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1 Società di Storia Patria per la Puglia Rivista della Sezione di Lecce N Musei e Patrimoni Culturali nel Salento Analisi e prospettive (Atti del Seminario di Studio, Lecce ottobre 2011) EDIZIONI PANICO

2 Ha contribuito alla pubblicazione di questo numero della rivista ISSN EDIZIONI PANICO S.P. 362 km. 14, GALATINA (Lecce) Proprietà letteraria riservata. Printed in Italy

3 SOMMARIO Mario Spedicato, Presentazione pag. 7 Livio Ruggiero, Il Museo dell Ambiente: una storia lunga più di trent anni pag. 9 Rita Accogli, Fabio Ippolito, Silvano Marchiori, Orto Botanico di Lecce: ieri, oggi, domani pag. 19 Francesco Baratti, Il sistema ecomuseale del Salento pag. 25 Corrado Notario, Il Museo Diffuso di Cavallino pag. 33 Maria Clara Cavalieri, Il Museo Papirologico dell Università del Salento pag. 43 Grazia Maria Signore, Musei archeologici e identità culturale: l esperienza del MUSA pag. 51 Cristiano Alfonso, Rita Auriemma, Genuario Belmonte, Francesco Denitto, Anna Maria Miglietta, Marcello Emilio Posi, Biologia marina e archeologia subacquea. Per un idea di acquario a Nardò (Le) pag. 61 Antonio Monte, I costituendi musei dell alcol a San Cesario di Lecce e del patrimonio industriale di Terra d Otranto a Maglie pag. 71 Dino Levante, Il Museo della stampa e dell editoria salentina «Pietro Micheli»: un work in progress pag. 89 Anna Maria Miglietta, Educazione ambientale e ricerca museologica al Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan pag. 103 Salvatore Colazzo, Conservare il sapere immateriale pag. 113 Paolo Agostino Vetrugno, Il museo «bussola» dell identità di una comunità pag. 121 Eugenio Imbriani, Un museo etnografico a Giuggianello nel Salento pag. 129 Salvatore Luperto, Il Museo: memoria e coscienza storica pag. 139

4 VITA DELLA SOCIETà 1. Attività scientifico-editoriale pag Situazione finanziaria pag Riconoscimenti pag Segnalazioni editoriali pag Attività dei soci della Società di Storia Patria - Sezione di Lecce pag. 158 Bibliografia salentina 2011, a cura di Dino Levante pag. 159

5 Biologia marina e archeologia subacquea Per un idea di acquario a Nardò (Le) Cristiano Alfonso *, Rita Auriemma *, Genuario Belmonte #, Francesco Denitto #, Anna Maria Miglietta #, Marcello Emilio Posi # Premessa e basi del progetto Nell ambito del Programma Europeo di Cooperazione Territoriale Grecia-Italia 2007/ è stato di recente approvato un progetto 2 per la realizzazione di un acquario-museo interdisciplinare, in territorio comunale di Nardò (LE). Tale progetto vedrà la cooperazione di Università del Salento, Provincia di Lecce, e Comune di Nardò per la sua realizzazione, nel limite temporale di due anni. La proposta mira a valorizzare il patrimonio archeologico e naturalistico sommerso lungo le coste salentine in generale, e quelle neretine in particolare. L esperienza dei Dipartimenti Universitari coinvolti, in merito, costituisce garanzia della validità della proposta, dal momento che insieme il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali (DiSTeBA) e il Dipartimento di Beni Culturali (DiBC) già gestiscono 5 strutture dislocate sul territorio e destinate alla informazione e alla divulgazione. Si tratta (in ordine di fondazione) del Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan a Porto Cesareo, dell Orto Botanico a Lecce-Ecotekne, del Museo dell Ambiente a Monteroni-Ecotekne, del Museo Storico-Archeologico a Lecce, e dell Osservatorio OESEM al faro di punta Palascia a Otranto. Gli altri due partner italiani di progetto (Provincia di Lecce e Comune di Nardò) presentano credenziali altrettanto valide nel campo della Museologia, avendone realizzati e mantenuti diversi nell arco del più recente periodo storico. In particolare il Museo di Biologia Marina a Porto Cesareo è da qualche anno sede di studi e ricerche sul pubblico e sull ambiente sociale in cui opera (Muscogiuri e Belmonte, 2007; Miglietta et al., 2008; 2011; Denitto et al., 2011; Posi et al., 2011). Tali studi hanno consentito di allestire sale espositive con il supporto delle aspettative e delle preconoscenze del potenziale pubblico. L esperienza ormai pluriennale che il Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan ha maturato nei visitors studies è stata di grande supporto all organizzazione della proposta * DiBC Università del Salento, Lecce # DiSTeBA Università del Salento, Lecce 1 Programma INTERREG IV, Asse 3: Improving the quality of life, protection of the environment and enhancement of social and cultural cohesion, Obiettivo Specifico 3.1.: Promotion of cultural and natural heritage. 2 Nome del progetto: Interdisciplinary Aquaria for the Promotion of Environment and History; acronimo APrEH, coordinatore G. Belmonte Università del Salento; partners Provincia di Lecce, Comune di Nardò, Università di Patrasso, Municipalità di Cefalonia. 61

6 Biologia marina e archeologia subacquea. Per un idea di acquario a Nardò (Le) progettuale oggetto del presente contributo. Tra gli studi condotti sul pubblico del Museo di Biologia Marina a Porto Cesareo (circa visitatori l anno), l analisi del visitors book, dove i visitatori lasciano consigli e giudizi dopo la visita, ha rivelato che una parte dei visitatori faceva esplicitamente riferimento a qualcosa che riteneva assente nel museo. Tra le assenze più sentite si rinviene quella di animali vivi e/o di acquari in cui osservare le specie nel loro ambiente naturale (Miglietta et al., 2011). Un acquario, dunque, pare essere una esigenza del territorio, se si deve prestar orecchio a tali suggerimenti, e rientra tra le agenzie educative fondate sulla collezione, come anche i musei e gli zoo, che possono giocare un ruolo fondamentale nell educazione ambientale perché stimolano la curiosità del pubblico, forniscono occasioni di apprendimento e guidano una modificazione degli stili di vita, offrendo al pubblico una eccezionale opportunità di incontro con il mondo naturale, anche in contesti fortemente antropizzati, come quello urbano. Una struttura di questo tipo è sicuramente più impegnativa da un punto di vista tecnico ed economico rispetto ad un Museo in senso stretto (motivo, forse, dell assenza, ad oggi, in Puglia di una simile istituzione), e questo è uno dei motivi per i quali il progetto propone qualcosa di relativamente piccolo ma originale e fortemente rappresentativo della realtà territoriale, culturale e sociale in cui si vuole inserire. Background scientifico della proposta Dal momento che la proposta riguarda un allestimento interdisciplinare tra Biologia Marina e Archeologia, è bene precisare che anche dal punto di vista dei contenuti, la tradizione universitaria salentina, in entrambe i campi, è di tutto rilievo e ben giustifica una messa in luce di questi aspetti. I Biologi Marini del DiSTeBA dell Università del Salento, membri del network di eccellenza europeo MarBEF, hanno già realizzato, di utile al concepimento e all allestimento del museo-acquario, mappature estese di fondali costieri salentini, e un censimento dettagliato delle grotte sommerse lungo le coste rocciose della provincia di Lecce (per la costa di Nardò si consultino Onorato et al., 2006; Belmonte et al., 2011). Inoltre non si dimentichi che il Salento accoglie ben 2 Parchi Nazionali marini (le Aree Marine Protette Torre Guaceto e Porto Cesareo), ed uno di istituzione proposta (l AMP della costa Otranto-Leuca), a testimonianza della forte valenza naturalistica delle coste salentine. Dalla parte degli studi archeologici esistono altrettante basi a giustificare un investimento sulla loro promozione. Gli archeologi subacquei del DiBC dell Università del Salento svolgono da due decenni un intensa attività di ricerca, lanciata già nei primi anni 90 dall Unità Operativa Porti e approdi del Progetto Strategico CNR-Università di Lecce Nel 2004 è apparsa una prima pubblicazione sui modi e le forme del paesaggio costiero salentino, di cui era parte integrante la Carta Archeologica Subacquea del Salento Forma maris (Auriemma, 2004), il sistema informativo contenente i dati cartografici e documentari georeferenziati relativi ai relitti e ai rinvenimenti (fig. 1). Da allora il gruppo di lavoro 62

7 C. Alfonso, R. Auriemma, G. Belmonte, F. Denitto, A. M. Miglietta, M. E. Posi si è attivamente impegnato nell aggiornamento continuo del sistema ed ha raffinato l apparato catalogico, recependo le direttive dell Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione nel censimento dei beni culturali (Auriemma et al., 2011) e sviluppato l applicazione delle metodologie dei GIS in ambiti così peculiari quali quelli costieri e marittimi. A tutt oggi il lavoro rappresenta l unico sistema informativo del genere in ambito nazionale e comprende 80 relitti accertati, 34 ipotetici e 530 rinvenimenti isolati, decontestualizzati o aree di concentrazione/dispersione di materiali. Le nuove acquisizioni impongono un ulteriore riflessione sull archeologia del paesaggio costiero salentino, di cui i relitti sono parte integrante, sia dal punto di vista della restituzione di questi paesaggi d acqua nell antichità, sia nella ricomposizione della rete delle vie del mare, di rotte e circuiti preferenziali di cui rappresentano i ponderosi miliari. È prevista la prossima pubblicazione del volume integrativo Salentum a salo II, con tutte le nuove acquisizioni e soprattutto il WebGIS subacqueo, che trasformerà l attuale semplice sistema informativo in una sorta di Facebook geografico a disposizione, su più piani e livelli di accesso, della collettività, degli addetti ai lavori, degli enti di tutela e di controllo (Cossa et al., 2012). Godiamo quindi di una situazione privilegiata, se non unica, che motiva a 360 gradi la proposta APrEH: abbiamo a disposizione un ingente patrimonio sommerso, storico-archeologico e naturalistico, conosciuto ed in gran parte documentato; si tratta di un bacino di conoscenze e informazioni da cui il progetto potrà attingere per contestualizzare pienamente il museo nel paesaggio costiero e marittimo neretino e salentino. Il comune di Nardò Rimane da stabilire le ragioni di una scelta territoriale su una delle circa 100 località (tra comuni e frazioni) della Provincia di Lecce. Innanzitutto la città di Nardò ( abitanti 3 ), è il centro più popoloso e il comune più esteso territorialmente di tutta la Provincia, dopo il capoluogo Lecce, con questo offrendo garanzie di solidità economica e interesse culturale per una proposta del genere. Accoglie sul suo territorio importanti valori naturalistici, riconosciuti con la istituzione del Parco Regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano, e la condivisione di parte dell area marina costiera con l AMP Porto Cesareo, della quale ha già chiesto una estensione che includa ulteriori tratti di costa neretina. I fondali marini della costa neretina custodiscono relitti di ogni epoca (come in ogni parte del Salento) ma uno in particolare ha stimolato e ispirato il progetto APrEH: una nave oneraria del II secolo a.c. il cui abbondante carico di anfore è in parte stato trasferito in locali comunali, senza mai, però, riuscire a costituire una mostra permanente al pubblico. Il relitto giace nelle acque di S. Caterina, all altezza di Punta dell Aspide ed a 3 Bilancio demografico ISTAT, aggiornato al 31/12/

8 Biologia marina e archeologia subacquea. Per un idea di acquario a Nardò (Le) 22 m circa di profondità; trasportava anfore greco-italiche tarde, vinarie, e vasellame ceramico. Nel corso della campagna di scavo del 1984, condotta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, venne messa in luce la prua dello scafo e venne recuperata parte del carico (Auriemma, 2004). Una ricognizione Soprintendenza - Università del Salento ha verificato come, nonostante le asportazioni indebite, gran parte del giacimento sia ancora in posto, in attesa di un nuovo e articolato programma di indagini. Il mare antico di Nardò cela comunque altri relitti, come quello degli Scogli delle Tre Sorelle, in prossimità del porticciolo di S. Caterina, tra 11 e 14 m di profondità, dove, incastrati e concrezionati nelle fenditure della parete, si notano numerosi frammenti anforari. Si tratta sempre di anfore vinarie dell Italia meridionale o della Sicilia, ma prodotte tra il IV e la prima metà del III secolo a.c. In origine questo carico si presentava, stando a testimonianze autoptiche, come una massa di anfore ordinatamente sovrapposte, il cui saccheggio era sicuramente in atto già nel 1945; nelle vicinanze è stata rinvenuta anche un ancora. Ancora, sono stati recentemente segnalati resti di un carico di anfore adriatiche della fine del II I sec. a.c. (forma Lamboglia 2) ad un miglio dalla costa di Porto Selvaggio; non sono state rintracciate parti dello scafo. Nardò, in aggiunta, ha sempre manifestato il suo debole per la Biologia Marina, avendo assecondato la volontà del professore Pietro Parenzan di istituire una stazione scientifica per il mare a Porto Cesareo nel 1966 (nel 1976 la località neretina sarebbe diventata comune indipendente), e avendo accolto nel 1973 il quinto Congresso Nazionale di Biologia Marina, organizzato dalla costituenda Società Italiana di Biologia Marina 4. In quella circostanza fu redatto l atto ufficiale di costituzione della Società Italiana di Biologia Marina che, di conseguenza, è ufficialmente nata a Nardò. Con il distacco politico-amministrativo di Porto Cesareo, Nardò perdette anche la sua Stazione di Biologia Marina e provò immediatamente a sostituirla con un Acquario comunale, in località Santa Caterina, sul mare. I pesanti oneri economici di una tale struttura, però, non le hanno consentito di sopravvivere a lungo. Stessa sorte pareva toccare alla stazione di Biologia Marina di Porto Cesareo che, però, ebbe l intuizione di uscire dalla realtà locale e di inserirsi in un contesto più ampio con la confluenza nell Università che, da allora (1976) se ne occupa con successo. Analoghe considerazioni possono farsi per l agognato Museo del Mare di Nardò, a tutt oggi in attesa di sistemazione definitiva: qui dovevano essere esposti carico e scafo del relitto di S. Caterina, secondo gli intenti iniziali, a cui però non si è dato seguito nonostante lo stanziamento di una somma eccezionale per l epoca (primi anni 80) e la disponibilità dell Amministrazione comunale. Il relitto di S. Caterina rimane l occasione perduta dell archeologia subacquea italiana (Auriemma, 2000). Tutte queste vicende testimoniano senza ombra di dubbio la convinzione del 4 La SBM, operativa di fatto dal 1969, si è costituita ufficialmente con atto notarile, sempre a Nardò, nel 1974 (info dal sito SBM). 64

9 C. Alfonso, R. Auriemma, G. Belmonte, F. Denitto, A. M. Miglietta, M. E. Posi municipio neretino nella valorizzare il proprio mare e le sue ricchezze non economiche, ma piuttosto naturalistiche e storico-archeologiche. Il comune di Cefalonia (Kefallinia) In parallelo alla organizzazione del piano operativo per la realizzazione di un museo-acquario interdisciplinare a Nardò, come previsto dal programma (bilaterale Grecia-Italia), anche in Grecia il progetto APrEH prevede a Cefalonia la realizzazione di una struttura gemella di quella da realizzare a Nardò. I due musei-acquari avranno il compito di arricchire l offerta culturale di aree turisticamente marginali (rispetto ai grandi circuiti nazionali) per offrire una opportunità in più all economia del territorio. Questo sarà ottenuto con la valorizzazione congiunta degli aspetti naturalistici e archeologici dei fondali marini prospicienti alle due municipalità coinvolte. Anche a Cefalonia, ovviamente, i fondali sono ancora incontaminati da una pressione antropica eccessiva, e le testimonianze sommerse della storia Greco-Romana non mancano. I due musei-acquari, una volta realizzati, avranno la possibilità di crescere confrontandosi e risolvendo i problemi in modo congiunto. Si realizzerà con essi una sorta di museo diffuso sul territorio dello Ionio settentrionale, con l incoraggiamento del turismo a comprendere entrambe le mete nella propria offerta. L idea progettuale Acquari e musei del mare non sono una novità. Molti ne esistono e questa presenza diffusa in qualche modo preoccupa i progettisti se non altro dal punto di vista del confronto e della competizione sulle proposte. In realtà, gli acquari, per essere attrattivi e scientificamente accettabili, hanno bisogno di grandi volumi di acqua, con un conseguente enorme dispendio di energie e risorse per il loro mantenimento. Dall altra parte, i musei del mare sono sempre stati una rappresentazione del mondo del mare e della navigazione ma fuori del contesto acquatico delle storie che raccontano: navi e storie, ricostruite e raccontate, sono state offerte sempre senza l elemento cui sono legati: il mare. La necessità di realizzare una struttura obbligatoriamente limitata negli spazi per questioni economiche, ha fatto nascere l idea di abbandonare la proposta di un museo del mare tipico (tra l altro già progettato, ma mai aperto alla fruizione del pubblico) per puntare su una proposta scenografica e interdisciplinare che coinvolgesse più attori da una parte, e più interessi, dall altra. Il progetto APrEH, dunque vuole mostrare imbarcazioni (ricostruite o del tutto virtuali) nella loro attuale situazione di rapporto col mezzo acqueo, da relitti, in diretta e reale interazione. Riproduzioni dei relitti più famosi di questo tratto di costa verranno proposte immerse in un mezzo acqueo abitato da quegli organismi marini che ora ne sono spettatori e in molti casi i nuovi padroni. Questa proposta, che molto dovrà investire sulla scenografia e la strategia pubblicitaria per attirare il pubblico, dovrà 65

10 Biologia marina e archeologia subacquea. Per un idea di acquario a Nardò (Le) fare da esca per condurre il visitatore, secondo i più collaudati meccanismi di percorso logico-didattico, all approfondimento biologico-naturalistico e/o storicoarcheologico. Lo scopo dei progettisti è quello di insinuare la consapevolezza nel pubblico, che una grande prateria, una cozza-pinna colossale, o la tavolozza di colori prodotta da decine di spugne su una stessa parete di grotta sommersa, possano rappresentare bene culturale anch essi al fianco e al posto di un relitto greco-romano e delle sue anfore. Viceversa, il relitto divorato da secoli di vita marina, abitato fin nelle viscere da nuovi inquilini, smette di essere solo un resto storico (un bene culturale) e comincia ad essere considerato una nuova tipologia di substrato marino su cui si insedia una nuova o diversa tipologia di biocenosi. A dire il vero, negli ultimi decenni la Biologia Marina ha compiuto importanti passi sulla via della conoscenza, dedicandosi agli ambienti ristretti nelle dimensioni spaziali o anche temporali (di breve durata). Lo studio di piccoli appezzamenti di fondale marino in prossimità delle sorgenti idrotermali ha riservato sorprese semplicemente inimmaginabili a chi prima studiava il mare nelle sue grandi estensioni. Novità simili (nella composizione e nel grado di interesse) si sono rinvenute anche sulle carcasse di grandi cetacei (ciascun grande cetaceo inteso come substrato limitato nello spazio e nel tempo). Un mondo diverso, ma altrettanto caratteristicamente isolato, è quello che vive addosso a grandi animali come le Pinna nobilis. Tra gli ambienti ristretti, l Università del Salento ha con molto entusiasmo intrapreso lo studio delle grotte sommerse a causa della singolarità di ciascuna di esse, per la comprensione di un mondo pur grandemente frazionato in porzioni di piccola (apparentemente) importanza. Le grotte sommerse della provincia di Lecce sono state stimate (ad oggi) in circa 90 e più di 20 sono state segnalate nel tratto di costa tra porto Cesareo e Santa Maria di Nardò (Onorato et al., 2006; Belmonte et al., 2011). E quanto è stato trovato in alcune di esse è risultato unico al mondo. Se si considera che anche il numero di relitti sommersi antichi (però lungo l intera penisola salentina) si aggira da 80 a 114 unità, si realizza come potrebbe essere possibile trovare unicità biologiche associate al legno di tutto rilievo anche per l interesse prettamente biologico. Se, a questi relitti, si aggiungono gli altri (per parlare solo di quelli già noti) in ferro che raccontano storie ben più recenti, il numero praticamente raddoppia e le similitudini con l ambiente di grotta aumentano, dal momento che l interno di un relitto di metallo potrebbe essere una sorta di grotta sommersa con le stesse caratteristiche. Un museo-acquario di questo tipo, come deriva immediatamente da queste poche righe, potrebbe (e dovrebbe) diventare una sorta di laboratorio per lo studio di fenomeni ancora poco o per nulla conosciuti che riguardano i processi in ambiente acquatico marino: - Processo di decomposizione del legno in acqua marina (la cui comprensione potrebbe aiutare anche nel settore della protezione dei manufatti e/o del loro restauro) - Processo di colonizzazione del relitto da parte di organismi marini xilofili (attratti o preferenti il substrato di legno) - Processo di colonizzazione interna dei relitti in metallo, del vasellame in cera- 66

11 C. Alfonso, R. Auriemma, G. Belmonte, F. Denitto, A. M. Miglietta, M. E. Posi mica, e comparazione con le situazioni sciafile naturali (grotte sottomarine e cavità di ogni tipo), con studio del comportamento delle specie (pesci e molluschi) legate a tane o rifugi. - Allevamento e propagazione di specie rare, protette, o di grande appeal per il pubblico. - Sviluppo di tecniche e sostanze per soluzione di problemi tecnici (fouling) o di possibile uso farmacologico Se questa è la parte oscura, faticosa e necessariamente lenta negli sviluppi, che riguarda la ricerca e i ricercatori e non il pubblico (almeno nella sua fase istruttoria), il nuovo museo-acquario rappresenterà lo spunto per ricostruzioni storiche e racconti di naufragio che andranno a costituire la parte che più solleciterà la fantasia ed appagherà la curiosità del visitatore. Ciascun ambiente-vasca sarà corredato di cartelli focalizzatori di attenzione (non esplicativi perché poco funzionali nella collocazione) che suggeriranno la possibilità di approfondire argomenti di Biologia Marina, Archeologia Subacquea, Storia e vicende legate ai naufragi. Il visitatore potrà, pertanto, essere catturato da uno qualsiasi di tali suggerimenti (o da tutti) e avvertire la necessità di approfondire e soddisfare la propria curiosità. Relitto e imbarcazione saranno ricontestualizzati nell ambiente marino, animando una sequenza di istantanee per scorrere a ritroso le loro vicende. La formazione del giacimento: dinamiche e contesto Questo fuoco espositivo potrebbe valersi di realtà digitali e condurre il visitatore, attraverso sistemi di fruizione semi-immersiva/ologrammi, dal momento del naufragio di una nave e del suo impatto sul fondo al reciproco adattamento tra ambiente marino e relitto, in diversi macro-contesti: alto fondale, ambiente di spiaggia, fondale roccioso. La sequenza potrebbe richiamare uno o più relitti dei fondali ionici, come quelli romani tardo-repubblicani (II sec. a.c.) di S. Caterina di Nardò o di Torre Sinfonò, Alliste (Le), con resti di legno e carico di anfore, o relitti moderni. I vari fotogrammi potrebbero riguardare le dinamiche del naufragio, la decomposizione sul fondale o, parallelamente, la trasformazione di un relitto in ambiente di spiaggia (grazie all effetto trappola dei sedimenti), il concrezionamento, la contaminazione e sovrapposizione, il danneggiamento e la dispersione degli oggetti a causa di turbamenti antropici ed in minima misura anche faunistici. Il fotogramma finale potrebbe essere rappresentato anche dalla riproduzione del relitto così come giace oggi sul fondale, immerso nell acqua, circondato e colonizzato da organismi marini. Immagini dei fondali tra natura e storia Il percorso potrebbe offrire un ulteriore chance: riprese video o da telecamere a circuito chiuso di uno o più siti archeologici subacquei della costa neretina e salentina per consentire immersioni virtuali ai visitatori, e contemporaneamente la sorveglianza dei giacimenti dall esterno. 67

12 Biologia marina e archeologia subacquea. Per un idea di acquario a Nardò (Le) Promozione del territorio Il progetto di museo-acquario che si propone, pertanto, vuole essere occasione di stimolo del visitatore che troverà i mezzi e gli argomenti per approfondire gli argomenti proposti di qualsiasi tipo con la scenografia vivente delle vasche. La struttura, infatti, sarà dotata di sala internet - mediateca, biblioteca sala lettura, sala proiezione filmati, e sala conferenze che riceverà seminari e convegni legati ai temi proposti. La proposta informativa sul patrimonio biologico e archeo-storico sommerso nel tratto di mare antistante, sarà indubbia occasione di promozione dei beni ambientali e culturali del posto e assolverà ad uno dei ruoli fondamentali del museo: la fidelizzazione della popolazione locale che in esso vedrà la valorizzazione di se stessa e della propria storia. Questo scopo, pur fondamentale e di sicuro impatto, non sarà l unico, dal momento che la proposta di valorizzazione dei beni territoriali (ambientali e storici) sarà il logico stimolo all apprendimento di notizie e situazioni connesse. In pratica ci si servirà degli organismi e dei relitti locali, per divulgare concetti di Biologia Marina e ricostruzioni di Storia Antica. La proposta rappresenterà una sorta di scommessa-impresa che tenderà ad offrire qualcosa di diverso al turismo pur fiorente del posto. Il potenziamento dell offerta culturale turistica, in un area già baciata dal recente successo turistico (circa visitatori estivi accolti in vario modo nel comune di Nardò nella sola estate 2011), sarà un boomerang positivo che contribuirà all indipendenza economica della struttura. Ad ogni buon conto, i partner di progetto (Università, Comune, e Provincia) saranno chiamati a sottoscrivere una dichiarazione di intenti per il mantenimento della struttura, una volta realizzata, con una azione congiunta che le consenta una certa tranquillità operativa almeno per i primi 5 anni di vita. L area in cui la struttura sarà realizzata, al centro del villaggio costiero di Santa Maria al Bagno (comune di Nardò) è necessariamente prossima al mare, su un tratto di costa tra i più scenografici dell intera costa del Golfo di Taranto (sito de le 4 colonne), e a 200 m da una struttura museale di recente inaugurazione (il Museo della Memoria e dell Accoglienza, dedicato ai profughi israeliti che venivano concentrati in questo villaggio, al termine della seconda guerra mondiale, prima di andare in Palestina). La fortunata posizione (sul mare e nei pressi di altra struttura museale) consentirà di prevedere un intenso flusso di visitatori per l estate, oltre che per la stagione scolastica. Inoltre il villaggio di Santa Maria al Bagno è a soli 20 Km da Porto Cesareo, e potrebbe giovarsi dei visitatori del locale Museo di Biologia Marina (o giovare a quel museo con i propri) o in generale di quelli dell AMP, in una strategia di offerta multipla che potrebbe contenere anche la visita, sott acqua nelle aree accessibili, degli ambienti e dei relitti, e grazie alla presenza di diving centers i cui accompagnatori conoscono tutti i segreti dei fondali e delle grotte neretine (Miglietta, 2008). 68

13 C. Alfonso, R. Auriemma, G. Belmonte, F. Denitto, A. M. Miglietta, M. E. Posi Dettagli tecnici del museo-acquario Il museo-acquario APrEH propone: - un grande diorama (la nave oneraria romana) ed esposizioni di reperti archeologici e fuori dalle vasche-acquario; - ricostruzione di relitti, della loro colonizzazione biologica, e degli scenari di rinvenimento all interno delle vasche acquario; - percorso obbligato (storico - geografico) attraverso le esposizioni, accompagnato da contributi testuali realizzati secondo uno stile narrativo, disegni, riproduzioni e modelli digitali; - allestimento di una sala multimediale/biblioteca /internet point (50 posti a sedere) per la didattica, la documentazione e l organizzazione di convegni; - complementarietà rispetto al Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan a Porto Cesareo; La progettazione è stata già assistita e continuerà ad avvalersi di indagini: - conoscitive sulle potenzialità del territorio (ricettività alberghiera, flusso turistico annuo e mensile, previsione di sviluppo nel breve termine, rete stradale e mezzi pubblici a servizio dell area, facilità di accesso, ecc.); - sulle aspettative dei diversi Pubblici potenziali; - sulla progettazione dell immobile e degli impianti tecnologici, congiunta, da parte di ingegneri, architetti, biologi, tecnici acquaristi, ecc.; - sull analisi dei costi di gestione (uscite) e delle potenziali entrate a regime (dopo 5 anni di avvio); - sullo studio del contesto territoriale finalizzato ad un corretto inserimento della struttura all interno del tessuto socio-ecologico ed economico dell area. Gli interventi da realizzare, oltre quelli strutturali dell edificio che accoglierà il museo-acquario, comprenderanno: - la mappatura GIS delle principali biocenosi marine, e dei singoli punti di interesse (relitti o animali) sott acqua; - il prelievo e l allevamento in vasca degli abitanti più tipici e spettacolari del mare neretino; - la documentazione fotografica e rilievi topo-metrici su particolari situazioni (grotte e relitti) fino a 90 m di profondità; - l indagine pre-allestimento condotta con questionari somministrati a campioni rappresentativi (più di 1000 unità) di abitanti del posto, e turisti provenienti da altre località; - l allestimento di scenografie e acquari con le migliori tecniche, anche di realtà virtuale, con materiali non fissi e intercambiabili; - contatti e scambi continui con l intervento gemello in Grecia (anche al fine di scambiare soggetti e allestimenti); - realizzazione di un sito web a promozione e informazione sul decorso dell iniziativa; - realizzazione di corsi di formazione rivolti a candidati tecnici acquaristi, da reclutare a fine progetto per lavorare direttamente nella nuova struttura. 69

14 Biologia marina e archeologia subacquea. Per un idea di acquario a Nardò (Le) Bibliografia Auriemma R., 2000, Che fine ha fatto il relitto di S. Caterina di Nardò?, L Archeologo Subacqueo VI, 1, Auriemma R., 2004, Salentum a salo. 1. Porti e approdi, rotte e scambi lungo la costa adriatica del Salento. 2, Forma Maris Antiqui, Galatina. Auriemma R., Cossa A., Güll P., Zaccarelli N., 2011, Il Progetto Forma Maris del Salento: interazioni e sviluppi. Workshop Il nuovo Sistema Informativo Territoriale Integrato per la Carta Archeologica del Friuli Venezia Giulia: esperienze a confronto e possibili integrazioni (Trieste, 4 marzo 2011). Belmonte G., Costantini A., Sorrentino F., Licchelli A., Poto M., Onorato R., 2011, Le grotte sommerse dell Area Marina Protetta Porto Cesareo, Thalassia Salentina, 33, Cossa A., Zaccarelli N., Güll P., Auriemma R., Alfonso C., 2012, La Forma Maris del Salento ed il Progetto WebGIS subacqueo. Atti del Convegno Internazionale Archeologia subacquea del Mare Adriatico e del Mare Ionio. Ricerca, tutela e valorizzazione dei relitti (Grado, 4-5 maggio 2010), in press. Denitto F., Miglietta A.M., Shkurtaj B., Belmonte G., 2011, Proposal for a public aquarium at Vlorë (Albania). Museologia Scientifica, 5, in press Miglietta A.M., 2008, Un progetto integrato di educazione ambientale in un area marina protetta. Workshop Pesca e gestione delle aree marine protette, Porto Cesareo Ottobre 2008, Abstract book, Miglietta A. M., Belmonte G., Boero F., 2008, A summative evaluation of science learning: a case study of the Marine Biology Museum Pietro Parenzan (South East Italy), Visitors Studies, 11 (2): Muscogiuri L., Belmonte G., 2007, Conoscenze e percezioni di problematiche ambientali indagate dal Museo di Biologia Marina Pietro Parenzan dell Università del Salento, Lecce, Museologia Scientifica, n.s., 1: Onorato R., Belmonte G., Costantini A., 2006, Le grotte della costa neretina, Thalassia Salentina, 29 Suppl., Posi M. E., Belmonte G., Boero F., Miglietta A.M., 2011, Una sala come piace a te. Front-end evaluation per la realizzazione di una nuova proposta espositiva, Museologia Scientifica, 5, in press. 70

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