POLVERE DI LEGNO DURO: L'ESPOSIZIONE È A RISCHIO
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- Giacinta Barbieri
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1 POLVERE DI LEGNO DURO: L'ESPOSIZIONE È A RISCHIO LA VALUTAZIONE DEGLI ESPOSTI NELL'AMBITO DEL REGISTRO MESSO A PUNTO DALL'ISPESL di Alberto Scarselli, Alessandro Marinacelo La polvere di legno duro è I stata classificata come agente cancerogeno dalla IARC nel 1995 a seguito della sufficiente evidenza del nesso causale con l'insorgenza del tumore dei seni nasali e paranasali. L'esposizione prolungata alla polvere di legno avviene quasi esclusivamente per motivi di natura professionale. Il Decreto Legislativo n. 66 del 25 febbraio 2000, che modifica ed integra il testo del Decreto Legislativo 626/94 in materia di valutazione dei rischi di esposizione ad agenti chimici, ha esteso l'obbligo di registrazione dell'esposizione professionale ad una serie di sostanze tra cui quelle mutagene e le polveri di legno duro. Quest'ultima, infatti, è stata inserita tra i preparati, sistemi e processi elencati nell'allegato VIII del decreto legge stesso ed è stato anche fornito un valore limite di esposizione professionale, fissato in 5 mg/m 3 a 20 di temperatura e 101,3 Kpa di pressione per la frazione inalabile (polveri aventi per il 50% un taglio dimensionale di 100 micron inalate e trattenute nelle prime vie respiratorie, cioè naso e bocca). Il suddetto valore deve essere calcolato rispetto ad un periodo di riferimento di otto ore. I Registri Tumori Italiani hanno stimato, nel periodo , un tasso di incidenza annuo di tumore del naso (nuovi casi di tumori insorti nella popolazione) pari a 0,3 casi per abitanti nelle donne e 0,8 casi negli uomini. Questo tipo di tumore, oltre alla polvere di legno duro, è correlato all'esposizione professionale a polvere di cuoio. Si stima che il 33% dei tumori ai seni paranasali sono attribuibili a esposizioni professionali mentre il 15% è attribuibile al fumo di sigaretta. Sono stati ipotizzati altri fattori eziologici come l'esposizione a formaldeide, a cromo esavalente e ai composti del nichel, anche se gli studi non hanno ancora prodotto risultati statisticamente significativi. La latenza per questo tipo di neoplasie è molto lunga e può superare anche i 40 anni. Quindi, il nesso causale tra esposizione professionale e patologia tumorale può essere, in alcuni casi, di difficile ricostruzione. Studi recenti hanno evidenziato anche una possibile correlazione tra esposizione a polvere di legno e tumore del polmone. È risultato, infatti, un eccesso di rischio (OR=3,15) per il cancro al polmone in uno studio di tipo caso/controllo per lavoratori esposti alla polvere di legno duro (Barcenas et al., 2005). Una valutazione teorica dei lavoratori esposti a polvere di legno duro è stata fatta nell'ambito dello studio Europeo Carex che, per l'italia, stima in circa i lavoratori potenzialmente esposti a tale agente. Lo studio Carex si basa sui dati di esposizione professionale di Finlandia e Stati Uniti adattandoli alla realtà industriale italiana e individua nell'industria del legno, nella fabbricazione di mobili e dei prodotti di carta (cartiere) e nell'edilizia (carpenteria in legno) i settori economici con maggior numero di esposti. Le polveri classificabili come di legno duro sono quelle che derivano da alcune specie legnose, riportate in tabella 1. In questo elaborato vengono descritti i dati relativi al registro degli esposti istituito presso l'ispesl a norma dell'articolo 70 del Decreto Legislativo 626/94 e successive modifiche. CISL USR Lombardia - Sito internet: > Speciali > Ambiente e sicurezza > Documentazione 1
2 Materiali e metodi È stata presa in considerazione la documentazione pervenuta all'lspesl tra il 2000 e il Da ciascuna notifica sono state desunte le seguenti informazioni. Per quanto riguarda i dati dell'azienda: - denominazione, - ubicazione della sede territoriale (almeno la provincia di appartenenza), - settore di attività economica (secondo classificazione ISTAT Ate-co91). Per quanto riguarda i lavoratori: - cognome e nome, - sesso, - comune e data di nascita, - mansione, durata e livello di esposizione alla polvere di legno duro. I dati sono stati inseriti nel sistema informativo SIREP (Nesti, 1998) basato su una banca dati relazionale con una struttura di tipo client/ser-ver, che garantisce un disegno architetturale aperto e distribuito. Sono stati utilizzati software progettati appositamente sia per l'acquisizione manuale dei dati che per la scansione ottica dei documenti. Le informazioni inserite nel sistema sono state, poi, classificate in base alla regione, all'attività economica dell'azienda e alla mansione del lavoratore. Le informazioni archiviate sono state elaborate per descrivere la distribuzione regionale e l'attività economica delle aziende e dei lavoratori esposti a polvere di legno duro. CISL USR Lombardia - Sito internet: > Speciali > Ambiente e sicurezza > Documentazione 2
3 - Risultati II numero totale di aziende registrate in archivio al 31 dicembre 2004 è di 758 e il numero di lavoratori esposti a polvere di legno duro è di Per circa lavoratori sono noti i valori di esposizione. Nella tabella 2 è riprodotta la distribuzione regionale delle aziende e dei lavoratori del legno mentre nella tabella 3 è riportata la suddivisione per attività economica. I settori di attività economica delle aziende con esposti a polvere di legno duro sono principalmente l'industria del legno e la fabbricazione di mobili. Scarsamente rappresentate sono, invece, le aziende appartenenti ai servizi connessi alla silvicoltura e alla utilizzazione di aree forestali e alla fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, settori in cui l'esposizione a polvere di legno non risulta essere associata direttamente con l'insorgenza Tabella 2 - Distribuzione regionale delle aziende e dei lavoratori CISL USR Lombardia - Sito internet: > Speciali > Ambiente e sicurezza > Documentazione 3
4 del tumore naso-sinusale. Per quanto riguarda le mansioni dei lavoratori, le più frequenti appartengono tutte alla classe " Ebanisti, falegnami ed operatori artigianali di macchine per la lavorazione del legno" della classificazione ISTAT delle professioni - anno 1991, con particolare riferimento alle voci "Falegname", "Levigatore di legnami", "Macchinista attrezzista di falegnameria", "Segantino", "Pantografista per legname" e "Falegname Mobiliere". Il valore limite di esposizione professionale a polvere di legno duro, fissato per legge in 5 mg/m 3, viene quasi sempre rispettato e, nella maggiore parte dei casi, i livelli di esposizione sono compresi tra 0,01 e 2 mg/m 3 (per più di lavoratori). I valori che superano il limite di 5 mg/m 3 sono riferiti generalmente ad esposizioni precedenti l'entrata in vigore del Decreto Legislativo 66/2000. Analizzando i livelli di esposizione in funzione dell'attività lavorativa, la mansione più frequentemente ripetuta per valori espositivi elevati è quella generica di "Falegname". Concetti base per la compilazione corretta dei registri di esposizione La qualità della compilazione dei registri per l'esposizione a polvere di legno duro è superiore rispetto ad altri agenti oncogeni. A questa elevata qualità contribuisce probabilmente l'univocità dell'agente di esposizione (polveri di legno duro), una maggiore applicabilità dei sistemi di classificazione delle mansioni (falegname/mobiliere) e la più agevole possibilità di misura dei livelli di esposizione. Si notano, comunque, errori ed omissioni che si ripetono frequentemente. Per questo motivo è utile ribadire alcuni concetti base per la compilazione corretta dei registri di esposizione: la registrazione dei livelli di esposizione va riportata una volta sola e modificata solo se intervengono cambiamenti significativi nei valori a seguito, per esempio, di adozione di nuove e più incisive misure di prevenzione o modifiche strutturali nel ciclo lavorativo. La compilazione del registro in ogni sua parte (con riferimento alla modulistica standard presentata dall'l-spesl) è d'importanza primaria; infatti, incompletezze che potrebbero sembrare banali, come ad esempio l'omissione del sesso del lavoratore, sono invece informazioni fondamentali per gli studi statistico-epidemiologici e non sempre sono informazioni facilmente desumibili (si pensi, ad esempio, ai nomi dei lavoratori stranieri). La distribuzione per regione delle notifiche mostra una notevole variabilità. In particolare, analizzando l'indicatore costruito determinando il rapporto percentuale tra le aziende notificatesi all'lspesl e quelle potenzialmente a rischio di polvere di legno duro (ottenute considerando i settori economici "20 - Industria del legno e dei prodotti in legno" e " Fabbricazione di mobili" della classificazione Istat "Ateco91", dell'8 censimento CISL USR Lombardia - Sito internet: > Speciali > Ambiente e sicurezza > Documentazione 4
5 Istat dell'industria e dei servizi), il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto, l'umbria e la Toscana sembrano le regioni nelle quali il numero di aziende notificate è più vicino a quello atteso (Figura 1). Inoltre, sta aumentando la percentuale delle aziende che compila i registri seguendo la modulistica standard proposta dall'istituto, anche se ancora con modalità leggermente differenti da quelle specificate (per esempio, viene confusa spesso la data di misurazione dell'esposizione con quella di inizio esposizione o quella di assunzione del lavoratore). Viene fatta, frequentemente, confusione tra il livello professionale del lavoratore e la sua mansione. Questa ultima deve essere indicata secondo la classificazione Istat delle professioni. In alcuni casi la classificazione Istat delle professioni viene confusa con quella delle attività economiche. È importante sottolineare che non è sufficiente mantenere il valore dell'esposizione a polvere di legno duro sotto il limite imposto per legge (5 mg/m 3 ) ma è necessario adottare ogni possibile accorgimento al fine di ridurre l'esposizione dei lavoratori al più basso livello tecnicamente possibile. Per quanto riguarda la misurazione dei valori di esposizione si può far riferimento alla norma UNI-EN 689:1997 "Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Guida alla valutazione dell'esposizione per inalazione a composti chimici ai fini del confronto con i valori limite e strategia di misurazione", come indica il Decreto Legislativo 25/2002 nell'allegato Vlll-sexties. CISL USR Lombardia - Sito internet: > Speciali > Ambiente e sicurezza > Documentazione 5
6 Misure idonee alla riduzione dell'esposizione personale Dopo la valutazione del rischio, devono mettersi in atto tutte quelle misure idonee alla riduzione dell'esposizione personale, come l'utilizzo di indumenti e dispositivi di protezione individuale (copricapo, tuta, occhiali e mascherina), la riduzione del numero di esposti e del valore di esposizione (si suggerisce almeno un valore minore di 1 mg/m 3 ) e l'eventuale innovazione dei macchinari e degli impianti. Si devono adottare soluzioni di bonifica delle postazioni di lavoro, come utilizzare cappe di aspirazioni localizzate sui macchinari, aspirazioni alla fonte senza riciclo, effettuare una costante e metodica pulizia dei locali, delle attrezzature e degli indumenti protettivi sempre con sistemi di aspirazione delle polveri (evitando i sistemi ad aria compressa). La manutenzione dei sistemi di filtraggio richiede particolare attenzione, nonché specifica cautela va tenuta anche nel trattamento dei residui della lavorazione del legno. Molto importante è anche la gestione dello spazio all'interno dello stabilimento: infatti ambienti troppo raccolti o con macchinari troppo costipati aumentano la concentrazione nell'aria delle polveri di legno. Le misurazioni ambientali vanno effettuate sistematicamente al fine di garantire il mantenimento delle misure preventive adottate. Inoltre, la formazione e l'informazione dei lavoratori riguardo al corretto uso degli indumenti di protezione personale e al potenziale rischio di cancerogencità della polvere di legno duro vanno ripetute periodicamente. Si rammenta, poi, che per i lavoratori esposti alla polvere di legno duro è necessaria una sorveglianza sanitaria finalizzata alla prevenzione e alla protezione del lavoratore dall'accresciuto rischio specifico di neoplasia delle cavità nasali. Nel ribadire l'importanza di fornire linee guida dettagliate e standard operativi esaustivi, si vuole sottolineare anche la necessità di attente e mirate campagne di formazioneinformazione, da indirizzare non solo a organizzazioni sindacali e imprenditoriali ma anche alle stesse strutture del Servizio Sanitario Nazionale. Per istituire il Registro è sufficiente identificare le seguenti informazioni: sede territoriale della ditta e attività economica; agenti cancerogeni utilizzati; dati anagrafici del lavoratore e mansione, valore e durata dell'esposizione. La modulistica standard predisposta dall'lspesl può essere reperita su internet al seguente indirizzo: I facsimile dei modelli e delle relative specifiche sono riportati negli allegati che seguono. La registrazione dei livelli e delle occasioni di esposizione, dei lavoratori esposti e delle sostanze cancerogene è uno strumento importante per l'individuazione delle situazioni di rischio e per la definizione delle misure di prevenzione e protezione dei lavoratori. da Ambiente e Sicurezza sul Lavoro 9 - EPC CISL USR Lombardia - Sito internet: > Speciali > Ambiente e sicurezza > Documentazione 6
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