Figura 4 - Prova di permeabilità in sito a carico costante.

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1 Permeabilità La determinazione delle caratteristiche di permeabilità dei depositi di terreno sciolto trova applicazione in tutti quei problemi legati agli abbassamenti di falda o ai moti di filtrazione in generale. Questo aspetto della caratterizzazione geotecnica in sito è documentato da una letteratura molto vasta, giustificata dal fatto che lo studio dei moti di filtrazione nel terreno ha tradizioni più antiche, riguarda problemi di moto sia stazionario che transitorio e può interessare condizioni al contorno molto diversificate tra loro. Si fornisce nel seguito una breve sintesi sulle principali procedure sperimentali per la valutazione in sito del coefficiente di permeabilità; per una trattazione più esauriente sull argomento si rimanda a trattati più specialistici (Viggiani,1984). La prova di pompaggio con controllo piezometrico costituisce la tecnica di misura diretta più appropriata poiché consente di valutare il coefficiente di permeabilità per un volume di terreno molto ampio ed in condizioni praticamente indisturbate. Ha però lo svantaggio di essere onerosa e praticabile solo in terreni permeabili. Si possiedono soluzioni relative ad acquiferi confinati e non confinati, in regime stazionario o transitorio. Le prove in regime stazionario sono di più semplice interpretazione ma richiedono in genere tempi lunghi di pompaggio. Le prove di permeabilità in foro vengono condotte durante l esecuzione di fori di sondaggio, predisponendo nella parte terminale del foro un opportuna sezione filtrante ed imponendo un dislivello piezometrico tra il fluido immesso nel foro e la falda esterna. La prova può essere eseguita a carico costante, ossia misurando la portata d acqua necessaria a mantenere costante il dislivello piezometrico (Figura 5), oppure a carico variabile, ossia misurando l intervallo di tempo t necessario alla variazione h del carico idraulico rispetto ad una condizione iniziale di riferimento. La portata Q immessa o estratta viene misurata attraverso la variazione del livello d acqua oppure tramite un contatore. Q = F k h - Q = portata immessa o estratta. - F = coefficiente di ingresso. - k = coefficiente di permeabilità. - h = carico idraulico. Figura 4 - Prova di permeabilità in sito a carico costante. 1

2 Tale portata è legata ad un coefficiente di ingresso F, avente le dimensioni di una lunghezza, dipendente dalla forma e dalle dimensioni della sezione filtrante. Le prove di permeabilità in foro di sondaggio sono molto semplici ed economiche e possono essere eseguite in terreni con permeabilità medio bassa. Di contro sono prove puntuali ed in quanto tali sono poco rappresentative delle caratteristiche di permeabilità dell ammasso nel suo insieme. Nel caso dei terreni coesivi, con permeabilità molto bassa, si possono eseguire prove a carico costante o variabile attraverso piezometri già installati o infissi direttamente dal piano campagna o dal fondo di un foro di sondaggio. Le prove a carico costante sono da preferirsi poiché, se protratte per un tempo sufficientemente lungo offrono la possibilità di prescindere dal processo di consolidazione associato alla variazione delle tensioni effettive. Al fine di limitare gli effetti di disturbo dovuti alla installazione del piezometro, si può ricorrere all impiego del permeametro autoperforante, costituito da una sezione filtrante cilindrica e da due celle di guardia che la delimitano superiormente ed inferiormente. Anche in questo caso possono essere eseguite prove a carico costante o variabile. 2

3 Pressioni Interstiziali La misura delle pressioni interstiziali viene eseguita a mezzo di strumenti detti piezometri o celle piezometriche. Ogni variazione della pressione neutra nel terreno provoca un flusso di acqua da o verso il piezometro, che ristabilisce in un certo tempo la condizione di equilibrio idraulico (prontezza del piezometro). La pressione dell acqua nella cavità piezometrica viene misurata in vari modi, che differenziano tra loro i vari tipi di strumenti. Lo studio della distribuzione delle pressioni interstiziali costituisce un proposito di notevole importanza nella caratterizzazione geotecnica dei depositi interessati dalla presenza di falde acquifere. In virtù del principio delle tensioni efficaci, enunciato dal Terzaghi nel 1923, il comportamento meccanico dei terreni è fondamentalmente riconducibile al ruolo svolto dalle tensioni efficaci: queste come noto si evincono dalle tensioni totali σ detraendo la pressione dell acqua U secondo l espressione σ = (σ u). L espressione che traduce il principio delle tensioni efficaci ha validità del tutto generale, sia nell ambito di condizioni transitorie che stazionarie; gli strumenti con i quali si esegue la misura in sito della pressione interstiziale vengono denominati piezometri ed in base al loro tempo di risposta possono risultare più o meno idonei al tipo di formazione in cui vengono installati o alla misura di condizioni idrauliche variabili nel tempo. Il tipo più semplice è il piezometro a tubo aperto, costituito da un tubo dotato di un tratto sfinestrato (Figura 1) all interno del quale sia possibile inserire una sondina galvanometrica per la misura del livello dell acqua (Figura 2). Considerato il volume di acqua che deve fluire all interno del tubo, in presenza di una causa perturbatrice delle condizioni di equilibrio, questo tipo di piezometro si rivela adatto per i terreni a grana grossa caratterizzati da elevata permeabilità. Figura 1 Piezometro a tubo aperto. 3

4 Per ottenere una risposta più rapida in terreni meno permeabili si utilizza il piezometro tipo Casagrande (Figura 3) dotato di una pietra porosa nella porzione di misura a contatto con il terreno. Per ottenere tempi di risposta più ridotti è necessario ricorrere a piezometri pneumatici a circuito chiuso o addirittura a celle piezometriche molto rigide nelle quali l elemento di misura è costituito da una membrana attrezzata con estensimetri elettrici a variazione di resistenza. Alla prontezza di risposta delle celle piezometriche fa contrasto una non sempre buona affidabilità legata alle variazioni dei parametri di taratura dello strumento per prolungati tempi di utilizzo. Figura 2 Rilievo della posizione falda. Riferendosi allo schema di Figura 4, assumendo nulle le perdite di carico, essendo A la sezione del tubo, per l equazione della continuità si ha: da cui: dz F k =- dt (1) z A Se la pressione da misurare è costante nel tempo (z 0 = cost), e poiché per t = 0 si ha z = z 0, integrando la (1) fra 0 e t si ottiene immediatamente: z F k = exp [- t] z o A Definendo rapporto di equalizzazione: u* - u o * ε = u u o * q dt = A dh = - A dz Figura 3 Piezometro tipo Casagrande. 4

5 Figura 4 Schema per l analisi della risposta di un piezometro. si ha: γ w (z o z) z F k ε = =1 - =1 - exp [- t] (2) γ w z o z o A Il rapporto di equalizzazione è nullo all inizio del processo (t = 0), e tende all unità con il crescere di t; in altre parole, la pressione misurata u* tende al valore esatto u con legge esponenziale negativa. Il tempo necessario ad ottenere u* = u è allora teoricamente pari ad infinito. In pratica, si definisce il tempo di risposta di un piezometro come quel tempo t 95 necessario per ottenere un grado di equalizzazione del 95%. Ponendo ε = 0.95 nella (2) e risolvendo rispetto a t, si ottiene: A 3A t 95 = - ln 0.05 (3) F k F k La misura della pressione idrostatica può essere eseguita anche durante le prove con piezocono o con dilatometro Marchetti; nel caso in cui la prova interessi terreni coesivi, la misura della pressione idrostatica richiede tempi adeguati alla completa dissipazione delle sovrappressioni neutre indotte dalla penetrazione non drenata all interno della formazione. 5

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