LA DISABILITÀ E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SULLA BASE DEL MODELLO ICF Relatrice: Dott.ssa Nadia Ghiotto

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LA DISABILITÀ E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SULLA BASE DEL MODELLO ICF Relatrice: Dott.ssa Nadia Ghiotto"

Transcript

1 PER UNA SCUOLA INCLUSIVA CORSO DI FORMAZIONE INFORMAZIONE PER INSEGNANTI NON SPECIALIZZATI MEDA 22 FEBBRAIO 2012 Questi Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi, da quello che saprete dare. Sono nati due volte e il percorso sarà più tormentato. Ma alla fine anche per voi sarà una rinascita. Giuseppe Pontiggia (Nati due volte) LA DISABILITÀ E I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SULLA BASE DEL MODELLO ICF Relatrice: Dott.ssa Nadia Ghiotto

2 DOVE CI SIAMO LASCIATI (Modello proposto da Ianes e Cramerotti (2009), il PEI - Progetto di vita è costituito dalle componenti presentate in figura, che corrispondono ad altrettante fasi di programmazione e di lavoro)

3 LE CLASSIFICAZIONI DELL ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS) Per quanto riguarda le categorie diagnostiche principali, le classificazioni più in uso fanno riferimento al DSM-IV/Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell American Psychiatric Association (1996) e all ICD- 10/Decima revisione della classificazione internazionale delle sindromi e disturbi psichici e comportamentali dell Organizzazione Mondiale della Sanità (1992). L ICF, acronimo di Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute, invece, classifica e descrive le componenti della salute e degli stati a essa correlati in termini di funzionamento o e di esperienza di salute. La descrizione del funzionamento e della disabilità prende in considerazione tre prospettive differenti: corpo, persona e contesto (fisico, sociale, attitudinale, etc.). L ICF, infatti, classifica i fattori ambientali che sono determinanti se la persona ha condizione di salute o di disabilità. L ICD-lO e l ICF l sono pertanto degli strumenti complementari che vanno utilizzati insieme. L ICD fornisce la diagnosi e questo dato si arricchisce delle informazioni aggiuntive offerte dall ICF, dando così un quadro più ampio e significativo che permette di spiegare e codificare un ampia gamma d informazioni relative allo stato di salute delle persone e ai fattori a esse correlate.

4 * COME DOVEVA ESSERE LA NUOVA CLASSIFICAZIONE 1. funzionale alle esigenze avvertite nei diversi Paesi, settori e discipline sanitarie; 2. utile per la pratica, cioè per identificare i bisogni di assistenza sanitaria e sociale e per predisporre programmi di intervento (per esempio prevenzione, riabilitazione, azioni sociali); 3. in grado di fornire una visione coerente dei processi coinvolti nelle conseguenze delle condizioni di salute, in modo che il processo di compromissione costituito da dimensioni, che sono distinte dalle malattie/disturbi potessero essere oggettivamente valutate e registrate; 4. sensibile alle differenze culturali (essere traducibile e applicabile in culture e sistemi di assistenza socio-sanitaria diversi). La creazione dell ICF è stata concepita transculturalmente in varie lingue allo scopo di sviluppare la migliore terminologia internazionale possibile; 5. utilizzabile in maniera complementare alla famiglia di classificazioni dell OMS; 6. arricchita da ulteriori schemi riguardanti i Fattori Contestuali (fattori esterni ambientali e fattori interni - personali) che costituiscono delle componenti importanti del processo della disabilità; 7. applicabile in maniera transculturale così da diffondere principi di universalità. * Leonardi M. (2005), in press, «Salute, Disabilità, ICF e Politiche Sociosanitarie». In Sociologia e Politiche Sociali, Franco Angeli Editore, Milano.

5 ICF The International Classification Of Functioning, Disability and Health of the WHO (2001) CINQUE PRINCIPI CONCETTUALI CHE GUIDANO L ICFL 1) Universalità: al pari del funzionamento umano, la disabilità dovrebbe essere vista come un aspetto universale dell umanità; non come definizione di caratteristiche di qualche gruppo minoritario. 2) Ambiente: considerate le intuizioni del modello sociale, i fattori ambientali devono essere inclusi come componente dello schema di classificazione. 3) Linguaggio Neutrale: la nuova classificazione è principalmente una classificazione positiva dei livelli di funzionamento umano, non una classificazione esclusiva dei problemi di funzionamento. Un obiettivo essenziale della revisione è stato quello di evitare qualsiasi terminologia negativa. I termini scelti dovevano essere quantomeno neutri, se non positivi, e meno tipicamente medici. 4) Parità: la classificazione non dovrebbe fare differenza fra il fisico e il mentale, ma semplicemente classificare tutte le funzioni umane. Ciò implica che la classificazione è eziologicamente neutrale: tutti i livelli di disabilità sono definiti operativamente senza riferimenti a cosa possa causare il problema. 5) Modello Biopsicosociale: si tratta del più importante principio della revisione coinvolto nel modello sottostante di disabilità. Considerate le critiche all ICIDH, si è posta infatti maggiore attenzione all analisi del contesto personale, sociale e fisico.

6 La 54 Assemblea Mondiale della Sanità 22 maggio 2001 Approva e pubblica l ICF Raccomanda: - l uso dell ICF negli Stati Membri per la ricerca, negli studi di popolazione e nei rapporti - l uso congiunto con l ICD - adattamenti specifici per indagini ed incontri clinici - revisioni periodiche

7 SALUTE MODELLO MEDICO = ASSENZA DI MALATTIA ICIDH 1980 Malattia o disturbo Menomazione Disabilità Handicap L ICIDH 80 si basava su un modello sequenziale di base che distingueva fra menomazione, disabilità e handicap, causate da una malattia. Il modello ICDH suddivideva quindi le conseguenze degli eventi morbosi in: 1) danno o menomazione: perdita di sostanza o alterazione di una struttura o di una funzione psicologica, anatomica o fisiologica. Se il danno è causa di una limitazione o della perdita di una o più capacità funzionali tali da modificare negativamente l attività del soggetto, la sua esperienza di vita ne risulta condizionata in modo oggettivo. 2) disabilità: riduzione parziale o totale, conseguente a una menomazione, della capacità di compiere un'attività, nel modo e nei limiti considerati "normali" per un essere umano di quell'età, in condizioni basali, in eguale contesto. 3) handicap: condizione di svantaggio esistenziale sociale conseguente a una menomazione e a una disabilità, che limita o impedisce all'individuo lo svolgimento di un ruolo e un'attività sociale normale.

8 MODELLO SOCIALE L influenze ambientali e sociali sono fondamentali per valutare e determinare lo stato di salute individuale Le politiche sociali sono importanti per curare e prevenire le malattie Il problema del paziente è sociale e pertanto deve essere trattato a partire dal contesto socioculturale L integrazione sociale dell individuo è alla base della promozione del benessere

9 MODELLO MEDICO VERSUS MODELLO SOCIALE Problema PERSONALE vs Problema SOCIALE cura medica vs integrazione sociale trattamento individuale vs azione sociale aiuto professionale vs responsabilità individuale & collettiva intervento sulla persona vs modificazione ambientale comportamento vs atteggiamenti prendersi cura vs diritti umani politica sanitaria vs politiche adattamento individuale vs cambiamento sociale

10 ICF 2001 Conditioni di salute (disturbo/malattia) Funzioni e strutture corporee (Menomazione) Attività (Limitazio- ne) Partecipazione (Restrizione) Fattori Ambientali Fattori Personali Dario Ianes, La diagnosi funnzionale secondo l ICF, il modello OMS, le aree e gli strumenti, 2004, Erickson (TN)

11 CARATTERISTICHE DELL ICF Definizione di salute secondo OMS Non solo assenza di malattia ma stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale. Funzionamento è un termine ombrello utilizzato nell ICF per indicare gli aspetti positivi dell interazione tra un individuo, con una condizione di salute, e i fattori contestuali di quell individuo, che possono essere fattori ambientali o personali. Il funzionamento di una persona, dunque, è descritto sia dalla sua condizione di salute (per cui, per esempio, una persona cardiopatica non potrà effettuare sforzi fisici troppo intensi e prolungati) sia dall ambiente in cui vive (la stessa persona dovrà cercare di limitare il suo stato di tensione ma, qualora il suo contesto relazionale sia stressante, ciò avrà una ricaduta anche sul suo livello di funzionamento). Il concetto di disabilità, infine, rappresenta la maggiore innovazione dell ICF. La disabilità è il concetto che indica gli aspetti negativi dell interazione fra l individuo e il suo ambiente. Tali aspetti negativi comprendono sicuramente le menomazioni (a livello di funzione e/o struttura corporea) fisiche, ma anche e soprattutto le limitazioni che la persona incontra nel corso della sua vita a causa della cattiva interazione fra la sua condizione fisica e un ambiente svantaggiato, che in qualche maniera ostacola la persona.

12 I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SECONDO L ICFL L ICF propone il modello biopsicosociale della disabilità, un modello che riesce a ovviare alla contrapposizione tra il modello puramente medico e quello puramente sociale di disabilità I Bisogni Educativi Speciali sono molti e diversi: una scuola davvero inclusiva dovrebbe essere in grado di leggerli tutti (individuando così il reale fabbisogno di risorse aggiuntive) e su questa base generare la dotazione di risorse adeguata a dare le risposte necessarie. C è però bisogno di una cornice forte che orienti questa lettura, una cornice concettuale che sia la stessa per cogliere le varie dimensioni dei bisogni forti e di quelli deboli, che rischiano di non essere visibili. L ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health, Organizzazione Mondiale della Sanità,, 2002) è il modello concettuale utile a questa lettura perché questo strumento parla di salute, non di disabilità o patologie. Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, la situazione di una persona va letta in modo globale, da diverse prospettive, e in modo interconnesso e reciprocamente causale.

13 Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali vivono una situazione particolare, che li ostacola nell apprendimento e nello sviluppo: può essere a livello organico, biologico, oppure familiare, sociale, ambientale, contestuale I normali bisogni educativi che tutti gli alunni hanno (bisogno di sviluppare competenze, bisogno di appartenenza, di identità, di valorizzazione, di accettazione, solo per citarne alcuni) si arricchiscono di qualcosa di particolare, di speciale

14 Per lavorarci adeguatamente avremo dunque bisogno di competenze e risorse speciali,, migliori, più efficaci. In alcuni casi l individualizzazione prenderà la forma di un Piano educativo individualizzato-progetto di vita, in altri sarà, ad esempio, una semplice e informale serie di delicatezze e attenzioni psicologiche rispetto a una situazione familiare difficile, in altri ancora potrà essere uno specifico intervento psicoeducativo nel caso di comportamenti problema. In tutti i casi c è comunque un qualcosa in più, c è qualcosa di speciale che dovrebbe tendere a farsi normale il più possibile; anzi, c è la normalità stessa delle situazioni educativo-didattiche, la grande quotidianità della vita scolastica che abbraccia tutti, che si arricchisce continuamente di quei piccoligrandi dettagli necessari a qualche alunno, ma utili per tutti. In questo senso la qualifica speciale non ci fa più pensare alle scuole speciali, segreganti ed emarginanti, ma a una buona qualità dei processi di insegnamento-apprendimento, che rende possibile una reale inclusione delle differenze e dei Bisogni Educativi Speciali.

15 STRUTTURA ICF Classificazione Parte 1: Funzionamento e disabilità Parte 2: Fattori Contestuali Parti Funzioni e Strutture Corporee Attività e Partecipazione Fattori Ambientali Fattori Personali Componenti Cambiam. Funzioni Corporee Cambiam. Strutture Corporee Capacità Performance Facilitatore/ Barriera Costrutti/ qualificatori livello item: livello Item: livello Item: Iivello item: livello Item: Domini e categorie ai diversi livelli

16 Struttura del modello ICF-CY in base alla quale definire la Diagnosi funzionale. Fonte: Ianes e Cramerotti, 2009

17 La situazione globale di una persona, del suo stato di salute e di funzionamento nei suoi contesti reali di vita, va descritta mettendo in relazione informazioni su: 1. condizioni fisiche 2. funzioni corporee 3. strutture corporee 4. attività personali 5. partecipazione sociale 6. fattori contestuali ambientali 7. fattori contestuali personali Bisogni Educativi Speciali in un ottica di salute globale, per una prima comprensione qualitativa degli ambiti di difficoltà di un alunno e una prima definizione dei corrispondenti ambiti di risorse.

18

19 Le funzioni corporee sono le funzioni fisiologiche dei vari sistemi corporei (comprese le funzioni mentali). Le menomazioni sono da ritenersi come problemi nella funzione del corpo, intesi come una deviazione o una perdita significativa.

20 Questa è la parte che riguarda principalmente la situazione fisica, «organica» dell alunno: in primo luogo le caratteristiche tipiche della sua sindrome, in termini biologici, fisiopatologici e delle necessità terapeutiche e riabilitative. È evidente che in questa parte della Diagnosi funzionale sono richieste professionalità specialistiche in ambito neurologico, neuropsichiatrico, pediatrico, ortopedico, riabilitativo e in altre branche delle scienze biomediche.

21 Attività e partecipazione L attività è l esecuzione di un compito o di un azione da parte di un individuo. La partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di vita. Le limitazioni dell attività sono le difficoltà che un individuo può incontrare nello svolgere delle attività. Le restrizioni alla partecipazione sono i problemi che un individuo può sperimentare nel coinvolgimento nelle situazioni di vita. Apprendimento e applicazione delle conoscenze: questa parte riguarda le esperienze sensoriali intenzionali come guardare e ascoltare, l apprendimento di base, l applicazione delle conoscenze acquisite, pensare, risolvere problemi e prendere decisioni. Compiti e richieste generali: questa parte riguarda gli aspetti generali dell eseguire compiti singoli o articolati, organizzare la routine e affrontare lo stress. Gli item di questa sezione possono essere usati in congiunzione con compiti o azioni più specifici per identificare le caratteristiche sottostanti all esecuzione dei compiti in circostanze diverse. Comunicazione: riguarda le caratteristiche generali e specifiche della comunicazione attraverso il linguaggio, i segni e i simboli, inclusi la ricezione e la produzione di messaggi, sostenere una conversazione e usare strumenti e tecniche di comunicazione. Mobilità: riguarda il muoversi cambiando posizione del corpo o collocazione o spostandosi da un posto all altro, portando, muovendo o manipolando oggetti, camminando, correndo o arrampicandosi e usando vari mezzi di trasporto. Cura della propria persona: riguarda la cura di sé, lavarsi e asciugarsi, occuparsi del proprio corpo e delle sue parti, vestirsi, mangiare e bere, prendersi cura della propria salute. Vita domestica: riguarda l esecuzione di azioni e compiti domestici e quotidiani. Le aree della vita domestica includono: procurarsi un posto in cui vivere, cibo, vestiario e altri beni di prima necessità, pulire la casa, sistemare e aver cura degli oggetti personali, ecc. Interazioni e relazioni interpersonali: riguarda l esecuzione delle azioni e dei compiti richiesti per le interazioni semplici e complesse con le persone (estranei, amici, parenti, membri della propria famiglia, partner e persone amate) in un modo contestualmente e socialmente adeguato.

22 Le attività personali fanno riferimento all attività e all esecuzione di un compito o di un azione da parte di un individuo. L ICF-CY prevede che ogni attività possa essere descritta con due qualificatori per: capacità: ossia l abilità di eseguire un compito o un azione senza l influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali; performance: ossia l abilità di eseguire un compito o un azione con l influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali.

23

24 FATTORI PERSONALI Sono i fattori contestuali correlati all individuo quali l età, il sesso, la classe sociale, le esperienze di vita e così via, che non sono attualmente classificati nell ICF, ma che gli utilizzatori possono inserire nelle loro applicazioni della classificazione. altre condizioni di salute capacità di adattamento background sociale educazione professione esperienze passate

25 CODIFICA ICF L ICF adopera un sistema alfanumerico nel quale le lettere b (body = funzioni corporee), s (structure = strutture corporee), d (domain = attività e partecipazione) e (environment = fattori ambientali) sono seguite da un codice numerico che inizia con il numero del capitolo (una cifra), seguito dal secondo livello (due cifre) e dal terzo e quarto livello (una cifra ciascuno) esempio: b2 funzioni sensoriali e dolore (1 livello) b210 funzioni della vista (2 livello) b2102 qualità della visione (3 livello) b21022 sensibilità al contrasto (4 livello) I codici ICF sono completi esclusivamente in presenza di un qualificatore che indica l estensione di un livello di salute. Essi sono codificati come uno, due o più numeri dopo il punto.

26 I QUALIFICATORI Funzioni Corporee Strutture Corporee Attività e Partecipazione Fattori Ambientali PRIMO Qualificatore PRIMO Qualificatore SECONDO Qualificatore TERZO Qualificatore PRIMO Qualificatore SECONDO Qualificatore PRIMO Qualificatore Grado della Menomazione Grado della Menomazione Natura della Menomazione Localizzazione della Menomazione Performance (grado) Capacità (grado) Barriera o facilitatore (grado)

27

28

29

30

31 ...tenere conto di tutte le componenti dell ICF: - Funzioni Corporee - Strutture Corporee - Attività e Partecipazione - Fattori Ambientali NELLA CODIFICA - Codificare solo le informazioni rilevanti - Codificare solo le informazioni esplicite - Codificare informazioni specifiche. Rispetto ai qualificatori: - Trovare la categoria appropriata (rilevante, esplicita, specifica) - Usare il qualificatore o i qualificatori per ogni componente

32 DOMINI ICF UTILIZZATI NELLE SURVEYS INTERNAZIONALI OMS Domini relativi alla salute Vista Udito Linguaggio Digestione Escrezione corporea Fertilità Attività sessulae Cute & disfigurement Respiro Dolore Affect Sonno Energia / vitalità Cognizione Comunicazione Mobilità e Destrezza Domini salute-correlati Cura di sè: : Include alimentarsi Attività quotidiane: attività domestiche, lavorative o scolastiche Funzionamento sociale: relazioni interpersonali Partecipazione: partecipazione sociale, include discriminazione/stigma

33 Età: 3 anni Diagnosi clinica: Diplegia da lesione midollare (C7-T1), vescica neurologica ipereflessica (codici ICD-10 G.82.2/N.31.9) La bambina in seguito a incidente stradale ha presentato trauma contusivo midollare C7-T1-T2. Dopo il ricovero in terapia intensiva pediatrica è stata seguita dal servizio di neuropsichiatria infantile del territorio con sedute di riabilitazione neuromotoria per la presenza di un quadro caratterizzato da aposturalità con paralisi flaccida, più evidente agli arti inferiori. E stata ripetutamente ricoverata per infezioni urinarie e respiratorie delle vie aeree inferiori, e per iperpiressia da inadeguata termoregolazione. La RMN cerebrale e midollare a circa 2 anni di distanza dall evento traumatico evidenzia: non alterazioni del parenchima cerebrale (s ). A livello midollare riscontro di sezione completa del midollo nel tratto compreso tra C6-7 e D2-3 (s ). Lo studio urodinamico dimostra vescica neurologica ipereflessica con modica dilatazione in condizioni di riposo (s6.243). Da un anno e mezzo è in carico a un centro privato di riabilitazione (e580+4) dove esegue trattamento fisioterapico, logopedico e dove è seguita per gli aspetti medici. Nell ultimo anno è in relativo benessere, senza infezioni significative; la terapia antibiotica profilattica attualmente assunta per le infezioni urinarie ne ha consentito un buon controllo. (e1101+2) La bambina ha bisogno di cateterismi vescicali intermittenti 4 volte al giorno circa (b620.4), svolti dalle infermiere del centro di riabilitazione, e a volte necessita di cateterismo notturno (e115+3). Al bisogno esegue microclismi intestinali, a volte scarica autonomamente (b525.1) Dal punto di vista motorio Monica presenta diplegia con livello funzionale C7 bilateralmente (b730.3 forza muscolare). Non sono presenti retrazioni muscolo tendinee né limitazioni articolari a livello degli arti inferiori e superiori (b710.0). Gli arti inferiori, spesso atteggiati in schema estensorio, non dimostrano movimenti volontari. Non è presente il controllo del tronco, mentre è presente quello del capo. Agli arti superiori: tono conservato, deficit di forza degli estensori delle dita della mano destra (b730.3 livello funzionale), trofismo lievemente ridotto agli estensori del braccio destro (s trofismo dx). Ipotonia (b735.2) e ipotrofia moderate, ipostenia completa agli arti inferiori bilateralmente (s ). Riflessi osteotendinei normoevocabili a livello degli arti superiori, assenti agli arti inferiori; assenti anche i riflessi addominali (b750.2). Per quanto valutabile si rileva assenza di sensibilità tattile superficiale e dolorifica al di sotto del dermatomero C 7 (b280.3).

34 La bambina passa autonomamente da prona a supina e viceversa, dalla posizione supina riesce a portarsi seduta e viceversa (d410.33). La posizione seduta viene mantenuta in atteggiamento di ipercifosi dorsale data l ipovalidità della muscolatura erettrice del tronco. Non scoliosi (s ). Porta busto (E115+3) per il sostegno del tronco e per riuscire a mantenere la posizione seduta. Per spostarsi sul pavimento striscia usando solo gli arti superiori. Usa una carrozzina (E120+3) manuale (d445.00) (d incapacità di camminare) spostandosi in autonomia (d465.00). Nei movimenti che riesce a compiere dimostra un incoordinazione motoria di grado medio (b760.3); reazioni di equilibrio buone agli arti superiori, assenti agli arti inferiori (b755.2). Non riesce sempre a evitare situazioni potenzialmente pericolose, e solo con l assistenza dell adulto è in grado di evitare di farsi male (d565.02). Dal punto di vista linguistico la comprensione verbale è buona (d310.00); la produzione verbale, invece, è limitata (d330.22): pronuncia parole mono o bisillabe (b3.0), di solito integrate dalla gestualità in modo efficace per comunicare (d335.00). Comprende ed esegue semplici comandi (d210.00). La funzione uditiva è nella norma, come pure la funzione visiva (b210.0 b230.0). La bambina è dotata di buone capacità cognitive (b120.0), è capace di mettere in atto strategie sia motorie che relazionali compensatorie al suo deficit. Talvolta ha difficoltà ad addormentarsi e si sveglia spesso di notte (b134.2). La bambina frequenta con addetto all assistenza (e340+3) il primo anno della scuola dell infanzia (d815.00) annessa a un presidio di riabilitazione. E ben inserita nel gruppo, partecipa alle attività proposte con interesse fluttuante (d131.00), è attenta ed interessata agli eventi che la circondano. Interagisce nel gioco con gli altri bambini (d880.00) e dimostra con loro un comportamento adeguato (d710.00); il gioco è imitativo con spunti simbolici. L attenzione è limitata nel tempo e condizionata alla motivazione, i tempi di risposta sono lievemente ritardati (b140.2). La memoria visiva e l organizzazione temporale sono legate all esperienza (b144.1, b1140.1).

35 Conosce forme semplici ed esegue semplici accoppiamenti per forme e colori, ed associazioni logiche di pochi elementi (b156.0). Considerate le difficoltà di gestione della bambina da parte della famiglia (e310.3)dovute a carenze educative e ad una non comprensione dei bisogni, e le necessità costanti di interventi medici e riabilitativi, Monica è stata affidata ai servizi sociali del territorio e inserita in una comunità residenziale (e575+4). Si è ben integrata nel gruppo educativo ed ha instaurato buone relazioni con gli educatori, che ha individuato come figure adulte di riferimento stabili. La bambina vede i genitori ogni 15 giorni, sta volentieri con loro, e loro dimostrano un atteggiamento abbastanza affettuoso nei suoi confronti (e410+2). Gli educatori(e355+3), gli insegnanti (e330+2) e gli operatori sanitari (e355+3) hanno un atteggiamento positivo e di supporto verso la bambina (e430+3 e450+3), e lavorano in modo sinergico per sviluppare tutte le sue potenzialità. Monica ha la certificazione per l invalidità civile con indennità di accompagnamento e beneficia della legge 104/92 (e570+4).

36 FATTORI PERSONALI CHE INFLUENZANO LO STATO DI SALUTE: Stili di attribuzione Autoefficacia Autostima Emotività Motivazione Comportamenti problema Coping Resilienza Gestione dello stress LA MOTIVAZIONE Motivazione intrinseca: spinta ad agire senza ottenere una ricompensa o un riconoscimento esterno. Sentirsi intrinsecamente motivati significa fare qualcosa senza che vi sia un secondo fine, fare qualcosa perché piace e basta. Si tratta di una forza che spinge le persone a fare, intraprendere attività che non prevedono un guadagno ma semplicemente accrescono il piacere, l autostima e l auto determinazione. Motivazione estrinseca: caratterizzata da forme di ricompensa da parte dell esterno o da un riconoscimento sociale. La persona estrinsecamente motivata orienta il suo comportamento sulla base di un guadagno senza il quale non sarebbe sufficientemente motivato. STILE DI ATTRIBUZIONE Valutazioni che individuo mette in atto spontaneamente per capire chi o che cosa sia responsabile degli eventi che accadono. Ogni persona possiede uno schema di attribuzioni composto da un insieme di credenze che viene adottato come modello tendenzialmente stabile per spiegare la realtà e che costituisce il suo stile attributivo. Lo stile attributivo è quindi un insieme sufficientemente stabile di categorie causali costruite in base all esperienza a cui la persona fa riferimento abitualmente e varia da individuo a individuo. Alcuni pensano che le cose vanno bene o male perché ci si impegna, alcuni perché si è capaci o incapaci, altri perché sono facili o difficili, o altri ancora per caso o fortuna.

37 STRESS Lo stress consiste nella transazione fra la persona e l ambiente nella quale la situazione è valutata dall individuo come eccedente le proprie risorse e tale da mettere in pericolo il suo benessere (Lazarus e Folkman, 1984). Le gestione dello stress si articola in: a) valutazione cognitiva primaria, in cui soggetto valuta significato dello stressor e decide se è irrilevante, positivo o stressante per il suo benessere; b) valutazione cognitiva secondaria in cui il soggetto valuta proprie risorse e abilità di coping. Quando si parla di coping ci si riferisce all insieme degli sforzi cognitivi e comportamentali attuati per controllare specifiche richieste interne e/o esterne che vengono valutate come eccedenti le risorse della persona. Esistono diversi stili di coping (centrato sul problema, sulle emozioni o sull evitamento)

38 RESILIENZA Capacità di resistere e reagire ad un evento traumatico mobilizzando quelle risorse personali che consentono di fronteggiare e superare eventi stressanti con esiti positivi e costruttivi. AUTOSTIMA Il complesso di valutazioni, vissuti emotivi e sentimenti di valore che abbiamo verso i molti aspetti della nostra persona costituisce il concetto psicologico di autostima. L autostima è costituita da più dimensioni: Area successo scolastico; Area della relazionalità; Area familiare; Area corporea; Area emozionale; Area del controllo generale sull ambiente; Area socioeconomica; Area dei valori. AUTOEFFICACIA Senso di autoefficacia = convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno, in modo da raggiungere i risultati prefissati. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano motivazioni personali e agiscono. Il senso di autoefficacia incide positivamente sui processi di apprendimento, conferisce all alunno la sensazione di potercela fare. Ianes D. (2004), La diagnosi funzionale secondo l ICF, Trento, Erickson

39 L alunno che viene valutato secondo il modello ICF può evidenziare difficoltà specifiche in vari ambiti: Condizioni fisiche: malattie varie, acute o croniche, fragilità, situazioni cromosomiche particolari, lesioni, ecc. Strutture corporee: mancanza di un arto, di una parte della corteccia cerebrale, ecc. Funzioni corporee: deficit visivi, deficit motori, deficit attentivi, di memoria, ecc. Attività personali: scarse capacità di apprendimento, di applicazione delle conoscenze, di pianificazione delle azioni, di comunicazione, di autoregolazione metacognitiva, di interazione sociale, di autonomia, di cura del proprio luogo di vita, ecc. Partecipazione sociale: difficoltà a rivestire i ruoli sociali di alunno, a partecipare alle situazione sociali più tipiche, nei vari ambienti e contesti. Fattori contestuali ambientali: famiglia problematica, cultura diversa, situazione sociale difficile, culture e atteggiamenti ostili, scarsità di servizi e risorse, ecc. Fattori contestuali personali: scarsa autostima, reazioni emozionali eccessive, scarsa motivazione, ecc.

40 Il modello ICF consente: una prima lettura degli ambiti e delle interconnessioni che caratterizzano un alunno con Bisogni Educativi Speciali, una valutazione più approfondita, funzionale alle attività individualizzate di recupero e sostegno, e se avrà bisogno di strumenti specifici. Utilizzando una griglia costruita sulla base del modello concettuale dell ICF, una scuola attenta all individualizzazione riesce a tracciare una prima mappa generale dei bisogni, di quelle situazioni che richiedono interventi individualizzati. Alcuni di questi interventi prenderanno la forma di veri e propri Piani educativi individualizzati, altri invece potranno essere, molto più informalmente, semplici accorgimenti facilitanti, modifiche nella routine, qualche attenzione o sensibilità in più. La scuola, sulla base dell ICF, avrà maggiore consapevolezza del paniere dei suoi Bisogni Educativi Speciali e potrà valutare nel loro livello di impegno/importanza le risorse ritenute necessarie per rispondere a questi bisogni, in termini di modificazioni, aggiunte, arricchimenti, semplificazioni, sostituzioni, adattamenti, fornitura di ausili, apparecchiature, personale, conoscenze e competenze, strategie d azione, ecc.

41 CATEGORIE DI RISORSE PER L INDIVIDUALIZZAZIONE 1. Organizzazione scolastica (tempi, routine, attività, formazione delle classi, ecc.). 2. Gestione degli spazi e aspetti architettonici. 3. Partnership e alleanze extrascolastiche (con gli operatori dei Servizi, degli Enti Locali, con le famiglie, con l associazionismo della comunità). 4. Necessità formative e di aggiornamento specifico su competenze importanti per quel Bisogno. 5. Necessità di documentazione, di scambio di esperienze, di presa di contatto con altre scuole che hanno sperimentato situazioni analoghe. 6. Modalità didattiche ordinarie (modifiche). 7. Materiale didattico ordinario (modifiche). 8. Didattica individuale (in aggiunta alle precedenti e non in alternativa). 9. Materiale didattico individuale specifico. 10. Interventi educativi formativi ordinari (ed esempio attività rivolte all autonomia per tutti gli alunni). 11. Interventi educativi formativi individuali (ad esempio un percorso di insegnamento apprendimento dell uso dei mezzi di trasporto pubblico, solo per l alunno disabile).

42 12. Interventi educativi relazionali ordinari (ad esempio attività di alfabetizzazione socio - affettiva, o elaborazione del contratto formativo, o sviluppo di competenze interpersonali per tutti gli alunni). 13. Interventi educativi relazionali individuali (ad esempio un percorso di riconoscimento delle emozioni, di insegnamento-apprendimento delle capacità di autoregolare la collera, solo per l alunno in difficoltà). 14. Ausili o tecnologie di aiuto. 15. Interventi riabilitativi. 16. Interventi sanitari-terapeutici. In questo modo si potrebbe definire quanta e quale individualizzazione il singolo alunno richiede, e di conseguenza quante risorse aggiuntive. risorse aggiuntive non significa automaticamente ore di sostegno, o ore di copertura con personale educativo, ausiliario, o di varia provenienza. Le varie modalità di individualizzazione richiedono una ricca pluralità di risorse, naturalmente anche docenti in più, o personale specifico, ma anche formazione mirata, documentazione e scambio con altre scuole per tutti gli insegnanti, evoluzione della didattica ordinaria (e per fare questo le risorse necessarie sono la competenza, il tempo, la motivazione, ecc.), interventi educativi ordinari/individuali, riorganizzazione dei tempi e degli spazi, modifiche e adattamento nei materiali didattici. ( Rivista Rassegna dell Istituto Pedagogico Provinciale di Bolzano, Anno XI, agosto 2003)

43 BIBLIOGRAFIA Ianes D. (2004), La diagnosi funzionale secondo l ICF, Trento, Erickson. Ianes D., Celi F. e Cramerotti S., Il Piano educativo individualizzato-progetto di vita. Guida , Trento, Erickson. Ianes D., Cramerotti S., Il Piano educativo individualizzato, Trento, Erickson, Organizzazione Mondiale della Sanità (2007). ICF CY Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute. Trento, Erickson. Ianes D. e Tortello M. (1999a), La Qualità dell integrazione scolastica, Trento, Erickson. Leonardi M. (2005), in press, «Salute, Disabilità, ICF e Politiche Sociosanitarie». In Sociologia e Politiche Sociali, Franco Angeli Editore, Milano.

L ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

L ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute L ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute CHE COS È È una classificazione della salute e dei domini ad essa correlati che aiuta a descrivere i cambiamenti

Dettagli

ICF ed INCLUSIONE PROF.SSA EMANUELA D AMBROS LICEO STATALE C. PORTA ERBA

ICF ed INCLUSIONE PROF.SSA EMANUELA D AMBROS LICEO STATALE C. PORTA ERBA ICF ed INCLUSIONE PROF.SSA EMANUELA D AMBROS LICEO STATALE C. PORTA ERBA La scuola oggi presenza sempre più diffusa di alunni con Bisogni Educativi Speciali. SEN SPECIAL EDUCATIONAL NEEDS Occorre ripensare

Dettagli

darioianes.itit 2005 Dario Ianes - www.darioianes.it

darioianes.itit 2005 Dario Ianes - www.darioianes.it Lavoro di rete e equipe educativa Nuove alleanze per il Piano Educativo Individualizzato e il Progetto di Vita Dario Ianes Centro Studi Erickson, Trento Università di Bolzano www.darioianes darioianes.itit

Dettagli

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI POLITICHE SUI BES/SEN IN INGHILTERRA THE EDUCATION ACT, 1944 11 CATEGORIE DI DISABILITÀ WARNOCK REPORT, 1978 INTRODUCE IL TERMINE SPECIAL EDUCATIONAL NEEDS (SEN) ANNI 2000

Dettagli

ANCHE IL LINFEDEMA SECONDARI O E MALATTIA DISABILITAN TE: UN INDICE DA PROPORRE ALL INPS

ANCHE IL LINFEDEMA SECONDARI O E MALATTIA DISABILITAN TE: UN INDICE DA PROPORRE ALL INPS ANCHE IL LINFEDEMA SECONDARI O E MALATTIA DISABILITAN TE: UN INDICE DA PROPORRE ALL INPS Dott. Maurizio Ricci U. O. Medicina Riabilitativa Azienda Ospedaliero- Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona

Dettagli

TFA Università degli Studi G. d Annunzio Chieti Pescara A.A. 2014 / 2015. Pedagogia Speciale

TFA Università degli Studi G. d Annunzio Chieti Pescara A.A. 2014 / 2015. Pedagogia Speciale TFA Università degli Studi G. d Annunzio Chieti Pescara A.A. 2014 / 2015 Pedagogia Speciale etdoraz@tin.it Prof. Ettore D Orazio TESTI DI RIFERIMENTO Marisa Pavone, L' inclusione educativa. Indicazioni

Dettagli

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile.

COMPETENZE DIGITALI. Le digital Competence Framework mi permettono di : Esplorare nuovi contesti tecnologici in modo flessibile. COMPETENZE DIGITALI Competenze digitali o digital skills. Un approccio in 3D, un mutamento in corso. L immersività generata dagli ambienti multimediali ci sollecitano un esigenza nuova e educabile: sviluppare

Dettagli

L APPLICAZIONE DELL ICF NEGLI STRUMENTI DI DOCUMENTAZIONE

L APPLICAZIONE DELL ICF NEGLI STRUMENTI DI DOCUMENTAZIONE ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA International Classification of Functioning, Disability and Health L APPLICAZIONE DELL ICF NEGLI STRUMENTI DI DOCUMENTAZIONE Dott.ssa Monica Pradal Pedagogista,, IRCCS

Dettagli

Dott.ssa Licia Ponticello Neuropsichiatra Infantile Referente medico settore età evolutiva Centro di riabilitazione accreditato CMPH Roma

Dott.ssa Licia Ponticello Neuropsichiatra Infantile Referente medico settore età evolutiva Centro di riabilitazione accreditato CMPH Roma Dott.ssa Licia Ponticello Neuropsichiatra Infantile Referente medico settore età evolutiva Centro di riabilitazione accreditato CMPH Roma Il modello descritto nell ICF riflette i cambiamenti di prospettiva

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO LINEE GUIDA DISABILITÀ ALLEGATO 3 IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO 1. DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Dettagli

Definizione di SALUTE O.M.S.

Definizione di SALUTE O.M.S. Definizione di SALUTE O.M.S. Non solo assenza di malattia ma stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale. Non basta quindi curare ma anche prevenire, informare, sensibilizzare, promuovere

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

BES e PEI :Corso pratico e teorico per l inclusione scolastica

BES e PEI :Corso pratico e teorico per l inclusione scolastica Agenzia per la valorizzazione dell individuo nelle organizzazioni di servizio Corso di formazione BES e PEI :Corso pratico e teorico per l inclusione scolastica Sito internet: www.avios.it E-mail: avios@avios.it

Dettagli

PROGETTARE PER COMPETENZE

PROGETTARE PER COMPETENZE Il nostro curricolo: verticale,integrato,unitario 1 ISTITUTO COMPRENSIVO PASCOLI CRISPI MESSINA Misure di accompagnamento Indicazioni Nazionali Annualità 2014-15 Progetto Formativo Nazionale: Rafforzamento

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO DELLA DISABILITA E DELLA SALUTE. Prof. Emanuela D Ambos. Liceo Statale C.Porta.

ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO DELLA DISABILITA E DELLA SALUTE. Prof. Emanuela D Ambos. Liceo Statale C.Porta. ICF CLASSIFICAZIONE INTERNAZIONALE DEL FUNZIONAMENTO DELLA DISABILITA E DELLA SALUTE Prof. Emanuela D Ambos. Liceo Statale C.Porta.Erba Parte I. Integrare ed includere sono sinonimi? Integrazione e Inclusione

Dettagli

DEFINIZIONE DI MENOMAZIONE, DISABILITÀ E HANDICAP

DEFINIZIONE DI MENOMAZIONE, DISABILITÀ E HANDICAP DEFINIZIONE DI MENOMAZIONE, DISABILITÀ E HANDICAP E enorme la confusione nella terminologia relativa all handicap. Per questo negli ultimi 20 anni l OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha diffuso

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA

STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA AZIENDA ULSS N. 8 OPERE PIE D ONIGO STRUTTURA INTERMEDIA DI RIABILITAZIONE DALLA DISABILITA ACQUISITA attività innovativa (delibera del Direttore Generale dell Azienda ULSS n. 8 del 29 novembre 2007 n.

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

ICF-CY. Uso dell'icf-cy Come strumento di valutazione

ICF-CY. Uso dell'icf-cy Come strumento di valutazione ICF-CY Uso dell'icf-cy Come strumento di valutazione Dott.ssa Marianna Piccioli Supervisore Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi di Firenze Che cosa è l ICF? Si tratta della classificazione

Dettagli

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9

Dettagli

B.E.S. Anno 2014. Fortunata Daniela Vetri. Daniela Vetri

B.E.S. Anno 2014. Fortunata Daniela Vetri. Daniela Vetri B.E.S. Anno 2014 Fortunata La didattica inclusiva per il I DESTINATARI ALUNNI CON B. E. S. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E più facile rompere un atomo che un pregiudizio A. Einstein Gli studenti con B. E.

Dettagli

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali

Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali Condivisione di pratiche organizzative e didattiche per l inclusione scolastica degli alunni con Bisogni Educativi Speciali Che cos è il Bisogno Educativo Speciale? Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO DI PETRITOLI CURRICOLO IN VERTICALE DISCIPLINA: EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA A.S. 2013/2014

ISTITUTO COMPRENSIVO DI PETRITOLI CURRICOLO IN VERTICALE DISCIPLINA: EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA A.S. 2013/2014 ISTITUTO COMPRENSIVO DI PETRITOLI CURRICOLO IN VERTICALE DISCIPLINA: EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA A.S. 2013/2014 SCUOLA DELL INFANZIA TRAGUARDI DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA DELL INFANZIA CAMPO

Dettagli

Dalla Diagnosi Funzionale al PEI. Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test

Dalla Diagnosi Funzionale al PEI. Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test Dalla Diagnosi Funzionale al PEI Valutazione delle abilità attraverso l osservazione del comportamento e i test Effetti del non Valutare Sopravvalutare Problemi di comportamento (isolamento) Sottovalutare

Dettagli

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Accettazione della malattia diabetica e la famiglia Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Malattia cronica Condizione patologica che dura tutta la vita Medico deviazione da una norma biologica. Oggettività

Dettagli

Dal profilo dell'alunno alla progettazione del contesto e delle. di qualità

Dal profilo dell'alunno alla progettazione del contesto e delle. di qualità Dal profilo dell'alunno alla progettazione del contesto e delle azioni per un'inclusione scolastica di qualità Chiara Carabelli I.C. S. Fedele Intelvi Carabelli Chiara 1 indice Dalla diagnosi al profilo

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI

SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI SCUOLA PRIMARIA STATALE 3 CIRCOLO G. CAIATI Analisi dei dati relativi al questionario di valutazione sulla qualità dell integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Progetto ICF Dal modello ICF

Dettagli

Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega?

Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega? Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega? Pordenone, Marzo 2014 Dott.ssa Catia Cassin Delega In ambito gestionale per delega

Dettagli

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Accogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio

Dettagli

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento

Premessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento Premessa Ad Meliora è anche Sicurezza. Ci rivolgiamo principalmente ad aziende operanti nel settore del terziario erogando: corsi di adempimento normativo: in funzione della tipologia di azienda e dei

Dettagli

CLASSIFICAZIONI E DIAGNOSI IN NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

CLASSIFICAZIONI E DIAGNOSI IN NEUROPSICHIATRIA INFANTILE CLASSIFICAZIONI E DIAGNOSI IN NEUROPSICHIATRIA INFANTILE Dott.ssa Luisa Calliari Rovereto, 9 ottobre 2008 1 REGOLAMENTO PER FAVORIRE L INTEGRAZIONE E L INCLUSIONE DEGLI STUDENTI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Dettagli

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella

Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella In una scuola che ormai è concepita come luogo non solo deputato alla trasmissione del sapere, ma anche connesso

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima. Matematica

PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima. Matematica ISTITUTO COMPRENSIVO DI SORISOLE Scuole Primarie PROGRAMMAZIONE ANNUALE per la classe prima Matematica Anno Scolastico 2015/ 2016 COMPETENZE : A -NUMERO Comprende il significato dei numeri, i modi per

Dettagli

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06.

La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Lucia Scuteri 30.06. La Dislessia è uno dei disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA» (LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 ) Alla base della dislessia ci sarebbe una comunicazione carente fra le aree cerebrali

Dettagli

PROFILO DINAMICO FUNZIONALE. 1. CONDIZIONI FISICHE (ev. Diagnosi clinica fornita alla scuola)

PROFILO DINAMICO FUNZIONALE. 1. CONDIZIONI FISICHE (ev. Diagnosi clinica fornita alla scuola) Corso Crescere insieme con il modello ICF Corsisti: Mela, Faraldi, Perri, Mirano PROFILO DINAMICO FUNZIONALE 1. CONDIZIONI FISICHE (ev. Diagnosi clinica fornita alla scuola) Nato con bassissimo peso alla

Dettagli

Il progetto di vita: la funzione del docente

Il progetto di vita: la funzione del docente L orientamento dove essere effettuato considerando le caratteristiche cognitive e comportamentali dell alunno la disabilità le competenze acquisite gli interessi e le predisposizioni personali e non ultimo

Dettagli

Progetto Comes, sostegno all handicap

Progetto Comes, sostegno all handicap TITOLO Progetto Comes, sostegno all handicap TEMPI ANNO SCOLASTICO 2010/2011 Destinatari Minori disabili (fascia d età 3/14 anni) frequentanti la scuola dell obbligo, affetti da patologie varie: ipoacusia,

Dettagli

Criteri di selezione del collettivo e definizioni

Criteri di selezione del collettivo e definizioni Appendice A Criteri di selezione del collettivo e definizioni Introduzione L indagine sull integrazione sociale delle persone con disabilità è stata realizzata nell ambito del progetto Sistema di Informazione

Dettagli

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 (in G.U. n. 244 del 18 ottobre 2010) Nuove norme in materia di disturbi specifici d apprendimento in ambito scolastico Art. 1. (Riconoscimento

Dettagli

La scuola italiana è inclusiva?

La scuola italiana è inclusiva? Napoli 7 aprile 2014 La scuola italiana è inclusiva? Relatore: BES DSA - DVA ICF PEI PDP PAI : INCLUSIONE SUCCESSO FORMATIVO : Il termine "integrazione" scolastica è stato racchiuso e sostituito dal termine

Dettagli

AREA AUTISMO Carta dei servizi

AREA AUTISMO Carta dei servizi AREA AUTISMO Carta dei servizi La cooperativa sociale MOMO, ha attiva una specifica Area Autismo, attraverso la quale eroga interventi rivolti a famiglie e soggetti affetti da Autismo e altri Disturbi

Dettagli

- Perchè definire un modello ideale di assistenza

- Perchè definire un modello ideale di assistenza - Perchè definire un modello ideale di assistenza La Federazione UNIAMO, attraverso numerosi incontri e momenti di riflessione e confronto realizzati con le associazioni federate e non all interno di percorsi

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013

PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE FINALITA Il presente documento denominato Protocollo di Accoglienza è un documento che nasce da una più dettagliata esigenza d informazione relativamente all

Dettagli

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,

Dettagli

Dott.ssa Lorenza Fontana

Dott.ssa Lorenza Fontana Dott.ssa Lorenza Fontana Nonostante l aula fosse il posto più tranquillo della scuola, continuavo ad avere difficoltà ad ascoltare la maestra. Scivolavo in me stessa, mi dissolvevo e me ne andavo. Mi cambiarono

Dettagli

1. Background. Introduzione

1. Background. Introduzione Introduzione 13 1. Background In questo volume viene presentata la versione breve 1 della Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, nota come ICF. 2 Lo scopo generale

Dettagli

TITOLO INIZIATIVA DESTINATARI LUOGO DURATA COSTO AMBITO TITOLO INIZIATIVA DESTINATARI LUOGO DURATA COSTO AMBITO

TITOLO INIZIATIVA DESTINATARI LUOGO DURATA COSTO AMBITO TITOLO INIZIATIVA DESTINATARI LUOGO DURATA COSTO AMBITO ENTE: CENTRO STUDI ERICKSON PRESENTAZIONE delle INIZIATIVE di FORMAZIONE ORGANIZZATE dai SOGGETTI ACCREDITATI o RICONOSCIUTI COME QUALIFICATI (DM 177/00 - Direttiva 90/03) Periodo II Quadrimestre 2009/2010

Dettagli

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14

QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 Questionari per: - docenti dell istituto - alunni classi terze secondaria - genitori classi terze secondaria Composti da tre punti di analisi con 8 domande

Dettagli

Raccogliere i segnali: perché è così difficile?

Raccogliere i segnali: perché è così difficile? Raccogliere i segnali: perché è così difficile? Mestre 16 dicembre 2015 Silvia Tabarelli Si vede solo ciò che si conosce Saper osservare non consiste semplicemente nel neutro saper vedere, ma più complessivamente

Dettagli

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014

CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 CIRCOLO DIDATTICO DI SAN MARINO Anno Scolastico 2013/2014 RICERCA-AZIONE Insegnare per competenze: Lo sviluppo dei processi cognitivi Scuola Elementare Fiorentino DESCRIZIONE DELL ESPERIENZA Docente: Rosa

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili. Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE

ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE Ferraro Adele Anno Scolastico 2013 2014 ATTIVITA di Continuità educativo - didattica Accoglienza PROGETTO Conoscere per

Dettagli

CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO

CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO 1 CHE COS E L AUTO MUTUO AIUTO L Auto Mutuo Aiuto è una metodica semplice e spontanea, un approccio sociale, una cultura, una filosofia, sicuramente una risorsa. E un modo di trattare i problemi che ciascuno

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

Testo di riferimento

Testo di riferimento Testo di riferimento Realizzazione di strumenti di documentazione e comunicazione tra scuola e servizi socio-sanitari con l utilizzo dell ICF come linguaggio comune per la descrizione del funzionamento

Dettagli

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità

Dettagli

Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003)

Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003) Per la legge sulla privacy si fa riferimento al Documento Programmatico della sicurezza (protezione dei dati personali D.L.V.O. 196 del 30/06/2003) PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO Scuola Dirigente Scolastico

Dettagli

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità (abstract) Da LA FORMAZIONE COME STRATEGIA PER L EVOLUZIONE DEI SERVIZI PER I DISABILI Provincia di Milano 2004 A cura dello Studio Dedalo Rifocalizzare

Dettagli

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? Il Lavoro di cura fisica e psichica necessaria al benessere e alla crescita del bambino è parte integrante del Progetto Educativo

Dettagli

I disturbi di comprensione del testo scritto

I disturbi di comprensione del testo scritto I disturbi di comprensione del testo scritto Le difficoltà nella comprensione del testo sono pervasive e difficili da identificare. L insegnante avverte una sensazione di disagio nell interazione con il

Dettagli

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus

I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus I principi di Anffas Onlus sul tema della presa in carico precoce Michele Imperiali comitato tecnico anffas onlus Partire dalla culla.. Esiste un rapporto diretto tra il tempismo con cui ha luogo il processo

Dettagli

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale

L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale L integrazione dell Operatore Socio Sanitario nel processo assistenziale Ruolo dell O.S.S nell ambito del piano assistenziale Vito Petrara Principi di riferimento per l assistenza I principi di riferimento

Dettagli

Resoconto della Giornata di Studio organizzata da AIRIPA sezione Lombardia

Resoconto della Giornata di Studio organizzata da AIRIPA sezione Lombardia Resoconto della Giornata di Studio organizzata da AIRIPA sezione Lombardia Venerdì 7 Ottobre 2011 a Milano, AIRIPA sezione Lombardia ha organizzato una giornata di studio sull applicazione della legge

Dettagli

PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI DISABILI

PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI DISABILI ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE A.COSTA Scuola dell infanzia G.B.Guarini Scuole primarie A.Costa G.B.Guarini A.Manzoni Scuola Secondaria di I grado M.M.Boiardo - Sezione Ospedaliera Sede: Via Previati, 31

Dettagli

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA

CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA CLASSI seconde CRITERI DI VALUTAZIONE SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA LINGUA ITALIANA l alunno utilizza in maniera appropriata il codice linguistico per descrivere, narrare argomentare. si esprime in modo

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

Nozioni generali. Principali forme di trattamento tano essere di vitale importanza per il benessere psicofisico del paziente, pertanto vale sempre la pena impegnarsi, anche quando la sindrome non venga diagnosticata subito dopo la nascita. Principali

Dettagli

Scuola Primaria di Marrubiu

Scuola Primaria di Marrubiu Scuola Primaria di Marrubiu SESTANTE 2 Anno scolastico 2007/2008 Page 1 of 6 SOMMARIO MOTIVAZIONI...3 QUALE PROGETTO... 3 FINALITA... 4 OBIETTIVI CON VALENZA ORIENTATIVA...4 PERCORSI FORMATIVI...4 ATTIVITA

Dettagli

IL DOCENTE DI SOSTEGNO: UN RUOLO NELLA SCUOLA DELL INCLUSIONE

IL DOCENTE DI SOSTEGNO: UN RUOLO NELLA SCUOLA DELL INCLUSIONE IL DOCENTE DI SOSTEGNO: UN RUOLO NELLA SCUOLA DELL INCLUSIONE METODOLOGIE E STRUMENTI PER UN INTEGRAZIONE DI QUALITA CORSO DI FORMAZIONE INFORMAZIONE PER DOCENTI NON SPECIALIZZATI OPERANTI SU POSTO DI

Dettagli

Centro Territoriale per l Integrazione di Garda

Centro Territoriale per l Integrazione di Garda Centro Territoriale per l Integrazione di Garda CORSO DI FORMAZIONE: Strategie didattiche e organizzative per una didattica inclusiva Le applicazioni in ambito educativo del modello ICF. Relatore: Dr.ssa

Dettagli

NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA

NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA NOI E L AUTISMO: GLI INTERVENTI E LA CONTINUITA DI CURA Il Disturbo autistico è un disordine dello sviluppo che compromette il funzionamento globale e si traduce in un funzionamento cognitivo atipico.

Dettagli

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Tipologia: Recupero e consolidamento delle capacità linguistiche Recupero e consolidamento delle capacità logiche Recupero e consolidamento delle capacità matematiche

Dettagli

CITTADINANZA E COSTITUZIONE

CITTADINANZA E COSTITUZIONE CITTADINANZA E COSTITUZIONE CLASSE 1 a TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DEL- LE COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO INDICATORI DI VALUTAZIONE (Stabiliti dal Collegio Docenti) AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA

Dettagli

Medicina sociale. Prof. Giovanna Tassoni Istituto di Medicina legale Università degli Studi di Macerata

Medicina sociale. Prof. Giovanna Tassoni Istituto di Medicina legale Università degli Studi di Macerata Medicina sociale Prof. Giovanna Tassoni Istituto di Medicina legale Università degli Studi di Macerata Definizione in cui prevale l aspetto sociologico, igienistico o politico La medicina sociale sarebbe

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

P.E.I. (piano educativo individualizzato) alunno/a: nato/a a:

P.E.I. (piano educativo individualizzato) alunno/a: nato/a a: ( denominazione scuola) P.E.I. (piano educativo individualizzato) classe: sez. alunno/a: nato/a a: Ins. Specializzato/a Ins. Curricolari Operatori A.S.L. Genitori Anno Scolastico 20 20 NOTIZIE DELL ALUNNO/A

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina

Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina Liceo Linguistico Marcelline Bolzano Docente: Lavezzo Martina CURRICULUM DI SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE/EDUCAZIONE FISICA Nella stesura del curriculum di Scienze Motorie e Sportive/Educazione Fisica si

Dettagli

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* E' atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello

Dettagli

In service Famiglie. ! La famiglia come sistema dinamico. ! Quando l Autismo entra in questo sistema. ! I compiti della famiglia per la famiglia

In service Famiglie. ! La famiglia come sistema dinamico. ! Quando l Autismo entra in questo sistema. ! I compiti della famiglia per la famiglia In service Famiglie! La famiglia come sistema dinamico! Quando l Autismo entra in questo sistema! I compiti della famiglia per la famiglia Introduzione il ciclo vitale della famiglia Definizione di famiglia!

Dettagli

Consulenza e sostegno psicologico e scolastico

Consulenza e sostegno psicologico e scolastico Consulenza e sostegno psicologico e scolastico abaco consulenza e sostegno psicologico e scolastico abaco individua il problema ed aiuta lo studente a superarlo con metodo, organizzazione, supporto tecnico

Dettagli

Piazza dei Martiri, 1/2-40121 Bologna

Piazza dei Martiri, 1/2-40121 Bologna Piazza dei Martiri, 1/2-40121 Bologna Tolmezzo 09 Settembre 2011 TECNICI (NEUROPSICHIATRI, PSICOLOGI, LOGOPEDISTI INSEGNANTI DI OGNI ORDINE E GRADO GENITORI E DISLESSICI ADULTI Sensibilizzare il mondo

Dettagli

Con il termine programma Teacch si intende l organizzazione dei servizi per persone autistiche realizzato nella Carolina del Nord, che prevede una

Con il termine programma Teacch si intende l organizzazione dei servizi per persone autistiche realizzato nella Carolina del Nord, che prevede una IL PROGRAMMA TEACCH Con il termine programma Teacch si intende l organizzazione dei servizi per persone autistiche realizzato nella Carolina del Nord, che prevede una presa in carico globale in senso sia

Dettagli

Capitolo 14 - Sostegno Scolastico

Capitolo 14 - Sostegno Scolastico Capitolo 14 - Sostegno Scolastico 14.1 Il diritto all istruzione Il diritto allo studio degli alunni con disabilità si realizza, secondo la normativa nazionale vigente, attraverso l integrazione scolastica,

Dettagli

Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO

Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO Convegno Nazionale 25 26 settembre 2009 COMUNE DI VIGEVANO LA FAMIGLIA CON PERSONA DISABILE INTERVENTO OLISTICO L AIUTO SCOLASTICO LA FAMIGLIA Dott. Eugenia Rossana Fabiano Dirigente Scolastico Fase di

Dettagli

I sentimenti causati da perdita e separazione. Dr.ssa Barbara Ottaviani

I sentimenti causati da perdita e separazione. Dr.ssa Barbara Ottaviani I sentimenti causati da perdita e separazione Dr.ssa Barbara Ottaviani Il confronto con la fine della vita - La morte fa ancora parte della nostra cultura? - Siamo ancora capaci di rappresentarla, di immaginarla?

Dettagli

Presentazione dei Progetti e dei Corsi di formazione realizzati per la Scuola Secondaria

Presentazione dei Progetti e dei Corsi di formazione realizzati per la Scuola Secondaria Presentazione dei Progetti e dei Corsi di formazione realizzati per la Scuola Secondaria RESPONSABILI DEI PROGETTI E DEI CORSI DI FORMAZIONE: dott.ssa Mena Caso (Psicologa, Psicoterapeuta) cell. 32081422223

Dettagli

Processi di comunicazione scuola-famiglia

Processi di comunicazione scuola-famiglia Processi di comunicazione scuola-famiglia Appunti Comunicare a scuola è il cuore della relazione scuola-famiglia, parti alleate di un progetto che -in particolare nella realtà attualenon sopporta solitudine:

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

L autoregolazione. Patrizia Neerman UST Verona Sezione Orientamento. Azioni orientative in aula dell apprendimento

L autoregolazione. Patrizia Neerman UST Verona Sezione Orientamento. Azioni orientative in aula dell apprendimento MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA L autoregolazione Azioni orientative in aula dell apprendimento Patrizia Neerman UST Verona Sezione Orientamento IL QUADRO DI RIFERIMENTO La nostra

Dettagli

ICF DALLA CONDIVISIONE DEL LINGUAGGIO, ALL OSSERVAZIONE PARTECIPATA

ICF DALLA CONDIVISIONE DEL LINGUAGGIO, ALL OSSERVAZIONE PARTECIPATA La rivoluzione dell ICF: ogni persona, in qualunque momento della vita, può avere una condizione di salute che in un contesto sfavorevole diventa disabilità. M. Leonardi ICF DALLA CONDIVISIONE DEL LINGUAGGIO,

Dettagli