Introduzione INTRODUZIONE 15
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- Maria Rocchi
- 8 anni fa
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1 INTRODUZIONE 15 Introduzione Ester aveva 13 anni. A scuola era brava e aveva molti amici. Nel tempo libero amava cavalcare. In primavera disse ai suoi genitori che voleva fare una dieta per dimagrire. Non era particolarmente sovrappeso, ma molte amiche avevano iniziato delle diete e lei non voleva essere diversa. All inizio i genitori non si erano preoccupati. Dopotutto, la figlia sembrava evitare soltanto cibi poco sani. Ester stava diventando molto orgogliosa del suo aspetto e, comunque, pensavano non avrebbe resistito a lungo nel fare la dieta. Invece continuò e iniziò a perdere peso. I genitori tentarono di dissuaderla dalla dieta, ma senza successo. Dopo un mese, quando aveva perso due chili, decise di diventare vegetariana. Disse che le sembrava crudele mangiare carne: i genitori sospettavano che questa fosse una scusa per mangiare ancora meno, per poter dimagrire, ma Ester negò e disse di volerlo fare per ragioni morali. Non volle più parlare delle sue abitudini alimentari. A tre mesi dall inizio della dieta, Ester era dimagrita di cinque chili. Era magra, pallida e non stava bene. Nonostante tutto, sembrava avere molta energia, andava a correre, nuotare e cavalcare. Giovanna, 11 anni, era piccola per la sua età: era scura di capelli e amava scrivere storie. Le sorelle, una più grande e l altra più piccola, erano bionde e alte per la loro età. Di recente Giovanna aveva perso molto peso ed era diventata magra. Lei però era convinta di essere grassa e nessuna rassicurazione da parte dei genitori poteva farle cambiare idea. Lei si sentiva grassa, inutile e brutta.
2 16 DISTURBI ALIMENTARI Anna, 15 anni, sembrava contenta e normale, senza problemi particolari. Ben inserita a scuola, non era mai stata un tipo lamentoso o problematico. I genitori erano contenti che la figlia non avesse dato loro quelle preoccupazioni tipiche dell adolescenza. Durante le vacanze estive, si accorsero però che qualcosa non andava. Erano rimasti scioccati nel vedere la figlia in costume; era evidente che Anna aveva perso molto peso senza che loro se ne fossero accorti. La cosa strana era che ambedue i genitori non erano a conoscenza della dieta della figlia o che fosse diventata così difficile con il cibo. Pensarono che forse aveva qualche malattia che la consumava. Poi, riflettendo sulla cosa, la madre ricordò che circa due mesi prima Anna aveva iniziato ad andare spesso in bagno subito dopo aver mangiato. Capì allora, con sua grande sorpresa, che Anna si procurava il vomito senza che nessuno lo avesse notato. Alessandro, 14 anni, era molto preoccupato quando il padre dovette restare a casa a causa di un lieve infarto. Il nonno era morto di una malattia cardiaca quando il ragazzo aveva 6 anni e ora temeva che anche il padre potesse subire la stessa sorte. Decise allora di fare qualcosa per la sua salute e mantenersi in forma per evitare eventuali malattie cardiache. Iniziò a fare molta ginnastica e a eliminare i grassi dalla sua dieta. Cominciò a esagerare con gli esercizi; correva infatti molte miglia al giorno e faceva circa 200 esercizi di sollevamento pesi. I genitori notarono che Alessandro cambiava umore se, per qualche ragione, non poteva esercitarsi. Una volta, quando gli impedirono di correre, si arrabbiò tantissimo e passò due ore a correre su e giù per le scale. La madre di Francesca, ripulendo la stanza, trovò il suo diario. Sapeva che non avrebbe dovuto leggerlo, ma non poté fare a meno di dare un occhiata. Fu molto sorpresa di leggere frasi come: «Sono cattiva, inutile, sono un fallimento. Penso sempre al cibo; non c è nient altro a cui pensare. Sono spazzatura. Perché non mi uccidono?». Certamente la madre non aveva la minima idea che Francesca si sentisse così. Rachele, 13 anni, annunciò che non voleva più mangiare con la sua famiglia e che, da quel momento in poi, avrebbe consumato i pasti nella sua stanza. Pensava che fosse disgustoso che i suoi familiari mangiassero carne e che nessuno aveva il diritto di impedire a lei di non mangiarne. Anche se la madre preparava i pasti senza carne, Rachele si rifiutava di mangiare con loro dicendo che preferiva stare da sola oppure che aveva molti compiti da fare e per lei era più facile mangiare di sopra, o che non tollerava i rozzi comportamenti del fratello a tavola. Aveva sempre qualche scusa. Però, le piaceva cucinare e spesso preparava i pasti per gli altri. La mamma notò che spesso non mangiava quello che cucinava. Rachele aveva dei motivi per non mangiare e si arrabbiava molto se qualcuno la spingeva a farlo: era pertanto molto più facile lasciarle fare ciò che voleva.
3 INTRODUZIONE 17 Cristina aveva 11 anni quando iniziò a mangiare in modo caotico. Era insoddisfatta del suo aspetto e voleva dimagrire. Iniziò a saltare alcuni pasti ma era così affamata da piluccare durante il giorno. A volte stava male per questo e si diceva: «Oggi è stata una brutta giornata, così mangerò di più e comincerò la dieta domani». Allora mangiava qualsiasi cosa trovasse nel frigorifero, generalmente di notte quando i genitori erano a letto. Negava tutto, anche se era evidente che qualcuno prendeva il cibo e una sera era stata scoperta in cucina. Inoltre la madre trovava tante carte di biscotti e caramelle nascoste sotto il letto di Cristina. Questi scenari illustrano come i genitori si accorgano del disturbo alimentare dei loro figli e di quali siano le loro emozioni. Si sentono inadeguati, meravigliati, impotenti, frustrati, arrabbiati e colpevoli. Spesso non riescono a capire cosa sia successo o il motivo per cui la figlia o il figlio abbia un comportamento così strano. Ciò che vedono è una malattia o solo un comportamento problematico? Solo qualche tempo prima il ragazzo era contento, socievole e senza problemi, o almeno così sembrava. Aveva amici, era bravo a scuola e in altre attività e di solito non si lamentava. Possono esserci stati stress familiari come una malattia o la morte di un parente, ma a volte non c è stato niente di particolare tale da giustificare o spiegare i comportamenti osservati dai familiari. Anche se può esserci stata tensione, è spesso difficile considerarla talmente problematica da causare qualcosa di così autolesivo come un disturbo alimentare. Così i genitori devono confrontarsi con un figlio determinato a farsi del male digiunando, vomitando o, occasionalmente, usando altri metodi per dimagrire, come lassativi o ginnastica esagerata. Non è più il ragazzino piacevole e socievole di prima; ora è introverso, lunatico e, di solito, molto infelice. Questa situazione pone i genitori e gli adulti davanti a molte domande. Anche voi ne avrete molte in mente. È difficile capire perché i disturbi alimentari insorgono e si può perdere molto tempo nel tentativo di ricordare qualche particolare evento che può avere attivato queste difficoltà contro cui voi e vostro figlio state lottando. Il problema è che, a volte, non vi sono spiegazioni semplici. Inoltre, ciò che per vostro figlio è importante può non esserlo per voi (anche il contrario è vero). I comportamenti che si presentano con certi tipi di disturbi alimentari sono difficili da capire. È impossibile cercare di immaginare di non mangiare se si ha fame o cosa si provi a essere talmente consumati dal senso di colpa per aver mangiato un pasto normale al punto di procurarsi il vomito. È difficile cercare di essere d accordo con qualcuno che afferma di esser grasso quando, in realtà, è magro come una scopa. Tutto questo non è logico, né facile da capire.
4 18 DISTURBI ALIMENTARI Potete essere perplessi dal cambiamento del carattere di vostro figlio o meravigliarvi perché percepisce le cose così diversamente o perché non ha amici come prima. Spesso rifiuta ogni tentativo di aiuto o dice che siete voi ad avere un problema e non lui. Se avete più di un figlio, cercate di essere imparziali nelle cose e spiegare ai fratelli e alle sorelle il problema. Il disturbo alimentare non deve sconvolgere tutta la famiglia e i figli devono continuare a soddisfare i loro bisogni. È però difficile mantenere un equilibrio sensibile nel soddisfare i bisogni di tutti poiché il disturbo alimentare influenza notevolmente tutta la famiglia. Se siete pieni di domande senza risposta, vi potete sentire insicuri sul da farsi. Potete avere letto che un integratore può aiutare o che l ipnosi può far sparire il disturbo alimentare, ma sarà vero? Forse pensate che lottare apertamente contro i desideri di vostro figlio sia più dannoso che utile. Come genitori, potete non essere d accordo su come gestire la situazione e non sapere cosa sia giusto. Spesso la preoccupazione più grande è chiedersi se vostro figlio si stia facendo del male in modo irreparabile con ciò che fa. In questo libro si cerca di rispondere a queste domande e di risolvere le vostre preoccupazioni. Il nostro scopo è quello di dare un senso a un disordine senza logica per i genitori e che causa tanta angoscia e tanti disagi. Sappiamo che essere genitore di un ragazzo con disturbo alimentare è molto stressante. Alcuni anni fa abbiamo condotto un indagine per comprendere le esperienze vissute dai genitori durante il trattamento e quale supporto avessero ricevuto nei centri per i disturbi alimentari in tutto il Paese. I risultati hanno evidenziato come il peso del disturbo sia considerevole per le madri. Circa metà di esse riferiva cambiamenti negativi in se stesse. Descrivevano perdita di fiducia, aumento del senso di colpa, tristezza, ansia, paura e rabbia. Descrissero onestamente quali sentimenti provavano per il proprio figlio con disturbo alimentare, e alcune segnalarono di aver perso interesse per il cibo o di provare senso di colpa per avere consumato un pasto normale. Io sono irrevocabilmente cambiata dalla malattia di mia figlia. Non ho più ambizioni o speranze per il suo futuro. [ ] Ho fallito verso me stessa e così anche il padre, ma lei dice di odiarci entrambi. Ho tanto cercato di renderla felice e di curarla durante la sua malattia, ma penso che mi biasimi e, forse, ha ragione. La madre di un altra ragazza anoressica ha scritto: La sua vita era un inferno, ma riuscivo ancora a vedere dentro questa bambina ossessionata e ombrosa quella solare di un tempo e sapevo che
5 INTRODUZIONE 19 potevo salvarla. Una sera mi disse che capiva come fosse difficile per me essere ora una madre. Guardavo i suoi occhi incavati e la sua piccola testa e la abbracciai; le dissi che tutto procedeva bene e che presto sarebbe guarita. Fortunatamente non è così difficile per tutti i genitori, ma noi conosciamo l enorme peso, l ansia e il lavoro che devono sopportare nel tentativo di aiutare i figli con disturbo alimentare o tutti gli altri ostacoli che incontrano nel tentativo di superare il problema. Prendendo atto di quanto grandi siano le difficoltà per i genitori, abbiamo deciso di scrivere questo libro. Prima di continuare, abbiamo ritenuto fosse utile delineare brevemente il suo contenuto. Nel capitolo primo vengono definiti e descritti dettagliatamente i vari tipi di disturbo alimentare e i problemi legati al cibo che spesso colpiscono bambini e adolescenti. Vengono distinte le modalità alimentari normali da quelle anormali e si cerca di chiarire la differenza tra problemi lievi e seri. Nel capitolo secondo si considera ciò che si sa sullo sviluppo del disturbo alimentare, sui possibili fattori attivanti e come essi cooperino nella nascita del disturbo alimentare. Si considera, inoltre, ciò che mantiene il problema una volta che si è sviluppato. Nel capitolo terzo si delineano i segnali più comuni e i sintomi del disturbo alimentare includendo ciò che è difficile da osservare come il nascondere il cibo o indurre il vomito. Lo scopo del capitolo è aiutare i genitori a essere consapevoli di ciò che devono osservare e a decidere se il figlio abbia o no un disturbo alimentare. Nella gestione del disturbo alimentare i genitori sono le persone più importanti e i capitoli quarto e quinto contengono una guida su come aiutare il figlio passo dopo passo. Nel capitolo sesto si aiutano i genitori a decidere se cercare un aiuto professionale e a capire cosa possono aspettarsi. Nel capitolo settimo si descrive ciò che può accadere nel corso del disturbo alimentare, si suggerisce come evitare i danni a lungo termine e si presenta una prognosi o meglio se si può guarire o cosa può far stare meglio. Per illustrare i vari punti descritti, in tutto il libro abbiamo inserito le storie di alcuni delle tante centinaia di bambini, adolescenti e delle loro famiglie che abbiamo visto e curato negli anni. Nel capitolo ottavo sono descritti dettagliatamente vari casi affinché il lettore possa seguire il processo del disturbo alimentare dal suo inizio fino alla guarigione.
6 20 DISTURBI ALIMENTARI Alla fine si trova il glossario e vengono indicati alcuni indirizzi utili. La maggior parte dei disturbi alimentari, se curati correttamente, si risolve. Si spera che questo libro sia facilmente leggibile e possa essere una guida pratica per i genitori che vogliono aiutare i propri figli a recuperare uno stato di salute normale, forte e duraturo.
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