LA DISCARICA DEL CASSERO: MONITORAGGIO LICHENICO

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1 LA DISCARICA DEL CASSERO: MONITORAGGIO LICHENICO ANNO 2012 STEFANO LOPPI LUCA PAOLI ALICE GRASSI Dipartimento di Scienze della Vita Università degli Studi di Siena ADELMO CORSINI

2 Premessa Nel 2012 Pistoiambiente ha commissionato il quinto monitoraggio biologico della qualità dell aria con i licheni epifiti per proseguire l attività di controllo sull ambiente circostante la Discarica del Cassero. Lo studio fa seguito a quelli realizzati da ARPAT nel 1996 e nel 2000 e a quelli realizzati dall Università degli Studi di Siena nel 2008 e nel 2010, attivati in seguito all approvazione del progetto di ampliamento della Discarica del Cassero come uno degli strumenti per mantenere sotto controllo l area indagata. Come noto, le tecniche di biomonitoraggio consentono di valutare l impatto ambientale di alcuni fattori di stress su componenti ambientali sensibili degli ecosistemi (indicatori biologici) e di utilizzare la risposta di tali componenti come stima delle condizioni dell ambiente, contribuendo a integrare informazioni puntuali di natura chimico-fisica ottenute per via strumentale (da Monitoring Lichens Monitoring with Lichens, a cura di Nimis et al., 2002 NATO Science Series). In tal senso, le indagini effettuate sin dal 1996 da ARPAT nel territorio interessato dalla presenza della Discarica del Cassero hanno consentito di valutare nel tempo e nello spazio eventuali effetti biologici della gestione dell impianto attraverso l utilizzo di bioindicatori. Nel 2008, dopo 12 anni di gestione dell impianto, è stato realizzato un nuovo studio di bioindicazione mediante licheni, che ha integrato le stazioni storiche monitorate da ARPAT con un pool di stazioni di campionamento localizzate in maniera specifica intorno all impianto, rappresentando il nuovo punto zero in relazione all ampliamento del sito destinato a discarica. Ci sembra interessante porre l accento anche sulla rilevanza scientifica di questo tipo di studio, riconosciuto di recente come un esempio di monitoraggio biologico a lungo termine relativo alla gestione dei rifiuti in discarica, che può rappresentare un punto di riferimento per indagini simili intorno ad altri impianti per la gestione dei rifiuti (Environmental Pollution, vol. 161 (2012) pp ). La presentazione che segue è una breve sintesi dei risultati dei monitoraggi ambientali mediante i licheni epifiti effettuati nel periodo nell area interessata dalla presenza della Discarica del Cassero e nel territorio circostante. Stefano Loppi, Adelmo Corsini 1. Scopo della ricerca La presente ricerca ha lo scopo di raggiungere due obiettivi principali. - Valutare la condizione ambientale nel 2012 del territorio interessato dalla presenza della Discarica del Cassero attraverso lo studio dell Indice di Biodiversità dei licheni epifiti e l analisi delle deposizioni di elementi in campioni in situ del lichene Flavoparmelia caperata. - Valutare eventuali cambiamenti intercorsi nella qualità ambientale attraverso il confronto con il mappaggio del 2008, che rappresenta il nuovo punto zero in ragione del progetto di ampliamento della Discarica del Cassero e con lo studio del Per facilitare la lettura e la comprensione dei risultati, le metodologie adottate per la realizzazione dello studio sono brevemente riportate. Le informazioni raccolte nella campagna 2012 sono confrontate con quelle ottenute nelle campagne 2008 e 2010.

3 2. Metodologia 2.1. Strategia e disegno di campionamento Per raggiungere gli obiettivi prefissati il lavoro è stato articolato nelle seguenti fasi: 1) Verifica e monitoraggio delle stazioni storiche di ARPAT. 2) Verifica e monitoraggio delle stazioni inserite nel piano di studio nell anno 2008 in ragione del progetto di ampliamento dell impianto. 3) Verifica e monitoraggio delle stazioni per il bioaccumulo Discarica del Cassero Figura 2.1 Localizzazione delle 36 stazioni storiche di monitoraggio lichenico (sinistra). Localizzazione delle 14 stazioni di monitoraggio ubicate intorno alla Discarica del Cassero (destra) Rilevamento dell Indice di Biodiversità Lichenica Il rilevamento dell Indice di Biodiversità Lichenica (IBL) è stato effettuato in accordo con la metodologia ANPA, adattata alle esigenze specifiche di questo studio. Per essere idoneo al rilevamento dell Indice di Biodiversità Lichenica (IBL) ogni albero doveva presentare le seguenti caratteristiche: - inclinazione del tronco non superiore a 10, per evitare effetti dovuti all eccessiva eutrofizzazione di superfici molto inclinate; - assenza di fenomeni evidenti di disturbo (verniciature, gravi malattie della pianta, nodosità); - area di rilevamento con copertura di briofite non superiore al 25%, per evitare fenomeni di forte competizione ecologica che influenzano la biodiversità lichenica; - la circonferenza minima è stata stabilita in 60 cm, allo scopo di evitare fasi pioniere di colonizzazione lichenica. Il reticolo di campionamento utilizzato per il rilevamento dell IBL è costituito da quattro subunità di 10 x 50 cm, ciascuna divisa in cinque quadrati di 10 x 10 cm (Figura 2.2). Per ciascuna stazione sono stati rilevati 3 alberi idonei. L'Indice di Biodiversità Lichenica (IBL) del singolo rilievo (albero campionato) è ottenuto come somma delle frequenze delle specie licheniche rilevate all interno delle maglie del reticolo. L'IBL di ciascuna stazione è rappresentato dal valore medio

4 dell'ibl dei singoli rilievi di quella stazione. Figura 2.2 Reticolo di campionamento per il monitoraggio dell IBL Metodologia per lo studio di bioaccumulo Lo studio di bioaccumulo è stato effettuato nelle 25 stazioni di monitoraggio selezionate nel 2008 tenendo conto di quanto segue: - dati relativi agli studi precedenti di ARPAT; - risultati dello studio di biodiversità lichenica degli anni 2008 e 2010; - sopralluoghi effettuati preliminarmente su tutte le 50 stazioni di monitoraggio. È stato possibile ripetere il campionamento sugli stessi punti di osservazione, consentendo un confronto diretto dei dati raccolti nel 2012 con quelli misurati nel 2008 e nel Pertanto, sono state monitorate 16 stazioni sul grigliato di campionamento sistematico (stazioni 8, 9, 10, 11, 12, 13, 15, 17, 18, 21, 23, 25, 27, 29, 30) (Figura 2.1) e 9 stazioni neo-inserite nel piano di monitoraggio del 2008 in considerazione del progetto di ampliamento dell impianto (37, 38, 39, 40, 41, 43, 45, 46 e 47). Per lo studio delle deposizioni di elementi in traccia in talli di Flavoparmelia caperata la metodologia adottata è ispirata alle linee guida dell Agenzia Nazionale per la Protezione dell Ambiente elaborate da Nimis & Bargagli (1999) Il lichene Flavoparmelia caperata (L.) Hale Flavoparmelia caperata è una specie foliosa a lobi larghi (Figura 2.3) frequente in ambienti a clima temperato, diffusa in Italia in tutta la fascia eu-mediterranea specialmente su alberi decidui isolati, un po meno su sempreverdi, anche se nelle aree Tirreniche più umide è relativamente comune nella vegetazione mediterranea. La specie gradisce ambienti soleggiati ma non soggetti a forte irraggiamento solare diretto: in ambienti tendenzialmente aridi preferisce micro-condizioni di relativo ombreggiamento, come ad esempio i boschi aperti, al contrario tende a rarefarsi in condizioni di forte ombreggiamento, ove cioè il bosco è particolarmente denso. È mesofitica in quanto a necessità idriche e predilige ambienti con bassi o moderati livelli di eutrofizzazione, privilegiando scorze tendenzialmente acide o sub-neutre.

5 Figura 2.3 Talli del lichene Flavoparmelia caperata. La specie è ampiamente utilizzata per indagini di bioaccumulo (Loppi et al., 2004) ed è stata selezionata sin dal monitoraggio effettuato da ARPAT nel 1996, in virtù della diffusione nell area e delle specifiche caratteristiche morfologiche, quali la presenza di un ampia fascia marginale priva di rizine (5 10 mm, corrispondente all ultimo periodo di accrescimento), che rende più agile il prelievo delle parti marginali del tallo che vengono utilizzate per la fase analitica. In tal modo, il materiale lichenico prelevato per le analisi ha la stessa età e perciò lo stesso tempo di esposizione nell ambiente. 3. Risultati dello studio dell Indice di Biodiversità Lichenica (IBL) 3.1. Situazione generale dell area di studio La scala utilizzata in questo lavoro è già stata ampiamente adottata in studi di biomonitoraggio lichenico realizzati in Toscana. Essa esprime l Indice di Biodiversità Lichenica in termini di discostamento percentuale dai valori massimi di normalità/naturalità attesi (Tabella 3.1). Questo perché i valori di biodiversità riflettono l'allontanamento, causato dagli inquinanti, rispetto alla ricchezza floristica che ci si attenderebbe di trovare in un dato ambiente in assenza di una fonte di stress ambientale (normalità/naturalità attesa). DEVIAZIONE % DAL LIVELLO DI NORMALITÀ IBL INTERPRETAZIONE IN TERMINI DI ALTERAZIONE AMBIENTALE Molto alta (deserto lichenico) da 99 a > Alta da 75 a >50 >40 80 Moderata da 50 a >25 > Bassa (ambiente semi-naturale) da 25 a 0 >120 Non percettibile (ambiente naturale) Tabella 3.1 Scala di interpretazione dell Indice di Biodiversità Lichenica. Di seguito viene presentata un interpretazione grafica dell Indice di Biodiversità Lichenica misurato nell area di studio considerando tutte le stazioni di campionamento, tramite il programma di cartografia computerizzata Surfer, utilizzando il kriging come metodo di interpolazione dei dati fra i punti di campionamento (Figura 3.1).

6 Per una visualizzazione comparativa fra il presente monitoraggio (2012) ed i precedenti, vengono riportate anche le mappe relative agli studi del 2010 e del IBL 2012

7 IBL 2008 Figura 3.1 Interpretazione grafica dell Indice di Biodiversità Lichenica nell area di studio (Campagne di monitoraggio 2012, 2010 e 2008). Alterazione (IBL 40); Semialterazione (40 < IBL 80); Bassa alterazione (80 < IBL 120); Alterazione non percettibile (IBL > 120). Coordinate UTM. Come si può osservare dalla Figura 3.1, non si sono verificati cambiamenti significativi nel territorio circostante la Discarica del Cassero. Nel 2012 il 42% delle stazioni è attribuito alla fascia di bassa alterazione, vale a dire di semi-naturalità (colore verde), il 3% alla fascia di alterazione non percettibile (colore blu), la rimanente parte è in fascia di semi-alterazione dell IBL (colore giallo). Tali stazioni sono localizzate prevalentemente nella porzione orientale dell area di studio. La stazione 40, affacciata sul versante meridionale della discarica, a ridosso della parcella oggetto dell ampliamento, è in classe di alterazione ambientale (colore rosso). I risultati di tutte le precedenti campagne (1996, 2000, 2008 e 2010) hanno mostrato la presenza di un area a minore IBL in prossimità dell area urbana: osservando queste elaborazioni cartografiche, anche il monitoraggio del 2012 conferma il dato. Al contrario, le aree a maggiore diversità lichenica (in fascia di bassa alterazione e di alterazione non percettibile, rispettivamente verde e blu) si trovano sui versanti collinari in direzione opposta, rispettivamente verso Vinacciano a NW e nell area alto collinare del Poggio di San Giusto a SW, analogamente a quanto evidenziato nel Il numero di specie licheniche per sito si riduce procedendo in direzione dell area urbana, passando anche nel 2012 dalle 28 specie delle aree altocollinari (stazione 2), alle 9 specie in prossimità dell area urbana. Per un rapido confronto fra questo monitoraggio (2012) e i precedenti studi, la Figura seguente (3.2) mostra una rappresentazione dell IBL medio nelle stazioni prossime all impianto.

8 Figura 3.2 Indice di Biodiversità Lichenica nelle stazioni antistanti l impianto ( ). Alterazione (IBL 40); Semialterazione (40 < IBL 80); Bassa alterazione (80 < IBL 120);

9 Il monitoraggio del 2008 aveva mostrato una condizione definita di semi-alterazione dell IBL in alcuni dei siti affacciati direttamente sulla discarica dal lato S, con un rapido recupero dei valori entro l anello esterno di stazioni (in classe di semi-naturalità). Per alcune delle stazioni affacciate direttamente sull impianto dal lato N (stazioni 41, 43, IBL rispettivamente 88 e 75) e da S (40, 22 IBL pari a 76) i dati indicavano già una condizione di semi-naturalità o prossima alla seminaturalità dell indice, vale a dire una bassa deviazione dalla condizione di naturalità dal punto di vista lichenico in questo tipo di ambienti. I dati del 2010 hanno evidenziato una variazione significativa dell IBL nella stazione 40, sul lato meridionale dell impianto, di fronte all area oggetto dell ampliamento del 2008, con una diminuzione dell indice medio del 40%, da 76±15 a 45±20 (Figura 3.2). I rilievi del 2012 assegnano la stazione 40 alla fascia di alterazione ambientale (IBL 37±14, colore rosso) e mostrano una diminuzione del 35% del valore dell IBL dal 2010 al 2012 anche per la stazione adiacente (stazione 39, da 66±14 a 43±7). La diminuzione della biodiversità lichenica è limitata ai siti direttamente affacciati sull area in coltivazione, dove il sollevamento di particolato dovuto ai lavori di gestione dei rifiuti, movimento terra, copertura, passaggio di mezzi, determina un influenza negativa sulle comunità licheniche presenti. Ciò risulta confermato anche dalle alterazioni (decolorazioni) osservate in alcuni dei talli lichenici che crescono sugli alberi delle stazioni 40, 39 e 38, che sono ubicate a breve distanza dall area in coltivazione. Considerando solo le stazioni antistanti l impianto e direttamente affacciate su di esso, abbiamo rilevato una media di 14 specie sul versante meridionale e di 20 sul versante nord. I dati di IBL raccolti mostrano anche nel 2012 un recupero dei valori di IBL entro l anello esterno di stazioni, in maniera analoga a quanto osservato nel 2010 e nel La condizione ambientale è rimasta sostanzialmente inalterata rispetto al precedente studio. 4. Deposizioni di elementi in talli di Flavoparmelia caperata 4.1. Interpretazione dei dati Per quanto concerne lo studio delle deposizioni degli elementi nei campioni di Flavoparmelia caperata, i dati raccolti sono stati interpretati e discussi alla luce della scala pubblicata dall Agenzia Nazionale per la Protezione dell Ambiente (APAT, ora ISPRA) sulle linee guida per il bioaccumulo tramite licheni epifiti in Italia (Nimis & Bargagli, 1999) e ripresa a livello internazionali (Bargagli & Nimis, 2002). La scala è stata elaborata sulla base di centinaia di misure effettuate sul territorio Italiano, in aree con diverse situazioni geomorfologiche e con diversi tassi di inquinamento. Essa deve essere utilizzata considerandola come un utile strumento di sintesi, soggetto a modifiche e verifiche con il progressivo sviluppo delle conoscenze (Nimis & Bargagli, 1999). Fornisce pertanto indicazioni di carattere generale, che non riflettono necessariamente in maniera diretta le concentrazioni degli elementi in aria. La Tabella 4.1 riporta le fasce di naturalità/alterazione relativamente alle concentrazioni (espresse in parti per milione ppm) degli elementi analizzati nei talli lichenici. Fascia/Classe di Naturalità/Alterazione 1. Nat. molto alta 2. Nat. Alta 3. Nat. Media 4. Nat./Alter. Basse 5. Alter. Media 6. Alter. Alta Pb Cu Cr Zn Fe Ni Cd As < 4,0 < 7,0 < 1,2 < 30 < 290 < 1,0 < 0,2 < 0,2 10,0 10,0 2, ,0 0,4 0,6 25,0 15,0 4, ,0 0,8 1,2 55,0 25,0 6, ,0 1,4 1,9 80,0 34,0 9, ,0 2,0 2, , ,0 2,6 3,0 7. Alter. Molto alta >108 >53 >16 >155 >1800 >8,0 >2,6 >3,0 Tabella 4.1 Scala di interpretazione dei livelli degli elementi analizzati nei talli lichenici. Fonte: linee guida per il bioaccumulo tramite licheni epifiti (Nimis & Bargagli. 1999).

10 4.2. Situazione dell area di studio In Tabella 4.2 sono riportati i valori medi degli elementi chimici esaminati nell area di studio prendendo in considerazione i dati complessivi delle 25 stazioni dello studio di bioaccumulo esaminate dal 2008 al Le concentrazioni sono espresse in parti per milione (ppm) e riferite al peso secco del campione. La Tabella mostra il confronto fra i valori medi per l area di studio riferiti alle tre campagne di monitoraggio. Il colore si riferisce alla fascia di naturalità/alterazione a cui una stazione è attribuita. Dall osservazione dei dati nel loro complesso, considerando i valori medi delle concentrazioni misurate per ciascun elemento nelle 25 stazioni di monitoraggio, non emerge una variazione rilevante delle deposizioni all interno dell area di studio. In dettaglio, confrontando per ciascun elemento i valori misurati dal 2008 al 2012 si può osservare che i livelli medi di piombo (Pb), rame (Cu), cadmio (Cd) e arsenico (As) sono rimasti inalterati e rientrano nella fascia di naturalità alta (2 verde scuro), cromo (Cr) e ferro (Fe) passano su base media da naturalità alta nel 2008 (2 verde scuro) a naturalità media nel 2010 (3 verde chiaro) e confermano tale condizione anche nel I livelli di nichel (Ni) sono rimasti sostanzialmente inalterati su base media e indicano una condizione di bassa naturalità / bassa alterazione (4 - giallo) nel corso delle tre campagne. Infine, è stata osservata una diminuzione dei livelli medi di zinco (Zn) dal 2008 al 2010, da bassa naturalità / bassa alterazione (4 - giallo) a naturalità media (3 verde chiaro). I dati di Zn del 2012 sono in linea con quelli della campagna Pb Cu Cr Zn Fe Ni Cd As media 4,13 9,99 1,57 74, ,36 0,29 0,43 DS 2,13 1,69 0,6 26, ,23 0,1 0,09 CV (%) Pb Cu Cr Zn Fe Ni Cd As media 6,98 8,35 2,96 46, ,78 0,38 0,27 DS 7,25 2,17 1,69 8, ,29 0,13 0,15 CV (%) Pb Cu Cr Zn Fe Ni Cd As Media 7,47 10,28 2,68 45, ,19 0,30 0,29 DS 7,29 4,08 2,34 16, ,09 0,15 0,11 CV (%) Tabella 4.2 Concentrazioni medie degli elementi (ppm) nell area di studio misurate nei talli di Flavoparmelia caperata prelevati nel 2008, nel 2010 e nel 2012 negli stessi punti di osservazione. Il colore si riferisce alla fascia di naturalità/alterazione. Descrittori statistici: media, deviazione standard (DS) e coefficiente di variazione percentuale (CV). Più in dettaglio, nella Tabella 4.3 i livelli degli elementi misurati in F. caperata sono stati elaborati raggruppando le stazioni di monitoraggio in tre cluster, in funzione della distanza dall impianto del Cassero. - Gruppo A: Vi appartengono le stazioni direttamente affacciate sull impianto, cioè quelle distribuite sull anello interno che circonda la discarica (in prossimità delle recinzioni che circondano il perimetro dell area dell impianto), come descritto nel piano di campionamento (37, 38, 39, 40, 41, 43). - Gruppo B: Sono le stazioni contigue, ma non affacciate direttamente sull impianto: sono rappresentate da quelle dell anello esterno (45, 46, 47) e dalle stazioni storiche più vicine all impianto (15, 16, 17, 21, 23, Figura 2.1).

11 - Gruppo C: Le rimanenti stazioni storiche (8, 9, 10, 11, 12, 13, 18, 25, 27, 29, 30, Figura 2.1) sono quelle distribuite sul territorio circostante, che forniscono il riferimento dell area di studio. Il colore attribuito a ciascuna cella si riferisce alla scala di interpretazione riportata in Tabella 4.1. Elemento analizzato Piombo (Pb) Rame (Cu) Cromo (Cr) Zinco (Zn) Ferro (Fe) Nichel (Ni) Cadmio (Cd) Arsenico (As) Anno di monitoraggio Gruppo A Gruppo B Gruppo C ,16±2,47 4,66±2,41 3,03±1, ,02±2,44 5,25±1,59 7,32±11, ,73±11,37 4,80±2,28 4,90±2, ,19±1,58 9,55±0,91 9,06±1, ,00±2,05 8,42±1,28 6,69±1, ,64±5,16 9,05±1,79 8,25±1, ,19±0,88 1,53±0,31 1,22±0, ,81±1,71 2,99±1,55 1,82±0, ,42±3,59 1,91±0,39 1,74±0, ,4±31,5 81,2±29,9 60,7±13, ,2±8,0 48,6±8,2 41,2±6, ,73±24,66 40,76±6,64 38,26±6, ± ±76 277± ± ± ± ± ± ± ,56±2,02 3,63±2,84 2,41±1, ,54±1,14 3,55±0,62 2,92±0, ,11±1,44 3,95±0,95 3,86±0, ,41±0,08 0,24±0,04 0,25±0, ,55±0,14 0,37±0,08 0,29±0, ,49±0,16 0,28±0,09 0,22±0, ,49±0,12 0,40±0,05 0,42±0, ,46±0,18 0,24±0,06 0,18±0, ,42±0,11 0,26±0,05 0,25±0,07 Tabella 4.3 Concentrazioni degli elementi (ppm) nei talli di Flavoparmelia caperata in funzione della distanza dall impianto. Periodo Gruppo: A stazioni affacciate direttamente sull impianto; B stazioni contigue, ma non direttamente affacciate sull impianto; C stazioni del territorio circostante. Nei talli lichenici prelevati nel 2012 presso le stazioni direttamente affacciate sull impianto (gruppo A), sono state misurate concentrazioni medie di Ni in fascia di alterazione media; di Cu, Cr e Fe in fascia di bassa naturalità / bassa alterazione; di Zn, Pb e Cd in fascia di naturalità media; di As in fascia di naturalità alta. Presso le stazioni dell anello esterno, vale a dire quelle non direttamente affacciate sull impianto (gruppo B), sono state misurate concentrazioni medie di Ni in fascia di bassa naturalità / bassa alterazione; di Zn in fascia di naturalità media; di Pb, Cu, Cr, Fe, Cd e As in fascia di naturalità alta. Presso le rimanenti stazioni storiche distribuite sul territorio circostante, che forniscono il riferimento dell area di studio (gruppo C), le concentrazioni di tutti gli elementi rientrano in fascia di naturalità alta (eccetto Ni bassa naturalità / bassa alterazione).

12 5. Sintesi Lo studio ha permesso di valutare la condizione ambientale del territorio circostante la Discarica del Cassero a quattro anni di distanza dal monitoraggio biologico del 2008, attivato in funzione del progetto di ampliamento dell impianto e a due anni di distanza dalla prima ripetizione (2010). I dati raccolti ed elaborati nell anno 2012 confermano i risultati dei precedenti studi di monitoraggio. In generale, nell area di studio permane una condizione di buona qualità ambientale, confermata sia dai dati dello studio di biodiversità che da quello di bioaccumulo. L analisi della biodiversità lichenica ha confermato il giudizio sulla qualità ambientale dell area di studio emersa attraverso i precedenti monitoraggi. Per quanto concerne lo studio di bioaccumulo, sono stati prelevati campioni del lichene Flavoparmelia caperata in 25 punti di osservazione distribuiti intorno all impianto e nel territorio circostante (gli stessi dei precedenti monitoraggi). Nel complesso, dai dati raccolti non emerge una variazione rilevante delle deposizioni nell area di studio. Confrontando i valori misurati dal 2008 al 2012, i livelli medi di piombo, rame, cadmio e arsenico sono rimasti inalterati e rientrano nella fascia di naturalità alta, cromo e ferro passano su base media da naturalità alta nel 2008 a naturalità media nel 2010 e confermano tale condizione anche nel I livelli di nichel sono rimasti sostanzialmente inalterati su base media e indicano una condizione di bassa naturalità / bassa alterazione nel corso delle tre campagne. È stata osservata una diminuzione dei livelli medi di zinco dal 2008 al 2010, da bassa naturalità / bassa alterazione a naturalità media. I dati dello zinco del 2012 sono in linea con quelli della campagna Rispetto al 2008, in prossimità dell area in coltivazione è stato rilevato un incremento delle deposizioni di nichel, rame, cromo e ferro, circoscritto alle stazioni direttamente affacciate su di essa. In due di queste stazioni si osserva inoltre una diminuzione dell IBL. L origine delle deposizioni è attribuibile ai lavori di gestione dei rifiuti, movimento terra, copertura e passaggio di mezzi, con conseguente sollevamento di polveri, che si depositano entro breve distanza dalla fonte. È utile rimarcare un aspetto importante negli studi di bioindicazione: l applicazione di una tecnica di monitoraggio biologico, quale è l IBL, consente di valutare gli effetti dell inquinamento e degli altri stress ambientali su componenti biotiche sensibili di un ecosistema e di utilizzare la risposta sinergica che offrono i licheni, come stima generale delle condizioni ambientali. Questo è il corretto significato ecologico da attribuire ai risultati che emergono in questo tipo di studio. Infatti, questo approccio non si sostituisce ai metodi chimici analitici, ma si completa con essi contribuendo a fornire una riposta integrata ed efficace rispetto alle necessità di salvaguardia dell ambiente e della salute. 6. Riferimenti bibliografici ANPA, 2001: I. B. L. Indice di Biodiversità Lichenica. Manuali e Linee Guida 2/2001. ARPAT, La Discarica del Cassero: i monitoraggi Studio della biodiversità lichenica e del bioaccumulo di metalli pesanti in Parmelia caperata. 47 pp. Bargagli R., Nimis P.L., Guidelines for the use of epiphytic lichens as biomonitors of atmospheric deposition of trace elements. In: Nimis P. L., Scheidegger C. & Wolseley P. A. (eds.), Monitoring with Lichens Monitoring Lichens, Kluwer Academic Publishers, The Netherlands, NATO Science Series. p Loppi, S., Frati, L., Paoli, L., Bigagli, V., Rossetti, C., Bruscoli, C., Corsini, A., Biodiversity of epiphytic lichens and heavy metal contents of Flavoparmelia caperata thalli as indicators of temporal variations of air pollution in the town of Montecatini Terme (central Italy). Science of the Total Environment, 326: Nimis, P.L., Bargagli, R., Linee guida per l utilizzo dei licheni epifiti come bioaccumulatori di metalli in traccia. Atti del workshop Biomonitoraggio della qualità dell aria sul territorio nazionale Roma, novembre 1998 ANPA. Nimis P.L., Scheidegger C. & Wolseley P.A. (eds.), Monitoring with Lichens Monitoring Lichens, Kluwer Academic Publishers, The Netherlands, NATO Science Series. Paoli, L., Corsini, A., Bigagli, V., Vannini, J., Bruscoli, C., Loppi, S., Long-term biological monitoring of environmental quality around a solid waste landfill assessed with lichens. Environmental Pollution, 161: Università degli Studi di Siena, La Discarica del Cassero: Monitoraggio Lichenico. Anno A cura di: A. Corsini, S. Loppi, L. Paoli. Università degli Studi di Siena, La Discarica del Cassero: Monitoraggio Lichenico. Anno A cura di: A. Corsini, S. Loppi, L. Paoli. Università degli Studi di Siena, La Discarica del Cassero: Monitoraggio Lichenico. Anno A cura di: S. Loppi, L. Paoli, A.Grassi, A. Corsini.

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