1. COSA E LA SOCIOLOGIA FIORENZO PARZIALESOCIOLOGIA GENERALE UNIVERSITA LUMSA-ROMA A.A
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- Eloisa Antonucci
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2 1.1. SOCIOLOGIA E SOCIETA SOCIOLOGIA: Scienza che studia la società La seconda immagine rappresenta meglio il lavoro del sociologo 2
3 Soggetto (studioso/sociologo) appartiene al suo oggetto di studio (mondo sociale/società) 3
4 DUNQUE, LA SOCIOLOGIA E : Riflessione critica e pratica scientifica applicata all ambiente sociale in cui viviamo Analisi che la società compie per chiarire sé a se stessa: il sociologo studia oggetti che sono della sua stessa natura = s-oggetti, che parlano, pensano e reagiscono alle conoscenze prodotte dalle scienze sociali (riflessività) 4
5 SOCIETA RISULTATO DI INTERAZIONI FACCIA A FACCIA E RELAZIONI A DISTANZA RIPETUTE, RICORSIVE, FONDATE SU SAPERI, NORME E VALORI COMUNI MA PLURALISMO ALL INTERNO DI UNA STESSA SOCIETA (V. PROSSIME LEZIONI) 5
6 LA SOCIETA HA UNA DUPLICE ESISTENZA : PUO ESSERE CONCEPITA IN 2 MODI CHE NON SI ESCLUDONO L UN L ALTRO INSIEME DEGLI ATTORI CON LORO POSIZIONE SOCIALE (STATUS-RUOLI) INSIEME DELLE ISTITUZIONI VIGENTI Società come PROCESSO (interazioni tra individui, faccia a faccia e a distanza) e come STRUTTURA (società come sistema sociale che vincola comportamento individuale, regola le relazioni individui, forma il soggetto, lo socializza) 6
7 COME POSSIAMO COMPRENDERE QUESTA DUPLICITA? PENSIAMO AL LINGUAGGIO.. Tra i tipi di linguaggio più importanti abbiamo le lingue storico-naturali Noi parliamo una lingua per descrivere il mondo, ma come dice Heidegger ( ) siamo anche parlati dalla lingua.. Lingua = sistema/struttura Comunicazione concreta = processo/evento l introduzione di un termine nuovo come petaloso, o l eliminazione del congiuntivo in italiano, sono fenomeni sociali che richiedono tempo perché è difficile forzare/modificare il sistema linguistico così come lo abbiamo imparato 7
8 Società come sistema di regole sociali, norme, valori che apprendiamo insieme agli altri, dunque con-dividiamo+noi interpretiamo regole/norme/valori e le applichiamo all occorrenza L introduzione di nuove norme/valori/pratiche, alla stregua dell introduzione di nuove parole, comporta la ri-definizione della realtà = possibile cambiamento sociale 8
9 SIAMO COME MUSICISTI IN UN ORCHESTRA Ogni volta l esecuzione è creazione (è quella e non altra, è la nostra in quel dato momento e spazio) e riproduzione (ci rifacciamo ai modi di dire, pensare, vedere il mondo che abbiamo appreso nel tempo) = CREAZIONE SOCIALMENTE REGOLATA 9
10 SOCIETA COME ORCHESTRA DIFFERENZE TRA I MUSICISTI DIVERSITA DI INTERPRETAZIONI MA SAPERE COMUNE E RICHIESTA DI (UN GRADO SUFFICIENTE DI) COORDINAMENTO SOCIALE SOCIETA = INSIEME DEI MUSICISTI E AL TEMPO STESSO ORCHESTRA NEL SUO INSIEME la creazione regolata può fare un salto qualitativo = nuovo brano, nuovo genere musicale 10
11 Torneremo più volte su questa natura duplice della società: la società non si vede, ma possiamo studiarla, sappiamo (implicito) di farne parte ma è difficile conoscerla (esplicitazione, riflessività, consapevolezza, appropriazione, oggettivazione..) L implicito, l ovvio, va reso esplicito: analisi critica del senso comune (doxa) 11
12 1.2. LA EPOCHE EIL MONDO IN QUESTIONE Il termine epochè deriva dal greco ἐποχὲ. Esso significa sospensione Noi agiamo aprendoci al mondo, al nostro esterno = mondo come orizzonte Proprio per il fatto che il mondo è l orizzonte permanente di tutti i nostri vissuti di coscienza, diviene necessario sospendere temporaneamente il giudizio, al fine di far apparire i fili intenzionali che ci collegano al mondo per vedere cosa si nasconde, se qualcosa si nasconde, dietro le certezze del senso comune 12
13 Ciò significa andare oltre lo atteggiamento naturale, come lo chiama Husserl ( ), l ovvietà delle cose, sospendere il mondo stesso, metterlo tra parentesi o fuori gioco Noi agiamo e pensiamo sulla base della nostra educazione, delle nostre esperienze e del mondo sociale in cui viviamo: guardiamo il mondo sempre da un dato punto di vista socialmente situato Il mettere in discussione l ovvio, lo scontato, è sempre un processo riduttivo, non completo, non possiamo mai porci al di sopra/fuori del mondo a cui apparteniamo = visione critica del mondo come azione parziale, ma utile per comprendere meglio noi stessi e gli altri 13
14 Quindi Possibilità di sviluppare le potenzialità razionali dell essere umano Molteplici sono i fenomeni che noi esperiamo e fanno parte della società Quotidianamente noi ri-produciamo la società con le nostre azioni Es. Abbiamo particolari modi di salutare le persone, di cooperare con loro o di configgere 14
15 Trascorrere del tempo con degli amici o seguire una lezione all università presuppone un insieme di regole sociali, un sapere comune = ruoli, diritti e doveri socialmente definiti Il nostro modo di mangiare, vestirci, fare amicizia, fare l amore, relazionarci al nostro partner, scegliere il nome dei nostri figli, discutere, partecipare alla vita pubblica, etc. etc. è socialmente costruito = esperienza + socializzazione nel tempo ci porta a stare nella società Anche per cambiare la società partiamo sempre da una data definizione di essa, o di suoi particolari aspetti, per giungere a costruirne altra 15
16 SOCIETA COME COSTRUZIONE SOCIALE, QUINDI MODIFICABILE = SCIENZA SOCIALE COME ATTIVITA RAZIONALE E CRITICA L EPOCHE = IL MONDO IN QUESTIONE RIFLETTERE SU CIO CHE DIAMO PER SCONTATO, CI SEMBRANATURALE/OVVIO E GUARDARLO COME SE FOSSE LA PRIMA VOLTA (LO SGUARDO DELLO STRANIERO, DEL BAMBINO..) 16
17 STUPORE..MERAVIGLIA DOMANDA SUL SENSO DELLA SOCIETA ATTRAVERSO LO STUDIO DEI SUOI SIGNIFICATI (V. SLIDES SU CULTURA) POSSIBILE MESSA IN DISCUSSIONE DELL ORDINE SOCIALE O ACCETTAZIONE CONSAPEVOLE 17
18 1.3. LA IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA WRIGHT MILLS ( ), sociologo statunitense L immaginazione sociologica è la capacità di riflettere su se stessi come soggetti liberi e non vincolati dalle influenze sociali che, in quanto tali, condizionano inconsapevolmente ogni gesto della vita quotidiana. È l atteggiamento mentale che permette allo studioso di vedere oltre il proprio ambiente e la propria personalità, al fine di meglio comprendere le strutture e le relazioni in una data società. SCORGERE NEL PRIVATO IL PUBBLICO, NEL PARTICOLARE IL GENERALE 18
19 Dalla biografia dei singoli si risale alle strutture sociali: es. donna picchiata dal marito ad inizio XX secolo = pratica privata che è considerata NORMALE = violenza di genere come problema non tematizzato negli USA fino agli inizi del Novecento= DIETRO LA NORMALITA SI CELANO RAPPORTI DI POTERE E DISEGUAGLIANZE SOCIALI Sensibilita storica Sensibilita antropologica Sensibilita critica critica delle forme di società esistenti = apertura a nuovi modi di fare società 19
20 CLIFFORD GEERTZ ( ) Vedere noi stessi come ci vedono gli altri può essere rivelatore. Vedere che gli altri condividono con noi la medesima natura è il minimo della decenza. Ma è dalla conquista assai più difficile di vedere noi stessi tra gli altri, un caso tra i casi, un mondo tra i mondi, che deriva quella apertura mentale senza la quale l oggettività è autoincensamento e la tolleranza mistificazione (Geertz, 1987) 20
21 1.4. FINALITA DELLA SOCIOLOGIA L uomo è un essere storico-sociale, solo in parte biologicamente determinato: la sua natura consiste nell essere produttore e prodotto di cultura (v. prox lezioni Marx = l uomo produce se stesso) La sociologia ha: una funzione cognitiva = individuare le questioni sociali a cui il senso comune non arriva una funzione pedagogica = svelare i condizionamenti sociali dell azione umana, educare noi stessi in modo da ampliare i nostri margini di libertà e criticare i rapporti sociali che riteniamo ingiusti 21
22 Presupposto per la trasformazione della realtà e il concreto contrasto delle diseguaglianze sociali che negano l appartenenza di noi tutti alla medesima comunità umana LA SOCIOLOGIA, NASCE DALLA FILOSOFIA, E UNA SCIENZA SOCIALE COME L ECONOMIA, IL DIRITTO, LA SCIENZA POLITICA, L ANTROPOLOGIA, LA PEDAGOGIA TEORIA E RICERCA EMPIRICA SONO LEGATE DA UN RAPPORTO DI RECIPROCA INFLUENZA: IMPORTANZA DELLE GENERALIZZAZIONI E DELLE OSSERVAZIONI PARTICOLAREGGIATE (ROBERT KING-MERTON, 1949) 22
23 NOTE PER GLI EDUCATORI PAULO FREIRE ( )«Nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, gli uomini si educano a vicenda in un contesto reale» (Freire, 1971) EDUCAZIONE COME ATTIVITA CREATIVA MEDIANTE LA QUALE I GRUPPI SUBALTERNIDIVENGONO CONSAPEVOLI DELLA LORO SITUAZIONE-LIMITE, DELLE COSTRIZIONI SOCIALI E DEI RAPPORTI DI POTERE = LIBERAZIONE COLLETTIVA DEGLI OPPRESSI, E PIU IN GENERALE DELLA SOCIETA NEL SUO COMPLESSO L EDUCATORE PER SVOLGERE BENE IL PROPRIO LAVORO E INTERVENIRE NEL MONDO SOCIALE DEVE AVERE UNA BUONA CONOSCENZA E IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA: COLLEGARE BIOGRAFIE A STORIA E SOCIETA, CONOSCERE SCIENTIFICAMENTE I PROBLEMI SOCIALI 23
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