I bisogni crescono (e cambiano) - I fondi calano (o spariscono) Occorre invertire la rotta: vogliamo tutele ed equità sociali in Lombardia

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1 I bisogni crescono (e cambiano) - I fondi calano (o spariscono) Occorre invertire la rotta: vogliamo tutele ed equità sociali in Lombardia I profondi mutamenti prodottisi nella condizione demografica della popolazione della nostra regione (progressivo invecchiamento, crescita costante della presenza di stranieri), nella condizione familiare (divorzi e separazioni, monocomposizione e monogenitorialità, famiglie di fatto ), nei modelli organizzativi, sociali, dell impresa e del lavoro (delocalizzazione, esternalizzazioni, temporaneità, flessibilità, precarietà, contrazione delle tutele universali), nei nuovi bisogni abitativi (blocco dell edilizia sociale, pesante aumento dei costi dell offerta abitativa di mercato, restrizione del credito) hanno generato e continuano a produrre un costante aumento della fragilità e della vulnerabilità economica e sociale. Ne risultano colpite fasce sempre più estese di popolazione, costituite non più solo da persone e famiglie considerate ai margini, ma anche da quelle che appaiono bene inserite nei sistemi di organizzazione sociale territoriale e che sperimentano inattese situazioni di fragilità e di incertezza conseguenti a una sopravvenuta situazione, crescenti difficoltà ad autodeterminarsi anche solo per un pur ragionevole e anche modesto progetto di futuro possibile. Sono persone e famiglie chiamate a misurarsi con antichi e nuovi profili di cronicità,

2 giovani con percorsi lavorativi tormentati, poco tutelati e mal retribuiti, famiglie impossibilitate a provvedere autonomamente alla cura di un componente non autosufficiente, anziani soli, madri in difficoltà economica e organizzativa, famiglie con disagio abitativo; per questi segmenti di popolazione in ogni momento l eventuale equilibro precario e faticosamente mantenuto può essere messo a rischio da eventi imprevisti ma possibili: una malattia, una separazione familiare, la perdita di salario o peggio del lavoro, uno sfratto, l impossibilità di proseguire a pagare un mutuo. A fronte di una condizione crescente ed estesa di insicurezza e instabilità lavorativa ed economica, identitaria, relazionale e sociale cresce e si diversifica la domanda di tutela, di supporto, di sicurezza personale e familiare, di prestazioni sociali e sociosanitarie a garanzia di diritti primari costituzionalmente garantiti, rivolta innanzitutto alle istituzioni pubbliche più prossime ai bisogni dei cittadini, a partire dal Comune. Tutto ciò mentre la situazione economica dei territori lombardi è ancora segnata dal perdurare di una crisi tuttora lontana dal suo epilogo, l assetto istituzionale italiano è ancora lungi dall aver compiuto la transizione verso il federalismo, la tanto promessa riforma fiscale nel segno dell equità e della giustizia sembra sparita dall agenda del governo, non sono ancora stati definiti i livelli essenziali di assistenza sociale, è tutt altro che definita la competenza tra ambiti sanitario, sociosanitario e sociale, i tagli ai trasferimenti di fondi nazionali di welfare alle regioni e ai comuni riducono drasticamente la disponibilità di risorse in capo alle istituzioni territoriali per far fronte alla crescente domanda di tutela sociale. Ne è una dimostrazione la tabella che segue:

3 Fondo per le politiche sociali 929, 3 583,9 435,3 273,9 70,0 44,6 Fondo per le politiche della famiglia 346,5 186,6 185,3 51,47 52,5 31, 4 Fondo non autosufficienza 300,0 400,0 400,0 0,0 0,0 0,0 Fondo inclusione immigrati 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Fondo servizi infanzia 100,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Fondo infanzia e adolescenza 43,9 43,9 40,0 39,2 40,0 40, 0 Chiediamo con forza che il Governo inverta la tendenza in atto negli ultimi tre anni -e che si annuncia ancor più pesante per i prossimi- prevedendo che già nel 2012 i fondi sociali e sociosanitari siano riportati almeno alle dimensioni che avevano nel CGIL CISL UIL, nel condividere la forte presa di posizione di ANCI Lombardia che esprime forte preoccupazione per i tagli operati dal Governo, con il conseguente dimezzamento del Fondo Sociale Regionale e dei possibili tagli ai servizi sociali, chiedono l impegno di Regione Lombardia affinché si attui il ripristino delle risorse per il Fondo Regionale pari almeno all anno 2010, recuperando risorse da altri capitoli di spesa, ritenendo le politiche sociali prioritarie per garantire coesione sociale. Tale finalità può e deve essere perseguita anche attraverso un ulteriore razionalizzazione delle spese non strettamente necessarie all interno dei bilanci, sia di Regione Lombardia che dei Comuni lombardi, al fine di assicurare un congruo ammontare di risorse finalizzate a dare le indispensabili risposte ai bisogni primari di cura, assistenza e tutela delle persone e delle famiglie residenti in Lombardia. Occorre rilanciare la concreta attuazione degli impegni, sulla base delle risorse convenute in questi due anni, contenuti nell accordo sottoscritto nel novembre 2009 dal sindacato confederale e dei pensionati con il Presidente Formigoni, in particolare per quanto concerne la piena attuazione e funzionalità dei Centri per l Assistenza Domiciliare,

4 l aumento, diffusione e flessibilità dei Centri Diurni Integrati, il potenziamento di ADI e SAD. Accanto a questi temi, con tempi e verifiche opportune, è necessario porre attenzione al tema delle rette delle RSA/RSD sul territorio lombardo, sulla loro trasparenza e sulla corretta interrelazione tra costi sanitari, socio-sanitari ed alberghieri, continuando e rafforzando anche il sistema di controlli avviato con la delibera regionale sulle regole Gli interventi contenuti nel PSSR , finalizzati alla presa in carico integrale di alcune tra le cronicità più diffuse e alla creazione sul territorio di posti letto sub-acuti, sono due risposte alle richieste che avevamo avanzato e agli impegni assunti dal Presidente con l accordo del novembre 2009 che richiedono ora una sollecita implementazione, anche a seguito di un confronto con il sindacato, sia regionale che nei territori, in merito alle concrete modalità di gestione di questi due interventi. Sollecitiamo pertanto l Assessore alla Sanità ad aprire il confronto più volte richiesto e già da lui stesso pubblicamente assicurato, nel quale vogliamo affrontare anche la necessità, da tutti ormai condivisa, di un ininterrotta progressione della presa in carico da parte della sanità di quote sempre maggiori di prestazioni sociosanitarie che, per le loro finalità e la tipicità dei protocolli, sono di assoluta prevalenza sanitaria. All interno di questo quadro di confronto sull insieme delle priorità in tema sanitario, sociosanitario e sociale ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci sul tema della compartecipazione dei cittadini e delle famiglie al costo dei servizi sociali e sociosanitari. Sosteniamo infatti la necessità di individuare criteri condivisi e omogenei sull intero

5 territorio regionale con i quali accertare la reale possibilità in capo agli utenti dei servizi e alle loro famiglie di compartecipare al costo delle prestazioni a carattere sociale, per implementare un sistema che miri con efficacia e trasparenza a realizzare maggiore equità, più giustizia sociale e a dare maggiore sostegno alle famiglie in difficoltà. L implementazione del fattore famiglia deve considerare con la giusta attenzione le famiglie numerose, ma anche gli anziani soli, le famiglie monoparentali e quelle monoreddito. Chiediamo che siano equamente considerati quei redditi da lavoro formalmente autonomo ma che, specie a danno dei più giovani, nascondono forme surrettizie di lavoro subordinato. Per tutte queste ragioni siamo convinti e disponibili a dare il nostro leale contributo di idee e proposte - che il confronto con Regione e ANCI può portare ad alcuni miglioramenti dell attuale testo del Progetto di Legge da offrire poi al dibattito e alle decisioni del Consiglio Regionale. In nessun caso il sistema lombardo di compartecipazione che si intende costruire potrà essere lo strumento con cui recuperare risorse pubbliche tagliate dai Fondi nazionali e/o regionali, prelevandoli dalle tasche delle famiglie dei lavoratori e dei pensionati, già pesantemente alleggerite dalla fiscalità nazionale, regionale e locale. Per questo giudichiamo necessario che il confronto in atto si estenda da subito ai contenuti del Regolamento attuativo del Progetto di legge sulla compartecipazione, per costruire insieme a Regione e ANCI un efficace e coerente strumento condiviso di regole

6 e modalità, con cui dare seguito e concreta attuazione ai principi declinati nella legge in via di approvazione, che persegua gli obiettivi di equità, giustizia e sostenibilità. SPI-CGIL FNP-CISL UILP-UIL Lombardia CGIL CISL UIL Lombardia Sesto San Giovanni 7 aprile 2011

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