Comune di Nuoro. Regolamento per la distribuzione dei carburanti

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1 Comune di Nuoro Regolamento per la distribuzione dei carburanti Pubblicato a cura dei Servizi Assistenza Organi Istituzionali, Ufficio di Presidenza del Consiglio e Innovazione Informatica 1

2 Art. 1 Piano Comunale Carburanti 1. Il presente regolamento disciplina, ai sensi del D.Lgs 32/98 come modificato dal D.Lgs n. 346/99, l esercizio dei distributori di carburanti sul territorio comunale. 2. Esso costituisce il Piano Comunale Carburanti sulla base del quale il Dirigente del Settore preposto rilascia l autorizzazione all esercizio. Art. 2 Condizioni per l esercizio dei distributori L installazione e l esercizio di impianti di carburante sono libere attività commerciali subordinate all autorizzazione del Dirigente del Settore competente nel rispetto: a. delle condizioni stabilite dal D.Lgs 32/98 e del D.Lgs. 346/99; b. delle norme contenute nel presente Regolamento riguardo l ubicazione, i criteri, le caratteristiche ed i requisiti delle aree; c. delle leggi e delle norme vigenti in materia di sicurezza, di tutela ambientale e sanitaria, di tutela dei beni storici, artistici e paesaggistici ed archeologici; d. del Codice della Strada adottato con D.Lgs. 285/92 e sue successive modifiche ed integrazioni; e. delle prescrizioni, delle autorizzazioni e dei nulla osta di tutti gli Enti preposti al controllo ed alla vigilanza sulla specifica attività. 2

3 NUOVI IMPIANTI Art. 3 Ubicazione Gli impianti di nuova realizzazione possono essere installati con l esclusione dei marciapiedi e delle aree comprese nell ambito della zone A del Centro Storico: a. sulle aree appositamente individuate dalla Pubblica Amministrazione; b. sulle aree a margine de le strade di tipo B, C, D, E ed E, così come definite dal vigente Codice della Strada, con l esclusione dei tratti compresi nelle zone soggette ai vincoli di cui alla L. 1497/39 e L. 431/85; c. sulle aree destinate a parcheggio di attività commerciali qualora possiedano caratteristiche tali da soddisfare le dotazioni di parcheggi e di servizi per entrambi le attività. Art. 4 Disciplina urbanistica 1. Le norme ed i criteri per l installazione di nuovi impianti stabiliti dal presente regolamento qualora difformi dai vigenti strumenti urbanistici, costituiscono, ai sensi dell art. 2 del citato D.Lgs 32/98, adozione di variante urbanistica e ne seguono l iter, successivamente alla presentazione di apposita istanza, secondo la L.R. 451/89 e successive modificazioni ed integrazioni. Esse assumono efficacia con la pubblicazione sul B.U.R.A.S. Sulle aree utilizzate per l installazione degli impianti di distribuzione prevalgono gli indici edificatori previsti dal presente Regolamento rispetto alle previsioni eventualmente diverse del PRG. 2. Su tali aree non è consentita l edificazione per finalità diverse da quelle connesse on l attività di distribuzione e previste nel presente regolar -tento. Le concessioni edilizie necessarie vengono rilasciate insieme all autorizzazione di cui all art. 2 del presente Regolamento. Art. 5 Manufatti ed accessori 1. I manufatti realizzati, ai sensi della presente disciplina urbanistica, sono da considerare strumentali ed accessori e pertanto destinati esclusivamente all esercizio delle attività connesse con la distribuzione carburanti, così come risulta dal presente Regolamento. 2. Contestualmente alla presentazione della domanda, il soggetto richiedente presenterà apposito atto d obbligo registrato, con l impegno allo smantellamento impianti, al ripristino dello stato dei luoghi ed alla bonifica del sottosuolo, e la domanda di cessazione dell attività. Art. 6 Requisiti e condizioni 1. Per l installazione di nuovi impianti sono richieste le seguenti superfici e concessi i seguenti indici edificatori: Tipo B : Superficie minima mq ; Superficie Massima mq ; Indice 0,15 mc/mq Tipo C : Superficie minima mq ; Superficie Massima mq ; Indice 0,30 mc/mq Tipo D : Superficie minima mq ; Superficie Massima mq ; Indice 0,30 mc/mq Tipo E : Superficie minima mq ; Superficie Massima mq ; Indice 0,30 mc/mq 3

4 Tipo E : Superficie minima mq ; Superficie Massima mq ; Indice 0,30 mc/mq 2. In tutte le tipologie d impianti la distanza minima dei manufatti dai confini è stabilita in metri 5.00, ed in ogni caso in metri da eventuali fabbricati circostanti; la distanza minima dei manufatti dalla strada è stabilita in metri 10.00; l altezza massima, con l esclusione delle pensiline è stabilita in metri Art. 7 Servizi all utenza della strada 1. Tutti gli impianti di distribuzione carburanti debbono soddisfare le seguenti esigenze minime a favore degli utenti della strada: a. Pensiline per la copertura delle isole di distribuzione a protezione dagli agenti atmosferici; b. Parcheggio per n. 9 autovetture, i autocaravan e n. 1 autotreno sulle strade di tipo B; parcheggio per 7 autovetture sulle strade di tipo C,D, E ed F; c. Telefono pubblico; d. Lavaggio autovetture; e. Ponte sollevatore; f. Servizi igienici accessibili ai disabili; g. 7. Servizi igienici per autocaravan (su strade di tipo B); h. Locale per magazzino, piccola officina meccanica ed elettromeccanica e riparazione pneumatici per una superficie massima di inc. 50; i. Locale di ristoro per una superficie minima di mq. 50; j. Serbatoio di stoccaggio degli oli esausti; k. Spazio attrezzato di giochi per bambini (obbligatorio solo per aree di almeno mq.); l. Zona a verde della superficie minima del 10% dell area; m. Schermatura verde su tutto il perimetro con esclusione del fronte stradale per il quale debbono essere garantite le migliori condizioni di visibilità; n. Apparecchiatura per servizio self-service per benzina e gasolio; o. Cassetta di pronto soccorso; 2. Tutti gli impianti ed i servizi dovranno essere inoltre privi di barriere architettoniche ai sensi della L. 13/89. Art. 8 Attività Commerciali 1. Gli impianti possono inoltre prevedere almeno un locale per la rivendita di altri prodotti anche non petroliferi nel rispetto delle norme vigenti della superficie massima di 250 mq, ed un locale adibito a ricovero spogliatoio, della superficie minima di mq servizi per quattro unità lavorative più 4 mq. per ogni ulteriore unità lavorativa. 2. E fatto inoltre obbligo di dotarsi di Autorizzazione Sanitaria per i locali destinati a somministrazione e/o vendita di sostanze alimentari. 4

5 Art. 9 Vincoli e limiti Tutte le attività commerciali ed artigianali esercitate all interno delle aree in oggetto sono da intendersi attività accessorie alla distribuzione dì carburanti e sono pertanto subordinate all autorizzazione di cui all art. 2 del presente Regolamento. Nel caso li cessazione, per qualsiasi motivo, dell attività di distribuzione di cui sopra, vengono meno tutte le autorizzazioni commerciali ed artigianali. Il Dirigente del Settore dispone, nel caso, con proprio provvedimento, la cessazione ditali attività. Art. 9 Bis Soggetti obbligati 1. Le nonne del presente Regolamento si applicano sia ai titolari delle autorizzazioni che agli eventuali gestori del servizio, secondo quanto previste dagli accordi interprofessionali stipulati fra le associazioni di categoria e quanto richiamato dal D. Lgs. 32/98 art. 1 comma I titolari dell autorizzazione ed i gestori rispondono in solido tra loro degli obblighi assunti nei confronti del Comune. Art. 10 Distanze dì sicurezza 1. Gli impianti ubicati nell ambito de la viabilità urbana dovranno avere: a. Un fronte minimo su strada di ml. 30; b. Passi carrabili di accesso e di uscita; c. L apertura di accessi carrabili dovrà essere conforme alle previsioni di cui agli artt. 44 e seguenti del DPR n. 495 e successive modificazioni. 2. Gli impianti ubicati nell ambito della viabilità urbana dovranno invece avere: a. Un fronte minimo su strada di ml. 80; b. Passi carrabili di accesso e di uscita; c. L apertura di accessi carrabili dovrà essere conforme alle previsioni di cui agli artt. 44 e seguenti del DPR n. 495 e successive modificazioni. 3. Sono fatte sempre salve condizioni più restrittive eventualmente impartite dagli organi gestori delle strade o dal Comune per motivi di sicurezza o di interesse pubblico. 4. Per gli impianti ubicati all interno delle aree di cui all art. 3 comma 2 del presente Regolamento, in deroga a quanto sopra, dovranno essere rispettate tutte le indicazioni degli Enti preposti alla sicurezza della circolazione stradale riguardo agli accessi e le uscite. 5

6 IMPIANTI ESISTENTI Art. 11 Prosecuzione dell attività Tutti gli impianti di distribuzione in esercizio alla data di approvazione del presente regolamento, fatta eccezione per quelli in possesso di proroga di esercizio, possono proseguire la loro attività, senza necessità di alcun atto amministrativo, dandone comunicazione alla Regione, al Comune ed al competente Ufficio Tecnico di Finanza, intendendosi le concessioni di cui all art. 16, comma 1 del D.L n. 745, convertito con modificazioni dalla L n. 1034, convertite in autorizzazioni. Art. 12 Verifica condizioni di sicurezza e compatibilità per l esercizio Il Comune esercita una verifica di compatibilità su detti impianti riguardante i profili della sicurezza sanitaria ed ambientale, quelli riguardanti la normativa urbanistica e le disposizioni a tutela dell ambiente, del traffico pedonale e veicolare urbano ed extraurbano, della sicurezza stradale e dei beni di interesse storico, architettonico, paesaggistico ed archeologico, oltre alla verifica del rispetto delle eventuali altre prescrizioni emanate dalla Regione e dal Comune stesso. Art. 13 Comunicazione di incompatibilità Il Comune notifica ai gestori degli impianti le risultanze delta verifica di cui sopra. Ai titolari di impianti risultati non compatibili ma adeguabili, nel rispetto delle norme in vigore, avvero incompatibili con il sito, viene contestualmente indicata tale condizione ai finì dell adeguamento o del trasferimento dell impianto. Art. 14 Programmi di adeguamento e/o di smantellamento I gestori degli impianti per il quale il Comune ha accertato l incompatibilità del sito o la non conformità alle norme o prescrizioni di legge, hanno facoltà di presentare al Comune stesso, alla regione ed al Ministero dell Industria e dell artigianato, entro 90 giorni dalla notifica delle risultanze di cui all articolo precedente, un proprio programma di chiusura e smantellamento degli impianti, ovvero di adeguamento alla vigente normativa ed alle disposizioni eventualmente impartite, articolato per fasi temporali da effettuarsi entro 18 mesi, trasmettendone copia al Ministero per l Ambiente. Art. 15 Revoca delle autorizzazioni e bonifica dei siti In caso di mancata presentazione del programma di adeguamento o di inadeguatezza o mancato rispetto del medesimo o, comunque, accertata la non conformità delle vigenti norme, allo scadere del termine di gg. 180 dalla notifica, ovvero alla data di scadenza della concessione / autorizzazione, se anteriore, le autorizzazioni sono revocate. Con la revoca il Comune prescrive i provvedimenti necessari alla rimozione degli impianti, anche sotterranei, al ripristino ed alla bonifica del sottosuolo e delle aree dismesse, provvedendo, in caso di 6

7 inadempienza, direttamente ai lavori ed in danno dei titolare. Art. 16 Motivi di pubblico interesse Fermo restando le procedure di cui sopra, il Comune può sospendere e/o evocare le autorizzazioni e/o le concessioni di suolo pubblico per sopraggiunti motivi di interesse pubblico e dì salvaguardia della pubblica incolumità mediante adozione di opportuno motivato provvedimento. 7

8 IMPIANTI DISMESSI Art 17 Obbligo di rimozione Tutti gli impianti e le attrezzature, anche sotterranee compresi i serbatoi, degli esercizi che alla data di adozione del presente Regolamento hanno cessato la propria attività, devono essere rimossi a cura e spese dei titolari o dei loro aventi causa. Il Comune notifica agli interessati opportuno invito a presentare entro 30 giorni un progetto di smantellamento degli impianti e di bonifica del sottosuolo che dovrà essere approvato dal Comune e realizzato entro 180 gironi successivi all approvazione. Art. 18 Esecuzione in danno Scaduto il termine di cui sopra senza che sia stato presentato il progetto di ripristino e bonifica del sito, il Comune notifica, ai titolari o loro aventi causa, l avvio della procedura di esecuzione in danno dei lavori necessari, secondo il progetto redatto dall Ufficio Tecnico Comunale competente o da tecnico esterno all uopo incaricato. 8

9 LE AREE PUBBLICHE Art. 19 Modalità di assegnazione 1. La realizzazione degli impianti posti su aree pubbliche avverrà previo Bando di concorso da pubblicarsi almeno 60 gg. prima dei termini di scadenza per la presentazione delle domande (art. 2 comma 4 D.Lgs. 32/98), in esso saranno indicate tulle le condizioni per la realizzazione degli impianti di distribuzione di carburanti. 2. L aggiudicazione avverrà sulla base: - migliore aumento sul prezzo base del canone mensile fissato dal Comune; - servizi offerti all utenza, in aggiunta a quanto previsto obbligatoriamente all art.7 del presente Regolamento; - Piano occupazionale 3. La concessione dell area in tutti i casi non potrà avere una durata maggiore di 18 anni. Art. 20 Ammissione all assegnazione Possono partecipare all asta per la concessione delle aree pubbliche i titolari di autorizzazioni per l esercizio di impianti per la distribuzione di carburanti nel territorio della Regione Sardegna che siano soggetti alle procedure di chiusura di cui agli articoli precedenti. 9

10 PROCEDURE Art. 21 Semplificazione amministrativa 1. Al fine di realizzare la semplificazione dei procedimenti amministrativi, il soggetto richiedente presenta, unitamente alla domanda per il rilascio dell autorizzazione di cui all art. 2, un analitica autocertificazione corredata da perizia giurata di un tecnico specializzato, abilitato ed iscritto nel relativo Albo professionale, che attesti il rispetto di tutte le prescrizioni ed i criteri contenuti nel presente regolamento e delle leggi vigenti in materia. 2. Essa dovrà contenere: a. Tutto ciò che viene indicato nell Allegato n. 1 del presente Regolamento: b. L attestazione riguardante l assenza di motivi ostativi di cui all art. 3. c. L attestazione circa il rispetto delle condizioni minime di superficie di cui all art.6; d. L attestazione di conformità del progetto ai vincoli di cui all art. 10 riguardo le distanze di sicurezza dettate dal C.d.S. e le distanze dagli altri impianti in esercizio; e. L impegno, in caso di cessazione di attività, alla rimozione di tutti i manufatti e di tutti gli impianti, anche sotterranei, realizzati ai sensi della presente disciplina secondo il progetto di modifica allegato alla domanda; f. L attestazione di idoneità geologica mediante perizia di tecnico abilitato. Art. 22 Norme transitorie Per quanto non previsto nel presente Regolamento si rimanda alle disposizioni contenute nel D. Los 32/98 e D. Lgs. n. 346/99. 10

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