Giustizia & Sentenze Il commento alle principali sentenze

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1 Giustizia & Sentenze Il commento alle principali sentenze N Equitalia: spese processuali ridotte in caso di autodifesa Il contribuente non può essere condannato a pagare gli onorari di avvocato Categoria: Accertamento e riscossione Sottocategoria: Equitalia In tema di liquidazione giudiziale delle spese, quando Equitalia si avvale di un proprio funzionario per la difesa in giudizio, il contribuente, che sia soccombente, non può essere condannato al pagamento dei diritti di procuratore e degli onorari di avvocato. Il giudice può liquidare a favore dell Agente della riscossione le sole spese concretamente affrontate, purché risultanti da apposita nota. È quanto emerge dalla sentenza 27 aprile 2016, n. 8413, della Seconda Sezione Civile della Cassazione. Premessa In tema di regolazione delle spese del processo, dalla sentenza n. 8413/2016 della Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione emerge che, in esito al giudizio di opposizione alla cartella di pagamento, il contribuente, che sia soccombente: non può essere condannato al pagamento dei diritti di procuratore e degli onorari di avvocato se Equitalia ha delegato per il giudizio un proprio funzionario; Il giudice di merito può liquidare a favore dell Agente della riscossione le sole spese concretamente affrontate, purché risultanti da apposita nota. In tema di spese giudiziali, la soccombenza è il presupposto per decidere quale delle parti deve essere condannata al pagamento delle spese. Nel giudizio civile le norme di riferimento sono gli artt. 91 e seguenti del codice di procedura civile e 75 disp. att., mentre per la causa tributaria occorre fare riferimento anche all art. 15 D.Lgs. 546/92 (recentemente modificato dal D.Lgs. n. 156/2015). 1

2 Il caso La suddetta sentenza ha posto fine a una controversia riguardante una cartella esattoriale per infrazioni al Codice della strada (24 multe elevate per divieto di sosta) che, a detta del ricorrente, non era stata ritualmente notificata. L automobilista ha sostenuto di avere saputo dell esistenza del debito solamente a seguito dei chiarimenti richiesti con riferimento agli avvisi di mora e alle intimazioni di pagamento provenienti dall Agente della riscossione. Ebbene, la Suprema Corte, con riferimento alle questioni involgenti la notificazione dei verbali di contestazione delle infrazioni al Codice della strada e della stessa cartella esattoriale, ha ritenuto infondata l impugnazione dell automobilista indisciplinato, sicché l impugnata sentenza del Tribunale (quale giudice dell appello) è stata confermata sul punto. Di segno opposto è stato invece il verdetto degli ermellini quanto al capo della decisione d appello riguardante le spese processuali. I giudici di legittimità hanno infatti escluso che, nella fattispecie, il Tribunale potesse condannare il ricorrente al pagamento delle spese processuali per diritti e onorari d avvocato: considerato che Equitalia si è costituita in primo grado senza il ministero di un difensore. Secondo gli ermellini, se, come nel caso in esame, l autorità amministrativa che ha emesso il provvedimento sanzionatorio sta in giudizio personalmente o avvalendosi di un funzionario appositamente delegato (il che è consentito dall'art. 23, co. 5, L. n. 689/1981): non può ottenere la condanna dell'opponente, che sia soccombente, al pagamento dei diritti di procuratore e degli onorari di avvocato, difettando le relative qualità nel funzionario amministrativo che sta in giudizio, per cui sono, in tal caso, liquidabili in favore dell'ente le spese, diverse da quelle generali, che abbia concretamente affrontato in quel giudizio e purché risultino da apposita nota. (cfr. Cass. n del 2007). Annullata condanna alle spese Pertanto la sentenza gravata è stata cassata, con eliminazione della statuizione di condanna alle spese del giudizio avanti al giudice di pace. Le spese del giudizio in Cassazione sono state interamente compensate tra le parti. 2

3 Altre massime giurisprudenziali in tema di spese giudiziali La mancata costituzione dell Ufficio non giustifica la compensazione della spese nel giudizio contro la cartella di pagamento Se il cittadino vince la causa contro la cartella di Cass. civ. sez. VI pagamento, il giudice non può disporre la sentenza n. compensazione delle spese di lite valorizzando la 373/2015 circostanza dell omessa costituzione in giudizio dell amministrazione. La controversia è originata da una cartella di pagamento concernente sanzioni amministrative in materia tributaria irrogate dalla Prefettura. La cartella è stata annullata dal Tribunale, in accoglimento del ricorso proposto contro la decisione del Giudice di pace favorevole all amministrazione. Di poi il giudizio di cassazione, dove il contribuente ha lamentato con successo la violazione di legge in relazione al capo della sentenza di secondo grado riguardante la regolazione delle spese processuali. Le spese processuali, infatti, sono state compensate dal Tribunale facendo leva sulla circostanza che la parte pubblica aveva omesso di costituirsi in giudizio; ma tale modus operandi, a detta del ricorrente, aveva finito per scaricare sul cittadino il costo dell inefficienza della P.A., tanto più in materia di riscossione coattiva di crediti per sanzioni amministrative in relazione alla quale l applicazione rigorosa del criterio della soccombenza finisce per essere espressione primaria del diritto di difesa che spetta ad ogni cittadino. Ebbene, la Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso, posto che non può avere rilievo alcuno, ai fini dell'applicazione della disciplina fissata nell'art. 92 cod. pro. civ., la circostanza che la parte che ha dato causa al processo abbia poi omesso di costituirsi in esso e comunque di dispiegare attività difensiva, condotta alla quale va attribuita valenza totalmente neutra perché inidonea a costituire indice di esclusione del dissenso e addirittura di adesione all'avversa richiesta ; semmai, il comportamento dell amministrazione può essere considerato espressione di mera indifferenza rispetto alle ragioni di economia che dovrebbero indurre le parti (specie quelle pubbliche) all'adozione di ogni cautela utile ad evitare inutili dispendi di energia processuale. Difensori. Liquidazione giudiziaria degli onorari Quando Equitalia e l ente impositore perdono la causa, CTR Calabria il giudice deve condannarli in solido alla refusione Catanzaro delle spese processuali e degli onorari spettanti al Sent. n. 326/04/15 difensore del contribuente. È irrilevante che quest ultimo non abbia presentato la nota spese di cui 3

4 all art. 75 delle disp. att. c.p.c., poiché tale mancanza non esclude il potere dovere del giudice di liquidare quanto dovuto per diritti e onorari, in base agli atti di causa. Secondo la CTR calabrese, la condanna al pagamento delle spese processuali costituisce una conseguenza legale della lite in relazione alla soccombenza della parte, che prescinde da una specifica richiesta della parte vittoriosa e trova ostacolo solo nella dichiarazione di rinuncia proveniente dalla parte medesima o di un suo difensore, munito di mandato speciale (Cass. n. 4922/1987). La mancata presentazione della nota prescritta dall'articolo 75 disp. att. trans. c.p.c. (in base al quale il difensore, al momento del passaggio in decisione della causa, deve unire al fascicolo di parte la nota delle spese, indicando in modo distinto e specifico gli onorari e le spese), non esclude il potere dovere del giudice di liquidare le spese medesime, in base agli atti di causa, distinguendo quanto dovuto per diritti e onorari. Si deve poi escludere la partecipazione della parte vittoriosa alle spese di lite, dovendo concorrere, oltre che la soccombenza, altre gravi ed eccezionali ragioni", esplicitamente indicate nella motivazione. Si deve perciò ritenere che non è sufficiente che il giudicante fornisca una qualsiasi motivazione, ma è necessario che esponga argomentazioni giuridiche o di fatto idonee a giustificare la statuizione di compensazione adottata in concreto, potendo solo in tal caso ritenersi che la disposizione di legge sia stata osservata (Cass. n /2010, n. 247/2011 e n. 9845/2010). Ne consegue che le spese non possono essere poste a carico della parte vittoriosa se la scelta di compensazione sia motivata genericamente, così da non spiegare il processo formativo della volontà decisionale del giudicante (Cass. n /2011). Il professionista che si difende da sé nel giudizio CTR Lombardia contro il Fisco, se vince la causa, ha diritto alla Milano rifusione delle sole spese sostenute per il contributo Sent. n. unificato e per la notifica perché, in assenza di difesa 2178/12/14 tecnica affidata a un terzo, possono essere liquidate solo le spese borsuali documentate. La Commissione di primo grado ha annullato un avviso di accertamento per maggiore IRPEF che è stato notificato dall Agenzia delle Entrate a un contribuente che, essendo dottore commercialista, si è difeso da solo. Con la sentenza di annullamento la CTP ha liquidato in favore della parte vittoriosa le spese vive (poco meno di 30 euro, pari all importo del contributo unificato), mentre nulla ha disposto per i compensi, in ragione della difesa in 4

5 proprio del contribuente. Da qui il giudizio d appello, che però si è chiuso con un nulla fatto: la sentenza di prime cure, infatti, è rimasta invariata quanto al capo riguardante le spese. Difensore distrattario. Correzione sentenza per omessa pronuncia Quando il giudice ommette di pronunciarsi sulla richiesta del difensore di distrazione in suo favore degli onorari non riscossi e delle spese che dichiara di Cass. civ. Sez. 3^ avere anticipate (art. 93 c.p.c.) il rimedio esperibile è Sent. n. quello del procedimento di correzione degli errori 18518/2013 materiali delle sentenze e delle ordinanze irrevocabili, disciplinato dagli articoli 287 e 288 del codice di procedura civile. Estinzione del processo per cessazione materia del contendere CTR Lombardia Se l atto impugnato è ritirato in autotutela, cessa la Milano materia del contendere e l Ufficio finanziario deve Sent. n. tenere indenne il contribuente dalle spese del giudizio 4072/24/15 dichiarato estinto, salvo diverso accordo tra le parti. Nel caso di specie la CTP ha compensato tra le parti le spese processuali. Il contribuente ha proposto appello contro tale decisione evidenziando come l Agenzia, a seguito del provvedimento di autotutela e della conseguente richiesta di estinzione della controversia, avesse riconosciuto l infondatezza della pretesa, sicché i giudici di prime cure avrebbero dovuto disporre la condanna dell amministrazione alle spese di lite in virtù del principio della c.d. soccombenza virtuale. Infatti il giudizio di primo grado, se fosse proseguito, sarebbe senz altro terminato con una sconfitta per la parte pubblica. Ebbene, la CTR meneghina ha ritenuto sussistente il diritto della parte contribuente alla rifusione delle spese processuali, sul rilievo che l'estinzione del giudizio non comporta automaticamente la compensazione delle stesse, salvo che non sussista un accordo in tal senso, che deve essere sottoscritto da entrambe le parti in causa. Lite temeraria dell ente impositore o dell Agente della riscossione Se il contribuente chiede l annullamento in autotutela dell accertamento, l'ente impositore ha l obbligo non CTR Molise solo giuridico ma anche morale di emettere il Campobasso provvedimento conclusivo, positivo o negativo che sia, Sent. n. 195/01/14 del procedimento amministrativo, prima della scadenza del termine concesso al contribuente per proporre il ricorso. In caso contrario il giudice può condannare l Amministrazione a indennizzare il 5

6 cittadino, ove ravvisi gli estremi della lite temeraria. La controversia ha riguardato un presunto mancato pagamento della tassa di possesso dell autovettura. Il destinatario del relativo avviso di accertamento - un avvocato - è stato costretto a proporre ricorso perché l ente impositore (Regione) ha preso coscienza dell infondatezza della pretesa solamente dopo l inizio del contenzioso, non essendo servita a nulla l immediata diffida - mediante PEC - ad annullare l atto in autotutela. Ad avviso dei giudici molisani, se, come nella specie, l'ente impositore, in presenza di una tempestiva richiesta di annullamento in autotutela, faccia inutilmente decorrere il termine per l'impugnazione del provvedimento impositivo, manifesta un comportamento che rivela assoluta carenza del doveroso rispetto dei diritti del contribuente ed evidenzia assoluta noncuranza per l'osservanza della legge, manifestando in tal modo la sussistenza dell'elemento soggettivo richiesto ai fini della responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c.. L Agente della riscossione è tenuto al risarcimento CTP Molise danni per lite temeraria quando ha proceduto Campobasso all iscrizione di fermo amministrativo nonostante sentenza n. l evidente avvenuto decorso del termine ordinario di 182/01/13 prescrizione del credito portato dalla cartella esattoriale. Una contribuente ha impugnato il provvedimento di fermo amministrativo veicolo eccependone la nullità, poiché basato su tre cartelle di pagamento portanti crediti (previdenziali e tributari) già prescritti. La donna ha chiesto di essere risarcita ex articolo 96 c.p.c., posto che l Agente della riscossione, nonostante fosse certamente a conoscenza della prescrizione dei diritti per cui agiva, aveva comunque notificato il preavviso di fermo e, successivamente, pur essendo a conoscenza del ricorso contro il preavviso e dell imminente pronuncia sulla sospensiva, aveva proseguito senza il minimo raziocinio e senza alcuna oculatezza con l'iscrizione del fermo. La ricorrente ha precisato di essere un insegnante e di lavorare presso un istituto scolastico parecchio distante dall abitazione (200 KM), sicché la privazione dell autovettura le aveva causato notevoli disagi materiali e morali. Equitalia deve essere condannata al pagamento delle spese di lite se ha proceduto all iscrizione del fermo CTR Puglia veicolo benché tempestivamente informata della Sent. n. 522/23/14 sospensione dell esecutorietà della presupposta cartella di pagamento. 6

7 La CTR di Bari - Sezione Staccata di Lecce - ha riformato la sentenza di prime cure impugnata dal contribuente, limitatamente al capo riguardante le spese di lite. La CTP salentina, infatti, in relazione all opposto provvedimento di fermo amministrativo dell'autovettura aveva dichiarato il non luogo a procedere con compensazione tra le parti delle spese processuali. Con il ricorso in appello, il contribuente ha dedotto l illegittimità della decisione del primo giudice nella parte in cui aveva compensato le dette spese senza un adeguata motivazione sul punto. Il collegio salentino di secondo grado ha ritenuto la doglianza fondata. Dagli atti di causa è emerso che Equitalia aveva proceduto all iscrizione di fermo quantunque fosse venuta tempestivamente a conoscenza della sospensione dell esecutorietà della presupposta cartella di pagamento. Il Concessionario della riscossione, avvedutosi del clamoroso errore, aveva provveduto alla cancellazione del provvedimento in questione solamente nel corso del giudizio promosso dal contribuente. Siffatto comportamento, si legge in un passaggio chiave delle motivazioni della sentenza n. 522/23/14, non può ritenersi esente da censura, giacché il provvedimento di annullamento in autotutela è intervenuto ex post e cioè dopo aver costretto il contribuente ad attivare un procedimento giudiziale e a sopportarne i relativi costi, laddove, l uso della normale diligenza avrebbe potuto evitarlo con sicure economie di tempo, di atti e finanziarie per tutte le parti processuali. Ai sensi dell articolo 96 c.p.c., rubricato Responsabilità aggravata, se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il giudice, su istanza dell altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche d ufficio, nella sentenza (comma 1). Finora l art. 96 c.p.c. ha trovato applicazione nel processo tributario in virtù del generale rinvio di cui all articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 546 del 1992 (v. Cass. S.U. ord. n /2013). Ora il comma 2-bis dell art. 15 del D.Lgs. n. 546/92, inserito dal D.Lgs. n. 156/15, dispone espressamente la condanna per lite temeraria rinviando all art. 96 c.p.c. 7

8 Secondo l ordinanza 13899/2013 della Cassazione a Sezioni Unite, il concetto di responsabilità processuale deve essere inteso in senso estensivo e quindi ricomprendere anche la fase amministrativa che, qualora ricorrano i requisiti della mala fede o della colpa grave, ha dato luogo all esigenza di instaurare un processo ingiusto. Art. 15 Spese del giudizio In vigore dall 1/01/ La parte soccombente è condannata a rimborsare le spese del giudizio che sono liquidate con la sentenza. 2. Le spese di giudizio possono essere compensate in tutto o in parte dalla commissione tributaria soltanto in caso di soccombenza reciproca o qualora sussistano gravi ed eccezionali ragioni che devono essere espressamente motivate. 2. bis. Si applicano le disposizioni di cui all'articolo 96, commi primo e terzo, del codice di procedura civile. 2-ter. Le spese di giudizio comprendono, oltre al contributo unificato, gli onorari e i diritti del difensore, le spese generali e gli esborsi sostenuti, oltre il contributo previdenziale e l'imposta sul valore aggiunto, se dovuti. 2-quater. Con l'ordinanza che decide sulle istanze cautelari la commissione provvede sulle spese della relativa fase. La pronuncia sulle spese conserva efficacia anche dopo il provvedimento che definisce il giudizio, salvo diversa statuizione espressa nella sentenza di merito. 2-quinquies. I compensi agli incaricati dell'assistenza tecnica sono liquidati sulla base dei parametri previsti per le singole categorie professionali. Agli iscritti negli elenchi di cui all'articolo 12, comma 4, si applicano i parametri previsti per i dottori commercialisti e gli esperti contabili. 2-sexies. Nella liquidazione delle spese a favore dell'ente impositore, dell'agente della riscossione e dei soggetti iscritti nell'albo di cui all'articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, se assistiti da propri funzionari, si applicano le disposizioni per la liquidazione del compenso spettante agli avvocati, con la riduzione del venti per cento dell'importo complessivo ivi previsto. La riscossione avviene mediante iscrizione a ruolo a titolo definitivo dopo il passaggio in giudicato della sentenza. 8

9 Art. 15 Spese del giudizio In vigore Dall 1/01/2013 al 31/12/ septies. Nelle controversie di cui all'articolo 17-bis le spese di giudizio di cui al comma 1 sono maggiorate del 50 per cento a titolo di rimborso delle maggiori spese del procedimento. 2-octies. Qualora una delle parti abbia formulato una proposta conciliativa, non accettata dall'altra parte senza giustificato motivo, restano a carico di quest'ultima le spese del processo ove il riconoscimento delle sue pretese risulti inferiore al contenuto della proposta ad essa effettuata. Se è intervenuta conciliazione le spese si intendono compensate, salvo che le parti stesse abbiano diversamente convenuto nel processo verbale di conciliazione. 1. La parte soccombente è condannata a rimborsare le spese del giudizio che sono liquidate con la sentenza. La commissione tributaria può dichiarare compensate in tutto o in parte le spese, a norma dell'art. 92, secondo comma, del codice di procedura civile. 2. I compensi agli incaricati dell'assistenza tecnica sono liquidati sulla base delle rispettive tariffe professionali. Agli iscritti negli elenchi di cui all'art. 12, comma 2, si applica la tariffa vigente per i ragionieri. 2-bis. Nella liquidazione delle spese a favore dell'ufficio del Ministero delle finanze, se assistito da funzionari dell'amministrazione, e a favore dell'ente locale, se assistito da propri dipendenti, si applica il decreto previsto dall'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, per la liquidazione del compenso spettante agli avvocati, con la riduzione del venti per cento dell'importo complessivo ivi previsto. La riscossione avviene mediante iscrizione a ruolo a titolo definitivo dopo il passaggio in giudicato della sentenza. - Riproduzione riservata - 9