1. Aspetti positivi da confermare

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1 A don Luciano Pisati, parroco, a don Mauro Sgaria, cappellano, a voi, membri del Consiglio pastorale Parrocchiale, a voi tutti, cristiani della parrocchia di s.carlo in Crema: Avevo un grande desiderio di incontrare la vostra comunità mediante una visita che fosse il riflesso della vita ordinaria e l ho conosciuta proprio così. Essa si è manifestata come una comunità giovane, viva, desiderosa di incontrare il proprio Vescovo come pastore, di ascoltare la sua parola di padre. Ho cercato, stando in mezzo a voi, di richiamarvi la bellezza, la positività, l ottimismo, la gioia di una vita cristiana vissuta generosamente! Sono stati giorni intensi quelli trascorsi con voi, da giovedì 8 a domenica 11 novembre. Ho pregato con voi, ho potuto incontrare molte persone: collaboratori, ammalati e anziani, diversi gruppi, presenze varie di ragazzi e di giovani, all interno delle belle, rinnovate strutture di cui è dotata la parrocchia, con l oratorio e gli impianti sportivi recentemente completati. Ripensando a quelle giornate, mi tornano alla mente tanti volti di persone, come gli aspetti positivi che ho potuto riscontrare, accanto anche alle inevitabili difficoltà, che stanno segnando la nostra pastorale in questi tempi. Vorrei quindi richiamarvi alcune prospettive di impegno, per aiutare la vostra comunità a camminare in un mondo che cambia assumendo sempre più un volto missionario. Nella vita delle nostre comunità deve esserci un solo desiderio: che tutti conoscano Cristo, che lo scoprano per la prima volta o lo riscoprano se ne hanno perduto memoria; per fare esperienze del suo amore nella fraternità dei suoi discepoli (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 1) 1

2 1. Aspetti positivi da confermare Rendo grazie a Dio per la presenza e l impegno di tanti cristiani. Ho constatato una comunità viva, grazie all impegno e alla dedizione del vostro parroco don Luciano, ma anche grazie alla corresponsabilità di tanti laici (uomini e donne), che danno buona testimonianza, consapevoli della grazia del loro Battesimo. Ho incontrato dei laici non solo disponibili, ma anche preparati a vivere con maturità la corresponsabilità: ad essi ho chiesto e chiedo una capacità di lettura della situazione, insieme a una sana, positiva creatività nel proporre una misura alta della vita cristiana, che sappia considerare i nuovi linguaggi e trovare i modi più opportuni per avvicinare gli uomini di oggi nelle loro situazioni particolari, spesso problematiche. Ho visto con soddisfazione come viene curata la formazione cristiana, l animazione liturgica, l impegno nel volontariato caritativo, una sana pratica sportiva: davvero la parrocchia è luogo di esercizio di vita cristiana, per far sì che ciascuno diventi testimone di Cristo nel mondo. Anche con pochi numeri, ma cuori grandi e generosi, il Signore salva! Se siete una comunità che ama, la gente, che è assetata di amicizia e di amore, potrà veramente trovare la fontana del villaggio, la dimora di Dio con gli uomini (Ap.21,2-3). Fate respirare e vedere un clima di comunione, imparate sempre più uno stile di comunione: rincuorare, animare, ascoltare tutti: la parrocchia è uno spazio per tutti, per chi ha fervore, ma anche per chi fa fatica a credere o difficilmente si inserisce nella vita comunitaria. 2. Difficoltà da affrontare Si rileva anche da noi, negli ultimi anni, il crescente soffiare del vento discreto, ma devastante, dei modelli culturali imperanti - avete scritto. Certo, la tentazione dell individualismo, l interesse per il profitto immediato, le facili evasioni sono realtà comuni anche nel nostro ambiente di vita. Come pure, all interno della parrocchia, il pericolo di trasformarla in una comunità autoreferenziale, in cui ci si accontenta di trovarsi bene insieme, coltivando rapporti ravvicinati e rassicuranti tra i soliti noti, senza una tensione missionaria. D altra parte dobbiamo evitare di percepire la parrocchia come centro di servizi per l amministrazione dei sacramenti, che dà per scontata la fede di quanti li richiedono. (cfr. (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 4) La tentazione dello scoraggiamento, la fatica a coinvolgere le persone in proposte serie, la delega educativa da parte di tante famiglie, il disimpegno, ecc. sembrano a volte intaccare la possibilità di una pastorale veramente comunitaria. Come favorire quindi il primato di Dio, nel relativismo della cultura odierna e nell indifferenza di molte persone? I Vescovi italiani ci indicano come unica prospettiva quella di restituire alla parrocchia quella figura di Chiesa eucaristica che ne svela la natura di mistero di comunione e di missione. (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 4) 2

3 3. Indicazioni e prospettive per il cammino a- Suscitare un esigenza di spiritualità, sottolineando con vigore il primato di Dio Occorre preparare cristiani adulti, fondati su un serio cammino di vita nello Spirito (comunitario e personale), capaci di affrontare coraggiosamente, e con serenità, il mondo attuale per una rinnovata presenza cristiana nel mondo d oggi, aldilà di quella tendenza esageratamente intra-ecclesiale che contribuisce all inerzia e alla povertà della esperienza cristiana. E urgente seguire con ogni impegno la formazione degli animatori, in grado poi di vivere la missione apostolica a servizio degli altri: nella parrocchia come nei diversi settori della testimonianza: dalla famiglia, al mondo del lavoro, della cultura, della scienza, dell economia, della politica, ecc. L adulto oggi si lascia coinvolgere in un processo di formazione e in un cambiamento di vita soltanto dove si sente accolto e ascoltato negli interrogativi che toccano le strutture portanti della sua esistenza: gli affetti, il lavoro, il riposo. (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 9) I collaboratori più vicini diventino quindi i primi cristiani credibili, mediante una partecipazione attiva alla vita della comunità (celebrazioni liturgiche, ascolto della Parola, catechesi, formazione spirituale, impegno caritativo). (cfr. la mia lettera Il battesimo, sorgente delle vocazioni ecclesiali, n 2 e nota 2) b- Sostenere le famiglie Si cerchi di entrare in rapporto con le coppie di sposi che chiedono i sacramenti della iniziazione cristiana per i loro figli. Ad essi si può proporre un cammino di fede che rimetta in gioco loro stessi, con l aiuto di animatori laici, convenientemente preparati (cfr i catechisti battesimali). Occorre potenziare il vivace gruppo famiglie, che ho incontrato, inserendolo sempre più nella gestione ordinaria della parrocchia ( a servizio dei fidanzati, in rapporto con le nuove famiglie, nell accoglienza e aiuto di coppie in crisi). Si può cercare di promuovere un secondo gruppo di famiglie più giovani, sostenuto da persone del primo gruppo. c- Una pastorale giovanile con proposta formativa cristianamente orientata Nella formazione dei ragazzi, anche con quelli del dopo-cresima, si seguano i catechismi CEI, con le necessarie mediazioni, per non accontentarsi di affrontare i problemi contingenti senza giustificare un necessario radicamento cristologico. Occorre quindi rivedere metodi e contenuti, non avendo paura di fare proposte alte e non aspettando che siano pienamente maturi, prima di proporre loro forti impegni di vita cristiana. Per i ragazzi e i giovani è necessario puntare su una vita cristiana integrale, dove, oltre la periodica frequenza al catechismo, è rimarcata la priorità dell Eucarestia domenicale, insieme alla celebrazione frequente del sacramento della Confessione, la preghiera quotidiana, l adorazione eucaristica, la possibilità di aderire ad opere di impegno di carità, dentro, ma anche all esterno della parrocchia, avvalendosi delle 3

4 diverse proposte associative di volontariato, fortunatamente presenti nella nostra diocesi. Occorre infatti mettere in condizione i giovani di andare oltre il loro vissuto, le loro domande immediate, per cogliere quelle che normalmente giacciono inespresse dentro il loro cuore e che necessitano di confronto, di risposte vere ed autentiche, frutto di esperienze consolidate nella fede. La ristrutturazione dell Oratorio, sicuramente apprezzabile, deve essere accompagnata da un più ampio progetto educativo di pastorale giovanile, che coinvolga insieme educatori e famiglie, avvalendosi anche del contributo della pastorale giovanile diocesana. d- Una pastorale integrata Cercate di tenere una costante apertura con le proposte diocesane e cittadine con il duplice intento di ricevere e di dare. A questo proposito incoraggio la piena e costante adesione all impegno di coordinamento che si sta attuando nella zona cittadina per la pastorale dei giovani e degli studenti. Perseguite l opportunità di scegliere come metodo di lavoro una costante e generoso rapporto di unità pastorale con la vicina parrocchia del S. Cuore, approfondendo quelle attività che già in un recente passato avete sperimentato e che ora possono proseguire stabilmente, quali ad esempio :l ACR, il Gruppo di ascolto, il Gruppo famiglie. e- Attenzione a chi è in situazioni di disagio Si trovino modalità nuove per entrare in relazione con le persone che non frequentano, e si trovano in tante situazioni di disagio, non solo materiale, ma spirituale: persone sole, persone abbandonate dal coniuge, conviventi, divorziati, ecc. Nessuno si senta lasciato ai margini della comunità. Tra queste categorie di persone possono trovarsi quelli che desiderano ricominciare a credere Una speciale attenzione va riservata verso quelle situazioni di sofferenza che spesso sono nascoste e che pure devono interpellarci.. Il linguaggio della testimonianza è quello della vita quotidiana. Nelle esperienze ordinarie tutti possiamo trovare l alfabeto con cui comporre parole che dicano l amore infinito di Dio. ( Rigenerati per una speranza viva Nota pastorale dopo il Convegno ecclesiale di Verona, 12) Da ultimo, raccomando che il Gruppo Caritas e Missione, oltre cercare nuove persone disponibili, faccia un percorso di formazione ecclesiale. Questi gruppi, per mezzo dell attività caritativa, devono essere consapevoli di assistere la missione della Chiesa, che consiste nel diffondere nel mondo l amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (Rom 5,5). Per il cristiano la carità non è una specie di assistenza sociale che si potrebbe anche lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza (Deus caritas est, 25) 4

5 Vista la presenza di un buon numero di battezzati che, considerate le loro competenze professionali, possono essere disponibili in futuro per un approfondimento del discorso culturale cristianamente orientato, auspico che siano aiutati ad incontrare le diverse proposte che la Chiesa italiana organizza, quali il Movimento per la Vita, il Movimento Scienza e Vita, Retinopera, Fede e cultura,ecc. Ringrazio anche per l offerta in denaro che mi avete inviato, unendovi alla Chiesa di Crema che, in occasione della visita pastorale, partecipa alle attività promozionali della Caritas diocesana (casa per autistici) e della Chiesa in Birmania (Myanmar), che fu luogo del martirio del nostro Padre Alfredo Cremonesi, pime. Prima di congedarmi da voi con questa lettera, informo che è mia intenzione riprendere queste indicazioni generali e offrirle a tutte le parrocchie della Città, a conclusione della visita pastorale. Invito fin da ora, soprattutto voi, membri del Consiglio Pastorale parrocchiale, alla Eucaristia di domenica 27 gennaio 2008, nel nostro Duomo, alle ore Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene. Il Signore diriga i vostri cuori nell amore di Dio e nella pazienza di Cristo (2Tess 2,16-17;3,5). + Oscar Cantoni, vescovo Crema, residenza vescovile, 23 novembre