Programma Sapienza Trading Specialist Edizione marzo 2015
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- Giorgiana Scala
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1 PROGRAMMA Programma Sapienza Trading Specialist Edizione marzo 2015 Quale capitale? Money Management Parte 3 Gestione di portafoglio Abbiamo visto che per calcolare il size delle nostre posizioni andavamo a prendere il valore del nostro capitale. Quando abbiamo più operazioni in corso, possiamo fare diverse scelte circa il capitale da prendere a riferimento. Ci sono 4 diversi modelli che possiamo usare per affinare la tecnica: Capitale a saldo: considera il saldo del capitale, cioè l ammontare di denaro a cui non sono state ancora aggiunti i guadagni o le perdite delle posizioni ancora aperte. È il modello che usiamo nella nostra formula di position sizing. (Capitale = Saldo) Core equity model: considera come capitale a disposizione quanto abbiamo prima dell apertura delle posizioni già in portafoglio meno gli importi che si perderebbero in caso di stop loss delle posizioni aperte. È un metodo conservativo. (Capitale = Saldo SL posizioni aperte) Total equity model: considera come capitale la liquidità che si ha in portafoglio sommata al controvalore di mercato delle posizioni aperte. Quindi se una posizione è in forte guadagno viene considerato un capitale aumentato, anche se non si è liquidata la posizione. (Capitale = Equity) Reduced total equity model: Considera la quantità di denaro prima dell apertura di posizioni meno le possibili perdite collegate a tali posizioni. Nel caso in cui spostino gli stop in pareggio o in guadagno, questi valori
2 PROGRAMMA verranno aggiunti al capitale. È come considerare in ogni momento le posizioni chiuse a valori prefissati. (Capitale = Saldo capitale a rischio) La scelta del modello da utilizzare dipende dalla nostra propensione al rischio. Usando un capitale inferiore nella formula di position sizing andremo ad assumerci un rischio minore. Utilizzando invece il saldo totale senza aver tenuto conto delle posizioni aperte ci assumiamo il rischio massimo. Esposizione globale L esposizione globale è quella che deriva dalla somma di tutte le nostre posizioni non ancora chiuse. In ogni operazione ci assumiamo una certa quantità di rischio e, se le posizioni aperte allo stesso momento sono molte, l esposizione globale può farci correre dei rischi indesiderati. Quello che vogliamo evitare è un eccesso di rischio, soprattutto se le posizioni sono concentrate su un mercato o su una categoria di mercati, come le azioni, le materie prime, le obbligazioni, ecc Esposizione netta L esposizione netta deriva dalla somma delle posizioni long e delle posizioni short. Quando l insieme delle nostre posizioni ha una maggioranza di long, allora saremo esposti in modo rialzista nei confronti dei mercati. Se per esempio abbiamo 5 posizioni long e 3 short, saremo nettamente long di 2 posizioni. In questo scenario guadagneremo se i mercati nel loro complesso saliranno e perderemo se scenderanno. Correlazione Due mercati si dicono correlati quando un movimento su uno di essi equivale a uno spostamento sull altro. La correlazione può essere:
3 PROGRAMMA Diretta (+1) Inversa (- 1) Si ha una correlazione diretta quando due mercati si muovono all unisono. Se uno sale, sale anche l altro. Se uno scende, scende anche l altro. In questo caso si dice che la correlazione è positiva. Si ha invece una correlazione inversa quando due mercati si muovono in direzioni opposte. Se uno sale, l altro scende. Se uno scende, l altro sale. In questa situazione la correlazione è negativa. Matematicamente vengono confrontati 2 mercati e il rapporto numerico che nasce tra di essi varia da - 1 a +1. Quando tra due mercati la correlazione è uguale a +1 vuol dire che sono perfettamente sincronizzati e si muovono contemporaneamente nella stessa direzione. Se la correlazione è uguale a - 1 significa che i mercati sono perfettamente contrari, muovendosi in direzioni opposte allo stesso tempo. Se i valori di correlazione invece sono compresi tra valori intermedi, cioè tra - 05 e +0,5 vuol dire che non c è correlazione tra i mercati e le posizioni che ci assumiamo su uno di essi non si influenzano a vicenda. Per avere un idea della correlazione dei mercati, possiamo usare: correlation Altrimenti possiamo utilizzare l indicatore di correlazione sulla nostra piattaforma. Correlazione del dollaro La correlazione più importante di tutte è quella che lega il dollaro con tutti gli altri mercati. Siccome il dollaro viene utilizzato come valuta di riserva su praticamente tutti gli scambi internazionali, un cambiamento del suo valore influenza tutti i mercati.
4 PROGRAMMA Ogni mercato quotato in dollari salirà se il dollaro perde di valore, mentre scenderà se il dollaro aumenta di valore. C è quindi una correlazione inversa tra mercato e valuta di quotazione. Nel caso del mercato valutario la situazione può essere leggermente differente. Se lavoriamo su USD/JPY, il dollaro è al numeratore e quindi la correlazione sarà diretta. Se il dollaro sale allora USD/JPY salirà e viceversa. Posizioni correlate Proprio perché 2 posizioni possono essere correlate dobbiamo prestare attenzione all effetto globale che esse hanno sul nostro conto di trading. Se 2 posizioni sono correlate direttamente e siamo long o short su entrambe contemporaneamente, stiamo realizzando la stessa idea di trading su 2 mercati diversi. Il pericolo che corriamo è quello di incorrere in una perdita doppia se l idea si rivela sbagliata. Avendo 2 posizioni correlate inversamente l esito è incerto. Se abbiamo 2 mercati correlati direttamente e su uno siamo short e sull altro long, inevitabilmente un trade sarà in perdita e uno sarà in guadagno. Quasi sicuramente uno dei due avrà un R/R maggiore dell altro, anche se di poco. Questo sbilanciamento ha come conseguenza una piccola vincita o una piccola perdita complessiva. Se abbiamo 2 mercati correlati inversamente e siamo long o short su entrambi contemporaneamente, l esito è uguale a quello appena esaminato. Hedging L hedging è una pratica che consente di azzerare il rischio di una posizione nei confronti del mercato. Attraverso di essa si vanno ad annullare le possibili perdite ma anche i possibili guadagni. Viene utilizzata perciò per mantenere uno status quo nel nostro bilancio. Facciamo un esempio di come funziona questa tecnica. Immaginiamo di aver comprato barili di petrolio (1 contratto) e di doverli tenere nel nostro
5 PROGRAMMA magazzino per 3 mesi. Abbiamo paura che in questo lasso di tempo il prezzo scenda e ci faccia registrare una perdita, dato che il petrolio perde di valore. Allora, per evitare questo, andiamo a vendere allo scoperto 1 contratto con scadenza proprio a 3 mesi. Che cosa può succedere dopo 3 mesi? Il prezzo può essere salito o può essere sceso. Quello che ci aspettiamo è che l impatto di un qualsiasi cambiamento sia zero sul nostro bilancio. Facciamo i conti: Il prezzo è sceso del 20%: i barili che avevamo in magazzino sono scesi di valore del 20%, facendoci perdere soldi. Nel contratto che avevamo venduto allo scoperto invece abbiamo un guadagno del 20%. +20% di guadagno - 20% di perdita = zero. Abbiamo mantenuto la stessa situazione patrimoniale precedente. Il prezzo è salito del 20%: i nostri barili che tenevamo in magazzino sono aumentati di valore del 20%, facendoci guadagnare. Nel contratto che avevamo venduto allo scoperto invece abbiamo una perdita del 20%. +20% di guadagno - 20% di perdita = zero. Abbiamo mantenuto la stessa situazione patrimoniale precedente. Il meccanismo può essere sfruttato in vari modi, sia per eliminare il rischio a cui siamo esposti, sia guadagnando. Triangolazione La triangolazione è un fenomeno di copertura delle posizioni, che spesso e volentieri avviene all infuori della volontà dei trader. Con la triangolazione andiamo a coprire parzialmente o totalmente le nostre posizioni, a seconda dell esposizione che abbiamo sui mercati e dalla struttura dei trade. Facciamo un esempio di copertura totale, per capire come funziona il meccanismo. Le quotazioni sono le seguenti: EUR/USD=1
6 PROGRAMMA USD/JPY=130 EUR/JPY=130 Le operazioni che andiamo a realizzare sono queste: BUY 1 LOTTO EUR/USD: $ SELL 1 LOTTO EUR/JPY: Yen BUY 1 LOTTO USD/JPY: $ Yen Se andiamo a sommare i valori di tutte le nostre posizioni, vediamo chiaramente che si annullano a vicenda = $ $ = 0 $ Yen Yen = 0 Yen L esposizione totale sul nostro conto è uguale a zero e quindi abbiamo effettuato una copertura totale. Naturalmente per ottenere una copertura totale si deve andare a investire con parametri di rischio uguali su tutti i mercati e soprattutto sugli stessi timeframe. Se uno di questi parametri cambia, come per esempio il TF, allora la copertura sarà soltanto parziale e risulteremo esposti comunque in misura maggiore o minore a ognuno di questi mercati. Per capire meglio facciamo un esempio in cui l esposizione risulta coperta parzialmente: BUY 1 LOTTO EUR/USD: $ SELL 3 LOTTI EUR/JPY: Yen BUY 0,5 LOTTI USD/JPY: $ Yen Sommando le posizioni vediamo che la nostra esposizione netta è di: $ $ = $ = Yen Yen = Yen
7 PROGRAMMA Dobbiamo perciò sapere che il rischio che ci assumiamo sui mercati può essere limitato da situazioni in cui alcune posizioni coprono, parzialmente o totalmente, le altre. Rischio totale Dato che possiamo avere più operazioni aperte nello stesso momento, è buona norma limitare il rischio globale a cui ci esponiamo. Ricordiamoci che il nostro impegno principale sui mercati è limitare e gestire il rischio. Per farlo dobbiamo stabilire una soglia percentuale di rischio a cui sottoponiamo il nostro conto. Poiché abbiamo già stabilito il rischio in ogni trade, la somma di un certo numero di trade ci porterà ad avere il limite massimo accettato. Se abbiamo un RPT dell 1% e decidiamo di non superare mai il 4% di rischio globale, possiamo avere aperte 4 posizioni nello stesso momento. Allo stesso modo, se riusciamo a ridurre il rischio complessivo chiudendo delle posizioni o spostando lo stop a nostro favore, si libera un margine di rischio che possiamo usare per poter fare altre operazioni. Se abbiamo individuato una potenziale operazione e il rischio che ci siamo assunti è già al limite, possiamo controllare se è possibile ridurre o azzerare il rischio sulle altre operazioni per liberare un margine di rischio adeguato. Fattore riduzione Finora abbiamo assunto che ogni posizione, avendo un risk per trade fisso, ci porti ad avere una certa percentuale di rischio. Però sappiamo anche che i mercati possono essere più o meno correlati, quindi come incorporiamo il concetto nella nostra operatività? Per poterlo fare abbiamo bisogno di un fattore riduzione, che ci consente di dare il giusto peso ad ogni trade o gruppo di trade.
8 PROGRAMMA Il sistema si basa sul fatto che se abbiamo 2 settori di mercato diversi e non correlati, non si influenzeranno a vicenda, permettendoci di fare più operazioni. I calcoli vanno effettuati in questo modo, con RPT=0,5% e massimo rischio del 2%: esposizione valute = 0,5 + 0,5 = 1% esposizione indici = 0,5 + 0,5 = 1% esposizione materie prime = 0,5 + 0,5 = 1% rischio totale = 3% x fattore riduzione medio = 3% x 0,6 = 1,8% Nonostante le tante posizioni aperte, possiamo aprirne ancora, perché non abbiamo superato il limite che avevamo stabilito. Se il rischio fosse stato troppo non avremmo potuto aprirle tutte e avremmo dovuto rinunciare a una o più operazioni. In questa tabella ci sono i valoro da usare per il fattore riduzione: Settori di mercato Fattore riduzione conservativo Fattore riduzione medio Fattore riduzione aggressivo ,85 0,75 0,65 3 0,75 0,6 0,55 4 0,65 0,55 0,45 5 o più 0,55 0,45 0,35 Se non vogliamo usare il fattore riduzione, possiamo impostarlo uguale a 1, assumendoci un rischio totale per ogni mercato/settore.
9 PROGRAMMA Cigni neri I cigni neri sono degli eventi che: sono impossibili o altamente improbabili non sono prevedibili prima del loro accadimento sono soggetti a razionalizzazione dopo l accaduto Questi eventi si riflettono inevitabilmente nei mercati, perché un grande cambiamento da qualche parte nel mondo può modificare anche pesantemente la struttura dei prezzi. Sono eventi impossibili da prevedere perché l essere umano è cieco alla casualità, cioè non riesce a considerarla e a prevederla. Nonostante questo possono causare gravi danni al nostro conto trading se non usiamo gli accorgimenti giusti. Esempi di cigni neri: 11 settembre 2001 Eliminazione del floor di 1,20 su EUR/CHF Crisi dei sub- prime nel 2008 Flash crash sugli indici americani di punti nel 2010 Chernobyl, Fukushima Calamità naturali estremamente distruttive (Sumatra, Sichuan, Haiti, Nepal) Affondamento del Titanic La caduta dell Unione Sovietica L uccisione dell Arciduca Ferdinando (1 guerra mondiale) Volo MH17 La scoperta dei cigni neri in Australia In ogni momento siamo esposti a questo tipo di accadimenti, che per la loro natura non possono essere previsti. L unica cosa che possiamo fare è limitare al massimo il nostro rischio scegliendo un risk per trade basso, soprattutto quando abbiamo più posizioni aperte contemporaneamente. In caso di un evento inaspettato, la correlazione dei mercati va a 1. Vuol dire che tutti reagiscono crollando.
10 PROGRAMMA Rischio sistemico Il rischio sistemico prende in considerazione il rischio di collasso di un intero sistema finanziario. Questo rischio si basa sul fatto che molte istituzioni sono interconnesse e interdipendenti tra di loro. Un esempio di rischio sistemico è quello di una corsa agli sportelli, che porta al fallimento una banca, causando un effetto a cascata su tutti gli altri istituti creditori del primo. Questo insieme di eventi, che si susseguono in pochissimo tempo, porta a una mancanza di liquidità nei mercati, causando la presenza di tantissimi venditori ma nessun compratore. L effetto è un crollo verticale dei valori di quotazione. Questo tipo di rischio quindi è collegato alla possibilità che un istituzione qualsiasi, di grande entità, possa fallire e portare con sé altre istituzioni a esse collegate da rapporti di credito. Possiamo paragonarla ad un vero e proprio effetto domino. Un esempio reale di un crisi dovuta al rischio sistemico è la crisi dei mutui sub- prime e dei CDS nel 2008, che ha fatto fallire grosse istituzioni una dopo l altra, causando una recessione in tutto il mondo. Quando NON fare trading Dopo aver parlato dei rischi che possiamo correre sui mercati, bisogna anche capire quando è meglio tenersi lontano da un certo mercato.
11 PROGRAMMA Per evitare inutili perdite su mercati impazziti la cosa che è più semplice da fare è controllare ogni tanto le notizie sui mezzi di informazione riguardo i mercati su cui lavoriamo. Se ci accorgiamo che siamo in un periodo critico per un cross, indice, o materia prima, e abbiamo molti segnali che ci dicono che c è molta incertezza, è meglio tenersi il più possibile alla larga da quel mercato. Soprattutto se anche la nostra analisi non riesce a darci delle chiare informazioni riguardo la possibile direzione del mercato. È meglio mancare un occasione di profitto che ritrovarsi con una perdita enorme sul conto, molto maggiore del risk per trade che avevamo stabilito. Infatti dobbiamo stare lontani da mercati in cui possono esserci grandi sconvolgimenti a livello politico ed economico, sui quali può verificarsi una crisi da un momento all altro. Un esempio molto recente è il disastro di EUR/CHF. I segnali di avvertimento ci sono stati mesi prima del disastro vero e proprio. Non vuol dire però che dobbiamo avere paura di una catastrofe ogni volta che qualcuno grida al lupo. Rimaniamo sempre ben saldi sulle nostre analisi e modifichiamo la nostra visione solamente quando ci sono degli elementi veramente validi.
12 PROGRAMMA Conclusioni Questi sono i 3 pilastri fondamentali e senza uno soltanto di questi non è possibile fare trading in maniera profittevole nel lungo termine. E anche il secondo pilastro è completo. Il Money Management ci dice quanto destinare ad ogni singola operazione, ci aiuta a gestire il Drawdown, ma anche a potenziare i profitti. Non ci dice che posizione prendere ma ci aiuta a limitare i Loss, o addirittura a trasformare in profitto un'operazione che sarebbe potuta finire in perdita! Tutto questo, se vogliamo fare trading, è necessario, ed i più grandi trader della storia sono diventati tali grazie soprattutto al Money Management. Così come alcuni sono tristemente famosi per la loro noncuranza nel gestire il patrimonio. Un esempio su tutti: Jesse Livermore, vissuto tra la fine dell'800 e la prima metà del '900, trader di Wall Street famosissimo per i suoi immensi profitti, ma anche per le sue brucianti perdite, che lo costrinsero ad accumulare debiti e lo portarono a morire suicida, disperato e depresso. Livermore non metteva da parte nulla, reinvestendo sempre tutto. Per noi questa è stata la prima regola non rischiare tutto il capitale. E una regola molto semplice, ma la sua violazione ha portato alla rovina anche uno tra i più bravi trader della storia.
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