Studiare i media interculturali
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- Ottavio Perrone
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1 Studiare i media interculturali Obiettivo perseguito introdurre nel dibattito corrente una definizione operativa che possa essere valida per lo studio dei media interculturali. Cos è una definizione operativa? A monte della ricerca empirica, il primo passo che il ricercatore deve compiere è quello di operare una sintesi del sapere nomologico pre-esistente, distinguendo, così, i diversi e possibili oggetti di studio presenti nella realtà dei media e nei processi comunicativi osservabili. A cosa serve? Ad orientare la ricerca, favorendo così la scomposizione in dimensioni dell oggetto di studio (variabili teoricamente orientate).
2 Definizione operativa di medium interculturale: I media interculturali rappresentano, non già il recinto dell omogeneità (di massa) o dell unicità (di nicchia culturale), quanto piuttosto un ambiente comunicativo di frontiera entro il quale è contenuta una capacità di iniziativa, di riconoscimento, ovvero di negoziazione tra differenti punti di vista appartenenti ad una medesima sfera pubblica.
3 Perché questa definizione? Durante l indagine condotta sul panorama delle rappresentazioni sociali del fenomeno immigrazione, è emerso un quesito rilevante: esistono delle rappresentazioni che superano la dicotomia insiders outsiders (Elias, Scotson 1994), ovvero quali media non possono essere definiti interculturali?
4 Media autoctoni Principali dimensioni: 1. si tratta di realtà fortemente istituzionalizzate indagabili attraverso la classica nozione di «industria culturale» [Horkheimer, Adorno 1944]. 2. centralità della nozione di «quasi-interazione mediata» (Thompson 1998) (trasmissione unidirezionale del contenuto/rappresentazione i soggetti individuali e collettivi non sono direttamente protagonisti del processo comunicativo (media di massa).
5 Quali contenuti emergono dalle ricerche prodotte sui media autoctoni? 1. stereotipizzazione negativa (a mezzo cronaca). 2. documentazione del fenomeno (prevalentemente di tipo economico-demografico). 3. in misura molto lieve, stereotipizzazione autoctona positiva o «buonista». Quali effetti producono? Tali rappresentazioni, positive o negative, reiterano l interdipendenza di potere, ovvero la tradizionale ed a-relazionale dicotomia insiders outsiders (Elias, Scotson op. cit.).
6 Media etnicamente connotati (o multiculturali) Principali dimensioni: 1. Prodotti dalle comunità migranti insediate sul territorio. 2. Grande capacità nel fare interagire new-media e media tradizionali, ovvero «autocomunicazione» dei soggetti individuali e collettivi attraverso la produzione di apparati mediatici più o meno complessi (Castells 2009). 3. Non partecipazione alla sfera pubblica di accoglienza, ovvero spiccata autoreferenzialità, in primo luogo linguistica oppure riferita al tentativo di riprodurre valori tradizionali (nicchia culturale).
7 Quali contenuti emergono dalle ricerche prodotte sui media etnicamente connotati (o multiculturali)? 1. complessità di questi apparati mediatici in misura direttamente proporzionale al grado di integrazione economica e sociale di una comunità. 2. sincretismi perfetti tra Paese di origine e arrivo (network), come nel caso dei ponti transnazionali di comunicazione e informazione tipici dei diasporic media (Gieorgiou 2005). Quali effetti producono? A ben vedere, anche queste rappresentazioni prodotte dai soggetti migranti tendono a riprodurre l interdipendenza di potere, ovvero la tradizionale ed a-relazionale dicotomia insiders outsiders (Elias, Scotson op. cit.).
8 Nozione interculturale adottata: A differenza dell aggettivo multiculturale, al suffisso «inter» soggiace la consapevolezza che la «culturalità» e l identità non sono soltanto trasmesse e apprese nel tempo, come fossero dei dati ascritti (in quel caso, il mutamento culturale dipende dal processo di trasmissione di valori, norme e consuetudini): piuttosto, identità e «culturalità» sono anche e sempre più il frutto della creatività e della responsabilità dei soggetti individuali e collettivi nel determinare il contenuto simbolico delle proprie esperienze a partire dalle relazioni in cui sono coinvolti [Melucci 1991; Touraine 1998].
9 Effetti sulla ricerca della nozione adottata: La rappresentazione sociale prodotta dai media interculturali non può essere studiata alla stregua di una ipostatizzazione (trasmissione ricezione), bensì deve necessariamente essere indagata come una processualità tra attori in relazione.
10 Dopo aver classificato i media che non sono interculturali possiamo ritornare alla definizione operativa proposta: I media interculturali rappresentano, non già il recinto dell omogeneità (di massa) o dell unicità (di nicchia culturale), quanto piuttosto un ambiente comunicativo di frontiera entro il quale è contenuta una capacità di iniziativa, di riconoscimento, ovvero di negoziazione tra differenti punti di vista appartenenti ad una medesima sfera pubblica.
11 Quali dimensioni devono essere ricercate nel medium interculturale? Il tipo di tecnologia impiegata nel medium occorre recepire il presupposto di McLuhan (1967) secondo cui un medium tende sempre ad includerne altri. È il contenuto (o la quantità) di tecnologia che ad esso si associa che ne forgia le caratteristiche e ne estende le potenzialità. Il contenuto di significato prodotto e veicolato (dato empirico per eccellenza) la costruzione degli indicatori dovrà considerare come primaria l esigenza di evidenziare il germoglio di un capitale sociale innovativo e di una capacità di iniziativa collettiva [Melucci 1996]. Le tipologie di soggetti coinvolti, ad esempio: processualità in relazione tra soggetti autoctoni soggetti migranti, soggetti migranti soggetti migranti, soggetti istituzionali soggetti migranti.
12 Le tre dimensioni del medium interculturale: Tecnologia impiegata Contenuto simbolico Soggetti partecipi
13 Bibliografia utilizzata all interno della relazione: Agnoli M. S. [2004], Il disegno della ricerca sociale, Roma, Carocci. Appadurai A. [2001], Modernità in polvere, Roma, Meltemi [ed. orig. 1996]. Binotto M., Martino V. [2005], Fuoriluogo. L immigrazione e i media italiani, Cosenza, Pellegrini Editore. Casetti F. [1988], Tra me e Te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore nei programmi della neotelevisione, Roma, VPT/Eri. Castells M. [2009], Comunicazione e potere, Milano, Università Bocconi Editore. Ferrarotti F. [2000], Riflessioni sociologiche alla fine del secondo millennio, in Sociologia, n , pp Georgiou M. [2005], Diasporic media across Europe: multicultural societies and the universalism-particularism continuum, in Journal of ethnic and migration studies, n , pp Elias N., Scotson J. H. [1994], Strategie dell esclusione, Bologna, Il Mulino [ed. orig. 1965]. McLuhan, M. [1967], Gli strumenti del comunicare, Milano, Il Saggiatore [ed. orig. 1964]. Melucci A. [1991], Il gioco dell'io. Cambiamento di sé in una società globale, Milano, Feltrinelli. Melucci A. [1996], Challenging Codes: Collective Action in the Information Age, Cambridge, Cambridge University Press. Morcellini M. [2005], Fuori Luogo. Gli immigrati alle porte della cittadella mediale, in Problemi dell informazione, n , pp Sapienza [2010], Ricerca nazionale su immigrazione e asilo nei media, Roma, Rapporto di ricerca. Simmel G. [1908], Das problem der Soziologie, in Soziologie, Leipzig, Duncker & Humblot, pp Thompson J. B. [1998], Mezzi di comunicazione e modernità. Una teoria sociale dei media, Bologna, Il Mulino [ed. orig. 1995]. Tirocchi S. [1999], Soggettività e nuove tecnologie, in Dizionario della comunicazione, a cura di M. Morcellini, M. Sorice, Roma, Editori Riuniti, pp Touraine A. [1998], Libertà, uguaglianza, diversità, Milano, Il Saggiatore [ed. orig. 1997]. Van Dijk J. [2002], Sociologia dei nuovi media, Bologna, Il Mulino [ed. orig. 1999].
14 Grazie per l attenzione! andrea.villa@unifi.it
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