). Le differenze tra i due gruppi di specie nei confronti della resistenza alla siccità sono legate oltre al tipo di metabolismo alla profondità dell apparato 26

27 radicale. Le macroterme presentano un apparato radicale più profondo ed esteso che consente loro di esplorare un volume di suolo maggiore. Christians (1998) riporta che le radici di macroterme possono spingersi fin oltre al metro di profondità, mentre le microterme in genere restano nei primi cm anche se le radici individuali, ad esempio per Festuca arundinacea, possono raggiungere il metro di profondità. Uno studio svolto da Huang e Gao (1999) riporta che le cultivar di Festuca arundinacea più resistenti alla siccità presentano un apparato radicale più profondo rispetto a quelle più sensibili. L apparato radicale, l angolo di inserzione fogliare, la presenza di peli sulla lamina fogliare, la cuticola inspessita, favoriscono le macroterme nelle situazioni di carenza idrica e alta temperatura, riducendo le perdite di acqua e permettendo il recupero della poca acqua disponibile. RESISTENZA ALLA SALINITÀ: un altro fattore importante, in particolare nelle zone aride, è la salinità del terreno o dell acqua d irrigazione. La resistenza alla salinità si riferisce alla capacità della pianta di mantenere le funzionalità metaboliche di crescita quando esposta a una elevata concentrazione di sali (Duncan e Carrow, 2000). L accumulo da sali nel terreno comporta un alterazione chimico-fisica del suolo, che contribuisce a ridurre la disponibilità di alcuni elementi nutritivi agendo negativamente sullo sviluppo della pianta. Inoltre aumentando la pressione osmotica a cui sono soggetti i tessuti di scambio della pianta si inibisce l assunzione di acqua dal terreno. In particolare viene presa in attenzione la concentrazione di sodio, il cui eccesso nuoce la crescita della pianta e può destrutturare il suolo (Christians, 1998). La sua presenza nelle acque viene valutata in base alla Sodium Adsorption Ratio (SAR) sulla base della presenza di calcio e magnesio, elementi che competono con il sodio per i siti di scambio sulle particelle dell acqua. Minore è il valore della SAR, migliore è la qualità dell acqua. Le elevate concentrazioni saline inducono sul tappeto erboso una riduzione della densità e del colore, diminuendo la qualità complessiva e fornendo una via di accesso alle infestanti. Nel momento in cui si selezionano le specie da insediare occorre valutare la salinità del suolo e la qualità della risorsa idrica 27

28 a disposizione. La presenza di sali nell acqua utilizzata per l irrigazione può, nel tempo, aumentare la concentrazione di sali nel terreno, specialmente con drenaggio insufficiente, o comunque effettuare una selezione naturale tra le specie più o meno resistenti che costituiscono il tappeto erboso. Paspalum vaginatum è una macroterma, la cui principale caratteristica è proprio la tolleranza alla salinità del terreno (Tabella 4), anche in aree dove l accumulo raggiunge i limiti di sopravvivenza delle altre specie (Turgeon, 1980; Carrow e Ducan, 1998). Questa specie può essere irrigata senza alcun problema con acque saline a conducibilità pari a 8.6 ds m -1 (Carrow e Duncan, 1998). Tabella 4 - Resistenza alla salinità di diverse specie da tappeto erboso. Resistenza alla salinità Specie Alta Paspalum vaginatum Festuca arundinacea Lolium perenne Cynodon spp. Agrostis spp. Bassa Zoysia spp. Un aspetto che viene spesso valutato è a quale soglia di conducibilità elettrica (C.E.) la pianta riduce l accrescimento di germogli e radici. Le specie meno tolleranti alla salinità hanno un valore soglia di conducibilità elettrica molto elevato. Nei numerosi studi effettuati sono stati valutati i valori di C.E in corrispondenza dei quali si aveva una riduzione della crescita del 25 e 50% (Carrow e Ducan, 1998). L importanza dei valori di C.E. del suolo e dell acqua e la conoscenza delle specie tolleranti aumenta nelle zone in cui la quantità di acqua a disposizione è scarsa e/o di bassa qualità e nelle zone a scarsa piovosità. Dove la domanda di acqua per usi umani e industriali è alta può succedere che il tappeto erboso venga irrigato con acqua riciclata (Carrow e Duncan, 1998). 28

29 RESISTENZA ALLE BASSE TEMPERATURE: la distribuzione delle specie è legata alle temperature, in particolare le macroterme vedono limitare la loro colonizzazione verso il nord dalle basse temperature (Beard, 1973). All interno della zona di transizione si può notare come l espansione delle macroterme verso latitudini più elevate sia basi sul valore minimo degli estremi termici. La resistenza alle basse temperature è un aspetto molto variabile a seconda delle specie e delle cultivar, la relativa resistenza delle principali specie è riportata in Tabella 5. Agrostis spp., tra le microterme, è la più resistente, mentre Festuca spp. e Lolium spp. possono essere severamente danneggiate dal freddo. Tre le macroterme la specie che si spinge più a nord è la Zoysia japonica. Tabella 5 - Resistenza alle basse temperature delle principali specie da tappeto erboso (Turgeon, 1980; Beard, 1996; Panella et al. 2000). Temperature in grado Resistenza Microterme Macroterme di uccidere il tappeto erboso ( C) Alta Agrostis spp -20/-30 Poa pratensis -18/-22 Poa trivialis -18/-22 Festuche fini -17/-27 Lolium perenne Zoysia spp. -14 Festuca Cynodon spp. -12 arundinacea Bassa Paspalum spp. -7 Le microterme, al di sotto delle temperature minime richieste per la crescita, vanno in semi-dormienza riducendo l attività fotosintetica, il tasso di respirazione e l accumulo carboidrati; le macroterme invece entrano in dormienza alla prima gelata (0 C) perdendo ogni tipo di attività dell apparato ipogeo. In entrambi i casi lo scopo è ridurre il contenuto dell acqua all interno dei tessuti, che potrebbero altrimenti andare incontro a congelamento con formazione di cristalli all interno degli spazi intracellulari 29

30 e conseguente distruzione dei tessuti. Per effettuare questo processo di acclimatazione, sono necessarie 3-4 settimane con temperature del suolo e dell aria appena superiori al punto di gelo (Beard, 1973). La maggior parte dei danni da freddo si verificano nell ultima parte dell inverno e all inizio della primavera, quando si possono verificare bruschi ritorni di gelo. In questo periodo, infatti, il tappeto inizia a reidratarsi e i tessuti hanno un contenuto maggiore di acqua. Gli organi che costituiscono la pianta presentano diversi livelli di resistenza alle basse temperature, per esempio le foglie più giovani e gli apici vegetativi sono molto meno resistenti delle foglie vecchie. Un danno all apparato epigeo è più facilmente recuperabile con il ripristino delle condizioni ottimali di sviluppo; al contrario un danno alla corona, dove sono localizzati i tessuti meristematici, può essere letale per la pianta. Il terreno svolge un ruolo tampone nei confronti degli abbassamenti termici, poiché le sue temperature sono in genere di alcuni gradi superiori a quelle dell aria, e i tessuti meristematici, come l apparato radicale, che sono più sensibili, trovano delle condizioni favorevoli alla loro sopravvivenza. Per queste ragioni un abbassamento delle temperature del suolo provoca danni maggiori rispetto a quelli provocati da un abbassamento delle temperature dell aria. Le condizioni ambientali quali terreno umido o bagnato, ombreggiato, abbassamento repentino delle temperature, gelate tardive e prolungati tempi di esposizione alle basse temperature, possono aumentare i rischi di danni da freddo. Ovviare a questi fattori non è possibile, non essendo controllabili, ma attraverso le pratiche colturali si aiuta la pianta nel processo di acclimatazione. Si può cercare di evitare il ristagno idrico, l eccesso di azoto, l accumulo di feltro, il taglio basso e le continue irrigazioni. RESISTENZA ALLE AVVERSITÀ: viene definita avversità una qualsiasi modificazione, causata da un organismo vivente o dall ambiente, che interferisce con il metabolismo della pianta causandone un alterazione a livello esterno o interno (Beard, 1973). 30

31 I fattori ambientali sono gli estremi di temperatura, la siccità, gli squilibri nutrizionali e la fitotossicità da pesticidi o fertilizzanti, ma la principale causa di patologie, a cui può andare incontro un tappeto erboso, è dovuta all azione di funghi patogeni. Altri agenti, anche se di minore importanza, sono gli insetti, i nematodi, i batteri, i virus, i muschi e le alghe. La resistenza è un parametro che varia sia tra le specie che tra le cultivar. Conoscere le caratteristiche delle specie permette di fare la scelta corretta al momento dell insediamento, ma influenza anche la successiva gestione del tappeto. Infatti, in caso di specie sensibili o coltivate in aree diverse da quelle di origine, bisogna ricorrere frequentemente all uso di prodotti chimici, con i relativi costi e rischi ambientali e per l operatore. In questi casi una scelta basata su specie, o varietà suscettibili, è sicuramente un vantaggio (Christians, 1998); nel confronto fra micro e macroterme, queste ultime presentano una maggiore resistenza agli attacchi fungini, mentre sono più sensibili agli attacchi di insetti (Panella et al., 2000) (Tabella 6). Tabella 6 - Resistenza alle malattie fungine delle principali specie da tappeto erboso (Turgeon, 1980). Resistenza Microterme Macroterme Alta Agrostis spp. Cynodon spp. Bassa Festuche fini Poa pratensis Lolium perenne Festuca aundinacea Zoysia spp. Paspalum vaginatum ESIGENZE NUTRIZIONALI: generalmente gli elementi ritenuti essenziali per la crescita sono raggruppati in macro (N, P, e K), secondari (Ca, S, e Mg) e micro (Fe, Mn, B, Cu, etc) (Turgeon, 1980). Le esigenze nutritive differiscono molto a seconda della specie (Tabella 7). Un ulteriore differenza si ha per quanto riguarda il momento di applicazione, in accordo con la diversa dinamica dell attività vegetativa dei due gruppi (Fig. 10). 31

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