TV LOCALI, NUOVE TECNOLOGIE E INTERATTIVITA', L'ESPERIENZA DI TV6 di: Carmine Perantuono

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1 TV LOCALI, NUOVE TECNOLOGIE E INTERATTIVITA', L'ESPERIENZA DI TV6 di: Carmine Perantuono PREMESSA La televisione, nata come un medium analogico, e quindi con un tipo di comunicazione uni-direzionale, grazie allo sviluppo esponenziale delle tecnologie della comunicazione, è stata inglobata nei nuovi media: si è trasformata in elemento comunicativo bi-direzionale. Questo vuol dire che la televisione è in grado di espletare le funzioni sia di emittente sia di ricevente la comunicazione, grazie proprio alle nuove possibilità di interazione con l utenza che la digitalizzazione consente. Le nuove tecnologie metteranno sempre più gli spettatori nelle condizioni di scegliere i singoli contenuti in competizione. Ci troviamo in una fase di transizione verso un nuovo modo di costruirsi la tv da parte di ogni singolo utente, rispetto al quale l'italia -come sempre- è in ritardo. A parte lo slittamento al 2012 della data dello switch-off completo dall'analogico al digitale terrestre, anche l'utilizzo delle altre tecnologie interattive mostra una scarsa attenzione al feedback-sociale tra chi produce tv e chi sceglie i prodotti televisivi. LE TV INTERATTIVE (?) - LO STATO DELL'ARTE Ormai è di moda anche nel nostro Paese decantare le enormi prospettive di interattività aperte dalle IPTV ( Internet Protocol TV), canali gestiti da provider che si avvalgono della tecnologia su cui si basa internet (TCP/IP) per diffondere video in banda larga (Adsl o fibra che sia). In Italia le più famose sono quelle di Fastweb e Alice. In realtà si tratta di una tecnologia chiusa, almeno nell'esperienza italiana: la televisione è completamente gestita da un provider, che acquista i diritti di alcuni contenuti della tv generalista e a li ripropone in un palinsesto rispondente al mercato della proprietà editoriale. Oltre ad essere carenti di contenuti prodotti per questa tecnologia, le IPTV italiane mancano spesso di strumenti di comunicazione sociale basati su user generated contents, come invece avviene all'estero. I provider confondono l interattività del telecomando con la nuova televisione, quella che dovrebbe contenere il valore aggiunto di un interazione sociale tra utenti che stanno contemporaneamente visionando lo stesso programma. La MobileTV (la Tv sul telefonino) è analoga -nelle limitazioni all'interattività- alla IPTV, 1

2 anche se diffusa su un diverso supporto. Il mercato è più recente e immaturo. Lo testimoniano non solo i costi del servizio ancora troppo alti, ma anche le interfacce di accesso, che sono ancora poche e complesse nell'utilizzo. Le WebTV ( o NetTV ) si pongono invece su un altro piano. Sfruttano di una tecnologia tecnicamente molto flessibile, che permette di distribuire contenuti via web (anche all interno di semplici pagine internet in Html). I bassi costi di diffusione dei video e di gestione del servizio permettono di avere riscontri significativi anche con contenuti visualizzati da pochi utenti (è l'ideale per il mercato di nicchia ). Le WebTV sono potenzialmente in grado di stabilire una stretta interattività tra chi diffonde e chi riceve i contenuti. Ma anche in questo caso c'è un limite di fondo, stavolta tecnologico, più che editoriale. E' infatti attualmente impossibile trasmettere ad un elevato numero di utenti: i server utilizzati, nella migliore delle ipotesi, permettono di trasmettere solo a migliaia di persone. Con la tecnologia attuale, uno show da prime time da milioni di spettatori sarebbe quindi irricevibile attraverso una WebTV. Questo limite potrebbe in futuro essere superato dall utilizzo più convinto del Peer To Peer: su queste reti tutti gli utenti diventano anche ritrasmettitori del contenuto di cui stanno usufruendo (peercasting). Queste sono le tecnologie ad oggi più diffuse. Avranno vita breve o si consolideranno? Certo oggi in Italia siamo di fronte ad un mercato conservatore e ingessato, abituato com è alla (apparente) gratuità della televisione generalista. Manca la propensione alla sperimentazione: gli editori televisivi e del mondo dei media (ancora troppo pochi e troppo ben radicati) tendono a non rischiare, preferiscono consolidare le loro posizioni e difenderle dalla concorrenza. IL RUOLO DELLE TV LOCALI Tutte le leggi di regolamentazione dell'emittenza, dalla Mammì in poi, sia pure nel fotografare la situazione esistente al momento della loro entrata in vigore, hanno stimolato la specializzazione di queste aziende su due fronti: Gestore di rete e/o Produttore di contenuti. La prima attività (quella di carrier nell'etere) è da sempre condizionata dai costi delle tecnologie, specie in regioni orograficamente svantaggiate come l'abruzzo, in cui per raggiungere l'intera popolazione occorre un numero di ripetitori decisamente superiore 2

3 rispetto ad altre aree geografiche. Gli attuali gestori di rete censiti e autorizzati sulla scorta della Legge Gasparri si trovano oggi di fronte alla transizione al digitale: i punti di forza della rete digitale via etere, oltre alla possibilità di dividere ciascuna frequenza, fino ad ospitare sei canali diversi sullo stesso trasponder, risiedono anche nella più accentuata interattività nella scelta dei contenuti (video on demand). Il punto di debolezza per gli operatori delle Tv locali è invece attualmente proprio lo slittamento della data dello switchoff. Da oggi al 2012 in pochi si azzarderanno a sperimentare o acquistare attrezzature che rischierebbero l'obsolescenza tra quattro anni: ammesso (e non concesso) che la data sia confermata, le TV restano alla finestra, come del resto i potenziali spettatori (le vendite dei decoder sono sul limite del flop commerciale). Lo scenario di interattività dell'etere, alla luce di questi elementi, rimane dunque ingessato. Le Tv locali hanno invece da implementare, in questa fase del mercato dei media, l'altro loro ruolo, quello di Produttore di contenuti. Il tempo ha fatto giustizia di un'idea di palinsesto generalista, che in ambito locale ha sempre meno senso. Impossibile competere con gli show, l'intrattenimento e le fiction da cui il telespettatore è sommerso con l'offerta dei network nazionali. E' l'informazione locale una delle frontiere su cui i produttori di contenuti possono vivere una nuova primavera. Nella competizione global si riesce ad essere protagonisti proprio scommettendo sulla nicchia local : quanto più il contenuto è vicino al territorio, ed è immediatamente veicolabile, tanto più può risultare competitivo e vendibile non solo al pubblico dell'emittente stessa ma -attraverso i nuovi media- ad un mercato indefinito nelle dimensioni, teoricamente globale. L'ESPERIENZA DI TV6 In questo senso va letta l'evoluzione intrapresa dall'emittente regionale abruzzese Tv6, nel cui palinsesto l'attenzione alla qualità, al ruolo sociale dei media e all'interattività con gli spettatori non è solo uno slogan. In primo luogo è stata intrapresa la scelta di non trasmettere televendite, opzione apparentemente (e in parte anche realmente) penalizzante dal punto di vista commerciale. In ogni attimo in cui si è sintonizzati su TV6, 24 ore al giorno, vanno in onda produzioni o co-produzioni dell'emittente stessa. Le trasmissioni sono realizzate prevalentemente in esterna e tra la gente. Una rubrica settimanale è dedicata ai libri. Ma non manca l'informazione sanitaria, sulle pari opportunità, e su temi spesso lontani dai palinsesti delle Tv abruzzesi. A fronte di un panorama nazionale in cui i siti delle Tv locali sono generalmente istituzionali, 3

4 scarsamente aggiornati e non interattivi, Tv6 ha implementato, proprio negli ultimi mesi, la possibilità offerta agli utenti (con tutti i limiti di... banda cui ho accennato in precedenza) di vedere in live-streaming quanto è in onda e di effettuare lo streaming e persino il download-on demand di tutte le produzioni. Un'esperienza partita dalle richieste dei telespettatori del calcio e poi estesa a tutto il palinsesto. Grazie ad Internet si può inoltre recuperare quello che oggi è un vero e proprio tesoro sepolto: l archivio. Oggi radio e tv hanno ore e ore di produzioni fatte e immobilizzate su nastri, cd o altri supporti analoghi. Con Internet queste risorse possono essere recuperate e valorizzate, rendendo prezioso il sito dell emittente. Un ulteriore esempio virtuoso dell'accresciuta competitività dell'emittente in quanto azienda editoriale produttrice di contenuti locali, è legata all'esperienza del satellite. Di recente Tv6 ha raggiunto un'intesa con un provider per l'affitto di almeno sei ore di trasmissione quotidiane in chiaro su Hot Bird (Canale 910 di Sky). Tra gli effetti più rilevanti dell'operazione è particolarmente significativa la circostanza che per la prima volta (nemmeno la TGR lo fa) un telegiornale con le notizie dall'abruzzo venga trasmesso in tutta Europa, raggiungendo così le numerose comunità di corregionali nel continente (la ricezione è in chiaro, senza necessità di abbonamento e decoder Sky). Il satellite consente inoltre di estendere il bacino d'utenza anche alle parti del territorio regionale difficilmente coperte dal segnale via etere e -particolare tutt'altro che marginale- di informare sull'abruzzo anche i corregionali residenti nelle altre regioni italiane (si pensi che dopo Pescara è Roma la città italiana in cui vive il maggior numero di abruzzesi). Tra i riscontri più negativi dell'approccio ad una interattività più accentuata, spicca un generalizzato scarso interesse verso queste esperienze da parte delle istituzioni, che considerano la Tv locale solo come un megafono propagandistico sulle loro attività, e non come un canale di confronto con le esigenze delle comunità. Eppure tra i programmi di maggior ascolto con protagonisti amministratori pubblici su tv locali, ci sono proprio quelli nei quali è possibile interloquire telefonicamente o -più di recente- via sms con sindaci, assessori... Un tentativo di svolta nell'orientamento su scala locale verso le tematiche sociali e della qualità si è registrato proprio qualche mese fa, su iniziativa del CORECOM Abruzzo. Il comitato regionale per le comunicazioni, in un convegno a Pescara, ha avanzato l'idea di premiare con un bollino di qualità le produzioni a più alto contenuto sociale delle emittenti abruzzesi, invitandole a sinergie tra loro, ma anche con la sede regionale della Rai, 4

5 assieme alla quale è in cantiere un progetto da destinare anche ai canali digitali terrestri, di trasmissioni intelligenti rivolte ai più giovani. Proprio il bollino di qualità, sperimentato già in altre regioni, potrebbe essere in futuro inserito tra i requisiti per la formazione della graduatoria tra le TV per l'accesso ai finanziamenti statali, accanto a quelli attuali, che tengono conto soltanto del fatturato e del personale assunto. 5