Provincia di Livorno RAPPORTO SULLO STATO DELL AMBIENTE

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1 Provincia di Livorno RAPPORTO SULLO STATO DELL AMBIENTE

2 Introduzione Costruire un rapporto sullo stato dell ambiente presuppone l imprescindibile definizione del concetto di ambiente e di rapporto. Tale precisazione non è affatto superflua considerato che ad oggi il significato dei due termini è ancora in evoluzione e molti studi di settore, anche autorevoli, spesso partono da presupposti diversi. Nel rapporto predisposto dalla Provincia di Livorno si è fatto riferimento alle esperienze già maturate in seno agli organismi della Unione Europea e, in particolare, allo schema di report ambientale diffuso dall Agenzia Europea per l Ambiente (EEA) 1. In questo contesto si intende per ambiente non solo l ambiente fisico e biologico, ma anche le attività antropiche e le condizioni di vita sociale dell uomo. Mentre per rapporto è da intendersi come un documento di supporto alle decisioni riportante la valutazione: delle pressioni sulle risorse esercitate dalle trasformazioni indotte dalle attività antropiche; dello stato di conservazione delle risorse stesse; dell efficacia e dell efficienza delle attività di mitigazione adottate per la conservazione e per il miglioramento. Il processo di costruzione del rapporto ambientale contiene anche la selezione, definizione, identificazione e successiva valutazione di indicatori ambientali. Questi ultimi rappresentano elementi informativi che sintetizzano e/o misurano : le condizioni, le qualità e le interrelazioni delle componenti ambientali (aria, acqua, suolo, ecc.); i rapporti diretti causa-effetto e le azioni indirette sulle componenti ambientali dei fattori ambientali 2 ; l andamento evolutivo di una componente e/o di un fattore ambientale. Secondo l Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e lo schema metodologico proposto dalla EEA, gli indicatori ambientali scelti per il presente rapporto sono stati formulati garantendo i seguenti requisiti principali di: Utilità: devono essere facilmente interpretabile da parte dei tecnici, dei politici e del pubblico; Rilevanza: devono essere in grado di misurare il trend in atto e l evolversi della situazione ambientale analizzata rispetto agli obiettivi individuati; Solidità scientifica: devono essere basati su standard riconosciuti dalla comunità scientifica nazionale ed internazionale e devono essere relazionabili con banche dati ed altre informazioni esistenti; Misurabilità: i dati necessari per calcolarli devono essere facilmente ottenibili, documentati, di qualità comprovata ed aggiornabili regolarmente. Oltre ai requisiti fondamentali citati sopra, gli indicatori sono stati scelti sulla base del modello concettuale di interazione. 1 Analighi studi sono stati precedentemente condotti dall O.M.S. (Organizzazione Mondiale per la Sanità e dall O.C.S.E. (Organizzaizone per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), e dal Programma Ambientale delle Nazioni Unite. 2 Si intende per fattore ambientale un elemento che costituisce causa di interferenza e di possibile perturbazione nei confronti di componenti ambientali (es. rumore, rifiuti, emissione, ecc.)

3 La scelta dell insieme di indicatori risulta strategica, quindi, ai fini di una corretta percezione dei fenomeni evolutivi dei vari aspetti ambientali e tanto più difficile quanto più complessi e interconnessi risultano i processi evolutivi. L obiettivo finale della scelta è avere un insieme di indicatori ambientali rappresentativi che garantisca la controllabilità 3 di tali fenomeni e la valutazione della cosiddetta eco-efficienza 4. Con questi fini sono stati scelti un insieme di indicatori che, sulla base dei dati disponibili al momento dai sistemi informativi locali, potessero consentire un confronto con i valori già proposto nella versione precedente del Rapporto sullo Stato dell ambiente, riferita all anno Per questo rapporto è stato confermato il modello già utilizzato in quello precedente e che fa riferimento al modello DPSIR (Driving forces, Pressures, State, Impacts, Responces). Tale schema rappresenta un processo dinamico di analisi dei sistemi globali o locali attraverso la definizione di indicatori relativi ai soggetti socioeconomici (indicatori relativi alle forze motrici) i quali descrivono le principali macroaggregazioni di attività antropiche responsabili dell origine delle principali pressioni (indicatori relativi alle pressioni ambientali) esercitate sull ambiente, determinandone lo stato (indicatori di stato dell ambiente) e i relativi impatti (indicatori descrittori degli impatti) sulle varie matrici ambientali. A fronte dei meccanismi di influenza sull ambiente si considerano anche gli indicatori relativi alle politiche attuative sul territorio (Responses), pubbliche o private, mirate alla riduzione delle pressioni e degli impatti. 3 La controllabilità di un processo presuppone l individuazione degli input e gli output riferiti al processo stesso e un meccanismo decisionale (controllore) che garantisca la stabilità del processo, riesca a mitigare i disturbi provenienti dall esterno e garantisca il soddisfacimento delle prestazioni stabilite per il processo stesso. 4 Il significato del termine ecoefficienza può essere ricondotto all utilizzo maggiormente razionale delle risorse, con benefici ambientali, sociali ed economici. Secondo il World Business council for Sustainable Development può essere definita come "[la capacità di] "consegnare" merci e servizi a prezzi competitivi che soddisfino i bisogni umani e la qualità della vita, mentre progressivamente si riduce l'impatto ecologico e l'intensità delle risorse utilizzate nel loro ciclo di vita, ad un livello tale che sia almeno in linea con la "carrying capacity" stimata del pianeta".

4 DRIVING FORCES Agricoltura Industria Trasporti Ecc. DRIVING FORCES Regolano RISPOSTE RISPOSTE Leggi Piani Incentivi Ecc. Determinano Riducono Richiedono Mitigano Eliminano PRESSIONI Migliorano Rafforzano IMPATTI PRESSIONI Emissioni atmosferiche Rifiuti Scarichi in corsi d acqua Prelievi da corsi d acqua Ecc. Provocano STATO Si manifestano IMPATTI Sulla salute Sugli ecosistemi Danni economici STATO Qualità dell aria Qualità delle acque Qualità dei suoli Biodiversità Ecc. Rappresentazione grafica del modello concettuale DPSIR. L articolazione del modello DPSIR permette di esaltare il concetto causa-effetto attraverso la scomposizione nelle varie fasi significative di influenza dell attività umana sui vari aspetti ambientali individuati come significativi: causa dell alterazione (driving force, pressure), di propagazione sui vari aspetti ambientali (state, impact) e di mitigazione naturale o di natura antropica (responces). Tale scomposizione va a meglio chiarire l estrema complessità delle influenze che, nella maggior parte dei casi, sono trasversali tra i vari aspetti ambientali, laddove le misure di mitigazione possono spesso avere direzioni di influenza diversa su vari aspetti con un risultato globale nullo se non negativo. Il Terzo Rapporto sullo Stato dell Ambiente della Provincia di Livorno sviluppa e propone le conoscenze sulle matrici e sugli aspetti ambientali di questo territorio. Pertanto sulla base di quanto sinora esposto, si compone di tre parti, la prima di rappresentazione dell analisi territoriale e socio-economica, comprensiva degli aspetti energetici così significativi per gli effetti ambientali connessi, in questa provincia. La seconda parte di occupa della rappresentazione dello stato delle matrici e delle tematiche ambientali:aria, rifiuti, bonifiche, acqua, conservazione della natura e del territorio, paesaggio e agenti fisici. L ultima parte, quella delle risposte, è forse quella più propria e significativa per l ente provincia, in quanto esalta il suo ruolo si pianificatore delle risorse naturali, così come individuata dalla normativa di settore, ma anche da quella urbanistica. E di fatto rilevante che l adozione di un aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento influisce in maniera significativa sulla gestione delle risorse naturali, inserendo indirizzi sulle politiche settoriali della tutela del paesaggio, delle aree protette, della risorsa idrica, della difesa del suolo, ecc. Il rapporto richiama i numerosi indirizzi contenuti nel PTC in queste discipline, che diventano i contenuti delle politiche di azione in campo ambientale.

5 Ma l azione della provincia di Livorno in questi anni non si è limitata solo al PTC, ma ha inciso con i Piani di settore, in termini di aggiornamento ed adeguamento anche nella gestione dei rifiuti e dell energia. Significativi sono stati i risultati in questi anni nella provincia, sul risanamento della qualità dell aria, sullo sviluppo delle aree protette, sulla difesa delle coste, sul recupero e il risparmio della risorsa idrica. Non si può non segnalare, infine, lo sforzo degli uffici in relazione al rilascio delle autorizzazioni ambientali integrate rivolte alle attività produttive con maggiore incidenza sull ambiente. Grazie all impostazione contenuta nel precedente rapporto, è stato possibile proporre un confronto con la situazione precedente attraverso un set selezionato di indicatori: i risultati delle azioni, che ovviamente non hanno coinvolto solo l ente provincia, ma anche le altre amministrazioni pubbliche e gli operatori del territorio, sono stati così espressi in maniera sintetica ed efficace.

6 I.1 caratteristiche generali Le caratteristiche territoriali, demografiche e socio - economiche della Provincia di Livorno consentono tradizionalmente di identificare quattro grandi aree, coincidenti con i Sistemi Economici Locali, che presentano tratti di omogeneità strettamente correlati sia alle caratteristiche strutturali del territorio sia alle vicende economiche e sociali: Area Livornese: Comuni di Livorno, Collesalvetti; Val di Cecina Costiera: Comuni di Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci; Val di Cornia: Comuni di S. Vincenzo, Campiglia Marittima, Piombino, Suvereto, Sassetta; Arcipelago: Comuni di Capraia Isola, Portoferraio, Portoazzurro, Capoliveri, Marciana Marina, Campo nell'elba, Rio Marina, Marciana, Rio Elba. Sistema Locale dell'area Livornese Consistenza demografica e struttura territoriale. L area è costituita dal punto di vista amministrativo dai due Comuni di Livorno e Collesalvetti. Il suo territorio è di poco inferiore a 214 kmq e vi sono insediate oltre 164 mila persone, con un livello di popolamento medio di oltre 760 abitanti per kmq. Il valore medio non rivela la differenziazione nella distribuzione demografica interna al Sistema Locale, nel quale la presenza del capoluogo provinciale incide, come prevedibile, in modo determinante: si passa, infatti, dagli oltre 148 mila residenti con una densità di ab/kmq di Livorno ai residenti con una densità di 145 ab/kmq di Collesalvetti. Nel corso degli ultimi dieci anni ( ) lo stock demografico dell'area ha subito una riduzione di oltre il 10%, quasi il doppio della media provinciale (-5,90%). In questo caso la situazione di Livorno (- 11,56%) è particolarmente grave se confrontata non solo con il Sistema Locale di riferimento, ma anche con l'intero territorio interessato: tutti gli altri Comuni hanno, nello stesso periodo, visto crescere la propria popolazione ad eccezione di Castagneto Carducci, che ha tuttavia registrato un calo sostanzialmente irrilevante (-0,63%). Per quanto riguarda la struttura sociale della popolazione residente va sottolineato come, nel periodo intercensuario , l'indice di vecchiaia sia aumentato dallo 0,82% all'1,54% mentre la popolazione con età superiore ai 64 anni era nel 1991 del 19%. Nello stesso periodo il tasso di scolarizzazione è notevolmente aumentato (il numero di diplomati e laureati è aumentato dal 18,04% del 1981 al 26,19% del 1991) determinando contemporaneamente un sensibile calo della popolazione analfabeta o alfabeta senza titolo (dal 17,52% al 10,61%), la cui consistenza rimane comunque rilevante. Le condizioni insediative. Il territorio è caratterizzato prevalentemente da una fascia di pianura: la quasi totalità dell area è infatti posta ad una quota altimetrica inferiore a 400 metri s.l.m. L urbanizzato è accentrato e continuo con andamento prevalentemente parallelo alla costa, con un progressivo slittamento delle attività portuali-industriali verso Nord e delle attività urbane e residenziali verso Sud. La modellizzazione della distribuzione della popolazione e delle configurazioni geografica e funzionale della rete infrastrutturale di mobilità consente di mettere in evidenza come quest'area possa essere raggiunta in 30 minuti primi da quasi residenti, dato di gran lunga superiore alla media provinciale (65.515): anche in questo caso va tuttavia sottolineato come la presenza del Comune di Livorno abbia un peso determinante. La caratterizzazione economica. Nel 1991 il tasso di attività dell'area Livornese era di poco superiore al 40%, in linea con il sistema territoriale interessato, mentre il tasso di disoccupazione era pari al 17,81%, circa un punto in più rispetto alla media provinciale che era del 16,36%. Nello stesso periodo la percentuale di addetti attivi nel settore agricolo era di poco superiore all'1% della popolazione attiva. Il quadro strutturale che il censimento del '90 ci aveva consegnato era caratterizzato dalla riduzione della SAU (Superficie Agricola Utilizzata): rispetto al censimento del 1982 infatti la SAU è diminuita del 7%. Nel decennio successivo ( )

7 questo quadro di un'economia agricola in difficoltà è ulteriormente confermato sia per quanto riguarda la S.A.U. (da Ha a Ha) sia per quanto riguarda le aziende (da a 782). Da notare come l'ultimo censimento dell'agricoltura ci consegni una netta differenziazione fra la struttura delle aziende presenti nei i due Comuni: a Livorno sono infatti state censite 423 aziende per una S.A.U. di 962 ettari, mentre a Collesalvetti le aziende sono meno (359) ma con una S.A.U. oltre quattro volte più grande (4.299 ettari). Il confronto dei dati fra i censimenti del 1981 e del 1991 mette in evidenza un sensibile calo degli addetti all'industria: -20% circa, dato comunque in linea con le caratteristiche e le tendenze dell'economia provinciale citate in precedenza. Nell area produttiva nord sono comunque tuttora presenti insediamenti industriali con attività a rischio di incidente rilevante per le quali il P.T.C.P. introduce un metodo speditivo per la valutazione delle compatibilità con gli insediamenti civili e residenziali avente carattere provvisorio fino all attuazione del Piano d Area richiesto dalla legge. Per quanto riguarda il turismo sono presenti nel Sistema Locale posti letto alberghieri (di cui a Livorno) e si stima che la capacità ricettiva del comprensorio possa superare le presenze, dato decisamente inferiore sia alla media provinciale che al Sistema Locale della Val Cecina Costiera che sottolinea una certa difficoltà nello sviluppo di un'economia turistica e dimostra ancora una volta l'importanza del capoluogo provinciale come centro prevalentemente legato all'erogazione di servizi al cittadino. La conversione di parte del Porto Mediceo a porto turistico e ad attività per la nautica prevista dal P.T.C.P e dal Piano Strutturale del Comune, unitamente al potenziamento delle funzioni portuali per traghetti passeggeri e navi da crociera (stazione marittima, collegamento ferroviario passeggeri), rappresentano una condizione di base per riaffermare il ruolo turistico della città. In tal senso le aree collinari del parco, possono offrire un adeguato supporto di interessi turistici complementari a quello balneare.

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9 Sistema Locale Val di Cecina Costiera Consistenza demografica e struttura territoriale. Il Sistema Locale della Val Cecina Costiera comprende 4 Comuni (Bibbona, Castagneto Carducci, Cecina e Rosignano Marittimo) per un totale di oltre abitanti ed una superficie di poco più di 370 kmq. In questo ambito territoriale è presente un livello di popolamento medio pari a 183,6 abitanti per kmq. Il valore medio cela una netta differenziazione: dall elevata concentrazione di residenti di Cecina (oltre 620 per kmq) si passa ai 46 ab/kmq di Bibbona. Nel corso degli ultimi anni ( ), l andamento demografico dell area ha registrato un incremento di quasi il quattro per cento (dato decisamente in controtendenza con la media provinciale che è del -10,18%). La popolazione vive mediamente accentrata: la quota di residenti nei nuclei e nelle case sparse ammonta circa al 12% del totale. Per quanto riguarda la struttura sociale va sottolineato come, nel decennio , l'indice di vecchiaia della popolazione residente sia aumentato dal 1,% all'1,65% dato comunque in linea con la media provinciale. La dimensione media al 2001 dei nuclei familiari (2,36) è leggermente più bassa sia del Sistema Locale Area Livornese (2,51) sia della media provinciale (2.43), mentre il numero di famiglie con un solo componente è di poco superiore al 18%. Nello stesso periodo il tasso di scolarizzazione è aumentato (il numero di diplomati e laureati è lievitato dal 12,43% del 1981 al 21,06% del 1991) determinando soprattutto una forte riduzione della popolazione analfabeta o alfabeta senza titolo (dal 23,32% al 14,22%) che rimane comunque la più alta del territorio considerato. Le condizioni insediative. Il carattere sostanzialmente pianeggiante (la quasi totalità del territorio ha un altitudine inferiore ai 400 metri) dell'area determina un elevato grado di accessibilità. Infatti, risulta avere una popolazione accessibile, entro il limite dei 30 minuti, di oltre 78 mila abitanti, superiore alla media provinciale ma ovviamente di gran lunga inferiore all'area livornese che ha il livello di accessibilità maggiore di tutta l area. La caratterizzazione economica. In base ai dati del censimento del 1991 la popolazione attiva si attestava attorno al 40,43%, di poco inferiore alla media della Provincia. Il livello di disoccupazione (13,45%) è inferiore sia a quello del Sistema Locale dell'area Livornese sia a quello provinciale. Per quanto riguarda invece la ripartizione tra i vari settori il 7,24% della popolazione dichiarava di essere occupato in agricoltura, il 33,44% nell industria e il 59,32% nei servizi e nella pubblica amministrazione. I dati dell'ultimo censimento dell'agricoltura evidenziando come in quest'area il settore primario, soprattutto nei Comuni di Castagneto Carducci e Rosignano Marittimo, rivesta ancora un ruolo importante nell'economia locale. Nella Val di Cecina Costiera si concentrano infatti il 37% delle aziende ed il 40% della S.A.U. dell'intero territorio provinciale. Se nell'ultimo decennio ( ) la SAU è diminuita di circa 500 ettari, il numero delle aziende è invece aumentato di oltre cento unità (da del 1991 a nel 2001). In modo particolare impressionano i dati relativi all'agricoltura biologica: a Castagneto Carducci e Rosignano si concentra il 40% delle aziende ed il 51% della S.A.U. dell'intero territorio provinciale. Rispetto al contesto provinciale ed a quello livornese questo Sistema Locale si caratterizza per un alto tasso di attivi in agricoltura ed una minor percentuale di attivi nel terziario evidenziando come in quest'area il settore primario, soprattutto nei Comuni di Castagneto Carducci e Bibbona, rivesta ancora un ruolo importante nell'economia locale. Sui terrazzi pedecollinari di Collemezzano, Paratino, Bibbona, San Guido, Bolgheri e Donoratico il connotato agricolo diviene preminente e l attività produttiva tessuto portante di un area che volge sempre più verso una specializzazione dell offerta dei prodotti della terra anche di elevata qualità (qui troviamo il Sassicaia, l Ornellaia ed altre produzioni di vini D.O.C.) Il confronto dei dati fra i censimenti del 1981 e del 1991 mette in evidenza anche una diminuzione degli addetti dell'industria: - 14,69% circa, anche se nel Comune di Rosignano è presente l'insediamento chimico della Solvay, uno dei più importanti dell'intera provincia, che presenta rilevanti problemi di impatto ambientale. Il dato più rilevante riguarda tuttavia l'economia turistica: l'area è in grado di offrire posti letto alberghieri (maggiormente concentrati a Cecina e Rosignano Marittimo) e si stima che possa ospitare oltre turisti avendo una dotazione ricettiva che consente praticamente di

10 raddoppiare la popolazione residente. Particolarmente significativo il dato delle abitazioni destinate ad uso vacanza (35,51%, addirittura il 67% a Bibbona), praticamente il doppio della media provinciale (18,26%). Da questi semplici dati si evince come sia il turismo l'economia trainante di questo Sistema Locale, un'economia che può trovare nella valorizzazione e promozione del sistema delle aree protette un ulteriore valore aggiunto nonché un'efficace strumento per diversificare e destagionalizzare l'offerta.

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12 Sistema Locale Val di Cornia Consistenza demografica e struttura territoriale. L area è costituita dal punto di vista amministrativo dai cinque Comuni di S. Vincenzo, Campiglia Marittima, Piombino, Suvereto, Sassetta. Il suo territorio è di poco superiore a 365 kmq e vi sono insediate oltre 56 mila persone, con un livello di popolamento medio di oltre 154 abitanti per kmq. Nel corso degli ultimi dieci anni ( ) lo stock demografico dell'area ha subito una riduzione di oltre il 6%, dato in linea con l'andamento dell'intera provincia. Per quanto riguarda la struttura sociale della popolazione residente va sottolineato come, nel periodo intercensuario , l'indice di vecchiaia sia aumentato dallo 0,98% all'1,95% (il più alto fra i Sistemi Locali considerati) mentre la popolazione con età superiore ai 64 anni era nel 1991 di poco superiore al 19%. Nello stesso periodo il tasso di scolarizzazione è decisamente aumentato (il numero di diplomati e laureati è aumentato dal 11,30% del 1981 al 20,95% del 1991) determinando contemporaneamente un sensibile calo della popolazione analfabeta o alfabeta senza titolo (dal 21,51% al 13,21%), la cui consistenza rimane comunque la più alta dell'intero contesto esaminato. Le condizioni insediative. Il territorio è caratterizzato prevalentemente da una fascia di pianura: solo l'1,52% dell'area è posto ad una altitudine superiore ai 400 metri s.l.m. La modellizzazione della distribuzione della popolazione e della configurazione geografica e funzionale della rete infrastrutturale di mobilità consente di mettere in evidenza come quest'area possa essere raggiunta in 30 minuti primi da oltre residenti, dato di gran lunga inferiore alla media provinciale (65.515) ed anche agli altri Sistemi Locali considerati a testimonianza di una certa perifericità di questo territorio. La caratterizzazione economica. Nel 1991 il tasso di attività della Val di Cornia era di poco inferiore al 38%, in linea con il sistema territoriale interessato, mentre il tasso di disoccupazione era pari al 14,59%, circa un punto in più rispetto al Sistema della Val di Cecina Costiera, ma decisamente inferiore a quello dell'area Livornese. La percentuale di addetti attivi nel settore agricolo era di poco superiore al 7% della popolazione attiva, dato rilevante se confrontato con gli altri Sistemi Locali. Il censimento dell'agricoltura del 2001 ha confermato questa tendenza: nella Val di Cornia si concentrano il 40% delle aziende (2.464) ed il 42% della S.A.U. ( Ha) dell'intero territorio provinciale. Anche in questo caso si è assistito, come per la Val di Cecina Costiera ad una riduzione della S.A.U (anche se in misura decisamente minore: solo -98 Ha) e ad un aumento delle aziende (+410). Il confronto dei dati fra i censimenti del 1981 e del 1991 mette invece in evidenza un sensibile calo degli addetti all'industria: -20% circa, dato comunque in linea con le caratteristiche e le tendenze dell'economia provinciale citate in precedenza. La distribuzione degli attivi vede una percentuale superiore alla media per quanto riguarda il settore dell'industria ed inferiore per quanto riguarda il terziario, a dimostrazione di un territorio nel quale la componente produttiva (agricola ed industriale/artigianale) riveste un ruolo maggiore rispetto alle aree limitrofe a discapito di un sottodimensionamento della rete dei servizi. Per quanto riguarda il turismo sono presenti nel Sistema Locale posti letto alberghieri e si stima che la capacità ricettiva del comprensorio possa superare le presenze. Sistema Locale Arcipelago Consistenza demografica e struttura territoriale. L area è costituita dal punto di vista amministrativo dai nove Comuni di Campo nell Elba, Capoliveri, Capraia isola, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferraio, Rio Marina, Rio nell Elba. Il suo territorio è di poco superiore a 265 kmq e vi sono insediate circa 30 mila persone, con un livello di popolamento medio di oltre 113 abitanti per kmq.

13 L arcipelago presenta storicamente una dinamica demografica molto diversa da quella degli altri SEL della provincia: ad una fase di contrazione della popolazione residente (tra il 1951 e il 1971), ha fatto seguire una netta inversione di tendenza e una fase di progressiva espansione demografica, imputabile ad una dinamica migratoria che ha presentato ingenti saldi positivi e che ha bilanciato una componente naturale anche qui inflessione. Tale crescita continua anche nell ultimo decennio. L articolazione per classi di età della popolazione è stata influenzata dalle suddette dinamiche demografiche: la popolazione residente risulta più giovane rispetto al dato medio della Toscana. Sia le classi di età inferiore ai 18 anni sia quelle medie (19-59) hanno, infatti, una consistenza maggiore delle omologhe regionali. Le differenze riscontrate rispetto al resto della regione sono confermate dall indice di vecchiaia dell area che è pari a 0.74 mentre il corrispettivo valore regionale è pari a La caratterizzazione economica. Il turismo ha una grandissima rilevanza per l economia locale. Si rileva con indicatori indiretti che forme di turismo quali le seconde case influiscono sull immagine turistica dell area. La zona registra la presenza di turisti stranieri pari al 44,9%. L analisi del contributo dei diversi settori produttivi a valore aggiunto totale del SELL, a conferma della vocazione turistica dell area, mette in evidenza l importanza del settore del commercio. Rilevanti anche i servizi privati. L agricoltura pur essendo un bene importante in termini di contributo ha un indice di specializzazione elevato pari 1,02. Il contributo dell area dell arcipelago al valore assoluto complessivo aggregato a livello regionale è di circa 746 M, pari al 0,9% circa del totale regionale. Per quanto riguarda l occupazione rilevante è il settore terziario che da solo riesce a coprire ben 82,4% delle unità di lavoro complessive.

14 I.2 La struttura demografica Se l analisi della dinamica demografica per il periodo , basata sui dati censuari, ha evidenziato come tendenza regionale un leggero calo della popolazione, la dinamica più recente, invece, mostra per il periodo un inversione di tendenza. A partire dalla fine degli anni 90, infatti, la popolazione toscana ha cominciato nuovamente a crescere. Alla base della crescita demografica troviamo in primo luogo il fenomeno dell immigrazione, che dal 2000 ha acquistato un peso sempre maggiore sul territorio. L immigrazione influisce sulla crescita demografica attraverso due canali di trasmissione: - direttamente, con l aumento del numero dei lavoratori stranieri; - indirettamente, per l aumento del tasso di fecondità che el donne straniere inducono nello popolazione totale. La popolazione toscana torna quindi a crescere (+4% nel periodo ), ma quello che cambia rispetto al passato è soprattutto la struttura demografica. Tre elementi fondamentali caratterizzano la popolazione toscana negli anni 2000: - la diminuzione del numero totale di giovani; - la crescita della quota di anziani sul totale; - l aumento degli stranieri. La speranza di vita alla nascita è salita ad oltre 78 anni per gli uomini ed ha superato gli 83 per le donne. Questo dato ha contribuito al peggioramento dell indice di vecchiaia che nel 2004 in Toscana raggiungeva il 191,8%, contro il 153,8% del 1991, mentre l indice di dipendenza è passato dal 46,8 dell inizio degli anni 90 al 54% del Se i dati regionali mostrano una popolazione sempre più anziana, che necessita di nuove forze da immettere sul mercato del lavoro, vediamo di seguito quali elementi differenziano la Provinciaa di Livorno rispetto al resto della regione. SEL 2001 VAR % Area Livornese 17,5 2,6 Cecina costa 5,7 2,2 Val di Cornia 6,9 3,4 Arcipelago 3 6,1 Toscana 4 Popolazione residente per SEL Fonte: dati IRPET SEL Area Livornese 199,2 200,5 Cecina costa ,5 Val di Cornia 211,6 245,8 Arcipelago 167,6 173 Toscana 192,3 191,8 Indice di vecchiaia Fonte: dati IRPET

15 115% POPOLAZIONE RESIDENTE NUMERI INDICE 1995= % 105% 100% 95% 90% 85% Prov.Livorno Area Livornese Cecina costa Val di Cornia Arcipelago Toscana FONTE: IRPET Di seguito vengono riportati i dati relativi alla popolazione di Sistemi Economici Locali livornesi, della provincia di Livorno e della Toscana. POPOLAZIONE RESIDENTE Prov.Livorno Area Livornese Cecina costa Val di Cornia Arcipelago Toscana Prov.Livorno su Toscana 9,5% 9,4% 9,3% 9,3% 9,2% 9,2% 9,3% 9,3% 9,2% Fonte: elaborazioni Sintesis su dati d IRPET STRANIERI RESIDENTI Prov.Livorno Area Livornese Cecina costa Val di Cornia Arcipelago Toscana Prov.Livorno su Toscana 6,6% 5,4% 4,8% 4,8% 5,6% 5,9% 5,9% 6,0% Fonte: elaborazioni Sintesis su dati IRPET

16 STRANIERI RESIDENTI PESO % SU POPOLAZIONE TOTALE Prov.Livorno 1,0% 1,9% 1,9% 2,0% 2,8% 3,4% 3,8% 4,2% Area Livornese 0,9% 1,7% 1,6% 1,8% 2,4% 2,9% 3,2% 3,5% Cecina costa 1,1% 1,9% 2,1% 2,3% 3,3% 4,0% 4,5% 5,0% Val di Cornia 0,9% 1,4% 1,5% 1,6% 2,4% 3,2% 3,7% 4,2% Arcipelago 2,3% 3,6% 3,4% 3,5% 4,6% 5,4% 5,8% 5,9% Toscana 1,5% 3,2% 3,6% 3,9% 4,6% 5,4% 6,0% 6,4% Prov.Livorno su Toscana 69,3% 58,0% 51,0% 52,0% 60,6% 64,1% 64,0% 64,4% Fonte: elaborazioni Sintesis su dati IRPET Secondo una stima Istat sui dati reali al , la popolazione di Livorno al ammonta a abitanti, unità in più rispetto all anno precedente per un modesto incremento dello 0,46%, per altro pi alto di quello (0,33%) del CLASSE D'ETA' POPOLAZIONE 1 gennaio 2006 POPOLAZIONE 1 gennaio 2007 COMPOSIZIONE % 2006 COMPOSIZIONE % 2007 fino a ,7 11,6 14<x< ,9 13,6 30<x< ,7 30,6 50<x< ,3 26,7 70 e oltre ,3 17,5 TOTALE ,01 Stima della popolazione residente distinta per classi d età Fonte: elaborazioni Sintesis su dati Centro Studi e Ricerche della CCIAA di Livorno Per classi d età, nel 2006 la popolazione fino a 14 anni è aumentata passando dal 10,7 all 11.6, mentre notevolmente più numerosa è la fascia d età superiore ai 70 anni (17,5). I dati sembrano in controtendenza rispetto al basso tasso di natalità ma consolidano l aumento del tasso relativamente più alto di vecchiaia (dal 17,3 al 17,5). Relativamente agli ultimi dati consolidati ( ), Livorno con una superficie di km/q e abitanti, presenta caratteristiche territoriali, demografiche ed economiche del tutto tipiche che la differenziano dal resto della Toscana. Anzitutto ha la più alta densità demografica (278,2 abitanti per km/q) rispetto alla media regionale e nazionale; la concentrazione dei suoi abitanti è inoltre massima nel capoluogo di provincia (oltre ), ed in pochi altri comuni quali Piombino (più di ), Rosignano M.mo (oltre ) e Cecina (oltre ). Siffatto fenomeno ha creato una oltre il 75% degli abitanti risiede nei quattro comuni con popolazione superiore a abitanti. Tale concentrazione nei quattro comuni costieri è ovviamente legata anche alle opportunità offerte dai sistemi portuali ed alle necessità di aggregazione intorno alle principali infrastrutture marittime. Quest aspetto ha condizionato anche la struttura del sistema economico, dando luogo ad un efficace processo di terziarizzazione per i numerosi servizi collegati alle attività portuali ed all insediamento sul territorio di importanti imprese nazionali che sfruttano le economie esterne legate alla presenza del porto (e non solo a quello del capoluogo).

17 SEL COMUNE SUPERFICIE (Kmq) POPOLAZIONE 2006 POPOLAZIONE 2007 DENSITA' 2006 (Ab/Kmq) DENSITA' 2007 (Ab/Kmq) Area Livorn ese Val di Cecina Val di Cornia Arcipelago Collesalvetti 109, ,70 148,10 Livorno 104, , ,80 Bibbona 65, ,90 48,30 Castagneto Carducci 142, ,80 60,40 Cecina 42, ,80 646,90 Rosignano Marittimo 120, ,40 264,30 Campiglia Marittima 83, ,70 155,47 Piombino 129, ,50 265,50 San Vincenzo 33, ,70 207,80 Sassetta 26, ,10 20,60 Suvereto 92, ,20 32,30 Campo nell'elba 55, ,40 79,60 Capoliveri 38, ,40 93,10 Capraia Isola 19, ,50 20,30 Marciana 45, ,70 49,70 Marciana Marina 5, ,30 342,00 Porto azzurro 13, ,90 259,50 Portoferraio 47, ,40 253,10 Rio Marina 19, ,30 112,20 Rio nell'elba 16, ,70 70,30 TOTALE 1.211, ,50 278,20 La densità abitativa nei comuni della provincia Fonte:: elaborazioni Sintesis su dati Centro Studi e Ricerche della CCIAA di Livorno

18 La popolazione straniera nella provincia di Livorno La popolazione straniera livornese è in rapida ascesa, al 31/12/2007 contava oltre 17 mila unità, queste erano appena al 31/12/2002. La variazione occorsa al totale popolazione della nostra provincia negli ultimi cinque anni, è stata pari a residenti, appena superiore a quella dei residenti stranieri ( ).Questa osservazione lascia intuire quanta importanza abbia avuto l impatto della componente straniera sulla evoluzione demografica provinciale. Aumenta pertanto l incidenza degli stranieri sulla popolazione livornese (giunta al 5,0%); nonostante ciò la frequenza provinciale rimane ancora significativamente inferiore a quella media regionale (7,5%). La crescita tendenziale (rispetto al 31/12/2007) è molto alta, pari al 22,0%, in modo particolare nel capoluogo (+24,5%) dove si concentra il 41,7% degli stranieri provinciali. Rispetto alla realtà regionale, gli stranieri della nostra provincia differiscono nella composizione per sesso; nella nostra provincia la frequenza delle donne tra gli stranieri residenti è cioè più alta (il 54,0% a fronte del 51,1% toscano). Il SEL delle isole è anche quello dove maggiore è l incidenza degli stranieri sul totale residenti (6,7%), a seguire Val di Cecina (5,9%), Val di Cornia (5,2%) e Area Livornese (4,3%). Nel SEL di Livorno e Collesalvetti (7.649 stranieri in totale) la nazionalità più rappresentata è quella albanese, seguita da quella rumena e peruviana; anche nella Val di Cecina (4.250 in totale) la prima nazionalità per consistenza è quella albanese mentre in Val di Cornia (totale di 3.020) è quella rumena seguita da quella marocchina. Nelle isole su un totale di residenti stranieri 422 (il massimo) sono tedeschi. Da sottolineare come la comunità cinese sia presente tra le prime dieci delle quattro zone provinciali soltanto nel SEL del capoluogo ed in ottava posizione. Dei 435 cinesi con residenza nella nostra provincia, ben 305 abitano nel comune di Livorno. La composizione per età della popolazione straniera è naturalmente molto differente da quella del totale residenti per evidenti motivi: nella gran parte dei casi le causa che induce uno straniero a sopportare il trasferimento in una nuova nazione è la ricerca del lavoro, conseguentemente ci si attende una presenza di persone in età da lavoro particolarmente alta. Sono sempre di più le famiglie straniere che si riuniscono all immigrato e sempre di più i nati da residenti stranieri, nel 2007 sono stati 245, l 8,6% del totale neonati in provincia. Il processo di invecchiamento va ad aggiungersi ad una composizione per età già più vecchia, di quella media regionale. Sulla popolazione compresa tra i 18 ed i 40 anni l apporto degli stranieri è stato ancor più decisivo. All interno di un gruppo in costante contrazione gli appartenenti stranieri hanno costantemente aumentato la loro dimensione. Nel 2007 nonostante la parte straniera sia aumentata di oltre persone, la classe ha perduto, in totale, unità circa. La componente italiana delle persone tra i 18 ed i 40 anni è pertanto diminuita di oltre persone nel solo Sulle classi di età più alte, anni e persone con 70 e più anni, è minore (proporzionalmente) il contributo dato alla crescita dagli stranieri. La buona performance livornese è giustificata dalla capacità attrattiva che la nostra provincia ha esercitato nel Il tasso migratorio è, cioè, molto elevato, decisamente più alto che in passato. La zona più attraente è stata la Val di Cornia che ha avuto un tasso migratorio con l estero altissimo ed è l unico dei quattro SEL provinciali a non avere un tasso migratorio con l interno negativo. La Val di Cornia ha quindi un saldo positivo anche nei confronti degli altri comuni italiani, il numero degli stranieri che, già residenti in Italia, hanno scelto di trasferirvisi è cioè maggiore di quello degli stranieri che l hanno abbandonata per

19 altre destinazioni italiane. Sempre negativo, nei quattro SEL, è invece il tasso migratorio per altri motivi e su questa voce insiste soprattutto il numero dei cancellati per acquisizione della cittadinanza italiana. Il fatto che nell Area Livornese questo tasso sia decisamente meno alto rispetto al resto della provincia induce a pensare che sia più alta la difficoltà ad ottenere la cittadinanza, ovvero che i residenti nel territorio del capoluogo abbiano maggiori difficoltà ad ottenere quelle referenze che consentono loro di ottenerla. Le famiglie livornesi con almeno uno straniero sono 9.845, quelle con capofamiglia straniero sono Le famiglie con un componente straniero ma con capofamiglia italiano sono dunque il 20% circa del totale, analogamente a quanto calcolato per il totale regionale. In questo indicatore di integrazione la nostra provincia è dunque perfettamente in media con la Toscana.

20 I.3 Il sistema economico La Provincia di Livorno presenta diversi elementi di criticità e importanti fenomeni di riconversione delle economie locali che appaiono differenziati nei diversi contesti esaminati e che determinano squilibri sia di carattere stagionale che territoriale che sono essenzialmente imputabili alla presenza di un turismo crescente, che ha ormai assunto la dimensione di turismo di massa, concentrato nei mesi estivi e prevalentemente orientato alle attività balneari. Per la Toscana l analisi dell andamento del PIL mostra una certa difficoltà negli ultimi anni. La tabella seguente esprime le difficoltà registrate negli ultimi anni per i SEL livornesi. SEL Crescita % media 2001/2005 Area Livornese -0,8 Val di Cecina 0,2 Val di Cornia -1,2 Arcipelago -0,4 TOSCANA 0,20 Crescita del PIL media annua Fonte: dati IRPET Per quanto concerne il Valore Aggiunto, l apporto della provincia al sistema regionale è di circa il 9%. Alla formazione del Valore Aggiunto provinciale contribuisce per quasi 2/3 il settore terziario, per il 23,7% l industria, per il residuo 1,9% l agricoltura. La siderurgia, la chimica e la costruzione di mezzi di trasporto (in particolare di mezzi navali) rappresentano, in termini di valore assoluto, il nucleo portante dell economia livornese. L indagine sugli anni , in termini di valore aggiunto, sembra confermare a livello la tendenza verso il processo nel quale la dinamica della crescita economica è dovuta sostanzialmente al variegato comparto dei servizi. Agricoltura Manifatturiero Altra Industria Commercio/alberghi e ristoranti Servizi SEL Area Livornese 0,3 0,3 12,4 16,3 6,1 5,7 13,4 12,6 67,7 65,1 Val di Cecina 4 3,9 14,9 15,8 7,5 8,3 21, ,1 51 Val di Cornia 2,7 2,4 22,9 26,9 11,3 10,7 18,4 17,4 44,6 42,6 Arcipelago 0,5 0,5 3, ,2 37,7 52,3 51,8 TOSCANA 1,80 1,60 22,1 19,4 6,8 7,1 18,5 18,5 50,8 53,3 Composizione % valore aggiunto a prezzi corretti anni Fonte: dati IRPET Il mercato del lavoro della provincia livornese mostra forti elementi di criticità: il tasso di attività (40,6 %) si colloca al di sotto della media regionale (48,6%), mentre il tasso di disoccupazione (16,3%) rimane il secondo più alto della regione. Analogamente a quanto accaduto ad altre aree della fascia costiera toscana, l evoluzione recente del sistema produttivo provinciale livornese è stata caratterizzata nell ultimo decennio da un forte processo di deindustrializzazione che ha interessato principalmente le grandi unità produttive dei principali settori di specializzazione locali (chimica e siderurgia). Dal punto di vista economico si evidenzia una forte contrazione occupazionale particolarmente evidente nel settore secondario (-24,14%) frutto di fenomeni di deindustrializzazione di lungo periodo. La contrazione occupazionale del settore industriale è accompagnata da un significativo incremento del numero di unità locali che sta ad indicare l esistenza di tendenze in atto volte alla frammentazione del tessuto produttivo locale.

21 SEL Area Livornese 758,07 708,61 729,90 656,75 707,30 665,83 Val di Cecina Q. costiero 876,97 897,20 932,91 927,72 917,95 924,38 Val di Cornia 912,88 875,78 913,15 844,39 872,07 794,29 Arcipelago 452,07 418,41 424,05 371,15 404,59 383,20 Livorno 3.000, , , , , ,69 TOSCANA , , , , , ,11 Unità di lavoro AGRICOLTURA (Anni ) Fonte:: IRPET, ISTAT SEL Area Livornese , , , , , ,41 Val di Cecina Q. costiero Val di Cornia 4.054, , , , , , , , , , , ,23 Arcipelago 765,70 724,94 703,00 690,72 700,24 705,80 Livorno , , , , , ,06 TOSCANA , , , , , ,07 Unità di lavoro INDUSTRIA (Anni ) Fonte: IRPET, ISTAT SEL Area Livornese 3.885, , , , , ,47 Val di Cecina Q. costiero Val di Cornia 2.267, , , , , , , , , , , ,17 Arcipelago 1.023,52 978,84 911,24 928,36 912,22 955,65 Livorno 8.800, , , , , ,61 TOSCANA , , , , , ,50 Unità di lavoro COSTRUZIONI (Anni ) Fonte:: IRPET, ISTAT

22 SEL Area Livornese , , , , , ,43 Val di Cecina Q. costiero , , , , , ,36 Val di Cornia , , , , , ,33 Arcipelago , , , , , ,86 Livorno , , , , , ,99 TOSCANA , , , , , ,14 Unità di lavoro SERVIZI (Anni ) Fonte:: IRPET, ISTAT SEL Area Livornese , , , , , ,14 Val di Cecina Q. costiero , , , , , ,69 Val di Cornia , , , , , ,02 Arcipelago , , , , , ,51 Livorno , , , , , ,36 TOSCANA , , , , , ,81 Unità di lavoro TOTALE (Anni ) Fonte: IRPET, ISTAT I principali punti di forza presenti attualmente all interno dl sistema territoriali sono legati: alla vitalità del settore turistico che ha visto un aumento sia di occupazione che di presenze, che può contare per lo sviluppo futuro sulla presenza di un patrimonio culturale e ambientale di grande pregio; alla presenza sul territorio di un vasto patrimonio di conoscenze tecnologiche, ereditate dal passato industriale, potenzialmente utilizzabili per l avvio di ulteriori iniziative imprenditoriali.

23 I punti di debolezza, strettamente legati alle esperienze si deindustrializzazione, vanno identificati essenzialmente: in un mercato del lavoro piuttosto debole, caratterizzato da un basso tasso di attività e da un tasso di disoccupazione che collocano la provincia all ultimo posto della classifica regionale; in un sistema manifatturiero ancora fortemente dipendente dalla grande impresa e che non mostra sostanziali processi di diversificazione; nella frammentazione del tessuto imprenditoriale non direttamente collegato alla grande impresa, che mostra inoltre sostanziali difficoltà a creare sistemi produttivi in grado di replicare le performance competitive del resto dell industria toscana e che per questo corre il rischio di essere fortemente ridimensionato dalla capacità di competere sui mercati con gli altri sistemi di offerta; nell andamento negativo, in termini occupazionali, del settore commerciale; in una struttura demografica poco dinamica che presenta alti indici di invecchiamento e una contrazione più accentuata rispetto alla media regionale; in una situazione ambientale che in alcune aree presenta molti aspetti critici. L analisi SWOT è sintetizzata nella seguente tabella. PUNTI DI FORZA Elevata vitalità del settore turistico, che registra aumenti sia di occupazione che di presenze Disponibilità di un patrimonio diffuso di conoscenze e di tecnologie produttive ereditato dal passato industriale da valorizzare per lo sviluppo dell imprenditorialità locale Positivo assetto infrastrutturale del territorio, che può contare, tra l altro, sulla presenza del Porto maggiore della Toscana Favorevole dislocazione geografica Presenza di un patrimonio ambientale e culturale diffuso capillarmente sul territorio PUNTI DI DEBOLEZZA Mercato del lavoro caratterizzato da bassi tassi di attività e alti tassi di disoccupazione Forte dipendenza del settore industriale dalla grande impresa e assenza di significativi processi di diversificazione Tessuto produttivo frammentato e povero di legami sistemici Tendenza all invecchiamento della popolazione residente Presenza di aree con rilevanti problemi ambientali Andamento negativo del settore commerciale Scomparsa di alcuni comparti produttivi causata dalla mancata capacità di competere con i superiori livelli di produttività di realtà extraregionali ed estere Insorgere di fenomeni di emarginazione, povertà o disagio sociale in alcune aree provinciali, connessi alla mancata soluzione del problema occupazionale

24 La dinamica demografica degli ultimi anni contribuisce a determinare una diversa struttura del mercato del lavoro. Questo, infatti, è caratterizzato, da un lato, dalla situazione economica che incide sulla domanda di lavoro da parte delle imprese, e dall altro dalla struttura della popolazione che, invece, ne determina l offerta. Naturalmente l andamento del mercato del lavoro dipende fortemente dalla congiuntura economica nazionale e internazionale. A livello europeo le difficoltà incontrate e gli scenari di bassa crescita stanno mettendo a rischio gli obiettivi di Lisbona:raggiungere un tasso di occupazione del 70% nel Per comprendere le tendenze del mercato del lavoro nella Toscana analizziamo di seguito i tassi di attività, disoccupazione ed occupazione negli anni La Toscana negli ultimi anni ha mostrato una dinamica positiva, passando dal 64,4% al 67,4%. Più preoccupante è la situazione per la provincia di Livorno, che registra un tasso di attività inferiore al livello regionale ed una situazione sostanzialmente invariata negli ultimi anni. PROVINCIA Grosseto 64,5 65,8 Livorno 61,1 61,2 Lucca 61,2 64,7 Massa - Carrara 59,7 61,7 Pisa 64,5 68,1 Toscana 64,4 67,4 Tasso di attività popolazione anni Fonte: ISTAT Per quanto riguarda il tasso di occupazione si registra sia per le province costiere che per la Toscana in genere una dinamica positiva. PROVINCIA Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Grosseto 59,8 73, ,8 75,4 48,4 Livorno 55, ,2 57,6 68,4 47,1 Lucca 58,4 73,8 42,7 61,9 71,9 51,9 Massa - Carrara 55,6 69,2 41,9 56, Pisa 61,9 71,2 52,3 64, ,9 Toscana 61,1 72,2 50,1 63,5 73,5 54,1 Tasso di attività popolazione per genere Fonte: ISTAT Interessante da analizzare è anche il tasso di disoccupazione. In Toscana la dinamica risulta sostanzialmente stabile (5,2% nel 2001 e 5,3% nel 2005). Al contrario la provincia di Livorno, che ha ottenuto negli ultimi anni risultati modesti, vede il proprio tasso di disoccupazione diminuire passando dall 8,6% del 2001 al 5,7% del È importante sottolineare che il tasso di disoccupazione rileva solamente chi è in cerca attiva di lavoro. Si può quindi presumere un possibile effetto scoraggiamento per cui la presenza di forti difficoltà a trovare un occupazione, i disoccupati rinunciano a presentarsi sul mercato del lavoro. Il numero delle imprese attive sul territorio aumenta nel 2007 di 266 unità (lo 0,9% in più rispetto al 2006, che aveva avuto un decremento dello 0,1% rispetto al 2005). L aumento delle imprese attive, insieme all aumento della popolazione, ha influito sul tasso di densità imprenditoriale che, passato nel 2006 da 8,49 a 8,40 imprese ogni 100 abitanti, ritorna all 8,46 nel 2007 collocando la provincia di Livorno tra le ultime del Centro Italia.

25 Le imprese artigiane hanno consolidato un trend in ascesa essendo aumentate di 117 unità ed avendo consolidato nel 2006 un incremento del 1,7%, confermando quello del triennio precedente. Per effetto di quanto avvenuto sul complesso delle imprese e sull insieme delle attività iscritte nell albo provinciale delle imprese artigiane è conseguentemente diminuito anche il grado di artigianalità che è passato dal 24,99 del 2006 al 24,7 del 2007, che peraltro rimane assai distante sia da quello regionale (oltre il 32%) che da quello nazionale (oltre 28%). SEL COMUNE IMPRESE ATTIVE 2006 IMPRESE ATTIVE 2007 TASSO DI NATALITa' TASSO DI MORTALITA' Area Livornese Val di Cecina Val di Cornia Arcipelago Collesalvetti ,3 Livorno ,3 8,7 Bibbona ,8 9,1 Castagneto Carducci ,3 6,7 Cecina ,4 7 Rosignano Marittimo ,5 8,2 Campiglia Marittima ,6 Piombino ,9 San Vincenzo ,5 7,2 Sassetta ,7 7,4 Suvereto ,6 7,6 Campo nell'elba ,3 8,9 Capoliveri ,8 8,1 Capraia Isola ,8 7,8 Marciana ,3 7,9 Marciana Marina ,6 8 Porto azzurro ,8 6,8 Portoferraio ,4 8,5 Rio Marina ,9 9,3 Rio nell'elba ,7 16,3 TOSCANA ,7 8,2 Tabella riassuntiva della demografia di impresa nei comuni livornesi Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere

26 SETTORE Val di Cornia Val di Cecina Area Livornese Arcipelago TOT Provincia TOSCANA Agricoltura, caccia 22,7 16,6 2,9 7,3 10,3 12,8 Pesca, piscicoltura 0,4 0,3 0,3 1,5 0,4 0,1 Estrazione di minerali 0,0 0,1 0,0 0,1 0,1 0,1 Attività manifatturire 8,3 9,3 10,3 7,9 9,4 15,3 Prod.e distr. energia elettr, gas, acqua 0,0 0,0 0,1 0,0 0,0 0,0 Costruzioni 13,5 18,1 13,0 16,9 14,8 17,3 Commercio dettaglio e ingosso 27,4 27,3 36,8 25,0 31,4 25,9 Alberghi e ristoranti 7,6 8,2 5,8 20,5 8,5 5,6 Trasporti magazzini. 3,5 2,2 6,9 4,2 4,8 3,4 Intermediazione monetaria e finanziaria 2,0 2,1 2,5 1,5 2,2 2,0 Attività immobiliare 8,9 9,9 14,9 9,1 11,9 12,1 P.A. e difesa 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Istruzione 0,2 0,1 0,4 0,2 0,3 0,3 Sanità servizi sociali 0,4 0,3 0,5 0,1 0,4 0,3 Altri servizi 4,9 5,5 5,7 5,6 5,5 4,6 Imprese non classificate 0,1 0,0 0,0 0,1 0,1 0,2 La composizione % del totale imprese attive al 31/12/2007 per settori Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere

27 I.3.1 Agricoltura, foreste, zootecnia e pesca La superficie della Provincia di Livorno destinata alle attività agroforestali (circa ettari) è pari al 55,2% del territorio provinciale. Le destinazioni prevalenti sono i seminativi (44,2%) e le aree boscate (34,1%), costituite per lo più da macchia mediterranea e pinete delle aree costiere. Esigue sono invece le superfici destinate ai prati, ai pascoli ed ai castagneti, formazioni tipiche di territori più prettamente montani. Il censimento dell'agricoltura del 2001 ha rilevato aziende agricole che rappresentano il 4,3% del totale regionale collocando la Provincia di Livorno al penultimo posto tra le 10 Province toscane. La Superficie Agricola Utilizzata è di ettari: in questo caso l'area livornese si colloca al sesto posto, costituendo un quadro generale caratterizzato da poche aziende di dimensioni piuttosto ampie. Mediamente la produzione lorda vendibile contribuisce al totale regionale nella misura del 6,3% (valore inferiore a tutte le altre province toscane ad eccezione di Massa Carrara), dato che testimonia il modesto ruolo dell'agricoltura livornese dal punto di vista strettamente produttivo. La riscoperta e il recupero di alcune coltivazioni abbandonate e l inserimento nella lista dei prodotti agro alimentari tradizionali della Toscana, come alcuni prodotti della Val di Cornia (Cardi, Spinaci, Meloni, Cocomeri della Val di Cornia), sono un interessante opportunità economica, seppur di nicchia, per le attività agricole di qualità. Superficie Agricola Superficie Totale (ha) 2004 Superficie Totale (ha) Cereali Legumi secchi Piante da tubero Ortaggi in piena aria Coltivazioni industriali Frutta fresca VITE OLIVO FORAGGERE TEMPORANEE FORAGGERE PERMANENTI ORTAGGI IN SERRA ORTAGGI IN COMPLESSO Fonte: IRPET

28 Produzione Agricola Produzione Totale (q) 2004 Produzione Totale (q) 2007 Cereali Piante da tubero Coltivazioni industriali VITE FORAGGERE TEMPORANEE ORTAGGI IN SERRA Fonte: IRPET Anno 2004 Anno 2007 Coltivazioni Superficie Totale (ha) Produzione per ha (q) Produzione Totale (q) Produzione Raccolta (q) Superficie Totale (ha) Produzione per ha (q) Produzione Totale (q) Produzione Raccolta (q) Cereali Frumento in complesso Frumento tenero Frumento duro Mais Legumi secchi Piante da tubero Ortaggi in piena aria Coltivazioni industriali Frutta fresca VITE OLIVO FORAGGERE TEMPORANEE FORAGGERE PERMANENTI ORTAGGI IN SERRA ORTAGGI IN COMPLESSO Totale Coltivazioni Provincia di Livorno

29 Fonte: IRPET Quando si analizza l'attività agricola in rapporto con il sistema ambientale vi sono due attività che assumono un ruolo particolarmente rilevante: l'agricoltura biologica e l'agriturismo. Stando ai dati dell'ultimo censimento nel territorio livornese le aziende che praticano agricoltura biologica sono 90 su un totale regionale di (4%): tale dato si colloca ancora una volta al penultimo posto tra le varie province. Al 31/12/2007 gli agriturismi presenti a Livorno sono 207 di cui 13 nell Area Livornese, 75 in Val di Cecina, 77 in Val di Cornia e 42 nelle isole (e sono il 3,5% in più del 2006). Composizione per SEL del totale Agriturismi 20% 6% 38% Val di Cornia Val di Cecina Arcipelago 36% Area Livornese Fonte: Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Regione Toscana E importante segnalare una dinamica in forte crescita negli ultimi anni, di rilevanza economica e culturale, che concerne la coltivazione di vite e la produzione vinicola di qualità. Si individuano tre zone DOC, Montescudaio, Bolgheri e Val di Cornia, ai quali si aggiunge il DOC dell Elba, che trovano il fulcro produttivo e promozionale nelle campagne di Castagneto Carducci e nel riferimento culturale della tenuta di Bolgheri. Queste sono collegate da un percorso enogastronomico (La strada del vino, sulla Costa degli Etruschi) attrezzato con strutture ricettive, di grande potenzialità turistica. Per quanto riguarda l utilizzo dei boschi ai fini della produzione di legname, quelli della provincia di Livorno sono scarsamente utilizzati e poso produttivi. La scarsa resa economica del ceduo non stimola i proprietari ad avviare processi di sviluppo delle risorse forestali; in tutta la Toscana quella di Livorno è la provincia che presenta la produzione meno elevata di legname da lavoro. Il PTC ha descritto il sistema funzionale produttivo delle aree agricole e selvicoturali, classificando le aree boscate, le aree agricole, le aree insediative, le eccellenze serlvicolturali, le eccellenze agricole. Si riporta la tavola relativa.

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31 Nell agricoltura le imprese attive nel 2007 si sono attestate al livello di 2.930, cioè 39 in meno del 2006 con un decremento dellí1,3%. Peraltro nell ultimo quinquennio si è avuta una diminuzione del 7,9%, erano infatti nel 2003 ( ed in tale anno erano diminuite del 2%). Anche la Toscana (-6,5%) e l Italia (-8,6%) hanno subito la medesima tendenza. La tabella mostra la dinamica del tessuto imprenditoriale agricolo relativo all intera provincia ed a ogni singolo comune della medesima, per consentire una visione immediata della serie storica che ha riguardato il settore. SEL COMUNE Arcipelago Val di Cecina Area Livornese Porto azzurro Portoferraio Rio Marina Rio nell'elba Marciana Marciana Marina Campo nell'elba Capoliveri Capraia Isola Bibbona Castagneto Carducci Cecina Rosignano Marittimo Collesalvetti Livorno Val di Cornia Piombino Campiglia Marittima San Vincenzo Sassetta Suvereto PROVINCIA LIVORNO Imprese attive nel settore AGRICOLTURA. Provincia di Livorno Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere SEL IMPRESE ATTIVE INCIDENZA SUL TOT IMPR.AGRICOLE PROVINCIALI (%) INCIDENZA SUL TOT IMPR.AGRICOLE DEL SEL (%) Val di Cornia ,9 39,2 23,1 22,7 Val di Cecina ,8 39,1 16,9 16,6 Arcipelago ,2 8,7 7,8 7,3 Area Livornese ,1 13,0 3,0 2,9 Provincia ,0 100,0 10,5 10,3 Le imprese agricole livornesi nel 2006 e nel 2007 per SEL Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere Per quanto riguarda la zootecnia, la tabella seguente propone un raffronto tra la situazione della provincia di Livorno e la regione toscana.

32 Provincia di Livorno Regione Toscana CAPI DI BESTIAME CAPI VIVI di cui bovini di cui bufalini MASCHI di cui con eta compresa tra 0 e 12 mesi di cui con eta compresa tra 12 e 24 mesi di cui con eta compresa tra 24 e 36 mesi di cui con eta oltre 36 mesi FEMMINE di cui con età compresa tra 0 e 12 mesi di cui con età compresa tra 12 e 24 mesi di cui con età compresa tra 24 e 28 mesi di cui con età compresa tra 28 e 60 mesi di cui con eta compresa tra 60 e 96 mesi di cui con eta oltre 96 mesi Fonte: Sintesis su Anagrafe Nazionale Zootecnica Da un punto di vista ambientale è significativo l uso di fertilizzanti e prodotti vari fitosanitari. I relativi dati sono riassunti nelle seguenti tabelle e fanno riferimento a: concimi minerali, fertilizzanti, fungicidi, insetticidi, erbicidi, concimi biologici, prodotti fitosanitari.

33 Semplici Composti Azotati Fosfatici Potassici Binari Ternari A base di meso-elementi A base di micro-elementi Anno 2004 Anno 2006 Anno 2004 Anno 2006 Anno 2004 Anno 2004 Anno 2004 Anno 2004 Anno 2004 Anno 2006 Anno 2004 Anno 2006 Anno 2004 Anno 2006 Massa- Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana ITALIA Nord Centro Sud Concimi minerali Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione Concimi minerali Concimi organici Ammendanti Correttivi Substrati di coltivazione Prodotti ad azione specifica Fertilizzanti Massa-Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana ITALIA ####### Nord Centro Mezzogiorno Fertilizzanti distribuiti, per provincia e regione (in quintali) Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione

34 Di seguito vengono elencati i principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari, per categoria, famiglia: Azoto Inorganici a base di organici Zolfo Rame Solforganici aromatici alifatici eterociclici esclusi Triazoli Fosforganici e stannorganici Altri Totale Massa- Carrara Lucca Pistoia Firenze Prato Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Toscana ITALIA Fungicidi Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione

35 Composti inorganici Olii Derivati vegetali e simili sintetici Clororganici Carbammati Derivati dell'urea Fosforganici organici aloidrocarburi Altri Massa-Carrara Lucca Pistoia Firenze Prato Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Toscana ITALIA ###### Insetticidi e acaricidi Fonte:: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione Ammidi Carbammati (a) Derivati dell'urea Nitroderivati benzonitrili Diazine-Triazine Solfuree imidazolinoni Fosforganici dipiridilici Arilossifeno- propionati- Cicloesenoni Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana ITALIA Erbicidi Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione Ormonici Altri

36 Molluschicidi Fumiganti e non (a) Fitoregolatori Altri Totale Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana ITALIA Vari Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione Di origine vegetale o animale Microrganismi Composti chimici vari Altri Totale Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Toscana ITALIA Biologici Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione Funghicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Vari Biologici Massa-Carrara Lucca Pistoia Firenze Prato Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Toscana ITALIA FONTE: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione

37 Fitosanitari 1,00 0,90 0,80 0,70 0,60 0,50 0,40 0,30 0,20 0,10 0,00 Funghicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Vari Biologici Livorno 2004 Toscana 2004 Livorno 2006 Toscana 2006 Fonte: Sintesis su ISTAT dati congiunturali sui mezzi di produzione

38 I.3.2. Industria commercio e turismo Il settore industriale si articola su imprese attive, di cui sono imprese artigiane. Tra queste sono quelle che operano nel manifatturiero (solo 4 in più del 2006), tutte da ascriversi all industria in quanto l artigianato Ë passato dalle imprese del 2006 alle del dati 31/12/2007 Tot. Settore di cui artig. di cui non artig. MANIFATTURA Ind. alimentari e delle bevande Ind. tessile-abbigliamento Ind. cuoio e calzature Ind. del legno (escluso mobili) Ind. della carta e dell'editoria Ind. chimoco-farmaceutico, gomma, plastica Ind. della lav.prod.mineraria non metallica Ind. produzione e lavorazione metallo Ind. meccanica Ind. elettronica Ind. dei mezzi di traspoto Varie Ind. Estrattive Ind. Produzione e distribuzione energia elettria, gas e acqua Ind. Delle costruzioni TOTALE Settore Industria - Imprese attive in provincia di Livorno divise tra artigiane e non Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere Le imprese attiva crescono dell 1,8% soprattutto grazie al +2,7% dell artigianato. A trainare la crescita come sempre è il comparto delle costruzioni mentre relativamente al solo manifatturiero gli incrementi sono appannaggio di alimentari e bevande, legno, metallo e mezzi di trasporto. Concentrandosi sull industria in senso stretto (manifattura) e disarticolando le imprese per SEL troviamo che lo 0,1% di incremento delle imprese attive consegue al +2,3% del SEL livornese, al +1,1% della Val di Cecina ed ai risultati negativi di Val di Cornia (-5,2%) e Arcipelago (-3,5%). SEL IMPRESE MANIFATTURIERE al 31/12/07 IMPRESE MANIFATTURIERE al 31/12/06 Area Livornese Val di Cecina Val di Cornia Arcipelago TOTALE LIVORNO TOSCANA Imprese attive del settore manifatturiero nei SEL della provincia al 31/12/07 e al 31/12/06 Fonte:: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere Nel settore artigianale il numero delle imprese attive passa da a con percentuali di incremento annue che diminuiscono progressivamente tra il 2001 ed il Nel 2004 la crescita si intensifica per poi portarsi su livelli decrescenti piuttosto modesti dal 2005 in poi. Nel 2007 tuttavia la percentuale di incremento si alza fino al 1,7%. L andamento dei tassi di

39 crescita (differenza tra tasso di natalità e di mortalità) non si discosta molto, eccezion fatta per gli ultimi due anni sui quali hanno pesato le cancellazioni d ufficio. Tant è che il tasso di crescita 2007 al netto delle cancellazioni d ufficio (1,3%) si avvicina molto di più al tasso di incremento delle imprese attive (1,7%). ANNO LIVORNO TOSCANA Serie storica degli indici di andamento - Artigianato Livorno Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi su dati Infocamere e osservatorio regionale toscano sull Artigianato Significativo è il ruolo del turismo. Il territorio della Provincia di Livorno è suddiviso in due Agenzie per il Turismo: - quella comprendente le isole, la cui ricchezza risiede esclusivamente nella risorsa balneare; - quella relativa al resto del territorio, in cui predomina ancora una volta la componente balneare, ma interessata anche da una componente paesaggistico - ambientale e termale. Crescono le imprese del turismo della Val di Cornia e dell Area Livornese, cresce di meno il già dotato Sistema Economico Locale dell Arcipelago. Nelle isole il turismo rappresenta al 31/12/2007 il 22,5% del totale imprese, il 9,4% in Val di Cecina, l 8,6% in Val di Cornia ed il 6,5% nel SEL del capoluogo livornese. OSSERVAZIONE LIVORNO Alberghi, hotel, pensioni o simili 290 Ostelli della gioventù 6 Campeggi e aree attrezzate per roulotte 54 Villaggi turistici, affitta camere, case ed appartamenti per vacanze 221 Ristoranti 945 Gelaterie, pasticcerie, bar, pub, ed enoteche 884 Mense e catering 18 Agenzia di viaggio e assistenza turistica 108 Stabilimenti balneari 86 Tempo libero (teatri, parchi di divertimento, sale da ballo e da concerto) 112 TOTALE Le imprese del turismo livornesi al 31/12/2007 Fonte: Sintesis su elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere Rallenta ma prosegue, secondo i dati relativi ai flussi turistici dell Osservatorio Turistico Provinciale, la crescita delle frequenze turistiche nella nostra provincia. Gli arrivi sono cresciuti costantemente durante l ultimo quinquennio e, nel , si sono stabilizzati su livelli superiori a quelli precedenti al 2003 (anno di crisi). Le presenze dopo l ottima congiuntura del passato anno (+10,9% rispetto al 2005) non sembrano aver subito un contraccolpo e superano quota 7,7 milioni (quota mai raggiunta in questo decennio). La crescita degli arrivi è imputabile in modo omogeneo ad italiani e stranieri, lo sviluppo delle presenze è invece frenato dalla congiuntura negativa del dato relativo agli stranieri (-3,4%). Suddividendo per tipo di ricettività, si nota come il numero di arrivi degli esercizi alberghieri Ë in stallo mentre quello delle presenze in diminuzione, l aumento provinciale è dunque merito degli esercizi extra-alberghieri (+4,7% negli arrivi e +2,6% nelle presenze). Il mercato in

40 evoluzione è dunque quello extra-alberghiero che risulta quindi il mercato più in evoluzione. ANNO PRESENZE TURISTICHE ARRIVI ITALIANI STRANIERI TOTALE SEL COMUNE % % % Porto azzurro , , ,15 Portoferraio , , ,11 Rio Marina , , ,01 Arcipelago Rio nell'elba , , ,23 Marciana , , ,04 Marciana Marina , , ,01 Campo nell'elba , , ,03 Capoliveri , , ,06 Capraia Isola , , ,49 Bibbona , , ,32 Val di Cecina Castagneto Carducci , , ,01 Cecina , , ,11 Rosignano Marittimo , , ,07 Area Livornese Collesalvetti , , ,34 Livorno , , ,06 Val di Cornia Piombino , , ,53 Campiglia Marittima , , ,01 San Vincenzo , , ,29 Sassetta , , ,29 Suvereto , , ,24 PROVINCIA LIVORNO , , ,09 TOSCANA , , ,13 Variazione delle presenze turistiche comunali e provinciali nel periodo 2000/2007 Fonte: Sintesis su rielaborazione IRPET su dati ISTAT Il turismo si concentra soprattutto nelle zone costiere che già risentono di una forte concentrazione abitativa e produttiva. Il grosso incremento stagionale della popolazione in queste aree non può che aggravare il livello di stress cui sono sottoposte. Lo sviluppo turistico che si concentra nei mesi estivi sul litorale genera ormai ripercussioni non solo sull ambiente naturale ma anche sull offerta di servizi che non riesce facilmente a soddisfare la domanda. Lo sviluppo turistico della costa risente inoltre della difficile convivenza con attività produttive ad alto impatto ambientale. Quasi agli antipodi la situazione delle aree collinari interne, sulle cui potenzialità turistiche si è finora investito in modo marginale.

41 Un dato particolarmente interessante è quello che riguarda le preferenze assegnate alle diverse tipologie ricettive: la costa livornese si caratterizza per una spiccata prevalenza per quelle extralberghiere rispetto a quelle alberghiere, soprattutto per quanto riguarda la componente straniera. Passando al dato relativo alla durata dei soggiorni, va innanzitutto rilevato come la provincia di Livorno, assieme a quella di Massa Carrara, presenti i soggiorni di maggior durata rispetto alle altre aree della Regione. Quest'ampia forbice può essere fatta risalire alla tipologia del turismo locale: il turismo balneare è infatti caratterizzato da soggiorni molto più lunghi rispetto a quelli del turismo artistico - culturale che prevale nel resto della regione. Se dovessimo indicare due fenomeni simbolo di questi squilibri potremmo pensare all abbassamento delle falde e prosciugamento delle sorgenti nel primo caso o all immagine di desolazione di centri frequentatissimi in estate, le cui strade sono in inverno deserte e costellate da cancelli chiusi di alberghi o pensioni familiari, tanto da scoraggiare il malcapitato turista fuori stagione. Un caso a parte riguarda il capoluogo che, a fronte del vistoso arretramento delle attività industriali e della popolazione residente, fatica a trovare nuove vocazioni terziarie sostenute dal circuito turistico. Emerge quindi chiaramente la necessità di investire in un nuovo modello di sviluppo turistico in grado di diversificare l'uso del territorio e di offrire occasioni nuove e più rispettose delle risorse naturali. In tal senso la qualificazione dell'entroterra collinare potrebbe perseguire lo scopo di diversificare l'offerta locale sfruttando le possibilità degli agriturismi, facendo leva sui valori ambientali, paesaggistici e culturali, ricomponendo così un nuovo equilibrio fra la costa e l'entroterra. La potenzialità dei differenti ambiti è dovuta proprio alle loro particolarità (aree archeologiche, aree minerarie, aree naturali, riserve faunistiche venatorie, aree di interesse storico paesaggistico) e alla possibilità di integrare le varie offerte. Inoltre il territorio livornese gode di una buona accessibilità, grazie alle infrastrutture di collegamento che lo attraversano e alle importanti strutture portuali di Piombino e Livorno. La caratteristiche geografiche e ambientali (clima mite, basse altitudini e vegetazione sempreverde) del territorio rendono il territorio livornese fruibile e interessante durante tutte le stagioni dell anno. La primavera e l autunno sono le stagioni in cui la campagna offre le maggiori attrazioni, legate soprattutto ai riti e alle lavorazioni per la produzione del vino, ma che comprendono la possibilità di escursioni a cavallo, di visita alle aziende, di degustazione dei molti prodotti tipici. Ed è sempre in questa stagione che le aree umide si riempiono di uccelli migratori e divengono un vero paradiso per gli amanti dell osservazione in natura (birdwatching). Il PTC individua le seguenti invarianti strutturali di quello che definisce all art. 52 della disciplina di Piano, il sistema funzionale delle attività economiche: A) Sistema produttivo provinciale della pesca marittima. Sono invarianti strutturali i porti di attracco della pesca professionale di Livorno,Castiglioncello,Vada, Marina di Cecina,Capraia, Piombino,Cavo, Marina di Campo, Portoferraio, Marciana Marina, Porto Azzurro.

42 Sono inoltre invarianti strutturali le una adeguata disponibilità di apposite aree portuali attrezzare per l attracco dei pescherecci, associate a servizi per l'attività della pesca professionale in forme complementari e integrate ad altri servizi per il mare. B) Sistema produttivo provinciale industriale Sono invarianti strutturali: i seguenti siti industriali: Raffineria petrolifera di Livorno e connesso attracco petrolifero portuale (pipiline), stabilimento chimico di Rosignano Solvay e relativo pontile di Vada cave di San Carlo e linee ferroviarie connesse e pertinenziali, centro siderurgico di Piombino e relative aree portuali, parco industriale di Guasticce. le seguenti attività estrattive ricomprese come risorse nel PRAER: di Bibbona, Campiglia M.ma,Campo nell'elba, Capoliveri, Castagneto Carducci, Cecina, Collesalvetti, Livorno, Marciana, Portoferraio, Rio nell'elba, Rosignano M.mo, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto costituiscono invariante strutturale fino alla definizione del Piano Provinciale delle attività estrattive che individuerà le aree soggette a coltivazione ed estrazione. L'attività di cantieristica diportistica dell'ex Cantiere Navale Orlando di Livorno, di Piombino e di Portoferraio C) Sistema produttivo provinciale commerciale Costituiscono invariante strutturale le sei grandi strutture di vendita distribuite sul territorio provinciale il sistema dei i centri commerciali naturali individuati e da individuare prevalentemente nei centri storici e quelli dei centri urbani. i negozi e le botteghe storiche quali componenti qualificanti del sistema commerciale. Costituisce inoltre invariante strutturale le funzioni individuate dal relativo sistema funzionale, per i negozi di vicinato insistenti in aree a densità edilizia rarefatta. D) Sistema produttivo provinciale Turismo Le invarianti strutturali sono individuate dai seguenti porti nautici da diporto e relative previsioni di ampliamento: a) Continente: Fossi Medicei, Molo Mediceo, Nazario Sauro, Ardenza, Antignano, Quercianella, Foce del Chioma, Porticciolo Rossana, Castgioncello Nord, Castigioncello Sud, Cala de Medici, Vada, Marina di Cecina, San Vincenzo, Salivoli, Chiusa del Cornia vecchio, Poggio Batteria. b) Isole Capraia, Portoferraio, Marciana marina, Marina di Campo, Cala di Mola, Porto Azzurro, Rio Marina, Cavo, Pianosa. La seguente carta rappresenta il sistema funzionale produttivo, del turismo, del commercio, dell industria e riporta precisamente: le aree industriali, i centri commerciali, i porti, i porti turistici, i siti archeologici, i parchi, i centri storici.

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44 I.3.3 Infrastrutture di trasporto e mobilità L attuale indice di dotazione infrastrutturale complessiva per Livorno è pari a 334,8 (Italia= 100) superiore a quello relativo alle altre province toscane nonché alla media regionale (110,8). E importante sottolineare come la dotazione infrastrutturale della provincia risulti superiore a quella mediamente presente in tutte le macroaree nazionali, ovvero Nord Est (106,9), Nord Ovest (108), Centro (117,2), Sud e Isole (81,7). Questo indice tiene conto sia delle infrastrutture economiche (porti inclusi) che di quelle sociali. Lo stesso indice al netto dei porti passa a 108,8 ponendo Livorno al 3 posto in Toscana ed evidenziando il forte impatto che i porti hanno sul territorio (nel caso della Provincia di Livorno i più importanti sono Livorno e Piombino). Il totale senza porti si mantiene al di sopra della media regionale (103,4) per quanto Pisa e Firenze presentino un indice più elevato in seguito alla presenza degli aeroporti. Infrastruttura LIVORNO TOSCANA Rete Stradale 96,3 101,5 Rete Ferroviaria 154,4 119,2 Porti 2368,8 177,4 Aeroporti 58,6 68,4 Imp. e reti energetico- amb ,2 Strutture e reti telefonia e telematica 125,7 88,2 Reti bancarie e di servizi vari 130,6 101,9 Strutture culturali e ricreative 95,5 184,8 Strutture per l'istruzione 68,7 83,3 Strutture sanitarie 81,3 87 TOTALE 334,8 110,8 Totale senza porti 108,8 103,4 Gli indicatori di dotazione infrastrutturale per categoria di infrastrutture Fonte: elaborazione Sintesis su dati Istituto Guglielmo Tagliacarne Se nel 2004 la situazione delle infrastrutture provinciali appariva nettamente peggiorata ispetto al 1999, nel 2007, l indice infrastrutturale complessivo risulta aumentato e raggiunge un valore superiore sia al 2004 che al Tuttavia, se andiamo a vedere l indice senza porti si scopre che in realtà questo segue un trend negativo ovvero diminuisce costantemente dal 1999, e nel 2007 il dato ha continuato a peggiorare. Infatti, mentre l indice legato ai porti è più che raddoppiato rispetto al 2004 (+136,6%) gli indici infrastrutturali di tipo economico esaminati (ovvero quelli relativi alla rete stradale, ferroviaria ed energetico-ambientale) hanno subito un certo ridimensionamento. Occorre precisare che rispetto al 2004, per tener conto soprattutto di fenomeni di adeguamento caratterizzanti alcune categorie infrastrutturali sono stati introdotti alcuni correttivi. Per le categorie porti ed aeroporti non si considera più il concetto di bacino di utenza ma si fa riferimento, esattamente come per le altre categorie infrastrutturali, solamente al concetto di presenza fisica sul territorio dell infrastruttura: le province senza sbocco sul mare presentano ora una dotazione pari a zero mentre nelle edizioni precedenti assorbivano dotazione dalle province limitrofe con sbocchi sul mare. Questo spiega la forte differenza tra l indice portuale 2004 e quello 2007, che risultano così non confrontabili. L indice di dotazione della rete stradale passa da 96,6 a 96,3, riduzione di poco conto ma di gran peso vista l importanza della rete stradale anche per lo sviluppo dei traffici marittimi e dell economia provinciale in generale. Attualmente la provincia può contare su 43,405 km di rete autostradale, circa 0,4 km ogni 10 km di superficie occupata dalla provincia ( kmq) contro gli 0,215 della media Italia. Altro fattore da valutare è la situazione della rete ferroviaria. L indice generale è passato da

45 162 nel 2004 a 154,4 nel La dotazione della provincia equivale a 124,274 km di ferroviaria, ovvero 1,025 ogni 10 kmq di superficie territoriale, 0,37 km ogni 100 abitanti e 0,09 km ogni 100 occupati. Tutti questi valori risultano più elevati della media italiana (rispettivamente 0,65-0,33 e 0,08). Bisogna tener conto che per un territorio fortemente legato e dipendente, nella sua economia, all attività portuale un adeguata dotazione stradale, autostradale e ferroviaria è indispensabile per lo sviluppo dei traffici portuali e conseguentemente della provincia. Per di più, il cresciuto traffico turistico legato a traghetti e navi da crociera alimenta la necessità di rendere più agevole lo sbarco e l imbarco per i passeggeri traghetti diretti alle isole migliorando la viabilità e le vie di accesso alla zona di imbarco, nonché lo spostamento verso le città d arte toscane dei croceristi in transito nel porto. I tre porti provinciali (Livorno, Piombino e Portoferraio) hanno movimentato complessivamente tonnellate di merce e quasi 10 milioni di passeggeri tra croceristi e traffico traghetti. Altro settore che incide sul calcolo dell indicatore infrastrutturale complessivo è quello di impianti e reti energetico-ambientali, indicatore di tipo economico in quanto valuta infrastrutture in grado di agevolare o rallentare lo sviluppo economico del territorio. Tale indice, che ammonta nel 2007 a 169, risulta peggiorato rispetto al 2004 (175,2) ma comunque migliore rispetto al Quanto alla presenza di strutture e reti per la telefonia e la telematica la loro diffusione incide sia sullo sviluppo sociale che su quello economico. L indice relativo per il 2007 Ë pari a 125,7. Questo indice ha subito un processo di profonda revisione nei contenuti. Sono stati infatti eliminati dalla determinazione dell indice alcuni aspetti, presi invece in considerazione per il calcolo degli indici passati, allo scopo di dare maggior risalto ad aspetti più affini a quelle che sono le nuove esigenze in materia di Telefonia e Telematica. L indice 2007 non Ë pertanto confrontabile con quello dei precedenti anni. Anche le reti bancarie e di servizi vari vedono un indice in progressivo miglioramento, a quota 130,6 nel Tra le infrastrutture sociali prese in esame solo l indice delle strutture ricreative e culturali Ë leggermente migliorato rispetto al 2004 per quanto anche da questo punto di vista la situazione della dotazione provinciale non appare affatto buona visto che ad l indice è di 95,5 (Italia = 100) e che nel 1999 era pari a 115,2. Gli indici relativi alle strutture sanitarie e per l istruzione sono in progressivo peggioramento e sotto 100 (valore Italia), situazione che oltre a creare un forte disagio sociale abbassa il livello di dotazione infrastrutturale complessivo della provincia. Seguono due tabelle che fanno riferimento alle caratteristiche dei veicoli immatricolati e circolanti nella Provincia.

46 Comune Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 Anno 2006 SEL 14 SEL 15.1 COLLESALVETTI LIVORNO BIBBONA CASTAGNETO CARDUCCI CECINA ROSIGNANO MARITTIMO SEL 16 CAMPIGLIA MARITTIMA PIOMBINO SAN VINCENZO SASSETTA SUVERETO SEL 17 CAMPO NELL'ELBA CAPOLIVERI CAPRAIA ISOLA MARCIANA MARCIANA MARINA PORTO AZZURRO PORTOFERRAIO RIO MARINA RIO NELL'ELBA NON DEFINITO LI Totale Parco veicolare nei comuni della Provincia di Livorno Fonte: ACI 1. Autobus 2 Autocarri trasporto merci 3 Autoveicoli speciali/specifici 4 Autovetture 5 Motocarri e quadricicli trasporto merci 6 Motocicli 7 Motoveicoli e quadricicli speciali/specifici 8 Rimorchi e semirimorchi speciali/specifici 9 Rimorchi e semirimorchi trasporto merci 10 Trattori stradali o motrici 11 Totale complessivo

47 LIVORNO 2005 TOSCANA 2005 LIVORNO 2006 AUTOB US AUTOC ARRI TRASPO RTO MERCI AUTOV EICOLI SPECIA LI / SPECIFI CI AUTO VETTUR E MOTOC ARRI E QUADRI CICLI TRASP ORTO MERCI MOTO CICLI MOTOV EICOLI E QUADRI CICLI SPECIA LI / SPECIFI CI RIMORC HI E SEMIRI MORCHI SPECIA LI / SPECIFI CI RIMORC HI E SEMIRI MORCHI TRASP ORTO MERCI TRATTO RI STRAD ALI O MOTRIC I TOTALE COMPL ESSIVO TOSCANA Immatricolati nella Provincia di Livorno e in Toscana per categoria. Anno 2005 e 2006 Fonte: ACI I servizi di trasporto pubblico locale su gomma. A partire dal Giugno 2005 i servizi di trasporto pubblico sono eserciti in seguito a gara. Il punto più qualificante del nuovo piano dei servizi è stato l istituzione di un servizio cadenzato tra Livorno e Pisa con fermata all Aeroporto Galilei, con 13 coppie sull arco orario Per quanto riguarda la linea dell Aeroporto, un scarsissima frequentazione è stato il pretesto per una radicale modifica della sua impostazione progettuale. In generale, si può dire che l accessibilità tramite servizio pubblico dell Aeroporto Toscano sconta una concorrenza immotivata con il servizio ferroviario, che, progettato in modo asettico rispetto alle necessità di un collegamento aeroportuale, non viene sostanzialmente percepito come fruibile dall utenza, ed ha costituito pretesto per l istituzione di servizi bus anche ridondanti ( Prov. Lucca), ma scoordinati dal resto della rete ferroviaria, il cui gestore ( Trenitalia e Regione ) si è dimostrato incapace o non interessato ad una modulazione del servizio veramente commerciale e funzionale al sistema aeroportuale. Peraltro, dando corso a un istanza reiterata più volte in precedenza dal Comune di Livorno, si è spostato dall asse Marradi-Libertà a Viale Italia la percorrenza dei bus extraurbani verso il sud. Questo ha prodotto dimostrabili e documentabili disagi all utenza, oltre ad un onere economico tradotto con la soppressione di corrispondenti servizi, ma, soprattutto, ha significato il definitivo disconoscimento di quel concetto di tramvia urbana che si basava sul garantire servizi di adeguato standard qualitativo e quantitativo sull asse urbano di maggior frequentazione Marradi-Libertà. I servizi ferroviari. Riguardo ai servizi ferroviari del territorio è necessario a grandi linee fare una premessa sul quadro nazionale ed internazionale, poiché l accessibilità di un territorio deve riferirsi ad un esame per direttrici con estremi ragionevolmente definiti. Se da una parte l iniziativa regionale del Memorario ha reso efficiente il collegamento con Pisa e Firenze, a livello di lunga percorrenza le Province costiere hanno visto una serie di inserimenti e soppressioni di collegamenti con Milano, evidentemente non adeguatamente supportati da studi, se risultati, poi, commercialmente insostenibili. Tali scelte confermano un netto peggioramento della mobilità su ferro nelle sue principali direttrici verso il Nord, proprio nelle fasce orarie più penalizzanti per gli itinerari a lunga percorrenza.

48 Queste evidenze stanno alla base di una programmazione che tiene in considerazione esclusivamente bilanciamento di costi e ricavi, prescindendo sempre più da una logica di servizio pubblico, tanto più non sostituibile con il mezzo privato per distanze implicanti tempi e costi insostenibili con tale modalità, né, d altra parte, surrogabili con altre forme di concorrenza. Le immediate ripercussioni a livello di programmazione dei servizi locali sono evidenti. Un impoverimento delle relazioni nazionali ed internazionali non solo scarica più o meno indirettamente sulle Regioni l onere dell esercizio delle relazioni locali, ma rende sostanzialmente meno appetibile per l utente la rete, e quindi lo stesso modo di trasporto, rendendo impossibile o incompleti i benefici effetti dell intermodalità e delle interconnessioni con le altre reti di trasporto, sostanzialmente quella degli autobus. Come si vede, si tratta di premesse nettamente antitetiche all instaurarsi di condizioni tali per cui l utente del mezzo privato sia incentivato al trasferimento sulle reti dei servizi pubblici. Non solo. In un periodo di generale e prolungata crisi economica la riduzione dell accessibilità per addotte motivazioni economiche innesca un circuito vizioso di impoverimento di attività produttive strettamente connesse ad essa, la prima tra le quali è quella turistica che, in una Provincia come quella di Livorno hanno un peso determinante. I servizi marittimi. Il nostro territorio, caratterizzato dalla presenza di un arcipelago con 5 isole, si è storicamente segnalato come un caso di studio per l intermodalità passeggeri tra i tre sistemi marittimo, ferroviario e di autolinee. Le criticità di gestione sono state sempre rappresentate dalla progettazione di orari di sistemi con cadenze di servizio, logiche contrattuali e gestionali, caratteristiche tecniche sostanzialmente diverse tra loro. Il programmato passaggio di Toremar alla Regione Toscana è il fatto nuovo dell immediato futuro, che implica necessariamente una ridefinizione non solo dei servizi, a questo punto praticamente gestiti da un unico soggetto istituzionale ( più o meno direttamente e con delega alle Province ), ma anche del naviglio più opportuno. Perché ciò avvenga in modo produttivo per l utenza e la collettività è, a questo punto, necessario che venga previsto un piano ei servizi per l Elba e per le isole, mai redatto finora, in cui il concetto di accessibilità si armonizzi con quello di sviluppo sostenibile, che tradotto significa la quantificazione di un numero teorico di autoveicoli movimentabili giornalmente nei collegamenti marittimi nei vari periodi dell anno. Per quanto riguarda le attività dei porti della Provincia, anno positivo per il Porto di Livorno che chiude il 2007 con tonnellate di merce movimentata, il 15% in più rispetto al Si tratta del primo incremento a due cifre nella movimentazione merci dal 2001 ad oggi. Tra il 2001 e il 2006 infatti l incremento medio dei traffici portuali Ë stato del 2,6% e l ultimo incremento a due cifre si era realizzato nel 2000 (+13,1%). Per Livorno la crescita maggiore ha interessato le operazioni di imbarco salite del 19,5% (in termini di tonnellate movimentate) rispetto al Al raggiungimento di questo risultato hanno contribuito soprattutto forestali, macchinari ed auto. Buono tuttavia anche l incremento delle tonnellate di merce sbarcata, +12,4%, determinato soprattutto dal risultato di rotabili (+27,2%) e contenitori (+20,2%). 48

49 Andamento delle variazioni % delle principali categorie di merci transitate nel Porto di Livorno, anni ,9-5,2 13,6 14,5 6,9-0,5 12,9 25,8 5,8 7,9-1,4 6,2 0,1-1,4-11, Merci in contenitore Merci in colli e numero Merci su rotabili Rinfuse Liquide e Ro/Ro Rinfuse Solide Fonte: elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Autorità Portuale In generale la miglior performance 2007 è quella di merci su rotabili e Ro-Ro (+25,8%), seguite da Merci in colli e numero (+14,5%) e Merci in contenitore (+13,6%) per un totale Merci Varie pari a tonnellate di merce, il 20% in più del Il traffico rinfuse cresce solo del 5,3% con il fondamentale sostegno delle rinfuse liquide (+6,2%) mentre cala dellí1,4% la movimentazione di rinfuse solide. Tutte le categorie sopraelencate hanno notevolmente migliorato la loro performance sia rispetto al 2006 che al 2005, ad eccezione delle rinfuse solide. Tipologie di traffico - Porto di Livorno ,4% 3,6% 22,3% Merci in contenitore Merci in colli e numero 37,2% 9,5% Merci su rotabili e Ro/Ro Rinfuse Liquide Rinfuse Solide Per quanto riguarda il traffico merci, negli ultimi anni si rileva una crescita nel totale delle merci movimentate nello scalo Labronico. L incremento è imputabile in particolare ai rotabili e ro-ro, delle merci in contenitore e delle rinfuse. Qui di seguito si riportano i dati più recenti disponibili di movimento generale delle merci del porto. 49

50 No Vessels 2006 NT 2006 GT 2006 No Vessels 2005 NT 2005 GT 2005 No Vessels 2004 NT 2004 GT 2004 General Cargo Container Ferry RO/RO Tanker Bulk TOTAL INTERNATIONAL SHIPPING General Cargo Container Ferry RO/RO Tanker Bulk TOTAL General Cargo Container Ferry RO/RO Tanker Bulk GENERAL TOTAL Traffico navi e merci nel porto di Livorno Fonte: Centro Studi Autorità Portuale di Livorno I più recenti dati disponibili (Gennaio-Giugno 2008) indicano un semestre positivo per il porto di Livorno che chiude con tonnellate di merce movimentata con un incremento, verso lo stesso periodo del 2007, pari a +12,28%. La crescita delle importazioni è stata, complessivamente, pari al 9,26% rispetto al 2007, caratterizzata soprattutto dall aumento delle merci Ro/Ro (+33,46%), delle merci in contenitori (+12,59) e delle rinfuse solide con un incremento del 17,39%. La crescita delle esportazioni è stata del 17,23%, rispetto al primo semestre 2007, con un aumento nelle merci Ro/Ro (+31,20%), merci in contenitori (+12,89%) e dalle merci convenzionali (+1,35%). Tra le varie modalità di trasporto il traffico dalle merci su rotabili con una percentuale pari al 39,6% sul totale movimentato continua ad essere la principale tipologia di carico, seguita poi dalle merci in contenitori, che hanno superato le rinfuse liquide, con una percentuale del 24,2% contro il 23,5% delle rinfuse liquide. Seguono poi le merci in colli e numero con un quota dell 8,8% e le rinfuse solide con il 3,9 per cento. 50

51 Il traffico passeggeri del porto di Livorno si identifica in un flusso significativo, seppure fortemente stagionalizzato; si tratta di un flusso veicolare caratterizzato da autovetture, caravan/camper, autobus. Il porto di Livorno costituisce in particolare il terminale fondamentale per il traghettamento verso la Corsica e, in parte, per la Sardegna oltre che per l arcipelago toscano. Tuttavia la recente nuova viabilità dedicata ai mezzi terrestri connessi al traffico traghetti e che si articola per buona parte all interno della cinta portuale, minimizza l impatto con il normale traffico cittadino. Pass Traghetti Pass Crociere Navi crociera Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale Traffico passeggeri e navi da crociera del Porto di Livorno anno 2007 Fonte: elaborazione Centro Studi dell Autorità Portuale di Livorno Il porto di Piombino, grazie alla sua posizione rispetto all isola d Elba e alle altre isole dell arcipelago toscano e la Sardegna, ha una sua naturale specializzazione nel traffico passeggeri e merci con le isole accentuato particolarmente in estate, v. tab. La tabella seguente, dove vengono riportati i traffici principali, evidenzia questa particolare vocazione annotando ben passeggeri totali nel Il traffico passeggeri è andato via via aumentando dal 1998 per poi attestarsi sul grande valore di a partire dal Grande è il numero dei veicoli per il transito di merci e passeggeri per le isole: di cui camion per il trasporto merci (dati 2005, vedere dopo una tabella parziale). Dalmine, exlucchini, Enel, Magona assorbono rinfuse solide e liquide (bulk). Si deve notare l importanza delle rinfuse solide che attengono alle grandi imprese ancora presenti a Piombino; questo tipo di traffico è a scarso valore aggiunto e, per di più, la ex Lucchini lo tratta direttamente su una sua banchina. La vera caratteristica di Piombino attiene, a parte le funzioni legate agli stabilimenti industriali siderurgici, ai rapporti con le isole. Il porto attualmente non tratta nessun contenitore e sono stimati circa 160 addetti compreso l indotto. 51

52 Movimento merci e passeggeri porto di Piombino anno 2003 Movimento merci e passeggeri porto di Piombino anno 2004 Movimento merci e passeggeri porto di Piombino anno 2005 Nel 2005 nel porto di Piombino sono transitate più di otto milioni di tonnellate di merci, il 60% circa costituito da prodotti solidi siderurgici e metalmeccanici, ed il 10% coperto da traffico 52

53 energetico per le grandi imprese citate (ex Lucchini ora Sevestal, La Magona ora Mittel, Tenaris/dalmine, Edison, SOL, Centrale Torre del Sale). Il resto, circa il 30%, è dato in parte da altre rinfuse solide, ed in parte da general cargo trasportato coi camion su ro-ro per le isole. Sbarchi Imbarchi Totale Tonnellaggio totale Prodotti raffinati Altre rinfuse liquide Carbone Minerali Fertilizzanti Altre rinfuse solide Altre rinfuse Totale rinfuse ro-ro Altri N. Passeggeri N. navi Fonte: sito web Autorità Portuale Piombino 53

54 I.4 Bilancio energetico provinciale I.4.1 Consumi totali e consumi finali Il Piano Energetico Provinciale ha elaborato un bilancio energetico che consente di stimare il consumo primario di energia, cioè di combustibili solidi, liquidi e gassosi più le fonti rinnovabili, utilizzati sia direttamente sia nella produzione di energia elettrica. Il dato relativo al consumo energetico lordo rappresenta la quantità di energia consumata complessivamente a livello provinciale. I dati presentati in questa parte sono stati estratti dalle analisi svolte nell ambito del Piano. Il consumo energetico complessivo è stato nella provincia di Livorno, almeno fino al 2001, in costante aumento (in media ogni anno tra 1 e 2 %). Dal 2003 si è avuta una riduzione dovuta principalmente alla diminuzione della produzione termoelettrica a seguito dell'utilizzo delle centrali ENEL di Piombino e Livorno a "riserva", cioè funzionamento ridotto e limitato ai momenti di maggiore richiesta di elettricità da parte degli utenti finali. I consumi di energia, nel periodo , sono calati di circa il 9% passando da tep a tep. La diminuzione è stata consistente per i prodotti petroliferi, di circa tep; per contro si è avuto un incremento dei consumi di combustibili solidi di quasi tep e dei consumi di gas naturale di poco più di tep. Se il dato totale dei consumi viene considerato al netto dei combustibili impiegati per la produzione di energia elettrica si registra, nel periodo , una diminuzione dei consumi energetici, pari a circa tep (4% rispetto ai consumi del 1996). Fatto pari a 100 il consumo di energia primaria al 1996, viene indicata l evoluzione di tale consumo a livello provinciale fino al Si può osservare che il picco massimo è al 2001; negli anni successivi i consumi sono progressivamente diminuiti fino a raggiungere il minimo proprio nel

55 Civile Trasporti Agricoltura Industria Produzione Elettrica Totale Combustibili solidi Prodotti petroliferi Gas Fonti rinnovabili Tot consumo energetico primario Bilancio energetico provincia di livorno (trend ) tep FONTE: elaborazione EALP su dati ASA, ITALGAS, SNAM Rete Gas, ENEL Produzione, ROS.EN. Enipower, Elettra, Edison, REA, AAMPS, TAP, Ministero Sviluppo Economico Bilancio energietico provincia Livorno 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Fonti rinnovabili Gas Prodotti petroliferi Combustibili solidi

56 Incidenza % delle fonti energetiche sul consumo lordo Combustibili solidi 9,5 8,8 13 Prodotti petroliferi 69,7 53,8 43,7 Gas 20,8 37,3 43,2 Fonti rinnovabili - 0,1 0, Combustibili solidi Prodotti petroliferi Gas Fonti rinnovabili Incidenza % dei settori d uso sul consumo energetico Fonte: Piano energetico Civile 3,9 2,8 3,7 Trasporti 7,1 8,5 11,0 Agricoltura 1 0,8 0,8 Industria 25,8 24,2 21,2 Produzione Elettrica 62,2 63,7 63, Civile Trasporti Agricoltura Industria Produzione Elettrica Per quanto riguarda l utilizzo delle fonti energetiche quasi il 100% dei consumi è assicurato dai combustibili fossili; per contro le fonti rinnovabili hanno un peso assolutamente trascurabile, soltanto lo 0,1%. Il calo dell utilizzo delle rinnovabili tra il 2003 (4.380 tep) ed il 2006 (3.043 tep) è dovuto alla riduzione dell impiego del biogas nella produzione elettrica. All interno dei combustibili fossili tende a ridursi l incidenza dei prodotti petroliferi, sostituiti dal gas naturale, passati dal 69,7% del 1996 al 43,7% del I consumi di gas naturale sono aumentati dal 20,8% al 43,2% con un incremento di oltre il 100%. Il settore di utilizzo che incide maggiormente sui consumi energetici è quello della produzione di energia elettrica, per il 63%. Nella figura l'andamento dei consumi di metano e prodotti petroliferi nella generazione elettrica. Al 2006 i primi incidono per il 58 % (22% al 1996), i secondi per il 42% (78% al 1996) Prodotti petroliferi Gas Totale

57 Il peso del settore civile, tra il 1996 ed il 2006, rimane praticamente invariato, poco meno del 4%, (calo di circa tep). Il settore industria riduce la propria incidenza nel periodo considerato, dal 26 al 21% (diminuzione dei consumi per circa tep). Il peso dei trasporti sale dal 7 all 11%, con un incremento dei consumi di tep. Il settore agricolo ha registrato un lieve diminuzione, circa tep Considerando i consumi di combustibili e carburanti (relativi al settore civile, trasporti ed industria) si ha un andamento crescente fino al 2001 ed un calo dal Al 2006 i prodotti petroliferi incidono per il 71 %, incluso un 63 % di carburanti per uso trasporto, ed il metano per il 29 % Prod. petroliferi Gas Totale Prodotti petroliferi Gas Totale I consumi di combustibili nel settore civile tra il 1996 ed il 2006 si sono ridotti del 14%, passando da a tep. Nel settore industria la diminuzione è stata del 52%, da a tep. I consumi di carburanti nel settore trasporti sono aumentati nel periodo considerato del 40%, da a tep. Ma dal 2000 in poi l aumento è stato molto contenuto, soltanto del 3% negli ultimi 6 anni. I consumi di metano sono quadruplicati (fino a quasi tep), ma incidono complessivamente sui consumi dei trasporti ancora in modo molto limitato: 0,5% al I consumi energetici pro capite sono riassunti nella seguente tabella. 57

58 Consumi energetici (ktep) Consumi energetici pro capite (tep) Provincia Livorno Provincia Livorno ,9 Provincia Livorno ,3 Regione Toscana * ,6 Fonte: Elaborazioni dati EALP * Il dato sui consumi energetici è riferito al 2004 (Dati ENEA) La popolazione residente al è di (Dati ISTAT) Nel 1996 il consumo energetico pro capite per la provincia di Livorno era di 11,3 tep. Nel 2001 era salito a 13 tep, circa 4 volte il valore medio regionale pari a 2,9 tep. Nel 2004, per quanto detto sopra, è sceso di nuovo a 10,9 tep ed infine nel 2006 è sceso ulteriormente fino a una valore di poco superiore a 10 tep. I consumi finali riassunti nella seguente tabella sono espressi in tep, e comprendono l energia impiegata negli usi finali: combustibili solidi, liquidi, gassosi, energia elettrica e fonti rinnovabili, cioè le fonti di energia considerate al netto dell energia primaria utilizzata per produrre energia elettrica nelle centrali e negli impianti fotovoltaici. Essi sono stati calcolati con riferimento al coefficiente di conversione di 1 kwh = 860 kcal, cioè considerando l energia fornita da 1 kwh elettrico. 58

59 Civile Trasporti Agricoltura Industria Totale Comb. Solidi Prod. Petroliferi Gas En. Elettrica Fonti rinnovabili TOTALE Fonte: Sintesis su elaborazioni dati EALP 59

60 Tra il 2006 ed il 2001 i consumi complessivi di energia sono diminuiti di tep circa il 24%, a causa della riduzione dei consumi di combustibili fossili nelle centrali termoelettriche. Dall analisi delle tabelle sopra riportate si rileva che i consumi finali di energia sono diminuiti del 13%.l settore industria incide sui consumi finali per circa 2/3 anche se il peso si è ridotto del 7% tra il 2001 ed il La diminuzione media annua è stata del 3% ed è stata prodotta da un forte calo dei consumi finali dei prodotti petroliferi (63% nel periodo) e da una riduzione anch essa considerevole del gas naturale (45%); per contro incrementano sia i consumi di energia elettrica (4% medio annuo) che i consumi dei combustibili solidi (3,6%). I consumi finali del settore civile aumentano del 13% nel periodo a causa dell incremento dei consumi di energia elettrica, circa il 5,4% annuo; aumenta anche il consumo di metano, al tasso annuo dell 1,5%, accompagnato da un calo dei consumi di prodotti petroliferi di circa l 1,3% annuo. Il peso del civile sui consumi totali passa dal 13 al 16,7% a seguito del minor peso dell industria e dell aumento dei consumi di energia elettrica. I consumi del settore trasporti aumentano se pur lievemente, del 2,4%, nel periodo I consumi di metano per autotrazione sono quasi raddoppiati anche se rappresentano al 2006 soltanto lo 0,5% dei consumi. Al 2006 il settore incide per il 18%. Infine nel settore agricoltura si è avuto un calo dei consumi di prodotti petroliferi del 2,3% annuo ed un incremento dei consumi di energia elettrica del 9,2% annuo. Civile Trasporti Agricoltura Industria ,3 20,2 1,8 67,6 11,7 20,6 2,0 65,7 13,4 23,8 1,9 60,8 Incidenza % dei settori sui Consumi Finali Fonte: Elaborazioni dati EALP Combustibili solidi Prodotti petroliferi Gas Energia elettrica Fonti rinnovabili ,9 46,9 19,1 14,0 0, ,4 40,2 13,4 16,8 0, ,3 37,6 14,9 20,0 0,2 Incidenza delle fonti energetiche sui Consumi Finali Fonte: Elaborazioni dati EALP I consumi di energia elettrica aumentano nel periodo considerato portando l incidenza sui consumi finali dal 14 al 20%. Per contro, escluso i combustibili solidi (carbone utilizzato nella siderurgia ex Lucchini), si riducono in termini assoluti e relativi i consumi di combustibili sia di prodotti petroliferi che di metano. Le fonti energetiche rinnovabili incidono per lo 0,2%.

61 Consumi energetici (ktep) Consumi energetici pro capite (tep) Provincia Livorno ,60 Provincia Livorno ,51 Provincia Livorno ,71 Regione Toscana ,46 Consumi energetici finali pro capite Fonte: Elaborazioni dati EALP

62 I.4.2 Consumi e produzione di energia elettrica Nella tabella si riportano i consumi di energia elettrica (espressi in GWh) nella provincia di Livorno per gli anni dal 1998 al 2006, disaggregati per settore d uso. Per ognuno di questi è stato determinato il tasso medio di incremento annuo Var % AGRICOLTURA 12,1 12,4 10,1 10,7 13,0 13,6 15,7 3,3 INDUSTRIA 1.813, , , , , , ,1 5,1 Siderurgica 570,3 789, , , ,8 10,0 Metalli non Ferrosi 0,4 0,2 0,4 0,6 2, ,4 30,7 Chimica 769,3 777,8 900,5 900,8 947,5 931,5 944,9 2,6 Materiali da costruzione 50, ,3 70,6 62,5 61,1 66,1 3,5 Cartaria 2,1 2,2 2,1 3,7 5,8 6,0 5,9 13,8 Alimentare 22,8 23,4 33,6 30,9 29,2 30,9 30,2 3,6 Tessile, abbigl. calzature 1,4 1,4 1,1 1 1,1 1,0 0,7-8,3 Meccanica 20,6 20,6 38,1 30,5 36,6 37,1 39 8,3 Mezzi di Trasporto 53,3 54,9 30,5 45,1 40,9 41,2 41,2-3,2 Plastica e Gomma 7,5 8,1 10,4 14,1 16,2 16,7 17,5 11,2 Legno e Mobilio 2 2,1 2,1 2,4 2,6 2,5 2,4 2,3 Altre Manifatturiere 0,6 0,7 1,3 0,6 0,7 0,7 1 6,6 Costruzioni 5,6 5,8 5,8 5,7 8,4 8,4 8,8 5,8 Estrazione Combustibili ,0 0,1 0,1 Raffinazione e Cokerie 258,8 250,9 134,2 142,8 279,3 315,4 272,3 0,6 Elettricità e Gas 10 10,2 4,6 4,3 1,8 3,5 2,2-17,2 Acquedotti 38,5 39,7 45,6 40,5 44,8 41,5 43,7 1,6 TERZIARIO 360,3 385,5 392,8 457,4 533,5 538,9 590,1 6,4 Trasporti 25,9 26, ,7 62,2 65,4 68,7 12,9 Comunicazioni 12 11,8 12, ,5 13,9 14,8 2,7 Commercio 100,5 107, ,3 146,3 148,1 160,2 6,0 Alberghi Ristoranti Bar 81 84,5 85,7 93,6 103,8 104,2 113,9 4,3 Credito ed assicurazioni 8,8 9,1 8,8 9,9 10,1 9,5 10,1 1,7 Altri Servizi Vendibili 48,2 52,3 53,1 64,2 78,4 78,5 93 8,6 Pubblica amministrazione 16,8 17,1 16,8 17,7 19,9 19,6 22,4 3,7 Illuminazione pubblica 26,7 26,6 26,6 31,2 33,0 33,0 33,9 3,0 Altri Servizi non Vendibili 40,4 50,1 51,1 58,7 66,3 66,7 73 7,7 DOMESTICO 373,5 375,9 376,3 386,7 408,9 407,5 414,1 1,3 TOTALE 2.559, , , , , , ,0 4,8 Fonte: TERNA

63 Tra il 1998 ed il 2006 in Provincia di Livorno aumenta la richiesta annua di energia elettrica poco meno del 5%, molto più di quanto registrato a livello regionale, dove l incremento medio annuo è stato pari al 3%. E l industria a determinare tale crescita, considerato che è il settore che ha il peso maggiore sui consumi con il 73%, ed in particolare la crescita media annua maggiore è stata registrata nel settore siderurgico (10%) che incide sui consumi complessivi per il 33%. Gli altri due grandi comparti dell industria, la chimica e la raffineria, incidono rispettivamente per il 25% e per il 7% ed hanno un consumo elettrico costante negli anni presentando tassi medi di crescita medi annui del 2,6% e dello 0,6%. Anche il settore terziario (che incide per circa il 16%) ha fatto registrare consumi in crescita costante a partire dal 1998 con un valore medio annuo superiore al 6%. Tale andamento vale sia per il settore privato (trasporti, comunicazione, commercio, turismo, commercio, altri servizi) che per quello pubblico (pubblica amministrazione, illuminazione pubblica, altri servizi). La Pubblica Amministrazione ha registrato un incremento, nel periodo , del 3,7% annuo. Il settore domestico (che pesa per l 11% sui consumi elettrici provinciali) evidenzia aumenti contenuti dei consumi di energia elettrica, ma costanti; il tasso di incremento medio annuo è stato dell 1,3%. In agricoltura (che ha un peso limitato, pari a 0,4%) si è registrato un incremento dei consumi negli ultimi tre anni con una crescita media annua del 3%. Al netto dei consumi dell industria siderurgica l incremento medio annuo nel periodo considerato sarebbe stato del 2,9 %. Consumi Finali Energia Elettrica 2006 (milioni kwh) Agricoltura 15,7 Industria 2.704,1 Terziario 590,1 Domestico 414,1 Totale 3.724, ,1% 0,4% Agricoltura 14,6% 0,5% 15,8% Industria Terziario 14,1% 72,6% Domestico 70,9%

64 Una maggiore articolazione dei dati (per Comuni e per SEL) ci fornisce ulteriori approfondimenti sulla dinamica dei consumi Agricoltura Domestico Industria Terziario Totale SEL Collesalvetti 0,5 0,4 17,2 15, , ,7 81,6 176,5 Livorno 0,8 0,6 179,3 167,8 152,4 140, ,5 507,8 Bibbona 1,4 0,9 5,6 5,4 1,4 0,7 10 8,2 18,5 15,2 SEL 15.1 Cecina 0,9 0,9 32,4 29,3 9,6 10,3 50,6 42,7 93,6 83,1 Castagneto C.ci 3,7 2,2 12,7 12,3 4,7 2,9 16,1 13,7 37,1 31,1 Rosignano M.mo 1,7 1,1 40,8 37,7 610, ,6 35,2 698,4 720,9 Campiglia M.ma 2,3 1,5 14, ,9 41, ,5 75,7 68,1 SEL 16 Piombino 1,9 1, , , ,00 51,6 44, , ,80 San Vincenzo 0,3 0,2 10,6 10 4,8 4,5 16,3 12,7 32,1 27,3 Sassetta 0,2 0,2 0,8 0,7 0,2 0,1 0,5 0,4 1,7 1,3 Suvereto 1 0,5 3,8 3,9 4,1 4 2,5 2,1 11,4 10,4 Campo nell'elba 0,2 0,1 9,3 8,2 1,4 1,3 12,2 10,3 23,2 19,9 Capoliveri 0,1 0,1 7 5,9 0,7 1,2 12, ,3 17,2 Isola di Capraia 0 0 0,9 0,7 0,6 0,1 1,2 0,7 2,6 1,5 SEL 17 Porto Azzurro 0,1 0,1 5,5 5 2,2 1,7 9,5 8,2 17,4 15 Marciana Marina 0,1 0 3,7 3,8 0,1 0,3 4,2 3,6 8,3 7,7 Marciana 0 0 5,2 4,9 0,4 0,5 6,9 6,3 12,5 11,7 Portoferraio 0,3 0,2 18, ,2 30,1 25,4 54,2 48,8 Rio Marina 0,1 0 4,2 3,8 4,5 3,3 5 3,6 13,7 10,7 Rio nell'elba 0 0 2,6 2,2 0,7 0,4 2,4 1,6 5,7 4,1 Totale 15,7 10, , , ,50 590,1 457, , ,30 Consumi di energia elettrica per settore e comune (valori in GWh) trend Si può notare che il settore industria ha consumi elevati nel Comune di Piombino, dovuti essenzialmente alla presenza di poli siderurgici. Il secondo comune per consumi di energia elettrica è il comune di Rosignano M.mo anch esso per la presenza del polo industriale della Solvay. Nel settore domestico e nel settore terziario, invece, i consumi più elevati si registrano nel Comune di Livorno, il quale ha una popolazione che raggiunge circa il 50% del totale della popolazione di tutta la provincia e che presenta un tessuto di piccole imprese. Nel settore agricolo si registrano i più alti consumi elettrici in Basa Val di Cecina (Rosignano M.mo, Cecina, Bibbona e Castagneto C.). Consumi elettrici (GWh) Popolazione Consumi elettrici pro capite (kwh) Provincia Livorno Provincia Livorno Regione Toscana Consumi elettrici pro capite Fonte: elaborazione dati EALP su dati TERNA ed ISTAT

65 I dati che seguono fanno riferimento alle centrali di produzione elettrica che insistono nella provincia di Livorno. Per ogni centrale viene indicata la tipologia d impianto, la potenza installata, la produzione, il combustibile utilizzato ed il relativo consumo annuo, l efficienza media e le emissioni inquinanti. In base ai dati di produzione è possibile affermare che la produzione di energia elettrica è pressoché realizzata con fonti convenzionali: olio combustibile, gas metano e gas residuo di lavorazione (gas d'altoforno, gas di cokeria, gas di raffineria, gas siderurgico). La Centrale Termoelettrica ENEL di Livorno è di tipo tradizionale con 2 gruppi da 155 MW ciascuno per una potenza totale installata di 310 MW Produzione netta (GWh) 1.708, , , ,7 971,4 979,9 MTZ Consumo Olio Combustibile (TEP) BTZ STZ Gasolio (TEP) Efficienza media impianto TEP/MWh 0,2318 0,236 0,242 0,247 0,252 0,249 SO Emissioni (Ton/anno) NO x Polveri Emissioni medie (Ton/GWh) SO 2 6,71 6,47 4,03 4,43 4,26 4,22 NO x 1,52 1,78 1,38 1,57 1,56 1,55 Polveri 0,31 0,37 0,08 0,06 0,07 0,06 Fonte: ENEL Produzione La produzione di energia elettrica è calata, a partire dal 2003 fino al 2006 di oltre il 35%, in quanto soltanto uno dei due gruppi di produzione è ritenuto strategico e l altro viene utilizzato per coprire le punte di richiesta in rete. Questo ha comportato un calo dei consumi di Olio Combustibile. Il funzionamento parziale ha portato negli ultimi anni ad una riduzione del rendimento della centrale. Le emissioni in atmosfera sono progressivamente calate, soprattutto quelle di polveri, in concomitanza con l installazione di precipitatori elettrostatici che hanno permesso alla centrale di rientrare nei nuovi limiti ambientali imposti a tutti gli impianti di produzione di energia elettrica. Le emissioni di SO 2 per GWh prodotto, 4,22 ton/gwh al 2006, sono state ridotte del 37% rispetto al Quelle di NO x rimangono invariate (1,55 ton/gwh al 2006), quelle di polveri, 0,06 ton/gwh al 2006, sono state ridotte dell 80% rispetto al 2000.

66 L accordo tra ENEL ed Enti Locali del 2004 prevede il ripotenziamento della centrale a 664 MW, il passaggio a metano e l introduzione di un ciclo combinato con rendimento del 52%. La piccola Centrale ENEL di Capraia è un impianto di tipo tradizionale da 1,7 MW Produzione (GWh) 1,75 1,81 1,93 2,05 2,52 2,47 Combustibile usato (TEP) Gasolio Efficienza media impianto TEP/MWh 0,3028 0,3022 0,30 0,2975 0,2975 0,3 SO 2 1,86 2,28 1,55 Emissioni (Ton/anno) NOx 28,35 34,79 22,85 Polveri 1,05 1,29 1,27 Fonte: ENEL Produzione La centrale è una turbogas ENIPOWER - Stagno (Collesalvetti), con 3 caldaie, ha una potenza totale di 174 MW (695 MW termici) Produzione (GWh) 1.315, , , , , ,6 Olio Comb. BTZ Combustibile usato (TEP) Gas Raffineria Metano GPL Totale Efficienza media impianto TEP/MWh 0,3379 0,261 0,292 0,2863 0,2871 0,2950 Emissioni (Ton/anno) Emissioni medie (Ton/GWh) SO NO x Polveri SO 2 2,18 1,52 1,26 0,79 0,70 0,68 NO x 1,07 1,02 0,87 0,74 0,76 0,82 Polveri 0,15 0,13 0,11 0,07 0,05 0,05 Fonte: ENIPOWER Le emissioni di SO 2 per GWh prodotto sono state ridotte del 69% rispetto al 2000, quelle di NO x del 23%, quelle di polveri del 69%. La riduzione delle emissioni inquinanti può essere giustificata con la grande riduzione di utilizzo del gas di raffineria come combustibile.

67 E in corso di valutazione il possibile potenziamento con risanamento della centrale mediante un ciclo combinato a cogenerazione da 390 MW e l utilizzo del metano. La centrale Centrale Turbogas ROS.EN. - Rosignano Solvay è di tipo cogenerativo con una potenza elettrica di 356 MW ed una potenza di 897 MW termici Produzione (GWh) 2.455, , , , , ,2 Combustibile usato (TEP) Metano Efficienza media impianto TEP/MWh 0,2044 0,2081 0,2056 0,2061 0,2105 0,2277 Emissioni (Ton/anno) Emissioni (Ton/GWh) SO NO x 485,4 454,1 461,5 461,1 473,0 521,9 Polveri NO x 0,20 0,17 0,18 0,17 0,18 0,23 Fonte: ROS.EN. Nel corso del 2006 è stato avviato il funzionamento in regime di prova e collaudo della centrale Rosenelectra (cosiddetta turbogas 2) a ciclo combinata della potenza pari a 385 MW. L effettivo funzionamento a pieno regime si è avuto a partire da maggio La produzione di energia elettrica sarà di circa GWh / anno, con un consumo annuo di metano di 590 milioni di mc pari a tep La Centrale Termoelettrica ENEL Produzione - Torre del Sale (Piombino) è un impianto tradizionale con 4 Gruppi da 320 MW ciascuno per complessivi MW. La produzione di energia elettrica è progressivamente calata a partire dal 2002; nel 2006 la produzione risulta essere inferiore di quasi il 57% rispetto alla produzione registrata nell anno 2000 in quanto la centrale viene utilizzata come impianto di riserva poiché dei 4 gruppi di cui è composta sono in piena produzione, per molti mesi dell anno, soltanto due. Il numero totale di ore di funzionamento della centrale nel 2006 è stato pari a ore complessivamente per i 4 gruppi, mentre nel 2002 esso era pari a ore. Le emissioni di SO 2 sono diminuite in valore assoluto ma sono aumentate per GWh prodotto del 12% rispetto al 2000, nonostante l utilizzo di olio combustibile STZ al posto di MTZ e BTZ; le emissioni medie di NO x sono cresciute del 30% rispetto al 2002, quelle di polveri sono state ridotte del 69%.

68 Produzione (GWh) , , , , ,00 MTZ Consumo olio comb. (TEP) BTZ STZ Gasolio (TEP) Efficienza media impianto TEP/MWh 0,227 0,230 0,228 0,233 0,241 0,216 Emissioni (Ton/anno) SO NO x Polveri Emissioni medie (Ton/GWh) SO 2 1,31 1,05 0,98 0,90 1,00 1,46 NO x 0,45 0,49 0,55 0,59 Polveri 0,13 0,10 0,06 0,04 0,03 0,06 Fonte: ENEL Produzione A Portoferraio è presente una centrale turbogas da 17,1 MW di proprietà dell ENEL Produzione (GWh) 0,51 1,75 2,12 2,49 2,78 1,74 Combustibile usato (TEP) Gasolio Efficienza media impianto TEP/MWh 0,510 0,430 0,420 0,416 0,412 0,440 SO 2 6,48 7,15 1,57 Emissioni (Ton/anno) NOx 8,97 9,90 5,98 Polveri 1,83 2,02 0,51 Fonte: ENEL Produzione La Centrale ha esclusivamente funzioni di riserva ed entra in esercizio solamente in caso di guasti o lavori sui cavi sottomarini, di guasti o lavori sul talune linee elettriche interne all Isola o per prove di funzionamento effettuate allo scopo di verificare la costante efficienza della Centrale stessa. Negli ultimi dieci anni ha sempre lavorato per meno di 200 ore/anno (mediamente 120). Il rendimento medio d impianto è basso (al di sotto di quanto indicato dalle Linee Guida per l applicazione delle miglio tecniche disponibili) ed è riconducibile alla particolare configurazione dell impianto ed alla vetustà dello stesso.

69 ENEL nel piano di ridefinizione della fornitura di energia elettrica all isola ha previsto una possibile chiusura definitiva. Fino al 2000 erano in funzione le centrali della CET Edison Spa a Piombino, denominate CET 1 e 2, turbine a vapore con caldaia a ciclo tradizionale, per un totale di 108 MW di potenza installata. Dal 2001 è entrata in funzione la terza centrale, turbogas a ciclo combinato di tipo cogenerativo, denominata CET_3 da 180 MW, per un totale installato di 274 MW. Questa centrale è stato realizzato con il contributo pubblico CIP 6/92 in qualità di impianto assimilato all utilizzo di fonti rinnovabili. Nel 2002 le centrali CET 1 e 2 hanno cessato l attività produttiva, almeno nella configurazione iniziale. Infatti, a partire dal 2004 la CET_2 è entrata nuovamente in funzione con una potenza di 60 MW. Pertanto, attualmente la potenza complessiva delle due centrali, CET_2 e CET_3 è di 240 MW Tipologia impianto CET 1 e 2 CET 3 CET_3 CET 2 e 3 CET 2 e 3 CET 2 e 3 Potenza (MW) Produzione Netta (GWh) 589, , , , , ,2 Combustibile usato (TEP) Efficienza media impianto Emissioni (Ton/anno) Emissioni medie (Ton/GWh) Gas AFO Gas Cokeria Metano Olio comb Totale TEP/MWh 0,339 0,196 0,195 0,223 0,247 0,224 SO NO x Polveri SO 2 1,84 0,23 0,22 0,99 1,13 1,00 NO x 1,57 0,26 0,30 1,08 1,22 1,11 Polveri 0,16 0,02 0,02 0,21 0,30 0,25 Fonte EDISON SpA Le emissioni in atmosfera con la chiusura nel 2001 delle centrali CET 1 e 2, che impiegavano all 85% gas AFO, hanno avuto una drastica riduzione. A partire dal 2004, a seguito del ritorno in funzione della CET 2, con un raddoppio dell utilizzo di gas d altoforno e l utilizzo di olio combustibile per circa tep/anno, le emissioni sono tornate ad aumentare considerevolmente sia in valori assoluti che per GWh prodotto.

70 La centrale a ciclo combinato della ELETTRA Holdings, che si trova anch essa all interno dello stabilimento siderurgico ex Lucchini a Piombino, denominata anche CET_PIO, è entrata in funzione nel 2003 ed è costituita da 2 Turbine a gas alimentate a gas naturale, i cui fumi esausti sono convogliati in 2 Caldaie a Recupero, con post-combustione di gas siderurgici e con supporto di gas naturale, che producono vapore per azionare 1 Turbina a Vapore a Condensazione.La potenza elettrica è di 58 MW, quella termica è di 160 MW. Il gruppo CET_PIO rientra nel quadro tariffario previsto dal CIP 6/92 in qualità di centrale assimilata all utilizzo di fonti rinnovabili. Parametro Produzione Netta (GWh) 212,5 298,4 266,9 280,1 Combustibile usato (TEP) Gas Siderurgico Gas Naturale Totale Efficienza media impianto TEP/MWh 0,247 0,231 0,240 0,236 Emissioni (Ton/anno) SO 2 1,41 1,40 0,81 0,94 NO x 34,83 40,80 25,1 43,6 Polveri 0,27 0,35 0,13 N.R. Fonte: ELETTRA Le caratteristiche dell impianto di termovalorizzazione A.AM.P.S. S.p.A., a Livorno sono le seguenti. Parametro Potenza installata (MW) 3,20 3,20 3,20 3,20 6,67 6,67 6,67 6,67 Produzione netta energia elettrica (GWh) 10,23 5,52 11,59 3,85 6,29 18,61 14,08 21,87 Produzione lorda energia termica (GWht) 95,39 56,46 99,66 27,48 63,51 137,18 142,09 105,31 Produzione netta energia termica (GWht) 60,51 32,74 67,76 22,02 42,83 92,26 75,54 98, , Combustibile utilizzato (TEP) (RSU) (RSU) (RSU) 4.386,16 (RSU) Fraz. Secca e Fraz. Secca e Fraz. Secca e Fraz. Secca e CDR CDR CDR CDR Ore di funzionamento Emissioni SO 2 (Ton/anno) 9,75 8,65 3,04 2,95 2,95 1,00 0,29 0,86 Emissioni SO 2 (mg/nm 3 ) 26,3 28,5 6,3 18,9 18,9 2,9 1,7 2,2

71 Emissioni NO x (Ton/anno) 66,79 54,76 41,79 22,8 22,8 54,5 36,4 50,6 Emissioni NO x (mg/nm 3 ) 179,9 180,2 86,1 146,1 146,1 157,7 136,8 123,2 Emissioni Polveri (Ton/anno) 3,12 2,40 0,66 1,10 1,10 1,00 0,25 0,46 Emissioni Polveri (mg/nm 3 ) 8,4 7,9 1,4 7,1 7,1 2,9 0,7 1,2 Emissioni medie (Ton/GWh) SO 2 0,95 1,57 0,26 0,77 0,47 0,05 0,02 0,04 NO x 6,53 9,92 3,61 5,92 3,62 2,93 2,59 2,31 Polveri 0,30 0,43 0,06 0,29 0,17 0,05 0,02 0,02 Fonte: AAMPS L A.AM.P.S. ha ottenuto ad ottobre 2007 l Autorizzazione Integrata Ambientale provinciale per la realizzazione di una terza linea dell impianto di Termovalorizzazione, alimentata a CDR. Le caratteristiche tecniche dell impianto sono le seguenti: Potenza elettrica nominale (kw) Produzione elettrica annua stimata (MWh) Combustibile utilizzato CDR Consumo Orario (kg/h) Consumo Annuo (kg) Ora annue di funzionamento stimate Temperatura camera di combustione ( C) Fluido vettore min max Acqua/Vapore Acqueo Rendimento elettrico al lordo degli autoconsumi 27% Rendimento elettrico netto 23% Consumo annuo Energia Termica (MWt/h) 266,7 Consumo annuo Energia Elettrica (MW/h) Consumi dell impianto I combustibili utilizzati nella produzione di energia elettrica nelle centrali presenti nella provincia di Livorno in totale sono pari a tep all anno Nel 2000 i consumi di combustibili erano di tep. L incidenza dell olio combustibile, il cui consumo si è dimezzato in termini assoluti, è scesa dal 60 al 40 %. Per contro aumenta il peso del metano salendo dal 27 al 46 %. Si riduce considerevolmente, dell 88%, l utilizzo di gas di raffineria. Rimane invariato il consumo di gas d altoforno ed aumenta il gas residuo di cokeria e siderurgia.

72 Rifiuti Olio Comb.le Gas di raffineria Metano Gas AFO Gas Cokeria Gas Siderurgico Gasolio GPL ENEL Livorno ENEL Capraia ENIPOWER ROS.EN ENEL Piombino ENEL Portoferraio ELETTRA Piombino EDISON Piombino AAMPS - Livorno TOTALE % 0,3 0,7 60,7 40,6 5,4 0,9 27,2 46,1 5,7 7,5 0,6 1,8-1,2 0 0,2-1,1 Mix di combustibili usati nella produzione termoelettrica Fonte: Elaborazione dati EALP

73 Potenza (MW) Produzione (GWh) Efficienza media Tep/MWh Emissioni medie (ton/gwh) SO 2 NO x Polveri ENEL Livorno ,00 979,9 0,2318 0,249 6,71 4,22 1,52 1,55 0,31 0,06 ENEL Capraia 1,7 1,7 1,7 2,5 0,3028 0,3-0,64-9,12-0,52 ENIPOWER , ,60 0,3379 0,295 2,18 0,68 1,07 0,82 0,15 0,05 ROS.EN , ,20 0,2044 0, ,2 0, ENEL Piombino ,227 0,216 1,31 1,46 0,29 0,59 0,13 0,06 ENEL Portoferraio ELETTRA Piombino 17,1 17,1 0,51 1,7 0,51 0,439-0,94-3,53-0, ,1 0, ,16 0 EDISON - Piombino , ,20 0,339 0,224 1,84 1 1,57 1,11 0,16 0,25 AAMPS - Livorno 3,2 6,7 5,52 21,8 1,575 0,712 1,56 0,04 9,93 2,32 0,43 0,02 TOTALE , , ,00 0,242 0,243 1,95 1,14 0,61 0,73 0,13 0,08 Fonte: elaborazione dati EALP

74 Nel periodo considerato, , la produzione di energia elettrica si è ridotta del 22%; l efficienza media delle centrali termoelettriche è rimasta invariata. Le emissioni di SO 2 si sono più che dimezzate a seguito della riduzione della produzione di energia elettrica nelle centrali, della riduzione dell utilizzo dell olio combustibile e dell adozione di tecnologie di abbattimento dell anidride solforosa; il valore medio, tonnellate per GWh prodotto, che considera tutte le centrali, si è ridotto del 40% tra il 2000 ed il Le centrali ENEL di Livorno e di Piombino hanno valori superiori alla media provinciale. Ma mentre la prima ha ridotto di 1/3 le emissioni, la seconda le ha visto incrementare. Le emissioni di NO x si sono ridotte in termini assoluti ma sono aumentate come valore medio di circa il 20%. La centrale Edison di Piombino, che vede raddoppiare tali emissioni, incide su questi valori, ma anche le altre centrali incrementano il valore medio. Rimangono sopra la media provinciale le centrali ENEL di Livorno e Piombino, Enipower e Edison. Le emissioni di polveri si sono dimezzate per le stesse cause evidenziate per l anidride solforosa; il valore medio, tonnellate per GWh prodotto, che considera tutte le centrali, si è ridotto del 40% tra il 2000 ed il La centrale Edison di Piombino ha valori nettamente superiori rispetto alla media provinciale, oltre alle centrali ENEL di Portoferraio e di Capraia. Le emissioni EDISON di polveri sono circa 6 volte superiori rispetto alla media delle altre centrali. La produzione di energia elettrica da impianti CIP 6/92, cioè da impianti la cui esecuzione è stata favorita da incentivazioni pubbliche, in Provincia di Livorno viene realizzata dalla centrale turbogas della ROS.EN, dai gruppi della REA, dagli impianti AAMPS, dal gruppo CET_3 della EDISON a Piombino e dall impianto CET_PIO della Elettra a Piombino. Produzione provinciale energia elettrica Anno 2006 (GWh) CIP 6/92 od altro 3.962,6 44,1 Senza finanziamento 5.035,4 55,9 Totale 8998,0 100 % FONTE: Elaborazione dati EALP Produzione Energia Elettrica in Provincia di Livorno altro 56% CIP 6/92 44% L attuale ripartizione della produzione di energia elettrica tra le centrali di ENEL Produzione e quella di altri operatori terzi è riportata nella tabella seguente. Produzione provinciale di energia elettrica Anno 2006 (GWh) ENEL 3.351,2 37,2 Terzi 5.646,8 62,8 Totale 8998,0 100 % Fonte: Elaborazione dati EALP Produzione Energia Elettrica in Provincia di Livorno ENEL 37% Terzi 63%

75 I.4.3 Produzione di energia da impianti alimentati con fonti rinnovabili L'incidenza delle fonti rinnovabili sulla produzione di energia così come sui consumi nella provincia di Livorno è assolutamente trascurabile. I pannelli solari sia per riscaldamento di acqua calda che per produzione di energia elettrica hanno un incidenza limitata sulla produzione da fonti rinnovabili. Le installazioni sono comunque in notevole aumento e negli ultimi anni la produzione di energia da rinnovabili è cresciuta. Di seguito vengono riportate le principali realizzazioni presenti nella provincia di Livorno per quanto riguarda l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili: solare termico, solare fotovoltaico e biogas; sono assenti impianti eolici. Per quantificare le installazioni di pannelli solari per la relativa produzione di acqua calda ca a livello provinciale si fa riferimento a quanto realizzato nell ambito dell accordo promosso dalla Regione Toscana, dal 2001, per favorire la diffusione di impianti solari con concessione di contributi a fondo perduto (gestiti, con le attività di informazione e formazione, da EALP). Comune Numero installazioni Mq installati kwh prodotti Investimenti Attivati ( ) Livorno , Collesalvetti 2 50, Rosignano M.mo , Cecina , Bibbona 9 101, Castagneto Carducci , Campiglia M.ma , Piombino , San Vincenzo , Sassetta 3 22, Suvereto 7 61, Isola di Capraia Portoferraio 5 25, Porto Azzurro 4 30, Rio Marina 5 61, Rio nell Elba 2 8, Capoliveri , Campo nell Elba , Marciana 7 101, Marciana Marina 6 29, Totale , Installazioni di impianti solari termici effettuate fino al 2006 Fonte : EALP

76 Numero installazioni Mq installati kwh prodotti Investimenti attivati Totale Provincia Livorno , Installazioni di impianti solari termici effettuate nell anno 2007 Fonte : EALP Per quantificare le installazioni di pannelli fotovoltaici e la relativa produzione di energia a livello provinciale si fa riferimento a quanto realizzato nell ambito del Programma Ministeriale tetti fotovoltaici che ha concesso incentivi a fondo perduto negli anni Comune N installazioni kw installati kwh prodotti Investimenti Attivati CO2 evitata (Kg/anno) Livorno 7 13, Collesalvetti 2 4, Rosignano M.mo 4 19, Cecina Castagneto C Campiglia M.ma 3 6, Piombino 2 2, San Vincenzo Campo nell Elba 2 3, Totale 23 56, Installazioni di impianti fotovoltaici nell ambito del programma 1000 tetti fotovoltaici Fonte: elaborazione dati EALP Con i contributi previsti dal Conto Energia dai Decreti Ministeriali del 28/7/2005 e del 6/2/2006 in Provincia di Livorno sono stati ammessi a godere della tariffa incentivante complessivamente 70 impianti fotovoltaici negli anni 2005 e 2006 per una potenza complessiva pari a kw. Gli impianti entrati in esercizio al momento, ai sensi dei suddetti Decreti, come da dati del GSE, sono 23, per una potenza installata di 579 kw. Il Decreto Ministeriale del 19/2/2007 ha ridefinito il sistema della concessione della tariffa incentivante in favore dell energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici. Gli impianti entrati in esercizio con le nuove procedure sono stati 20 per un potenza installata di 102 kw. Complessivamente gli impianti entrati in esercizio nel corso del 2007 grazie all applicazione del vecchio e del nuovo decreto sul conto energia, con aggiornamento a dicembre 2007, sono evidenziati nella tabella riportata di seguito.

77 Comune N installazioni kw installati kwh prodotti CO2 evitata (Kg/anno) Livorno 12 92, Collesalvetti 7 35, Rosignano M. 8 70, Cecina Bibbona 1 5, Castagneto C Piombino 5 426, Capoliveri 1 1, Totale , Installazioni di impianti fotovoltaici realizzato con il conto energia nel 2007 Fonte: elaborazione EALP su dati GSE La produzione di energia elettrica da biogas è connessa agli impianti di recupero e utilizzo del combustibile estratto dalle discariche di Livorno, Rosignano e Piombino. Nella discarica di Scapigliato a Rosignano (REA SpA), gli impianti installati sono motori a combustione interna per la produzione di energia elettrica utilizzando come fonte energetica il biogas prodotta dalla discarica di rifiuti solidi di Scapigliato (Rosignano). Da tali impianti viene recuperata, in minima parte, anche energia termica. Nel corso degli anni diversi sono i motori a biogas installati: al 2006 sono 4 per una potenza complessiva di 2,65 MW Potenza (MW) 1,45 1,45 2,11 3,16 3,16 3,16 3,16 2,65 Produzione Netta (GWh) 8,73 9,38 9,34 11,25 13,72 12,38 12,65 9,60 Ore totali Funzionamento Biogas Combustibile usato (TEP) Metano Totale SO 2 0,80 1,21 0,35 0,60 0,98 Emissioni (t/anno) NO x 5,29 11,34 11,50 11,86 14,41 MPT 0,01 0,02 0,23 0,17 0,01 Energia prodotta col biogas della discarica di Scapigliato a Rosignano (REA SpA) Fonte: REA S.p.A.

78 I motori alimentati a biogas installati presso la discarica di Scapigliato usufruiscono, attualmente, degli incentivi previsti ai sensi del Provvedimento CIP 6/92. Prossimamente saranno avviate le procedure per la qualificazione IAFR (impianti a fonte rinnovabile) di un nuovo cogeneratore da circa 1 MWe. Il motore denominato Rosignano 4 (alimentato a biogas) ha usufruito di un contributo in base al regolamento UE ob.2 anni misura 4.3 a. Per il motore denominato Rosignano 5 (alimentato a biogas) è stato richiesto un contributo DOCUP ob.2 e PHASING OUT misure 3.4 e 3.6. L impianto dell A.AM.P.S. S.p.A. della discarica Vallin dell Aquila, Livorno è costituito da un motore endotermico alimentato a Biogas Potenza installata (MW) 0,30 0,30 0,36 0,36 0,36 Produzione annua di energia elettrica netta (GWh) 1,428 2,166 2,403 1,747 1,327 Produzione annua di energia termica lorda (MWt) , , Biogas (TEP) Ore di funzionamento Emissioni SO 2 (tonnellate/anno) ,05 - Emissioni SO 2 (mg/nm 3 ) ,0 - Emissioni NO x (tonnellate/anno) 2,1 2,4 3,3 1,9 1,3 Emissioni NO x (mg/nm 3 ) 251,0 224,6 260,7 349,5 303,3 Emissioni Polveri (tonnellate/anno) 0,01 0,08 0,06 0,03 0,02 Emissioni Polveri (mg/nm 3 ) 0,3 7,7 4,6 5,4 3,6 Energia prodotta col biogas della discarica gestita dall AAMPS a Livorno Fonte: A.AM.P.S. S.p.A. Nell Impianto T.A.P. S.r.l. - discarica Ischia di Crociano, Piombino sono installati due gruppi elettrogeni con le seguenti caratteristiche: - il gruppo 1, entrato in esercizio a febbraio 2006 ha un motore Iveco con una potenza elettrica di 150 kw ed un rendimento del 28,6% - il gruppo 2, entrato in esercizio a marzo 2006 ha un motore Guascor con una potenza elettrica di 500 kw ed un rendimento del 33,4% La potenza complessiva installata è pertanto di 0,65 MW Produzione energia elettrica netta (GWh) 0,86 Biogas (TEP) 250 Energia prodotta col biogas della discarica dell ASIU a Piombino Fonte: REA S.p.A.

79 Complessivamente la produzione di energia da fonti rinnovabili al 2006 è di 13,83 GWh pari a tep annui. Al 2000 tale produzione, rappresentata solo dal biogas recuperato dalla discarica di Scapigliato, era di 9,38 GWh. L incremento tra il 2000 ed il 2006 è stato del 47%. Fonti di energia 2000 GWh 2000 % 2006 GWh 2006 % Solare termico - - 1,97 14,2 Solare fotovoltaico - - 0,07 0,5 Biogas 9, ,79 85,2 Totale 9,38 13,83 Produzione di energia da fonti rinnovabili nella provincia di Livorno. Fonti di energia 2000 GWh 2000 % 2006 GWh 2006 % Rinnovabili 9,4 0,1 11,9 0,1 Non rinnovabili ,8 99, ,0 99,9 Totale ,2 9009,9 Incidenza delle fonti rinnovabili sulla produzione di energia elettrica La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è nel 2006 di 11,86 GWh. In termini relativi risulta essere lo 0,1% della produzione complessiva di energia elettrica; inoltre essa corrisponde allo 0,3% dei consumi provinciali di energia elettrica GWh 2000 % 2006 GWh 2006 % Fonti rinnovabili 9,4 0,3 11,9 0,3 Consumi energia elettrica 2.906, ,0 - Incidenza delle fonti rinnovabili sul consumo di energia elettrica Provincia Livorno 2000 Provincia Livorno 2006 Regione Toscana 2006 Combustibili solidi 1 0,0 0,2 0,5 Prodotti petroliferi 63,6 41,0 30,6 Gas 2 36,2 58,7 36,5 Fonti rinnovabili 0,1 0,1 32,4 Incidenza % delle fonti energetiche sulla produzione di energia elettrica 1 inclusa energia elettrica prodotta dalla combustione dei rifiuti (CDR o frazione secca selezionata) 2 inclusa energia elettrica prodotta da gas AFO, gas di Cokeria, gas siderurgico e gas di Raffineria

80 Consumi in tep % Olio Combustibile ,5 Gas di Raffineria ,9 Metano ,0 Gas di Altoforno ,5 Gas di Cokeria ,8 Gas Siderurgico ,2 Gasolio ,2 GPL ,1 Combustibile dai rifiuti ,7 Biogas ,1 Fotovoltaico 15 0,0 Totale ,0 Fonti energetiche utilizzate nella produzione elettrica al 2006 Consumo energia elettrica fuori provincia GWh 59% Consumo energia elettrica in provincia GWh 41% Produzione energia elettrica: confronto tra Toscana e Livorno valori in GWh 2006 Destinazione dell energia elettrica prodotta in Provincia Nel corso del 2007 oltre alle nuove installazioni di pannelli solari termici e fotovoltaici devono essere aggiunti 3 ulteriori impianti considerati alimentati da fonti rinnovabili già autorizzati, e precisamente: Impianto solare fotovoltaico a terra da 50 kw che sarà realizzato a Collesalvetti per una produzione annua stimata di kwh Centrale elettrica da 22 MW alimentata ad olio vegetale autorizzata a luglio 2007 e che sarà realizzata a Montegemoli (Piombino) Con una ipotesi di funzionamento di ore / anno la produzione attesa è di 176 milioni di kwh. Il consumo di biomassa liquida è di circa tonnellate / anno Con un potere calorifico inferiore di 36,5MJ/kg ed un fattore di emissione di 20 ton CO2/TJ, le emissioni annue di CO2 saranno di tonn.

81 Centrale elettrica da 49,5 MW alimentata ad olio vegetale autorizzata nel novembre 2007 e che sarà realizzata nell area industriale-portuale di Livorno dalla Feder Petroli Green Road. Con una ipotesi di funzionamento di ore / anno la produzione attesa è di 23 milioni di kwh. Il consumo di oli vegetali previsto è di circa tonnellate / anno Con un potere calorifico inferiore di MJ/kg ed un fattore di emissione di 5 ton CO2/TJ, le emissioni annue di CO2 saranno di tonn. Le prospetrtive per il futuro prossimo partono dalla considerazione che la produzione di energia elettrica da fonti fossili è prevista in aumento di GWh per il funzionamento a regime della turbogas 2 di Rosignano; le nuove realizzazioni ed autorizzazioni a fonti rinnovabili relative al 2007, che porterebbero la produzione a 212 GWh, farebbero salire l incidenza di queste sulla produzione complessiva di energia elettrica dallo 0,1% all 1,77%. Altri 2 impianti a fonti rinnovabili sono stati oggetto di procedura di VIA. Impianto solare fotovoltaico a terra da 50 kw che sarà realizzato a Sassetta per una produzione annua stimata di kwh per il quale la Regione non ha richiesto la VIA Centrale eolica da 16 MW che dovrebbe essere realizzata nel Comune di Collesalvetti e su cui la Regione al termine della verifica di procedura VIA ha richiesto la VIA stessa. Sono previsti 8 aerogeneratori tripala a torre tubolare e ad asse orizzontale con altezza di 98 metri al mozzo e raggio rotore di 41 metri Con un funzionamento di circa 1800 ore annue la produzione elettrica attesa è di 28,8 milioni di kwh.

82 I.4.4. Emissioni di gas serra In questo paragrafo viene presentato un quadro della situazione delle emissioni di gas serra attribuibili al settore energia, confrontando i valore provinciali con quelli regionali. Sono considerate solo le emissioni climalteranti in quanto, comunque, le emissioni inquinanti sono legate a quelle climalteranti. Di seguito le emissioni di CO 2 equivalenti nella provincia di Livorno derivanti dal consumo e dalla produzione di energia e che tengono conto non solo delle emissioni di anidride carbonica ma anche degli altri gas ad effetto serra: metano (CH 4 ), protossido di azoto (N 2 O), monossido di carbonio (CO), composti organici volatili non metanici (NM-COV). La stima viene fatta in base ai consumi energetici ed al mix di combustibili utilizzati. I valori sono espressi in tonnellate. Settori Variazione Produzione elettrica ,5 % Industria ,0 % Civile ,8% Agricoltura ,1% Trasporti ,9% Totale ,6% Fonte: elaborazione dati EALP Nel periodo tra il 1999 ed il 2006 si è assistito ad una diminuzione delle emissioni di CO2; tale risultato risulta essere fortemente dipendente dalla riduzione della produzione elettrica nelle centrali ENEL e dal calo nell uso dell olio combustibile come fonte di energia per la produzione elettrica. Nel periodo considerato le emissioni si sono ridotte di circa 0,9 milioni di tonnellate anno. Le centrali di ENEL Produzione (in particolare l impianto di Torre del Sale) hanno prodotto molta meno energia elettrica nel 2006 rispetto al 1999 con una conseguente diminuzione del combustibile utilizzato e delle emissioni prodotte. Una riduzione analoga, di circa 1 milione di tonnellate anno, si è avuta anche nel settore industria dove si utilizza sempre più l energia elettrica nel processo produttivo ed il metano in sostituzione dell olio combustibile. L utilizzo del metano unitamente al calo dei consumi di energia per riscaldamento ha portato ad una riduzione di circa il 7% delle emissioni di co2 equivalente da parte del settore civile. Il settore trasporti è l unico in controtendenza in quanto, se pur di poco, aumentano le emissioni gas serra (più 2% nell intero periodo considerato). Complessivamente, nel periodo , il calo di emissioni di CO 2 in Provincia di Livorno è stato di circa 2 milioni di tonnellate (meno 14,6%). L entrata in funzione della seconda centrale termoelettrica a Rosignano farà crescere le emissioni climalteranti di circa 1 milione di tonnellate. Su tali emissioni è il settore della produzione elettrica che incide maggiormente, per il 63%, seguito dall industria con il 22%, i trasporti con l 11% ed il civile con 3%.

83 Gli ultimi dati disponibili riguardo le emissioni di gas serra in Toscana sono relative al 2005 (dati PIER) e sono pari a tonnellate di CO2 equivalente. Pertanto, rispetto alle emissioni regionali, la CO2 prodotta in provincia di Livorno incide per il 31%. E in particolare il settore della produzione di energia elettrica e dell industria a pesare maggiormente in rapporto alle emissioni regionali. Di seguito si riportano le emissioni di CO2 complessive e per abitante: CO2/abitante CO2/superficie* (Kmq) Provincia Livorno , Provincia Livorno , Provincia Livorno , Regione Toscana , Fonte: Elaborazione dati EALP *Superficie Provincia di Livorno kmq Superficie Regione Toscana ,18 kmq

84 II.1.1. Introduzione normativa L Unione europea con la direttiva quadro 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente e le successive quattro direttive figlie aveva determinato un quadro normativo completo per tutelare la qualità dell aria. A livello nazionale il D.Lgs. 351/99, che aveva recepito la direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente (attualmente in revisione COM(2005) 447), attribuisce alle Regioni la gestione della qualità dell aria per il rispetto dei valori limite stabiliti dal DM 60/02 e nel D.lgs 183/04 relativamente al biossido di zolfo (SO 2 ), il biossido di azoto (NO 2 ), gli ossidi di azoto (NO X ), le particelle fini (PM 10 ), il piombo (Pb), il benzene (C 6 H 6 ), il monossido di carbonio (CO) e l'ozono (O 3 ). Il D.Lgs. 351/99 indica che le Regioni, secondo i criteri e le metodologie disposte dal D.M. 261/02, debbano: a) adottare un piano o programma (di risanamento) per il raggiungimento dei valori limite, entro i termini stabiliti, nelle zone o agglomerati ove uno o più inquinanti eccedono i valori limite; b) adottare un piano di mantenimento della qualità dell aria al fine di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite e si adoperano al fine di preservare la migliore qualità dell aria ambiente compatibile con lo sviluppo sostenibile. La materia della prevenzione e della limitazione dell inquinamento atmosferico è da sempre stata frammentata e complessa sul piano tecnicogiuridico; il D.Lgs. n. 152/2006, ha avuto il pregio di accorpare in un unico testo una serie di norme di natura eterogenea che nel corso degli anni si sono sovrapposte senza un preciso coordinamento. Non si tratta dunque di vere e proprie nuove norme ma piuttosto di un riordino di carattere compilativo volto a chiarire alcuni dubbi interpretativi che avevano prodotto in passato numerosi contenziosi. Il decreto ha operato il recepimento della direttiva 2001/81/CE sui grandi impianti di combustione (artt. 273 e 274) e chiarito il regime normativo delle attività zootecniche, lasciando però completamente scoperta la disciplina delle emissioni inquinanti dei veicoli e alquanto vaga l incentivazione all uso delle fonti rinnovabili, senza contare che sono fuori dal campo del decreto le grandi tematiche dell inquinamento atmosferico, effetto dell attuazione del protocollo di Kyoto. Il D.Lgs. n. 152/2006, rivisita il sistema delle autorizzazioni alle emissioni nell atmosfera, prefigurando, con molte modifiche, la conferma del sistema tripartito stabilito dal D.P.R. n. 203/1988 e dai relativi provvedimenti di esecuzione, interpretazione come anche dagli atti di indirizzo e coordinamento per la sua attuazione (D.P.C.M. 21 luglio 1989, D.P.R. 12 luglio 1990, D.P.R. 25 luglio 1991): impianti soggetti ad autorizzazione; impianti che possono essere oggetto di autorizzazione generale (si veda l art. 272, c. 2); impianti non soggetti al regime autorizzatorio (si veda l art. 272, ultimo comma). Tuttavia, l esistenza dell istituto delle autorizzazioni generali deve essere confermata dalle regioni. Inoltre, nel rilascio di qualsiasi autorizzazione alle emissioni va posta particolare attenzione alla possibilità di convogliamento delle stesse. Restano esclusi da autorizzazione tutti gli impianti soggetti alla nuova disciplina IPPC. Principali fonti normative. (Normativa statale)

85 D.Lgs. 152/2006, parte V, e successive modifiche ed integrazioni, norme in materia di qualità dell aria; D. Lgs. n. 133, in materia di incenerimento dei rifiuti D.M. 124/2000 in materia di incenerimento di rifiuti pericolosi Decreto Ministeriale n. 60 del 2/4/02, recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell aria ambientale per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. L. 615 del 1966 inquinamento atmosferico da traffico veicolare (Normativa regionale) L.R , n.33, norme per la tutela della qualità dell aria L.R. 13 agosto 1998, n. 63 norme in materia di zone a rischio di episodi acuti di inquinamento atmosferico e modifiche alla L.R. 5 maggio 1994, n. 33 D.G.R. 15 dicembre 2003, n presa d atto della valutazione della qualità dell aria ambiente ed elaborazione della classificazione del territorio regionale, ai sensi degli artt. 6,7,8 e 9 del d.lg. n. 351/99 e del DM n. 261/02

86 Inquinante Periodo di mediazione Valore limite (D.M. 60/02) Data di raggiungimento del limite Monossido di carbonio Valore limite per la protezione della salute umana Media max giornaliera su 8 h 10 mg/mc 1 gennaio 2005 Valore limite orario per la protezione della salute umana 1 h 200 µg/mc NO2 da non superare più di 18 volte per anno civile 1 gennaio 2010 Ossidi di azoto Valore limite annuale per la protezione della salute umana Valore limite annuale per la protezione della vegetazione anno civile 40 µg/mc NO2 1 gennaio 2010 anno civile 30 µg/mc Nox 1 gennaio 2010 Soglia di allarme Superamento per 3 volte consecutive 400 µg/mc NO 2 1 gennaio 2010 Valore limite di 24 h per la protezione della salute umana 24 h 50 µg/mc PM10* da non superare più di 35 volte per anno civile 1 gennaio 2005 PM10-PM2,5 Valore limite annuale per la protezione della salute umana Valore limite annuale per la protezione della salute umana anno civile 25 µg/mc PM2,5** 1 gennaio 2015 anno civile 40 µg/mc PM10* 1 gennaio 2005 Valore limite orario per la protezione della salute umana 1 h 350 µg/mc da non superare più di 24 volte per anno civile 1 gennaio 2005 Valore limite di 24 h per la protezione della salute umana 24 h 125 µg/mc da non superare più di 3 volte per anno civile 1 gennaio 2005 Biossido di Zolfo Valore limite annuale per la protezione degli ecosistemi Anno civile e inverno (1 ottobre - 31 marzo) 20 µg/mc 19 luglio 2001 Soglia di allarme Superamento per 3 volte consecutive 500 µg/mc 1 gennaio 2010 Benzene Valore limite per la protezione della salute umana anno civile 5µg/mc 1 gennaio 2010 *Il D.M. prevede anche dei limiti da raggiungere entro il Indicazione superata dalla Direttiva di Riordino della qualità dell'aria che entrerà in vigore prima del 2010 ** non sono stati definiti valori limite dalla normativa italiana; il valore riportato in tabella fa riferimento alla Direttiva Europea

87 Inquinante Periodo di mediazione Valore limite (D.lgs. 183/04) Valore bersaglio per la protezione della salute umana Media max giornaliera su 8 h 120 µg/mc da non superare più di 25 gg per anno civile come media su 3 anni Valore bersaglio per la protezione della vegetazione AOT40, calcolato sulla base dei valori di 1 h da maggio a luglio µg/mc come media su 5 anni Ozono Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana Obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione Media max giornaliera su 8 h AOT40, calcolato sulla base dei valori di 1 h da maggio a luglio 120 µg/mc µg/mc Beni materiali Media annuale 40 µg/mc Soglia di informazione Media max oraria 180 µg/mc Soglia di allarme Media max oraria 240 µg/mc

88 II.1.2. I fattori di pressione Il precedente RSA riportava le stime delle emissioni totali suddivise tra puntuali, lineari e diffuse, grazie ad un analisi promossa dalla Regione Toscana che produsse l inventario I.R.S.E. La Provincia di Livorno si è dotata con riferimento all anno 2005 di un completo ed aggiornato inventario delle emissioni degli inquinanti dell aria e di un relativo sistema informativo provinciale (APEX) corredato da specifici modelli di stima. L inventario delle emissioni è coordinato con l inventario regionale e ne rappresenta una sua specializzazione. Attualmente è in corso l aggiornamento dell inventario, e pertanto per i dati e i confronti si rimanda al rapporto precedente. Sulla base dell inventario fatto nell anno 2005 sono in corso di censimento complessivamente 22 impianti localizzati; nella successiva tabella è riportato l elenco parziale limitato a 16 aziende precedentemente censite. Elenco degli stabilimenti censiti come sorgenti localizzate Stabilimento Comune Argol Spa Collesalvetti Cave di Campiglia SpA Campiglia Marittima Costieri D'Alesio (DEPOSITO NAZIONALE) Livorno Costieri D'Alesio SpA (Deposito Doganale) Livorno CST NET Spa Campiglia Marittima DCT srl Livorno Discarica loc. Scapigliato SS 206 Rosignano Marittimo Dow Italia srl Livorno Elbana Petroli srl Portoferraio Fenice s.p.a. Livorno Filippi Lido srl Castagneto Carducci Lampogas Tirrena srl Campiglia Marittima Presidio Ospedaliero di Livorno Livorno Sacci SpA- Stabilimento di Livorno Livorno Saida SpA Rosignano Marittimo Toscopetrol SpA Livorno Gli impianti puntuali che sono in corso di trasferimento dall Inventario Regionale sono 19. Elenco degli stabilimenti provenienti dall IRSE Toscana Stabilimento Comune A.Am.P.S. SpA Livorno Arcelor Piombino SpA - ex La Magona D Italia SpA Piombino Azimut Benetti SpA (ex Cantiere Navale F.lli Orlando) Livorno Calce Dolomia SpA(ex Sider Calce SpA) Campiglia Marittima Dalmine SpA - Stabilimento di Piombino Piombino Donati Laterizi Srl Rosignano Marittimo Elettra Gll SpA - Cet Pio Piombino Enel Produzione SpA-C.T.E.Marzocco Livorno Enel Produzione SpA-C.T.E.Piombino Piombino

89 Elenco degli stabilimenti provenienti dall IRSE Toscana Stabilimento Comune Eni SpA div. R&M-Raffineria di Livorno(ex Agip Petroli SpA) Collesalvetti Enipower SpA - Stabilimento di Livorno Collesalvetti Gsi - Lucchini SpA Piombino Innovence Manufactoring Italia Spa (ex. Solvay Polyolefine) Rosignano Marittimo Ise SpA - Stabilimento di Piombino Piombino Lucchini SpA - Piombino Piombino Nencini Laterizi SpA Cecina Riportiamo qui di seguito i dati desunti dal registro INES che riguarda le principali fonti fisse della Provincia. Il registro INES è l'equivalente italiano del registro europeo EPER ed è una database a disposizione del pubblico in attuazione di quel diritto all'informazione ambientale che è uno degli assi portanti della Convenzione di Aarhus, divenuta operativa con la legge 108/2001. Il Registro INES contiene informazioni su emissioni in aria ed acqua di specifici inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e da stabilimenti generalmente di grossa capacità presenti sul territorio nazionale. Le informazioni vengono raccolte annualmente con la Dichiarazione INES sulla base dei criteri stabiliti dal D.M In sintesi tali criteri, che comprendono una lista di inquinanti con un valore soglia di emissione, stabiliscono che un complesso IPPC dichiara l emissione di un inquinante solo se superiore al corrispondente valore soglia. L'elenco delle attività IPPC, raggruppate in 6 "gruppi di attività", è riportato nella tab dell'allegato 1 del D.M. Le informazioni del Registro INES, qui consultabili, sono disponibili sia in forma aggregata in base a parametri geografici, al tipo di attività svolta (codice IPPC, NOSE-P e NACE) e al tipo di inquinante, che in forma individuale per singolo complesso IPPC. La Dichiarazione INES si basa sui criteri stabiliti dal D.M. 23/11/01

90 Nome Complesso VALORE SOGLIA Eni SpA Divisione Refining & Marketing - Raffineria di Livorno EniPower S.p.A. Stabilimento di Livorno A.AM.P.S. S.P.A.;Discarica 2B ENEL PRODUZIONE SPA; Centrale Termoelettrica di Livorno NOVAOL S.R.L. ARCELOR PIOMBINO S.p.A. EDISON; CENTRALI TERMOELETTRICHE DI PIOMBINO ELETTRA HOLDINGS CET-PIO ENEL PRODUZIONE SPA; Centrale di Piombino ELECTRABEL S.A.; Rosen Rosignano Energia SpA INNOVENE MANUFACTURING ITALIA S.P.A. SOLVAY CHIMICA ITALIA S.p.A. Anidride carbonica (CO2) (Mg/a) , Cloro e composti inorganici (Mg/a) Composti organici volatili non metanici (COVNM) (Mg/a) Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (Kg/a) Nichel (Ni) e composti (Kg/a) Ossidi di azoto (NOx) (Mg/a) 10 36, , , , , , , Ossidi di zolfo (SOx) (Mg/a) , PM (Mg/a) PM 10 (Mg/a) , Policlorobifenili (PCB) (Mg/a) - 0, Selenio (Se) e composti (Mg/a) - 11, ,

91 Zinco (Zn) e composti (Mg/a) , Metano (CH4) (Mg/a) Carbonio organico totale (Mg/a) Composti organici volatili non metanici (COVNM) (Mg/a) Arsenico (As) e composti (Kg/a) , , Protossido di azoto (N2O) (Mg/a) Ammoniaca (NH3) (Mg/a) Mercurio (Hg) e composti (Kg/a) Ossido di carbonio (CO) (Mg/a) , Fonte: Registro INES Anno 2005

92 Per alcuni impianti sono disponibile i rilevamenti in continuo, come la centrale termoelettrica dell ENEL di Livorno e alcuni impianti a Piombino. Per quanto riguarda il primo impianto, il rapporto del 2007 predisposto dall ARPAT, riporta in particolare valutazioni che riguardano la validità dei dati del Sistema di Monitoraggio in Continuo delle Emissioni (SMCE) trasmessi da ENEL e sulla qualità dei combustibili approvvigionati ai due gruppi di produzione. Si riconferma la situazione di discontinuità di esercizio dei gruppi termici, verificatasi negli anni precedenti; in particolare per il gruppo due si osservano nell arco dell anno, lunghi periodi di inattività che sembrano collegati essenzialmente al fabbisogno elettrico delle utenze e alla gestione del mercato elettrico stabilito dal Gestore della Rete sul Territorio Nazionale (GRTN). Il tasso annuale di funzionamento dei gruppi è stato del 76% per il gruppo 1 e del 42% per il gruppo 2. Gli analizzatori dei gas installati riguardano l (NOx, SO 2, CO, O 2 ), polveri totali, il biossido di zolfo.

93 Trend annuale polveri anno Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agost o Set t embre Ot t obre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 limit e concent razione anno Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agost o Set t embre Ot t obre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 limit e concent razione anno conc. mg/nmc Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite*

94 Trend annuale biossido di zolfo anno 2005 conc. mg/nmc Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite anno 2006 conc mg/nmc Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite anno 2007 conc mg/nmc Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite Trend annuale ossidi di zolfo

95 anno 2005 conc.mg/nmc Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite anno 2006 conc.mg/nmc Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite anno Gennaio Febbraio M arzo Aprile M aggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gruppo n 1 Gruppo n 2 Limite

96 Oltre all analisi dei gas (NOx, SO 2, CO, O 2 ), polveri totali, biossidi di zolfo, il piano di caratterizzazione dei microinquinanti organici ed inorganici di entrambi i gruppi, prevede l'effettuazione delle seguenti prove: Metalli: As, Be, Cd, Co, Cr, Cu, Hg, Mn, Ni, Pb, Pd, Pt, Rh, Sb,Se, Sn, Te, Tl, V, Zn. Nichel nella sua forma respirabile ed insolubile. IPA (idrocarburi policiclici aromatici). Alogenuri (HCl, HF e HBr). Ammoniaca (NH3). Carbonio organico totale (SOV). L elaborazioni effettuate, hanno evidenziato che le caratteristiche delle emissioni della centrale in termini di concentrazione dei parametri monitorati in continuo, rimangono sostanzialmente uguali a quelle riscontrate negli anni precedenti; relativamente alle quantità complessive emesse in atmosfera per l anno 2007, si hanno i seguenti risultati: tonnellate di SO 2 (limite di massa t) tonnellate di NO x (limite di massa t) 49 tonnellate di polveri totali (limite di massa 200 t) Dal confronto delle quantità di inquinanti emessi con l anno 2006, si evidenzia che ci sono stati dei decrementi di emissione anche significativi, soprattutto per quel che riguarda il biossido di zolfo; questi però non dipendono da una diversa modalità di gestione della centrale che peraltro continua ad utilizzare combustibili con caratteristiche di qualità simili a quelli utilizzati negli anni precedenti, ma ad una produzione di energia elettrica inferiore imposta dal mercato elettrico nazionale. Oltre ai metalli, altri microinquinanti emessi sono gli idrocarburi policiclici aromatici le diossine e i furani; per le diossine nel corso del 2006 sono stati effettuati da personale tecnico ARPAT i prelievi alle emissioni del gruppo di produzione due. I risultati analitici ottenuti sono risultati inferiori ai limiti di emissione previsti dal DL.152. Dal secondo semestre del 2001 è stata attivato un sistema di monitoraggio in continuo dei principali camini relativamente agli impianti collocati nella zona del Comune di Piombino, riportati nella seguente tabella.

97 IMPIANTO SOV SO2 NOx Polveri CO ARCELOR PIOMBINO S.p.A. Linea di Verniciatura 2 - Forno combustione solventi - camino 1 X Linea di Verniciatura 1 - Forno combustione solventi - camino 9 X Linea di Verniciatura 1 - Aspirazione Cabina - camino 7 X ENEL C. T. E. di TORRE del SALE Gruppi X X X EDISON S.p.A. CET 3 X X X X EDISON S.p.A. CET 2 X X X X ELETTRA GLL CET PIO X X X X LUCCHINI S.p.A. Stock house - Impianto di aspirazione - camino X Altoforno - Impianto di aspirazione campi di colata - camino X Ecologico cokeria - Impianto di combustione inquinanti gassosi - camino X Cokeria Batteria 27 forni - camino X X X Cokeria Batteria 45 forni - camino X X X Cokeria Cappe sfornamento - camino LA MAGONA D ITALIA Linea di Verniciatura 2 - Forno combustione solventi - camino 1 X Linea di Verniciatura 1 - Forno combustione solventi - camino 9 X Linea di Verniciatura 1 - Aspirazione Cabina - camino 7 X I.S.E. CET 3 X X X X Fonte: elaborazione Sintesis su dati ARPAT X La società specializzata che sta eseguendo per conto della Provincia di Livorno l incarico per l implementazione di un Sistema Informativo e Servizi per la Proiezione delle Emissioni di Inquinanti dell aria e la Valutazione delle Ricadute al Suolo, ha rimesso un rapporto preliminare per la stima dalle emissioni da traffico. La stima delle emissioni da trasporto stradale è effettuata tenendo distinte le emissioni da traffico urbano da quelle da traffico extraurbano. Le emissioni da traffico urbano sono considerate sorgenti diffuse, mentre quelle da traffico sulle statali sono considerate, se sono disponibili dati sui flussi veicolari, sorgenti lineari così come accade per i tratti autostradali. Per la stima delle emissioni diffuse si è fatto riferimento ai dati forniti dall ACI Servizio Statistica - sul parco circolante nella regione nell anno Sono invece considerate lineari le emissioni sui tratti autostradali e sui principali tratti extraurbani, per i quali sono disponibili dati di flusso o TGM (Traffico Giornaliero Medio). I risultati preliminari della stima del traffico stradale per l anno 2007, sono illustrati in tabella 7 per gli inquinanti principali, in Tabella 8 per i gas climalteranti, in Tabella 9 per i metalli pesanti, in Tabella 10 per IPA e benzene ed in Tabella 11 per le emissioni di ammoniaca.

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100 II.1.3 Lo Stato Dall Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissioni in aria ambiente (IRSE) aggiornato al 2003 (è in corso un nuovo aggiornamento al 2005), è possibile ricavare i seguenti dati: CO COV NH 3 NO x PM10 SO x Provincia Livorno Regione Toscana Emissioni totali provinciali (anno 2003) espressi in t/anno Fonte: IRSE- regione Toscana Emissioni totali Provincia di Livorno per macrosettore (anno 2003) espressi in t/anno Fonte: IRSE- regione Toscana Nella seguente tabella sono riportate le emissioni totali del Comune di Livorno che ha aderito all accordo tra Regione Toscana, URPT, ANCI e Province per il risanamento della qualità dsell aria ambiente nelle aree urbane, im particolare per la riduzione delle emissioni di PM 10. Nella Provincia di Livorno sono da anni in funzione reti di controllo della qualità dell aria, sia di proprietà pubblica che privata, esse sono concentrate nei poli industriali del territorio, e cioè a Livorno, a Rosignano e a Piombino. L attività di studio e controllo è integrata dai mezzi mobili dell ARPAT appositamente attrezzati per rilevare gli inquinanti atmosferici. CO COV NH 3 NO x PM10 SO x Comune Livorno Altri (24) Comune

101 La finalità dei sistemi di rilevamento (monitoraggio) è quella di fornire, attraverso la misura di specie inquinanti e di parametri meteorologici mediante apposite postazioni (centraline), un insieme di dati rappresentativi relativi ai processi di inquinamento atmosferico utili al confronto con i valor limite di qualità dell aria ed alla comprensione dei fenomeni che li generano, sempre con l obiettivo primario di conoscere e valutare il rischio che i livelli di inquinamento misurati determinano per la salute umana. Inoltre, tale sistema ha la finalità di seguire l evoluzione temporale dei livelli di inquinamento al fine di valutare l efficacia degli effetti degli interventi di riduzione delle emissioni. Comune di Livorno La qualità dell aria nel Comune di Livorno viene controllata attraverso un sistema di monitoraggio costituito da due reti, una rete pubblica costituita da una centralina meteo e 6 stazioni fisse ed una mobile, ed una rete privata, formata da 8 stazioni fisse. La gestione operativa della rete pubblica e la raccolta, la validazione, l elaborazione e la restituzione dei dati sono affidate al Centro Operativo Provinciale (COP), gestito da ARPAT. La rete privata ARIAL (Associazione per il Rilevamento di Inquinanti Atmosferici della zona di Livorno), gestita da alcune aziende ubicate nei comuni di Livorno e Collesalvetti, conta centraline nell area urbana e nelle aree considerate a maggior rischio di ricaduta dei principali inquinanti atmosferici di origine industriale. Di seguito è riportata una descrizione di tutte le centraline della rete pubblica e di quella privata. Non sono però trattati i dati relativi alla rete privata in quanto non sono sottoposti a nessun tipo di validazione da parte di ARPAT. Livorno Rete pubblica della provincia di Livorno N Ubicazione stazione di misura Inquinanti monitorati Tipo Attivazione 1 Viale Carducci SO 2, PM10, CO, NO x, benzene, ozono C Via Gobetti PM10, CO, NO x, C 6H 6 B Piazza Mazzini CO, NO x, NMHC, C 6H 6, C Piazza Cappiello SO 2,, NOx, O 3 B Villa Maurogordato PM10, CO, NO x, C 6H 6, O 3 A * Gabbro O 3 D 1998 postazione di proprietà del Comune di Livorno Livorno Rete privata A.R.I.A.L. N Ubicazione stazione di misura Inquinanti monitorati Tipo Attivazione 1 Via La Pira - Livorno PTS, SO 2 I Via da Vinci - Livorno NO 2, NO, NO x SO 2 I Piazza XI Maggio Livorno CO, SO 2 I Via E. Rossi - Livorno NO 2,NO, NO x, O 3, CO, SO 2 I Via Cattaneo - Livorno SO 2 I Via Marx - Collesalvetti SO 2 I 1978

102 Gabbro Analizzatori: O3, Meteo Mappa con ubicazione delle stazioni di monitoraggio Fonte: ARPAT Di seguito sono riportati, per ogni inquinante, gli indicatori statistici confrontati con i limiti normativi per la salute umana.

103 Monossido di Carbonio Biossido di azoto Biossido di zolfo PM 10 PM 2,5 Ozono Benzene Stazione Massima media mobile su 8 h (µg/mc) N medie massime giornaliere su 8h>10 mg/mc N medie orarie >200 µg/mc Media annuale (µg/mc) N medie orarie >350 µg/mc N medie giornaliere >125 µg/mc N medie giornaliere >50 µg/mc Media annuale (µg/mc) Media annuale (µg/mc) N medie orarie >120 µg/mc (media su 3 anni) N di superamenti di concentrazione oraria>180 mg/mc N medie massime giornaliere su 8h>120 mg/mc Valore limite ? 5 Viale Carducci Piazza Mazzini 4, ,1 Via Gobetti 1, ,9 Villa Maurogordato 1, ,6 Piazza Cappiello Gabbro Fonte: elaborazione su dati validati da ARPAT (2007) Oltre ai valori di riferimento, per gli inquinanti di SO 2, NO 2 e O 3 la normativa fissa soglie di allarme sui valori delle concentrazioni orarie corrispondenti a valori di concentrazione tali da determinare effetti acuti sulla popolazione. In particolare per ozono si sono rilevati dei superamenti della soglia di informazione. I trend sotto riportati sono relativi al periodo e sono stati elaborati utilizzando come indicatore la concentrazione media annuale e mensile per ogni inquinante. Tali indicatori consentono di comprendere in modo immediato l evoluzione della qualità dell aria nelle porzioni di territorio che fanno riferimento a ciascuna stazione di rilevamento. Media annuale PM 10 Fonte: ARPAT 60 Media annuale PM g/m anno Viale Carducci Via Gobetti Villa Maurogordato

104 PM 10 Andamento delle concentrazioni medie mensili Limite sulla concentrazione media giornaliera, non più di 35 superamenti anno Limite sulla concentrazione media annuale (2005) 80 Concentrazione µg/m ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 Viale Carducci Via Gobetti Villa Maurogordato Anche per il 2007 si rileva una leggera tendenza alla diminuzione delle concentrazioni di PM 10 nella stazione di viale Carducci; tale diminuzione, probabilmente legata alle azioni di limitazioni alla circolazione dei veicoli EURO 0 e al miglioramento del parco del veicoli circolanti, però non altera la condizione di criticità alle concentrazioni rilevate per tale inquinante in quanto il numero di superi annuo è maggiore di 35. Nelle stazioni di via Gobetti e di Villa Maurogordato invece livelli di concentrazione media mensili si mantengono costantemente al di sotto di 50 µg/mc tuttavia ciò non esclude che possano esserci superamenti giornalieri. Si può anche rilevare che nella stazione di viale Carducci, ubicata nella zona a maggior traffico veicolare, ha rilavato picchi di concentrazione nei mesi invernali mentre quella di Villa Maurogordato, che può esser considerata rappresentativa per il fondo, ha rilevato valori di picco nei mesi estivi. Media annuale PM 2,5 Fonte: ARPAT 30 Media annuale PM 2,5 - Centralina di Viale Carducci µg/m anno

105 L andamento della concentrazione di PM 2,5 mostra come sia ormai consolidata la tendenza al miglioramento. I livelli di concentrazione dell inquinante, che si solo mostrati fluttuanti negli anni precedenti, nel corso del 2007 si sono anche mantenuti quasi costanti almeno per quanto riguarda il periodo maggio-novembre. Media annuale SO 2 Fonte: ARPAT 10 Media annuale SO 2 8 µg/m anno Viale Carducci Piazza Cappiello 125 SO 2 Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione µg/m Limite sulla concentrazione media giornaliera, non più di 3 superamenti anno (2005) Limite sulla concentrazione media annuale (2001) set-01 dic-01 mar-02 giu-02 set-02 dic-02 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 Viale Carducci Piazza Cappiello

106 Dall analisi del trend delle concentrazioni medie annue e mensili di SO 2, si osserva un inversione di comportamento rispetto alla tendenza alla riduzione delle concentrazioni riscontrata negli anni precedenti, tutto ciò comunque mantenendosi sempre al di sotto dei valori limiti della normativa. Anche quest anno i picchi più significativi si sono registrati prevalentemente nei mesi estivi. SO 2 è considerato il tracciante dell inquinamento atmosferico di origine industriale. Media annuale NO 2 Fonte: ARPAT 60 Media annuale NO 2 50 µg/m anno Viale Carducci Via Gobetti Villa Maurogordato Piazza Cappiello Piazza Mazzini 200 NO 2 Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione µg/m Limite sulla concentrazione media annuale (2010) Limite concentrazione media oraria, non più di 18 superamenti anno (2010) set-01 dic-01 mar-02 giu-02 set-02 dic-02 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 Viale Carducci Via Gobetti Villa Maurogordato Piazza Cappiello Piazza Mazzini L andamento delle concentrazioni mostra come la situazione di criticità rilevata sia in viale Carducci che in Piazza Mazzini non si stia risolvendo. È necessario fin d ora agire per rientrare nei livelli previsti dalla normativa per il 2020.

107 Media annuale CO Fonte: ARPAT 2,00 Media annuale CO 1,50 mg/m 3 1,00 0,50 0, anno Viale Carducci Via Gobetti Villa Maurogordato Piazza Mazzini CO Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione mg/m Limite sulla media mobile delle concentrazioni nell'arco delle 8 ore (2005) set-01 dic-01 mar-02 giu-02 set-02 dic-02 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 Viale Carducci Via Gobetti Villa Maurogordato Piazza Mazzini L andamento delle concentrazioni di CO nel quinquennio considerato mostra che esistono le condizioni per mantenere, anche negli anni a venire, un buon livello di qualità.

108 Media annuale O 3 Fonte: ARPAT Media annuale Ozono OZONO Andamento dell concentrazioni medie mensili µg/m Concentrazione µg/m anno Gabbro Villa Maurogordato Piazza Cappiello Il Gabbro Villa Maurogordato Piazza Cappiello grafic o relativo alla media mensile mette in chiara evidenza la regolare oscillazione dei valori di concentrazione tra il periodo invernale (concentrazioni più basse) e quello estivo (concentrazioni più alte). Anche se si può osservare un trend delle concentrazioni in leggera diminuzione la situazione continua ad essere critica: una delle cause, certamente non l unica, può essere individuata nella presenza, in concentrazioni che non accennano a diminuire, di biossido di azoto, che è uno dei precursori più importanti per la formazione dell ozono troposferico. Continua ad apparire difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi fissato per il gen-00 apr-00 lug-00 ott-00 gen-01 apr-01 lug-01 ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 n giorni con medie mobili 8 h > 120 mg/m3 - valore limite come media dei tre anni = gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 Media annuale Benzene Fonte: ARPAT

109 Media annuale Benzene 6,0 µg/m 3 5,0 4,0 3,0 Dato "non attendibile" ma solo indicativo per redimento della centralina inferiore al 90% 2,0 1,0 0, anno Via Gobetti Villa Maurogordato Piazza Mazzini 20 BENZENE Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione µg/m Limite sulla concentrazione media annuale (2010) 2007 Dati "non attendibili" ma solo indicativi per redimento della centralina inferiore al 90% ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 Via Gobetti Villa Maurogordato Piazza Mazzini Le concentrazioni degli ultimi 6 anni mostrano due andamenti separati da un valore di picco registrato in tutte le centraline nel mese di marzo 2003, probabilmente sovrastimato. Nel periodo antecedente si osservano valori di media mensile piuttosto fluttuanti (particolarmente in via Gobetti e piazza Mazzini, mentre Villa Maurogordato ha registrato oscillazioni meno ampie). Dalla metà del 2003 l andamento è

110 più regolare e, in tutte le centraline, la concentrazioni si attestano attorno a medie più basse. Gli andamenti complessivi sono tali da ritenere possibile il raggiungimento dell obiettivo di 5 µg /mc come media annuale che, a partire dal 2010, rappresenterà il nuovo valore soglia. In conclusione, dati del 2007 continuano a presentare situazioni di criticità per PM 10 e NO 2 nella stazione di viale Carducci e l ozono in tutte le stazioni di monitoraggio. Il livello di qualità può essere invece considerato buono relativamente a CO, benzene e SO 2. Per quanto riguarda il PM 10 il trend in diminuzione delle concentrazioni ha permesso di rispettare il limite fissato per la concentrazione media annuale in tutte le stazioni compresa viale Carducci. In questa stazione però il numero di superamenti, anche se in diminuzione, è stato superiore al limite normativo. Per quanto riguarda invece l NO 2 e conseguentemente per l ozono, allo stato attuale dei fatti, continua ad apparire molto difficile il raggiungimento dei valori limite normativi in quanto gli andamenti di tali inquinanti sembrano indicare uno stato stazionario e in alcuni casi anche un peggioramento. Inoltre negli ultimi due anni la concentrazione di fondo notturna di NO 2, che è notoriamente indicativa dello stato ambientale su larga scala, in più di una centralina è risultata in leggero aumento. Infine, anche se il livello di qualità relativamente alla SO 2 può essere considerato buono è importante sottolineare che, anche nel corso del 2007, si è ripetuto il fenomeno dell incremento della concentrazione durante le ore centrali di alcuni giorni dell anno, con particolare riferimento ai mesi estivi. Nel 2007 infatti si sono riproposti con frequenza maggiore ed intensità più elevata gli eventi di picco di SO 2 in viale Carducci. Nella tabella seguente è riportata in forma grafica la situazione delle concentrazioni rilevate per ogni inquinante in ogni centralina e i loro trend.

111 Comune di Piombino qualità dell aria del Comune di Piombino viene controllata attraverso una rete di monitoraggio costituita da due centraline che rilevano le concentrazioni di sostanze inquinanti e in un caso anche i parametri metrologici. Piombino Rete pubblica della provincia di Livorno N Ubicazione stazione di misura Inquinanti Tipo Attivazione 1 Cotone Piombino PM10, CO, NO 2,NO, NO x I Viale Unità d Italia Piombino PTS,CO, NO 2,NO, NO x I 2000 Cotone Ubicazione delle centraline di monitoraggio dell area piombinese

112 Nella seguente tabella sono riportati, per ogni inquinante gli indicatori statistici confrontati con i limiti dettati dalla normativa. Monossido di Carbonio Biossido di azoto Particolato (PM 10) Stazione Massima media mobile su 8 h (µg/mc) N medie massime giornaliere su 8h>10 mg/mc N medie orarie >200 µg/mc Media annuale (µg/mc) Concentrazione oraria > 400 µg/mc (soglia di allarme) N medie giornaliere >50 µg/mc Media annuale (µg/mc) Valore limite volte consecutive Viale Unità d'italia (Giardini) 2, Cotone Media annuale PM 10 Fonte: ARPAT

113 PM 10 Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione µg/m 3 µg/m gen-03 mar mag-03 lug-03 set-03 nov-03 gen-04 mar-04 mag-04 Media annuale PM 10 Limite sulla concentrazione media annuale (in vigore dal 2005) Cotone lug-04 set-04 nov-04 gen-05 mar-05 mag-05 lug-05 Numero di superamenti di PM anno Cotone set-05 nov-05 gen-06 mar-06 mag-06 lug-06 set-06 nov-06 gen-07 mar-07 mag-07 lug-07 set-07 nov-07 Numero di supera menti di PM 10 (anni ) Fonte: ARPAT anno Cotone

114 µg/m FONTE: ARPAT Media annuale NO 2 Limite sulla concentrazione media annuale (in vigore dal 2010) anno Cotone Giardini I grafici evidenzi ano un trend delle concent razioni di PM 10 rilevate dalla stazion e di Cotone in migliora mento, in particol are tra gli anni 2003 e 2005 mentre successivamente si è riscontrata una situazione di stazionarietà. Tale tendenza ha permesso di superare le condizioni di criticità legata al valore delle media annuale ma rimane ancora aperta la problematica del numero di superamenti annui di 50 µg/mc fissata per la media giornaliera. Per quanto riguarda l andamento delle medie mensili esso risulta oscillante non evidenziando pertanto alcuna correlazione con la stagionalità. Media annuale NO 2 Fonte: ARPAT

115 L andamento delle concentrazioni medie annuali e mensili mostra come la situazione di criticità rilevata Concentrazione mg/m 3 in Viale Unità d Italia non si stia risolvendo in quanto il trend risulta praticamente stazionario con valori Concentrazione µg/m gen-03 mar-03 gen-03 mar-03 tali da determinare il superamento del limite fissato per la media annua. Tale criticità invece non è stata rilevata dalla centralina di Cotone; qui infatti i livelli di NO 2 possono essere definiti stabili su valori di concentrazione inferiore ai riferimenti normativi. Media annuale CO Fonte: ARPAT CO Andamento delle concentrazioni medie mensili mag-03 lug-03 set-03 nov-03 gen-04 mar-04 mag-04 lug-04 set-04 nov-04 gen-05 mar-05 Cotone NO 2 Andamento delle concentrazioni medie mensili mag-03 lug-03 set-03 nov-03 gen-04 mar-04 mag-04 lug-04 set-04 nov-04 gen-05 mar-05 Cotone mag-05 lug-05 set-05 Giardini mag-05 lug-05 set-05 Giardini 2007 nov-05 gen-06 mar-06 mag-06 lug-06 set-06 nov-06 gen-07 mar-07 mag-07 lug-07 set-07 nov nov-05 gen-06 mar-06 mag-06 lug-06 set-06 nov-06 gen-07 mar-07 mag-07 lug-07 set-07 nov-07

116 L andamento delle emissioni di CO nel quinquennio mostra che esistono le condizioni per mantenere, anche negli anni a venire, un buon livello di qualità. Un inquinante particolarmente significativo per la qualità dell aria di alcune zone della città di Piombino è il benzo-pirene, direttamente connesso all attività di alcuni cicli industriali: dai grafici che seguono si deduce come l azione coordinata delle istutuizioni sulla fonte incriminata abbia prodotto degli indubbi benefici e sia risultata particolarmente efficare 1,2 1,1 Piombino (LI) - Via Ferrer - Concentrazione di Benzo[a]pirene Periodo: giugno settembre ,0 0,9 0,8 media mobile annua ng/m3 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 1,50 Media annuale CO 03/06/ /06/ /07/ /07/ /07/ /08/ /08/ /09/ /09/ /10/ /10/ /11/ /11/ /12/ /12/ /12/ /01/ /01/ /02/ /02/ /03/ /03/ /04/ /04/ /05/ /05/ /06/ /06/ /06/ /07/ /07/ /08/ /08/ /09/ /09/ /10/ /10/ /11/ /11/ /12/ /12/ /12/ /01/ /01/ /02/ /02/ /03/ /03/ /04/ /04/ /05/ /05/ /05/ /06/ /06/ /07/ /07/ /08/ /08/ /09/ /09/2008 mg/m 3 1,00 data 0,50 Piombino (LI) - Via della Pace - Concentrazione di Benzo[a]pirene Periodo: aprile settembre 2008 media mobile annua ng/m3 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 0, anno Cotone Giardini 16/04/ /04/ /05/ /05/ /05/ /06/ /06/ /06/ /07/ /07/ /07/ /08/ /08/ /08/ /09/ /09/ /09/ /10/ /10/ /10/ /11/ /11/ /11/ /12/ /12/ /12/ /01/ /01/ /01/ /01/ /02/ /02/ /03/ /03/ /03/ /04/ /04/ /04/ /05/ /05/ /05/ /05/ /06/ /06/ /06/ /07/ /07/ /07/ /08/ /08/ /08/ /09/ /09/ /09/2007 data Nel la tab ella seg uen te è ripo rtat a in for ma gra fica

117 la situazione delle concentrazioni rilevate per ogni inquinante in ogni centralina e i loro trend.

118 Comune di Rosignano Marittimo Il sistema di rilevamento della qualità dell aria nel Comune di Rosignano M.mo è formato dalla rete di monitoraggio pubblica, di proprietà della Provincia di Livorno e gestita da ARPAT Dipartimento Provinciale di Livorno, attiva dal 1996, costituita da n 3 cabine la cui dotazione strumentale si è andata ampliando nel corso degli anni. Da rilevare che lo strumento di NO 2,NO, NOx presente nella postazione di Via G. Rossa, di proprietà Rosen, è stato installato in convenzione con la Provincia di Livorno, in una postazione della rete provinciale per monitorare le ricadute al suolo provenienti dalla centrale termoelettrica turbogas Rosen. Nella tabella seguente sono riportati gli indicatori statistici, confrontati con i limiti normativi di protezione umana. Monossido di Carbonio Biossido di azoto Biossido di zolfo PM 10 PM 2,5 Ozono Stazione Massima media mobile su 8 h (µg/mc) N medie massime giornaliere su 8h>10 mg/mc N medie orarie >200 µg/mc Media annuale (µg/mc) N medie orarie >350 µg/mc N medie giornaliere >125 µg/mc N medie giornaliere >50 µg/mc Media annuale (µg/mc) Media annuale (µg/mc) N medie orarie >120 µg/mc (media su 3 anni) Valore limite Via Costituzione 1, Via Rossa Via Veneto Poggio San Rocco * * Valore non mediato su 3 anni ma riferito solo al 2007 per mancanza di dati Fonte: ARPAT Rosignano Marittimo Rete pubblica della provincia di Livorno N Ubicazione stazione di misura Inquinanti Tipo Attivazione 1 Via V. Veneto - Rosignano Solvay SO 2, NO 2,NO, NO x, PM10, I Via G. Rossa - Rosignano Solvay SO 2, NO 2,NO, NO x, O 3 I Via Costituzione Rosignano Solvay CO, NO 2,NO, NO x I 1996

119 Ubicazione delle centraline di monitoraggio a Rosignano Nel corso del 2007 non sono stati rilevati superamenti delle soglie di allarme (relativamente a ossidi di azoto, zolfo e ozono); il superamento della soglia di informazione dell ozono è stato rilevato il 25 maggio e il 27 agosto. Per definire la qualità dell aria nel Comune di Rosignano M.mo è opportuno prendere in esame gli andamenti nel tempo dei principali indicatori di qualità per ottenere valutazioni più complete; in linea generale infatti, l analisi dei trend consente di seguire e verificare nel tempo l adeguatezza delle risposte tramite le quali si intendono risolvere i problemi che emergono in termini di impatti e di stato di qualità dell ambiente, così come richiesto dall approccio DPSIR.

120 Media annuale PM 10 (centralina di via Veneto) Fonte: ARPAT Media annuale PM 10 - Centralina di Via Veneto Limite sulla concentrazione media annuale (2005) µ g/m anno PM 10 Andamento delle concentrazioni medie mensili Limite sulla concentrazione media giornaliera, non più di 35 superamenti anno (2005) 2007 Concentrazione µg/m Limite sulla concentrazione media annuale (2005) 0 ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 Via Veneto I grafici indicano un trend di miglioramento della concentrazione di PM 10 rilevate dalla stazione di via Veneto. Tale tendenza ha permesso di superare le condizioni di criticità legata al numero di superamenti annui. L andamento delle concentrazioni mensili è oscillante e non indica un fenomeno legato alla stagionalità.

121 Media annuale SO 2 Fonte: ARPAT 3 Media annuale SO 2 µg/m anno Via Veneto Via Rossa 20 SO 2 Andamento delle concentrazioni medie mensili Limite sulla concentrazione media annuale (2001) Concentrazione µg/m set-01 dic-01 mar-02 giu-02 set-02 dic-02 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 Via Rossa Via Veneto Dall analisi del trend delle concentrazioni medie mensili di SO 2 si osserva una sostanziale stazionarietà dei valori, eccezion fatta per il valore di media mensile registrato in via Veneto nel mese di marzo. Si ricorda comunque che le concentrazioni sono veramente basse e portano a concludere che l inquinamento da SO 2 è praticamente assente; le registrazioni evidenziano una sostanziale stabilità del parametro. Media annuale NO 2

122 Fonte: ARPAT 40 Media annuale NO Limite sulla concentrazione media annuale µg/m anno Via Veneto Via Rossa Via Costituzione Poggio San Rocco NO 2 Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione µg/m Limite sulla concentrazione media annuale (2010) Limite concentrazione media oraria, non più di 18 superamenti anno (2010) set-01 dic-01 mar-02 giu-02 set-02 dic-02 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 Via Veneto Via Rossa Via Costituzione Poggio San Rocco Le centraline di via Rossa e via Costituzione hanno rilevato una leggera diminuzione delle concentrazioni di NO 2 nel corso dell anno mentre la centralina di via Veneto un leggero aumento. Nel complesso comunque, anche per il 2007, i livelli di NO 2 possono essere definiti stabili su valori di concentrazione inferiori ai limiti imposti dalla normativa. Non si rivelano particolari oscillazioni del valore nell anno nelle varie centraline. Media annuale CO (centralina via Costituzione)

123 Fonte: ARPAT CO Andamento delle concentrazioni medie mensili Concentrazione mg/m Limite sulla media mobile delle concentrazioni nell'arco delle 8 ore (2005) set-01 dic-01 mar-02 giu-02 set-02 dic-02 mar-03 giu-03 set-03 dic-03 mar-04 giu-04 set-04 dic-04 mar-05 giu-05 set-05 dic-05 mar-06 giu-06 set-06 dic-06 mar-07 giu-07 set-07 dic-07 Via Costituzione Media annuale CO - Centralina di Via Costituzione 0,7 0,6 0,5 mg/m 3 0,4 0,3 ARPAT 0,2 0,1 0, anno I rilevamenti di CO negli anni passati permettono di affermare che si possa avere una buona qualità dell aria rispetto a tale parametro anche negli anni a venire. Media annuale O 3

124 Fonte: ARPAT µg/m Media annuale Ozono anno Via Rossa Poggio San Rocco 240 OZONO Andamento dell concentrazioni medie mensili Concentrazione µg/m gen-01 apr-01 n giorni con medie mobili 8 h > 120 mg/m3 - valore limite come media dei tre lug-01 ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 Via Rossa apr-04 lug-04 ott-04 Poggio San Rocco gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 Il grafico relativo alle medie mensili mette ancora una volta in chiara evidenza la regolare oscillazione dei valori di concentrazione tra il periodo invernale (concentrazioni più basse) e quello estivo (più alte). Per quanto riguarda la centralina di via Rossa il trend appare stazionario e tale da garantire anche negli anni a venire, un buon livello di qualità anche negli anni a venire. La centralina di Poggio San Rocco invece la situazione, risulta critica. Anche nel caso di questa centralina comunque è stato rilevato il classico andamento oscillante con valori massimi estivi Media annuale PM 2,5 (centralina Poggio San Rocco)

125 Fonte: ARPAT 30 Media annuale PM 2,5 - Centralina di Poggio San Rocco 25 µg/m Proposta di limite sulla concentrazione media annuale anno Per questo inquinante sono disponibili esclusivamente i dati del 2007 per la centralina di Poggio San Rocco. I dati mostrano un andamento sostanzialmente costante nel corso dell anno e sempre inferiore al valore limite che presumibilmente sarà fissato per questo inquinante.

126 Considerazioni finali: Nel corso del 2007 si è risolta la criticità che storicamente veniva riscontrata relativamente al PM 10 dalla centralina di via Veneto. Il profilo di questo inquinante non ha evidenziato però anche quest anno nessun andamento riconducibile ad attività antropiche collegate alla mobilità, tipico dei siti in prossimità dei centri urbani; pertanto è ipotizzabile che la fonte di tale tipo di inquinante sia di carattere prettamente industriale. Complessivamente i dati del 2007 mostrano che il livello di qualità può essere considerato buono per tutti gli inquinanti. Unica eccezione è rappresentata dall ozono rilevato nella nuova centralina di Poggio San Rocco, in cui il numero di superamenti (valore bersaglio) del valore limite fissato per la media mobile su 8 h della concentrazione rilevata è stato ampiamente superato. Nella tabella seguente è riportata in forma grafica la situazione delle concentrazioni rilevate per ogni inquinante in ogni centralina in riferimento ai riferimenti normativi ed il loro trend. Nella tabella seguente è riportata in forma grafica la situazione delle concentrazioni rilevate per ogni inquinante in ogni centralina e i loro trend. Si fa infine presente che nel prossimo futuro è previsto di ampliare le 3 reti (Livorno/Collesalvetti, Rosignano M.mo, Piombino) che costituiscono il Sistema Provinciale di rilevamento della qualità dell aria. Tale progetto nasce dall esigenza di adeguare le reti alle nuove necessità determinate: dalla scelta operata dalla Regione Toscana di dotarsi di una rete virtuale per il monitoraggio dell ozono, del PM 10, ed in un prossimo futuro di altri inquinanti; dalla necessità di indagare nuove aree, riallocando alcune stazioni e spostando alcuni analizzatori e allocandone di nuovi. II.1.1 Introduzione normativa La disciplina sulla gestione dei rifiuti è compresa nella parte quarta del D.Lgs. 152/06.

127 Sulla traccia dell inquadramento generale del D.Lgs. 22/97, ai sensi dell art. 178 la gestione dei rifiuti è definita attività di pubblico interesse, che deve essere finalizzata ad assicurare un elevata protezione dell ambiente e controlli efficaci. Un estrema attenzione è concentrata sul problema del recupero dei rifiuti (art. 181 del D.Lgs. 152/06). Ai fini di una corretta gestione dei rifiuti le autorità devono favorire la riduzione dello smaltimento finale degli stessi, attraverso: Il riutilizzo, il riciclo o altre forme di recupero; L adozione di misure economiche e la determinazione di condizioni di appalto che prevedano l impiego dei materiali recuperati dai rifiuti al fine di favorire il mercato dei materiali medesimi; L utilizzazione dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia. Ai sensi dell art. 182 lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti. Rispetto al D.Lgs. 22/97 è stato riconfermato il principio di prossimità secondo il quale il ricorso allo smaltimento in discarica, quale estrema ratio, deve comunque essere attuato in modo da evitare la movimentazione dei rifiuti stessi, privilegiando l individuazione di impianti più prossimi al luogo di produzione o di raccolta dei rifiuti stessi e di sistemi idonei a garantire il massimo grado di protezione dell ambiente e della salute pubblica. E riconfermato il principio di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali (ATO); ed è sempre vigente il divieto di carattere generale di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle ove gli stessi sono prodotti (salvo accordi regionali o internazionali). La raccolta differenziata è definita come la raccolta idonea, secondo criteri di economicità, efficacia e trasparenza ed efficienza, a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee, al momento della raccolta o, per la frazione umida, anche al momento del trattamento, nonché a raggruppare i rifiuti di imballaggio separatamente dagli altri rifiuti urbani, a condizione che tutti i rifiuti sopra indicati siano effettivamente destinati al recupero. Ai sensi dell art. 205 in ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti: Almeno il 35% entro il 31 Dicembre 2006; Almeno il 45% entro il 31 Dicembre 2008; Almeno il 65% entro il 31 Dicembre In base all art. 177 del D.Lgs. 152/06 s.m.i. le regioni devono adeguare i rispettivi ordinamenti alle disposizioni di tutela ambientale contenuta nella parte IV. La Regione Toscana aveva dato attuazione ai principi del D.Lgs. 22/97 con la L.R. n. 25 del maggio 1998, che in base all art. 264 del D.Lgs. 152/06 s.m.i., si ritiene, alcune parti, ancora in vigore. La L.R. 61/2007 in estrema sintesi è intervenuta in materia di pianificazione, di delimitazione degli ATO e di affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti. Le principali novità sono: Le provincie appartenenti a ciascun ATO devono approvare un unico piano dei rifiuti interprovinciale; Gli ATO da dieci sono ridotti a tre:

128 o ATO Toscana Centro costituito dai Comuni delle Provincie di Firenze, Prato e Pistoia; o ATO Toscana Costa costituito dai Comuni delle Provincie di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno; o ATO Toscana Sud costituito dai Comuni delle Provincie di Arezzo, Siena e Grosseto. I nuovi ATO devono individuare un solo gestore affidatario del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani. L ATO costa si è attivato attraverso raccordi istituzionali e tecnici per riorganizzare i servizi e per predisporre i nuovi Piani integrati.

129 II.2.2 La gestione dei RSU ed assimilati I dati sulla produzione dei rifiuti sono riferiti, per comodità e per omogeneità territoriale, al raggruppamento dei Comuni, per aree di raccolta, secondo quelli attualmente previsti dal Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti. Tali raggruppamenti non hanno nessuna valenza organizzativa del servizio di gestione. La ripartizione dei Comuni per ciascuna area di raccolta è riportata nella tabella sottostante: Area di raccolta Comuni Area di Livorno Livorno, Capraia Isola Area di Rosignano Bibbona, Cecina, Collesalvetti, Rosignano M. Area Piombino Campiglia M., Castagneto Carducci, Piombino, San Vincenzo, Suvereto, Sassetta Area Isola d Elba Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio, Rio nell Elba, Rio Marina, Porto Azzurro Ripartizione in Aree di raccolta dei Comuni della Provincia di Livorno La gestione del servizio di raccolta sul territorio della provincia è principalmente affidata ai seguenti soggetti gestori: Gestore Comuni serviti Popolazione residente complessiva servita ASIU Campiglia M., Castagneto Carducci, Piombino, San Vincenzo, Suvereto ESA Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio, Rio nell Elba, Rio Marina REA Bibbona, Capraia, Cecina, Collesalvetti, Rosignano M AAMPS Livorno In economia Campo dell Elba, Porto Azzurro, Sassetta Gestori e Comuni Serviti La tabella che segue fornisce una panoramica, per il 2006, sulla produzione di rifiuti urbani ed assimilati per ciascun Comune della Provincia di Livorno: Comune Residenti RD Totale RU Indifferenziato RU Totale % RD su RU Totale Procapite % Popolazione su Totale Provincia % RU su Totale Provincia N. Ton/Anno Ton/Anno Ton/Anno kg/ab*anno Capraia Isola , ,11 0,17 LIVORNO , ,63 38,75 Totale Area Livorno , ,74 38,91 Bibbona , ,94 2,14 Cecina , ,15 8,66 Collesalvetti , ,82 4,40 Rosignano M , ,43 12,00 Totale Area Rosignano , ,34 27,20 Campiglia M , ,84 3,27 Castagneto Carducci , ,56 3,92 Piombino , ,21 8,97 San Vincenzo , ,04 3,51 Sassetta , ,16 0,18 Suvereto , ,89 0,75 Totale Area Piombino , ,70 20,61 Campo Elba , ,31 2,16 Capoliveri , ,08 2,01 Marciana , ,67 1,07 Marciana Marina , ,57 0,88

130 Portoazzurro , ,02 1,25 Portoferraio , ,56 4,58 Rio nell'elba , ,65 0,34 Rio Marina , ,35 0,99 Totale Area Elba , ,21 13,29 TOTALE PROVINCIA , Dati riassuntivi della produzione di rifiuti urbani per i Comuni della Provincia di Livorno per l anno 2006 Dalla tabella precedente si possono derivare alcune considerazioni: il Comune di Livorno produce meno del 40% (38,91%) dei rifiuti di tutta la Provincia pur avendo una popolazione residente che rappresenta quasi la metà di quella insistente sull intera Provincia (47,74%) mentre tutte le altre aree di raccolta hanno incidenze percentuali di produzione dei rifiuti maggiori delle rispettive incidenze demografiche come conseguenza della sensibile incidenza turistica; con l esclusione dell area dell Elba, tutte le aree superano o sono prossime a una raccolta differenziata pari al 35%. In accordo con quanto affermato al punto precedente si riportano le variazioni negli anni sia della produzione totale di rifiuti urbani che delle raccolte differenziate; da questo si evince che se da un lato vi è stato un incremento dei rifiuti totali, dall altro i gestori dei sistemi di raccolta hanno effettuato investimenti per raggiungere gli obiettivi previsti dalla normativa vigente in materia. Andamento storico dell efficienza delle Rd in Provincia di Livorno A livello di raccolta differenziata pro capite si rileva, per il 2006, un valore pari a 223 Kg/ab*anno che si posiziona, secondo i dati forniti da APAT, tra i valori più alti a livello nazionale.

131 Per quanto riguarda l assetto impiantistico presente nella provincia di Livorno, la situazione è la seguente: AREA LIVORNO Impianto Località Proprietà Gestore Termovalorizzatore Picchianti Livorno A.AM.P.S. A.AM.P.S. 400 Potenzialità minima richiesta (t/g) Stato di fatto Le 2 linee hanno subito il revamping. La terza linea è da realizzare. L AIA è stata rilasciata. Impianto di selezione Picchianti Livorno A.AM.P.S. A.AM.P.S. 226 Realizzato Produzione CDR Picchianti Livorno A.AM.P.S. A.AM.P.S. Discarica Vallin dell Aquila Livorno A.AM.P.S. A.AM.P.S. Esaurita Impianto di compostaggio Loc. Il Biscottino - Livorno Chiuso AREA ROSIGNANO Impianto Località Proprietà Gestore Impianto di Compost Verde Impianto di selezione e compostaggio Produzione CDR Discarica Digestore anaerobico AREA PIOMBINO Loc. Scapigliato Rosignano M. Loc. Scapigliato Rosignano M. Loc. Scapigliato Rosignano M. Loc. Scapigliato Rosignano M. Loc. Scapigliato Rosignano M. Comune Rosignano Marittimo Comune Rosignano Marittimo Comune Rosignano Marittimo Comune Rosignano Marittimo Comune Rosignano Marittimo di di di di di REA 60 REA 256 Potenzialità minima richiesta (t/g) Stato di fatto Realizzato, ma attualmente fermo in attesa di collaudo Operativo in tutte le sue linee di processo con esclusione della linea di compostaggio da rifiuti preselezionati REA 150 Operativa REA 236 Previsto nel PPGR ma non realizzato Impianto trattamento rifiuti Discarica Impianto Località Proprietà Gestore integrato Ischia di Crociano Piombino Ischia di Crociano Piombino T.A.P. A.S.I.U. T.A.P. A.S.I.U. 21 Potenzialità minima richiesta (t/g) Stato di fatto Operativo con esclusione dell impianto di produzione del CDR Operativa. E previsto l ampliamento per un totale di mc AREA ELBA Impianto Località Proprietà Gestore Potenzialità minima richiesta Stato di fatto

132 Impianto di selezione e compostaggio Impianto di compostaggio Discarica Loc. Buraccio Porto Azzurro Loc. Buraccio Porto Azzurro Villa Literno Comuni d Elba Comuni d Elba Comuni d Elba Isola Isola Isola E.S.A. 45 E.S.A. 18 E.S.A. (t/g) Operativo nella sezione di selezione e valorizzazione della frazione secca mentre il revamping della sezione compostaggio non è ancora iniziato In fase di progettazione Esaurita

133 II.2.3 La gestione dei rifiuti speciali anche pericolosi La produzione totale di rifiuti speciali dichiarata dalle imprese della provincia per il 2004 assomma a poco meno di tonnellate, di cui il 94% classificati non pericolosi (poco più di tonnellate) e il 6% classificati come pericolosi (poco meno di tonnellate). In particolare la produzione di RSNP e RSP per le varie categorie industriali (ATECO) è qui di seguito riportata per l anno 2004: Divisioni ATECO Descrizione Non Pericolosi % Pericolosi % Totali % 13 Estrazione di minerali metalliferi ,46% 12 0,02% ,16% fabbricazione coke, raffinerie di petrolio, combustibili nucleari Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi ,41% ,42% ,75% ,37% ,68% ,39% ,84% 24 0,04% ,80% 27 Produzione di metalli e loro leghe ,57% ,82% ,80% fabbricazione e lavorazione prodotti in metallo, esclusi impianti Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi ,50% 286 0,49% ,50% ,66% ,60% ,77% 35 fabbricazione di altri mezzi di trasporto ,57% 344 0,59% ,57% recupero e preparazione per il riciclaggio produzione e distribuzione elettricità, gas, vapore e acqua calda raccolta, depurazione e distribuzione d'acqua ,05% ,08% ,72% ,69% ,23% ,78% ,67% 157 0,27% ,53% 45 Costruzioni ,91% 769 1,33% ,32% Trasporti terrestri; trasporti mediante condotte Attività di supporto dei trasporti; attività delle agenzie di viaggio ,56% 800 1,38% ,61% ,30% ,69% ,38% 75 Pubblica amministrazione e difesa ,98% 143 0,25% ,94% 90 Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili ,72% ,52% ,05% ,28% ,42% ,06% Produzioni principali di rifiuti speciali totali, non pericolosi e pericolosi dichiarata dalle imprese per il 2004, suddivise per divisioni di attività economiche secondo la classificazione ATECO (dati in tonnellate/anno) Area Rosignano; 22% Area Isola d'elba; 2% Area Livorno; 48% Area Piombino; 28%

134 Produzione di rifiuti speciali totali dichiarata nel 2004 dalle imprese della provincia suddivisa secondo le aree di raccolta definite dal primo stralcio del piano provinciale per la gestione dei rifiuti Area Rosignano; 22% Area Isola d'elba; 2% Area Livorno; 46% Area Piombino; 29% Produzione di rifiuti speciali non pericolosi dichiarata nel 2004 dalle imprese della Provincia suddivisa secondo le aree di raccolta definite dal primo stralcio del piano provinciale per la gestione dei rifiuti Area Rosignano; 16% Area Isola d'elba; 1% Area Piombino; 10% Area Livorno; 73% Produzione di rifiuti speciali pericolosi dichiarata nel 2004 dalle imprese della provincia suddivisa secondo le aree di raccolta definite dal primo stralcio del piano provinciale per la gestione dei rifiuti

135 Area di raccolta Comune Non pericolosi Pericolosi Totali Campo nell'elba Capoliveri Marciana Area Isola d'elba Marciana marina Porto azzurro Portoferraio Rio marina 197 <1 197 Rio nell'elba Area Isola d'elba totale Area Livorno Capraia isola Livorno Area Livorno totale Campiglia Castagneto Area Piombino Piombino San Vincenzo Sassetta Suvereto Area Piombino totale Bibbona Area Rosignano Cecina Collesalvetti Rosignano Area Rosignano totale Provincia totale Produzione di rifiuti speciali non pericolosi, pericolosi e totali dichiarata nel 2004 dalle imprese della provincia suddivisa secondo le aree di raccolta definite dal primo stralcio del piano provinciale per la gestione dei rifiuti (dati in tonnellate)

136 Relativamente alla destinazione e all utilizzo degli impianti per lo smaltimento/trattamento, il quadro impiantistico provinciale è il seguente. D o R Descrizione Isola d'elba Livorno Piombino Rosignano Totale D1 Smaltimento in discarica D8 Trattamento biologico preliminare allo smaltimento D9 Trattamento fisico-chimico preliminare allo smaltimento D10 Incenerimento a terra D13 Raggruppamento preliminare allo smaltimento D14 Ricondizionamento preliminare allo smaltimento D15 Giacenze al 31/12 in attesa di avvio a smaltimento Totale a smaltimento R1 Recupero di energia R3 Riciclo/recupero di sostanze organiche non solventi R4 Riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici R5 Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche R9 Rigenerazione o altri reimpieghi degli oli R10 Spandimento sul suolo R12 Scambio di rifiuti preliminare al recupero R13 Giacenze al 31/12 in attesa di avvio a recupero Totale a recupero Totale Rifiuti speciali sottoposti a trattamento nel 2004 per aree di raccolta definite dal primo stralcio del Piano Provinciale (dati in tonnellate/anno)

137 Il quadro autorizzatorio provinciale è il seguente. Gestore Operazione autorizzata Comune A.AM.P.S. Depurazione RS Livorno Abate Stoccaggio e selezione di RS Livorno Asa Depurazione Livorno Au.De.Co. Rottamazione dei veicoli Rosignano M. Autodemolizioni Livornese Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Livorno, Cecina Autodemolizioni Pozzi e Vagelli Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Collesalvetti Autotrasporti Perini Rottamazione dei veicoli Bibbona Bacci Piero Rottamazione dei veicoli Livorno Bastiano Autodemolizioni Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Portoferraio Bogi Vinicio Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Livorno Carbochima Termodistruzione di acque ammoniacali in conto proprio Livorno Carvin Ecocentro per il conferimento di rifiuti agricoli Castagneti, Rosignano M. Centro Livornese Recuperi Inerti Trattamento e recupero inerti Livorno Comune di Bibbona Depurazione di reflui urbani Bibbona Comune di Depurazione di reflui urbani Castagneto Castagneto Comune di Cecina Depurazione di reflui urbani Cecina Comune di Cecina Spandimento di fanghi di depurazione in agricoltura Cecina Cooperativa Sociale Inserimento Lavoro Produzione di humus da biodegradazione Livorno Delphi Stoccaggio di RSP Livorno Depurazioni industriali Depurazione di RS Livorno Dow Italia Conversione dell impianto di termossidazione ad inceneritore di RSP in conto proprio Livorno Ecoltecnica Sistemi Recupero di componenti da frigoriferi Piombino Ecomar Italia Modifiche all impianto di trattamento e deposito preliminare di RS Rosignano M. Ecomar Italia Messa in riserva e deposito preliminare Collesalvetti Ecomar Italia Deposito preliminare e trattamento di RS Rosignano M. Ecomar Italia Deposito preliminare e trattamento di RS Collesalvetti Ecorottami Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Suvereto Ecotec Chemie Inertizzazione di RSNP Collesalvetti Enel Messa in riserva di RSP Piombino F.lli Venuta Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Livorno Fiaschi Maurizio Rottamazione e stoccaggio dei veicoli Piombino Immobiliare Riciclaggio Inerti Livorno S.Croce La Magona Deposito preliminare di RS Piombino Labromare Messa in riserva e recupero RSP Livorno Lonzi Metalli Deposito preliminare, messa in riserva, selezione e recupero di RS Livorno Lonzi Rossano Messa in riserva di RSP Livorno Lonzi Rottami Rottamazione di Veicoli Rosignano M. Lu.Ni.Rot Deposito preliminare e messa in riserva di RS; rottamazione e stoccaggio veicoli Livorno Lucchini Discarica conto proprio Piombino Prometal S.r.l. Rottamazione e stoccaggio veicoli Livorno R.E.A. Impianto di trattamento di percolato da discarica Rosignano M. Ra.Ri Livorno Deposito preliminare, messa in riserva, selezione e recupero di RS Livorno Rei Progetti Utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura S.E.A.L. Deposito preliminare e messa in riserva di RS Livorno Safety-Kleen Italia Deposito preliminare e messa in riserva di RS Livorno Società Toscana Recuperi Messa in riserva di RSNP Piombino Solvay Chimica Italia Deposito preliminare e messa in riserva RSP Rosignano M. Solval Recupero di RS Rosignano M. Tired Messa in riserva, trattamento e recupero di beni durevoli Livorno Tresp Riutilizzo di pneumatici usati Collesalvetti Vive Messa in riserva di RSP Livorno Impianti di gestione RS autorizzati presenti in Provincia di Livorno II.2.4 La gestione dei rifiuti transfrontalieri

138 Una informazione essenziale per la definizione del quadro conoscitivo della gestione dei rifiuti speciali riguarda la movimentazione verso l esterno e dall esterno dei confini della Provincia di Livorno. Le autorizzazioni relative rientrano nelle competenze specifiche della Provincia di Livorno. La movimentazione dei rifiuti riguarda il porto di Livorno * Fanghi acidi processo alchilico * Rifiuti contenenti mercurio * Fondi di distillazione * Scorie saline produzione secondaria * Polvere di alluminio * Olio contaminato da PCB * Solventi e miscele di solventi Pneumatici fuori uso * Sostanze chimiche organiche * Catalizzatori esauriti * Legno contenente sost. pericolose Rifiuto CER Tonnellate * * * * * * * * * * * Terra e rocce con sostanze pericolose Terra e rocce diverse da * * Materiale isol. cont. amianto * Materiali isolanti con sostanze pericolose * Materiale da costruzione contenenti amianto * Miscugli di rifiuti Plastica e gomma * Rifiuti parzialmente stabilizzati * * * * * * Elenco rifiuti esportati per codice CER dal 1998 al Anno Totali

139 Esportazioni tn Numero spedizioni Importazioni tn Movimenti transfrontalieri dal 1993 al 2008 Per l anno 2006 si sono registrati i seguenti movimenti transfrontalieri: CER Rifiuto Quantitativo (kg) Paese di destinazione Operazione smaltimento recupero * Rifiuti contenenti mercurio 467Germania D * Altri solventi e miscele di solventi 212Germania R * Catalizzatori esauriti 52Germania R * Legno contenente sostanze pericolose 2.750Germania R1-R * Terra e rocce contenti sostanze pericolose 2.709Germania D * Materiale da costruzione contenente amianto 39Germania D * Miscugli di rifiuti contenenti almeno un pericoloso 8.583Germania D * Rifiuti contrassegnati pericolosi, parzialmente stabilizzati 9.363Germania D Plastica e gomma 313Austria R13 TOTALE Movimenti transfrontalieri anno 2006 Per l anno 2007 si sono registrati i seguenti movimenti transfrontalieri: CER Rifiuto Quantitativo (tn) Destinazione Operazione smaltimento recupero * Oli isolanti e termoconduttori contenenti PCB 70 Germania D * Altri solventi e miscele di solventi 229 Germania R * Terra e rocce contenti sostanze pericolose Germania D * Materiali isolanti contenenti amianto 454 Germania D * Materiali da costruzione contenenti amianto 101 Germania D * * Miscugli di rifiuti contenenti almeno un pericoloso Rifiuti contrassegnati pericolosi, parzialmente stabilizzati Germania D Germania D Plastica e gomma 439 Austria R13

140 TOTALE Movimenti transfrontalieri anno 2007 Per l anno 2008 (fino a Settembre) si sono registrati i seguenti movimenti transfrontalieri: CER Rifiuto Quantitativo (kg) Destinazione Operazione smaltimento recupero Altri solventi e miscele di solventi 135 Orm Bergold Chemie Bochum Gerte - D R Pneumatici fuori uso 285 Carpat Cement Holding Deva - RO D Legno contenente sostanze pericolose 242 Unitherm Baruth Baruth D R Terra e rocce contenenti sostanze pericolose Wev Grossposna-Stormthal - D D Terra e rocce diverse dalla voce Schelklingen - D D Materiali isolanti contenenti amianto 471 Wev Grossposna-Stormthal - D D Materiali isolanti contenenti amianto 861 Wev Grossposna-Stormthal - D D Materiale da costruzione contenente amianto Miscugli di rifiuti contenenti almeno un pericoloso Rifiuti contrassegnati pericolosi, parzialmente stabilizzati 35 Deponie Eichenberg Berkheim - D D1 6761,66 MDSE Bitterfeld - D D ,5 PD Industries Puschwitz - D D Plastica e gomma 215 Sky Plastic Recycling Haimburg - A R3 TOTALE Movimenti transfrontalieri anno 2008 (fino a Settembre)

141 II.3.1. Introduzione normativa. Parte IV, titolo V Bonifica dei siti contaminati del D.lgs 152/2006, dedica 16 articoli (da 239 a 253 per la disciplina sostanziale e 257 per quella sanzionatoria) e 5 allegati alla bonifica dei siti contaminati. La disciplina che ne deriva è decisamente innovativa rispetto a quella di cui all'abrogando Dm 471/1999; gli elementi di fondamentale novità sono i seguenti: La nuova definizione di "bonifica" prevede che le sostanze inquinanti presenti nel suolo, sottosuolo ed acque dovranno essere ricondotte ai valori di "concentrazioni soglia di rischio" (CSR), calcolati in base all'analisi di rischio assoluta sito specifica e non, come prevede il Dm 471/1999, alle concentrazioni limite tabellari. Il riferimento all analisi del rischio costituisce una delle principali novità introdotte. Sarà, dunque, questo criterio a definire un sito contaminato ed individuare gli obiettivi della bonifica dei suoli e delle acque. Questo significa che si passa così da un criterio meramente tabellare, ad un criterio misto, dove il superamento dei valori tabellari di screening comporta l'applicazione dell'analisi assoluta di rischio per individuare se sussiste un rischio concreto ed attuale per la salute dell'uomo e l'ambiente. In caso affermativo, si passa alla individuazione degli obiettivi di bonifica per i suoli, in funzione del destino d'uso del suolo medesimo e per le acque. Al fine di garantire il proseguo delle attività produttive, è stato meglio specificato il concetto di messa in sicurezza operativa: si tratta dell' insieme degli interventi eseguiti in un sito con attività in esercizio per garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e l'ambiente "in attesa di ulteriori interventi di messa in sicurezza permanente o bonifica da realizzarsi alla cessazione dell'attività". Le procedure amministrative prevedono tre fasi: piano della caratterizzazione, documento dell'analisi di rischio, progetto di bonifica di messa in sicurezza operativa o permanente. L'approvazione di quest'ultimo, per il tempo necessario ad attuarlo, sostituisce a tutti gli effetti autorizzazioni, concessioni ecc. e, in particolare, la Via (se necessaria); invece, l'attuale Dm 471/1999 prevede che l'approvazione del progetto è subordinata all'acquisizione, sempre se necessaria, della relativa pronuncia; Gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso sono disciplinati dalle Regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale e comunque nel rispetto dei criteri generali di cui al presente titolo. Per quanto attiene invece alla necessità di stimolare l esecuzione di interventi di bonifica si deve registrare un interessante evoluzione apportata con l entrata in vigore dell art. 252.bis, del d. lgs. 152/06, introdotto con il d. lgs. 4/08. Questo articolo introduce una particolare procedura negoziata tra i soggetti interessati, da attivare su aree contaminate sulle quali viene rilevato un preminente interesse pubblico per la riconversione industriale. La procedura proposta vuole riunire - e quindi rendere le rispettive valutazioni integrate e se possibile concomitanti le operazioni di risanamento ambientale e di riutilizzo produttivo dell area contaminata. La situazione dei siti da bonificare nella provincia di Livorno, è elencata nelle pagine seguenti.

142 Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI BIBBONA LI003 Discarica di Bibbona LOCALITA' POGGIO PEZZATO - LI LI LI LI LI LI CAMPIGLIA MARITTIMA CAMPIGLIA MARITTIMA CAMPO NELL'ELBA CAMPO NELL'ELBA CAMPO NELL'ELBA CAMPO NELL'ELBA LI Automobile Club Livorno - punto vendita AGIP STRADA PROVINCIALE 39 "VECCHIA AURELIA" KM VENTURINA messa in sicurezza di emergenza LI013 Termin Rosso LOCALITA' CAMPIGLIA M.MA - LI Contaminazione fiume Formicaio FOSSO FORMICAIO piano di caratterizzazione presentato LI Impianto Il Vallone LOCALITA' VALLONE piano di caratterizzazione presentato LI057 Literno (Vecchia Discarica) LOCALITA' VALLE DI LITERNO fase di bonifica LI Vitiello Francesco - sversamento gasolio LI CAPOLIVERI LI Aree minerarie "il Vallone" e "Ginevro" LOCALITA' SANTA TRINITÀ 204 fase di bonifica attivazione procedura LI CAPOLIVERI LI023 Poggio Polveraio LOCALITA' CALAMITA - LI CAPRAIA ISOLA LI Area di accumulo inerti in loc. San Rocco LI LI LI CASTAGNETO CARDUCCI CASTAGNETO CARDUCCI CASTAGNETO CARDUCCI LOCALITA' SAN ROCCO LI008 Discarica Acquacalda LOCALITA' ACQUACALDA - PODERE PORCARECCE LI Distributore Q8 - Castagneto Carducci LI Villaggio turistico "Club Mediterranee" LI CECINA LI004 Discarica Comunale di Magona LI CECINA LI Incidente (Sinistro S.G.T) Sversamento acido cloridrico STRADA STATALE 1 KM DONORATICO LOCALITA' PIANETTI - DONORATICO certificazione di avvenuta bonifica - progetto definitivo di bonifica presentato piano di caratterizzazione presentato LOCALITA' LAGHETTI DI CECINA - LOCALITA' PIAZZALE MONTANARA attivazione procedura LI CECINA LI026 La Magona VIA CURTATONE attivazione procedura LI CECINA LI Pozzo Collemezzano 2 attivazione procedura LI CECINA LI Presidio Ospedaliero Cecina ZONA CENTRALE TERMICA Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI CECINA LI034 Zuccherificio Federconsorzi VIA GINORI LI COLLESALVETTI LI050 Agipplast STRADA STATALE AURELIA - STAGNO LI COLLESALVETTI LI cantiere Ecoltecnica di Stagno* LI COLLESALVETTI LI Distributore ESSO di F.lli Travaglini snc LI COLLESALVETTI LI Ex Deposito Agip Petroli e stabilimento Agip Gas - area PZ7 LI COLLESALVETTI LI Ex Deposito Agip Petroli e stabilimento Agip Gas - Restante parte LI COLLESALVETTI LI ex-deposito di stoccaggio idrocarburi Ex Tosco Fuel LI COLLESALVETTI LI Piattaforma di Ponte Biscottino VIA LA MALFA 1 LOCALITA' IL FALDO LOCALITA' STAGNO - STAGNO LOCALITA' STAGNO - STAGNO VIA LEPORI - STAGNO STRADA STATALE 67 BIS KM 17,300 - PONTE BISCOTTINO messa in sicurezza di emergenza piano di caratterizzazione presentato fase di monitoraggio piano di caratterizzazione presentato attivazione procedura certificazione di avvenuta bonifica (parziale) fase di bonifica piano di caratterizzazione approvato piano di caratterizzazione approvato LI COLLESALVETTI LI Raffineria Agip Petroli LOCALITA' STAGNO fase di monitoraggio LI COLLESALVETTI LI STAP-Agip Petroli LOCALITA' STAGNO fase di bonifica LI LIVORNO LI A.AM.PS - ASA SpA LOCALITA' VALLIN DELL'AQUILA certificazione di avvenuta bonifica LI LIVORNO LI Agip Petroli - ex deposito VIA DELLE SORGENTI bonifica conclusa

143 carburanti n.5033 LI LIVORNO LI Area ex Fiat Auto - Livorno VIA ENRIQUES 35/37 fase di bonifica LI LIVORNO LI Area ex Soc. Fratelli Feltrinelli VIA DELLE CATERATTE piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Area Prometal Srl LOCALITA' VALLIN BUIO certificazione di avvenuta bonifica LI LIVORNO LI Area Terminal Da Vinci di proprietà Compagnia dei Lavoratori Portuali di Livorno VIA LEONARDO DA VINCI piano di caratterizzazione approvato Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI LIVORNO LI Autorità Portuale Aree pubbliche a terra piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Autorità Portuale di Livorno - Area 1 LI LIVORNO LI Autorità Portuale di Livorno - Area 2 LI LIVORNO LI Autorità Portuale di Livorno - Area 3 LI LIVORNO LI Autorità Portuale di Livorno - Canale di accesso al Porto LI LIVORNO LI Autorità Portuale di Livorno - Darsena Pisana LI LIVORNO LI Autorità Portuale di Livorno - Dragaggio imboccatura Sud del Porto di Livorno fase di bonifica fase di certificazione piano di caratterizzazione approvato progetto definitivo di bonifica approvato progetto definitivo di bonifica approvato progetto definitivo di bonifica presentato LI LIVORNO LI Autotrasporti A. Picchi srl VIA FIRENZE 108 messa in sicurezza di emergenza LI LIVORNO LI035 Bertolli VIA PALEOCAPA - LI LIVORNO LI Bogi Vinicio VIA DELL'ULIVETA piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI C.Li.R.I. VIA DI VALLIN BUIO piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Canale industriale del Porto di Livorno LI LIVORNO LI Cantieri Navali Orlando e Porto Mediceo fase di bonifica piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Cereria Graziani piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Cimitero comunale "La Cigna" LI LIVORNO LI Compagnia Portuale Livorno VIA DEI TRASPORTATORI 19 - STAGNO messa in sicurezza di emergenza certificazione di avvenuta bonifica Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI LIVORNO LI Condominio di Via della Madonna,50 VIA DELLA MADONNA 50 messa in sicurezza di emergenza

144 LI LIVORNO LI Deposito Mobil Oil italiana SpA LI LIVORNO LI Deposito prodotti petroliferi e petrolchimici Società D.O.C. Livorno SpA VIA TRASPORTATORI 7 - STAGNO VIA DELLO SCOLMATORE LI LIVORNO LI Deposito Toscopetrol VIA SCOLMATORE 21 - CALAMBRONE fase di bonifica piano di caratterizzazione approvato fase di bonifica LI LIVORNO LI054 Discarica Limoncino LOCALITA' LIMONCINO - LI LIVORNO LI Discarica Vallin dell'aquila LOCALITA' VALLIN DELL'AQUILA fase di bonifica LI LIVORNO LI Distributore ESSO - Livorno Ardenza LI LIVORNO LI Distributore ESSO - Livorno Naziario Sauro LI LIVORNO LI Distributore ESSO ex P.V.F LI LIVORNO LI Distributore IP - Livorno - Marradi LI LIVORNO LI Distributore Kuwait Petroleum Italia Spa LI LIVORNO LI Dole Term S.r.l.u. Di proprietà Autorità Portuale di Livorno LI LIVORNO LI ENEL - Centrale termoelettrica LI LIVORNO LI Eni R&M Raffineria serbatoio n.149 LI LIVORNO LI ENI SpA Divisione R&M Raffineria di Livorno - Evento del 28/05/06 serbatoio 121 VIA DELL'ARDENZA 80 VIA NAZARIO SAURO 95 VIA DI LEVANTE VIA MARRADI LOCALITA' VARIANTE AURELIA LATO MONTE KM Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI LIVORNO LI ENI SpA-Div. Refining &Marketing Raffineria di Livorno Oleodotto 29 evento del 23/01/07 progetto definitivo di bonifica presentato progetto definitivo di bonifica presentato piano di caratterizzazione presentato progetto definitivo di bonifica approvato certificazione di avvenuta bonifica piano di caratterizzazione approvato fase di bonifica fase di bonifica piano di caratterizzazione presentato messa in sicurezza di emergenza LI LIVORNO LI EniPower progetto preliminare di bonifica presentato LI LIVORNO LI ex Carbochimica S.p.A. - ora Feder Petroli Green Road Srl LI LIVORNO LI Ex Centrale del latte - PCL costruzioni VIA LEONARDO DA VINCI 39 VIA ENRIQUES 9 fase di bonifica piano di caratterizzazione approvato LI LIVORNO LI ex Cereol VIA L. DA VINCI fase di bonifica LI LIVORNO LI Ex Stabilimento Coca Cola e Terme del Corallo LI LIVORNO LI F.lli Bartoli VARCO ZARA 3 - CALATA DEL MAGNALE (AREA PORTUALE) LI LIVORNO LI Falda perimetro del sito di interesse nazionale di Livorno piano di caratterizzazione approvato piano di caratterizzazione approvato messa in sicurezza di emergenza LI LIVORNO LI Fe.Me. di Giorgio Libertari VIA CHIABRERA 24 certificazione di avvenuta bonifica LI LIVORNO LI ICRAM - Livorno - marino costiera LI LIVORNO LI Istituto Salesiano Sacro Cuore AREA MARINO COSTIERA VIA DON BOSCO 68/70 fase di bonifica piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Labromare srl VIA GALVANI 40 fase di bonifica LI LIVORNO LI055 Lasor LOCALITA' PICCHIANTI - LI LIVORNO LI Livorno - area portuale piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Lonzi Metalli VIA CONDOTTI VECCHI 64 piano di caratterizzazione approvato LI LIVORNO LI Marinari Pieretta VIALE ITALIA 115 attestazione di non necessità della bonifica

145 LI LIVORNO LI MARITER srl VIA DELLE CATERATTE 110 piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Novaol srl piano di caratterizzazione approvato LI LIVORNO LI030 Pirelli - Sice Cavi VIALE CARDUCCI - Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI LIVORNO LI RA.RI VIA DEI FABBRI 5/7 piano di caratterizzazione approvato LI LIVORNO LI Raffineria di Livorno progetto preliminare di bonifica presentato LI LIVORNO LI RFI-Direzione Compartimentale Infrastrutture Firenze raddoppio binario LI LIVORNO LI Ribaltamento autocisterna - galleria del Maroccone LI LIVORNO LI Sito di Via Lamarmora Sud SVINCOLO AURELIA - GALLERIA DEL MAROCCONE fase di bonifica messa in sicurezza di emergenza VIA LAMARMORA - LI LIVORNO LI Soc. Grandi Molini Italiani piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Soc. Laviosa Chimica Mineraria e Bentec piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Soc. Porta a Mare SpA fase di monitoraggio LI LIVORNO LI Società Betonval piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Società D.O.C. Livorno SpA LI LIVORNO LI Società Depositi Costieri del Tirreno VIA LEONARDO DA VINCI 33 VIA DELLO SCOLMATORE 31 fase di bonifica piano di caratterizzazione approvato LI LIVORNO LI Società DOW ITALIA SpA VIA LUIGI GALVANI 34 fase di monitoraggio LI LIVORNO LI Società Grande Maison piano di caratterizzazione approvato LI LIVORNO LI Società LTM piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI Società Rhodia Italia SpA LOCALITA' LEONARDO DA VINCI 3 fase di bonifica LI LIVORNO LI Società SICEA piano di caratterizzazione presentato LI LIVORNO LI027 Spica VIA S. MARTINO - LI LIVORNO LI Stabilimento Costieri D'Alesio LI LIVORNO LI Stabilimento Costiero Gas Livorno VIA LEONARDO DA VINCI 29 Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito fase di bonifica fase di bonifica LI LIVORNO LI Svincolo stradale tra Via L. da Vinci e la S.G.C. FI.PI.LI. SVINCOLO L. DA VINCI E S.G.C. FI.PI.LI. messa in sicurezza di emergenza LI LIVORNO LI Toscopetrol VIA DELLO SCOLMATORE 21 fase di bonifica LI LIVORNO LI Toscopetrol Spa - area banchina Canale Industriale BANCHINA CANALE INDUSTRIALE fase di bonifica LI LIVORNO LI056 Via Condotti Vecchi LOCALITA' LIVORNO certificazione di avvenuta bonifica LI LI MARCIANA MARINA MARCIANA MARINA LI Distributore AGIP Petroli (punto vendita 5060) LI Distributore Q8 (punto vendita 4250) VIA GIUSEPPE CERBONI VIALE REGINA MARGHERITA certificazione di avvenuta bonifica bonifica conclusa LI PIOMBINO LI-ns-04 Area Cantiere Enel LOCALITA' TORRE DEL SALE fase di bonifica LI PIOMBINO LI-ns-03 Area Cimi Montubi Soc. Fintecna LOCALITA' FIORENTINA fase di bonifica

146 LI PIOMBINO LI Area pubblica demanio fase di bonifica LI PIOMBINO LI Autorità Portuale APP - area portuale LI PIOMBINO LI Autorità Portuale APP - bacino di evoluzione LI PIOMBINO LI Autorità Portuale APP - restante parte LI PIOMBINO LI Autorità Portuale APP - Settore 1 - Area Carbonili antistante al mare LI PIOMBINO LI Banchina Marinai d'italia del Porto di Piombino LI PIOMBINO LI Bonifica acque di falda nelle aree interne al sito di interesse nazionale LOCALITA' PIOMBINO LOCALITA' PIOMBINO piano di caratterizzazione approvato piano di caratterizzazione approvato LOCALITA' PIOMBINO - LOCALITA' PIOMBINO Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito progetto definitivo di bonifica presentato bonifica conclusa fase di bonifica LI PIOMBINO LI-ns-01 Città Futura (Cantiere ex Icrot/Siderco) AREA LUCCHINI - PIOMBINO fase di bonifica LI PIOMBINO LI053 Discarica Ex Ilva LOCALITA' ISCHIA DI CROCIANO fase di bonifica LI PIOMBINO LI015 Discarica Interna Dalmine LOCALITA' ISCHIA DI CROCIANO fase di bonifica LI PIOMBINO LI016 Discarica Interna Enel LOCALITA' TORRE DEL SALE certificazione di avvenuta bonifica LI PIOMBINO LI Distributore Kuwait punto vendita 4230 VIA DELLA PRINCIPESSA progetto preliminare di bonifica presentato LI PIOMBINO LI-ns-01 bis Ditta LU.SID - LI PIOMBINO LI Ditta Mannari Escavazioni s.n.c. - Impianto turistico ricettivo "Mare verde" LI PIOMBINO LI-ns-02 Ditta SAE Srl - Loc. Riotorto LOCALITA' CAMPO AL FICO LOCALITA' RIOTORTO fase di bonifica fase di certificazione LI PIOMBINO LI Ex IRFID Soc. Fintecna fase di monitoraggio LI PIOMBINO LI ICRAM - Piombino LOCALITA' PIOMBINO fase di bonifica LI PIOMBINO LI La Magona d'italia SpA Arcelor Piombino VIA PORTOVECCHIO 34 fase di bonifica LI PIOMBINO LI Lucchini S.p.A. fase di bonifica LI PIOMBINO LI053 bis Nuovo Sito Asiu LOCALITA' ISCHIA DI CROCIANO certificazione di avvenuta bonifica LI PIOMBINO LI Settore Demaniale Costiero LI PIOMBINO LI SIPI SpA VIALE DALLA RESISTENZA 2 - GAGNO LI PIOMBINO LI Soc Edison ex ISE srl (Area centrali termoelettriche) - CET1 (venduta a Soc. Bertocci Montaggi srl) AREA LUCCHINI Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito fase di bonifica piano di caratterizzazione approvato fase di bonifica LI PIOMBINO LI Soc Edison ex ISE srl (Area centrali termoelettriche) - CET2/3 AREA LUCCHINI progetto definitivo di bonifica presentato LI PIOMBINO LI Società Toremar fase di bonifica LI PIOMBINO LI s.c.1 Vecchia Discarica Poggio ai Venti LOCALITA' POGGIO AI VENTI fase di bonifica

147 LI PORTO AZZURRO LI021 Casa Buraccio LOCALITA' MONTE CASTELLO - LI PORTO AZZURRO LI Miniera di Terranera attivazione procedura LI PORTOFERRAIO LI020 Buraccio LOCALITA' CASA MARCHETTI - LI PORTOFERRAIO LI distributore Kuwait punto vendita 4229 CARPANI PORTOFERRAIO LI PORTOFERRAIO LI051 Ex Cesa-Esaom LOCALITA' CASACCIA - SAN GIOVANNI LI PORTOFERRAIO LI Società Spazio Industriale 2 - area ex Enel LI RIO MARINA LI Aree minerarie "Le Conche" e "Pistillo" LI RIO MARINA LI Ilva srl - Lavanderia Industriale VIALE TESEI AL PIANO piano di caratterizzazione presentato fase di certificazione attivazione procedura attivazione procedura messa in sicurezza di emergenza LI RIO MARINA LI019 Rio Albano LOCALITA' RIO MARINA attivazione procedura LI LI LI LI LI ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO Li Area di Servizio Fine Nord autostrada A12 LI Cofathec Servizi - Centro Civico M.dia LOCALITA' CENTRO CIVICO M.DIA piano di caratterizzazione presentato LI006 Discarica Lillatro LOCALITA' LILLATRO fase di bonifica LI Distributore ESSO di Fine Est sas Manganiello A. LI Distributore ESSO punto vendita 8429 AUTOSTRADA A12 - AREA DI SERVIZIO FINE EST STRADA STATALE AURELIA KM 360 Prov Comune Codice Sito Denominazione Indirizzo Stato Sito LI LI LI LI ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO ROSIGNANO MARITTIMO - messa in sicurezza di emergenza piano di caratterizzazione presentato LI ECOMAR-ITALIA SpA LOCALITA' POLVERONI - VADA attivazione procedura LI025 Multifili LOCALITA' ROSIGNANO SOLVAY - LI Stabilimento Solvay - area roselectra LI Stabilimento Solvay - area SPE LI SAN VINCENZO LI Ex Discarica Comunale - San Vincenzo - San Bartolo VIA PIAVE 6 VIA PIAVE 6 LOCALITA' SAN BARTOLO - S. BARTOLO piano di caratterizzazione approvato piano di caratterizzazione approvato piano di caratterizzazione presentato LI SAN VINCENZO LI010 Ginepraie LOCALITA' GINEPRAIE piano di caratterizzazione presentato LI SAN VINCENZO LI Società LO.MA s.r.l. VIA SOCRATE 2 - ZONA INDUSTRIALE attivazione procedura LI SASSETTA LI009 Le Vignole LOCALITA' LA CASA - LI SUVERETO LI012 Discarica Comunale - Suvereto Sbaraglia LI SUVERETO LI Palazzotto - presso Area SALES (segnalazione CIGRI) LOCALITA' LA SBARAGLIA - LOCALITA' PALAZZOTTO messa in sicurezza di emergenza

148 II.3.3 La situazione nei Siti d interesse nazionale La legge. 426/98 ha individuato un primo elenco di 15 siti che sono stati ritenuti di interesse nazionale, di cui due ricadenti nel territorio della Regione Toscana (Massa Carrara e Piombino). Il Programma nazionale di Bonifica e ripristina ambientale predisposto dal Ministero dell'ambiente (D.M. 468/01) ne ha previsti altri 22 di cui uno in Toscana (Livorno). Livorno Piombino Aree a terra (km 2 ) 7,050 8,460 Aree a mare (km 2 ) 14,885 19,719 Il sito di bonifica di interesse nazionale di Livorno ricade nella parte nord del Comune di Livorno ed è delimitato a nord dal canale Scolmatore, ad est dall abitato di Stagno (Comune di Collesalvetti), a sud dal torrente Ugione e dalla linea di costa. L area complessiva del SIN è di circa 21,935 kmq, di cui 14,885 costituiti da mare e acque interne e 7,050 costituiti da aree continentali, la maggior parte ricadenti nel Comune di Livorno. Ad oggi molte aziende comprese nell area del SIN hanno attivato la procedura di bonifica e la maggior parte di esse sono in fase di caratterizzazione con indagini avviate. Il Ministero dell Ambiente con il D.M. del , in G.U. il , ha perimetrato provvisoriamente l area del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Livorno. I principali inquinanti rilevati nell area sono costituiti da metalli pesanti (piombo, mercurio, rame, zinco e cromo), da idrocarburi e da idrocarburi policiclici aromatici. Nella tabella sono riportate alcune delle imprese che hanno attivato la procedura. Soggetto Aree interessate in ha. Italoil 3.54 Carbochimica 4,14 Fiat Auto 4,85 Dow Italia 6,72 Compagnia Lavoratori Portuali 1,90 Toscopetrol 1,36 D.O.C. Livorno 3,00 Rhodia Italia 5,47 Costieri D Alesio 8,72 Toscopetrol 2,71 Toscopetrol 0,12 Labromare 0,48 Cantieri Navali Salvatori 0,43 Agip Petroli 190,94 ENEL 5

149 Il SIN relativo all area portuale di Piombino (perimetrata con DM 10 gennaio 2000) comprende il polo industriale di notevole dimensioni (circa 236 ettari), che si estende verso il centro abitato, e sul quale sono e sono state effettuate attività siderurgiche a ciclo integrale, produzione di laminati zincati e/o verniciati, centrali termoelettriche, etc; un area marina antistante. All'interno della perimetrazione sono altresì ricompresse le aree di riempimento e colmata con materiali di riporto e discariche di rifiuti prevalentemente industriali (complessivi: circa 567 ha + 48 ha).. La prima fase di indagine ha individuato due aree inquinate prevalentemente da idrocarburi, metalli pesanti e IPA. L inizio delle attività siderurgiche risale al Oltre alla Lucchini, che rappresenta lo stabilimento siderurgico più grande e l unico a ciclo integrato, nel sito industriale sono presenti: centrali termoelettriche alimentate a gas di altoforno, gas di cokeria, metano e in parte a olio combustibile (Ise, Elettra) e ad olio combustibile (Enel Torre del Sale); siderurgia di seconde lavorazioni, lamierino zincato e verniciato (La Magona d Italia); tubificio (Dalmine). L area comprende anche il Porto di Piombino. Lo stato ambientale del sito di interesse nazionale, di estensione pari a circa 822 ettari, si presenta compromesso a causa della presenza dell area portuale e di un polo industriale di notevoli dimensioni, sul quale insistono attività produttive particolarmente impattanti (acciaierie). Peraltro il sito di interesse nazionale è localizzato ai margini di nuclei abitati della città ed espone la popolazione ad un elevato livello di inquinamento. Il quadro generale che si

150 ricava dall analisi dei dati disponibili è quello della presenza di contaminazione dei suoli e delle falde sia superficiale che profonda e dei sedimenti dovuta alla presenza di metalli pesanti, Cloruri, Nitriti, Solfati, Idrocarburi, IPA..

151 SITO AREA (mq) ASIU - LI s.c1. - Discarica 2B ASIU - LI s.c1. - Vecchia Discarica "Poggio ai Venti" Autorità Portuale - Area Variante II Città Futura Demanio - Area Pubblica Demanio Marittimo - Area Pubblica Electra Enel Centrale Torre del Sale Fintecna Cimimontubi Fintecna - Ex IRFID Bertocci Montaggi S.r.l Cet 2/ Arcelor Mittal Lucchini - Demanio Bonifiche Lucchini Demanio Marittimo Lucchini Proprietà SIPI S.p.A T.A.P. S.r.l. - Area LI53bis (Area piattaforma) Tenaris Dalmine S.p.A. - Stab.to industriale (Concessione demaniale) Il controllo delle attività di bonifica nelle aree inserite nei SIN si presenta mq particolarmente complesso sia per gli aspetti tecnici che per quelli gestionali: L inserimento poi di aree marine e residenziali non fa che accrescere le problematiche per la necessità di ridurre i tempi e i costi degli interventi, la necessità di definire i valori di fondo naturali, la necessità di individuare i limiti di riferimento non sempre definiti dalle norme, le carenze di CSC di riferimento per diversi parametri, il troppo basso valore per altri; le problematiche inoltre.si presentano diverse da sito a sito sia per gli aspetti tecnici sia per gli aspetti gestionali, giuridici ed amministrativi. Oltre a queste problematiche tecniche che derivano direttamente dalla norma per le bonifiche inserite nei SIN occorre tenere presente tutta una serie di problemi procedurali che possono diventare fondamentali nell allungare i tempi e i costi dell intervento di caratterizzazione e/o di risanamento ma anche dell attività di controllo. La provincia di Livorno ha aderito all accordo di programma per il completamento della riqualificazione ambientale e funzionale allo sviluppo del territorio incluso nel sito di bonifica di Piombino. L'intesa è stata firmata tra il Governo, la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, il Comune e l'autorità portuale di Piombino. L accordo prevede la realizzazione di opere di bonifica nel sito di interesse nazionale di Piombino e che tali opere siano rese funzionali allo sviluppo delle attività portuali, completando un quadro di interventi già definito. Tre, sostanzialmente, i punti di rilievo dell'accordo che prevedono il finanziamento aggiuntivo rispetto alla precedente intesa sul trasferimento dei fanghi da Bagnoli (Napoli) di 115 milioni di euro per la bonifica in mare e la messa in sicurezza della falda del litorale nord del porto piombinese; lo sblocco per gli interventi pubblici e privati interni al Sito di interesse nazionale e privati già decisi da Lucchini, Magona e Dalmine. Sarà inoltre possibile realizzare a Piombino e in tutta la Val di Cornia infrastrutture significative per lo sviluppo economico ma anche nel pieno rispetto dell'ambiente.

152 L'accordo su Piombino si muove nella direzione giusta, quella di coniugare risanamento ambientale e sviluppo economico. Anzi la bonifica del territorio diventa strumento e volano per la ripresa e il potenziamento delle attività produttive, consentendo la realizzazione di importanti investimenti che puntano alla ulteriore qualificazione del sito portuale di Piombino e mettono le premesse per una crescita economica e occupazionale rispettosa del territorio e dell'ambiente.

153 II.4.1 Introduzione normativa. La Parte III del D.Lgs. n. 152/2006, disciplina la tutela delle acque. La riorganizzazione della pregressa normativa ha da una parte l obiettivo di armonizzare i rapporti tra i soggetti (istituzionali, pubblici, privati e misti ) deputati al governo della risorsa idrica, dall altra di eliminare l incertezza a riguardo delle tariffe idriche relative all allontanamento e alla depurazione delle acque reflue, particolarmente di quelle industriali. Alcune disposizioni di rilievo si trovano agli art. 95 Pianificazione del bilancio idrico ; artt. 117,1188, 119 rispettivamente Piani di gestione e registro delle aree protette, Rilevamento delle caratteristiche del bacino idrografico ed analisi dell impatto esercitato dall attività antropica, Principio del recupero dei costi relativi ai servizi idrici. Il TU modifica la nozione di scarico - non più individuata in base alla circostanza che si tratti di immissioni dirette tramite condotta comunque convogliabili in acque superficiali- e riordinando la gestione dei servizi idrici da parte di Autorità d Ambito, Enti organizzati dalle regioni e partecipati dai comuni delle zone interessate, corrispondenti ad ambiti territoriali ottimali individuati a tal fine dalle regioni stesse. Recentemente l art. 2 del D.Lgs. 4/08 ha modificato nuovamente la definizione tormentata di scarico, definendola qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore Con la legge n. 20 del Norme per la tutela delle acque dall inquinamento la Regione ha disciplinato, in attuazione del D.Lgs. 152/06 parte III, la tutela delle acque attraverso disposizione relative: a) alla attribuzione delle competenze ed alla definizione delle procedure autorizzative; b) alle acque destinate all utilizzazione agronomica di cui all articolo 112, del decreto legislativo; c) alle acque meteoriche e di lavaggio delle aree esterne di cui all articolo 113, del decreto legislativo; d) alle acque di restituzione di cui all articolo 114,comma 1, del decreto legislativo; e) alle acque di miniera o perforazione; f) agli allacciamenti ed agli scaricatori di piena delle pubbliche fognature; g) al coordinamento con e tra gli strumenti di pianificazione; h) alla tutela delle acque a specifica destinazione di cui alla parte III, sezione II, titolo II, capo II, del decreto legislativo; i) agli obiettivi di qualità ambientale e ai limiti di emissione. La Provincia è competente al rilascio delle autorizzazioni allo scarico, non in pubblica fognatura, di acque reflue industriali e di acque reflue urbane. Qualora da uno stesso stabilimento abbiano origine separatamente, otre a scarichi di acque reflue urbane, industriali e meteoriche di dilavamento, anche scarichi di acque reflue domestiche il rilascio delle autorizzazioni è di competenza della Provincia. Rispetto al D.Lgs. 152/06 la Regione ha assegnato alla Provincia la competenza per il rilascio delle autorizzazioni degli scarichi di acque meteoriche dilavanti contaminate derivanti da specifiche attività che comportano effettivo rischio di trascinamento. La Provincia è competente altresì a rilasciare le autorizzazioni La L.R. assegna alla Provincia anche la competenza in merito alle autorizzioni degli scaricatori di piena. La Provincia è competente alla definizione dei programmi di controllo degli scarichi assicurando un periodico, diffuso, effettivo ed imparziale sistema di controlli e all applicazione delle sanzioni amministrative comminate dal D.Lgs. 152/06 su tutti gli scarichi sui quali esercita la relativa funzione amministrativa attiva.

154 La novità in materia forse più eclatante è tuttavia costituita dall istituzione dei bacini idrografici distrettuali e dalla relative Autorità di bacino distrettuale, la cui Conferenza istituzionale permanente ne svolge i compiti principali tra cui quello di adottare i piani di bacino (artt. 63 e 57). Queste autorità finiscono con l essere competenti anche per bacini regionali o interregionali assorbiti nei predetti bacini distrettuali (artt. 63 e 64) già di competenza di autorità regionali o interregionali. Poiché la Conferenza permanente è composta prevalentemente da Ministri - oltre che dai Presidenti della regioni e della Province autonome interessate e decide a maggioranza, questo sistema evidenzia una tendenza all accentramento amministrativo o, seconda altra tesi, all opportuna attenuazione di un eccessiva frammentazione, che ha impedito il completamento del sistema dei piani di bacino a oltre tre lustri dall entrata in vigore delle norme per la tutela dell assetto idrogeologico dettate dalla legge 18 maggio 1989 n Il D.Lgs. n. 152/2006 rinomina e, talvolta, ridefinisce alcuni importanti strumenti amministrativi, dalla prefigurata trasformazione dei piani di bacino in piani di bacino distrettuale, passando dalla qualificazione dei piani di tutela delle acque quali piani di settore - non più di stralcio fino alla promozione dell istituto dell accordo di programma previsto in sostituzione di atti amministrativi generali e, talora, di norme regolamentari. In particolare, accordi di programma sono stabiliti per: - l attuazione degli interventi previsti dai programmi triennali dei bacino (art. 70); - favorire il risparmio idrico, il riutilizzo delle acque di scarico e il recupero come materia prima dei fanghi di depurazione (art. 101); Nell ambito delle competenze relative alla gestione del demanio idrico,di cui all art, 86 del D.Lg. 112/1998 e dell art. 14 della LRT n. 91/1998, la provincia ha emanato un Regolamento in materia di gestione del demanio idrico, che disciplina le modalità di rilascio di concessioni riguardanti l uso del demanio idrico e le modalità per il rilascio delle autorizzazioni relative agli interventi interferenti con le pertinenze idrauliche. Fanno parte del Demanio Idrico tutte le acque sotterranee e le acque superficiali; sono demaniali non solo le acque, ma anche gli alvei che le contengono e le rive. A partire dal 16/03/2006 la Provincia di Livorno ha messo a disposizione su Web (INCAS.tro), il sistema di informazione amministrativo e geografico delle procedure relativo alla gestione del Demanio Idrico e alla L.R.T. 19/2003 (movimentazione dei sedimenti marini). Il servizio prevede per gli utenti/professionisti/aziende, previa registrazione, la possibilità di esaminare le proprie pratiche. Inoltre è consentito l accesso alla sezione map-server dove è possibile visionare, stampare e attivare le funzioni GIS di base sull intero database delle tre classi di dati georeferenziati: Demanio, pozzo, L.R.T. 19/03. Principali fonti normative. (Normativa statale) D.Lgs. 152/2006, parte III, e successive modifiche ed integrazioni, disposizioni in materia di risorse idriche e sulla tutela delle acque dall inquinamento; D.Lgs. 4/2008 (Normativa regionale) L.R ,1994, n. 34, norme in materia di bonifica; L.R , n.91, norme per la difesa del suolo; D.G.R.T. n.1212/99. L.R. 31 maggio 2006, n. 20 Norme per la tutela delle acque dall inquinamento

155 Decreto del Presidente della Giunta Regionale 23 maggio 2003, n. 28/R Regolamento di attuazione dell art. 6 della L.R , n. 64 Decreto del Presidente della Giunta Regionale 8 settembre 2008, n. 46/R Regolamento di attuazione della legge regionale 31 maggio 2006, n. 20

156 II.4.2 Acque superficiali Il sistema idrografico del territorio provinciale ha una forte rilevanza, oltre che come risorsa idrica, nella caratterizzazione paesaggistica e nelle storia delle attività produttive dell uomo. Il reticolo dei torrenti delle colline livornesi, il fiume Cecina, il fiume Cornia individuano i tre sottosistemi ambientali della provincia. Il fiume Cecina gioca in questo ambito un ruolo di centralità, sia per la dimensione del bacino idrico che per l importanza che ha avuto e ha tutt ora nei processi produttivi industriali della provincia. I corsi d acqua della provincia di Livorno risultano complessivamente di buona qualità nelle parti alte in prossimità delle sorgenti, qualità che diventa scarsa scendendo verso valle. I processi inquinanti sono riconducibili alla presenza di centri urbani e produttivi e alle alterazioni fisiche apportate agli alvei fluviali (realizzazioni di cementificazioni, sponde, rettificazioni, guadi). Nell area della Val di Cornia, caratterizzata dalle attività industriali e portuali di Piombino, si ha il caso più problematico tra i corsi d acqua della Provincia; il Fiume Cecina presenta un forte inquinamento da mercurio che si ripercuote fino sulla costa: i risultati del monitoraggio dello stato ecologico delle acque superficiali risultano piuttosto critici, soprattutto nella parte finale, da Venturina alla foce. Per affrontare questo grave problema è stato stipulato e firmato un accordo di programma con il Ministero dell Ambiente, per l applicazione della Direttiva comunitaria 2000/60 CE ed è stato portato avanti il Progetto mercurio 2000, nato dall accordo tra la provincia di Pisa e Livorno; entrambi i programmi sono finalizzati alla tutela della risorsa idrica dall inquinamento da mercurio e per il riutilizzo a fini industriali e irrigui delle acque depurate. Dai monitoraggi effettuati, inoltre, si rileva un pesante peggioramento dello stato dell acqua dopo gli apporti industriali e urbani: periodi di magra del fiume dovuti a emungimenti delle acque sotterranee ad opera della Solvay e forti carichi di inquinamento apportato dal Botro Santa Marta che riceve gli scarichi fognari di saline di Volterra. Soprattutto nei mesi estivi il corso d acqua si prosciuga completamente nelle zone di emungimento, non garantendo il minimo deflusso vitale, previsto dal DL 275/93. Per la Val di Cecina, anche in rapporto all area naturale protetta, occorrerebbe effettuare una verifica di compatibilità delle attività antropiche industriali per tutelare l integrità morfologica e idrogeologica del corso d acqua, e la disponibilità idrica per usi agricoli e civili della valle. La Provincia di Livorno è impegnata nel progetto del bacino pilota del fiume Cecina, che si pone i seguenti obiettivi: Adeguamento fognario e depurativo Superamento delle criticità acquedottistiche Eliminazione delle sostanze pericolose dai cicli produttivi Riduzione degli scarichi industriali Piano di azioni per la riduzione dell inquinamento diffuso Bonifica dei siti contaminati Tra le azioni previste ricordiamo: gli accordi di programma per la riconversione delle unità di processo delle società SOLVAY e ALTAIR, attraverso la sostituzione delle celle elettrolitiche a mercurio con celle a membrana; l interconnessione delle reti acquedottistiche il riuso industriale delle acque reflue (progetto ARETUSA); l installazione di reti di monitoraggio sulla stato della qualità delle acque dei sedimenti; censimento delle derivazioni e la rete per la contabilizzazione dei prelievi idrici; l installazione di una rete idrometrica e termopluviometrica; censimento e catasto degli scarichi reflui;

157 perimetrazione delle aree sensibili e delle zone vulnerabili da nitrati; Nell ambito del progetto, la provincia ha portato avanti la verifica dei contatori installati sulle derivazioni sotterranee di grandi e piccole utenze La dinamica generale di impoverimento delle risorse idriche interessa anche la zona più settentrionale della Provincia, occupata dalle aree protette dei Monti livornesi, dove il problema, pur essendo meno pronunciato per la ricchezza di sorgenti e il buon livello di salubrità delle acque, si presenta con una progressiva accentuazione del regime torrentizio stagionale delle acque di superficie. Anche le risorse idriche delle altre aree protette della fascia centrale della Provincia sono in una condizione di criticità: nella ANPIL di Macchia Magona, nel comune di Bibbona, le antiche sorgenti sono in parte prosciugate a causa della siccità degli ultimi anni. Nella zona delle Cave di Acquabona, invece, uno dei due pozzi esistenti si è estinto, a causa dell abbassamento della falda e dei cambiamenti climatici. La scarsa disponibilità di risorse idriche nell'arcipelago toscano è dovuta all esiguità delle falde sotterranee e al carattere torrentizio dei corsi d acqua superficiali. Le modeste dimensioni e l elevata pendenza dei bacini idrografici determinano uno scorrimento dell acqua verso valle rapido e a volte distruttivo. Sulle isole inoltre non esistono sorgenti importanti, proprio a causa della impermeabilità delle rocce. tra le isole è l Isola d Elba, oggetto storicamente di ingenti prelievi minerari e oggi caratterizzata dalla pressione dovuta allo sviluppo del settore turistico, che subisce le conseguenze più gravi della carenza della risorsa idrica, soprattutto Nei mesi estivi. Ulteriori rischi idrogeologici sono dovuti alle cave dismesse di minerali ferriferi, per le quali esiste il rischio di formazione di acque di drenaggio acide e inquinate da metalli tossici. Un dato complessivamente allarmante per la Provincia è rappresentato dal peggioramento dello stato di qualità di molti corsi d acqua, nonostante le urgenti dismissioni industriali. In data 16 luglio 2008 la Provincia ho sottoscritto l Accordo di Programma tra la Regione Toscana, le Province della Toscana e taluni Comuni, le A.A.T.O., i Gestori Unici del Servizio Idrico Integrato ed A.R.P.A.T. per l attuazione di un programma di interventi afferente al settore fognatura e depurazione del Servizio Idrico Integrato finalizzato al perseguimento degli obiettivi previsti nel Piano di Tutela delle Acque, approvato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n. 6 del 25 gennaio 2005, allegato n. 1 al presente atto per formarne parte integrante e sostanziale;. Nell accordo sono indicati gli obiettivi e le finalità dello stesso concernenti il perseguimento degli obiettivi di qualità ambientali indicati nella direttiva europea 2000/60 e specificati nel Piano di tutela delle Acque approvato dal Consiglio regionale in data 25/01/2005, attraverso il coordinamento della programmazione di Ambito con la pianificazione di tutela delle acque nel settore fognatura e depurazione nonché la definizione ed attuazione di un programma di interventi e di misure di competenza del Servizio Idrico Integrato che concorre al raggiungimento degli obiettivi fissati nel D.Lgs.n. 152/2006; L Accordo di Programma prevede gli obiettivi e le finalità, con riferimento agli interventi di adeguamento sugli impianti di interesse della Provincia di Livorno ed i tempi di realizzazione degli stessi; Il contributo regionale per il cofinanziamento del programma degli interventi assegna all AATO 5 euro ,00 In provincia di Livorno gli scarichi sono per la massima parte sottoposti a trattamento depurativo; al fine di identificare la tipologia e l entità degli apporti si ritiene pertanto opportuno indicare i principali depuratori presenti in ciascun comune provinciale. In larga parte i depuratori sono a servizio di agglomerati a forte fluttuazione stagionale. In Tabella 1 e 2 sono riportati gli elenchi dei depuratori presenti sul territorio distinti in base alla potenzialità depurativa.

158 Comune Toponimo scarico Abitanti Equivalenti Bibbona Bibbona/Fontaccia Campiglia Marittima Capoluogo 4000 Campiglia Marittima Venturina Campo nell'elba Lentisco/ Marina di Campo Capoliveri Vaccarelle 4600 Castagneto Carducci Castagneto/ Fontanelle 3000 Castagneto Carducci Marina Castagneto/ Casone Cecina Cecina Mare Collesalvetti Collesalvetti 4000 Collesalvetti Guasticce 4000 Collesalvetti Stagno 8000 Collesalvetti Vicarello 3000 Livorno Quercianella 5000 Livorno Rivellino Piombino Ferriere Piombino Populonia 5000 Piombino Riotorto Portoazzurro Portoazzurro Portoferraio Grigolo Rio Elba Padreterno 4000 Rosignano Marittimo Gabbro 2160 Rosignano Marittimo Castelnuovo Misericordia 2160 Rosignano Marittimo Rosignano Solvay Sassetta Capoluogo/ Mulini 2000 San Vincenzo La Valle San Vincenzo Guardamare Suvereto Capoluogo/ Acquari 3000 Tabella 1 Depuratori acque reflue urbane (A.E > in acque interne, > in acque marine) Comune Toponimo scarico Abitanti Equivalenti di progetto Campiglia Marittima Banditelle 250 Campiglia Marittima Cafaggio 250 Campiglia Marittima Lumiere 250

159 Campo nell'elba Filetto/Bonalaccia 2000 Campo nell'elba Fetovaia 4000 Campo nell'elba Seccheto/Cavoli 2000 Capoliveri Pareti 500 Capoliveri Naregno 5000 Capoliveri Lacona 5000 Capoliveri Lido 5000 Capraia Capraia 5000 Castagneto Carducci Bolgheri/Lavatoi 400 Cecina Pacchione 150 Collesalvetti Nugola 850 Marciana Literno 1000 Marciana Chiessi 800 Marciana Poggio 1500 Marciana Costarella 1500 Marciana S. Andrea 9000 Marciana Procchio/Guardiola 3000 Marciana Pomonte 3000 Marciana Marina Marciana Marina 6000 Piombino Montegemoli 2000 Portoferraio Schiopparello 2000 Portoferraio Bagnaia 2000 Rio Marina Rio Marina 6000 Rio Marina Cavo Rosignano Marittimo Campo sportivo 400 Rosignano Marittimo Sassogrosso 300 Rosignano Marittimo Legni Torti 400 Rosignano Marittimo Casette 400 Sassetta Fornaci 250 San Vincenzo San Carlo 1000 Suvereto Forni 80 Suvereto Prata 180 Suvereto Montioni 180 Suvereto Belvedere 200

160 Suvereto S. Lorenzo 600 Tabella 2 - Depuratori acque reflue urbane (A.E in acque interne, in acque marine) Gli impianti di tab 1 devono essere conformi alle tabelle 1 e 2 dell All. 5 alla parte terza del D.Lgs.152/06. Quelli della tab 2 devono essere conformi ai trattamenti appropriati elencati in allegato 3 tabella 2 e 3 del DPGRT n. 46/R del Per quanto concerne gli scarichi industriali derivanti dai principali stabilimenti della Provincia le relative autorizzazioni sono state sostituite dalle autorizzazioni integrate ambientali rilasciate ai sensi del D.Lgs. 59/05, sia dalla Provincia che dal Ministero dell ambiente. Si riporta la Carta del Sistema funzionale delle Acque assunta come invariante del PTC. In essa sono mappati i dissalatori, le sorgenti, i pozzi, le linee d adduzione, i laghi e i corpi idrici.

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162 II.4.3 Acque marine costiere. Il monitoraggio marino costiero della Provincia di Livorno viene effettuato da ARPAT. Lungo le coste provinciali è stato previsto il controllo di sette zone: Livorno porto; Antignano; Rosignano Lillatro; Marina di Castagneto; Carbonifera (Golfo di Follonica); Elba Nord (Capo bianco); Golfo di Mola (Porto Azzurro). In queste aree si provvede al controllo: delle acque (compreso fitoplancton e zooplancton); dei sedimenti; delle biocenosi bentoniche (Posidonia oceanica, biocenosi delle sabbie fini ben calibrate o comunque biocenosi di maggior pregio ambientale); dei molluschi bivalvi, in quanto bioaccumulatori di sostanze inquinanti; delle acque sedi di banchi e popolazioni naturali di molluschi bivalvi richiedenti protezione e miglioramento. Per quanto concerne le acque, lungo ogni transetto identificato per ciascuna zona sono state individuate tre stazioni: - stazioni a terra o vicine (in prossimità della costa); - stazioni al largo o lontane (stazioni situate al limite dei metri dalla costa o non oltre la batimetrica dei 50 metri); - stazioni intermedie (in posizione intermedia). In occasione di un convegno organizzato dalla Provincia di Livorno il 2 marzo 2004, nell ambito del progetto Agenda 21-L.I.V.E., venen presentato uno specifico rapporto sullo stato del mare, che a tuttora costituisce un analisi organica delle conoscenze tecniche e scientifiche costruita con il contributo dell ARPAT e degli istituti di ricerca del territorio, quali il Centro Interuniversitario di Biologia Marina, l Istituto di biologia ed Ecologia marina. L Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e tecnologica Applicata al Mare. In quella sede furono presentati i risultati del monitoraggio costiero, lo stato delle praterie di posidonia oceanica, le aree marino-costiere di particolare pregio naturalistico. Si rimanda agli atti del convegno per ogni specificazione in merito, vista l ampia rassegna di lavori e contributi presentati. La provincia di Livorno ha organizzato, nell ambito dell Agenda 21-L.I.V.E. il 2 marzo 2004 un convegno per presentare il primo rapporto sullo stato del mare, grazie alla collaborazione di strutture tecniche e di ricerca quali l ARPAT, il Centro Interuniversitario di Biologia Marina, l Istituto di biologia ed Ecologia Marina, l ICRAM. In particolare è stato presentato il monitoraggio marino costiero, lo stato di salute delle praterie di posidonia oceanica, la caratterizzazione dei sedimenti marini, le aree marino costiere di particolare pregio naturalistico. Si rimanda agli atti che contengono una ricca e pregevole documentazione sullo stato del mare e delle sue risorse Da quell esperienza riportiamo due carte tematiche, la prima dell indice di qualità batteriologica nella quale i territori comunali sono classificati a secondo dell indice di Qualità delle loro acque costiere, e la seconda ricca di altre informazioni sulle caratteristiche e la qualità ecologica del mare.

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165 II.4.5 Bilanci e gestione delle risorse idriche Per una corretta gestione della risorsa idrica, patrimonio sempre più raro e prezioso, è necessario acquisire conoscenze ed attivare efficaci monitoraggio sulla qualità e la quantità della risorsa A tale scopo risultano particolarmente utili i bilanci idrici. In Toscana, la gestione del servizio idrico integrato è strutturata, in 6 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), all'interno di ognuno dei quali la gestione è affidata ad un Gestore Unico. Nell ATO n. 5, denominato Toscana Costa, ASA è il Gestore Unico del Ciclo Integrato delle Acque da gennaio Costituito da 33 comuni, 20 dei quali fanno parte della provincia di Livorno, 12 della provincia di Pisa e 1 della provincia di Siena, l ATO n. 5 ha comprende un territorio di kmq, esteso su tre province, sul quale risiedevano al abitanti, cioè circa il 10% degli abitanti della Toscana. Le risorse idriche distribuite da ASA provengono da acque di falda e dalla captazione delle acque di varie sorgenti situate nelle zone collinari e da una presa d acqua superficiale. Le quantità emunte risultano provenienti dalle acque di falda delle località di Paduletto presso Vecchiano (PI) per un quantitativo annuale di oltre 2,8 milioni di mc d acqua, divisi tra Livorno e Pisa, Filettole presso Riprafratta (PI), provengono 5,8 milioni di mc, dal campo pozzi di S. Alessio (LU) vengono prelevati 8,3 milioni di mc/anno dalla falda di subalveo del fiume Serchio e a Mortaiolo presso Vicarello(LI), circa 4,7 milioni di mc d acqua. A nord delle pendici del monte Maggiore in comune di Livorno, si trovano le sorgenti di Colognole, le cui acque nell 800 fornivano acqua alla città tramite l acquedotto Leopoldino. Oggi queste acque servono alcune frazioni del comune di Collesalvetti. L acqua distribuita in Val di Cornia proviene principalmente dai pozzi dell impianto anello, costituito da 20 pozzi situati nella pianura tra Campiglia e Suvereto, per un totale di circa 6,5 milioni di mc/anno. Queste risorse sono integrate con i pozzi e le sorgenti dei comuni limitrofi, salvo Monteverdi e Sassetta che hanno un acquedotto esclusivo e non interconnesso con il resto del comprensorio. Il comune di Campiglia Marittima ha 8 pozzi per un prelievo complessivo di circa 1,9 milioni di mc/anno. Il comune di Piombino è quasi totalmente dipendente dall impianto anello di Campiglia, con eccezione della sola frazione di Riotorto. Nel comune di San Vincenzo 4 pozzi tra i 35 e i 45 mt integrano l impianto anello, per un totale di circa 1,7 milioni di mc/anno. Nel comune di Sassetta si trovano 6 pozzi 3 sorgenti, per un prelievo di circa 0,1 milioni di mc/anno. Le necessità del comune di Suvereto, per un prelievo annuo complessivo di circa 0,5 milioni di mc. La struttura complessiva della rete idrica dell'ato 5 nei tratti interessanti la Provincia di Livorno e la capacità di convogliamento è la seguente: 1) Acquedotto di Livorno. Convoglia annualmente circa 18 milioni di mc d acqua con una media di mc/giorno per la città di Livorno. Queste acque provengono per il 45% da Vecchiano, per il 22% da Collesalvetti e per il 33% da Lucca per soddisfare una domanda idrica mediamente di circa 600 litri/secondo, con punte massime sino a circa 800 litri/secondo. 2) Acquedotto di Colognole Sorgenti. Serve il Comune di Collesalvetti, le frazioni di Vicarello, Guasticce, Nugola, le frazioni collinari di Colognole, Parrana San Giusto, Parrana San Martino e Valle Benedetta, e canalizza annualmente circa mc con una media di 496 mc/giorno. 3) Acquedotto di Capraia Isola. Quest impianto, lungo 6,5 km, convoglia circa mc/anno d acqua trasportata sull isola con navi cisterna, con una media di 156 mc/giorno. 4) Acquedotto industriale di Livorno. Alimentato da un opera di presa superficiale del fiume Emissario, sono prelevate in aspirazione dalla Società ENI Power e spinte nella rete dell Acqua Industriale. Nel 2003, la distribuzione di acqua industriale a Livorno è stata di mc.

166 5) Acquedotto di Rosignano Marittimo e Vada. Le acque di quest acquedotto, lungo 224 km, servono il comune di Rosignano. Esse sono captate tramite 15 pozzi ubicati nella pianura costiera di Vada e da 13 pozzi nella valle del Fine, ad esse si aggiunge parte dei volumi d acqua provenienti dalla Soc. Solvay. La sorgente di Bucafonda integra l erogazione idrica nella frazione collinare di Gabbro. 6) Acquedotto di Cecina. Si estende per 116,26 km, convoglia acque presenti nei sedimenti d origine marina della pianura costiera ed in sedimenti alluvionali del fiume Cecina. Le acque sono approvvigionate attraverso 24 pozzi, cui si aggiungono quelle di 3 sorgenti nell area collinare di Miemo in comune di Riparbella, emergenti da rocce calcaree. Attualmente le falde della pianura costiera, delle pianure dei fiumi Cecina e Fine e delle colline di Riparbella, forniscono annualmente mc d acqua ai comuni di Cecina, Rosignano, Riparbella e Montescudaio. 7) Acquedotto di Castagneto Carducci. Lungo 145 km, con risorse idriche separate tra la zona costiera (Donoratico e Marina) e quella collinare del comune. 8) Acquedotto di Bibbona. Approvvigiona la frazione collinare e quella costiera con una rete interconnessa lunga 30 km; alimentato da 7 pozzi ubicati nella fascia costiera. 9) Acquedotto di Campiglia Marittima. Lungo 41 km, è alimentato da 8 pozzi ed integrato, in caso di necessità, dall impianto anello. L erogazione è assicurata tramite 7 rilanci e 2 depositi principali di stoccaggio. 10) Acquedotto di Piombino. Le condotte si estendono per 64,5 km alimentate da 4 pozzi e dall impianto anello. 11) Acquedotto di San Vincenzo. Lungo 60 km, è alimentato da 4 pozzi e dall impianto anello. 12) Acquedotto di Sassetta. Questo acquedotto è lungo 8 km ed è alimentato da 6 pozzi e 3 sorgenti. 13) Acquedotto di Suvereto. E lungo 8 km ed è alimentato da 6 pozzi e 2 sorgenti. ASA è contrattualmente impegnata ad assicurare alle utenze domestiche una dotazione unitaria giornaliera alla consegna non inferiore a 150 litri/abitante/giorno, intesa come volume attingibile nelle 24 ore, con una portata minima non inferiore a 0,10 litri/secondo per ogni unità abitativa. Nel 2003 l Azienda ha registrato un consumo procapite di 268 litri giornalieri (261 nel 2002). Le perdite delle reti acquedottistiche non sono quantificabili: risultano più consistenti quelle per gli usi civili mentre sono minori le perdite industriali; sono invece trascurabili quelle per l uso irriguo, che presentano peraltro sprechi elevati (fino al 50%). Il bilancio della distribuzione dell acqua potabile nell ATO 5 è riassunto (consuntivo 2008) nella tabella seguente. Al prpoposito si rileva che: Il volume prelevato, è quello relativo agli emungimenti di pozzi. Il volume acquistato è in parte quello connesso all accordo per il prelevamento di uletrtiori risorse idriche dalla falda del Serchi a Fulettole (il cosiddetto Schema 13), per l area nord-est), mentre il volume di circa 2 milioni di mc della val di cecina, è connesso al progetto ARETUSA. Il volume ceduto è relativo ad accordi, in questo caso con il Comune di Pisa. Il volume distribuito è quello fatturato dal soggetto gestore, e quindi al netto di perdite di diverso tipo (di sitribuzione, strutturali, amministrative, ecc.) Nel complesso si registra una perdita del 23,1%, inferiore a quella calcolata nel 2003 (26%).

167 VOLUMI Nord - Est Bassa Val di Cecina Alta Val di Cecina Val di Cornia Elba Totale Volume prelevato , , , , , ,58 Volume acquistato , , ,40 0,00 0, ,74 Volume ceduto ,76 0,00 0, , , ,97 Volume disponibile , , , , , ,35 Volume distribuito , , , , , ,37 Perdite complessive % 30,91 26,29 16,63 9,91 9,69 23,21 Nella seguente tabella sono invece riportati i dati della distribuzioni per i comuni, ma bvengono considerati anche gli altri comuni che fanno parte dell ATO 5. Comune distribuito Bibbona Campiglia Marittima Campo nell'elba Capoliveri Capraia Isola Castagneto Carducci Cecina Collesalvetti Livorno Marciana Marciana Marina Piombino Porto Azzurro Portoferraio Rio Marina Rio nell'elba Rosignano Marittimo San Vincenzo Sassetta Suvereto Totale Comuni Provincia Altri Comuni ATO Totale Quantitativi distribuiti dall ATO 5

168 II.5.1 Attività estrattive Il paesaggio del territorio livornese è fortemente connotato dalle tracce delle attività minerarie e industriali attive fino al secolo scorso. Cave e miniere sono distribuite lungo tutte le vallate e costituiscono un fattore di conflitto con il paesaggio naturale e con l assetto idrogeologico, ma anche un elemento di forte caratterizzazione storica e culturale; inoltre gli affioramenti rocciosi derivanti dagli scavi risultano talvolta di rilevante interesse didattico e scientifico. Le zone maggiormente interessate dallo sfruttamento minerario sono concentrate sull isola d Elba, formidabile fonte di ferro per la storia antica, nel Parco dei Poggetti e delle Cave e sulle colline di San Silvestro nel Circondario della Val di Cornia. Quest ultima comprende un area mineralogica sfruttata già in epoca etrusca e in modo più intensivo dal 1.100, come testimoniano i ruderi della Rocca di San Silvestro, dove si trovava un villaggio di minatori. Un percorso sotterraneo, la galleria del Temperino, di 360 m di lunghezza, oggi reso percorribile, permette di visitare un tratto delle infrastrutture minerarie medievali. Una rete di percorsi collega inoltre le testimonianze delle attività minerarie moderne, con i grandi impianti della società inglese Etruscan Mines. Nel Parco dei Montioni sono invece significativi i resti delle attività legate all estrazione della pietra alluminosa, utilizzata anticamente per conciare pelli e per fissare i colori sui tessuti. Si può quindi affermare che quella mineraria è Un attività che ha fortemente inciso sulla storia e sul paesaggio, non solo delle aree protette livornesi, ma di tutto il territorio provinciale. Nell ambito della Legge Regionale Toscana 3 novembre 1998 n.78 che disciplina le attività estrattive e che affida alle Province la redazione del Piano delle Attività Estrattive, di Recupero delle aree escavate e riutilizzo dei residui recuperabili della Provincia (P.A.E.R.P.), la Provincia sta portando avanti il Censimento di siti ed attività di miniera e di cava, sia attive che abbandonate. Per ogni sito rilevato è stata redatta una scheda comprendente l anagrafica, i dati di gestione autorizzatoria (concessioni minerarie o autorizzazioni comunali), i dati amministrativi, economicoproduttivi, urbanistici, idrogeomorfologici, geominerari, botanico-vegetazionali, ambientali e specifico rilievo fotografico. Per gestire in modo dinamico ed efficiente la notevole e variegata quantità di informazioni derivanti dall attività estrattiva del territorio provinciale, è stato ritenuto opportuno informatizzare le procedure di acquisizione, inserimento e restituzione dei dati e per questo è stato appositamente sviluppato il software GeoRaider, mentre per la gestione georeferenziata dei siti censiti e la restituzione cartografica viene utilizzato il software ArcView collegato al S.I.T. provinciale.

169 1. QUADRO AMMINISTRATIVO Metodo di coltivazione 1.1 DATI ANAGRAFICI DITTA ED INDIVIDUAZIONE DEL SITO ESTRATTIVO fossa Ragione sociale e natura giuridica impresa scarpata unica Residenza legale gradoni Comune di ubicazione dell attività estrattiva misto (specificare quali) Località altro Denominazione cava o miniera Tecnologia di estrazione Altitudine del piazzale di cava o miniera mezzi meccanici (tipologia e caratteristiche) Direttore dei lavori esplosivi (tipologia e caratteristiche) Estremi Autorizzazione comunale / Concessione mineraria taglio (tipologia e caratteristiche) Scadenza altro Volume autorizzato (m 3 ) Parco macchine (tipi di macchine e portata in m 3 ) Cauzione e/o fideiussione Dati tecnici, costruttivi e potenzialità degli impianti di trattamento (frantumazione, vagliatura, macinazione, lavaggio, classificazione, fornaci, laboratorio di pietre ornamentali ed ogni altro impianto) 1.2 DESTINAZIONE URBANISTICA 3. QUADRO AMBIENTALE Sezione/i censuaria/e, foglio, mappali 3.1 CARATTERISTICHE TOPOGRAFICHE, GEOMORFOLOGICHE E VEGETAZIONALI Destinazione/i area estrattiva nel P.R.G. o P.d.F. Collocazione topografica cava o miniera 2. QUADRO ECONOMICO PRODUTTIVO culminale 2.1 DATI ECONOMICI mezza costa Tipologia del materiale coltivato di pianura Peso specifico medio (tonn / m 3 ) Collocazione cava o miniera rispetto alla falda Uso del materiale eventuale profondità della falda dal fondo cava(m) costruzioni civili Presenza di discarica interna rocce ornamentali 3.2 CARATTERISTICHE DEL RECUPERO AMBIENTALE usi industriali Destinazione finale dell area estrattiva Ulteriori specificazioni del tipo/i di utilizzo Tipo di recupero morfologico Mercato riempimento locale totale regionale parziale nazionale rimodellamento fronte internazionale gradoni 2.2 DATI DI PRODUZIONE E MODALITA DI COLTIVAZIONE scarpata unica Aree (ettari) altro complessiva Pendenza media finale fronte (%) coltivata Recupero vegetazionale da coltivare inerbimento Volumi utili (m 3 ) idrosemina totali da estrarre semina medio annuo piantumazione Volumi a discarica (m 3 ) a sesto Volumi da usare nel recupero (m 3 ) a macchia Profondità o potenze (m) altro max / media raggiunta Interventi di regimazione max / media prevista acque superficiali Durata coltivazione (anni) acque sotterranee Coltivazione per lotti Smantellamento impianti numero Altri interventi durata lotto Tempo di realizzazione volume complessivo lotto (m 3 ) contestuali alla coltivazione attuazione per lotti numero lotti costo totale recupero (ML di lire) Scheda riassuntiva dei dati inerenti le attivita estrattive di cava o miniera autorizzate ex r.d.l.3267/23

170 II.5.2 Difesa idraulica I rischi legati al suolo si pongono nei due termini fondamentali della difesa idraulica e difesa idrogeologica entrambe di stretta competenza delle Autorità di bacino che hanno un riferimento territoriale amministrativo connesso all opera idraulica che travalica i confini amministrativi in cui sono suddivisi gli enti locali. Ciò pone la necessità di una forte collaborazione interistituzionale fondata essenzialmente sulla condivisione dei metodi di lettura e di definizione delle tematiche. La Provincia è stata impegnata in alcuni progetti volti alla difesa idraulica del territorio. Ricordiamo tra questi: Realizzazione di nuovo alveo arginato sul canale Scolmatore e di una cassa di espansione sul fosso Acqua Salsa in loc. Guasticce nel comune di Collesalvetti (LI); Vari progetti di intervento idraulici sul torrente Torrente Ugione nel Comune di Livorno Sistemazioni idrauliche dei Fossi Tane, Sorbizzi e Madonna al fine del completamento della messa in sicurezza del territorio di Bibbona e marina di Bibbona; Completamento dei lavori per il consolidamento della frana di S.Antonio nel Comune di Rio Marina; Messa in sicurezza idraulica Torrente Isola nel comune di Collesalvetti a seguito evento meteorico 17/09/2006; Inoltre, in relazione alle convenzioni con i Consorzi di Bonifica, la Provincia ha investito dal 2006 al 2008, per lavori vari su corsi d acqua per la messa in sicurezza idraulica del territorio provinciale. Infine, di concerto con altri soggetti preposti ad interventi di protezione civile, la Provincia ha istituto un Servizio di Piena, anche attraverso la gestione dei turni della squadra di reperibilità idraulica; strumenti informatici (software Giano e Polifemo) supportano l ufficio preposto.

171 II.5.3 Difesa della costa e del mare L attuazione dei trasferimento dallo Stato agli Enti Locali (Decreto Bassanini 112/1998 e Legge delega della Regione Toscana 91/1998), hanno determinato nuove competenze nel campo della difesa costiera; in particolare sono stati attribuiti alle Province i compiti di attuazione dei programmi regionali in materia di difesa degli abitati costieri e della costa in genere e la realizzazione delle opere, compresa la manutenzione delle stesse. Anche se presente in minima parte nei confini delle Aree Protette della Provincia di Livorno (in parte nella Riserva Naturale Calafuria), l ambiente costiero concorre a definire tutto il sistema geografico mediterraneo caratteristico del territorio provinciale. La costa da Antignano a Quarcianella è costituita dall'affioramento della Formazione del Flysch arenaceo di Calafuria e si presenta alta, frastagliata e di notevole rilevanza paesaggistica, soprattutto nella caratteristica erosione alveolare e nelle rocce con affioramenti di brecce gabbriche e diaspri che costituiscono il Promontorio della Torre del Romito. Tutte queste rocce presentano importanti mineralizzazioni che, già nel passato, hanno visto prendere corpo qualche tentativo di sfruttamento. Di importanza geologica è anche il tratto di costa fra Quercianella e la Foce del Chioma, dove appaiono le strutture tettoniche della Formazione delle Argilliti e calcari silicei Palombini, conservate per la presenza del Terrazzo Tirreniano (Calcareniti di Castiglioncello) che le sormonta, preservandole da frane. Il tratto di costa da Chioma a Castiglioncello è costituito da diverse formazioni geologiche. La diversa natura delle rocce di queste formazioni incide sulla morfologia costiera che si presenta variamente frastagliata, ricca di piccole baie, insenature, promontori e scogliere nel tratto interessato dalle rocce verdi (serpentiniti). La vegetazione costiera è costituita, a partire dal mare, da piante pioniere, macchia mediterranea e pinete a Pino d'aleppo, ed annovera specie di notevole interesse geobotanico e fitogeografico come la Poligala gialla maremmana (Polygala flavescens maremmana), endemismo tirrenico ad areale geografico molto limitato (Argentario-Livorno), i Pennellini (Staehelina dubia), a distribuzione geografica mediterraneo occidentale. I fondali marini antistante la costa, grazie ai substrati rocciosi ricoperti di praterie di Posidonia, da densi tappeti di alghe, spugne, briozoi e idrozoi, sono ricchi di fauna marina, tra cui anche il Corallo rosso. In corrispondenza della foce dei corsi d acqua che sfociano in mare si trova il Riccio delle sabbie (Echinocardium cordatum). Oltre alla liana Periploca (Periploca graeca) diffusa anche lungo il torrente Chioma e lungo le rive del laghetto artificiale del Rio Popogna, si segnala un altro relitto terziario di notevole interesse geobotanico e molto raro in Toscana: il Ciliegio canino (Prunus mahaleb). Poco a nord di Castiglioncello, nei dintorni dell ANPIL F.Chioma è da segnalare la "spiaggia fossile" della Buca dei Corvi, nota a livello internazionale per le ricerche condotte da vari studiosi. Si tratta di un lembo di spiaggia quaternaria ricca di fossili marini, bivalvi e gasteropodi, alcuni di origine senegalese, ascrivibili all'ultima fase interglaciale. Lo sviluppo del turismo marittimo sulle coste ha contribuito a sconvolgere l assetto naturale dell ambiente costiero, già fortemente intaccato dall urbanizzazione e dalle infrastrutture viarie e ferroviarie. Esso è collegato a una crescita edilizia e di infrastrutture di supporto, vedendo sviluppare fenomeni di aggressione stagionale soprattutto nelle aree più fragili di costa, come le spiagge, le fasce di duna relittuali e le pinete.

172 II.5.4 I dragaggi La legge n. 179/02 all art. 21 ha previsto il trasferimento dal Ministero dell Ambiente alle Amministrazioni Regionali della potestà autorizzatoria prevista dall art. 35 del D.Lg. 11 Maggio 1999 n. 152 in ordine agli interventi di ripascimento della fascia costiera, alle attività di immersione di materiali di escavo di fondali marini, o salmastri o di terreni litoranei emersi all interno di casse di colmata/vasche di raccolta/strutture di contenimento poste in ambito costiero, nonché l attività di posa in mare di cavi e di condotte con connessa eventuale relativa movimentazione dei fondali marini, qualora non abbia carattere internazionale, che peraltro rientrava già nelle attribuzioni delle Amministrazioni Regionali ai sensi del disposto di cui all art. 35 comma 5 del D.Lgs. 152/99. Con la LR 4 Aprile 2003 n. 19 ( Disposizioni in materia di tutela della fascia costiera e di inquinamento delle acque. Modifica alla Legge Regionale 1 Dicembre 1988 n. 88 ), la Regione Toscana ha trasferito alle Amministrazioni Provinciali le funzioni amministrative afferenti gli interventi previsti dalla Legge 179/02, nonché quelle concernenti all art. 35 comma 5 del D.Lgs. 152/99 (movimentazione di fondali marini connessa alla posa in mare di cavi e condotte non avente carattere internazionale ). Nello specifico i provvedimenti amministrativi di autorizzazione riguardanti le seguenti attività: a) immersione in mare da strutture ubicate nelle acque del mare o in ambiti ad esso contigui, dei seguenti materiali: 1. materiali di escavo di fondali marini, o salmastri, o di terreni litoranei emersi; 2. inerti, materiali geologici inorganici e manufatti al solo fine di utilizzo, ove ne sia dimostrata la compatibilità ambientale e l innocuità; b) immersione in casse di colmata, vasche di raccolta o comunque di strutture di contenimento poste in ambito costiero dei materiali di cui alla lettera a); c) interventi di ripascimento della fascia costiera; d) movimentazione di fondali marini connessa alla posa in mare di cavi e condotte non avente carattere internazionale. La Provincia di Livorno ha ritenuto opportuno dotarsi di Disposizioni atte a regolamentare i procedimenti amministrativi delegati per una corretta gestione ecosostenibile relativa alla movimentazione dei sedimenti in ambito marino-costiero, non solo riguardo ai dragaggi portuali, ma anche per il prelievo di materiale dai fondali o dai terreni litoranei emersi e le attività di ripascimento di aree costiere soggette ad erosione, nonché della posa in opera di cavi e condotte. L attività amministrativo sinora svolta dall ufficio provinciale preposto è così riassumibile: Istanze consegnate dalla regione Toscana maggio Istanze pervenute alla Provincia dal maggio 2003 a luglio Totale istanze 185 Istanze archiviate ante 19/03- non competenza- ritirate 52 Istanze autorizzate dalla Provincia dal maggio 2003 a luglio Istanze in itinere al 31 luglio Sabbia/ghiaia Massi/Inerti Vasca di colmata Livorno Piombino Mc di materiali movimentati al

173 II.6.1 Il sistema delle aree protette Dal punto di vista amministrativo le aree protette della provincia di Livorno sono classificate in: - Parchi Provinciali (Parco dei Monti Livornesi e Parco di Montioni); - Aree naturali protette di interesse locale (ANPIL di Macchia Magona, ANPIL Fiume Cecina, ANPIL F.Chioma, ANPIL Valle Benedetta, ANPIL Colognole, ANPIL Montenero, ANPIL Sterpaia, ANPIL San Silvestro, ANPIL Baratti Populonia,), - Riserve naturali (Tomboli di Cecina, Bibbona, Orti di Bottagone, Calafuria, Oasi della Contessa ). Il sistema delle aree protette della Provincia di Livorno è inquadrato in un sistema ambientale e geografico più ampio, estendibile dalle ultime propaggini delle Alpi Apuane ai rilievi tufacei degli apparati vulcanici laziali. La morfologia del fronte marittimo toscano è caratterizzata da una linea di costa che alterna piccoli promontori con coste alte rocciose (da nord a sud: Calafuria, Castiglioncello, Piombino, Punta Ala, Argentario) a lunghi tratti di costa bassa, con spiagge sabbiose e le foci a delta dei fiumi principali (Arno, Chioma, Cecina, Ombrone). Subito retrostanti la stretta fascia di pianura costiera sono i rilievi Antiappenninici, costituiti dai colli livornesi e dalle colline metallifere, e caratterizzati da altezze limitate (450 m.s.l.m. i primi e 1000 m.s.l.m. i secondi) e da morfologie abbastanza articolate. Le aree di pianura vallive in corrispondenza degli assi fluviali principali erano occupate, prima della bonifica, da paludi e acquitrini, dei quali resta testimonianza nelle cosiddette Padule (Orti Bottagone, Cecina, Sterpaia, Bolgheri). Gli habitat che hanno mantenuto elementi significativi delle caratteristiche naturali originarie sono ormai pochi e, sebbene minacciati dalla pressione turistica sono prevalentemente concentrati lungo la costa e nelle Isole dell Arcipelago. Alcuni esempi si hanno nelle aree definite dalla Regione Siti di Importanza regionale, secondo le Direttive CEE, come i tomboli di Cecina (Riserva Naturale dello Stato), le padule di Bolgheri, le Padule di Suese e Biscottino, a est di Livorno, le paludi di Sterpaia e nell area di Orti di Bottagone, che comprendono ambienti di duna e di foresta umida residuali della palude delle piane costiere, e i promontori di Piombino e di Calafuria. Le prime presentano rari elementi di naturalità in un contesto territoriale fortemente antropizzato e sono luogo preferenziale di passaggio, sosta e nidificazione da parte di moltissime specie di uccelli di interesse comunitario e regionale. Si rileva inoltre la presenza di alcune specie di insetti di interesse conservazionistico legate agli ambienti umidi. Dalle analisi disponibili sulle emergenze naturalistiche delle diverse ANP, risulta un territorio fortemente antropizzato, ma ancora ricco di tracce e valenze di grande interesse scientifico, come gli ambienti umidi relitti, le aree caratterizzate da dinamiche di recupero spontaneo della vegetazione, gli affioramenti litologici, i luoghi di sosta, svernamento e nidificazione degli uccelli. In generale il sistema di aree protette della provincia di Livorno ha attualmente scarse valenze agricole, se non nella sporadica coltivazione dell ulivo e nella produzione di olio. Una tendenza rilevabile negli ultimi anni nei contesti agricoli presenti intorno alle aree protette è la conversione di alcune colture a vigneto, per la produzione vinicola di qualità, come ad esempio nella tenuta di Bolgheri e in generale nel territorio di Castagneto Carducci. Il paesaggio del territorio protetto livornese è fortemente connotato dalle tracce delle attività minerarie e industriali attive fino al secolo scorso. Cave e miniere sono distribuite lungo tutte le vallate e costituiscono un fattore di conflitto con il paesaggio naturale e con l assetto idrogeologico, ma anche un elemento di forte caratterizzazione storica e culturale. Un fenomeno di notevole impatto è costituito dal turismo soprattutto di tipo costiero, collegato alla crescita edilizia e delle infrastrutture di supporto, che vede svilupparsi fenomeni di aggressione stagionale soprattutto nelle aree più fragili di costa, come le spiagge, le fasce di duna relittuali e le pinete.

174 Il recente PTC ha dato grande rilevanza al sistema delle aree protette, che è così costituito e definito (art. 56): - I SIR: Padule di Suese e Biscottino, Calafuria, Monte Pelato, Tomboli di Cecina, Padule di Bolgheri, Boschi di Bolgheri e Bibbona, Monte Calvi di Campiglia, Promonorio di Piombino e Monte Massoncello, Padule Orti bottegone, Bandite di Follonica, Monte Capannello e Zone umide di Mola e Schiopparello, Monte Capannello e Promontorio dell'enfola, Cerboli e Palmaiola, Isola di Gorgonia, Isola di Capraia, Isola di Pianosa, Isola di Montecristo; - I Parchi: Poggetti, Monti livornesi, Oasi della Contessa, Macchia della Magona, Parco archeologico minerario di San Silvestro,Rifugio faunistico Padule di Bolgheri, Parco del Fiume Cecina,Parco archeologico di Baratti e Populonia, Parco di Montioni, Oasi Orti Bottagone, Parco della Sterpaia, Il parco minerario di Rio Marina - Le aree protette marine: Capraia, Gorgona, Montecristo, Pianosa e quelle antistanti la scogliera di Calafuria,Baratti a Salivoli, Pomonte, Promontorio di Capoliveri, Palmaiola e Cerboli, promontorio dell'enfola. - Le praterie di Posidonia risultanti dagli studi specifici. - Le aree dunali: spiagge bianche di Rosignano Solvay,tra podere Terra Nuova/ la Torraccia e San Vincenzo, tra San Vincenzo e Punta del Tesorino,golfo di Baratti, tra Follonica e Piombino, golfo di Marina di Campo. - La copertura forestale e le pinete costiere come risultante dalle carte del documento dello Statuto - Il viale dei Cipressi di Bolgheri - I corsi d'acqua elencati nel documento di piano Costituiscono altresì invarianti strutturali i corridoi visivi individuati nella carta dei valori paesaggistici del territorio provinciale, le vie panoramiche e i siti paesaggistici contenenti connotati identitari del paesaggio provinciale. Del sistema insediativo costituiscono invarianti strutturali le aree di discontinuità insediativa quale valore percettivo e di indicatore della qualità urbana. A questo sistema appartengono inoltre: La scogliera del Romito, il parco della Vecchia Aurelia tra Antignano e Castiglioncello, nei tratti non urbanizzati tra Cecina e San Vincenzo, il viale della Principessa fino a Fiorentina, il Parco di Rimigliano. La rete delle via d'acqua del sistema umido della pianura settentrionale e quella del sistema umido della pianura meridionale. La qualità batteriologica delle acque di balneazione I bacini idrografici del sottosuolo. Sono parte integrante la rete ecologica, le stazioni di rilevamento delle specie e degli habitat, individuati nel progetto RE.NA.TO.

175 Fa seguito la cartografia relativa ai SIR così come elaborata dal PTC. Padule di Suese e Biscottino Calafuria Monte Pelato Oasi Orti Bottagone Tombolo di Cecina nord Tombolodi Cecina sud

176 Macchia della Magona Rifugio faunistico di Bolgheri Parco di Montioni Parco archeologico di Populonia e Baratti Parco archeologico di s:silvestro Parco dell Elba

177 Monte Capannello e Mola Cerboli e Palmaiola Promontorio dell Enfola e Schiopparello Isola di Pianosa Isola di Montecristo Isola di Capraia

178 Fa seguito la cartografia relativa ai Parchi così come elaborata dal PTC. Parco delle Colline Livornesi Parco dei Poggetti Oasi della Contessa Macchia della Magona Parco del Fiume Cecina Padule di Bolgheri

179 Parchi della Val di Cornia Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano (PNAT)

180 Fa seguito la cartografia relativa alle Aree Marine Protette così come elaborata dal PTC. Fa seguito la cartografia relativa alle Aree dunali così come elaborata dal PTC. Piombino Torre Mozza

181 Cecina Rosignano Solvay La Torraccia San Vincenzo San Vincenzo Cecina

182 Fa seguito la cartografia relativa alle Copertura Forestale così come elaborata dal PTC. Aree percorse dal fuoco Carta della copertura vegetale - AAVV. - Università degli studi di Firenze Continente Nord Continente Centro

183 Continente Sud

184 Fa seguito la cartografia relativa ai Corsi d acqua così come elaborata dal PTC.

185 SETTORE NORD SETTORE CENTRO SETTORE SUD ANP Sistema Provinciale dei Monti livornesi ANP Sistema Provinciale ANP Sistema Provinciale Parco Provinciale dei Monti Livornesi e Parco dei Poggetti ANPIL Benedetta Valle Parco interprovinciale di Montioni Il Fiume Cecina è uno dei principali corsi d acqua del sistema geografico livornese. L area fluviale che interessa ANPIL F.Cecina l ANPIL di Livorno attraversa la fascia degradante delle colline interne e la piana costiera fino ad arrivare alla foce, caratterizzata da una fascia di Il Sistema provinciale dei Monti spiagge basse. Livornesi, con un'estensione pari a ANPIL del Chioma circa ettari ha obbiettivo di ANPIL Montioni cucire insieme gli ambiti territoriali del Parco Provinciale dei Monti Livornesi, distinti e separati, e le contigue aree protette di interesse locale ANPIL San Silvestro superficie di 7000 ha è il parco più esteso del Sistema dei Parchi della Val di Cornia 450 ettari, interessa solo una parte del distretto minerario di Campiglia Marittima, ma ne costituisce il nucleo storico più importante. ANPIL Colognole ANPIL Montenero ANPIL Macchia della Magona Complesso demaniale regionale nel comune di Bibbona, che comprende al suo interno la Riserva Naturale Statale di Bibbona. Si presenta oggi come una vasta area totalmente ricoperta di boschi e macchia mediterranea, con caratteri vegetazionali e faunistici di pregio. ANPIL Baratti Populonia ANPIL Sterpaia comprende nei suoi confini il Sito di Interesse regionale, corrispondente con il Sito di Interesse Comunitario del Promontorio di Piombino e Massoncello. occupa una superficie di 300 ettari, si sviluppa lungo 10 km di costa sul golfo di Follonica, sul litorale orientale di Piombino, da Torre del Sale a Torre Mozza.

186 Altre ANP all interno del territorio provinciale Altre ANP comprese nel territorio provinciale Altre ANP comprese nel territorio provinciale Riserva Naturale Oasi della Contessa Area umida residua della grande zona palustre di Stagno, ormai bonificata, collocata tra il Fosso dell'acqua Salsa, le Colline Livornesi e la frazione di Stagno. Il paesaggio è caratterizzato dall'ambiente residuo dell'antica palude Oasi WWF Bolgheri Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e, inoltre, come Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri Riserva Naturale Statale Padule di Orti Bottagone Nella Riserva è compreso anche il Sito di Interesse comunitario omonimo, con un estensione di 106,9 ha. Riserva Naturale Statale Calafuria 115 ha di superficie, si trova sul litorale tirrenico toscano, tra Antignano e Quercianella. E' un tratto di costa alta, il primo della Toscana, incisa dal mare che ha scavato in una roccia molto compatta Riserva Naturale biogenetica Statale Tomboli di Cecina Estesa su 50 ha, totalmente nel Comune di Bibbiona; presenta un tipico paesaggio litoraneo a costa bassa, caratterizzato verso il mare dalle dune costiere. Parco costiero di Rimigliano Riserva Naturale Statale Bibbona La riserva consiste in un arboreto sperimentale di 6 ha di estensione Parco forestale di Poggio Neri

187 Nel Santuario dei cetacei, compreso nel triangolo marino fra le coste ligure, corsa e provenzale, sono presenti, in numero consistente, capodogli e balenottere comuni, delfini, grampi, globicefali, all interno di un ecosistema pelagico di notevole ricchezza specifica e che presenta condizioni di temperatura ed alimentazione ottimali. Le condizioni fisiche e climatiche qualificano, infatti, questa area marina come eccezionalmente produttiva e ricca di forme viventi: le più avanzate strategie di campionamento hanno permesso di ribaltare la concezione comune che il Mediterraneo sia nel suo complesso un mare povero delle sostanze nutritive disciolte fondamentali per la crescita delle alghe microscopiche, che sono la base della catena alimentare per tutta la comunità vivente. I valori espressi in termini di produttività da questa area sono viceversa molto simili a quelli delle acque atlantiche. Ciò in virtù di un favorevole sistema di correnti che garantisce il rimescolamento delle acque con la risalita delle sostanze nutritive depositate in profondità, e dell'azione dei venti invernali che favoriscono a loro volta la distribuzione sulla totalità della colonna d'acqua. È evidente, quindi, come sia necessario predisporre le condizioni ottimali per la conservazione di questo prezioso ecosistema, altrimenti esposto a potenziali pericoli di modificazione a causa delle attività umane che si svolgono sul mare. Il Santuario si propone per la tutela di questa vasta zona marittima: un'area dove navigare con il massimo rispetto, per conoscerne meglio, ma senza disturbare, le specie protette. Nel 1993 i rappresentanti dei Ministeri dell Ambiente di Francia e Italia e il Ministro di Stato del Principato di Monaco firmano a Bruxelles il testo della Dichiarazione Congiunta relativa all Istituzione di un Santuario Mediterraneo per i mammiferi marini. Tale dichiarazione prevede l istituzione del Santuario, la designazione di un autorità competente a coordinarne la gestione e l adozione di misure appropriate per garantire ai mammiferi marini ed al loro habitat uno stato di conservazione favorevole: divieto di catture deliberate, divieto di turbative intenzionali per motivi di ricerca, proibizione dell uso di reti pelagiche derivanti, lotta contro l inquinamento, regolamentazione ed eventualmente il divieto di competizioni off-shore, regolamentazione delle 187

188 attività di whale-watching, ed infine la realizzazione di programmi di ricerca e di campagne di sensibilizzazione del grande pubblico. Nel 1999 i ministri si riuniscono a Roma per firmare l accordo definitivo che sancisce l istituzione del Santuario, la cui diversità e ricchezza biologica costituiscono fattori indispensabili alla protezione dei mammiferi marini nel loro habitat. L accordo viene ratificato l 11 ottobre del 2001 con la legge n 391, la quale definisce che l area del Santuario è costituita da zone marittime situate nelle acque interne e nei mari territoriali della Repubblica francese, della Repubblica italiana e del Principato di Monaco, nonché dalle zone di mare adiacenti. Come riportato nella legge dell 11 ottobre 2001 n 391 il perimetro del santuario è definito: ad ovest, da una linea che va dalla punta Escampobariou (punta ovest della penisola di Giens: N, E) a Capo Falcone, situa to sulla costa occidentale della Sardegna ( N, E); ad est, da una linea che va da Capo Ferro, situato sulla costa nord-orientale della Sardegna ( N, E) a Fosso Chiarone, si tuato sulla costa occidentale italiana ( N, E). Nel Santuario, che ha un estensione di circa km 2, viene garantito uno stato di conservazione favorevole ai mammiferi marini, proteggendo il loro habitat dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane. L area sarà monitorata periodicamente da Francia, Italia e Principato di Monaco per valutare periodicamente lo stato delle popolazioni di mammiferi marini, le cause di mortalità, le minacce che gravano sul loro habitat ed in particolare sulle loro funzioni vitali, come l alimentazione e la riproduzione. L area marina denominata Secche della Meloria, antistante il litorale livornese e pisano, risultava inserita tra le venti aree di reperimento elencate nella legge 979/82 Disposizioni per la difesa del mare che prevedeva l istituzione di Riserve Marine. Nel Settembre 2002 il Ministero Ambiente ha avviato un iniziativa per l eventuale istituzione della riserva marina delle Secche della Meloria sotto la gestione del Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. L iter è in corso. Nel mese di novembre 2006 la giunta regionale toscana ha approvato all unanimità la delibera che da il via libera all istituzione dell area marina protetta (Amp) delle Secche della Meloria, una delle 20 (che allora si chiamavano riserve marine) previste dalla legge sulla difesa del mare del 1982 e per la quale il ministero dell ambiente ha concluso il procedimento tecnico-amministrativo istruttorio. La proposta di istituzione di riserva ha la finalità della protezione ambientale dell area marina interessata, tutela e valorizzazione delle risorse biologiche e ripopolamento ittico della zona, approfondimento della conoscenza dell ecologia e della biologia delle peculiarità della zona, realizzazione di programmi di ricerca scientifica e divulgazione delle conoscenze, promozione di visite guidate per una corretta fruizione dell area. Zonazione: poiché nella Secca non sono state rilevate risorse naturali a valore eccezionale tale da giustificare una riserva integrale, si propone l istituzione di una zona di tipo 1 per tutta l area. Tuttavia dato l elevato interesse naturalistico e scientifico si ritiene opportuno delimitare una piccola area da destinare a zona di tipo 2. L area proposta è delimitata dalle coordinate: A) N B) N C) N D) N

189 Essa è situata nel tratto antistante la Torre ed il Faro tra i 3 e gli 8 metri di profondità ed è caratterizzata dalla presenza dei catini. Tale area rappresenta il 5% dell intera superficie. L area marina protetta, inserita nel Parco Regionale S. Rossore-Migliarino-Massaciuccoli, consentirebbe inoltre di sviluppare un attività didattica e culturale di studio e conoscenza dell ambiente La vicinanza ad un grande porto del Mediterraneo non va intesa solo come potenziale fonte di alterazioni antropiche, ma altresì come possibilità di controllare eventuali fenomeni di inquinamento che potrebbero diffondersi nell ambiente marino circostante. L area protetta potrebbe inoltre essere sede di sperimentazioni di ripopolamento di pesci e crostacei così da funzionare come zona di irradiamento di nuove risorse verso le vicine zone di pesca. Si ritiene pertanto che i catini della Meloria rappresentino tutt ora un habitat di elevato valore scientifico e che il loro inserimento in una riserva integrale sia indispensabile non solo per salvaguardarli, ma anche per consentire ulteriori studi che promettono scoperte innovative. 189

190 II.6.2 habitat naturali e rete natura 2000 Con la Legge regionale 56/2000 Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche, la Regione riconosce e tutela le biodiversità, (in applicazione del DPR 357/97, e dalle Direttive 92/43 CEE e 79/409 CEE, rispettivamente per la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e per la conservazione degli uccelli selvatici). Essa concorre alla definizione degli ambienti da conservare e alla formazione della rete ecologica europea Natura 2000 nei seguenti modi: definizione di un elenco di specie e di habitat d'interesse regionale, più ampio di quello d'interesse comunitario (costituito da SIC 5 e ZPS 6 ), per i quali è possibile individuare Siti di Importanza Regionale. 7 l applicazione immediata in tutti i SIR di quanto richiesto della direttiva CEE e del DPR. per i siti della rete Natura 2000: salvaguardie, valutazione d'incidenza, misure di conservazione, monitoraggio 8 l ampliamento ai Geotopi di Importanza Regionale dell'insieme di aree e beni naturali destinati alla conservazione in situ; il completamento degli interventi di conservazione con l'individuazione dei Centri per la conservazione e la riproduzione ex situ delle specie faunistiche e floristiche d'interesse conservazionistico; l affidamento alle province delle competenze per l'attuazione della legge, oltre che agli enti gestori di aree protette. La Regione Toscana classifica gli ambienti da tutelare in SIC, ZPS, SIN e SIR. Per quanto riguarda le aree di collegamento ecologico, indispensabili per l efficiente funzionamento della rete ecologica, gli indirizzi normativi devono essere approvati dal Consiglio Regionale, nell'ambito del Piano di Indirizzo Territoriale regionale (PIT). La prima parte del lavoro, relativa alle Indicazioni tecniche per l'individuazione e la pianificazione delle aree di collegamento ecologico, approvata dalla Giunta Regionale con la D.G.R n del , è destinata in particolare alle Province, cui la legge conferisce la facoltà di individuarle anche in assenza dei citati indirizzi normativi. Nel Sistema delle aree Protette della Provincia di Livorno troviamo i seguenti Siti di Importanza Regionale 9, per i quali vengono definiti, sito per sito, i principali obiettivi e le principali misure di conservazione necessarie. SIR BO9 - di Calafuria, Prov. Livorno, Comune di Livorno (IT ) Estensione: 340,3 ha Il SIR non è incluso nella rete ecologica europea Natura 2000, ma è in parte compreso nella Riserva Naturale Statale Calafuria. 5 SIC: Sito di Importanza Comunitaria Direttiva 92/43 CEE 6 ZPS Zona di Protezione Uccelli - Direttiva 7 I SIR vengono definiti dalla LR 56/2000 come aree geograficamente definite che contribuisce in modo significativo a mantenere o ripristinare un tipo di habitat naturale o di una specie di interesse regionale 8 I SIR (Siti di Importanza Regionale) che compongono la rete toscana sono tutti i siti individuati, a suo tempo, nel progetto Bioitaly, compresi i siti della rete Natura 2000 (SIC e ZPS). Con la LR 56/2000 è stato approvato un elenco di 155 SIR, 22 dei quali non sono inclusi nella rete Natura Le norme di attuazione della legge, in fase di redazione, vengono approvate dalla Giunta Regionale e riguardano le principali misure di conservazione dei Siti di Importanza Regionale. 9 Attualmente la Regione ha in corso di individuazione il quadro complessivo dei SIR, con oltre 20 siti ipotizzati per la provincia di Livorno. 190

191 La tipologia ambientale prevalente è costituita da boschi di leccio e pino d Aleppo e ampie superfici occupate da vari stadi di degradazione post incendio, su una costa rocciosa, occupata anche da garighe su ofioliti e da boschi di caducifoglie negli impluvi più freschi. I frequenti incendi, il forte carico turistico durante la stagione balneare e la presenza di un importante asse viario, con forte traffico veicolare nei giorni festivi e in estate, e della linea ferroviaria, costituiscono degli elementi di criticità per la conservazione della naturalità dell habitat e in particolare per le pinete costiere di pino d Aleppo e per il mantenimento di un mosaico vegetazionale a diversi stadi evolutivi, importante per alcune specie ornitiche minacciate. SIR 51 Boschi di Bolgheri, Bibbona e Castiglioncello, Prov. LI/PI, (IT ) Estensione 3.229,2 ha Il sito non è compreso nel sistema delle aree protette. L ambiente si caratterizza per i boschi di latifoglie e di conifere, boschi e macchia di sclerofille, aree agricole e lembi di garighe e di praterie secondarie. L intensa utilizzazione delle risorse forestali nel passato ha portato alla notevole omogeneità vegetazionale e alla scarsa maturità delle compagini boschive, esposte tra l altro a rischi di incendi, e all aggressione di un elevata densità di ungulati e alla pressione delle aree turistiche ai confini del sito. Gli indirizzi della Regione per questo SIR sono di verificare ed eventualmente adeguare le previsioni in campo forestale, al fine di assicurarne la coerenza rispetto agli obiettivi di conservazione, e mantenere e recuperare le aree a prateria e garighe interne ai boschi SIR 50 Padule di Bolgheri (ZPS), Prov. di LI, comune di Castagneto Carducci (IT ) Anche SIC e ZPS Estensione; 509,2 ha Il Sito non è attualmente compreso nel sistema delle aree protette Regionali ma è inserito nel 3 Programma regionale per le aree protette quale proposta regionale di Riserva Provinciale. Esso è oggi compreso nell Oasi di Protezione Padule di Bolgheri, dove è vigente la Zona di Rispetto Venatorio e nell Oasi WWF Bolgheri. Il sito è classificato come Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e, inoltre, come Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, istituito con Decreto del Ministero Agricoltura e Foreste nel La tipologia ambientale prevalente è costituita da un area umida costiera con canneti, specchi d acqua, prati umidi e boschi igrofili. Sono presenti inoltre pinete costiere e aree agricole. Le specie rare o di interesse fitogeografico sono legate alle aree umide: Baldellia ranunculoides e Ranunculus ophioglossifolius per la vegetazione e la Testudo hermanni (testuggine di Hermann), la Emys orbicularis (testuggine d acqua), la Elaphe quatuorlineata (cervone), la Tadorna tadorna (volpoca), il Botaurus stellaris (tarabuso), la Aythya nyroca (moretta tabaccata), il Falco biarmicus (lanario, Uccelli), la Coracias garrulus (ghiandaia marina). I Principali obiettivi di conservazione proposti dalla Regione Toscana sono i seguenti: Conservazione del sistema di aree umide e boschi planiziari e miglioramento del regime idrico al fine di ridurre i periodi di disseccamento. Mantenimento/incremento della complessità strutturale dei boschi planiziali e delle pinete, anche per la conservazione di specie ornitiche forestali. Mantenimento del pascolo e conservazione/incremento dei livelli di eterogeneità delle zone coltivate, favorendo la conservazione di specie legate agli agroecosistemi tradizionali e il foraggiamento di numerose specie di avifauna acquatica. Riqualificazione degli ambienti dunali. Conservazione/riqualificazione degli habitat prioritari. Mantenimento/incremento delle potenzialità dell area per l avifauna legata alle zone umide. Conservazione dei popolamenti di Rettili. 191

192 SIR 49 Tomboli di Cecina (ZPS),Prov. LI, Comuni di Bibbona, Cecina, Rosignano (IT ) Estensione 547,6 ha, anche ZPS Sito in gran parte compreso nella Riserva Statale Tomboli di Cecina, presenta una tipologia ambientale mista tra pineta costiera, di grande valenza paesaggistica, e aree umide retrodunali, di grande valenza naturalistica, con la presenza di aree agricole e di zone urbanizzate. Il sito si caratterizza infatti per la scarsa naturalità di vaste porzioni e per lo stato di emergenza che richiede di limitare i danni della pressione antropica e di incrementare i livelli di naturalità della costa sabbiosa e della pineta costiera SIR 47 Padule di Suese e Biscottino, Prov. LI, Comune di Collesalvetti (IT ); 139 ha di estensione Sito non compreso nel sistema delle aree protette. L habitat è rappresentato da un zona umida interna con specchio d acqua dolce (Suese o Padule della Contessa), da fossi con ricca vegetazione elofitica (a Biscottino) e da aree ad agricoltura intensiva. Dalle ricerche finalizzate alla salvaguardia della zona umida risulta la presenza di specie vegetali (in particolare Utricularia australis e Periploca graeca) e animali rare e minacciate quali il Botaurus stellaris e il Circus aeruginosus (falco di palude), rispettivamente migratore regolare e nidificante prima della scomparsa dei canneti a Suese. Permangono a Biscottino molte specie scomparse a Suese, tra i quali l airone rosso (Ardea purpurea). Oltre all avifauna è importante segnalare la presenza di alcune specie di Insetti di interesse conservazionistico legate agli ambienti umidi. Di grande disturbo per la continuità degli spostamenti delle popolazioni animali è sicuramente l attività venatoria svolta nell Azienda Agrituristico Venatoria che si trova tra le due aree umide (Suese e Biscottino). L istituzione del Sito di importanza Regionale si pone come obiettivi di conservazione il recupero del valore naturalistico del sito e in particolare delle sue potenzialità per l avifauna migratrice, nidificante e svernante. Il raggiungimento di tali obiettivi dovrà essere perseguito tramite le azioni di mantenimento delle zone umide esistenti, la ricostituzione di superfici di canneto e/o altre formazioni elofitiche di estensione significativa, la ricostituzione di acque poco profonde libere da vegetazione, la creazione di fasce di vegetazione con funzioni di protezione rispetto agli apporti contaminanti di origine agricola, la creazione di siti di nidificazione/dormitorio irraggiungibili dai predatori terrestri e la creazione di una fascia di rispetto venatorio tra le due aree umide. SIR B21 Bandite di Follonica, Prov. GR/LI (IT51A0102) Estensione 7.954,9 ha Questo sito non è incluso nella rete ecologica europea Natura 2000, è compreso nel Parco Interprovinciale Montioni e si estende nella provincia di Grosseto. Inoltre, in piccola parte, è compreso nella Zona di Protezione Bronzivalle. L habitat rappresentato è un complesso collinare costiero con matrice forestale continua e scarso disturbo antropico che presenta alcuni nuclei forestali a elevata maturità (per lo più cedui invecchiati di cerro) e di rilevante interesse naturalisitco. La presenza di specie rare di uccelli è legata ai limitatissimi ambienti aperti. Dalla dismissione delle pratiche forestali si è verificata una visibile evoluzione della vegetazione (dovuta alla completa cessazione del pascolo) nelle residue aree con prati annui e garighe (ambienti che ospitano buona parte delle principali emergenze faunistiche). Il rischio di incendi e il disturbo per aumento del carico turistico estivo, soprattutto dei tratti di costiera confinanti con il SIR costituiscono per quest area un gravoso problema. 192

193 Le ipotesi di gestione dell area si pongono come obiettivo quello di incrementare il valore naturalistico delle formazioni forestali, favorendo un aumento della maturità nelle stazioni più fresche e mantenendo una presenza significativa dei diversi stadi delle successioni, la conservazione delle aree residuali occupate da habitat di prateria e gariga (che costituiscono l habitat di numerosi Rettili e Passeriformi), di interesse conservazionistico, e la conservazione della continuità della matrice boscata. SIR B10 Monte Pelato, Prov. LI, Comune Rosignano M.mo. (IT ) Estensione 820,5 ha SIR non incluso nella rete ecologica europea Natura 2000 e nel sistema regionale delle aree protette. Rilievi collinari costieri, con affioramenti ofiolitici, in gran parte occupati da forteti e foreste di leccio più o meno evolute. Sono presenti praterie secondarie su alcune cime e dorsali. Nell area si rileva la presenza di numerosi endemismi, come Jonopsidium savianum (bivonea di Savi) - Specie endemica, rara e localizzata, presente in alcune stazioni disgiunte di Toscana, Lazio e Umbria su calcare o serpentini, la Euphorbia nicaeensis ssp. prostrata - Endemismo serpentinicolo della Toscana, il Thymus acicularis var. ophioliticus Sugli affioramenti ofiolitici si riscontra una tipica vegetazione delle garighe serpentinicole, con numerose specie rare. Ricchi e diversificati popolamenti di orchidacee legati ai prati sommitali su calcare e serpentini. Per quanto riguarda la fauna si rileva la presenza di comunità di Uccelli nidificanti, comprendenti alcune specie rare legate a mosaici ambientali complessi con praterie e garighe. I medesimi ambienti ospitano popolamenti di Rettili ricchi di specie. Il sito confina con alcuni tratti di un importante asse stradale, caratterizzato da traffico molto intenso nei mesi estivi. L evoluzione della vegetazione a causa della forte riduzione del pascolo minaccia gli ambienti di prateria: Per questo motivo le ipotesi di gestione del SIR si pongono finalità di conservazione e di ripristino di usi tradizionali del pascolo. I danni causati dai cinghiali, in forte e crescente diffusione, mettono a rischio il popolamento floristico di bulbose. Le aree estrattive sono in gran parte abbandonate. L area, prossima a importanti centri urbani e turistici, potrebbe essere potenzialmente vulnerabile per ulteriori espansioni edilizie. SIR 56 Padule Orti Bottagone, Prov. LI, Comune Piombino (IT ) Estensione 106,9 ha Sito in gran parte compreso nella Riserva Provinciale Padule Orti Bottagone e nell oasi WWF delle Padule Orti Bottagone, è classificato anche come SIC all interno della rete natura 2000 Habitat caratterizzato da specchi d acqua costieri, che costituiscono un area umida salmastra con salicornieto, e un area umida dulcacquicola con canneto, con specie rare o di interesse fitogeografico legate agli ambienti umidi (a esempio, Epipactis palustris, Orchis palustris, Juncus subulatus ecc.).e inoltre un importante area di sosta per uccelli migratori legati ai diversi ambienti umidi. La gestione dei livelli idrometrici provoca il progressivo prosciugamento dell area umida dulcacquicola durante la stagione estiva o nel corso di annate con scarse precipitazioni, con un conseguente trasporto solido delle acque in ingresso nella palude degli Orti e il progressivo interrimento degli stagni. La presenza di una strada che divide in due parti l area umida provoca un impatto diretto su avifauna e anfibi. Anche l allevamento ippico al confine nord della riserva, l impianto di itticoltura nei pressi di Perelli e le coltivazioni intensive ai confini settentrionali provocano degli impatti diretti legati all inquinamento delle acque. 193

194 Sempre ai confini dell area un ulteriore elemento di disturbo alla fauna selvatica è causato dall attività venatoria. Per risolvere le problematiche di isolamento dell area umida si pone come obiettivo il recupero delle aree umide circostanti e l incremento delle connessioni ecologiche. SIR 55 Promontorio di Piombino e Massoncello, Prov. LI, Comune Piombino (IT ) Estensione 756,6 ha Il SIR è classificato anche SIC, ed in parte è compreso nella ANPIL Baratti-Populonia. E rappresentato da ambienti con versanti costieri con macchia alta e bassa, boschi di sclerofille, coste rocciose, boschi di latifoglie, garighe, aree agricole. L area è di grande importanza per la presenza di uccelli migratori. La stazione relitta peninsulare più settentrionale di Chamaerops humilis costituisce un emergenza naturalistica insieme alla presenza delle specie animali di Euplagia [=Callimorpha] quadripunctaria (Insetti, Lepidotteri), Testudo hermanni (testuggine di Herman, Rettili), Phalacrocorax aristotelis (marangone dal ciuffo),oenanthe hispanica (monachella,), Sylvia hortensis (bigia grossa, Uccelli), Lanius minor (averla cenerina) I problemi maggiori che si presentano in quest area e che mettono a rischio la conservazione dell habitat sono relativi al carico turistico in aumento, alla elevata urbanizzazione ai limiti meridionali e settentrionali, ai frequenti incendi, all evoluzione della vegetazione per cessazione delle forme tradizionali di uso del suolo, all attività venatoria e all eccessivo carico di ungulati con danneggiamento della flora erbacea del sottobosco. SIR 54 Monte Calvi di Campiglia, Prov. LI, (IT ) Estensione 953,1 ha Il SIR è classificato anche SIC dalla rete Natura Il Sito è in parte compreso nell ANPIL San Silvestro. Macchia bassa e alta, boschi di sclerofille e latifoglie, garighe, affioramenti rocciosi., prati secondari, aree estrattive e miniere. Le emergenze naturalistiche sono rappresentate da consorzi a Jonopsidium savianum del Monte Calvi di Campiglia Marittima e da stazioni di Jonopsidium savianum (bivonea di Savi) Rara specie presente in Toscana sulle colline subcostiere livornesi e alle pendici del M. Amiata. I principali elementi di criticità interni al sito sono costituiti dalla presenza di miniere e cave in attività o abbandonate, dal carico turistico in aumento, dal rischio di incendi, dalla ridotta estensione della stazione di Jonopsidium savianum, dal bacino minerario della Solvay ai confini occidentali del sito I principali obiettivi di conservazione dettati dalla regione per il SIR di Monte Calvi sono di mantenimere elevati livelli di diversità del mosaico ambientale, con i diversi stadi delle successioni vegetazionali, conservare ex situ la stazione di Jonopsidium savianum sulla vetta del Monte Calvi, incrementare la caratterizzazione ecologica della matrice forestale, favorendo la presenza di formazioni più mature nelle stazioni adatte, miglioramento delle conoscenze sugli aspetti naturalistici. 194

195 Sito Tipo di protezione Elementi/indirizzi SIR BO9 - di Calafuria, Prov. Livorno, Comune di Livorno Estensione: 340,3 ha SIR 51 Boschi di Bolgheri, Bibbona e Castiglioncello, Prov. LI/PI. Estensione: 3.229,20 ha non è incluso nella rete ecologica europea Natura 2000, ma è in parte compreso nella Riserva Naturale Statale Calafuria. sito non è compreso nel sistema delle aree protette I frequenti incendi, il forte carico turistico durante la stagione balneare e la presenza di un importante asse viario, con forte traffico veicolare nei giorni festivi e in estate, e della linea ferroviaria, costituiscono degli elementi di criticità per la conservazione della naturalità dell' habitat e in particolare per le pinete costiere di pino d'aleppo e per il mantenimento di un mosaico vegetazionale a diversi stadi evolutivi, importante per alcune specie ornitiche minacciate. Gli indirizzi della Regione per questo SIR sono di verificare ed eventualmente adeguare le previsioni in campo forestale, al fine di assicurarne la coerenza rispetto agli obiettivi di conservazione, e mantenere e recuperare le aree a prateria e garighe interne ai boschi SIR 50 Padule di Bolgheri (ZPS), Prov. di LI, comune di Castagneto Carducci Estensione: 509,2 ha non è attualmente compreso nel sistema delle aree protette Regionali ma è inserito nel 3 Programma regionale per le aree protette quale proposta regionale di Riserva Provinciale. Il sito è classificato come Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar e, inoltre, come Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, istituito con Decreto del Ministero Agricoltura e Foreste nel oggi compreso nell Oasi di Protezione Padule di Bolgheri, dove è vigente la Zona di Rispetto Venatorio e nell Oasi WWF Bolgheri SIR 49 Tomboli di Cecina (ZPS), Prov. LI, Comuni di Bibbona, Cecina, Rosignano Estensione: 547,6 ha SIR 47 Padule di Suese e Biscottino, Prov. LI, Comune di Collesalvetti. Estensione: 139,0 ha SIR B21 Bandite di Follonica, Prov. GR/LI. Estensione: 7.954,9 ha SIR B10 Monte Pelato, Prov. LI, Comune Rosignano m. Estensione: 820,5 ha SIR 56 Padule Orti Bottagone, Prov. LI, Comune Piombino. Estensione: 106,9 ha SIR 55 Promontorio di Piombino e Massoncello, Prov. LI, Comune Piombino. Estensione: 756,6 ha SIR 54 Monte Calvi di Campiglia, Prov. LI. Estensione: 953,1 ha in gran parte compreso nella Riserva Statale Tomboli di Cecina" non compreso nel sistema delle aree protette. Al suo interno si trova il territorio dell Oasi della Contessa non è incluso nella rete ecologica europea Natura 2000, è compreso nel Parco Interprovinciale Montioni e si estende nella provincia di Grosseto. Inoltre, in piccola parte, è compreso nella Zona di Protezione Bronzivalle. non incluso nella rete ecologica europea Natura 2000 e nel sistema regionale delle aree protette in gran parte compreso nella Riserva Provinciale Padule Orti Bottagone e nell oasi WWF delle Padule Orti Bottagone, è classificato anche come SIC all interno della rete natura 2000 è classificato anche SIC, ed in parte è compreso nella ANPIL Baratti-Populonia. è classificato anche SIC dalla rete Natura è in parte compreso nell ANPIL San Silvestro" L istituzione del Sito di importanza Regionale si pone come obiettivi di conservazione il recupero del valore naturalistico del sito e in particolare delle sue potenzialità per l avifauna migratrice, nidificante e svernante. Le ipotesi di gestione dell area si pongono come obiettivo quello di incrementare il valore naturalistico delle formazioni forestali, favorendo un aumento della maturità nelle stazioni più fresche e mantenendo una presenza significativa dei diversi stadi delle successioni, la conservazione delle aree residuali occupate da habitat di prateria e gariga (che costituiscono l habitat di numerosi Rettili e Passeriformi), di interesse conservazionistico, e la conservazione della continuità della matrice boscata. Per risolvere le problematiche di isolamento dell area umida si pone come obiettivo il recupero delle aree umide circostanti e l incremento delle connessioni ecologiche. I problemi maggiori che si presentano in quest area e che mettono a rischio la conservazione dell habitat sono relativi al carico turistico in aumento, alla elevata urbanizzazione ai limiti meridionali e settentrionali, ai frequenti incendi, all evoluzione della vegetazione per cessazione delle forme tradizionali di uso del suolo, all attività venatoria e all eccessivo carico di ungulati con danneggiamento della flora erbacea del sottobosco. I principali obiettivi di conservazione dettati dalla regione per il SIR di Monte Calvi sono di mantenimere elevati livelli di diversità del mosaico ambientale, con i diversi stadi delle successioni vegetazionali, conservare ex situ la stazione di Jonopsidium savianum sulla vetta del Monte Calvi, incrementare la caratterizzazione ecologica della matrice forestale, favorendo la presenza di formazioni più mature nelle stazioni adatte, miglioramento delle conoscenze sugli aspetti naturalistici. 195

196 Nel settore della biodiversità e dell habitat, azione a consuntivo della Provincia si è sviluppata come riassunta nella seguente tabella: Interventi: 1. interventi di bonifica sanitaria dei cipressi del Viale di Bolgheri e reimpianto di individui morti 2. informatizzazione cipressi del Viale di Bolgheri 3. riduzione della bordura vegetale del viale di Bolgheri 4. progetto Interreg Medcypre per la salvaguardia e valorizzazione del cipresso Eventi: 1. Il Santuario Pelagos e le proposte delle Regioni, Convegno a Livorno, sala del Consiglio 2. Giornate europee del birdwatching 3. Meeting e Reportage televisivo Progetto Interreg Vegetatio, Sassetta e Massa Marittima per la valorizzazione della castagna 4. predisposizione della candidatura al Progetto Interreg Gionha sul mare e sui cetacei. 5. Convegno Il cipresso simbolo della civiltà mediterranea. Bolgheri, nell ambito della XV settimana della cultura scientifica Toscana 6. Amman -Giordania- Congresso Internazionale della Banca Mondiale sugli eventi naturali catastrofici. Gli incendi dei boschi ed il rischio per le persone ed i beni. 7. Roma. 100 Congresso della Società Botanica Italiana. Unità Naturalistica di Rosignano. 8. Reportages televisivi redatti e trasmessi da Geo&Geo e UmbriaTV, Telecentro e ToscanaTV sul Viale di Bolgheri e le emergenze naturalistiche del territorio. 9. Convegno internazionale sul recupero degli alberi monumentali. Viale di Bolgheri. Fiere e Mostre: 1. Viareggio Tuttambiente - Progetto rondine. 2. Portoferraio Aree Marine Protette del Mediterraneo. Progetto dune e poseidonia. 3. Firenze Dire & Fare - Viale di Bolgheri. Pubblicazioni: 1. Aiutiamo il Viale di Bolgheri. Nota per i ragazzi e non solo sul Viale monumentale. 2. Atti del Convegno Nazionale sul Paesaggio. Pisa, Novembre Relazione sul Viale monumentale di Bolgheri. 3. Pubblicazione del Politecnico di Milano, mirata alle nuove tecnologie informatiche applicate attraverso sensori. Chips Viale di Bolgheri. 4. I Beni Culturali -tutela e valorizzazione - anno XII n 2. Redazionale Il viale dei cipressi carducciani di Bolgheri. Le isole di Capraia, Gorgona, Pianosa e d Elba, della Provincia di Livorno, fanno parte del Parco Nazionale dell arcipelago Toscano; non appartengono quindi al sistema di Aree naturali protette di competenza provinciale ma, insieme alle isole grossetane del Giglio e di Giannutri e ai parchi e riserve concorrono a definire un sistema omogeneo di aree protette a forte valenza naturalistico e paesaggistico, rappresentativo dell ambiente costiero mediterraneo. 196

197 II.7 Paesaggio Il Piano Paesaggistico Regionale non è stato ancora attuato ma sono state approntate nell ambito del PIT (allegato A elaborato 4) le Schede dei paesaggi con individuazione degli obiettivi di qualità: Ambito 12 Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano M. Ambito 22 Comuni di Castagneto, Cecina, Bibbona, Rosignano M. Ambito 23 - Comuni di Piombino, San Vincenzo, Suvereto, Campiglia, Sassetta Ambito 27 Comuni di Campo nell Elba, Capoliveri, Capraia Isola, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portoferrraio, Rio Marina, Rio nell Elba La morfologia del fronte marittimo toscano è caratterizzata da una linea di costa che alterna piccoli promontori con coste alte rocciose (da nord a sud: Calafuria, Castiglioncello, Piombino, Punta Ala, Argentario) a lunghi tratti di costa bassa, con spiagge sabbiose e le foci a delta dei fiumi principali (Arno, Chioma, Cecina, Ombrone). Subito retrostanti la stretta fascia di pianura costiera sono i rilievi Antiappenninici, costituiti dai colli livornesi e dalle colline metallifere, e caratterizzati da altezze limitate (450 m.s.l.m. i primi e 1000 m.s.l.m. i secondi) e da morfologie abbastanza articolate. Le aree di pianura vallive in corrispondenza degli assi fluviali principali erano occupate, prima della bonifica, da paludi e acquitrini, dei quali resta testimonianza nelle cosiddette Padule (Orti Bottagone, Cecina, Sterpaia, Bolgheri). La vegetazione dei rilievi contribuisce a determinare il carattere mediterraneo del paesaggio: boschi decidui di querceti xerofili e residui di leccete miste a macchia mediterranea e forteto. Le foreste originarie sono state pesantemente sfruttate nel corso dei secoli per rifornire di legno e carbone le attività minerarie e produttive delle vallate. Ma l elemento strutturante il paesaggio naturale e la storia del territorio è il substrato geologico di questi rilievi e delle isole frontistanti; esso presenta una particolare ricchezza mineralogica conosciuta fin dall antichità, che ha dato vita a un intenso sfruttamento minerario attivo fin quasi i giorni nostri. Il sistema idrologico, insieme alla sua vegetazione e fauna tipica dei paesaggi mediterranei, analizzato lungo il reticolo idrografico dalla costa ai boschi delle colline interne, è un utile indicatore sullo stato dell ambiente dell intero sistema, che andrebbe quindi studiato in maniera più approfondita e sistematica, soprattutto in relazione ai progetti di recupero e valorizzazione delle aree protette livornesi: corridoi biologici, tutela della risorsa idrica, recupero delle cave e delle aree minerarie, recupero delle aree degradate a pascolo, sviluppo del turismo collinare e fuori stagione, controllo del turismo estivo balneare sugli ambienti più fragili. L atlante del PIT ha proposto delle rappresentazioni sintetiche del sistema del paesaggio della provincia di Livorno, articolato per: area livornese, toscana della costa e dell arcipelago, val di Cornia, arcipelago delle isole minori, isola d Elba. Si riportano qui di seguito le tavole principali. 197

198 198

199 199

200 200

201 201

202 202

203 II.8 Agenti fisici Per agenti fisici di norma si intendono tre aspetti principali: l inquinamento acustico, i campi elettromagnetici e le radiazioni ionizzanti. In base alle disposizioni della LR n.64 del 2004 le Province hanno in materia di inquinamento acustico il compito di: 1. - Adeguare il piano territoriale di coordinamento (P.T.C.), indicando e coordinando gli obiettivi da perseguire nell'ambito del territorio provinciale ai fini della tutela ambientale e della prevenzione dall'inquinamento acustico Esercitare le funzioni di vigilanza e controllo da espletare avvalendosi dell' A.R.P.A.T., mediante la promozione di campagne di misurazione del rumore e monitoraggio complessivo dell'inquinamento acustico del territorio provinciale. 3. Esercitare i poteri sostitutivi qualora i comuni non provvedano all'approvazione del piano di classificazione acustica e nel caso dia mancata approvazione del piano di risanamento comunale. Per il controllo degli agenti fisici il soggetto preposto è l ARPAT che interviene generalmente in seguito a richiesta delle amministrazioni comunali o provinciale, o spontaneamente su segnalazioni di singoli cittadini e associazioni, mentre sono attivi accordi con i comuni che prevedono monitoraggi programmati. L attività riguarda: Monitoraggio in continuo dell induzione magnetica su tre tratte elettriche, di cui due nel comune di Rosignano e una nel comune di Livorno: Controllo dei container di materiale ferroso introdotto sul territorio italiano attraverso il porto di Livorno; Formazione e verifica del catasto regionale di sorgenti elettromagnetiche a radiofrequenza. Nel periodo il Dipartimento ARPAT di Livorno, relativamente al controllo dei campi elettromagnetici generati da linee elettriche a 50 Hz nella Provincia di Livorno, ha svolto le seguenti attività: dal 24 Febbraio 2003 al 30 Aprile 2006 monitoraggio delle linee A.T. a 132kV n. 533 Livorno Est - Livorno La Rosa e 547 Acciaiolo - Livorno La Rosa relativamente al tratto Variante Scopaia, attraverso misure in continua (24 ore su 24) presso 1 punto fisso e 4 campagne di misura presso 4 punti lungo il tracciato delle linee nel Comune di Livorno. Intero periodo (e tutt ora in essere) monitoraggio delle linee aeree A.T. a 132 kv n. 532 Livorno Marzocco - Rosignano e 593 e Livorno Est. - Livorno Lodolo, attraverso misure in continua (24 ore su 24) presso 1 punto fisso situato all interno della Scuola N. Pistelli in via N. La Pira, 1 nel Comune di Livorno. dal 1 Gennaio 2003 al 31 Dicembre 2007 monitoraggio della linea A.T. a 380kV n. 512 Rosen - Acciaiolo, attraverso misure in continua (24 ore su 24) presso 1 punto fisso situato all interno della Comunità Terapeutica I Salci di Via Guido Rossa, in loc. Le Sorelline, nel Comune di Rosignano Marittimo. dal Giugno 2006 al Dicembre 2007 (e tutt ora in essere) monitoraggio della linea A.T. a 380kV n. 512 Rosen - Acciaiolo, a seguito della realizzazione della nuova centrale Roselectra, attraverso misure in continua (24 ore su 24) presso 1 punto fisso situato all interno dell azienda agricola Jolly Vento, in loc. San Enrico nel Comune di Rosignano Marittimo. Misure di controllo a seguito di richieste degli EE.LL. nei comuni di Livorno (14 verifiche), Collesalvetti (2 verifiche); 203

204 Emissione di pareri su progetti sia di nuovi insediamenti in prossimità di linee elettriche (richieste da parte dei Comuni) che di nuove linee (richieste da parte della Provincia) nei comuni di Livorno (12 pareri), Collesalvetti (3 pareri), Cecina (4 pareri), Campiglia M.ma (1 pareri), Suvereto (1 parere), Castagneto C.cci (1 parere). 204

205 III.1.1 Piano Regionale di Sviluppo, Piano Regionale di Azione Ambientale e programmazione regionale ambientale La regione Toscana ha fortemente concatenato i suoi strumenti programmatici, orientandoli in maniera coerente verso uno sviluppo sostenibile che possa coniugare il dinamismo economico con rispetto dell ambiente. Per questo PRS è accompagnato dal nuovo Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) e dall aggiornamento del Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) che integra le politiche regionali per la sostenibilità. Obiettivo della regione è garantire la sostenibilità ambientale, sociale ed economica allo sviluppo così da consentire una stabilità e una continuità nella crescita di lungo periodo tale da non compromettere le possibilità delle prossime generazioni in termini di risorse ambientali, finanziarie e di tenuta sociale. Il PRS individua 12 sfide da vincere traguardando il 2010; per l ambiente gli obiettivi sono: gestire correttamente le risorse ambientali, i rifiuti, l energia. I 4 programmi strategici che rispondono alle sfide possono così riassumersi: La regione quindi individua 25 progetti integrati regionali (PIR), di cui 4 sono inclusi del programma strategico sostenibilità ambientale e dello sviluppo : 1. Politiche di ecoefficienza per il rispetto di Kyoto. Promuove uno sviluppo sostenibile per ambiente, territorio e società. 2. Sostenibilità e competitività del sistema energetico. Promuove l uso di energia rinnovabile e la riduzione dei costi per i cittadini. 3. Efficienza e sostenibilità nella politica dei rifiuti. Aumenta la raccolta differenziata e riduce l uso delle discariche. 4. Governo integrato ed unitario delle risorse idriche per il diritto all acqua. Promuove la tutela e il risanamento delle acque e la prevenzione del rischio idraulico. Segue una scheda che riassume gli obiettivi generali e i risultati attesi dai progetti. 205

206 Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Risultati attesi Strumenti di intervento Politiche di ecoefficienza per il rispetto di Kyoto e della qualità dell aria Operare una progressiva riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra in coerenza con gli obiettivi nazionali determinati dalla UE per il rispetto del Protocollo di Kyoto. Inversione nei prossimi anni del trend di incremento delle emissioni di gas a effetto serra in Toscana; Lo sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, territoriale, sociale è uno degli obiettivi delle politiche regionali contenute nel Programma di Governo e rappresenta il criterio trasversale di riferimento e di valutazione dei piani e programmi regionali. Si collocano in questa prospettiva, le azioni per la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera previste dal Protocollo di Kyoto e l incremento della quota di energia da fonti rinnovabili, oltre lo sviluppo della geotermia,un più stretto raccordo con la valorizzazione delle risorse agricole e forestali regionali e delle aree boscate, private, demaniali e pubbliche. Definire politiche integrate per il risparmio, la diversificazione delle fonti energetiche, lo sviluppo delle fonti rinnovabili; Sviluppo dell iniziativa di San Rossore per il sostegno al sistema produttivo toscano per l adempimento degli obblighi della direttiva Emissions Trading della UE. Sviluppare interventi di salvaguardia e miglioramento delle foreste. Sviluppare politiche atte al miglioramento della sostenibilità ambientale dell accessibilità. Consolidare le politiche regionali a sostegno delle certificazioni ambientali (accordo Prodiga) e della diffusione della ecoefficienza tra le imprese toscane. Aggiornamento inventario del monitoraggio delle emissioni di gas effetto serra e analisi di bilancio di CO2, con relativa informazione e divulgazione dei dati; Allargamento numero imprese interessate ad operare sul mercato delle emissioni; Realizzazione esperienze pilota in collaborazione con altre regioni in tema di operazioni in pool sul mercato dei crediti, operazioni opting-in e grouping. Nuova legge in materia ambientale, PRAA , Programma Operativo Regionale FESR , Programma di Indirizzo Energetico Regionale , Piano della mobilità e della logistica, Programma Forestale , Linee guida bioedilizia per nuovi edifici. La Regione Toscana favorisce e promuove l uso di energia proveniente da fonti rinnovabili, la loro integrazione, con le attività produttive, economiche e urbane e la migliore integrazione delle strutture energetiche con il territorio, anche per poter garantire una maggior autonomia energetica e una riduzione dei costi sia per i cittadini/cittadine che per le imprese. E' imporante intraprendere azioni per l'incremento della quota di energia da fonti rinnovabili, Tra queste occorre sottolineare che la geotermia in Toscana, già oggi, rappresenta la Sostenibilità e competitività del sistema energetico Incremento disponibilità energetica attraverso un allargamento delle opportunità di approvvigionamento energetico e sicurezza degli approvvigionamenti garantendo un adeguata disponibilità di energia al sistema regionale, stimolando adeguati investimenti industriali, in uno stretto rapporto con il governo nazionale. Maggior competitività del sistema economico attraverso una riduzione dei costi energetici misurata dall andamento del costo medio al Kw/e per cittadini ed imprese e dal costo medio al metro cubo del gas naturale per cittadini/cittadine imprese. ed Piano di Indirizzo Energetico (PIER) , Programmi Operativi Regionali FESR , Piano Regionale di Azione Ambientale, Nuova legge Regionale in materia di concessione geotermiche. 206

207 fonte più rilevante, fornendo un importante quota dell energia elettrica necessaria al fabbisogno regionale. Definizione del Programma di incentivazione finanziaria per lo sviluppo delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) e la riduzione dei consumi energetici. Riduzione e stabilizzazione dei consumi energetici rispetto all andamento del PIL nel settore civile, industriale e dei trasporti, misurato dall indice di intensità elettrica sul PIL, di intensità energetica nel settore civile, industriale e dei trasporti. Avvio della negoziazione con il governo centrale per un nuovo Accordo Programma Quadro. Diffusione della certificazione energetica degli edifici e dei programmi per l efficienza energetica nella produzione di energia e nei mezzi di trasporto. Aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili in Toscana in termini di % energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili di energia sul totale della produzione elettrica e incremento del peso delle energie rinnovabili sul totale consumo interno. Maggiore efficienza energetica attraverso una maggiore efficienza nella produzione di energia, una riduzione dei consumi per unità di prodotto nei sistemi produttivi e nei consumi domestici, nella mobilità, Incremento e sviluppo delle fonti di energia rinnovabile anche ai fini di una maggior sostenibilità ambientale nella produzione e nell uso di energia Ottimizzazione dell utilizzo dell energia geotermica sia a fini elettrici che in termini di usi diretti del calore, insieme alla riduzione degli impatti ambientali dell attività geotermica in termini di sostenibilità e al coinvolgimento sociale dei territori geotermici nelle scelte di programmazione e di distribuzione della ricchezza. Gli obiettivi di sostenibilità ambientale richiamati all interno del Programma strategico 6 Sostenibilità ambientale e territoriale del Programma di Governo sottolineano le seguenti priorità: riduzione della produzione dei rifiuti, aumento della raccolta Sviluppo sostenibile dello sfruttamento della risorsa geotermica tramite anche nuovi strumenti derivanti dalla nuova legge regionale prevista in materia. Sviluppo, nell ambito delle agroenergie, del settore dei biocombustibili. Rapporto di rischio del gassificatore OLT- Offshore elaborato dalla commissione internazionale incaricata dalla Giunta Regionale, a supporto del procedimento relativo alla sicurezza dell impianto, previsto dalla vigente normativa Efficienza e sostenibilità nella politica dei rifiuti Una progressiva e costante riduzione della produzione dei rifiuti urbani e speciali, attraverso adeguate politiche di incentivazione e limitazione. riduzione del 15% dei rifiuti urbani rispetto ai dati del raggiungimento del 55% di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Accordi volontari, Bandi di idee, Accordi di Programma, Programma Operativo Regionale FESR

208 differenziata, contenimento del conferimento dei rifiuti in discarica. Si tratta di obiettivi strategici di carattere trasversale che interagiscono con molte politiche settoriali; essi sono parte integrante di un modello di sviluppo sostenibile che individua in queste azioni la base per una profonda modifica del rapporto fra produzione, consumo e gestione dei rifiuti. Il Progetto Integrato Regionale costituisce lo strumento di indirizzo e coordinamento per il perseguimento degli obiettivi indicati. L implementazione della raccolta differenziata di qualità dei rifiuti urbani con individuazione di appropriati metodi in riduzione progressiva del conferimento dei rifiuti in discarica sino al 20% di quelli prodotti. raggiungimento di almeno il 30% del fabbisogno di acquisti verdi da parte della P.A. Governo unitario e integrato delle risorse idriche e per il diritto all acqua L obiettivo generale del presente progetto integrato è l efficienza e la governance nella gestione del ciclo idrico (approvvigionamento, stoccaggio, consumo, riuso, reimmissione nell ambiente dell acqua e regimazione dei corpi idrici superficiali ) per le politiche economiche, sociali, ambientali e territoriali. In particolare si tratta di attuare le specifiche pianificazioni e programmazioni settoriali, già approvate dalla Regione, sulla tutela dall acqua (prevenzione del rischio idraulico) e dell acqua (sostenibilità degli usi della risorsa idrica e del territorio, prevenzione e risanamento della qualità dell acqua). Attuazione del Piano Regionale di Tutela delle acque attualmente vigente attraverso il cofinanziamento di un primo Accordo di Programma attuativo del Protocollo di Intesa sottoscritto nel luglio 2005 per il settore della depurazione e della collettazione delle acque reflue e di un secondo Accordo di Programma sulle risorse idriche per la tutela della salute e per il diritto all approvvigionamento idropotabile con particolare riferimento alla universalità ed al diritto dell accesso all acqua con tariffe sociali per le fasce più deboli della popolazione; Interventi di mitigazione e messa in sicurezza del territorio previsti dai Piani di Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici approvati dalla Regione attraverso il cofinanziamento dell Accordo di Programma firmato il 18 febbraio 2005 per il bacino del fiume Arno e di altre intese relative agli altri Bacini per la riduzione del rischio idrologico ed idrogeologico e per la tutela quantitativa della risorsa idrica. Riduzione dei prelievi di acqua pregiata per usi diversi da quello idropotabile ed in particolare di acqua di falda sostituite con acque reflue recuperate, misurate da Mil mc acqua / anno risparmiati. Raggiungimento degli obiettivi di qualità dell acqua delle acque previsti dal Piano di Tutela, attraverso l incremento di classi di qualità. Aumento degli impieghi per uso idropotabile di acque di qualità primaria e garanzia di dotazioni idriche omogenee a tutti i cittadini/cittadine; indicatore assunto la riduzione del grado di insoddisfazione degli utenti del servizio idropotabile; Sostenibilità degli usi in relazione agli eventi siccitosi o agli squilibri territoriali nelle dotazioni di acque; indicatore assunto la riduzione del tempo di interruzione nelle dotazioni idriche; Piano Regionale di tutela ambientale , Piano di tutela della Acque dei bacini idrografici della Toscana, Piani di assetto idraulico dei bacini idrografici della Toscana, Accordi di Programma con le ATO, Accordi di Programma con le Autorità di bacino, Accordo di Programma sull Arno, definizione nuovo APQ sulle risorse idriche. corretta e completa attuazione delle Direttive Comunitarie in materia di risorse idriche nella fase successiva all approvazione del decreto di riordino in materia ambientale di cui alla L. 308/2004. Diminuzione del rischio idraulico; indicatore assunto la riduzione delle zone a maggiore rischio. 208

209 Il Piano Regionale di Azione Ambientale (P.R.A.A.) è stato aggiornato dalla Consiglio regionale il 14 marzo 2007, così come previsto dal P.R.S , stanziando conseguentemente per la sua attuazione nel periodo di riferimento ,17. Esso risulta costituito dai seguenti allegati: Allegato A (disciplinare di piano), Allegato B (Quadro conoscitivo e scenari di riferimento, segnali ambientali in Toscana 2006, Carta toscana dell educazione ambientale per la sostenibilità), Allegato C (Rapporto di valutazione, Rapporto Ambientale, dichiarazione di sintesi). Quattro sono le aree di azione prioritaria: Cambiamenti climatici Natura, biodiversità e difesa del AREE DI AZIONE PRIORITARIA MACROBIETTIVI 1. CAMBIAMENTI CLIMATICI Ridurre le emissioni di gas serra in accordo col Protocollo di Kyoto Razionalizzare e ridurre i consumi energetici Aumentare la percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili 2. NATURA, BIODIVERSITA E DIFESA DEL SUOLO Aumentare la percentuale delle aree protette, migliorarne la gestione e conservare la biodiversità Ridurre la dinamica delle aree artificiali Mantenimento e recupero dell equilibrio idrogeologico e riduzione dell erosione costiera Prevenzione del rischio sismico e riduzione degli effetti suolo - Ambiente salute Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti. Per ogni area sono definiti i macrobiettivi, 14 in tutto, che sono riassunti nella seguente tabella. 209

210 3. AMBIENTE E SALUTE Ridurre la percentuale di popolazione esposta all inquinamento atmosferico Ridurre la percentuale di popolazione esposta all inquinamento acustico, all inquinamento elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti Ridurre gli impatti dei prodotti fitosanitari e delle sostanze chimiche pericolose sulla salute umana e sull ambiente Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante 4. USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE NATURALI E GESTIONE DEI RIFIUTI Ridurre la produzione totale dei rifiuti, migliorare il sistema di raccolta differenziata e diminuire la percentuale conferita in discarica Bonificare i siti inquinati e ripristinare le aree minerarie dimesse Tutelare la qualità delle acque interne e costiere e promuovere un uso sostenibile della risorsa idrica Il PRAA ripropone le stesse zone di criticità ambientale, dove verranno attivati con priorità gli interventi previsti dai 14 macrobiettivi. Nella Provincia di Livorno sono inserite le seguenti aree: H6 Livorno H7 Piombino H8 Val di Cornia H9 Alta e bassa val di cecina H16 Arcipelago Toscano 210

211 Si riportano qui di seguito le schede con gli approfondimenti delle criticità territoriali. 211

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217 III.1.2 il Piano d indirizzo territoriale Il nuovo PIT regionale assume un concetto di territorio quale bene pubblico, ambiente della produzione locale di ricchezza e della sua funzionalità collettiva. In sintesi: Il territorio toscano è l insieme delle propensioni soggettive, dei funzionamenti collettivi, e delle tante e multiverse capacità individuali e sociali che esso contiene ed esprime. Inoltre il governo del territorio come mutuo riconoscimento e come reciproca coerenza tra politiche settoriali e regolazione territoriale. Nel governo del territorio, cioè, occorre correlare il dinamismo dell iniziativa economica privata (necessaria alla redditività e alla solidità del lavoro e dell impresa e dunque alla sostenibilità finanziaria del sistema), la funzionalità sociale (conseguente ad un sistema di welfare inclusivo e necessario alla capacità integrativa della comunità regionale) e la funzionalità ambientale (necessaria alla conservazione attiva del patrimonio dei beni naturali essenziali, e dei valori paesaggistici e storico-artistici della collettività). Il nuovo PIT supera la divisione in quattro Toscane del precedente, e indica una visione integrata: la moderna Toscana rurale e la Toscana urbana. Territorio rurale urbanizzato storicamente e policentrismo urbano sono caratteri fondativi dei quali il Pit individua capisaldi (invarianti strutturali) e obiettivi statutari: Primo metaobiettivo: Integrare e qualificare la Toscana come città policentrica - Secondo metaobiettivo - Sviluppare e consolidare la presenza industriale in Toscana Terzo metaobiettivo - Conservare il valore del patrimonio territoriale della Toscana: L agenda Statutaria dettaglia i metaobiettivi ed i conseguenti obiettivi. Relativamente al primo metaobiettivo, integrare e qualificare la Toscana come città policentrica attorno ad uno statuto condiviso, il PIT prevede di: potenziare l accoglienza della città toscana mediante offerte moderne e dinamiche di residenza urbana; offrire accoglienza organizzata e di qualità per la formazione e la ricerca. E necessaria infatti una nuova disponibilità di case in affitto, un adeguata movimentazione del territorio toscano a cominciare dalla facilità di cambiare residenza al suo interno. A tal fine la Regione promuove e privilegia interventi di recupero, riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e soprattutto di nuova edificazione per creare un patrimonio di alloggi in locazione, tramite programmi di cooperazione con le Amministrazioni locali e di convenzione con gli operatori privati. In ogni caso sono da evitare nuovi interventi insediativi ed edificatori su territori litoranei a fini residenziali se non in ottemperanza alla direttiva contenuta nel Piano. Gli atti del governo del territorio, considerano gli ambiti rurali a bassa densità insediativa come elemento di qualità in quanto tessuto connettivo di grande rilevanza ambientale e paesaggistica, e come tale, anche in base a quanto specificamente previsto al riguardo nel Piano regionale di azione ambientale, non suscettibile di trasformazioni urbanistiche che ne sminuiscano la rilevanza e la funzionalità sistemica rispetto alle risorse essenziali del territorio. 217

218 La città policentrica toscana promuove strategie culturali che tutelino il valore del proprio patrimonio storico, artistico e ambientale e la memoria di cui esso è depositario senza accondiscendere alla banalizzazione della sua fruibilità, favorendone, anche, la connessione con le sperimentazioni della cultura e dei saperi della contemporaneità e delle sue propensioni a nuove espressioni d arte, di ricerca. Relativamente al secondo metaobiettivo, sviluppare e consolidare la presenza industriale, il PIT assume con il termine industriale tutta quell operosità manifatturiera fatta non solo di industrie e fabbriche propriamente dette, ma anche di ricerca, di innovazioni tecnologiche, di servizi a sostegno. Solo le operazioni di trasformazione e ridestinazione funzionale coerenti con questo metaobiettivo sono ammesse. Anzi laddove la rilevanza strategica dei progetti sia accertata e lo sia altrettanto la loro finalizzazione a nuove articolazioni dei processi o delle filiere produttive, il PIT auspica la definizione di opportune soluzioni negoziabili con gli stessi imprenditori che premino il loro impegno a garantire il permanere, effettivo, durevole e significativo, della propria presenza industriale. Per quanto riguarda infine il terzo metaobiettivo, il patrimonio collinare è uno dei fatti salienti della qualità del territorio toscano. Oggi però questo patrimonio è a forte rischio di erosione. Gli interventi sono ammessi pertanto solo se pregiudizialmente verificati sotto i profili paesistico, ambientale e culturale. Anche il mantenimento dell attività agricola e forestale è di fondamentale importanza. In base al Documento di Piano, la struttura del territorio toscano è configurata mediante un sistema territoriale e dei sistemi funzionali, la cui correlazione organica è il presupposto analitico, cognitivo e propositivo della formulazione delle agende previste e della loro messa in opera. Il PIT individua le seguenti invarianti strutturali: la «città policentrica toscana»; la «presenza industriale» in Toscana; il «patrimonio collinare» della Toscana; il «patrimonio costiero, insulare e marino» della Toscana; le infrastrutture di interesse unitario regionale; i beni paesaggistici di interesse unitario regionale. L agenda strategica del PIT declina la strategia dello sviluppo territoriale sostenibile di cui alla L.R. 1/2005 ed impegna la Regione a far sì che piani, programmi e linee di azione che investono il territorio o utilizzano comunque le sue risorse siano congruenti con i metaobiettivi ed obiettivi conseguenti ed i sistemi funzionali. La Regione cura altresì il raccordo organico tra pianificazione territoriale e programmazione generale e settoriale dello sviluppo regionale ed il coordinamento tra gli strumenti e gli atti del governo del territorio delle amministrazioni locali e il proprio PIT 218

219 La valutazione integrata, disposta dal regolamento di cui alla L.R. 1/2005 e regolata da specifica disciplina, unitamente al monitoraggio degli effetti degli strumenti e degli atti di governo del territorio, costituiscono l attività a presidio dell efficacia del Piano. Le amministrazioni interessate si avvalgono delle fonti analitiche e documentarie relative alla contabilità e al bilancio ambientali, ritenute metodologicamente più consone e verificano la coerenza interna di tali strumenti e atti rispetto alle agende di Piano, secondo apposite linee guida regionali. 219

220 III.1.3 Il Piano Regionale di gestione Integrata della costa. Il Progetto di Piano Regionale di Gestione Integrata della Costa ai fini del riassetto idrogeologico approvato con Delibera G.R.T. n del 05/11/2001, contiene tra l altro un programma di interventi finalizzato al recupero delle principali criticità in materia di difesa delle coste. In quest ambito la Provincia di Livorno ha in questi anni : Approvato il Progetto Preliminare degli interventi per la Sistemazione morfologica delle spiagge di Vada ( nn.8 e 9 del Piano) Approvato il Progetto Preliminare degli interventi per la Sistemazione morfologica delle spiagge di Cecina (nn.10 e 11 P Piano) Avviato la Procedura VIA sul Progetto definitivo dell intervento per la Sistemazione morfologica spiaggia di Baratti (n.13 Piano) in attesa del decreto regionale di compatibilità ambientale Stipulato un Protocollo d intesa per l intervento di Ripristino morfologico sistema dunale e retrodunale del Golfo di Follonica nel tratto compreso fra Torre del sale e Torre Mozza (n.14 Piano) Realizzazione stralcio intervento per la Protezione della spiaggia di Cavo (n.22 Piano) Il Golfo di Baratti Spiagge di Vada Ha inoltre effettuato i seguenti interventi diretti: Realizzazione Intervento di manutenzione straordinaria della spiaggia di Marina di Cecina Realizzazione Intervento di manutenzione straordinaria spiaggia di Marina di Cecina anno Redazione ed approvazione Progetto Riequilibrio della spiaggia della Baia del Quercetano Realizzazione intervento per la Manutenzione spiaggia di Capocavallo La provincia ha promosso la redazione delle Linee Guida per la definizione degli interventi tra Vada e Cecina ; trattasi di un documento elaborato dal Tavolo Tecnico, costituito sulla base del Protocollo d Intesa fra la Provincia di Livorno e i Comuni costieri, siglato per l attuazione degli interventi n 8, 9, 10 e 11 previsti dall Elenco Inte rventi prioritari di recupero e riequilibrio del relativi al "Progetto di Piano Regionale di gestione integrata della costa ai fini del riassetto idrogeologico". La foce del fiume Cecina 220

221 Per quanto riguarda la gestione delle risorse marine con il Progetto Posidonia, approvato dalla Giunta della Provincia di Livorno con decisione n.16 del 22 febbraio 2005, gli uffici tecnici hanno cominciato ad affrontare il problema della Posidonia oceanica spiaggiata. Tale progetto ha permesso di riordinare i dati storici sulla presenza delle praterie di Posidonia oceanica lungo la costa livornese, di valutare il fenomeno degli accumuli di foglie morte su spiagge di particolare interesse turistico, di conoscere le modalità di pulizia delle spiagge gestita dalle amministrazioni comunali ed infine, di realizzare la stesura delle Linee Guida per la gestione integrata della posidonia. Le Linee Guida, approvate con DCP n.221 del 21 dicembre 2006 come programma di interventi, sono il risultato dei contributi dei partecipanti alle riunioni del Tavolo Tecnico del progetto e la Provincia di Livorno, ente competente in materia di gestione delle coste, ha concordato una versione definitiva con i partecipanti. L obbiettivo delle Linee Guida è quello di fornire ipotesi di lavoro finalizzate alla tutela della Posidonia oceanica nell intero ciclo vitale della pianta, dalle praterie presenti nella parte sommersa delle nostre coste (piano infralitorale) alle foglie morte trasportate dal moto ondoso sulle spiagge (piano sopralitorale), dove formano strutture denominate banquettes e forniscono nutrienti indispensabili per la fauna di spiaggia e la flora dunale. Sulle spiagge di particolare interesse turistico, dove la presenza delle foglie morte sembra ostacolare l ottima fruibilità degli arenili da parte dei bagnanti, la rimozione delle foglie spiaggiate deve essere realizzata in modo tale da trovare un giusto compromesso tra la salvaguardia degli interessi economici locali e la tutela dell ecosistema di spiaggia e, comunque, in modo coerente sull intero territorio provinciale. 221

222 II.1.4 Il Piano di Tutela delle acque della Regione Toscana. Il Piano di Tutela delle Acque è stata approvato dal Consiglio della Regione toscana non si configura come un piano di settore piuttosto come un attività di supporto o meglio, di servizio alla pianificazione territoriale ed a quelle settoriali ed, in generale, alle politiche di settore. Strutturalmente è articolato per ogni bacino idrografico ricadente all interno del territorio di competenza della Regione Toscana; tale suddivisione corrisponde a quella delle Autorità di Bacino. I piani sono quindi 12, di cui 7 sono parziali, relativi cioè a bacini idrografici ricadenti solo in parte nel territorio regionale. Ogni piano è suddiviso in due parti: PARTE A: quadro di riferimento conoscitivo e programmatico PARTE B: disciplinare di piano Le politiche pubbliche di gestione della risorsa acqua si pongono l obiettivo di contenere la crescita dei consumi al fine di garantire a tutti l accesso generalizzato all acqua, in armonia con gli obiettivi di equilibrio territoriale e di sviluppo economico e sociale, nel rispetto dei principi di sostenibilità degli usi idrici, di chi inquina paga e di tutela integrata dei corpi idrici. Inoltre, dal controllo puntuale allo scarico si è passati alla salvaguardia della capacità autodepurativa naturale dell acqua attraverso la salvaguardia quali/quantitativa diffusa del corpo idrico recettore. Le azioni suggerite dal Piano per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione, delle acque costiere e sotterranee sono destinate a: impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico; agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili; mirare alla protezione rafforzata ed al miglioramento dell ambiente acquatico, anche attraverso misure specifiche per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite delle sostanze prioritarie e l arresto o la graduale eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze pericolose; 222

223 assicurare la graduale riduzione dell inquinamento delle acque sotterranee ed impedirne l aumento; continuare a migliorare gli effetti delle inondazioni e della siccità; garantire una fornitura sufficiente di acque superficiali e sotterranee di buona qualità per un utilizzo idrico sostenibile, equilibrato ed equo; ridurre in modo significativo l inquinamento delle acque sotterranee; proteggere le acque territoriali e marine; realizzare gli obiettivi degli accordi internazionali in materia. La provincia di Livorno è interessata parzialmente dal bacino del fiume Arno e dal Bacino toscana costa. Il bacino del fiume Arno, come definito per gli effetti della legge 183/89, comprende, oltre al bacino idrografico in senso stretto, anche, nella parte terminale, la zona compresa tra lo Scolmatore, a Sud, ed il Fiume Morto, a Nord, inclusa l'area di bonifica di Coltano-Stagno ed il bacino del torrente Tora che oggi confluisce nello Scolmatore. Dimensioni del bacino Superficie totale del bacino (L. 183/89) Superficie del bacino idrografico kmq kmq 223

224 Parametri morfologici e antropici Lunghezza asta principale 241 km Pendenza media asta 0,5-0,6 % Quota media bacino 353 m s.l.m. Superficie agricola utilizzata ha Boschi ha Superficie irrigata ha Fabbisogno idrico per uso industriale 305 milioni m 3 /anno Deflusso medio intero bacino milioni m 3 /anno Popolazione (ISTAT 1991) ab Comuni ricadenti nel bacino 166 L'intero bacino viene solitamente suddiviso nei 6 sottobacini: Casentino, Val di Chiana, Valdarno Superiore, Sieve, Valdarno Medio, Valdarno Inferiore. Il bacino è prevalentemente impermeabile per cui i deflussi seguono le caratteristiche delle precipitazioni nella loro irregolarità di distribuzione. I deflussi sono pure caratterizzati da due massimi (dicembre-marzo) e da un minimo assoluto (agosto). Lo sfasamento del regime dei deflussi da quello delle precipitazioni è dovuto alle condizioni stagionali del terreno e alle portate di esaurimento. Il deflusso totale medio annuo dell'intero bacino è pari a circa 3 miliardi di mc con una portata media di 100 mc/sec a San Giovanni alla Vena. Il Comitato istituzionale che gestisce il bacino con propria deliberazione del ha approvato il Bilancio idrico del fiume, indispensabile strumento conoscitivo su cui fondare la gestione della risorsa idrica nonché la base scientifica sulla quale costruire, all interno dei Piani di Tutela, le analisi, gli studi previsionali e le strategie volte al perseguimento degli obiettivi di qualità e più in generale i programmi e le azioni di governo del territorio a scala poliennale. Fornisce inoltre gli strumenti per la regolazione amministrativa dei prelievi, sia superficiali che sotterranei, in un quadro tecnico chiaro ed unitario All interno del bilancio è contenuta inoltre una componente di natura vincolistica, destinata alla tutela ambientale delle acque superficiali, il deflusso minimo vitale (dmv), ossia quella portata che deve essere mantenuta in tratti omogenei del corso d acqua al fine di garantire il mantenimento delle biocenosi tipiche locali e la salvaguardia dell equilibrio morfologico e delle caratteristiche fisico chimiche delle acque. Il bacino Regionale Toscana Costa comprende 43 comuni o porzione di essi, inseriti in tre Ambiti Territoriali Ottimali. 224

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226 Nell ambito del territorio del bacino Toscana costa, sono classificate le aree sensibili (padule di Bolgheri), le zone vulnerabili (area costiera tra Rosignano M.mo e Castagneto C. C.ci), le aree di salvaguardia delle opere di captazione ad uso idropotabile, le zone di criticità ambientale (del PRAA) Il Piano contiene un analisi riassuntiva delle pressioni e degli impatti, una ricognizione sullo stato di qualità delle acque, la mappatura delle reti di monitoraggio, e più in generale le conoscenze sulle acque superficiali interne, sulle acque costiere, su quelle sotterranee. In particolare, in termini programmatori, sono individuati gli obiettivi di tutela (nel periodo dal 2008 al 2016), in attuazione degli artt. 4 e 5 del D,Lg. 152/99. QWui di seguito si propongono alcune schede riassuntive. Legenda delle tabelle seguenti: 226

227 227

228 228

229 229

230 III.1.5 Il Piano di Indirizzo Energetico Regionale. Con la riforma della Costituzione introdotta nel 2001, le Regioni sono diventate attori importanti nella definizione delle politiche energetiche locali, grazie alle competenze attribuite loro dal nuovo articolo 117. Con le Leggi 9/91 e 10/91 Norme per l attuazione del piano energetico nazionale, divenne fondamentale il coinvolgimento dei centri di governo periferici nella gestione delle risorse energetiche: le Regioni vengono inserite stabilmente nel sistema del Piano Energetico Nazionale (PEN) ed assumono un ruolo rilevante nel governo regionale dell energia attraverso l attribuzione di compiti di programmazione dell offerta energetica regionale (attraverso i Piani Energetici Regionali) e di gestione della domanda, riconoscendo l importanza assunta dal fattore energia per lo sviluppo delle comunità locali. La gestione a livello locale dell energia ha un effetto immediato nel settore del risparmio energetico grazie al suo contributo nella diffusione delle tecnologie più efficienti e nel settore delle fonti di energia rinnovabili, poiché le autorità locali svolgono un ruolo essenziale nella promozione e nell applicazione delle tecnologie energetiche. Il Piano di Indirizzo Energetico Regionale, realizzato in coerenza con la L.R. 39/ e con il P.R.S , proietta i propri scenari alla data traguardo del L obiettivo quantitativo per la Toscana è quello di creare le condizioni per portare il peso della produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili al 20% rispetto al consumo interno lordo e al 50% rispetto alla produzione elettrica. Il PIER persegue tre obiettivi generali: sostenibilità; sicurezza; efficienza energetica. Il complesso di azioni previste dal PIER è rivolto ad assicurare la sostenibilità del sistema energetico regionale, intesa nelle sue più ampie declinazioni, da quella ambientale a quella sociale e economica. Tali azioni tengono conto sia della compatibilità con le esigenze proprie dell ambiente sia della salvaguardia delle caratteristiche socio economiche del territorio e del complesso di tipicità culturali che lo connotano. Per una Regione così dipendente dall importazione di energia, quale è la Toscana, diventa fondamentale operare per assicurare un adeguato e costante approvvigionamento energetico. L adeguatezza, in questo caso, non può che realizzarsi attraverso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, soprattutto per quanto attiene la fornitura di gas metano. Il processo di efficientazione del sistema energetico regionale dovrà essere rivolto a migliorare il rapporto esistente tra consumi di energia e consumi del sistema economico regionale. Per quanto riguarda l aumento dell efficienza gli obiettivi sono: aumentare il rendimento degli impianti di produzione di energia elettrica tramite incentivazione della cogenerazione sia per le grandi centrali che per la generazione distribuita; aumentare il rendimento degli impianti termici ed elettrici sia nel settore residenziale che nel terziario; utilizzare la frazione dei rifiuti non ricompressa nelle fonti rinnovabili di energia della vigente normativa per la produzione di energia; aumentare l efficienza degli usi energetici nel sistema della mobilità tramite la diffusione dei carburanti con i migliori rendimenti energetici ed ambientali quali metano, GPL, idrogeno, ecc. 10 L.R. 24 febbraio 2005, n. 39, Disposizioni in materia di energia 11 P.R.S. : Piano Regionale di Sviluppo 230

231 Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, in coerenza con quanto previsto dal Piano di Azione Ambientale, viene assunto l obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra per il settore energetico, entro il 2020, di circa 7,2 milioni di tonnellate di CO 2 equivalente. Nel frattempo, tuttavia, è necessario rispettare una prima scadenza che è quella del 2012, anno di verifica degli obiettivi del Protocollo di Kyoto relativamente a tale data. L obiettivo che la Toscana dovrà assicurare per quella data, è la riduzione delle emissioni del 6,5% rispetto all anno 1990, pari a quella prevista a livello nazionale, ovvero circa 2,3 milioni di tonnellate di CO 2. I principali argomenti trattati dal Piano di Indirizzo Energetico Regionale sono: la qualità dei servizi; lo sviluppo delle reti energetiche; strategie, strumenti e azioni. Per quanto attiene alla qualità dei servizi, l obiettivo generale è quello di garantire un servizio di qualità rendendo effettiva la tutela dei diritti dei consumatori attraverso: la messa a disposizione di fonti o vettori compatibili con lo sviluppo sostenibile; un adeguato sistema di competenza regionale, di distribuzione energetica a costi contenuti; un soddisfacimento dei bisogni differenziati dei consumatori; un miglioramento della qualità dei servizi di distribuzione e vendita dell energia elettrica e del gas. Per quanto attiene allo sviluppo delle reti energetiche, si tenga conto che la rete elettrica è suddivisa fra rete di trasmissione, a carico del gestore della rete di trasmissione nazionale, e rete di distribuzione, assegnata a diversi gestori, tra cui il più importante è Enel Distribuzione S.p.A. Anche la rete gas è divisa tra trasmissione, gestita da Snam Rete Gas, e distribuzione, gestita da diversi distributori locali. Rispetto alle questioni legate alle reti, la nuova normativa regionale (L.R. n. 39/05) ha introdotto una serie di modifiche rispetto a quella precedente. Gli obiettivi generali della nuova normativa regionale sono: soddisfazione delle esigenze energetiche della vita civile e dello sviluppo economico della regione, secondo criteri di efficienza economica e nel rispetto della concorrenza, privilegiando la valorizzazione delle risorse locali; compatibilità delle attività oggetto della legge con la sostenibilità dello sviluppo e con le esigenze di tutela dell ambiente e della salute; promozione delle fonti rinnovabili; armonizzazione delle infrastrutture energetiche con il paesaggio ed il territorio antropizzato nel quadro della pianificazione territoriale e di quanto previsto in merito alla tutela del paesaggio. Il nuovo piano fissa criteri generali di governo del territorio, in funzione di attività energetiche, tenendo conto degli strumenti di pianificazione territoriale, dell impatto delle previsioni in relazione ai fabbisogni energetici, delle esigenze di localizzazione degli impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia individuati dallo stesso PIER; inoltre, fissa norme sulla progettazione e gestione degli impianti e norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici. Gli indirizzi che i comuni sono tenuti ad applicare, per rispettare i contenuti del PIER, sono invece i seguenti: tener conto delle linee ed impianti esistenti al fine di garantire il rispetto permanente delle norme e delle prescrizioni imposte, anche ai sensi del Titolo II della Legge Regionale 11 agosto 1999, n. 51 Disposizioni in materia di linee elettriche ed impianti elettrici ; 231

232 individuare ambiti territoriali relativi alle reti, al loro sviluppo o risanamento, anche attraverso l eventuale determinazione di appositi corridoi infrastrutturali per il trasporto e la distribuzione dell energia; dettare le disposizioni al fine di promuovere la generazione distribuita dell energia tramite microgenerazione da fonti rinnovabili o cogenerazione. Gli obiettivi specifici riguardano soprattutto l ammodernamento delle infrastrutture, la minimizzazione delle perdite e l assetto delle reti che deve essere: tale da non costituire un impedimento allo sviluppo delle fonti rinnovabili; compatibile con la pianificazione territoriale; coerente con le esigenze di sicurezza e della tutela dell ambiente e del paesaggio. Il PIER individua, per ognuno degli obiettivi specifici, una serie di strategie di carattere generale che coinvolgono soprattutto l Amministrazione Regionale e in misura minore le singole Amministrazioni Provinciali e Comunali. Per quel che riguarda le reti, invece, il PIER fornisce una serie di indicazioni ai comuni, e precisamente: il P.S. deve riportare criteri, direttive, prescrizioni e vincoli necessari al perseguimento degli obiettivi in materia di reti; il Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale deve evidenziare i corridoi infrastrutturali dall attraversamento di direttrici di trasporto energetico, classificandoli in funzione della tipologia e individuando la relativa fascia di rispetto stabilita dalla normativa, la normativa del P.S. deve indicare le modalità per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti, tali da garantire la salvaguardia dei valori paesaggistici e ambientali e contemporaneamente assicurare la continuità e l efficienza dei servizi. Oltre alle strategie e alle indicazioni sugli aspetti delle reti, il PIER individua strumenti per garantire o migliorare l efficienza energetica per i differenti usi elettrici, termici e nel settore dei trasporti. Infine, per aumentare l efficienza e contemporaneamente contenere i consumi, il piano indica una serie di azioni relative alle fonti rinnovabili: per le risorse geotermiche a media e bassa temperatura, verrà aggiornata e diffusa a livello informativo la mappa delle zone ricche di calore in Toscana, in modo da stimolare un effettivo ricorso alla produzione di calore/freddo attraverso sonde geotermiche e pompe di calore. Tale installazione potrà essere altresì favorita attraverso l emanazione di specifiche linee guida; per le biomasse, solare termico, fotovoltaico, cogenerazione a gas metano e microcogenerazione dovranno essere agevolati i provvedimenti autorizzativi e dovrà essere impostato un programma di incentivazioni; per l energia eolica, che deve essere considerata una risorsa strategica, sono già state emanate le linee guida regionali sia per la predisposizione di studi di impatto ambientale sia per la realizzazione di parchi eolici, e sono stati erogati finanziamenti per campagne di caratterizzazione anemometria, in modo da consentire lo sblocco di alcuni progetti in itinere e la presentazione di nuovi progetti; per l energia idroelettrica si evidenziano ottime opportunità ed una ulteriore crescita rispetto alle ottime performances che hanno prodotto un superamento degli obiettivi fissati nel PER E sentita inoltre l esigenza di disporre di una mappa a livello regionale delle zone a maggiore vocazione ad accogliere tale tipo di impianti. Nella tabella seguente si riportano gli obiettivi della Regione Toscana, in termini di fonti energetiche rinnovabili, risparmio energetico e di emissioni. 232

233 Bilancio regionale: sintesi obiettivi FER ELETTRICO % al 2020 Fotovoltaico 2,1% Eolico 6,8% Idroelettrico 8,8% Geotermico-elettrico 71,3% Biomasse 11,0% FER -TERMICO % al 2020 Biomasse 71,74% Solare termico 8,33% Uso diretto 19,93% % al 2020 Risparmio energetico 8 MLN tonnellate CO 2 al 2012 MLN tonnellate CO 2 al 2020 Emissioni 2,3 7,2 La previsione di massima riguardo la potenza installabile entro il 2020 da fonte eolica sarà fatto in base al dimensionamento delle zone vocate all eolico che permettono di prevedere una potenza aggiuntiva di 300 MW con un numero di parchi eolici compreso tra 15 e 25 con potenza compresa tra 15 e 25. Le potenziali aree vocate sono definite dalla sovrapposizione di due carte: una carta dei vincoli dettati da leggi nazionali e regionali, ovvero da disposizioni europee, che insistono sul territorio regionale; una carta del vento, in grado di indicare, sulla scorta di simulazioni, le zone maggiormente ventose servite, anche nelle vicinanze, da linee elettriche adeguate al trasporto dell energia elettrica prodotta. A tal proposito, riprendendo le determinazioni del PER 2000, si ritiene che la velocità media conveniente sia calcolabile in 5 metri al secondo (valore di funzionamento medio: ore/anno circa). Tra le altre caratteristiche che devono avere tali aree rientra la presenza ad una distanza compatibile di linee elettriche adeguate. La compatibilità viene meno se il collegamento tra impianto e linee interessa una zona nella quale insistono vincoli. Attraverso uno studio specifico saranno individuate nell ambito delle zone vocate gli ambiti territoriali su cui realizzare i parchi eolici. I Comuni interessati allo sviluppo dell eolico, provvederanno ad indicare, nel proprio strumento urbanistico, un ambito per la realizzazione di parchi eolici. Il Comune una volta individuato l ambito potrà favorire la concentrazione delle domande in quella determinata zona del proprio territorio. La previsione di massima del PIER per impianti fotovoltaici è di 150 MW aggiuntivi.per gli impianti di dimensione industriale è prevista anche la procedura di verifica ambienatle. Non esiste, tuttavia, una norma rivolta alla qualificazione degli impianti fotovoltaici come industriali o meno (ad eccezione di quanto stabilisce il decreto sul conto energia). Saranno favorite anche le installazioni di centrali fotovoltaiche collocate a terra in zone prive di vincoli. Per avere incentivi regionali è necessaria la specifica indicazione da parte del Comune di un ambito nel proprio strumento urbanistico. 233

234 Nel caso di impianti fotovoltaici installati da aziende agricole ad integrazione del reddito agricolo è comunque necessaria la presentazione da parte del richiedente di un piano aziendale rivolto a dimostrare la complemetarietà del reddito derivante dalla produzione di energia fotovoltaica. La Regione promuoverà le realizzazioni presso gli enti pubblici, la distribuzione commerciale, presso distretti industriali, discariche, porti, interporti. La produzione di energia sia elettrica che termica da biomasse agricole o forestali, trova un limite intrinseco nell esigenza primaria della sostenibilità generale e del rispetto delle caratteristiche proprie dell agricoltura toscana e dell attività forestale. Di conseguenza il ricorso a biomasse ottenute attraverso processi di deforestazione od altri processi ambientalmente incompatibili, che determinano elevati quantitativi di energia grigia, risulta in netto contrasto con gli obiettivi della Regione Toscana che, in base alle esperienze pilota condotte, ritiene opportuno, a fini energetici, solo l utilizzo di risorse provenienti da un bacino di approvvigionamento strettamente connesso al luogo di utilizzo della biomassa. Eventuali processi di certificazione potrebbero garantire l adozione di criteri di gestione sostenibile volti a tutelare l ambiente, le popolazioni locali, idonee tecniche culturali ecc. Pertanto, risulta indispensabile un attenta valutazione del bilancio energetico (energia grigia) di tutto il processo, dalla produzione al conferimento presso l impianto di produzione di energia. Un esempio in netto contrasto con i principi sopra esposti è rappresentato dall utilizzo a scopo energetico dell olio di palma che risulta assolutamente incompatibile con gli obiettivi della Regione Toscana. Più in generale il PIT potrà indicare vincoli ed invarianti rivolte a tutelare il paesaggio rurale. Con il Decreto Legge 1 ottobre 2007 n. 159, convertito in legge 222/2007, è stata posta attenzione particolare agli impianti per la produzione di energia elettrica, alimentati a biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuti nell ambito di intese di filiera o contratti quadro ai sensi degli articoli 9 e 10 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 102, oppure di filiere corte, cioè ottenuti entro un raggio di 70 chilometri dall impianto che li utilizza per produrre energia elettrica, prevedendo consistenti forme di incentivazione soprattutto per gli impianti di potenza inferiore ad un megawatt. In tal modo si è inteso favorire lo sviluppo della cosiddetta filiera corta ed assicurare l impiego di biomasse prodotte in loco. Vengono fornite le seguenti previsioni ed indicazioni: la destinazione della biomassa è ambientalmente più sostenibile se indirizzata verso lo sfruttamento termico in impianti di piccola media taglia (max 800 1,2 MWt per anno) in quanto si assicura un più stretto rapporto tra il bacino di approvvigionamento della biomassa ed il suo luogo di utilizzo, in considerazione anche delle diverse rese energetiche degli impianti che producono calore (80%-85%) e di quelli che producono energia elettrica ( da 20% al 25%); si ritiene che le dimensioni degli impianti debbano essere, di norma, di piccola taglia (max 3 MWt in caso di cogenerazione) in modo da garantirne la sostenibilità economica ed ambientale; per la produzione di energia elettrica è auspicata la realizzazione di impianti di cogenerazione che utilizzino in maniera ottimale il calore residuo Il PIER ritiene ottimale per la regione Toscana un incremento di installazioni di impianti solari termici di mq al 2020, valutando le potenzialità del solare termico nei settori pubblico e privato, nelle vecchie e nuove abitazioni. 234

235 III.2.1 Gli indirizzi programmatici di legislatura della giunta provinciale verso lo sviluppo sostenibile. Gli obiettivi del programma di legislatura ( Programma strategico per lo sviluppo sostenibile dell economia della Provincia di Livorno ) che vengono assunti come prioritari, per creare, innanzitutto, un ambiente idoneo allo sviluppo sostenibile e all incremento della competitività generale del sistema economico e produttivo, e per perseguire concretamente la competitività del sistema provinciale, sono stati individuati nel: 1) l investimento nel settore della logistica 2) l investimento per il consolidamento e l innovazione nell industria 3) l investimento per la qualificazione dei settori agricolo e turistico Tra le linee del programma di legislatura che hanno incidenza sulla gestione ambientale, si segnala l attenzione del Programma al turismo ecologico ed ambientale dell entroterra legato all agricoltura, con un tendenziale sviluppo di qualificate aziende agrituristiche, e un turismo balneare, con l Arcipelago e i poli di Castiglioncello, Marina di Cecina e San Vincenzo. In questo ultimo caso si notano elementi di grande interesse legati alla integrazione con la cultura (Castiglioncello e il Castello Pasquini, Cecina e il centro culturale della Cinquantina) e all ambiente con l integrazione con il sistema dei Parchi della Val di Cornia, dei Monti Livornesi, della vecchia Magona. Il sistema dei parchi è di estremo interesse ed evidenzia una politica di salvaguardia ambientale perseguita con tenacia dagli enti locali livornesi che negli anni hanno saputo difendere e valorizzare un ampio territorio e uno specchio di mare tra i più belli del Mediterraneo. Il Programma assume come centrale tre questioni ambientale: l energia, la risorsa idrica, la gestione dei rifiuti. L amministrazione provinciale è convinta della necessità di un futuro equilibrato, ma rilevante, delle strutture per la produzione dell energia nel nostro territorio, in sintonia con quanto previsto dal Piano Energetico Regionale, Dalla constatazione che il territorio provinciale registra la presenza di importanti centrali elettriche e di progetti di approvvigionamento, lavorazione e distribuzione di impianti gas, la provincia intende promuovere un programma di investimenti che consenta il mantenimento e la riconversione, verso cicli di lavorazione più puliti (gas metano), delle centrali di Livorno e di Piombino, da portare avanti in primo luogo con l ENEL. Inoltre il consumo energetico pro-capite della provincia di Livorno è quattro volte più grande del valore medio toscano, aspetto chiaramente influenzato dai grandi complessi (in particolare la siderurgia e la chimica) ed è comunque un dato che deve far riflettere sul piano della competitività (in termini di costi di produzione). Nel quadro delle grandi scelte per la politica dell energia è importante quindi operare nell ambito del tessuto delle piccole e medie imprese per realizzare ampi programmi di investimenti per il risparmio energetico. Obiettivo deve essere quello di ridurre la bolletta energetica, soprattutto con programmi intensi di risparmio energetico e di contenimento della produzione di gas serra secondo le indicazioni del protocollo di Kyoto. In questo senso il Programma individua un ruolo importante dell Agenzia Provinciale per l Energia, che in un rapporto con le Autonomie locali, potrà svolgere un compito di direzione e coordinamento anche per una possibile politica di incentivazione. La questione idrica deve essere affrontata con politiche volte al risparmio dell acqua, sia per usi civili che per usi industriali e all ammodernamento della rete idrica. In quest ottica bisogna continuare, potenziare e completare i programmi provinciali avviati con i progetti Aretusa e Fenice nelle aree di Rosignano e della Val di Cornia e che hanno già 235

236 prodotto importanti risultati nel campo del riutilizzo di acque reflue a fini industriali, diminuendo l emungimento dalle falde e salvaguardando la risorsa. La questione idrica è particolarmente rilevante anche per l agricoltura, in particolare in aree dove ci sono tutte le condizioni per incrementare le produzioni orticole. I programmi di razionalizzazione e risparmio devono essere visti anche come risposta alla situazione (particolarmente sentita in alcuni comuni della provincia) di carenza idrica in certi periodi dell anno quando l affluenza turistica è più rilevante. Anche in questo caso, come per l energia, non devono essere escluse forme alternative all emungimento di acqua dalle falde, con lo studio e la realizzazione, là dove possibile, di dissalatori. Un aspetto importante che ha una influenza sulla sostenibilità dello sviluppo è quello relativo alla questione dei rifiuti speciali. La Provincia di Livorno, già dal 1999, si è dotata del primo stralcio funzionale del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, relativo ai rifiuti urbani ed assimilati. Successivamente, nell aprile del 2004, è stato approvato lo stralcio relativo ai rifiuti speciali anche pericolosi, nonché un aggiornamento di quello dei rifiuti urbani, approvato nel Tuttavia, in relazione agli indirizzi regionali e a sollecitazioni provenienti dal settore economico e dagli Enti Locali e dalle aziende di gestione, scaturisce la necessità per una rivisitazione totale del Piano, in particolare in relazione a: Aggiornamento e verifica dei flussi di rifiuti urbani e speciali, Verifica dell idoneità delle attuali dotazioni impiantistiche e delle previsioni, per la gestione dei rifiuti urbani (particolare attenzione richiedono la situazione impiantistica dell Isola d Elba, quella della discarica di Vallin dell Aquila a Livorno e la previsione della terza linea di termovalorizzazione dell impianto del Picchianti) Verifica del rapporto domanda/offerta di trattamento/smaltimento di rifiuti speciali anche pericolosi in relazione all evolversi della situazione ed, in particolare, alla chiusura o al ridimensionamento di alcune attività di inertizzazione fotografate dal piano vigente. Verifica della possibilità di effettiva integrazione dei Piani di Livorno e Lucca e di un eventuale ritorno ad una pianificazione di Area Vasta, in particolare per quanto attiene gli impianti destinati alla chiusura del ciclo. 236

237 III.2.2. Il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento. La Legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 Norme per l governo del territorio, all art. 7, determina come segue il ruolo della provincia nel campo della pianificazione territoriale: Le province approvano il piano territoriale di coordinamento di cui all articolo 9, comma 2, lettera b), e gli atti di governo del territorio di cui all articolo 10 di propria competenza, e determinano i livelli prestazionali minimi delle risorse essenziali di interesse sovracomunale, promuovendo lo sviluppo sostenibile del territorio di propria competenza, anche attraverso l esercizio integrato delle funzioni ad esse attribuite in materia di gestione territoriale e ambientale. Le province provvedono inoltre al coordinamento delle politiche territoriali della Regione con gli strumenti della pianificazione comunale. L 11 dicembre 2008 la Provincia di Livorno ha adottato il nuovo PTC, le cui funzioni sostanzialmente consistono (art. 51 della LRT) nella definizione dello Statuto del territorio provinciale con, in sintesi, i seguenti contenuti: i sistemi territoriali e funzionali che definiscono la struttura del territorio; le invarianti strutturali; i criteri per l utilizzazione delle risorse essenziali; i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità; i criteri per la riqualificazione e la valorizzazione dei paesaggi; gli ambiti paesaggistici di rilievo sovracomunale. La Provincia rileva che rispetto ai tanti possibili criteri di lettura del territorio, la connotazione di paesaggio rappresenta il punto di sintesi più completo per l analisi della evoluzione e dell uso del territorio e per la definizione di politiche di sviluppo sostenibile. Il PTC assume come fondamentale il principio della centralità del paesaggio. In questo quadro generale di riferimento, bisogna tener conto della marcata struttura lineare, e della modesta profondità, del territorio livornese, che evidenzia la presenza dominante della linea di costa e dal mare e determina un andamento, ad essi sostanzialmente parallelo, della morfologia e della altimetria del territorio. Il PTC individua quattro sistemi territoriali: sistema territoriale della fascia costiera e della pianura; sistema territoriale delle colline; sistema territoriale delle isole; sistema territoriale del mare e della linea di costa; articolati in sottosistemi che trovano diretto riferimento agli ambiti di paesaggio. La risorsa idrica è bene essenziale primario, in parte contenuta nel territorio provinciale in bacini idrici sotterranei. Obiettivo generale di corretta gestione della risorsa è garantire una adeguata fornitura idrica giornaliera procapite mediante la riduzione delle dispersioni, che non dovrebbero superare la misura del 15% dei prelievi annui, assicurando il recupero del rimanente 25%, ammontante a circa 10 milioni di mc annui, corrispondenti a circa 86 litri giornalieri procapite Nelle nuove aree insediative assicurare la fornitura di acqua potabile da destinare al solo consumo umano. L'attivazione di processi virtuosi di risparmio idrico e riciclaggio di acque per usi non domestici diviene obiettivo prioritario di sistema Lo statuto per la risorsa idrica (art. 69 e seguenti) prevede i seguenti obiettivi ed indirizzi Elevare la qualità delle acque in generale e ridurre le pressioni sulla risorsa: 237

238 protezione ed il miglioramento ecologico e morfologico complessivo dei corsi d acqua attraverso il recupero di spazi agli alvei, il ripristino di andamento meandrico, il rallentamento del deflusso delle acque ed il mantenimento dei livelli di deflusso minimo vitale. Tutte le opere di ingegneria realizzate ai fini di messa in sicurezza di aree soggette ad esondazione devono essere realizzate mediante tecniche di ingegneria naturalistica secondo modalità idonee alla conduzione degli ecosistemi fluviali e ad un progressivo recupero di naturalità e di capacità di autoregolazione e protezione. Tutte le nuove opere di regimazione idraulica (briglie, traverse, argini, difese spondali) previste per i corsi d acqua saranno finalizzate al riassetto dell equilibrio idrogeologico, al ripristino della funzionalità della rete del deflusso superficiale, alla messa in sicurezza dei manufatti e delle strutture, alla rinaturalizzazione spontanea, al miglioramento generale della qualità ecobiologica e al favorimento della fruizione pubblica. Le opere dovranno essere concepite privilegiando le tecniche costruttive proprie dell ingegneria naturalistica Tutti gli interventi che coinvolgono parti di terreno agricolo dovranno essere volti al mantenimento dell efficienza del sistema delle canalizzazioni, provvedendo in ogni caso al ripristino della loro funzionalità laddove questa risulti essere stata manomessa. Gli obiettivi del sistema funzionale delle risorse energetiche tendono favorire processi di riqualificazione energetica degli edifici in generale e l installazione di impianti a utilizzo di fonti energetiche rinnovabili per autoconsumo ed ad introdurre valutazioni e diagnosi energetiche degli edifici nei procedimenti di rilascio dei permessi di costruzione. Inoltre il PTC invita a : Favorire lo sviluppo di eolico e mini eolico Favorire lo sviluppo del fotovoltaico Favorire lo sviluppo del solare termico Favorire la diffusione delle sonde geotermiche e di altre tecnologie per la produzione di calore Favorire l impiego sostenibile delle biomasse agricole e forestali Favorire lo sviluppo dei processi produttivi industriali di biodisel e bioetanolo Favorire la cogenerazione a gas metano Favorire la produzione di energia da rifiuti Predisporre adeguate misure disciplinari e di salvaguardia dei valori paesistici rurali che consentano l insediamento di impianti di produzione di energia da fonti alternative solo se compatibili con tali valori L art. 56 definisce quali invarianti strutturali del Piano le aree protette: I SIR: Padule di Suese e Biscottino Calafuria Monte Pelato Tomboli di Cecina 238

239 Padule di Bolgheri Boschi di Bolgheri e Bibbona Monte Calvi di Campiglia Promonorio di Piombino e Monte Massoncello Padule Orti Bottagone Bandite di Follonica Monte Capannello e Zone umide di Mola e Schiopparello Monte Capannello e Promontorio dell'enfola Cerboli e Palmaiola Isola di Gorgona Isola di Capraia Isola di Pianosa Isola di Montecristo I parchi :Poggetti, Monti livornesi, Oasi della Contessa, Macchia della Magona, Parco archeologico minerario di San Silvestro,Rifugio faunistico Padule di Bolgheri, Parco del Fiume Cecina,Parco archeologico di Baratti e Populonia, Parco di Montioni, Oasi Orti Bottagone, Parco della Sterpaia, Il parco minerario di Rio Marina. Le aree protette marine di Capraia, Gorgona, Montecristo, Pianosa e quelle antistanti la scogliera di Calafuria,Baratti a Salivoli, Pomonte, Promontorio di Capoliveri, Palmaiola e Cerboli, promontorio dell'enfola. Le praterie di Posidonia risultanti dagli studi specifici Le aree dunali: spiagge bianche di Rosignano Solvay,tra podere Terra Nuova/ la Torraccia e San Vincenzo, tra San Vincenzo e Punta del Tesorino,golfo di Baratti, tra Follonica e Piombino, golfo di Marina di Campo. La copertura forestale e le pinete costiere come risultante dalle carte del documento dello Statuto. Il viale dei Cipressi di Bolgheri. I corsi d'acqua elencati nel documento di piano. Costituiscono altresì invarianti strutturali i corridoi visivi individuati nella carta dei valori paesaggistici del territorio provinciale, le vie panoramiche e i siti paesaggistici contenenti connotati identitari del paesaggio provinciale. Del sistema insediativo costituiscono invarianti strutturali le aree di discontinuità insediativa quale valore percettivo e di indicatore della qualità urbana. A questo sistema appartengono inoltre: La scogliera del Romito, il parco della Vecchia Aurelia tra Antignano e Castiglioncello, nei tratti non urbanizzati tra Cecina e San Vincenzo, il viale della Principessa fino a Fiorentina, il Parco di Rimigliano. La rete delle via d'acqua del sistema umido della pianura settentrionale e quella del sistema umido della pianura meridionale. La qualità batteriologica delle acque di balneazione I bacini idrografici del sottosuolo Gli artt. 61 e 62 del PTC si occupano della componente ambientale aria. 239

240 La Provincia promuove la formazione di un piano d azione per la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso: 1 La formazione di un quadro conoscitivo inerenti le aree a criticità: Livorno, Piombino, Val di Cornia, Alta e Bassa Val di Cecina e quelle che eventualmente si aggiungeranno nel corso del monitoraggio. 2- Per le zone del territorio nelle quali i livelli di uno o piu' inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme vengono definite le misure e gli interventi da attuare, affinche' sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. 3-Concorre alla formazione di un sistema di monitoraggio ai fini della verifica dell efficcia delle misure adottate apportando eventuali modifiche e gli opportuni correttivi 4-Concerta con le reti private di monitoraggio della qualità dell aria le integrazioni necessarie alle valutazioni in specie in prossimità i poli industriali attivando specifici accordi. 5 Potenziare la rete di monitoraggio atmosferico, utilizzando, oltre ai sistemi fissi, anche quelli mobili Obiettivi specifici sono rivolti ai Comuni esposti ai valori critici dovranno adottare le misure indicate nel piano d'azione concertato, anche coordinato coi piani della salute umana, che qui vengono aniticipate come principi fondamentali: adottare Piani della Mobilità che limitino la mobilità privata, favoriscano l uso del mezzo pubblico adeguato con vettori ecosostenibili, istituiscano zone pedonali ed a traffico limitato sufficientemente estese, a tutela della salute dei cittadini ed incrementino la dotazione di verde urbano, al fine di garantire processi di depurazione naturale dell atmosfera. E parte integrante della risorsa la rete delle centrali di misurazione della qualità dell'aria. La Provincia in accordo con le autorità competenti potrà indicare un limite di velocità da applicarsi ai tratti delle strade a percorrenza veloce prossime ad aree urbane, al fine di ridurre il carico emissivo dei veicoli a gasolio derivante da questa importante sorgente. Ai fini del miglioramento della qualità dell aria si indicano alcune condizioni specifiche: 1 - alimentare le navi ancorate nei porti con energia elettrica fornita dalla rete, incentivando l'utilizzo di fonti rinnovabili. 2 favorire l'ampliamento della rete di distribuzione di metano e gpl al fine di orientare la popolazione verso l'uso di combustibili gassosi per gli autoveicoli. 3 favorire la riconversione degli impianti termici verso tecnologie più efficienti negli edifici pubblici e negli edifici privati, con priorità nelle aree urbane inserite nelle zone di risanamento. 4 - In considerazione del rilevante contributo alle emissioni di materiale particolato fine dalla combustione di biomasse gli impianti devono contenere opportuni standard di efficienza in funzione della loro localizzazione e della loro potenzialità termica, anche in riferimento alle procedure di valutazione di impatto ambientale. 240

241 III.2.3 I Piani di risanamento della qualità dell aria La Giunta regionale il 17 marzo 2008 ha approvato il Piano Regionale di Risanamento e Mantenimento della qualità dell aria (P.R.R.M). La finalità generale del piano è quella di perseguire una strategia regionale integrata sulla tutela della qualità dell aria ambiente e sulla riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra (Kyoto) coerente con quella della UE e quella nazionale. Il P.R.R.M si pone anche come finalità generale la riduzione della percentuale di popolazione esposta ad elevati livelli di inquinamento atmosferico. Ad oggi nella Regione Toscana i risultati del monitoraggio hanno evidenziato che sono presenti criticità in alcune zone del territorio regionale per il materiale particolato fine (PM 10 ), e in misura minore per il biossido di azoto (NO 2 ) e l'ozono (O 3 ). Và comunque precisato che l'analisi dei dati nel periodo mostra per questi inquinanti, ed in particolar modo per il materiale particolato fine, un decremento costante, sia del valore di concentrazione della media annua1, maggiormente rappresentativo dell esposizione media della popolazione, sia del numero dei superamenti giornalieri del valore limite giornaliero, rappresentativo dell esposizione a breve termine. Il Piano Regionale contiene la terza zonizzazione e classificazione del territorio regionale (riferita all anno 2006), effettuata per la prima volta nel 2001, sulla base dei dati del rilevamento della qualità dell'aria relativi al periodo e sulla base dei dati IRSE relativi all'anno La zonizzazione definisce la Zona di risanamento di Pisa- Livorno, comprendente i comuni di Cascina, Livorno e Pisa che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante; tale zona dovrà essere oggetto di piani o programmi di risanamento per il PM10. In precedenza la zonizzazione includeva anche i comuni di Rosignano Marittimo (inseriti nella Zona di risanamento Livornese, Pisana e del Cuoio ), il comune di Piombino (inserito nella Zona di risanamento comunale ). Tali comuni attualmente classificati nella zona di mantenimento, così come gli altri comuni della Provincia, devono attuare l Obiettivo c), migliorare la qualità dell aria anche nelle zone dove già si rispettano i valori limite (anche quelli futuri), evitando il trasferimento dell inquinamento tra i diversi settori ambientali. Questo obiettivo risponde all esigenza di elaborare anche un piano di mantenimento/miglioramento della qualità dell aria nelle zone dove questa è già buona.. Il Piano indica come attori le Province nei seguenti settori: Intervento strategico di Predisposizione di una Legge regionale di settore di riordino per la gestione della qualità dell aria ambiente ; Interventi sulla mobilità; Interventi sul riscaldamento domestico e terziario; Interventi sulle attività produttive. Anche il PTC, considerando l aria una risorsa essenziale da tutelare, individua obiettivi, indirizzi e criteri per la loro applicazione (artt. 61 e 62). La consapevolezza che gli inquinanti tradizionali e i gas ad effetto serra hanno sorgenti comuni e che le loro emissioni interagiscono nell'atmosfera insieme o separatamente causando una varietà di impatti ambientali di diversa allocazione spaziale, le strategie di controllo e di programmazione devono convergere integrativamente per ridurre la quantità di popolazione all'esposizione degli inquinanti atmosferici. La Provincia promuove la formazione di un piano d azione per la riduzione delle emissioni inquinanti attraverso: 241

242 1. La formazione di un quadro conoscitivo inerenti le aree a criticità: Livorno, Piombino, Val di Cornia, Alta e Bassa Val di Cecina e quelle che eventualmente si aggiungeranno nel corso del monitoraggio; 2. Per le zone del territorio nelle quali i livelli di uno o piu' inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme vengono definite le misure e gli interventi da attuare, affinche' sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme; 3. Concorre alla formazione di un sistema di monitoraggio ai fini della verifica dell efficcia delle misure adottate apportando eventuali modifiche e gli opportuni correttivi; 4. Concerta con le reti private di monitoraggio della qualità dell aria le integrazioni necessarie alle valutazioni in specie in prossimità i poli industriali attivando specifici accordi; 5. Potenziare la rete di monitoraggio atmosferico, utilizzando, oltre ai sistemi fissi, anche quelli mobili. L art. 62 così recita: Secondo il quadro conoscitivo regionale per la popolazione esposta a livelli di inquinamento superiori ai valori limite la Provincia si avvale degli strumenti di tipo regolamentare per introdurre provvedimenti specifici. In questo senso è da ricondursi la necessità di regolamentare l'utilizzo di determinati combustibili nelle aree urbane delle zone di risanamento come previsto dai decreti di attuazione del D.Lgs. 351/99 oppure la necessità di regolamentare le emissioni in atmosfera derivanti dal settore industriale stabilendo limitazioni più stringenti alle emissioni inquinanti di determinati settori. I Comuni esposti ai valori critici dovranno adottare le misure indicate nel piano d'azione concertato, anche coordinato coi piani della salute umana, che qui vengono aniticipate come principi fondamentali: adottare Piani della Mobilità che limitino la mobilità privata, favoriscano l uso del mezzo pubblico adeguato con vettori ecosostenibili, istituiscano zone pedonali ed a traffico limitato sufficientemente estese, a tutela della salute dei cittadini ed incrementino la dotazione di verde urbano, al fine di garantire processi di depurazione naturale dell atmosfera. E parte integrante della risorsa la rete delle centrali di misurazione della qualità dell'aria La Provincia in accordo con le autorità competenti potrà indicare un limite di velocità da applicarsi ai tratti delle strade a percorrenza veloce prossime ad aree urbane, al fine di ridurre il carico emissivo dei veicoli a gasolio derivante da questa importante sorgente. Ai fini del miglioramento della qualità dell aria si indicano alcune condizioni specifiche: 1. alimentare le navi ancorate nei porti con energia elettrica fornita dalla rete, incentivando l'utilizzo di fonti rinnovabili. 2. favorire l'ampliamento della rete di distribuzione di metano e gpl al fine di orientare la popolazione verso l'uso di combustibili gassosi per gli autoveicoli. 3. favorire la riconversione degli impianti termici verso tecnologie più efficienti negli edifici pubblici e negli edifici privati, con priorità nelle aree urbane inserite nelle zone di risanamento. 4. in considerazione del rilevante contributo alle emissioni di materiale particolato fine dalla combustione di biomasse gli impianti devono contenere opportuni standard di efficienza in funzione della loro localizzazione e della loro potenzialità termica, anche in riferimento alle procedure di valutazione di impatto ambientale. III.2.4 La politica della gestione dei rifiuti e il nuovo Piano Provinciale dei RSU ed assimilati. Il Piano Provinciale dei RSU ed assimilati (PPGR) è finalizzato alla razionalizzazione del sistema provinciale di gestione dei rifiuti urbani e assimilati e persegue criteri di efficienza, efficacia ed economicità assicurando, nell ambito territoriale ottimale, una gestione unitaria ed integrata dei rifiuti urbani. 242

243 Il PPGR tiene preminente conto delle esigenze di tutela ambientale del territorio, in un ottica di massima precauzione e di forme di sviluppo e consumi sostenibili anche mediante un processo condiviso attuato attraverso le più ampie forme di consultazione. Le previsioni del PPGR si integrano con gli altri strumenti di pianificazione territoriale di livello regionale, provinciale e comunale ai cui contenuti sono coordinate e collegate anche attraverso specifici rinvii. In particolare le previsioni sono riferite all Ambito Territoriale Ottimale (A.T.O.). Sulla base dei contenuti del PPGR il Piano d Ambito, redatto a cura dell Autorità d Ambito per i servizi pubblici, provvede alla programmazione delle attività necessarie per l organizzazione dei servizi di gestione dei rifiuti urbani secondo le indicazioni di cui alla LR 25/98. Gli impianti di smaltimento dei rifiuti urbani che possono essere creati devono rispettare il principio di autosufficienza provinciale e del conseguente prevedibile fabbisogno. Il principio di autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani e assimilati non costituisce fattore di limitazione delle attività di recupero di rifiuti urbani. Il PPGR definisce, con efficacia prescrittivi, i criteri per l individuazione delle aree potenzialmente idonee per la realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti urbani ad eccezion fatta degli impianti di compostaggio dedicati esclusivamente al trattamento della frazione verde. Gli impianti di discarica esistenti e in fase di esaurimento possono essere oggetto di interventi finalizzati al recupero di volumi per soddisfare i fabbisogni di Piano per lo smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati sia nella fase di transizione che nella fase di messa a regime del PPGR. Il PPGR definisce i fabbisogni impiantistici e individua le tipologie di trattamento idonee a conseguire un sistema integrato di trattamento e smaltimento dei rifiuti tale da garantire, attraverso il ricorso alle migliori tecnologie disponibili, elevate prestazioni tecniche ed ambientali. Con periodicità semestrale la Provincia, anche avvalendosi dell Osservatorio Provinciale Rifiuti, verifica con l Autorità d Ambito lo stato di attuazione del Piano. Dalle verifiche scaturiranno indicazioni per l eventuale adeguamento a medio termine degli strumenti gestionali di attuazione del Piano quali il Piano d Ambito o le convenzioni tra l Autorità e i gestori. Annualmente la Provincia pubblica una relazione sullo stato di attuazione del Piano mettendo in evidenza le eventuali difformità (in termini di raggiungimento degli obiettivi previsti e di realizzazioni impiantistiche) rispetto alle previsioni di Piano. Nel corso del 2008 la Provincia di Livorno ha promosso la campagna Meno rifiuti, che mira, da un lato, ad informare i cittadini sulle modalità di consumo che consentono di ridurre la produzione di rifiuti, dall altro a coinvolgere le istituzioni, le imprese, gli operatori economici del territorio nella realizzazione di azioni dirette alla riduzione dei rifiuti. L iniziativa ha raggiunto un primo obiettivo con la sottoscrizione di un protocollo d intesa al quale hanno aderito numerosi Comuni, tutte le aziende pubbliche di servizi, l ATO 4 rifiuti, alcune associazioni delle categorie economiche e società della grande distribuzione, associazioni onlus, infine operatori del commercio, dell artigianato e del turismo. I sottoscrittori col protocollo hanno assunto impegni negli specifici settori d intervento. Gli obiettivi della campagna, che avrà una durata di 12 mesi, sono così riassunti: Informare i cittadini su come fare una spesa più leggera, evitando di acquistare prodotti con inutili imballaggi che diventano subito rifiuti Sensibilizzare sui costi ambientali e sociali della produzione di rifiuti 243

244 Introdurre nuovi comportamenti di acquisto più consapevoli e volti a ridurre il consumo di risorse naturali Promuovere i prodotti e i servizi che favoriscono la riduzione dei rifiuti e stimolarne lo sviluppo e la crescita. Sono state definite le linee di azione prioritarie per la definizione di accordi volontari, e precisamente: Linea 1- Riduzione degli imballaggi Linea 2- Allungamento della vita dei beni Linea 3 Modalità di gestione della raccolta e trattamento dei rifiuti urbani finalizzata alla prevenzione Linea 4- Riduzione della produzione dei rifiuti nella pubblica amministrazione e degli uffici. Il PTC, nella parte dedicata alo Statuto, prevede i Criteri per l individuazione di aree idonee e non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, in base ai quali si procede all individuazione di siti idonei alla localizzazione degli impianti tenendo di conto di tre fattori: 1 Escludenti, che hanno valore di vicolo assoluto; 2 Penalizzanti, che hanno valore di vincolo relativo; 3 Preferenziali, che declinano valutazioni delle condizioni di preferenza di localizzazione. A - Fattori escludenti 1 Aree collocate nelle fasce di rispetto non inferiore a 200 mt. - dei punti di approvvigionamento idrico (pozzi, sorgenti) 2 Aree ricomprese nella fascia di 300 mt dalla linea di battigia del mare 3 Pertinenze fluviali come definite dal PAI e relativa fascia di rispetto di 10 mt dalla linea di sponda o piede dell argine 4 Aree destinate al contenimento delle piene (casse di espansione, di laminazione ) e le aree strategiche Ai fini della prevenzione risultanti dai PAI 5 Parchi, riserve naturali, nazionali, regionali, provinciali e ANPIL, SIR, SIC e ZPS 6 Aree e immobili con vincolo notificato ex legge n. 1497/ Aree e immobili con vincolo notificato ex legge n. 1089/ Siti archeologici 9 Aree e immobili situate entro la fascia di rispetto di strade, autostrade, gasdotti, oleodotti, cimiteri, ferrovie, beni militari, aeroporti 10 Aree percorse dal fuoco 244

245 11 Aree individuate nelle invarianti strutturali a particolare valenza paesistico ambientale I fattori escludenti valgono anche per le opere pertinenziali degli impianti. Relativamente alle singole tipologie d impianto si elencano: Discariche: - aree nelle quali non sussista almeno un franco di 1.50 metri tra il livello di massima escursione della falda e il piano di campagna ovvero il piano su cui posano le opere di impermeabilizzazione artificiale; - aree nelle quali non sia conseguibile, anche con interventi di impermeabilizzazione artificiale, un coefficiente di permeabilità (K) inferiore o uguale a 1x10-6 cm/sec per uno spessore di 1 metro; - aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 500 metri fra il perimetro del centro abitato e il perimetro dell impianto. Termoutilizzatori: - aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 200 metri fra il perimetro dell impianto e le aree residenziali ricadenti all interno del centro abitato stesso. Impianti a tecnologia complessa - aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 200 metri fra il perimetro dell impianto e le aree residenziali ricedenti all interno del centro abitato stesso; - aree protette nazionali e regionali, se il regime di tutela è incompatibile con l impianto previsto. B - Fattori penalizzanti 1 Aree sottoposte a vincolo idrogeologico 2 Aree a pericolosità idraulica elevata e molto elevata 3 Aree a pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata 4 Aree ricadenti nella fascia di 150 mt a partire dal piede dell argine o della linea di sponda di fiumi, torrenti e corsi d acqua iscritti negli appositi elenchi 5 Aree ricadenti nei territori boscati e foreste e quelli sottoposti a rimboschimento secondo le definizioni di legge 6 Zone di interesse archeologico non sottoposte a vincolo di legge 7 - aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici (lettera h) 8 Aree ricomprese nelle zone di vulnerabilità idrologica dovuta alla qualità delle acque 245

246 I fattori penalizzanti valgono anche per le opere pertinenziali degli impianti Relativamente alle singole tipologie d impianto si elencano: Discariche: - aree caratterizzate dalla presenza di terreni con elevata permeabilità primaria e secondaria; - aree agricole di pregio caratterizzate da produzioni di eccellenza di vigneti, frutteti, oliveti; - condizioni metereologiche sfavorevoli. Termoutilizzatori: - aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 500 metri fra il perimetro dell impianto e le aree residenziali ricadenti all interno del centro abitato stesso; - condizioni climatiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti ove condizioni in calma di vento e stabilità atmosferica ricorrono con maggiore frequenza; - prossimità di aeroporti Impianti a tecnologia complessa - aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 500 metri fra il perimetro dell impianto e le aree residenziali ricadenti all interno del centro abitato stesso; - condizioni climatiche sfavorevoli alla diffusione degli inquinanti ove condizioni in calma di vento e stabilita atmosferica ricorrono con maggiore frequenza. Piattaforme - aree con presenza di centri abitati, secondo la definizione del vigente codice della strada, che non possono garantire il permanere di una fascia di rispetto di 100 metri fra il perimetro dell impianto e le aree residenziali ricadenti all interno del centro abitato stesso. C - Fattori preferenziali - viabilità d accesso esistente o facilmente realizzabile, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari esterni ai centri abitati; - baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e al sistema di impianti per la gestione dei rifiuti.; - presenza di aree degradate da bonificare, discariche o cave; - dotazione di infrastrutture; - possibilità di trasporto intermodale dei rifiuti raccolti nelle zone più lontane dal sistema di gestione dei rifiuti 246

247 Relativamente alle singole tipologie d impianto si elencano: Discariche: - aree caratterizzate dalla presenza di terreni con coefficiente di impermeabilità Kx10-7 cm/sec. Termoutilizzatori: - Aree a destinazione industriale (aree artigianali e industriali esistenti o previste dalla pianificazione comunale) o a servizi tecnici o contigue alle stesse; - aree con superficie superiore ai 5 ettari; - preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale; - sostituzione di emissioni esistenti nell area da utenze industriali civili e termoelettriche; - impianti di termodistruzione già esistenti; - vicinanza di potenziali utilizzatori di calore ed energia. Impianti a tecnologia complessa - Aree con destinazione industriale (aree artigianali e industriali esistenti o previste dalla pianificazione comunale) e agricola per gli impianti di compostaggio - aree vicine agli utilizzatori finali - impianti di smaltimento di rifiuti già esistenti - preesistenza di reti di monitoraggio per il controllo ambientale. Piattaforme -Aree con destinazione industriale (aree artigianali e industriali già esistenti o previste dalla pianificazione comunale); - viabilità d accesso esistente, disponibilità di collegamenti stradali e ferroviari; - baricentricità del sito rispetto al bacino di produzione e di smaltimento dei rifiuti; - dotazione di infrastrutture; - aree industriali dismesse, aree degradate da bonificare; - impianti di trattamento rifiuti già esistenti. Sempre il PTC, ha cartografato il Sistema Funzionale Provinciale dei rifiuti 247

248 248

249 III.2.5. Le politiche sulla risorsa idrica. Il PTC si occupa della risorsa idrica (art. 42.1) individuando quali obiettivi prestazionali la garanzia di una adeguata fornitura idrica giornaliera procapite mediante la riduzione delle dispersioni, che non dovrebbero superare la misura del 15% dei prelievi annui, assicurando il recupero del rimanente 25%, ammontante a circa 10 milioni di mc annui, corrispondenti a circa 86 litri giornalieri procapite Nelle nuove aree insediative assicurare la fornitura di acqua potabile da destinare al solo consumo umano. L'attivazione di processi virtuosi di risparmio idrico e riciclaggio di acque per usi non domestici diviene obiettivo prioritario. Sempre il PTC nel Capo II, definisce lo Statuto per la risorsa acqua (artt ). In particolare l art. 70 definisce Gli obiettivi, indirizzi e prestazioni generali, e i relativi criteri. Elevare la qualità delle acque in generale e ridurre le pressioni sulla risorsa attraverso i seguenti criteri: protezione ed il miglioramento ecologico e morfologico complessivo dei corsi d acqua attraverso il recupero di spazi agli alvei, il ripristino di andamento meandrico, il rallentamento del deflusso delle acque ed il mantenimento dei livelli di deflusso minimo vitale. Tutte le opere di ingegneria realizzate ai fini di messa in sicurezza di aree soggette ad esondazione devono essere realizzate mediante tecniche di ingegneria naturalistica secondo modalità idonee alla conduzione degli ecosistemi fluviali ad un progressivo recupero di naturalità e di capacità di autoregolazione e protezione. Tutte le nuove opere di regimazione idraulica (briglie, traverse, argini, difese spondali) previste per i corsi d acqua saranno finalizzate al riassetto dell equilibrio idrogeologico, al ripristino della funzionalità della rete del deflusso superficiale, alla messa in sicurezza dei manufatti e delle strutture, alla rinaturalizzazione spontanea, al miglioramento generale della qualità ecobiologica e al favorimento della fruizione pubblica. Le opere dovranno essere concepite privilegiando le tecniche costruttive proprie dell ingegneria naturalistica Tutti gli interventi che coinvolgono parti di terreno agricolo dovranno essere volti al mantenimento dell efficienza del sistema delle canalizzazioni, provvedendo in ogni caso al ripristino della loro funzionalità laddove questa risulti essere stata manomessa. La Provincia ai fini del perseguimento degli obiettivi statutari della risorsa provvede ad emanare un regolamento che persegua la riduzione dei consumi, la tutela della risorsa, la prevenzione delle crisi idriche attraverso: la definizione di direttive omogenee in materia di rilascio di concessioni per l utilizzo di acqua pubblica la definizione di criteri per la determinazione dei canoni la disciplina degli usi domestici delle acque sotterranee in ottemperanza a quanto previsto dall art. 96 comma 11 del Dlgs 152/2006. La definizione degli obblighi di installazione e manutenzione in regolare stato di funzionamento di idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi d'acqua pubblica derivati, in corrispondenza dei punti di prelievo e, ove presente, di restituzione gli obblighi e le modalità di trasmissione dei risultati delle misurazioni dell'autorità concedente per il loro successivo inoltro alla regione ed alle Autorità di bacino competenti. La definizione di criteri per la costituzione di riserve di acqua. La definizione di criteri per il riutilizzo delle acque 249

250 Il Regolamento conterrà gli usi soggetti a provvedimento autorizzatorio, la disciplina degli emungimenti e la regolazione dei prelievi, disponendo prescrizioni o limitazioni temporali o quantitative attraverso un piano di regolamentazione degli usi come contributo all aggiornamento del quadro conoscitivo degli strumenti di pianificazione e programmazione di competenza. La Provincia acquisisce le informazioni necessarie per affinare il bilancio idrico e verificare l incidenza del sistema dei prelievi e delle restituzioni sui deficit quantitativi in atto e tutte le informazioni utili alla verifica dei volumi di prelievo concessi ed alla eventuale revisione dei parametri essenziali della derivazione per consentire la gestione dinamica del riparto della disponibilità idriche al verificarsi di fenomeni di crisi idrica. Nell art. 71 il PTC contiene indirizzi e prescrizioni rivolte ai Comuni: Gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio dei comuni valutano i fabbisogni per ogni intervento previsto suddivisi in idropotabili, civili, produttivi ed indicano le soluzioni proposte come risposta a tali fabbisogni, differenziate per tipologia, assumendo il principio che l acqua del pubblico acquedotto è dedicata prevalentemente al consumo umano idropotabile. La verifica di disponibilità della risorsa idrica è effettuata presso la Provincia. Al fine di incentivare il risparmio della risorsa destinata al consumo dei comparti agricolo ed industriale si dovrà tenere di conto: a)nella disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio, gli atti di governo del territorio prevedono la realizzazione di sistemi di accumulo di acqua meteorica, della relativa rete di distribuzione e dei conseguenti punti di presa per il successivo riutilizzo. b)i comuni individuano gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia per i quali sia resa obbligatoria la realizzazione di sistemi di captazione filtro e accumulo di acque meteoriche da utilizzare a servizio di insediamenti produttivi per scopi diversi di quello potabile. c)la costituzione di riserve è obbligatoria, per gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia individuati dai Comuni, ( omissis) d) Il dimensionamento delle strutture di accumulo è valutato con riferimento alla massima superficie coperta dei fabbricati, tenuto conto della presenza di eventuali ulteriori aree scolanti. e) Per l allocazione delle strutture di accumulo finalizzate alla costituzione delle riserve si tiene conto della qualità dell acqua che può essere raccolta e si privilegia la raccolta di quella proveniente dalle coperture. Serbatoi di acque di prima pioggia Sempre l art. 71 si occupa di definire la vulnerabilità delle acque sotterranee, attraverso la suddivisione in categorie di vulnerabilità della falda in funzione della stratigrafia litologica del sottosuolo, delle caratteristiche degli acquiferi sotterranei, delle aree di vulnerabilità della falda, delle aree interessate da fenomeni d inquinamento da nitrati. La Provincia di Livorno è impegnata nel progetto ARETUSA, che si pone lo scopo di diminuire gli emungimenti dal territorio di Rosignano a fini industriali e la diminuzione degli effluenti scaricati a mare dai depuratori di Cecina e di Rosignano. I 4 milioni di mc/anno di acque depurate utilizzate dall industria, consentiranno di migliorare la qualità delle acque marine antistanti la costa e aumentare dello stesso quantitativo la disponibilità di acque per usi idropotabili. Il progetto per la realizzazione dell impianto e delle infrastrutture, ha impegnato 9.5 M, 5,3 a carico dei fondi DOCUP della regione Toscana, e 4,2 a carico del Consorzio ARETUSA. 250

251 Schema dell impianto ARETUSA Tra le altre attività della Provincia ricordiamo il finanziamento e la realizzazione di sistema teletrasmissione prelievi da falda sotterrane installato su alcune grandi derivazioni della Val di Cornia in concomitanza con l avvio della realizzazione del progetto monitor. I dati teletrasmessi vengono ricevuti da due p.c. installati uno nelle rete informatica della Provincia di Livorno e uno c/o la soc. ASA (gestore delle acque potabili di AATO 5 toscana costa). Il finanziamento finalizzato all implementazione della rete piezometrica presente nella provincia di Livorno. Si provveduto ad approntare i progetti esecutivi, all acquisizione delle aree e di tutte le autorizzazioni necessarie. Si presume di concludere la realizzazione della rete e avviare la ricezione dei dati nel primo semestre del Il progetto " Fenice", prevede la consegna all' acciaieria Lucchini dell' acqua post-trattata del depuratore di Piombino; trattasi di circa mc/anno di acque. Nel corso del 1 semestre del 2009 entrerà in esercizio progetto Cornia Industriale. L importo totale dei lavori pari a euro ,98, è finanziato al 60,574 % dal DOCUP Il progetto ha finalità prevalente quella di ridure i prelievi idrici da falda attraverso la fornitura allo stabilimento Lucchini di Piombino di acque ad uso industriale costituite da acque refule urbane depurate. Il progetto prevede il collettamento delle acque in uscita dai depuratori di Ventirina-Campo alla Croce, di S. Vincenzo-Guardamare e i Piombino-Montegemoli previo trattamento terziario da realizzarsi all interno del depuratore di Campo alla Croce. Oltre alla finalità del risparmio idrico si diminuiranno sensibilmente gli impatti derivati dagli scarichi degli impianti di cui sopra nel Fosso Corniaccia e nel Botro ai Marmi che avverranno solo con caso di guasto o di manutenzione straordinaria. La situazione della Provincia di Livorno indica una chiara tendenza al peggioramento negli ultimi anni (ad esempio per il Fiume Cornia e per il Fiume Cecina). In seguito all inserimento del Fiume Cecina tra le aree pilota per il recepimento della direttiva 2000/60 CE del 2001 per la protezione delle acque 12, è stato possibile iniziare un percorso di studi ed approfondimenti in ambiente fluviale. Negli ultimi anni si sono affrontati studi per l attenuazione degli impatti ambientali delle attività produttive sull ambiente fluviale. Le province di Pisa e Livorno hanno promosso in particolare il Progetto mercurio per monitorare gli effetti e diminuire la presenza del materiale nell ambiente. La presenza di numerose industrie costituisce inoltre un fattore di pressione che richiede un monitoraggio continuo e la disponibilità di studi aggiornati. 12 Al proposito è stato stipulato in data 26 maggio 2003 un accordo di Programma tra: Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, Regione Toscana, Province di Livorno, Pisa. 251

252 III.2.6 I Piani di sviluppo del sistema provinciale delle aree protette Il sistema dei parchi viene concepito dal nuovo PTC (art. 45) quali ambiti che si innestano nel complesso sistema della qualità della vita: urbana, del tempo libero, della ricreazione; Il sistema delle aree protette verdi contribuisce agli aspetti di funzionalità sistemica di tutto il territorio provinciale e ad esso appartengono i parchi, le riserve naturali, le aree naturali protette di interesse locale, ma anche il sistema natura 2000 e i Siti di Interesse Regionale. Il sistema delle aree protette si propone di costituire una rete ecologica idonea ad impostare una corretta strategia di sviluppo sostenibile coniugando diversità naturali e culturali. Il sistema garantisce la dotazione di strutture efficienti, favorisce l educazione ambientale, promuove l offerta di servizi adeguati: Ripristini ambientali per la conservazione delle risorse e della biodiversità; Recupero del patrimonio edilizio per l accoglienza, la raccolta documentaria, la didattica, la ricerca, la promozione; Sentieri ed itinerari tematici. Uno dei compiti essenziali della pianificazione dello sviluppo del sistema di aree protette della Provincia di Livorno consiste nell accompagnare lo sviluppo delle singole realtà locali o dei sottosistemi in un quadro organico di politiche di conservazione della natura e di miglioramento dei sistemi ecologici, di programmi di sviluppo delle attività di educazione ambientale e dell offerta per la fruizione e il tempo libero, di azioni di stimolo e incentivo alle attività economiche compatibili con gli obiettivi e con i valori ambientali delle aree naturali protette. Negli ultimi anni la sensibilità collettiva in materia di Aree Protette e biodiversità si è pian piano trasformata da un antagonismo di parte ad una crescente considerazione dell ambiente, del territorio e del paesaggio favorito anche dalla discussione diffusa sui cambiamenti climatici, sui prodotti naturali e sulla sostenibilità dell uomo sul pianeta. In questo contesto, le Aree Protette stanno assumendo un ruolo ed un punto di riferimento significativo sia per la loro funzione principale legata alla conservazione degli habitat e delle specie, ma anche quale esempio concreto di naturalità, di valorizzazione della vita dell uomo e di promozione di ambiti territoriali significativi. Questo approccio maturato nel tempo, partecipato e condiviso da settori in progress di cittadini, determina attività ed azioni che consentono di applicare esempi concreti e visibili in ambito provinciale. Uno dei principali elementi di criticità del sistema di aree protette è la frammentazione delle aree naturali, circondate spesso da aree fortemente antropizzate (urbanizzazione, industrie) o che risentono direttamente di usi antropici (prelievi idrici e scarichi industriali, pressioni turistiche stagionali) che non si arrestano certo sul confine amministrativo di un area protetta. La presenza di ambienti naturali di rilevante interesse ma con notevoli problemi di equilibrio ambientale legati alle attività industriali e alla forte pressione insediativa e turistica delle coste, sono la premessa per proporre come obiettivo la promozione della ricerca scientifica in campo ambientale e naturalistico. Segue la cartografia relativa alle invarianti del PTC con riferimento al sistema funzionale delle aree portette. 252

253 253

254 Dalle analisi sulle risorse del territorio e sui Siti di Importanza Regionale risultano forti valenze naturalistiche e notevoli emergenze di carattere floristico, faunistico e geologico su tutto il territorio provinciale e all interno delle aree protette, che però non trovano continuità geografica e adeguati strumenti di pianificazione e di gestione. Secondo i Piani e Programmi di sviluppo di livello regionale, le Aree Naturali Protette concorreranno, insieme alla rete ecologica identificata con il progetto Bioitaly - Natura 2000, alla definizione di un sistema infrastrutturale ambientale, ossatura portante per un idea di sviluppo sostenibile regionale. Nell ottica di questo obiettivo generale si inseriscono gli obiettivi specifici per il sistema di ANP della Provincia di Livorno, che vedono, come elemento strategico la integrazione delle politiche di conservazione del sistema naturale e delle biodiversità con le politiche di sviluppo locale delle valenze storico culturali e delle potenzialità produttive, agricole, forestali e turistiche. Uno degli aspetti centrali che rendono un area protetta un occasione di sviluppo sostenibile locale, è quello della fruibilità e della diversificazione dei servizi offerti. Requisito fondamentale per la fruibilità turistica di un area protetta è la dotazione di strutture di base (informative, ricettive, didattiche), di percorsi, di accessi attrezzati. Le strutture esistenti ad oggi riescono a soddisfare un minimo e molto marginale livello di fruizione, rispetto agli ingenti flussi turistici che caratterizzano le aree costiere. Si tratta di orientare i flussi turistici verso mete meno note, ma non per questo meno interessanti e ricche di attrattive (parchi, centri storici minori, etc ), da cui trarre una conoscenza più approfondita non solo dell ambiente naturale, ma anche degli aspetti storico-artistici e delle culture materiali del territorio. Per il sistema di ANP la diversificazione dell offerta turistica dovrebbe anche tener conto delle specificità dei luoghi in relazione alle stagioni (fioriture primaverili della macchia, svernamento e migrazioni degli uccelli). La creazione di itinerari naturalistici per l osservazione dell ambiente, per il collegamento tra le aree protette e per la tutela delle aree a maggior fragilità costituiscono azioni che si inquadrano in una politica di miglioramento e diversificazione dell offerta turistica (sentieristica, itinerari tematici e didattici, ippovie, aree di sosta attrezzate, agriturismo e ricettività nei centri storici) La naturale vocazione faunistica e la qualità ambientale dei territori delle province circostanti (Siena, Grosseto, Pisa) inoltre sottolineano l importanza di mantenere vivi i corridoi ecologici, in rapporto anche alla forte presenza dell attività venatoria che caratterizza questa Regione. La maggior parte della necessità d'azione per la conservazione della natura è collocata nell'ambiente rurale. Le aree d'interesse naturalistico sono caratterizzate anche da ampie superfici a destinazione e gestione agro-silvo-pastorale, il cui mantenimento è essenziale per la conservazione delle loro caratteristiche peculiari. Pertanto tramite l ARSIA sono state intraprese iniziative per l'integrazione delle politiche di conservazione con quelle dello sviluppo rurale (ad esempio: sviluppo dell agricoltura biologica nelle aree protette e nei siti della rete ecologica toscana, coordinamento delle politiche di gestione della fauna selvatica e della attività venatoria) con la finalità del mantenimento e dello sviluppo della diversità ambientale. Per quanto riguarda il territorio livornese, l agricoltura non incide direttamente in modo determinante sull economia e sulle attività del complesso delle ANP. Essa trova una sua identità e uno sbocco sul mercato soprattutto laddove si è sviluppata la viticoltura e la produzione di vino di qualità, come si riscontra per i vini DOC dell area di Castagneto Carducci. E evidente in ogni caso 254

255 la possibilità di instaurare circoli virtuosi tra contesti agricoli e agrituristici e la presenza di aree naturali protette. Uno dei campi fondamentali per sperimentare l integrazione delle politiche di sviluppo e di tutela delle ANP è lo sviluppo delle pratiche agricole a basso impatto ambientale (agricoltura biologica e ecocompatibile) e la produzione di specie tipiche e locali di elevata qualità, all agriturismo, alle filiere enogastronomiche, legate anche alle attività faunistico-venatorie e alla presenza del cinghiale. La diffusione del cinghiale provoca da un lato danni consistenti sulle aree coltivate, ma determina anche un fattore di attrazione gastronomica, soprattutto se appartenente alla razza maremmana. Inoltre la creazione di un marchio per i prodotti (gastronomici, ricettivi, di servizio,etc.) delle aree protette livornesi può contribuire a sviluppare una dinamica di programmazione, gestione e percezione diffusa del sistema di aree naturali protette della Provincia. Tramite un marchio di qualità è inoltre più efficace la promozione dell immagine e dei prodotti dei parchi, nonché il loro inserimento sul mercato. Intenso in questi anni è stato il percorso amministrativo di formazione e di gestione delle singole aree protette che costituiscono il sistema provinciale è oggi a un importante punto di svolta. Il processo di formazione degli enti di gestione ha seguito una lunga attività di concertazione, analogamente a quanto è successo per la definizione degli aspetti territoriali. Si è trattato infatti di un percorso aperto alla discussione con i comuni, che ha visto questi ultimi assumere un ruolo centrale sia nel definire le modalità gestionali delle ANPIL, che nel definire, insieme alla Provincia, le modalità di gestione dei Parchi Provinciali. Ricordiamo inoltre che: Il Consiglio Provinciale ha approvato il Piano del Parco e il relativo Regolamento; trattasi del primo parco provinciale d Italia e comprende territori ricadenti neo comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo. Gli obiettivi del Piano sono tesi non solo alla tutela del patrimonio forestale, ma anche alla promozione di una politica di fruizione che guarda allo sviluppo delle economie locali e alla valorizzazione dei caratteri culturali tradizionali. Tra le iniziative ricordiamo: la Biblioteca del Parco, il progetto della sentieristica tematica e un programma di viste guidate. La Cominità del Parco specifico organo costituito dai cittadini, associazioni e realtà locali contribuirà alla gestione e allo sviluppo. Recentemente inoltre è stata approvata una convenzione con la regione Toscana, la ASL6 e il Corpo Forestale dello Stato per la valorizzazione del patrimonio agricolo-forestale del Parco. Nel dicembre del 2008 si è concluso l iter procedurale per la costituzione del Parco Interprovinciale di Montoni, tra le Prooivncia di Livorno, Grosseto e i Comuni interessati. Obiettivi sono la promozione e la diffusione dell agricoltura biologica, il turismo ecosostenibile, l educazione ambientale e alimentare. E stato approvato il Regolamento della riserva provinciale di Orti Bottegone, la cui importanza è testimoniata dalla presenza di un oasi WWF dal 1991, dalla istituzione nel 1998 della Riserva Naturale Provinciale Padule Orti Bottagone, dall inserimento quale Sito di Importanza Regionale (Rete Natura 2000) e di ZPS (Zona di Protezione Speciale, in base alla Direttiva Uccelli 79/409) Padule Orti-Bottagone, su circa 117 ettari. Quest ultimo riconoscimento, insieme alla recente richiesta di inserimento della area palustre tra le Zone Umide di Importanza Internazionale (Convenzione di Ramsar), per una superficie di 132 ettari, dimostra la valenza non solo locale di Orti-Bottagone. In estrema sintesi si riportano i titoli degli inetrevnti più segnificativio sulle aree protette effefttuatri dalla Provincia dii questi anni: 255

256 realizzazione Ippovia Provinciale realizzazione del Centro Naturalistico di Villa Pertusati realizzazione del Nucleo di Documentazione Ambientale del Parco Provinciale Monti Livornesi a Casale Poggetti costruzione del nuovo centro visite e percorsi di fruizione nella Riserva Provinciale Orti Bottagone rinaturalizzazione della Riserva Provinciale della Contessa acquisto terreni per estensione perimetro Riserva Provinciale Orti Bottagone itinerari di visita e laboratorio didattico nel Parco Interprovinciale di Montioni ripristino e costruzione sentieristica nel Parco Provinciale Monti Livornesi realizzazione servizi a rete (acqua, energia elettrica, telefono) per Sambuca e Villa Cristina attivazione programma d intervento per la sistemazione dell Eremo della Sambuca a valere sui fondi Cipe L attività divulgativa, informativa, educativa promossa dalla Prooivnai di Livorno, si è concretizzata nei seguenti eventi: Un logo per il Parco, concorso per le scuole di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Premio Touring 2008, Parco Interprovinciale di Montioni A cavallo tra boschi e borghi, Bolgheri festa ippovia con Reportage televisivo presentazione Piano e Regolamento del Parco Provinciale Monti Livornesi, sala LEM Livorno presentazione libro Gli antichi mulini e avvio della biblioteca del Parco Provinciale Monti Livornesi, sala LEM Livorno Un Parco a misura di bambino, Villa Cristina iniziativa con le scuole Settimana Europea dei Parchi svolta nei 5 anni della legislatura Puliamo il Parco, Monti Livornesi 2008 Meeting Il Piano Forestale del Complesso Demaniale Colline Livornesi Valutazione della proposta in relazione al Piano del Parco Giornata Caprilliana Livorno, iniziativa in ricordo di Federico Caprilli Reportage televisivo prodotto dall Amministrazione sul percorso dell Ippovia da Parco Migliarino S. Rossore al Parco della Maremma. seminario della 3 Commissione Consiliare della Provincia a Villa Cristina (2006) Convegno La gestione dei Parchi Naturali. Provincia, 28/04/06; inaugurazione e Reportage televisivo del 1 tratto di Ippovia nell ambito del Progetto Interreg 3A Ippovia del Mediterraneo. Rosignano 19/03/05 Giornate di presentazione dei Piani dei Parchi e del Piano di Sviluppo Economico e Sociale delle AA.PP. con (12) incontri organizzati nella parte continentale della provincia nel periodo Ottobre - Gennaio inaugurazione del Parco dei Monti Livornesi. Villa Cristina, Livorno. Aprile e nelle seguenti pubblicazioni: Ippovia livornese. Guida ai percorsi nella Provincia di Livorno, presentata alle fiere internazionali del turismo equestre e negli APT dell Amm. ne. Parchi e Riserve Naturali rivista a tiratura nazionale. Due redazionali: Nel verde della Macchia (Parco Interprovinciale di Montioni) e Isole tra i boschi (Parco Provinciale Monti Livornesi). Le Ippovie nel territorio. L esperienza e le attività nella Provincia. 256

257 La riserva naturale Provinciale Oasi della Contessa. -Presentazione del Piano di Gestione e del Regolamento. Il cavallo al centro. Il cavallo e le ippovie nel territorio. Gli antichi acquedotti e le acque minerali di livorno e dintorni. Pacini editore. Il Piano economico e sociale delle AA.PP. Provinciali. Il contesto e le scelte. Parco Interprovinciale di Montioni. -Presentazione del Piano e del Regolamento. Parco Provinciale dei Monti Livornes i. -Presentazione del Piano e del Regolamento. La riserva naturale Provinciale Orti Bottagone. -Presentazione del Piano di Gestione e del Regolamento Il Parco dei Monti Livornesi. Le emergenze naturalistiche e storico-culturali Le proposte di attività per proseguire nell immediato futuro l azione dell amministrazione provinciale, si possono così riassumere: avvio della gestione di Villa Pertusati e Casale Poggetti, ubicati in Comune di Rosignano Marittimo nella parte meridionale del Parco Provinciale dei Monti Livornesi, per realizzare un centro integrato sulla biodiversità alimentare si specie rurali a rischio di estinzione. Questo progetto sta sostanziando un consenso ed un interesse ampio nel mondo scientifico (Università di Pisa e Firenze), dell Agenzia Regionale per lo Sviluppo ed Innovazione nel settore Agricolo-forestale (ARSIA), della Rete Italiana dei Semi Rurali e delle istituzioni del territorio. In pratica saranno valorizzati, conservati e riprodotti i semi di cereali, di legumi, di orticale e di alberi da frutto, di specie in estinzione in modo da coinvolgere direttamente i coltivatori del territorio. Saranno valorizzate le razze degli animali allevati nel territorio così come il pescato di scarso valore commerciale, ma adatto all alimentazione. L obiettivo quindi è di giungere attraverso un processo articolato e complesso alla produzione di un menù ecologico standard da proporre nelle scuole (elementari di Rosignano M. mo e coinvolgimento dell Istituto Alberghiero di Castiglioncello); sarà avviato il processo prima detto di valorizzazione del mare attivando il progetto Interreg Marittimo GIONHA, proprio in questi giorni approvato dall Autorità di Gestione per una spesa complessiva di 2,4 milioni di euro di cui a favore dell Amministrazione Provinciale. Inoltre proseguirà la preziosa collaborazione con il Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano, estesa anche alla definizione delle Aree Marine Protette delle isole ed ad altre iniziative quali il Festival del Camminare e l Oasi degli Dei all Isola d Elba. Saranno avviati gli studi definitivi per la valorizzazione della costa di Calafuria ricca di emergenze ambientali uniche per quegli habitat. Per quanto attiene l istituzione dell Area Marina Protetta Secche della Meloria che ormai ha concluso, con la Conferenza Stato- Regioni, l iter istruttorio saranno reiterate le sollecitazioni al Ministero dell Ambiente per la sua effettiva istituzione; nell anno 2009 saranno formalizzati gli interventi a valere sul POR che prevedono la realizzazione e l adeguamento della rete sentieristica nel Parco Provinciale dei Monti Livornesi per una spesa di ,00 e la valorizzazione del Promontorio di Piombino (SIR Promontorio di Piombino e Monte Massoncello) legando insieme l aspetto naturalistico con quello storico- archeologico, per un importo di ,00. Inoltre si sostanzierà l intervento sull Eremo della Sanbuca già finanziato dal CIPE nell anno 2008 in modo da recuperare completamente l intero edificio da destinare a eremitario, riallocandolo nella sua funzione storica di struttura di sosta per i viandanti, che già nel 1100 muovevano da Canterbury verso Roma e verso Gerusalemme, sul braccio secondario della Via Francigena; a fine 2008 il Consiglio Provinciale ha approvato la convenzione con la Regione Toscana, la AUSL di Livorno ed il CFS per la valorizzazione dell immobile demaniale regionale Pian della Rena, già utilizzato come struttura di recupero per i tossico-dipendenti. Nel 2009 si 257

258 avvieranno le azioni di competenza dell Ente, ma anche quelle gestite da AUSL per la ristrutturazione degli immobili in modo da avviare percorsi di socializzazione e di interscambio del centro verso l esterno, finalizzati a favorire il reinserimento degli ospiti; per quanto riguarda le attività di gestione dei parchi provinciali si deve tener conto dei limiti fissati dalle varie leggi finanziarie dello Stato che non consentono di istituire soggetti terzi per funzioni precisamente attribuite ad enti. Quindi la gestione del Parco Provinciale dei Monti Livornesi rimane diretta della Provincia ai sensi della L.R. 49/95. Invece sarà costituito nei primi mesi dell anno il Consorzio per la gestione del Parco Interprovinciale di Montioni in quanto i 5 Comuni e le 2 Province hanno già deliberato nel 2008 l adesione al medesimo. Rimane invariata la gestione del Demanio Regionale delle Colline Livornesi ai sensi della L.R. 39/00. Invariate rimangono anche le gestioni operative e le attività scientifiche già affidate al WWF Italia per Orti Bottagone e al Centro Ornitologico Toscano per l Oasi della Contessa. 258

259 III.2.7 Le politiche energetiche: il nuovo Piano energetico Provinciale. Per il PTC (art. 44.1) diviene obiettivo prioritario di sistema la riconversione della grandi centrali elettriche dell Enel di Livorno e Piombino da olio a gas metano; la provincia favorirà: i processi di riqualificazione energetica degli edifici in generale e l installazione di impianti a utilizzo di fonti energetiche rinnovabili per autoconsumo il risparmio energetico negli impianti di pubblica illuminazione lo sviluppo di eolico e mini eolico lo sviluppo del fotovoltaici e del solare termico la diffusione delle sonde geotermiche e di altre tecnologie per la produzione di calore l impiego sostenibile delle biomasse agricole e forestali lo sviluppo dei processi produttivi industriali di biodisel e bioetanolo la cogenerazione a gas metano la produzione di energia da rifiuti la realizzazione del rigassificatori la realizzazione di progetti integrati per la chiusura del ciclo in contesti confinati, quali ad es. le isole minori (Gorgona, Pianosa ecc.) Il Piano suggerisce inoltre di introdurre valutazioni e diagnosi energetiche degli edifici nei procedimenti di rilascio dei permessi di costruzione e di predisporre adeguate misure disciplinari e di salvaguardia dei valori paesistici rurali che consentano l insediamento di impianti di produzione di energia da fonti alternative solo se compatibili con tali valori. Va infine migliorata la qualità progettuale degli elettrodotti finalizzata al miglioramento ambientale entro una scala progressiva di valori di tutela, valori di cautela e valori di qualità dell'induzione magnetica e dei campi elettrici. Le politiche energetiche locali dovranno avere come riferimento il Piano d Azione Una politica energetica per l Europa, approvato nel marzo 2007, nel quale l Unione Europea si è data tre obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2020: ridurre del 20% le emissioni di gas serra, migliorare del 20% l efficienza energetica, produrre il 20% dell energia attraverso l impiego di fonti rinnovabili. Tali obiettivi sono stati fatti propri dal Governo nazionale nel position paper del settembre 2007 e dal PIER. Il terzo obiettivo viene rivisto dalla proposta di direttiva comunitaria per l utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili del 23 gennaio La suddetta proposta della Commissione Europea, che sarà sottoposta al Consiglio ed al Parlamento Europeo, prevede (art. 3 della proposta di direttiva) che l Italia debba assicurare che la percentuale di fonti rinnovabili sul consumo finale di energia al 2020 sia di almeno il 17% (non si fa più riferimento, pertanto, ad un obiettivo del 20% rispetto alla produzione di energia). 259

260 La produzione di energia nella provincia di Livorno presenta una solida tradizione, anche se i relativi impianti utilizzano quasi esclusivamente fonti energetiche fossili (centrali termoelettriche ENEL, centrale Enipower, centrale Elettra Holding, centrali all interno della ex Lucchini). L entrata in vigore delle normative sul risparmio energetico nelle civili abitazioni ed il sistema di incentivazione per favorire la sostituzione dei motori elettrici nell industria possono limitare l incremento annuo del fabbisogno energetico. L efficienza energetica, congiuntamente alla diffusione di una cultura del risparmio, sostenuta da attività di informazione, educazione e di formazione, è la principale leva su cui agire. Gli insediamenti civili, industriali e commerciali, sia di nuova costruzione che esistenti, devono essere organizzati in modo da passare da una struttura di utenze in linea (cioè un organizzazione dei flussi energetici nella quale ogni utente attinge energia da un unica sorgente, utilizza la parte che gli serve e disperde il resto) ad una struttura in serie, un sistema cioè dove l energia viene sfruttata a cascata dai singoli utenti (ogni funzione sfrutta il calore alla temperatura che gli è ottimale, ma partendo da un unica fonte). In questi casi è possibile il ricorso a processi di cogenerazione con i quali si realizza un più razionale uso dell'energia primaria rispetto a processi che producono separatamente energia elettrica e calore e consente di ridurre le emissioni complessive di gas inquinanti e climalteranti. Si parla in questi di generazione distribuita. In particolare il settore civile della Provincia di Livorno è caratterizzato da abitazioni, occupate da persone residenti, con impianto di riscaldamento (di queste sono concentrate nel solo comune di Livorno): abitazioni con impianto di riscaldamento fisso centralizzato, per un totale di circa 1600 edifici (con un numero medio di abitazioni per condominio di 13) abitazioni con impianto fisso autonomo ad uso esclusivo della singola abitazione abitazioni con apparecchio singolo fisso che riscalda tutta o la maggior parte dell abitazione abitazioni con apparecchio singolo fisso che riscalda solo alcune parti dell abitazione (non sono considerati impianti termici ai sensi della normativa vigente) Nella tabella è riportata la disaggregazione degli impianti termici per combustibile utilizzato e per potenza. Complessivamente sono quantificabili su tutta la provincia in (esclusi quelli che non sono considerati impianti termici ai sensi della normativa vigente) METANO GPL GASOLIO ALTRO * TOTALE Impianti con potenza < 35 kw Impianti con potenza > 35 kw Totale * combustibile solido ed energia elettrica 260

261 Le attività di controllo sugli impianti di riscaldamento avviate tra il 1999 ed il 2000 hanno permesso di ridurre i consumi energetici per riscaldamento nel settore civile, come evidenziato nella sezione dedicata al bilancio energetico provinciale. Il 25 % degli impianti con potenza superiore a 35 kw sono alimentati con prodotti petroliferi. Considerato che la potenza media delle centrali a gasolio è di 300 kw, si ha un totale nella provincia di circa 105 MW termici installati. Un altro dato da considerare in termini di potenziale risparmio energetico conseguibile è relativo alla distribuzione delle abitazioni ed alla conseguente incidenza della produzione di energia elettrica nella fornitura di acqua calda (nella tabella sotto riportata), per l Isola d Elba e la provincia di Livorno. Totale abitazioni Abitazioni con energia elettrica per acqua calda Abitazioni energia elettrica acqua calda / totale abitazioni Isola Elba ,6 Totale Provincia ,1 261

262 III.2.8 Prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento A livello Europeo e nazionale, numerose sono state le disposizioni normative emanate allo scopo di ridurre la quantità di emissioni di inquinanti nell ambiente e migliorarne la qualità. Gli interventi del legislatore sono finalizzati ad assicurare il rispetto dell ambiente da parte delle industrie, seppur continuando a perseguire l esigenza di sostenere la competitività nei loro rispettivi mercati. Nel passato, l approccio del Legislatore al tema dell inquinamento ambientale si orientava in modo da intervenire alla fine del ciclo produttivo, con l imposizione di limiti di emissione, che comportavano la necessità di effettuare abbattimenti sui reflui industriali prima della dispersione in ambiente. Dai primi anni 90 invece si è cominciato a parlare di riduzione dell inquinamento ed insieme anche di controllo e prevenzione al fine di intervenire all origine del processo produttivo. Dalla necessità di uniformare la disciplina della materia dell inquinamento ai principi di prevenzione e di riduzione, al fine di contemperare gli interessi del mondo Industriale da una parte, ma anche interessi pubblici e collettivi quali la salute e l integrità dell ambiente dall altra, nasce la Direttiva Europea n.96/61/ce titolata proprio Prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento IPPC. La Direttiva prevede infatti misure intese a evitare oppure, qualora non sia possibile, ridurre, le emissioni delle suddette attività nell'aria, nell'acqua e nel terreno, comprese le misure relative ai Rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell'ambiente nel suo complesso. La Direttiva viene recepita nel nostro Ordinamento attraverso il D.Lgs. n.372 del 04 agosto 1999 Attuazione direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento fissa termini e procedure per l Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A). L AIA viene definita come il provvedimento che autorizza l'esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni che devono garantire che l'impianto sia conforme ai requisiti del presente decreto. Inoltre: Una Autorizzazione Integrata Ambientale può valere per uno o più impianti o parti di essi, che siano localizzati sullo stesso sito e gestiti dal medesimo gestore. Con un unica normativa si va ad abrogare e sostituire il D.P.R. n. 203/88 (emissioni in atmosfera); il D.lgs. n. 22/97 (produzione e gestione di Rifiuti); il D.lgs. n. 152/99 (scarichi idrici); la Legge 447/95 (inquinamento acustico); e infine il D.M. 471/99 (bonifiche), andando quindi a disciplinare la materia con un unico testo normativo. L A.I.A. sostituisce le singole autorizzazioni ambientali rilasciate per tutte le matrici ambientali fino a quel momento, recependole e collocandole, dunque, in un unico documento. La procedura di rilascio della Autorizzazione Ambientale è Integrata in quanto oltre a prendere in esame tutte le matrici ambientali coinvolge tutti gli organi preposti alla procedura (Amministrazione Provinciale, USL, ARPAT, Uffici Tecnici degli Enti Locali, ecc.). Il concetto di Integrazione evidenzia la necessità e l opportunità di guardare all azienda e alla sua attività nel complesso dei suoi diversi impatti sull ambiente, verificando le interazioni reciproche che possono nascere tra le diverse matrici ambientali. Il concetto di autorizzazione per singola matrice ambientale è superato; con la normativa AIA si va, invece, ad analizzare contemporaneamente e più approfonditamente tutti gli impatti presenti e le possibili loro riduzioni. Allo stesso tempo è possibile verificare come la riduzione di ciascun impatto sull ambiente possa incidere reciprocamente su tutti gli altri. Nel D.Lgs 372/99, oltre che ai principi generali dell Autorizzazione Integrata Ambientale (Art. 3), alle prescrizioni per l adeguamento del funzionamento degli impianti esistenti (Art. 4), alle 262

263 condizioni dell'a.i.a. (Art. 5), vengono introdotte anche le Best Available Techniques: BAT (in italiano Migliori Tecnologie Disponibili: MTD). Le BAT sono definite come la più efficiente ed avanzata fase di sviluppo di attività e relativi metodi di esercizio indicanti l'idoneità pratica di determinate tecniche a costituire, in linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l'impatto sull'ambiente nel suo complesso. Il D.Lgs 372/99 non attuava però completamente la Direttiva Europea n.96/61/ce. Di conseguenza il Legislatore Italiano ha dovuto introdurre un nuovo Testo Normativo: il D.Lgs n.59 del 18 febbraio 2005, titolato Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento. Il Decreto così emanato, è stato recepito nella Legge-Quadro in materia di inquinamento atmosferico, idrico, acustico, gestione dei Rifiuti, sicurezza, protezione del suolo e delle acque sotterranee, vale a dire, il D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152 recante Norme in materia ambientale, pubblicato sulla G.U. 14 aprile 2006, n. 88. Innanzitutto va ricordato che il D.Lgs. 372/99 e successivamente anche il D.Lgs. 59/05 individuano nell Ente Regione l autorità competente al rilascio dell A.I.A. non statale, con possibilità comunque di delega della stessa Regione ad altri soggetti. La Regione Toscana ha deciso, attraverso la Legge Regionale n. 61 del 22 Dicembre 2003, di delegare lo svolgimento dell attività di rilascio dell A.I.A. alla Provincia territorialmente interessata. La Provincia di Livorno, conseguentemente, attraverso la Delibera n. 365 del , e successivamente la Delibera n. 251 del , avvia l attuazione di entrambi i Decreti Legislativi; contemporaneamente pubblica il calendario per la presentazione delle istanze e delle modalità generali di attuazione del procedimento autorizzativo A.I.A. Le istanze delle Aziende, con le relative documentazioni tecniche, sono state presentate alla Provincia di Livorno tra il 2004 ed il Le A.I.A. sono state tutte rilasciate dall Amministrazione Provinciale entro il 30 ottobre 2007 (nei termini previsti dalla normativa), nella maggior parte dei casi con la decretazione di prescrizioni. Complessivamente la Provincia di Livorno ha rilasciato 29 Autorizzazioni Integrate Ambientali ad altrettante Aziende operanti sul territorio della provincia. Gli uffici della Provincia, per analizzare le risultanze delle procedure AIA, è stata effettuata un indagine per ciascuna matrice ambientale: energia, acqua / risorse idriche, rifiuti, emissioni in atmosfera, rumore. All interno di ogni matrice ambientale, lo studio è stato diviso per macrosettori, individuati come segue: Chimica Laterizi e Materiali da Costruzione Rifiuti Siderurgia Produzione Energia elettrica Altri 6 aziende 3 aziende 15 aziende 2 aziende 2 aziende 1 azienda 263

264 Matrice ambientale energetica. Tra le matrici ambientali, particolare rilevanza assume l aspetto energetico, sia perché le aziende analizzate risultano energivore, sia perché trattasi di matrice trasversale ai diversi cicli produttivi. D altro canto, l attenzione delle aziende alle questioni energetiche sta diventando sempre maggiore, visto gli alti costi dell energia e il forte impatto a livello ambientale legato alla produzione ed al consumo di energia. Ne è emerso che la maggior parte delle imprese già utilizzano le migliori tecnologie disponibili e che gli indici di consumo energetico rientrano nei range previsti, attestandosi spesso sui valori minimi. A tutte le aziende sono comunque stati chiesti interventi a basso costo e ad elevato ritorno in termini di riduzione dei consumi, come l utilizzo di impianti di rifasamento, già in larga parte presenti, di motori elettrici ad alta efficienza, di inverter per un ottimale impiego dei motori stessi. Le aziende di produzione di Laterizi e Materiali da Costruzione hanno consumi specifici rientranti nel range 1,58 1,87 GJ/ton, contro un consumo previsto dalle linee guida pari a 1,96 GJ/ton. Per la Siderurgia, non sono indicati nelle linee guida valori di riferimento per i consumi energetici per le principali attività cioè per la laminazione e la zincatura. Le aziende hanno fornito i valori di consumo specifico medio di energia: tali consumi sono vicini tra le due aziende ed oscillano nel range kwh/ton. Dall analisi delle aziende operanti nel settore Rifiuti, emerge anche in questo caso che, laddove sono presenti linee guida, queste sono già applicate, con la conseguenza che i livelli di consumo specifico di energia risultano inferiori ai limiti imposti da tali documenti. Ad esempio, per gli impianti di selezione, il consumo specifico tipo riportato nelle linee guida oscilla tra 20 e 30 kwh/ton; le aziende hanno dichiarato valori inferiori a 20 kwh/ton. Anche nel settore della Chimica il confronto tra i consumi specifici previsti nelle BAT e quelli indicati dalla imprese hanno evidenziato il rispetto dei valori limite. Ad esempio nella produzione di lattice sintetico il valore di linea guida per il consumo specifico di Energia elettrica dovrebbe essere nel range 1 2 GJ/ton, quello di vapore nel range 3 8 GJ/ton; l impresa ha dichiarato rispettivamente un valore di 0,8 GJ/ton per l energia elettrica ed un valore di 1,9 GJ/ton per il vapore. Un altro esempio positivo è riscontrabile nella produzione di soda dove all interno del processo produttivo viene utilizzato il calore residuo proveniente dalla centrale elettrica presente nella stessa area (impianto denominato turbogas 1), con notevole innalzamento dell efficienza energetica del processo. Matrice ambientale idrica, scarichi idrici, acque. L industria usa l acqua per varie operazioni ed usi industriali: generazione di vapore, raffreddamento, depurazione degli effluenti gassosi ecc.. Il problema è dato dalla quantità di acque utilizzate e scaricate e delle sostanze chimiche in esse presenti. Le analisi svolte sulle aziende in sede di istruttoria AIA sono state finalizzate alla verifica che le emissioni, sia nell acqua che nel suolo (attraverso il deflusso dell acqua stessa), rientrassero nei limiti previsti dalla normativa nazionale, e che le tecnologie utilizzate fossero quelle indicate nelle BAT di riferimento. Per ogni settore produttivo l attenzione è stata posta su tre diverse tipologie di acque: acque reflue industriali acque reflue domestiche acque meteoriche 264

265 Il confronto tra le tecnologie utilizzate dalle aziende e le BAT o i Bref disponibili per i vari settori, ha evidenziato consumi specifici idrici e valori di emissione di inquinanti nelle acque congrui a quanto previsto dalle BAT stesse. La Provincia di Livorno oltre a seguire, nella richiesta di eventuali adeguamenti, quanto previsto dalle linee guida, ha chiesto alle imprese di anticipare quanto sarà previsto dal regolamento attuativo della Legge Regionale n. 20 sulla gestione delle acque meteoriche di dilavamento. Il riferimento è in particolare agli obblighi di trattamento prima dello scarico dei primi 5 mm di acqua meteorica proveniente dal dilavamento delle superfici delle aziende. Dall analisi dei diversi settori, sono state riscontrate situazioni molto differenziate. Nel settore Alimentari, i valori rilevati nell istruttoria AIA, in base alle tecniche adottate per lo smaltimento delle acque reflue industriali e domestiche, sono nella norma e garantiscono un basso impatto ambientale. Gli stabilimenti producono scarichi di acque reflue assimilabili alle domestiche, autorizzati dal Comune. Le acque reflue domestiche sono convogliate in impianti biologici ad ossidazione totale, con scarico finale in mare. Per le aziende siderurgiche, parte degli scarichi di acque reflue, assimilabili alle domestiche, provenienti da alcuni servizi di stabilimento sono inviati, come da autorizzazioni esistenti, in pubblica fognatura. Anche le acque derivanti dal grassaggio, in aderenza alle BAT di riferimento, sono raccolte ed inviate all impianto di trattamento delle acque di processo. Al fine di ridurre la quantità di acqua utilizzata nei processi produttivi, viene effettuato, almeno in parte, il riciclo dell acqua mediante l uso di sistemi di ricircolo chiusi, in aderenza alle Linee Guida per l utilizzazione delle Migliori Tecnologie Disponibili (MTD). In particolare le acque di raffreddamento, quelle utilizzate nei cicli di produzione (laminatoio, zincatura, polietilene) e quelle provenienti dalla sezione di neutralizzazione delle acque acide, vengono inviate all impianto di recupero, costituito da una vasca di sedimentazione di adeguata capacità. Le acque meteoriche dilavanti le superfici di stabilimento o provenienti dai tetti e dalle coperture degli edifici, vengono convogliate nello scarico finale e quindi conferite direttamente in mare. Gli stabilimenti del settore Laterizi e Materiali di Costruzione non presentano particolari problematiche per quanto concerne la matrice idrica: gli scarichi industriali o non esistono o sono assimilabili a scarichi domestici, che confluiscono in impianti di trattamento biologico o sono utilizzati per sub-irrigazione. Anche nel settore Energia non risultano particolari problematiche per quanto concerne la matrice idrica: gli scarichi industriali o non esistono o, quando esistenti, sono assimilabili a scarichi domestici e confluiscono in pubblica fognatura previo trattamento tramite impianto Imhoff. Le acque meteoriche sono collettate e scaricate in pubblica fognatura. Se potenzialmente inquinanti da idrocarburi, vengono trattate o inviate in fosse a trappola e quindi scaricate in fognatura. In generale nel settore dei Rifiuti non ci sono particolari problematiche nella gestione delle acque. Per buona parte degli stabilimenti non sono presenti reflui industriali; se esistenti, sono convogliati in pubblica fognatura mista. La presenza di reflui industriali sotto forma di acque di processo può derivare dalla depurazione di effluenti gassosi (alcune migliaia di mc/anno): questi sono sottoposti a trattamento tramite impianto di depurazione per confluire in rete fognaria. Le acque reflue domestiche sono trattate e immesse in vasca Imhoff o soggette ad ossidazione totale e quindi scaricate in acque superficiali o in pubblica fognatura. Le acque meteoriche sono collettate e convogliate, solitamente, in mare o in pubblica fognatura, previa depurazione in impianto. 265

266 I metodi e le tecnologie adottate dalle aziende per lo più corrispondono alle BAT di riferimento. L Amministrazione Provinciale ha prescritto che sia adottato un sistema di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche con separatore delle acque di prima pioggia, da avviare all impianto di trattamento. Il settore della Chimica, anche sotto il profilo della gestione della risorsa idrica, è tra i più problematici ed è emersa la necessità di procedere ad adempimenti da parte di alcune aziende. Si è potuto, ad ogni modo, riscontrare che gli stabilimenti, nella maggior parte dei casi, utilizzano impianti pressoché corrispondenti alle BAT: Alcuni stabilimenti operanti sul territorio presentano grandi dimensioni, e, di conseguenza, presentano un rilevante impatto ambientale degli scarichi delle acque, sia domestiche, sia industriali, che meteoriche dilavanti e/o contaminate. Sono pressoché inesistenti i reflui domestici e là dove esistenti questi vengono pretrattati con vasca Imhoff e scaricati in corpo discarica o inviati all impianto ad osmosi inversa. Le acque meteoriche sono intercettate da rete di canalizzazione, e convogliate nella vasca di prima pioggia e scaricati dopo verifica analitica. Matrice ambientale rifiuti. Una delle problematiche principali di un attività produttiva è la gestione dei rifiuti prodotti e del conseguente impatto sull'ambiente. Gli stabilimenti delle aziende operanti nei diversi settori produttivi non presentano particolari problematiche. Sono, infatti, presenti metodi corretti di stoccaggio e di smaltimento dei rifiuti o dei fanghi, che in alcune aziende vengono prodotti come scarto del processo produttivo. Così anche altre tipologie di Rifiuti derivati sempre dal ciclo di produzione, risultano opportunamente gestiti con sistemi di contenimento che ne evitano dispersione e sversamenti. Il settore dei prodotti Alimentari presente nella provincia non produce rifiuti direttamente dal ciclo produttivo. Gli scarti vengono classificati come sottoprodotto di lavorazione per l alimentazione animale (cruscami), mentre i rifiuti prodotti riguardano prevalentemente imballaggi, legno, ferro e rifiuti da manutenzione macchinari. I sistemi adottati per la riduzione ed il recupero dei rifiuti risultano corrispondenti alle BAT di riferimento. Alcuni imballaggi sono oggetto di recupero (carta, legno) mentre altri sono inviati a smaltimento in discarica. Nel processo di zincatura i metodi adottati per ridurre la produzione di residui nocivi, e corrispondenti alle BAT di riferimento, riguardano il recupero di schiumature e/o ceneri di zinco, la riduzione della produzione di malte di zinco e la riduzione della produzione di spruzzi di zinco. Gli stabilimenti del settore delle costruzioni non presentano particolari problematiche ed elementi di criticità nella gestione dei rifiuti. Gli scarti di Laterizi e Materiali di Costruzione vengono venduti a ditte esterne ed impiegati come materie prime (ad esempio per l ottenimento di terra per campi da tennis) o riutilizzati all interno del ciclo produttivo con notevoli vantaggi sia ambientali che economici. In questo settore la corretta gestione dei rifiuti è assicurata dai sistemi di stoccaggio e da opportune modalità di smaltimento da parte delle Aziende, che risultano pressoché corrispondenti alle BAT di riferimento. E il caso ad esempio dell olio di riciclo proveniente dal ciclo di produzione che viene smaltito e recuperato tramite coincenerimento presso un impianto tipico (T.O.X.) con caldaia per la produzione di vapore, asservito all impianto di produzione di lattici sintetici. 266

267 I rifiuti con sostanze chimiche di laboratorio contenenti materiali pericolosi sono stoccati all interno di appositi contenitori e successivamente posizionati all esterno in area delimitata e coperta da tettoia. Le soluzioni contenenti metanolo ed altri prodotti derivanti dalla separazione olio/acqua, vengono convogliati alla vasca di raccolta, per essere successivamente inviati all impianto esterno di trattamento acque. Altre tecnologie e sistemi utilizzati dalle imprese che garantiscono una corretta gestione dei rifiuti, in aderenza a quanto previsto dalle BAT. Lo smaltimento dei rifiuti e delle sostanze è opportunamente svolto da imprese autorizzate (abilitate). In alcuni casi, per quanto tecnicamente possibile (ad esempio in presenza di olio vegetali, metanolo e glicerina), le aziende provvedono direttamente al recupero dei rifiuti all interno dei processi produttivi. Questa è la metodologia che consente di minimizzare la produzione/smaltimento di rifiuti. Non sono risultate anche nel settore della produzione di Energia particolari problematiche, per quanto concerne la matrice Rifiuti. Nelle attività produttive di gestione dei Rifiuti l Amministrazione Provinciale, in sede di procedimento di AIA, ha riscontrato il maggior numero di situazioni per le quali ha dovuto procedere a richieste di prescrizioni di adattamento alle BAT di riferimento. In generale i sistemi adottati rispettano le BAT in particolare per quanto riguarda la caratterizzazione dei rifiuti prodotti o in ingresso, la minimizzazione dei tempi di stoccaggio e l ottimizzazione dei sistemi di riutilizzo e riciclaggio. I fanghi prodotti e provenienti da trattamento fisico-chimico, sono trattati in vasche e trasportati su camion per il successivo smaltimento tramite conferimento in discariche autorizzate. Per le discariche (5 soggette ad AIA provinciale) è stato preso come riferimento per l applicazione delle migliori tecnologie disponibili, come previsto dalla normativa, il decreto legislativo 36/03 Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle Discariche di Rifiuti. L AIA ha permesso di evidenziare l adozione di sistemi di gestione da parte delle aziende per attenuare l impatto ambientale delle discariche, quali ad esempio: controllo e monitoraggio delle emissioni diffuse; controllo sugli ingressi al fine di accettare o respingere i carichi in base ai criteri di ammissibilità dei rifiuti ed alle autorizzazioni in essere; monitoraggio della tenuta delle impermeabilizzazioni per aumentare il grado di controllo su eventuali fughe di percolato nel sottosuolo. Matrice ambientale emissioni acustiche. Per quanto concerne le emissioni sonore, a tutte le aziende è stato richiesto l'aggiornamento della Valutazione di Impatto Acustico effettuata da Tecnico Competente in Acustica Ambientale. I limiti imposti in base alla normativa vigente e conformemente ai Piani di Classificazione Acustica comunale (ai sensi della Legge n 447 del 26 ottobre 19 95) laddove presenti, sono risultati rispettati. Le industrie operanti nel settore della Siderurgia sono risultate completamente allineate e l'unica prescrizione che si rinviene riguarda, come detto, l'obbligo di presentare una nuova valutazione al termine dei lavori di modifica previsti ed autorizzati. Per il settore della Chimica, le valutazioni sono risultate allineate con i piani di Classificazione sopra menzionati e, solo in un caso, lo studio effettuato da tecnico competente in acustica con le misurazioni in campo effettuate in diverse posizioni all esterno dello stabilimento, ha evidenziato il 267

268 rispetto dei limiti diurni e il non rispetto in alcuni casi dei limiti notturni. L azienda ha comunque provveduto ad effettuare interventi di insonorizzazione e la nuova campagna di monitoraggio ha mostrato che i livelli di immissione in periodo notturno rispettano i limiti previsti dal PCCA del Comune. Le Aziende del settore Rifiuti rispettano i limiti imposti dalla normativa e gli interventi effettuati per limitare le emissioni acustiche presentano una sostanziale corrispondenza alle BAT di riferimento. Le Aziende, infatti, hanno provveduto ad interventi tecnici di mitigazione del rumore con barriere di contenimento e fonoisolanti o fonoassorbenti in prossimità degli impianti e dei macchinari. In alcuni casi, dove tali accorgimenti tecnici non sono presenti, la Provincia ha richiesto di adeguare l ambiente dello stabilimento alle BAT con impiego di materiali fonoassorbenti, sistemi di coibentazioni, silenziatori sulle valvole di sicurezza. Per il settore Discariche, le aziende rientrano nei limiti imposti dalla normativa e sono risultati anche adottati i sistemi di intervento di cui alle BAT di riferimento. Anche nel caso delle aziende di produzione di Energia elettrica, i limiti sono risultati ampiamente rispettati. Matrice ambientale emissioni in atmosfera. L obiettivo perseguito dalle AIA nell ambito di questa matrice è di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera delle industrie attraverso sia l ottimizzazione dei processi produttivi che l utilizzo di sistemi di abbattimento, applicando le migliori tecnologie disponibili. I settori produttivi esaminati presentano, sotto il profilo dell impatto ambientale, problematiche diverse e complesse. Nel settore dei prodotti Alimentari, i valori emersi nella procedura AIA, risultano rientrare nei limiti previsti dalla normativa vigente (Dlgs 152/06). Nel settore Siderurgia, i sistemi di abbattimento che le Aziende adottano sono aderenti alle BAT e permettono un contenimento delle emissioni, in particolare di NOx e di COV. Inoltre sono impiegati sistemi di abbattimento quali: Filtri a manica Torri di lavaggio Celle filtranti Postbruciatori Filtro a cartucce o a pioggia Sistemi di captazione polveri in fase di raddrizzamento tubi Convogliamento di aria inquinata in combustori (Aria comburente e combustibile interattivo), I sistemi adottati permettono alle aziende di conseguire risultati efficienti rispetto ai dati medi di settore. Gli stabilimenti del settore Materiali di Costruzione sono caratterizzati da emissione di polveri, NOx, Fluoruri, SOx e CO. Nei casi in cui gli impianti utilizzati non sono esattamente corrispondenti alle BAT, come gli impianti dotati di cappe di aspirazione con filtri a maniche, la tecnologia adottata assicura comunque il contenimento delle emissioni (considerata tecnologia equivalente alle BAT). Le aziende del settore della Chimica hanno un forte impatto in termini ambientali. Pur considerando che in gran parte tali aziende rispettano i limiti alle emissioni in atmosfera imposti dalla normativa, è stato richiesto, in linea generale, un impegno maggiore alle aziende stesse, con lo scopo di raggiungere valori di emissioni molto più bassi rispetto ai limiti di cui sopra. 268

269 Diverse sono le tipologie di inquinanti dispersi nell aria, così come diversi sono i processi produttivi che li generano: dalle emissioni di CO, CO 2 ed NOx dovute all utilizzo delle centrali termiche alimentate a metano all interno degli stabilimenti ed ai fumi convogliati in atmosfera provenienti dalla termodistruzione dell olio di riciclo, alle emissioni degli ossidi di azoto e di polveri derivanti dal forno di fusione presente all interno di alcuni stabilimenti. In linea generale le aziende seguono quanto previsto dalle Linee Guida per l utilizzo delle migliori tecniche disponibili al fine di ridurre le emissioni diffuse, per quanto riguarda sia la progettazione avanzata degli impianti che la riduzione al minimo delle fasi di fermata ed avvio degli impianti onde evitare i picchi nelle emissioni e ridurre i consumi di materia ed energia. Al fine di garantire la riduzione delle dispersioni gassose e di polveri nell aria, in particolare per limitare l'emissione di sostanze organiche volatili (SOV), i flussi d aria provenienti dai silos di degasificazione e dai reattori sono trattati con ossidazione termica. Le emissioni in atmosfera degli stabilimenti del settore Energia derivano essenzialmente dal processo di combustione del gasolio e del gas Siderurgico. Tali processi emettono gas come NOx, CO, SOx. Per l individuazione delle migliori tecniche disponibili si è fatto riferimento alle Linee Guida (non pubblicate ma disponibili sul sito del Ministero dell Ambiente) relative agli impianti di combustione con potenza termica di oltre 50 MW. Dove possibile in relazione alla configurazione degli impianti ed alla collocazione geografica dell impianto le BAT sono applicate riguardo la tecnologia della Turbina a Gas, l efficienza della turbina a gas, i bruciatori a basso NOx, e le tecnologie di abbattimento degli inquinanti. In alcuni siti di stoccaggio, recupero, raccolta e smaltimento Rifiuti le emissioni in atmosfera sono assenti o, se ravvisate, sono da considerare poco significative. In altri stabilimenti le attività connesse alla gestione dei Rifiuti può produrre emissioni, gassose o di polveri, diffuse o convogliate. Per contenere questo tipo di emissioni gli impianti sono dotati di sistemi di abbattimento che, in linea generale, possono essere considerati aderenti alle BAT (Linee guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili in materia di stoccaggio e trattamento dei rifiuti pubblicate in G.U. n. 130 del 7/06/07). Nello stoccaggio dei Rifiuti in serbatoio sono presenti impianti di abbattimento come biofiltri o accorgimenti tecnici per contenere le emissioni diffuse (adeguata quota di caduta per operazioni carico/scarico; ambienti umidi per abbattere polveri, con umidità creata con acqua di pozzo e acque meteoriche recuperate) o altri sistemi quali filtri a maniche, scrubbers, a carboni attivi. Il settore delle Discariche presenta situazioni più omogenee: a fronte di emissioni convogliate e/o diffuse le Aziende hanno provveduto a sistemi di abbattimento così sintetizzabili: - captazione del biogas - fog cannon (nebulizzatore di getti d acqua per abbattimento polveri) - filtri a maniche. Le operazioni di miscelazione e vagliatura sono eseguite in un area chiusa per evitare la dispersione in atmosfera di polveri e sostanze inquinanti. Queste vengono successivamente rimosse attraverso scrubber chimici. E stata prescritta dall Amministrazione Provinciale, in quanto non applicata, l adozione di sistemi per la rimozione di odori con filtri biologici con sistemi termici. 269

270 III.2.9 Le azioni per la difesa del suolo, delle coste e del mare Il PTC individua nell azione preventiva sul regime idrografico lo strumento più efficace per la tutela del suolo. (art.73) Individua i seguenti indirizzi e prescrizioni: - utilizzare metodologie e tecniche d ingegneria naturalistica per interventi a tutela del suolo e per la prevenzione dei rischi idrogeologici; - definire priorità per interventi a tutela delle acque sotterranee e la prevenzione dall inquinamento; - definire priorità per interventi a tutela delle acque superficiali e la prevenzione dall inquinamento; - incentivare la conservazione ed il mantenimento del reticolo idrografico e dei canali agricoli di deflusso delle acque attraverso la creazione di una fascia di rispetto da sottrarre alle lavorazioni con mezzi meccanici. E' vietato interrompere e/o impedire il deflusso superficiale dei fossi e dei canali nelle aree agricole, sia con opere definitive sia provvisorie, senza prevedere un nuovo e/o diverso recapito per le acque di scorrimento intercettate; - tutti i tipi di impianti artificiali previsti dovranno essere realizzati con modalità atte a consentire una corretta regimazione delle acque superficiali. In particolare i materiali impiegati per le pavimentazioni dovranno favorire l'infiltrazione nel terreno e comunque la ritenzione temporanea delle acque di precipitazione; - gli impianti artificiali dovranno essere realizzati in modo da non alterare la funzionalità idraulica del contesto in cui si inseriscono garantendo il mantenimento dell'efficienza della rete di convogliamento e di recapito delle acque superficiali; Elevare la qualità delle acque in generale e ridurre le pressioni sulla risorsa attraverso i seguenti criteri: - protezione ed il miglioramento ecologico e morfologico complessivo dei corsi d acqua attraverso il recupero di spazi agli alvei, il ripristino di andamento meandrico, il rallentamento del deflusso delle acque ed il mantenimento dei livelli di deflusso minimo vitale; - tutte le opere di ingegneria realizzate ai fini di messa in sicurezza di aree soggette ad esondazione devono essere realizzate mediante tecniche di ingegneria naturalistica secondo modalità idonee alla conduzione degli ecosistemi fluviali ad un progressivo recupero di naturalità e di capacità di autoregolazione e protezione; - tutte le nuove opere di regimazione idraulica (briglie, traverse, argini, difese spondali) previste per i corsi d acqua saranno finalizzate al riassetto dell equilibrio idrogeologico, al ripristino della funzionalità della rete del deflusso superficiale, alla messa in sicurezza dei manufatti e delle strutture, alla rinaturalizzazione spontanea, al miglioramento generale della qualità ecobiologica e al favorimento della fruizione pubblica. Le opere dovranno essere concepite privilegiando le tecniche costruttive proprie dell ingegneria naturalistica; - tutti gli interventi che coinvolgono parti di terreno agricolo dovranno essere volti al mantenimento dell efficienza del sistema delle canalizzazioni, provvedendo in ogni caso al ripristino della loro funzionalità laddove questa risulti essere stata manomessa. Si individuano le seguenti priorità di natura idraulica: interventi agrario/forestali; interventi sulla regimazione delle portate; realizzazione di casse di laminazione e/o espansione; e di natura idrogeologica: Limitare interventi su pendii a forte accelerazione; Salvaguardare le pinete costiere e le aree boscate; Salvaguardia idrogeologica dei versanti. 270

271 Sempre nell ambito del PTC (art. 74) la Provincia ritiene fondamentale formulare linee guida di utilizzazione degli arenili al fine di omogeneizzare la risorsa suolo nello specifico contesto. Le linee costituiscono un elemento centrale per la realizzazione di attività sostenibile nelle aree costiere. I contenuti riguardano: - la definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell integrità geomorfologica e paesaggistica delle zone costiere. - uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree. Per il raggiungimento delle finalità sopra indicate si dovrà preventivamente procedere: - Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità ambientale, naturalistica e geomorfologica. - Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei servizi e delle attrezzature. - Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici per il collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. - Regolamentazione dell atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che consenta di evitare o comunque di ridurre l impatto sugli habitat marini costieri ed in particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio, campi boe nelle aree interessate da questo habitat. - Regolamentazione dell accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e geomorfologiche. - Regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge. La Provincia di Livorno ha Stipulato Protocollo d intesa per la costituzione del Centro Regionale per lo Studio della Dinamica dei Litorali (CRSDL), un organismo di ricerca e sviluppo di sistemi di monitoraggio e analisi della dinamica costiera, operante all interno del Consorzio Polo Tecnologico Magona. Il CRSDL ha come scopo un approfondimento delle conoscenze sulla dinamica dei litorali, con particolare riferimento alla protezione delle spiagge dal processo erosivo ed allo sviluppo ed alla validazione delle metodologie di difesa. Le attività generali del CRSDL saranno le seguenti: monitoraggio dei processi costieri, aggiornamento della banca dati e diffusione delle informazioni; ricerca e definizione di accumuli di sedimenti da utilizzare per il ripascimento; formazione di una banca dati dei progetti di difesa della costa; definizione di linee guida per indirizzare le progettazioni autonomamente svolte dalle singole amministrazioni; 271

272 raccolta, validazione, omogeneizzazione e diffusione dei dati relativi alla fascia costiera prodotti da altri soggetti; supporto tecnico alle Amministrazioni ed alle Associazioni che operano nel campo della tutela e della gestione del territorio costiero ; costituzione di un punto d'incontro fra Amministrazioni, Tecnici, Associazioni e singoli Stakeholders interessati alla gestione della costa; attività tese a favorire il contatto e lo scambio di dati e informazioni fra operatori e ricercatori nazionali ed internazionali; fornire una base logistica a ricercatori italiani e stranieri che intendono svolgere ricerche sul nostro territorio; organizzare congressi, corsi e seminari sui problemi costieri; stimolare la ricerca sulle dinamiche costiere, costituendosi come soggetto promotore di progetti regionali e come partecipante (proponente o partner) a progetti nazionali ed internazionali. Da un punto di vista strettamente operativo, il Centro Regionale per lo Studio della Dinamica dei Litorali potrebbe svolgere efficacemente i seguenti compiti: Costituzione di una rete di capisaldi sulla fascia costiera cui riferire i rilievi periodici; Realizzazione di un protocollo standard a cui riferirsi per le varie operazioni di monitoraggio (verifiche stagionali e annuali sull evoluzione delle spiaggia emersa e sommersa, analisi del comportamento di interventi di difesa, valutazioni sul trasporto solido, analisi della granulometria delle spiagge, rilievo delle opere rigide di difesa, ecc.), Realizzazione sul campo delle varie fasi di monitoraggio; Raccolta dei dati provenienti dai monitoraggi e da altri studi in genere (dati meteomarini al largo e sottocosta, cave sottomarine, mappatura delle biocenosi marine, emergenze naturalistiche, ecc); Validazione e analisi di tutti i dati meteomarini raccolti e definizione in maniera univoca delle onde di progetto associate ai vari periodi di ritorno per i paraggi più rappresentativi delle realtà locali; Costituzione e aggiornamento costante del catasto delle opere di difesa e marittime in genere ; Gestione di tutti i dati raccolti all interno di un Sistema Informativo Territoriale per lo studio della dinamica della costa e della dinamica fluviale; Analisi periodica dei dati di monitoraggio raccolti, finalizzata a rilevare le tendenze evolutive dei vari tratti di litorale; Verifica dell impatto e dei risultati degli interventi di difesa realizzati; Taratura e calibrazione dei modelli di simulazione numerica e delle comuni formule di ingegneria costiera sulle realtà locali delle spiagge toscane, in modo tale da costituire un archivio storico da usare ogni volta come punto di partenza per gli studi successivi; 272

273 Realizzazione di un protocollo standard per la taratura e l utilizzo dei modelli matematici sulle varie realtà locali, a seconda degli obbiettivi e dell ampiezza dei tratti di studio. 273

274 III.2.10 Il Piano d azione di Agenda Locale 21 L Agenda 21 Locale della Provincia di Livorno è nata coerentemente alle funzioni istituzionali dell Ente rispetto ai settori legati all ambiente, alla tutela del suolo, ai beni culturali, al turismo e alla pianificazione per lo sviluppo, coinvolgendo i rispettivi settori dell amministrazione. L'Amministrazione Provinciale, dal Gennaio 2002, ha avviato il percorso per giungere alla definizione di una propria Agenda 21 locale. L' elemento qualificante e originale del percorso intrapreso è rappresentato dal fatto di aver dato vita ad un Sistema di Forum articolato in Forum provinciale e nei Forum locali (uno per SEL: Sistemi Economici Locali). Dal 1 rapporto sull Agenda 21 locale della provincia di Livorno risultano i seguenti progetti elaborati dal gruppo intersettoriale (ARPAT e Provincia) 13 : Piano Triennale di Promozione Turistica Progetto Qualità dell offerta turistico-ricettiva Progetto Costa di Toscana per il Settore 7 Tutela ambientale: Aggiornamento del Sistema Informativo degli scarichi idrici, energia ed implementazione catasto fognature della Provincia di Livorno Piano di Gestione dei rifiuti urbani e speciali e assimilati della Provincia di Livorno "A21 L.I.V.E." : Indirizzi per la valutazione ex ante del Piano d azione provinciale di Agenda21. E un progetto finalizzato alla formazione del Piano d azione, per la definizione di un documento programmatico che indirizzi le scelte di governo garantendo la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione dei cittadini. Per la sua originalità ci soffermiamo a riportare gli elementi essenziali del progetto di A21 L.I.V.E., finalizzato alle definizione di una metodologia di valutazione ex-ente del Piano d Azione Provinciale (PAL), inteso quale documento programmatico che indirizzi le scelte di governo garantendo la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione dei cittadini. Gli obiettivi del progetto sono stati: Introdurre, in via sperimentale, una metodologia ex ante per una valutazione integrata del PAL Considerare simultaneamente gli aspetti della sostenibilità dello sviluppo (ambiente, economia e società) Costruire uno strumento utile per incidere effettivamente sulla qualità della pianificazione Costruire un supporto al processo decisionale Attuare concretamente il principio di integrazione tra le politiche di settore e di orientamento verso l integrazione multisettoriale La valutazione ex ante del piano di Azione di A21L presuppone la conoscenza di due fattori fondamentali quali: Le criticità ambientali presenti all interno del territorio provinciale. Gli obiettivi di sostenibilità. Il Processo di valutazione ex ante si è sviluppato analizzando i seguenti aspetti: 1. Coerenza tra obiettivi del PRAA e obiettivi del PAL (coerenza esterna). 2. Coerenza tra le prescrizioni per l uso delle ricorse essenziali del territorio (art.19 della bozza di aggiornamento del PTC) e gli obiettivi del PAL. 3. Coerenza tra le prescrizioni per l uso delle ricorse essenziali del territorio (art.19 della bozza di aggiornamento del PTC) e le singole azioni/progetti. 4. Valutazione delle singole azioni/progetti. 5. Coerenza tra azioni ed obiettivi del PAL (coerenza interna) 13 Le informazioni sui progetti sono inserite nel 1 rapporto sull Agenda 21 locale della provincia di Livorno, sul sito 274

275 6. Lo schema delle interrelazioni tra questi aspetti e la procedura di valutazione è rappresentata nella seguente figura. 275

276 Schema metodologico della valutazione ex ante del Piano d Azione Locale Selezione delle azioni/ progetto Coerenza con le prescrizioni del PTC (art.19) Obiettivi generali di sostenibilità della Provincia di Livorno Coerenza con obiettivi delle zone di criticità amb.le Analisi SET indicatori PTC Indicatori di obiettivo Monitoraggio Selezione indicatori di progetto Altri indicatori Risultati attesi Coerenza delle azioni rispetto agli obiettivi Valutazione del progetto Monitoraggio Scala degli effetti ambientali Valutazione del PAL 276

277 Per quanto riguarda gli obiettivi generali del PAL si è fatto riferimento a: OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA DEL PAL RISORSA IDRICA GESTIONE DEI RIFIUTI QUALITà DELL'ARIA RIS.IDR.1: Conservazione qualitativa e quantitativa della risorsa RIF 1: Raggiungimento degli obiettivi di Piano ARIA.1: Diminuzione delle emissioni inquinanti RIS.IDR.2: Attività di educazione verso il risparmio idrico RIF 2: Aumento della raccolta differenziata RIS.IDR.3: Assicurare ai cittadini un servizio idrico integrato efficiente ed efficace RIF 3: Integrazione ed adeguamento tecnologico e funzionale degli impianti ARIA.2: Incentivare il monitoraggio, le previsioni e gli studi relativamente all inquinamento atmosferico TUTELA DEL PAESAGGIO DIFESA DEL SUOLO ENERGIA PAE 1: Conservazione della natura e incremento delle aree verdi DIF 1: Messa in scurezza dei bacini e reticoli idraulici EN 1: Sviluppo dell utilizzo delle fonti rinnovabili PAE 2: Attività di educazione ed informazione DIF 2: Controllo dell erosione costiera PAE 3: Sviluppo degli interventi di protezione, mantenimento e miglioramento del paesaggio DIF 3: Pianificazione e gestione sostenibile del territorio EN 2: Incentivazione al risparmio energetico SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TURISMO MOBILITA E TRASPORTI MARE TUR 1: Comunicazione ed azioni promozionali TUR 2: Interventi di tipo logistico e strutturale per favorire la qualità dell offerta turistica MOB.1: Adeguamento e messa in sicurezza delle infrastrutture di trasporto MAR 1: Sviluppo di un osservatorio sulle risorse e la qualità dell ambiente marino FITOFARMACI TUR 3: Aumento del n di certificazioni ambientali MOB.2: Maggiore efficienza dei servizi pubblici di trasporto FIT 1: Approfondimento delle conoscenze sull uso dei fitofarmaci nelle pratiche agricole Per ogni progetto considerato, è stata predisposta una scheda progetto composta da due sezioni principali, la prima relativa alla descrizione delle caratteristiche (titolo- breve descrizione- soggetto promotore- localizzazione- stato di attuazione, tempi- costi- finanziamento) e una seconda di valutazione, contenente la: relazione tra progetto ed obiettivi del PAL 277

278 gli indicatori di riferimento la valutazione del progetto rispetto agli obiettivi del PAL la valutazione di coerenza del progetto rispetto alle prescrizioni per l'uso delle risorse essenziali considerate dal PTC In questa maniera è possibile valutare, attraverso un set di indicatori che saranno utilizzati anche per il monitoraggio in itinere, l'incidenza del singolo progetto sulle componenti ambientali sociali ed economiche che saranno interessate (con effetti positivi o negati) dal progetto stesso. Tra le attività svolte recentemente, citiamo il progetto A21 CONT.A La contabilità ambientale come strumento di miglioramento delle performance ambientali dell Amministrazione Provinciale di Livorno, che si colloca nell ambito del bando per il cofinanziamento di programmi di attivazione e di attuazione di Agende 21 Locali nella Regione Toscana. A21 CONT.A, elaborato nell anno 2005, è la prima sperimentazione di Bilancio Ambientale nella Provincia di Livorno le cui linee guida si possono trovare nella Legge Giovannelli, Legge quadro in materia di contabilità ambientale dello Stato delle Regioni e degli Enti Locali, del Il progetto ha richiesto l analisi del bilancio economico e la verifica degli impatti ambientali connessi alle scelte dell Amministrazione. La contabilità ambientale è uno strumento di orientamento e controllo che, da una parte mette a disposizione informazioni estremamente utili per la distribuzione delle risorse finanziarie da destinare alle politiche ambientali, dall altra, permette di verificare l efficacia delle strategie attuate. Il principale punto di forza di un sistema di rendicontazione ambientale di un Ente è la possibilità di rendere partecipi delle politiche intraprese, tramite l informazione, tutti gli stakeholders, garantendo così la trasparenza del processo. Per spiegare brevemente cos è un bilancio ambientale di una pubblica amministrazione, facciamo riferimento al processo costruttivo che parte dall analisi dei documenti politici di governo; tra questi il Piano Esecutivo di Gestione (PEG) e il Progetto di Relazione Previsionale e Programmatica (RPP). Sono sta quindi ideate delle Schede Progetto nelle quali sono riassunti i contenuti essenziali del progetto stesso, le motivazioni delle scelte, gli obiettivi da perseguire e i risultati attesi. Sulla base di tali dati sono stati elaborati quindi due piani: il primo, il Piano dei Conti Fisici, per il quale si individuano indicatori fisici di facile reperibilità che permettano al contempo di costruire un trend storico del fenomeno da monitorare. Il secondo, il Piano dei Conti Monetari, con il quale si individuano e contabilizzano le spese ambientali. L unione di questi due elementi ha consentito di redarre il documento conclusivo, il Bilancio Ambientale. Dai dati così elaborato è stato possibile ad esempio evincere che su un totale di , la spesa ambientale di maggior rilevanza della Provincia di Livorno è legata al settore rifiuti, in particolare al revamping dell impianto di trattamento dell Isola d Elba. Seguono le spese per trasporti e viabilità e per le attività produttive, tra cui agricoltura e turismo. Le spese ambientali per la risorsa idrica, il territorio ed uso del suolo, energia, rumore ed elettromagnetismo oscillano circa tra il 3 e il 6,5%. In questo contesto sono stati definiti importanti obiettivi che danno contenuto alle politiche ambientali con particolare riferimento alla gestione delle risorse idriche, delle aree protette, dei rifiuti dell energia e dell aria, le cui spese ambientali oscillano tra il 3 e il 6,5 %. 278

279 III Inquinamento luminoso ed elettromagnetico Il PTC per la prima volta prende in considerazione la problematica dell inquinamento luminoso (artt. 65 e 66) L'inquinamento luminoso è una generale luminescenza del cielo causata dalla dispersione di luce artificiale nell atmosfera o più precisamente la sommatoria di tutti gli effetti sfavorevoli dovuti alla luce artificiale; anche, una sorta di disturbo della percezione visiva dovuto alla dispersione di parte del flusso luminoso, emesso da una sorgente artificiale. L' inquinamento luminoso è essenzialmente dovuto ad un eccessiva e/o inadeguata illuminazione notturna delle aree ad alta densità di popolazione,può anche dipendere: dall uso di lampade con caratteristiche fotometriche inadeguate; dal flusso luminoso riflesso dalla superficie della strade verso la volta celeste; dai segnali luminosi intrusivi; dal non corretto controllo e manutenzione dei sistemi di illuminazione. L inquinamento luminoso ha molteplici effetti negativi sulla salute dell uomo (disturbi del sonno, irritabilità, alterazione dei cicli circadiani,sicurezza stradale), sull ambiente (alterazione della fotosintesi clorofilliana, comportamento animale e vegetale, depauperamento delle risorse energetiche) e sugli aspetti culturali e scientifici. Necessitano alcune regole di protezione come le fascie di rispetto di 10 Km di raggio degli osservatori astronomici di Livorno e Piombino. Gli indirizzi di carattere generale secondo le linee guida regionali sono i seguenti a) riduzione dei consumi energetici, nonché l innalzamento dei livelli di razionalizzazione di efficienza energetica degli impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati; b) riduzione dell inquinamento luminoso sul territorio provinciale e conseguentemente alla salvaguardia degli equilibri ecologici sia all interno che all esterno dei parchi e delle aree naturali protette; c) protezione delle stazioni astronomiche, in quanto patrimonio regionale, per tutelarne le attività di ricerca scientifica e divulgativa; d) valorizzazione, fatti salvi il diritto all energia ed all illuminazione, delle zone buie, cioè delle aree del territorio che mostrano attualmente bassi livelli di inquinamento luminoso, esaltandone il valore culturale, ambientale ed economico in rapporto anche al turismo di qualità. L art. 68 del PTC prevede che La Provincia, di concerto con i Comuni, coordina l attività di individuazione dei limiti di esposizione derivanti dagli indicatori di qualità stabiliti dalle norme regolamentari applicabili agli impianti di emissione di campi elettromagnetici per ridurne l'esposizione umana. 279

280 III.2.12 Ecosistemi della flora e della fauna Il PTC (art.76) assume come obiettivo prioritario la tutela dell integrità degli ecosistemi, della flora e della fauna. A tal fine recepisce la perimetrazione delle aree protette individuate nella cartografia di PIano proponendo di integrare le stesse con le aree marine del santuario dei cetacei già classificate come aree marine protette dal decreto istitutivo del Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano, o classificate come aree di reperimento dalla legge 394/1992, le aree marine prospicienti quelle individuate come SIR, per una profondità di 1,5 miglia dalla linea di costa. Concorrono a costituire gli ecosistemi della flora e della fauna, di rilevanza provinciale: a) il mare; b) il sistema delle aree protette come individuate nel Piano Provinciale di cui all art 15 della L.R.49/95 c) i siti d importanza regionale approvati con delibera C.R. 06/2004; d) le aree dunali le aree individuate come sottosistema della fascia dunale nel sistema del mare e perimetrate nell Elaborato cartografico del PTC e) le aree boscate individuate ai sensi della LR. 39/2000, così come modificata dalla LR 1/2003, e perimetrate nell Elaborato cartografico sulla copertura vegetale. f) le formazioni lineari arboree ed arbustive, planiziali e di collina di larghezza inferiore a 20 metri e di lunghezza superiore a 50; g) gli alberi monumentali iscritti negli elenchi regionali. h) le oasi faunistiche, le zone di rispetto venatorio, le zone di ripopolamento e cattura, come delimitate nel piano faunistico venatorio provinciale vigente; i) la rete degli spazi aperti (radure, pascoli e collegamenti di crinale); j) le fasce riparali e le aree di pertinenza dei corsi d acqua e dei bacini, i corpi idrici naturali ed artificiali e le aree umide; k) le aree agricole, in particolare ad agricoltura estensiva l) il sistema dei muretti a secco; m) le rotte migratorie; n) il verde urbano, o) le aree individuate ai sensi dell articolo 41 del D. Lgs 152/99 Il successivo art. 77 individua gli indirizzi e i vincoli di tutela. I boschi sono individuati in apposito Elaborato cartografico sulla copertura vegetale per i quali valgono le disposizioni della LR. 39/2000, come modificata dalla LR 1/2003, e dello specifico regolamento. Parimenti vengono salvaguardati, ancorchè non identificati in appositi elaborati, gli arbusteti e le siepi devono garantire un alto livello di diversità floristica e faunistica e la permeabilità del sistema a livello di specie e di habitat, nonché una loro diffusione tra aree boscate ed aree aperte. Le radure, le garighe e le praterie naturali o seminaturali, devono mantenere la caratteristica degli spazi aperti. La presenza di vegetazione acquatica e ripariale tipica dei sistemi fluviali deve garantire l efficienza di scorrimento delle acque del corso fluviale e nelle zone umide non costituire impedimento alla naturale fomazione di specchi acquei. Le aree boscate individuate nel PTC sono implementate dai Comuni con la verifica degli usi del suolo annessa ai quadri conoscitivi dei propri strumenti urbanistici. Il PTC assume la verifica di dettaglio effettuata dai Comuni come implementazione del proprio quadro conoscitivo. Per favorire attività agricole di qualità in ambiti determinati, possono essere predisposti specifici piani delle funzioni con la previsione di recupero alle attività agricole di aree abbandonate al ciclo naturale e, quindi, classificabili come boschi di ritorno, previa dimostrazione della qualità 280

281 agropedologica dei suoli, della preesistenza di sistemazioni agrarie, della compensazione con nuovi impianti boschivi anche in sistemi territoriali diversi. In associazione alle pratiche di intervento per il miglioramento paesaggistico dei sistemi insediativi e delle campagne, il PTC promuove il principio essenziale di piantare alberi secondo quantità e qualità paesaggisticamente rilevanti e significative, definite attraverso idonei progetti e programmi di attuazione degli stessi, secondo una mirata pianificazione di coordinamento delle entità spaziali, temporali ed economiche dei singoli interventi. La predisposizione di un progetto e programma strategico di equipaggiamento vegetale del paesaggio su base provinciale, con appropriati collegamenti alla programmazione economica può costituire uno strumento di coordinamento delle diverse azioni che gli enti effettuano sul territorio per le loro specifiche competenze (strade, fiumi, impianti tecnologici, opere idrauliche, attrezzature generali, eccetera) con potenziali ricadute di grande rilievo sulla qualità delle opere e di quella paesaggistica del territorio provinciale. Si indicano obiettivi specifici - protezione, integrazione e potenziamento dei sistemi vegetati di margine per la funzione ecologica e paesaggistica di protezione lungo le infrastrutture, per il mantenimento della partizione della tessitura agraria storica e per la garanzia di una capillare rete connettiva per lo spostamento della fauna selvatica; - protezione, conservazione e incremento qualitativo e quantitativo delle formazioni vegetali ripariali, anche con opere di forestazione naturalistica che possono concorrere alla realizzazione di fasce tampone per la protezione delle acque superficiali dagli agenti inquinanti rilasciati dalle colture agrarie e dalle aree produttive limitrofe ai corsi d acqua; - in considerazione del valore ecologico di prati pascolo, erbari ed incolti, si auspicano interventi programmati di sfalci, potature e lavorazione dei terreni per limitare l interferenza con le stagioni riproduttive ed avviare ad una conduzione rispettosa dei cicli biologici, per il mantenimento di un alto grado di biodiversità e di qualità paesaggistico-ambientale. La Provincia approverà un apposito regolamento i seguenti criteri per la gestione della vegetazione ripariale del reticolo idrografico minore. Vengono (art.78) individuati precisi obiettivi per la gestione della fauna selvatica. Il Piano Faunistico Venatorio provinciale è lo strumento attraverso il quale viene gestita la fauna selvatica quale risultato della concertazione delle diverse esigenze e composizione dei diversi interessi agricoli, ambientali, venatori. E assunto il principio di conservazione della fauna selvatica, quale elemento fondativo territoriale di qualità ambientale. Tutte le attività di allevamento e ripopolamento, di prelievo devono concorrere alla conservazione delle singole specie nel rispetto del necessario equilibrio tra le stesse. Vengono (art.79) individuati precisi obiettivi per la gestione della fauna ittica. E assunto il principio di conservazione della medesima come elemento fondativo territoriale. Tutte attività di allevamento e ripopolamento, di prelievo devono concorrere alla conservazione delle singole specie nel rispetto del necessario equilibrio tra le stesse sulla scorta di preventive operazioni di valutazione della consistenza delle diverse popolazioni di pesca. Al fine di favorire il ripopolamento delle acque marine e per limitare la pressione dei prelievi, è assunta come obiettivo prioritario del Piano l'individuazione di nuovi siti per la maricoltura, fermo restando che gli impianti di maricoltura devono consentire non solo la produzione di specie ittiche da immettere sul mercato, ma anche la produzione di unità di specie ittiche da reimmettere nell habitat marino. 281

282 Al fine di controllare popolazioni faunistiche emergenti che possono turbare l equilibrio ecologico del sistema ed, in particolare, agire negativamente su altre specie già in rarefazione, possono essere auorizzati prelievi selettivi e programmati di tali specie. In funzione della tutela della fauna ittica di acqua dolce sono assunti come riferimento per l elaborazione di politiche di governo della risorsa gli studi: monitoraggio delle acque interne per la salvaguardia della fauna ittica della Provincia di Livorno e Caratterizzazione della fauna macrobentonica della foce dello Scolmatore dell Arno. La fauna ittica è gestita mediante la concertazione delle diverse esigenze e la composizione dei diversi interessi. 282

283 III.2.13 Il paesaggio Le norme statutarie del PTC recano l identificazione patrimoniale delle caratteristiche di rilevanza del paesaggio secondo i tre punti di vista adottati a livello di pianificazione territoriale regionale (PIT) e recepiti dal PTC: valori naturalistici e ecosistemici valori storici e culturali valori estetici e percettivi. La Provincia, attraverso il PTC, promuove un criterio di lettura del territorio fondata sul paesaggio (art.87) : - promuove attraverso l esplicitazione della concezione del paesaggio la definizione di politiche di governo del territorio efficaci nel conferire di fatto al paesaggio il valore di componente complessa imprescindibile del bilancio della qualità della vita delle popolazioni, a cui il governo territoriale della Provincia intende riferirsi attraverso una impostazione processuale del Piano e una sua definizione partecipata e condivisa. - promuove il riconoscimento della sostenibilità delle trasformazioni del paesaggio rispetto ai suoi caratteri e alle sue dinamiche strutturali e funzionali come chiave essenziale di interpretazione di un rinnovato concetto condiviso della sostenibilità del governo del territorio della Provincia di Livorno. Tale principio base del Piano risulta assumere particolare significato strategico in relazione all elevato e diffuso potenziale turistico-ricreativo del paesaggio della costa e dell entroterra continentali e dell arcipelago, la cui valorizzazione dipende sostanzialmente dalla salvaguardia e dalla produzione di qualità. - disciplina le disposizioni generali essenziali per la definizione e l attuazione coordinata di efficaci politiche di salvaguardia del paesaggio, coerenti con quelle sovraordinate di tutela dei beni paesaggistici e delle realtà ad essi giuridicamente equiparate dal piano paesaggistico regionale (PIT). Le disposizioni generali di salvaguardia sono principalmente volte a integrare (sensu Convenzione Europea del Paesaggio) il paesaggio nelle politiche territoriali piuttosto che astrarlo come risorsa a sé stante. - pone il paesaggio al centro del progetto di governo del territorio. Secondo la Concezione del paesaggio, esso costituisce una essenziale matrice di progettazione della sostenibilità delle azioni di conservazione e di trasformazione prodotte o promosse dalle politiche territoriali. Lo Statuto del territorio reca pertanto le regole di salvaguardia del patrimonio territoriale in relazione ai valori paesaggistici e alle invarianti strutturali e funzionali, nell ambito delle quali i disegni strategici di valorizzazione del paesaggio possono delineare scenari sostenibili. Qui di seguito vengono riportati gli indirizzi dei PTC attraverso schede sintetiche e rappresentazioni cartografiche. 283

284 a. Valori naturalistici e ecosistemici Elementi costitutivi naturali Siti di Interesse Regionale. Ambiti con significativi caratteri di naturalità e biopermeabilità - corsi d acqua - corpi d acqua - zone umide - dune e spiagge - boschi - macchie e arbusteti - pinete litoranee - boscaglia termofila con ginepro - vegetazione di ripa - prati pascolo - affioramenti rocciosi - Emergenze di interesse geomorfologico e floro-faunistico - biotopi e aree cuscinetto - affioramenti rocciosi Sorgenti Elementi costitutivi antropici Ambiti del territorio rurale con ruolo di connessione ecologica - aree del mosaico agrario con caratteri di biopermeabilità - ambiti rurali a bassa frammentazione della matrice di biopermeabilità Ambiti rurali connotati dalla complessità del mosaico agrario Elementi arborei di valore storico-culturale - strade alberate - parchi e giardini Insediamenti e infrastrutture Varchi non edificati tra gli insediamenti con funzioni di connessioni tra sistemi di aree protette 284

285 285

286 b. Valori storici e culturali Elementi costitutivi naturali Ambiti con presenza di flora e fauna di interesse didattico e scientifico Elementi costitutivi antropici Ambiti del territorio rurale di valore storico-culturale - ambiti rurali connotati dalla presenza di coltivazioni e sistemazioni agrarie tradizionali della collina - - ambiti rurali connotati dalla struttura agraria riconducibile agli interventi di bonifica con presenza di reticoli idraulici Zone archeologiche Elementi arborei di valore storico-culturale - alberi monumentali - strade alberate - parchi e giardini - pinete litoranee - boschi a dominanza di castagni - boschi a dominanza di sughere - boschi a dominanza di cerro - boschi di valore storico - oliveti 286

287 287

288 c. Valori estetici e percettivi Elementi costitutivi naturali - corsi d acqua Ambiti con significativi caratteri di naturalità - dune e spiagge - zone umide Copertura vegetazionale di rilevanza estetico percettiva - boschi di alto fusto e loro margini - pinete litoranee e loro margini - Vegetazione di ripa Elementi geo-morfologici di rilevanza estetico percettiva - affioramenti rocciosi - Cime e crinali Elementi costitutivi antropici Paesaggi agrari storici di rilevanza estetico-percettiva - ambiti rurali connotati dalla presenza di coltivazioni e sistemazioni agrarie tradizionali della collina, - ambiti rurali connotati dalla struttura agraria riconducibile agli interventi di bonifica con presenza di reticoli idraulici Aree della vegetazione erbacea coltivata e spontanea delle argille Filari alberati di rilevanza provinciale - strade alberate - filari minori Insediamenti e infrastrutture Viabilità panoramica - Tracciati viari con valenza paesaggistica-panoramica - Tratti di viabilità di interesse paesaggistico di ampio raggio percettivo - Aperture visuali verso il mare - Aperture visuali verso i rilievi - Aperture visuali verso il paesaggio agrario 288

289 289

290 III Indicatori In conclusione al Rapporto sullo Stato dell ambiente 2008 della provincia di Livorno vengono proposti degli indicatori che già erano stati considerato nel 2 rapporto del E così possibile proporre dei commenti e dei confronti immediati, a verifica dei risultati conseguiti dalle politiche, grazie alle azioni delle istituzioni, all applicazione delle normative ambientali e della maggiore sensibilizzazione delle attività produttive del territorio. Alcune conseguenze (positive da un punto di vista ambientale) sono direttamente collegate ad una costante dismissione dell industria e della produzione di energia elettrico del territorio (aspetto che può valutarsi negativamente da un punta di vista economico). Per valutare qualitativamente il trend, che si precisa è stato fatto prendendo in considerazione solamente l aspetto ambientale, si sono utilizzate le tradizionali faccine, tenendo presente che si è considerata una situazione stabile qualora il valore dell indicatore sia oscillato in un intervello del ± 10%. Vengono proposte sei sezioni di indicatori, e precisamente: Generali provinciali (n. 25), Mobilità e trasporti ( n. 13), Industria (n. 14), agricoltura (n.2), terziario/civile (n. 12), altri indicatori (n.2). Gli indicatori generali attengono dati territoriali (I.1 e I.2), demografici (I.3), sui consumi elettrici ed energetici ( I.4 e I.5), l uso di conbustibili (da I-6 a I.8), le emissioni in atmosfera (da I.9 a I.18), la risorsa idrica (da I.19 a I.21), la gestione dei rifiuti (da I.22 a I.24), la classificazione acustica (I.25). Il set di indicatori nel complesso interessa tutte le principali componenti ambientali, anche se non tutti gli aspetti ambientali sono rappresentabili. Dall esame degli indicatori, possono in estrema sintesi dedursi le seguenti considerazioni: La popolazione provinciale ha registrato un leggero incremento, connesso principalmente ai fenomeni immigratori. I consumi elettrici, per cittadino residente, sono in aumento, mentre sono stazionari (ma in diminuzione) i consumi energetici complessivi; su questo aspetto, come su altri, ha incidenza da deindustrializzazione della provincia. Per quanto riguarda l uso dei combustibili, a fronte di una significativa riduzione dei prodotti petroliferi (legata ad una notevole riduzione del ricorso alle centrali termoelettriche) si assiste ad un maggior ricorso ai combustibili solidi e soprattutto al gas metano. Ne consegue coerentemente un quadro emissivo in atmosfera che vede una drastica riduzione di SO x e NO x e PM 10, anche se il contributo di CO rimane pressocché inalterato. Il consumo idropotabile è aumentato in valori assoluti e in termini pro-capite, mentre è migliorata la perdita negli acquedotti. La produzione di rifiuti urbani è notevolmente incrementata, a fronte di significativi risultati nella raccolta differenziata; la nostra provincia risente pesantemente delle presenze turistiche. I dati della produzione di rifiuti speciali (quasi raddoppiato) riteniamo risenta di una diversa classificazione e/o modalità di rilevamento, degli stessi nei due periodi di riferimento. Si riscontra lo sviluppo dei piani di classificazione acustica, la cui applicazione dovrebbe portare a benefici a medio termine sulla qualità del clima acustico. Nel complesso si può esprimere un giudizio positivo sulla qualità dell aria, in relazione alle riduzioni di emissioni, negativo per la produzione dei rifiuti, abbastanza stabile per l uso delle risorse idriche. 290

291 Sezione I Indicatori Generali provinciali 2 Rapporto 3 Rapporto Trend N Indicatore Un. Misura Anno Valore Anno Valore I.1 Superficie provinciale Km , ,5 I.2 Superfici aree protette Km ,4 I.3 Popolazione provinciale n I.4 Consumo elettrico GWh/anno totale I.4 Consumo elettrico procapite kwh/anno , ,1 I.5 Consumi energetici tep Primari I.6 Combustibili solidi tep I.7 Prodotti petroliferi tep I.8 Consumi gas tep I.9 Emissioni totali CO t/anno I.10 Emissione pro-capite kg/anno , ,6 CO I.11 Emissioni totali COV t/anno I.12 Emissione pro-capite kg/anno , ,4 COV I.13 Emissioni totali NO x t/anno I.14 Emissione pro-capite kg/anno , ,3 NO x I.15 Emissioni totali PM 10 t/anno I.16 Emissione pro-capite kg/anno , ,4 PM 10 I.16 Emissioni totali SO x t/anno I.18 Emissione pro-capite kg/anno , ,3 SO x I.19 Volume idropotabile mc/anno distribuito I.20 Consumo idropotabile mc/anno , ,5 pro-capite ATO 5 I.21 Perdite degli acquedotti idropotabile ATO 5 % I.22 Produzione RU procapire Kg/anno , I.23 % raccolta differenziata % I.24 Produzione rifiuti t/anno speciali I.25 Piani comunali di n classificazioni acustica 291

292 Per commentare gli indicatori sulla mobilità e sui trasporto, si rileva che continua l incremento dei veicoli circolanti e quindi la mobilità con mezzi privati che incidono sugli aspetti delle emissioni in atmosfera. Per la verità il miglioramento della qualità dei combustibili ha fatto registrare miglioramenti, anche significativi (ad esempio per le PM 10 ) su alcuni inquinanti. I dati della emissione del CO riteniamo risenta di una diversa valutazione e/o modalità di rilevamento, degli stessi nei due periodi di riferimento. Sezione II Indicatori Mobilità e Trasporti 2 Rapporto 3 Rapporto Trend N Indicatore Un. Misura Anno Valore Anno Valore II.1 Veicoli totali circolanti n II.2 Autovetture circolanti n II.3 Autovetture/ Km 2 n/ Km II.4 Consumi energetici tep II.5 Consumi benzina tep II.6 Consumi gasolio tep II.7 Consumi metano tep II.8 Consumi GPL tep n.d.? II.9 Emissioni totali SO x t/anno II.10 Emissioni totali NO x t/anno II.11 Emissioni totali COV t/anno II.12 Emissioni totali CO t/anno ? II.13 Emissioni totali PM 10 t/anno Molti indicatori ambientali relativi all industria risentono di una profonda ristrutturazione del settore. Gli indicatori fanno riferimento principalmente all aspetto energetico ed emissivo in aria. Poco viene rilevato o elaborato in maniera sistematica e comparabile, circa i prelievi ed i controlli idrici o la produzione dei rifiuti. Sezione III Indicatori Industria 2 Rapporto 3 Rapporto Trend N Indicatore Un. Misura Anno Valore Anno Valore III.1 Consumi elettrici GWh/anno , III.2 Consumi energetici tep III.3 Consumi comb. solidi tep III.4 Prodotti petroliferi tep III.5 Consumi gas tep III.6 Comb. Solidi prod tep n.d termoelettrica III.7 Prodotti petroliferi prod tep termoelettrica III.8 Consumi gas prod termoelettrica tep III.9 Emissioni totali SO x t/anno III.10 Emissioni totali NO x t/anno III.11 Emissioni totali COV t/anno III.12 Emissioni totali CO t/anno III.13 Emissioni totali PM 10 t/anno III.14 Emissioni SO x prod t/anno termoelettrica 292

293 I dati energetici collegati all agricoltura rileviamo un decremento dei fabbisogni, a fronte di un incremento dei consumi elettrici. Anche in questo caso il set di indicatori è inadeguato, in quanto dai dati disponibili non è possibile elaborare indicatori che possano evidenziare l impatto di questo settore produttivo sull ambiente. Sezione IV Indicatori Agricoltura 2 Rapporto 3 Rapporto Trend N Indicatore Un. Misura Anno Valore Anno Valore IV.1 Consumi energetici tep IV.2 Consumi elettricità tep , ,7 Il settore turistico presenta nel complesso una situazione paragonabile al 2001, con uno spostamento delle presenze dagli alberghi alle strutture extra-alberghiere (seconde case, residence, villaggi, campeggi). Notevole è comunque l incremento sui consumi di elettricità, mentre si registrano i primi risultati dell introduzione della produzione da fonti rinnovabili. Sezione V Indicatori Terziario 2 Rapporto 3 Rapporto Trend N Indicatore Un. Misura Anno Valore Anno Valore V.1 Consumi elettricità GWh/anno , ,1 V.2 Presenze turistiche n/anno V.3 gg. di permanenza giorni , ,3 turistica V.4 Presenze , ,8 turistiche/residenti V.5 Presenze turistiche/superficie n/ Km , ,8 V.6 Presenze turistiche n./anno alberghiere V.7 Presenze turistiche extra-albergiere n./anno V.7 Consumi elettrici GWh/anno , ,1 domestico V.9 Consumi energetici tep settore civile V10 Prodotti petroliferi tep settore civile V.11 Consumi gas settore tep civile V.12 Consumi fonti tep rinnovabili settore civile Tra gli altri indicatori abbiamo voluto introdurre il numero di certificazioni ambientali, che sono un evidente segnale di attenzione del territorio all ambiente. I valori sono sicuramente interessanti, e ciò fa auspicare che il contributo dei soggetti volontariamente coinvolti possa dare frutti significativi nel prossimo futuro. 293

294 Sezione VI Altri Indicatori 2 Rapporto 3 Rapporto Trend N Indicatore Un. Misura Anno Valore Anno Valore VI.1 Certificazioni ambientali ISO n VI.2 Registrazioni EMAS n

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