PCP e pesca italiana
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- Annabella Miele
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1 ANNO LIV - N. 36 lunedi' 8 febbraio 2016 LA POSIZIONE DI ACI PESCA SU "PCP E PESCA ITALIANA" PER IL SEMINARIO DI CATANIA :02:16/09:00 - roma, (agra press) - in occasione del seminario di alto livello sullo stato degli stock nel mediterraneo e sull'approccio della politica comune della pesca che si tiene a catania il 9 e 10 febbraio 2016 per iniziativa della dg mare della commissione europea e del medac (consiglio consultivo del mediterraneo), il coordinamento pesca dell'alleanza delle cooperative ha messo a punto un documento su "pcp e pesca italiana" da sottoporre all'attenzione dei partecipanti. l'aci pesca fa notare che dopo essere stata per oltre 30 anni superiore alle tonnellate, dal 1999 in poi la produzione della pesca italiana è costantemente diminuita fino a scendere negli anni sotto le t. il quantitativo attualmente sbarcato è simile a quello del periodo , anni nei quali la pesca non poteva disporre delle odierne tecnologie. negli ultimi 15 anni - prosegue l'aci pesca - si sono pressoché dimezzati i giorni di pesca, così come si sono ridotti di oltre il 40% i principali indicatori socio-economici (occupazione, numero di battelli, stazza, potenza motore). per le cooperative del settore ittico, questi dati dimostrano inequivocabilmente l'insuccesso della pcp in italia. nel documento, l'alleanza delle cooperative del settore delinea i motivi di questo insuccesso, proponendo alcune soluzioni. lo riportiamo integralmente qui di seguito: PCP e pesca italiana La recente riforma della Politica Comune della Pesca, entrata in vigore con il Regolamento di base (1380/2013), il nuovo Fondo Europeo Affari Marittimi e Pesca a questa collegato (Reg. 508/2014) e la Direttiva sulla Marine Strategy (2008/56 CE), costituiscono nell'insieme il nuovo quadro di riferimento della pesca europea che comporta le necessita di operare profonde riflessioni sul futuro del settore e della sua governance, con obiettivi, obblighi, strumenti e procedure di nuova generazione. Quella dell'adeguamento al nuovo contesto e una vera e propria sfida che pone sul tappeto non pochi problemi, per affrontare i quali e imprescindibile operare innanzitutto nella consapevolezza della complessita del sistema pesca, che richiede un approccio adeguato per assicurare l'attuabilita e gestibilita di qualsiasi innovazione, nuovo vincolo o cambiamento. Un modello, quindi, che riconosca in partenza tutti i limiti del vecchio sistema del comando e controllo e che individui nella partecipazione degli stakeholder al processo decisionale, nel loro coinvolgimento e responsabilizzazione, nella condivisione delle scelte tecniche e gestionali, il vero fattore strategico in grado di assicurare l'applicazione ed il rispetto delle norme. L indirizzo delle azioni da mettere in atto nel prossimo futuro, impone una profonda riflessione su cio che e accaduto al settore, sino ad ora. Il trend del settore Il costante incremento della produzione italiana ha portato per circa 30 anni la produzione della pesca oltre le tonnellate. Dal 1999 in poi la produzione della pesca italiana e continuamente diminuita e negli anni e stata inferiore a tons. La riduzione del pesca e stata forte ed attualmente il quantitativo pescato e simile a quello pescato nel 1938 o 1950.
2 (ap) - n /.. In Italia, nel periodo compreso tra il 2003 ed il 2014, le catture della flotta sono diminuite di circa il 35%. Negli anni sono state adottate misure di diversa natura, tra cui la riduzione dello sforzo di pesca (il numero di motopesca e diminuito da oltre nel 1999, a meno di nel 2014, con riduzione di potenza motore e stazza), l applicazione di misure tecniche per quanto riguarda le caratteristiche degli attrezzi, misure di conservazione (taglie minime di cattura), limitazioni spaziotemporali delle attivita di pesca (i giorni di pesca sono diminuiti di oltre il 50% dal 1998 al 2014, con riduzione di imbarcati di oltre unita ) e, solamente per il tonno rosso, l introduzione di un regime di TAC e quote. Nelle figure seguenti e riportato l andamento della produzione dal 1921 al 2010 ed il dettaglio del piu recente periodo , anche in relazione alla flotta.
3 (ap) - n /.. Questa situazione e stata accompagnata da un aumento generale dei costi di esercizio, da una riduzione dei ricavi, anche perche il prezzo medio di vendita del pescato a partire dal 2009 e cominciato a diminuire scendendo da 5,04 /kg nel 2009 a 4,6 /kg nel Cosi il ricavo annuale del settore pesca e sceso da milioni di euro nel 2006 a 812 milioni di euro nel 2014 (Fonte: Mipaaf-Irepa/Programma nazionale raccolta dati alieutici). Considerando il prezzo medio di vendita del 2014 di 4,60 al kg, la riduzione di produzione rispetto alle tonnellate, costantemente pescate fino al 2000, con una perdita di oltre t all anno di prodotto, significano una perdita di ricavi di oltre un miliardo di euro all anno, somma superiore a quella messa a disposizione del settore dal FEAMP. Per quanto riguarda gli aspetti sociali, la riduzione del numero di pescatori, con riflessi che si estendono ai lavoratori collegati all esercizio della pesca ed il peggioramento delle loro condizioni economiche, non favorisce certo il raggiungimento di una sostenibilita sociale. Nel prossimo breve periodo, si prevede un ulteriore riduzione della flotta e di conseguenza dei pescatori, favorita anche dal sostegno economico offerto dal FEAMP per l uscita dal settore. Dal punto di vista economico vi e poi una continua contrazione del settore; un comparto che attualmente produce poco meno di 1 miliardo di euro all anno, meno di quanto produceva 20 anni or sono. Nessuno degli obiettivi della PCP sembra sia stato raggiunto; anzi, la situazione e nettamente peggiorata e cio richiede una seria riflessione per individuare le cause di questo fallimento. Quali le principali cause dell insuccesso? Non e accettabile che lo scarso rispetto della normativa di pesca venga indicata come una, se non addirittura LA causa del mancato raggiungimento degli obiettivi; non e accettabile perche, come abbiamo visto poc anzi, la flotta e realmente diminuita, cosi come la produzione. Crediamo anzi che sia necessario valutare correttamente gli effetti dei cambiamenti climatici e degli inquinanti sui cicli biologici marini dotandosi di sistemi di capillare e costante monitoraggio della qualita delle acque.
4 (ap) - n /.. Cosi come non puo essere invocata la ridotta attendibilita delle statistiche perche e indubbio che con l attuale sistema di controllo, assieme ai programmi incrociati di rilevamento, oggi i dati sono molto piu attendibili rispetto al passato. Esistono forti elementi di dubbio che riguardano l attendibilita delle diagnosi sullo stato di sfruttamento delle risorse; stato delle risorse che non puo rimanere drammatico dopo aver ridotto la produzione di oltre il 50%. E possibile ipotizzare che alcuni modelli, in base ai quali sono state plasmate le politiche di gestione negli ultimi anni, non siano in effetti cosi adatti al contesto specifico della pesca in Mediterraneo. I metodi di stock assessment utilizzati fuori del Mediterraneo considerano specie longeve sulle quali l attivita di pesca opera per diversi anni, mentre in Mediterraneo il reclutamento alla pesca e precoce, quando ancora la mortalita naturale e elevata e la pressione di pesca si esercita per uno o due anni. A causa dell elevata biodiversita, le interrelazioni tra organismi sono molto intense, con valori di mortalita naturale importanti che debbono essere tenute in debita considerazione nell applicazione dei modelli. Le caratteristiche ecologiche del bacino (pochi nutrienti con l eccezione dell Adriatico) e la sua geomorfologia molto eterogenea, sono poco idonee per una politica di conservazione applicata in modo uniforme ed esclusivamente mirata alla riduzione generalizzata dello sforzo di pesca. I mutamenti nel tempo delle complesse interazioni eco-sistemiche tra gli organismi marini devono essere valutati per la pianificazione delle politiche di gestione della pesca. In questo contesto particolare la pesca si e sviluppata nel corso dei secoli con molteplici varieta di attrezzi, ciascuno idoneo ad un ambiente per la cattura di alcune specie, con il risultato di avere un elevato numero di attrezzi diversi e di specie pescate in aree ristrette. E anzi utile sottolineare come la pesca non sia la (sola) causa dei problemi sulle risorse del mare; al contrario, essa puo e deve diventare un elemento di controllo e di supporto alle politiche di gestione dell ambiente marino e costiero. Il sistema di gestione della pesca con quote utilizzato in Nord Europa da oltre 50 anni ha portato alla sovraccapacita di pesca. Esso non e certamente idoneo per gestire la pesca di molte specie catturate insieme, ciascuna con modeste quantita. Il sistema delle quote, inoltre, va esattamente contro la responsabilizzazione dei pescatori perche le quote sono determinate dalle Autorita responsabili, con una limitata possibilita di intervento da parte dei pescatori. Le soluzioni? Queste considerazioni rappresentano per l Alleanza delle Cooperative Italiane uno stimolo per immaginare scenari futuri, compatibili con uno sviluppo armonico e sostenibile del settore. La PCP per il Mediterraneo dovrebbe orientarsi verso il coinvolgimento per aree sub regionali dei pescatori nella gestione delle loro attivita. Occorre fare lo sforzo di individuare alcuni parametri piu vicini alle situazioni reali, coinvolgere in maniera sempre piu ampia le organizzazioni professionali ai vari livelli: dall analisi sullo stato dello risorse, alla gestione della produzione e del mercato. Cosi come riteniamo sia prioritario l utilizzo di metodi di valutazione degli stock, indipendenti dalla pesca. Cio che il sistema delle imprese intende fare e spingere con forza sull'acceleratore dell'aggregazione dei pescatori, promuovendo il piu possibile il modello delle Organizzazioni di Produttori e dei consorzi di gestione cesellati su aree omogenee, a livello di marinerie o gruppi coesi di marinerie. All'interno delle OP e dei consorzi di gestione dovranno essere elaborate, discusse e messe a confronto le misure di disciplina della pesca, in coerenza con gli indirizzi e gli obbiettivi della PCP.
5 (ap) - n /.. Tali misure dovranno tenere altresi nella debita considerazione i risultati dell'analisi spaziale dello sforzo di pesca e in virtu delle informazioni che emergeranno si potranno ideare le appropriate soluzioni di gestione. Chi non vorra (o non sapra ) sfruttare o condividere gli spazi di autogestione dovra sottostare alle regole proposte dalla maggioranza o, in assenza, adottate dalle Autorita preposte. L aspetto fondamentale dal punto di vista dell Alleanza delle Cooperative Italiane, nella sua veste di portatore di interessi economici, e che ogni nuova norma, prima di essere adottata, debba basarsi su un analisi completa degli impatti ambientali, sociali ed economici, evitando che per conseguire presunti miglioramenti ambientali, si adottino misure con impatti negativi sulla sfera sociale ed economica. E in questo contesto che occorrera misurarsi con obiettivi precisi che sono focalizzati al raggiungimento di una sostenibilita basata sui tre pilastri concettuali (sostenibilita ambientale, sociale ed economica) della nuova PCP, in una logica di approccio precauzionale nelle scelte di gestione degli stock, di concentrazione degli sforzi verso il Massimo Rendimento Sostenibile (MSY) ed inquadramento delle politiche in una piu ampia cornice eco-sistemica, che tenga conto delle complesse interazioni proprie dell habitat marino. Tra gli strumenti di gestione previsti dalla nuova PCP, i Piani pluriennali rappresentano la chiave di volta per la definizione di un quadro di misure tecniche volte alla sostenibilita del prelievo, in un ottica di cooperazione regionale. Cosi come sta avvenendo con successo nel percorso avviato per la gestione dello stock di piccoli pelagici in Adriatico, occorre che i co-legislatori definiscano il quadro normativo all interno del quale la Commissione, nel rispetto dell art. 18 del Reg UE 1380/2013, possa definire anche attraverso gli organi consultivi (AC), le misure di gestione piu idonee ai diversi contesti della pesca europea. L efficacia dei piani di gestione pluriennali dovra essere perseguita attraverso l identificazione di Target quantificabili (mortalita da pesca, biomassa dei riproduttori, MSY) declinati in diversi modi ed un relativo schema temporale in cui questi dovranno essere raggiunti. La gestione delle attivita di pesca per i diversi sistemi deve considerare la possibilita di operare su aree e periodi compatibili con il ciclo di rinnovamento delle singole specie e con gli aspetti di natura socio-economica. E evidente che un approccio di questo tipo non puo prescindere dalla disponibilita costante dei migliori dati scientifici disponibili che, mai come in questa fase storica, dovranno essere raccolti in modo puntuale, accurato ma, soprattutto, tempestivo! In conclusione riteniamo che occorra adottare un approccio globale ed eco-sistemico basato su di una pianificazione dello spazio marittimo che tenga conto della reale sostenibilita (in tutte e tre le sue articolazioni) delle attivita alieutiche in sub aree omogenee. Questo modello rappresenterebbe un innovazione concettuale in grado di coniugare la richiesta di gestione razionale, con la realta eco-sistemica con la quale occorre necessariamente confrontarsi. NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 09:05 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel fax agrapress@mclink.it
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