Revisione dell analisi economica. Realizzato da: D.Viaggi, D. Vergamini, M. Raggi

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1 Dipartimento di Scienze Agrarie (DipSA) Università di Bologna Viale Fanin, BOLOGNA tel fax Revisione dell analisi economica del 2009 sull utilizzo delle acque del distretto del Serchio, realizzata per l aggiornamento del Piano di gestione delle acque di cui alla Direttiva 2000/60 CE. Revisione dell analisi economica Realizzato da: D.Viaggi, D. Vergamini, M. Raggi Bologna, dicembre

2 Sommario 1. Obiettivo e principali fonti informative al fine dell aggiornamento Valutazione dell attuale livello di recupero dei costi dell utilizzo idrico...3 a) Caratterizzazione del distretto e rilevanza dell acqua nei settori economici...3 Metodologia...3 Risultati...3 b) Servizi idrici presenti nel distretto...20 Metodologia...20 Risultati...20 c) Strumenti per il recupero dei costi nei settori civile, agricolo e industriale...23 Metodologia...23 Risultati...23 d) Valutazione del livello del recupero dei costi dei servizi idrici nei settori civile, agricolo e industriale...42 Metodologia...42 Risultati...43 e) Valutazione dei costi ambientali e della risorsa...44 f) Valutazione degli investimenti e delle relative previsioni...44 Metodologia...44 Risultati Elementi di criticità nella revisione dell analisi economica degli usi idrici, in relazione all art. 5 della direttiva 2000/60/CE e prospettive di sviluppo dell'analisi economica...46 Riferimenti bibliografici e documentazione...46 Allegato 1 Linee guida concernenti l elaborazione dei piani di gestione (Analisi economica versione provvisoria)

3 1. Obiettivo e principali fonti informative al fine dell aggiornamento Questo documento costituisce la revisione dell analisi economica degli usi idrici realizzata nel 2009 per la redazione del piano di gestione delle acque del distretto del Serchio, secondo quanto stabilito dall art. 5 comma 2 della Direttiva 2000/60 CE (Caratterizzazione). Lo studio ripercorre l impostazione adottata nella precedente analisi sugli usi idrici integrando le indicazioni contenute nel decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, nel decreto legge n. 208 del 30 dicembre 2008 convertito con modificazioni in Legge 27 febbraio 2009, n. 13 e nelle linee guida predisposte al fine dell analisi del 2009 (di cui riportiamo in allegato 1 la bozza mai divenuta definitiva), nonché nella documentazione redatta dalla Commissione Europea a supporto dell implementazione della direttiva. In particolare la revisione è centrata sul capitolo 2 del rapporto del 2009, ovvero sulla valutazione dell attuale recupero dei costi. Per omogeneità con il rapporto precedente, questo documento prevede un unico capitolo principale articolato secondo l organizzazione adottata nel precedente rapporto basata sulle linee guida ministeriali, che include internamente la caratterizzazione del distretto e la rilevanza dell acqua nei settori economici (capitolo 2.a), i servizi idrici presenti nel distretto (capitolo 2.b), gli strumenti per il recupero dei costi nei settori civile, agricolo e industriale (capitolo 2.c), la valutazione del livello di recupero dei costi dei servizi idrici nei settori civile, agricolo e industriale (capitolo 2.d), la valutazione dei costi ambientali e della risorsa (capitolo 2.e) e infine la valutazione degli investimenti e delle relative previsioni (capitolo 2.f). Anche la struttura interna di ciascun paragrafo del capitolo 2 mantiene l articolazione adottata nel rapporto 2009, comprendendo, nella prima parte, la metodologia utilizzata con le principali fonti di dati e le maggiori difficoltà riscontrate nella valutazione e nella seconda parte i risultati della valutazione. Il terzo capitolo evidenzia le attività da realizzare al fine di colmare le lacune informative riscontrate in vista del secondo piano di bacino. A distanza di tre anni dalla stesura del precedente rapporto, occorre nuovamente sottolineare quelli che sono ancora oggi i principali limiti nella realizzazione di uno studio incentrato sull analisi economica degli usi idrici nel nostro paese. Nonostante siano intervenuti notevoli mutamenti dal punto di vista normativo ed istituzionale, si continua a riscontrare la totale assenza di procedure di analisi costi-benefici dei progetti, e quindi della base informativa necessaria ad una dettagliata valutazione economica; questo limite diventa ancora più stringente se l obiettivo dell analisi si sposta sulla componente ambientale, alla ricerca dell integrazione del costo ambientale della risorsa. Tuttavia, nel presente studio si è fatto riferimento alle informazioni disponibili e alle migliori metodologie a disposizione. Il settore idroelettrico è ancora ad oggi uno dei settori di maggiore importanza nel distretto per cui è stata mantenuta la scelta, compatibilmente con le informazioni disponibili e con le indicazioni delle linee guida, di affrontarlo come settore separato. Infine, ancora oggi, data l assenza di rilevazioni ufficiali per quanto riguarda tutta la parte dei servizi idrici autoprodotti dalle famiglie o dagli operatori dei settori produttivi, non è stato possibile tenerne conto nella revisione del rapporto. 3

4 2. Valutazione dell attuale livello di recupero dei costi dell utilizzo idrico Il presente capitolo, oggetto della revisione dello studio del 2009, è stato realizzato sulla base delle linee guida, sezione B. 6.1 Criteri metodologici per la valutazione dell attuale livello di recupero dei costi dell utilizzo idrico. a) Caratterizzazione del distretto e rilevanza dell acqua nei settori economici Metodologia Metodo e fasi del lavoro Questa prima fase di caratterizzazione ha lo scopo di fornire le informazioni di base circa gli usi dell acqua nei principali settori economici, in termini di prelievi, pressioni e valore aggiunto. L analisi è stata sviluppata su due livelli: 1. Screening aggregato: rappresenta il primo livello, in cui si è fatto riferimento ai dati riportati nel piano di gestione, ai dati economici aggregati ed ai relativi dati aggregati di uso dell acqua; lo studio ha cercato di descrivere i tratti salienti del distretto e gli aspetti di probabile maggiore rilevanza per la gestione delle acque. 2. Rapporto settori economici/acqua: rappresenta il secondo livello, nel quale è stato analizzato il rapporto tra valori economici ed uso dell acqua per settore. Data la rilevanza delle informazioni disponibili circa le pressioni, in questa parte dell analisi economica è stato mantenuto un livello di dettaglio compatibile con queste ultime. Considerando che la provincia di Lucca rappresenta la maggior parte del territorio del bacino del Serchio, l analisi sia per la caratterizzazione che per la rilevanza dell acqua negli usi è stata condotta prevalentemente in riferimento a quest ultima. Fonti Per quanto riguarda la prima fase si è fatto riferimento ai documenti per la programmazione del bacino relativi all inquadramento territoriale. Una base informativa fondamentale per quanto riguarda le tendenze economiche è stata fornita dalla documentazione disponibile presso la Camera di Commercio, industria, artigianato, agricoltura di Lucca (CCIAA Lucca). Per quanto riguarda gli usi dell acqua, sono stati utilizzati i dati forniti dall autorità di bacino, tenendo conto delle informazioni raccolte presso gli enti competenti del territorio, in particolare: Settore agricolo: Consorzio di bonifica Versilia-Massaciuccoli e Consorzio di bonifica Auser-Bientina; Settore industriale: Autorità di bacino del Serchio; Settore civile: Geal spa e Gaia spa (Lucca), Acque spa (Pisa), province di Lucca e Pisa, CT1, CT2, CT5; Settore energetico: Autorità di bacino del Serchio e ENEL. 4

5 Difficoltà e limiti Nell aggiornamento di questa sezione permangono le seguenti difficoltà: la mancanza di corrispondenza tra le unità amministrative ed il territorio del bacino, che rendono difficile ed impreciso ogni tentativo di addivenire al calcolo di valori economici per il bacino nel suo insieme, a meno di ricorrere a forti approssimazioni o a pesanti raccolte di dati aggiuntivi; il trade-off tra dettaglio relativo a specifici settori e dettaglio relativo alle unità territoriali delle informazioni sul valore aggiunto e sull uso dell acqua, dovuto al fatto che informazioni di maggiore dettaglio sui singoli settori sono disponibili solo per aggregati amministrativi più ampi, mentre le informazioni di lievello più dettagliato (comuni) presentano una bassissima disaggregazione delle informazioni economiche; La difficoltà di evidenziare l effettivo contributo economico dell uso dell acqua, all interno di uno specifico settore, in relazione alle tecnologie esistenti e alle opzioni alternative di mercato; in effetti, nel corso del lavoro, non è stato in genere possibile ottenere stime attendibili degli usi dell acqua per unità di prodotto da parte degli specifici settori e comparti; le stime riportate sono state realizzate in modo fortemente aggregato ed approssimativo; carenza di dati, in particolare, riferiti alla produzione idroelettrica, ad eccezione delle informazioni relative alle concessioni di portata rilasciate all interno del bacino; quest ultimo aspetto è dovuto al fatto che le informazioni circa la produzione di energia idroelettrica sono in genere aggregate con quelle relative ad altri settori; ciò è limitante ai fini delle valutazioni economiche a supporto della gestione delle risorse idriche nei casi in cui, come nel bacino del Serchio, l uso idroelettrico ha effetti specifici ed un peso rilevante. Risultati Territorio, popolazione, economia Il bacino del Serchio è situato nella Toscana nord-occidentale su una superficie di circa km 2. Dal punto di vista idrografico, il bacino può essere suddiviso in due bacini principali: il bacino del fiume Serchio in senso stretto, che ricopre la maggior parte del territorio; il bacino del lago di Massaciuccoli, che interessa un area di circa 170 km 2, a ridosso della costa. Le province che ricadono nell'area del bacino sono: Lucca, per la maggior parte del territorio (81,5%); Pistoia, per la parte più alta del bacino del Torrente Lima (10,5% del territorio del bacino); Pisa, per il tratto terminale del Fiume Serchio e per una parte della pianura costiera (8% del territorio del bacino). 5

6 La maggior parte del territorio è rappresentata da aree collinari e montuose (81,7%), mentre il restante 19,3% è costituito da pianure (ADB Serchio, 2009a). Il territorio del bacino contempla una popolazione di circa abitanti. Nella Errore: sorgente del riferimento non trovata sono riportati i dati demografici riferiti ai Comuni che appartengono al bacino del Serchio. Tabella 1: Comuni e Popolazione appartenenti al bacino suddivisi per Provincia e relativa percentuale di territorio interessata. Provincia Comune Estensione territorio comunale (Kmq) kmq di territorio nel bacino % di territorio nel bacino 2011 Densità demografi ca media 2011 (Ab/kmq) Popolaz nel bacino del Serchio 2011 Lucca Bagni di Lucca 164, , Barga 66,53 66, , Borgo a Mozzano 72,41 72, , Camaiore 84,59 22, , Camporgiano 27,1 27, , Capannori 156,6 37, , Careggine 24,46 24, , Castelnuovo di Garfagnana Castiglione di Garfagnana Coreglia Antelminelli Fabbriche di Vallico 28,5 28, , ,64 48, , ,78 52, , ,53 15, , Fosciandora 19,82 19, , Gallicano 30,5 30, , Giuncugnano 18,94 18, , Lucca 185,53 181, , Massarosa 68,59 67, , Minucciano 57 36, , Molazzana 31,63 31, , Pescaglia 70,37 70, , Piazza al Serchio 27,09 27, ,

7 Provincia Comune Estensione territorio comunale (Kmq) kmq di territorio nel bacino % di territorio nel bacino 2011 Densità demografi ca media 2011 (Ab/kmq) Popolaz nel bacino del Serchio 2011 Pieve Fosciana 28,77 28, , San Romano in Garf. 26,04 26, , Seravezza 39,37 3, , Sillano 62,15 62, , Stazzema 80,72 24, , Vagli di Sotto 41,02 41, , Vergemoli 27,3 27, , Viareggio 31,88 31, , Villa Collemandina 34,81 34, , Villa Basilica 36,48 6, , TOTALI PROVINCIA 1.659, , , Vecchiano 67,38 67, , Pisa 185,27 3, ,42 0 Pisa San Giuliano Terme TOTALI PROVINCIA 91,71 48, , ,36 119, , Abetone 31,26 21, , Cutigliano 43,82 43, , Piteglio 50,05 36, , Pistoia San Marcello Pistoiese 84,75 61, , Marliana 42,99 0, ,44 0 Pescia 79,14 2, ,57 0 TOTALI PROVINCIA 332,01 166, , TOTALI 2.336, , , Fonte: ISTAT 2011 Per le successive analisi economiche è stata considerata come riferimento, date le caratteristiche territoriali, amministrative e demografiche del distretto, la sola provincia di Lucca per la quale sono disponibili dati aggregati da fonti ISTAT, CCIAA e Istituto G.Tagliacarne. Inoltre, al fine di evitare forti approssimazioni che 7

8 avrebbero probabilmente generato errori rilevanti, non si è provveduto alla disaggregazione dei dati riguardanti le province di Pistoia e Pisa. Nel 2011 l economia lucchese ha prodotto il 10,9% del valore aggiunto regionale collocandosi al terzo posto in Toscana, dopo le provincie di Firenze e di Pisa. Rispetto al 2009, si registra una crescita del +1,4% del valore aggiunto a prezzi correnti, in linea con quanto rilevato a livello regionale ma inferiore alla crescita nazionale, che si attesta al +2,6%. A livello settoriale, i servizi contribuiscono maggiormente alla formazione del valore aggiunto (74% del totale provinciale), mantenendo la centralità già rilevata nel 2009, seguiti da industria (25%) e agricoltura (0,8%) (dati 2011 da Istituto G. Tagliacarne, elaborazione CCIAA di Lucca). Rispetto ai dati medi regionali e nazionali, la provincia di Lucca denota ancora una forte specializzazione verso l industria manifatturiera seguita con una minore importanza da agricoltura e servizi. Grazie a questa specializzazione, nel periodo , le variazioni negative del valore aggiunto per l industria lucchese sono state più contenute rispetto alla media regionale (-4,7% contro il -5,8% della Toscana). Considerando invece la distribuzione percentuale delle imprese nell area provinciale, per ramo di attività economica appare evidente una maggiore importanza dei servizi, seguiti da industria e agricoltura, rispettivamente con il 61%, il 33% e il 6.8% del numero di imprese sul totale nel 2012 (fonte: Banca dati STOCK VIEW, elaborazione CCIAA Lucca). La distribuzione delle imprese operanti sul territorio in termini di addetti risalta le minori dimensioni economiche medie per l industria e, soprattutto, per l agricoltura (fino a 9 addetti). La fotografia è di un sistema fortemente caratterizzato da micro-imprese che rappresentano il 94,6% del totale.. Sebbene l andamento dell attività economica abbia registrato una contrazione generalizzata del ritmo di crescita, con l ingresso nel 2009 in una fase recessiva e l acuirsi della crisi nel corso del biennio successivo, le tendenze evolutive dei tre settori principali risultano abbastanza diverse tra di loro. Nel 2012 Il terziario, nonostante la crisi che ha investito tutti i settori economici, ha registrato un incremento delle imprese del +0,1% a fronte d un incremento del +0,2% nel A livello provinciale, i servizi rappresentano il comparto con il maggior numero d imprese attive sul territorio (60% del totale). I dati riguardanti l ultimo biennio confermano la generale tendenza evolutiva del settore volta all aumento del numero d addetti, del numero d imprese e del valore aggiunto. Viceversa, l industria ha chiuso il 2012 con un forte calo del numero d imprese, registrando una diminuzione pari al -5,4% rispetto al -1,5% del La contrazione d imprese attive nell ultimo biennio ha mantenuto un andamento differente nei diversi comparti (attività manifatturiere, energia, industrie estrattive e costruzioni), alcuni dei quali, come le costruzioni hanno manifestato un deciso andamento negativo con un calo del -6,8% nel Di rilievo anche il calo delle imprese per la produzione di energia elettrica che sono passate dalle unità registrate alla camera di commercio nel 2009 alle 40 del Durante l ultimo biennio, il settore agricolo, caratterizzato da un trend di forte declino, ha continuato a perdere addetti, imprese e valore aggiunto in linea con le medie regionali e nazionali. Oltre il 91% delle imprese del comparto agricolo provinciale esercita attività nel sotto-settore agricoltura e caccia, alle quali seguono per importanza, come quota sul totale imprese agricole, la silvicoltura ed utilizzo delle aree forestali (5,7%) e la pesca (3,0%). L agricoltura provinciale, caratterizzata da una prevalenza di colture foraggere (37,5% sul totale), ha registrato nel 2012 una flessione consistente nella produzione di 8

9 queste colture (-18,5%). Una riduzione più contenuta ha riguardato la produzione di cereali (-6,2%), che rappresentano il 24,8% del totale e di colture orticole in piena aria (-3,6%) ad esclusione degli alberi da frutto che sono cresciuti del +9,0%. Tra gli ortaggi, la cui quota di produzione sul totale nel 2012 è del 20,2%, prevalgono invece la patata, zucche/zucchine e pomodoro da mensa. Le colture foraggere sono costituite per quasi il 90% da prati permanenti e pascoli. Tra gli alberi da frutto prevalgono olivo e vite. Il settore agricolo permane in un periodo di particolare difficoltà, dovuta sia alla riduzione del prezzo dei prodotti, sia al notevole aumento dei costi, soprattutto energetici e dei mezzi di produzione. Per quanto riguarda la qualità della vita, l economia sta facendo i conti con un periodo in cui le famiglie vedono il proprio potere d acquisto ridursi a causa dell inflazione, devono continuamente rivedere le proprie decisioni di spesa e permangono in un contesto generale di forte incertezza riguardo al mercato del lavoro. Nonostante le pressioni negative legate alla crisi economica, nel periodo l andamento del reddito disponibile delle famiglie lucchesi ha mostrato una buona tenuta rispetto alle altre province toscane e al dato medio regionale. Nel 2009 si è registrata una forte caduta del reddito disponibile (-3,3% a livello nazionale e -3,0% a livello regionale) che ha coinvolto tutte le provincie toscane eccetto Pisa e Lucca. In quest ultima nel 2009 la dinamica legata al reddito disponibile si è contratta rispetto al 2008, passando da una crescita media del +3,7% al +0,6%, quindi al +0,4% del 2010 per poi crescere lievemente nel 2011 con un +1,3%. Anche in termini di reddito pro-capite si è registrato un andamento analogo per l economia lucchese, con valori che nel biennio sono diminuiti del -0,1% rispetto alla forte contrazione del -4,0% registrata a livello regionale nel 2009, per poi risalire al +1,0% nel Nel 2011 il reddito pro-capite della provincia è di euro/anno, leggermente sopra la media regionale, mentre il patrimonio per famiglia (oltre euro, anno 2011) rimane il più alto della regione Toscana. Il tasso di disoccupazione (7,9% nel 2012) denota una situazione occupazionale leggermente peggiore rispetto alla media regionale ma migliore rispetto alla media nazionale. Nella provincia di Lucca il numero di autovetture e motocicli è in linea con i livelli della regione, confermandosi ai primi posti nella graduatoria delle province toscane per numero complessivo di veicoli in circolazione. Al momento della redazione della presente revisione (novembre 2013), il dibattito economico è fortemente caratterizzato dalla valutazione delle possibilità di ripresa prevista dai principali istituti economici per il Dopo cinque anni dall inizio della crisi, nonostante alcuni segnali di attenuazione, il quadro appare ancora segnato dalle difficoltà e incertezze che attraversano il Sistema Italia. Il settore idroelettrico Un analisi separata deve essere svolta per quanto concerne l utilizzo idroelettrico della risorsa acqua all interno del bacino. Tale risorsa assume un importanza strategica sia per quanto concerne la produzione di energia elettrica (centrali idroelettriche Enel e impianti mini-hydro) necessaria alla copertura della domanda dei principali settori economici dell area, sia per l importanza nel soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili, agricoli, industriali e di produzione come individuati nel Piano di gestione. Tali bisogni sono individuati nel piano attraverso il Sistema idraulico strategico costituito dall insieme delle grandi dighe e sbarramenti e dalle relative opere di presa, captazione, adduzione e trasferimento (Autorità di bacino, 2013). Attraverso il reticolo idraulico strategico viene regolamentato il rilascio dagli invasi verso il 9

10 fiume. Tale rilascio oltre a garantire la ripartizione della risorsa tra le diverse esigenze dell area, è anche finalizzato a prevenire l esaurimento della risorsa. Per comprendere l ordine di grandezza di tale rilascio è possibile fare riferimento al volume utile totale dei 12 invasi Enel nell area, che raggiunge i 32,8 milioni di m3 (dei quali circa il 75% rappresentato dall invaso di Vagli). Nel bacino del Serchio si riscontra pertanto un uso storico della risorsa idrica ai fini energetici (inizio del 900) dapprima ad opera di Enel attraverso 17 impianti e successivamente interessato, in anni recenti, da un utilizzo della stessa con impianti di ridotte dimensione e piccola produzione. L energia complessiva prodotta da fonte idroelettrica all interno del bacino del Serchio costituisce circa il 44% dell energia prodotta da tale fonte a livello regionale. Di questa produzione 272 GWh sono prodotti da centrali idroelettriche ENEL, mentre la produzione di energia dagli impianti mini-hydro di proprietà diversa da Enel, è pari a GWh (dato 2007). L analisi dei volumi d acqua utilizzata per la produzione di energia idroelettrica può essere condotta sulla base delle portate di concessione rilasciate a scopi energetici. Tuttavia tali informazioni risultano disponibili soltanto per quanto concerne i macro impianti, mentre sfugge ancora oggi all analisi l informazione circa i micro impianti. Nell attesa del completamento dei dati mancanti al database GIS degli impianti mini hydro attivi all interno del bacino (salto idraulico disponibile, portate concesse, produttività, ecc.), per quanto concerne le centrali idroelettriche dell ENEL, il settore ha concessioni per una portata media di circa 51,69 m3/sec (Dichiarazione ambientale dell ENEL, 2012). Rapporto valore aggiunto/usi dell acqua In questa sezione viene discusso, sulla base dei dati illustrati nella sezione precedente, il rapporto tra valore aggiunto e usi dell acqua per settori economici. La Errore: sorgente del riferimento non trovata di seguito riporta le informazioni per la provincia di Lucca circa i quantitativi teorici concessionati dall Autorità di bacino e il valore aggiunto dei settori economici relativi al livello aggregato, derivandone il relativo rapporto. Tabella 2: Prelievi e valore aggiunto dei settori economici nella Provincia di Lucca (2010). Quantitativo concessionato ad uso: Vol in 10 6 m 3 % Valore aggiunto (10 6 /anno) VA/acqua ( /m 3 ) Potabile Utilizzo interno al bacino 31,62 26 n.d. n.d. Esportazioni (Esterno) 32,68 26 n.d. n.d. Totale 64,3 51 n.d. n.d. Industriale e terziario 31, ,0 316,03 Irriguo 29, ,14 10

11 TOTALI 125,51 100, ,0 79,71 Fonti: Autorità di Bacino 2013 Dalla tabella sui prelievi idrici emerge ancora una sostanziale asimmetria tra settori. Il settore civile detiene la maggior quota di prelievo, circa il 51%, mentre la parte restante è quasi equamente distribuita tra industria (25%) ed agricoltura (23%). I settori considerati sono molto differenziati anche in termini di contributo al valore aggiunto dell area, come visto nella sezione precedente. Il solo settore industriale (ad esclusione dei servizi) ed il settore irriguo evidenziano la forte differenza di valore aggiunto per unità di acqua utilizzata tra agricoltura ed industria, pari a circa 316 euro/m 3 dell industria contro circa 3 euro/m 3 dell agricoltura. Tuttavia questi risultati devono essere letti alla luce dei limiti derivanti dall utilizzo nell analisi di dati molto aggregati, mentre l uso dell acqua riguarda solo sub-settori molto delimitati sia dell industria, sia dell agricoltura. Come conseguenza principale, le stime del valore aggiunto contengono, sia per l agricoltura, sia per l industria, una quota che deriva da settori che, in effetti, non utilizzano l acqua. Ad esempio, considerando il settore agricolo, in base al riparto colturale si può ritenere che solo il 20% della superficie abbia alta probabilità di essere sottoposto all irrigazione. Ne consegue che il dato in termini di valore aggiunto per unità di acqua utilizzata si può ritenere ampiamente sovrastimato. Un ulteriore limite riguarda le diverse modalità con cui i vari settori utilizzano l acqua che non sono considerate nell analisi. Ad esempio, il settore agricolo, il cui uso è prevalentemente irriguo, è caratterizzato da forti specificità rispetto ad altri settori, da alti volumi unitari, ma anche da un modesto deterioramento della qualità e da importanti flussi di ritorno, con potenziali benefici in termini di rilascio dell acqua nell ambiente. Pertanto non si ritiene che questi valori siano direttamente utilizzabili per scelte di politica di allocazione tra settori, richiedendo informazioni di maggiore dettaglio territoriale e settoriale, che non è stato possibile includere in questo studio (vedi conclusioni). b) Servizi idrici presenti nel distretto Metodologia Metodo e fasi del lavoro L identificazione dei servizi idrici presenti nell area del distretto costituisce una fase preliminare alla quantificazione dei relativi costi, all identificazione degli strumenti di recupero dei costi e di valutazione della loro copertura. Secondo quanto stabilito dall art. 2 (definizioni) della Direttiva 2000/60/CE come segue ( IT Gazzetta ufficiale delle Comunità europee L 327/7): 38) «servizi idrici»: tutti i servizi che forniscono alle famiglie, agli enti pubblici o a qualsiasi attività economica: a) estrazione, arginamento, stoccaggio, trattamento e distribuzione, di acque superficiali o sotterranee; 11

12 b) strutture per la raccolta e il trattamento delle acque reflue, che successivamente scaricano nelle acque superficiali; 39) «utilizzo delle acque»: servizi idrici assieme alle altre attività di cui all'articolo 5 e all'allegato II, che incidono in modo significativo sullo stato delle acque. Tale nozione si applica ai fini dell'articolo 1 e dell'analisi economica effettuata a norma dell'articolo 5 e dell'allegato III, lettera b); Fonti L identificazione dei servizi idrici, come definiti dalla Direttiva, è avvenuta in collaborazione con l autorità di bacino considerando, rispetto al precedente rapporto, l evoluzione della normativa nazionale e regionale che regola il settore. Difficoltà e limiti L identificazione dei servizi idrici ai sensi della direttiva non presenta particolari problemi. Si rileva invece la difficoltà di ottenere informazioni complessive sul bacino in virtù della copertura parziale da parte di tali servizi, per ciò che concerne sia i prelievi di acqua, sia le emissioni. Risultati La lista degli enti interessati in quanto identificabili con la nozione di servizi idrici è la seguente: SERVIZIO IDRICO INTEGRATO: AUTORITA IDRICA TOSCANA (LR 69/2011) drica.toscana.it/ CONFERENZE TERRITORIALI Conferenza Territoriale n.1 Toscana Nord (Ex-AATO1): /index.asp /ente-aato/tariffa.asp Conferenza Territoriale n.2 Basso Valdarno (Ex-AATO2): / /tariffe.php Conferenza Territoriale n.5 Toscana Costa (Ex-AATO5): 12 GESTORE GEAL SPA :Gestione esercizio acquedotti lucchesi: GAIA SPA: Gestore zona mediavalle di garfagnana: ACQUE SPA: Gestore zona Pisa: a/tariffa_fornitura.asp ASA SPA: Gestore zona Livorno (fuori dal Distretto Idrografico del Fiume Serchio, ma alimentata dai campi pozzi interni al

13 / /Tariffa.asp bacino): SERVIZIO DI APPROVVIGIONAMENTO IRRIGUO: CONSORZIO DI BONIFICA Consorzio di Bonifica Auser-Bientina: Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli: COSTI PER AUTOAPPROVVIGIONAMENTO IDRICO INDUSTRIALE (canoni di concessione): PROVINCIA Provincia di Lucca: Provincia di Pisa: Provincia di Pistoia: L Autorità Idrica Toscana (AIT) La recente evoluzione della normativa nazionale in tema di Servizio Idrico Integrato (SII) prevedeva all articolo 2, comma 186 bis, della legge 191/2009 la soppressione delle autorità di ambito territoriale ottimale (AATO), stabilendo l obbligo per le Regioni di disciplinare con legge l attribuzione delle funzioni degli AATO ad altri enti, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. In seguito, con il decreto Milleproroghe, ovvero il decreto legge n.225 del 29 dicembre 2010, convertito in legge con la l. n.10 del 26 febbraio 2011, era stata prorogata ulteriormente l'abolizione degli AATO. In particolare il DPCM 25 marzo 2011 prorogava l'abolizione degli AATO al 31/12/2011. Successivamente nel 2012, attraverso il d.l 24 Gennaio 2012, n.1, così detto decreto liberalizzazioni o cresci Italia convertito, con modificazioni, dalla l. 24 marzo 2012, n. 27, dal titolo Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività era stato nuovamente stabilito che le regioni avrebbero dovuto riorganizzare i Servizi pubblici locali in ambiti territoriali ottimali, non inferiori alla dimensione provinciale e che in caso di inadempienza al 30 giugno 2012 sarebbero subentrati i poteri sostitutivi del governo. L attuazione della normativa nazionale da parte delle regioni, ha portato ad un quadro istituzionale mutato ma fortemente disomogeneo che dal punto di vista della regolazione, in alcune regioni, riflette ancora i vecchi ambiti territoriali ottimali (Tabella 3). 13

14 Tabella 3: Leggi regionali per la riattribuzione delle funzioni delle AATO. Regione Legge o provvedimento regionale Nuova delimitazione ambito ottimale Numero Numero AATO previgente Piemonte Legge regionale n. 7/12 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali, coincidenti con i precedenti. 6 6 Valle d Aosta Legge regionale n. 27/99, come integrata con legge regionale n. 21/12 Un solo Ambito territoriale ottimale coincidente con il precedente. 1 1 Liguria Legge regionale n. 23/10, come modificata con legge regionale n. 50/12 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i precedenti. 4 4 Regione Legge o provvedimento regionale Nuova delimitazione ambito ottimale Numero Numero AATO previgente Lombardia Legge regionale n. 21/10 Il territorio è suddiviso in tredici Ambiti territoriali ottimali rispetto ai dodici pre-esistenti, a causa dell Istituzione della Provincia di Monza e Brianza, in precedenza inclusa in quella di Milano Veneto Legge regionale n. 17/12 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i precedenti. 8 8 Firuli Venezia Giulia Legge regionale n. 22/10, come modificata con legge regionale n. 26/12 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i precedenti. 4 4 Emilia Romagna Legge regionale n. 23/11 Un solo Ambito territoriale ottimale. 1 9 Toscana Legge regionale n. 69/11 Un solo Ambito territoriale ottimale comprendente l'intera circoscrizione territoriale regionale (con esclusione dei territori dei Comuni di Marradi, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio). La Giunta regionale può stipulare accordi con le Regioni limitrofe che, previa intesa con l Autorità idrica toscana e sentiti i Comuni interessati, possono comprendere

15 la costituzione di Ambiti territoriali interregionali, qualora risultino funzionali all organizzazione più efficiente, efficace ed economica del servizio. Regione Legge o provvedimento regionale Nuova delimitazione ambito ottimale Numero Numero AATO previgente Umbria Legge regionale n. 4/11 (rinvia, all art. 15, a quanto già previsto con legge regionale n. 23/07, Capo III, Titolo II) Il territorio è suddiviso in quattro Ambiti territoriali integrati non coincidenti con i precedenti ATO. 4 3 Marche Legge regionale n. 30/11 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i precedenti. 5 5 Lazio Delibera della Giunta regionale 21 dicembre 2012, n. 626 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i precedenti. 5 5 Abruzzo Legge regionale n. 9/11, come modificata con legge regionale n. 34/12 Un solo Ambito territoriale ottimale. 1 6 Molise Legge regionale n. 8/09 Un solo Ambito territoriale ottimale coincidente con il precedente. 1 1 Campania Delibera di giunta regionale 27 dicembre 2012, n. 813 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i precedenti. 4 4 Puglia Legge regionale n. 9/11 Un solo Ambito territoriale ottimale coincidente con il precedente. 1 1 Basilicata Legge regionale n. 33/10, art. 26 (come modificata dalla legge regionale n. 26/11) Un solo Ambito territoriale ottimale coincidente con il precedente. 1 1 Calabria Legge regionale n. 34/10 Regione Calabria. 1 5 Sicilia Legge regionale n. 2/13 Il territorio è suddiviso in tanti Ambiti territoriali ottimali coincidenti con i

16 precedenti. Sardegna Delibera della Giunta regionale 25 gennaio 2013 n. 4/1 Un solo Ambito territoriale ottimale coincidente con il precedente. 1 5 Italia Fonte: AEEG Tra le prime regioni a legiferare in tale ambito, la Regione Toscana con la LR 69 del 28 dicembre 2011 ha istituito l ambito territoriale ottimale comprendente l intera circoscrizione territoriale regionale, con esclusione dei territori dei Comuni di Marradi, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio. Con questa legge è stata istituita l Autorità Idrica Toscana, ente rappresentativo di tutti i comuni appartenenti al nuovo ambito territoriale ottimale; inoltre all art.4, primo comma, è stato disposto che a decorrere dal 1 gennaio 2012, le funzioni già esercitate dalle autorità di ambito territoriale ottimale fossero trasferite, per l intero ambito territoriale ai comuni, per esercitarle obbligatoriamente tramite l autorità idrica. All art.13 il territorio della Toscana è stato ripartito in sei conferenze territoriali corrispondenti alle ex AATO; ciascuna conferenza territoriale è composta dai sindaci, o loro delegati, dei comuni ricadenti nell ambito territoriale di riferimento. Inoltre, ciascuna conferenza, presieduta dal sindaco del comune con il maggior numero di abitanti tra quelli ricadenti nell ambito territoriale di riferimento, provvede a definire l elenco degli interventi e le relative priorità da individuare nel piano di ambito e definisce la tariffa del servizio e relativi aggiornamenti per il territorio di competenza che devono essere approvate da parte dell Autorità Idrica. Rispetto alla LR 69 del 28 dicembre 2011, il Bacino del Serchio comprende parzialmente le Conferenze Territoriali 1 e 2 (Ex AATO 1 e AATO 2). La Conferenza Territoriale 5 viene presa in considerazione, sebbene non inclusa nel bacino del Serchio, in quanto attinge acqua dalla falda di Filettole situata in provincia di Pisa, oltre che da quella di Padulletto, località del comune di Pietrasanta (LU), e di S. Alessio, quartiere lucchese. Tabella 4: dati Conferenze Territoriali bacino Serchio. Conferenze Territoriali Società Forma Associativa Comuni (n.) Popolazione (ISTAT 2006) Superficie (Kmq) Densità (ab./kmq) 1-Toscana Nord GAIA Spa GEAL consorzio Basso Valdarno Acque Spa consorzio Toscana Costa Asa Spa consorzio Toscana (dato medio per AATO previgenti riforma) Italia (dato medio per AATO previgenti riforma) Fonti: CO.VI.RI 2011, AEEG

17 Come emerge dalla Tabella 4, sia per numero di comuni, sia per popolazione, le Conferenze territoriali rilevanti per l area continuano ad essere sostanzialmente in linea con la dimensione media nazionale e regionale, ad eccezione della Conferenza n.2 che ha una popolazione superiore alla media Regionale e nazionale e alla Conferenza n.5 che presenta una popolazione inferiore sia alla media regionale che nazionale. Nella Tabella 5 sono riportati i comuni del bacino del fiume Serchio in relazione alle Conferenze Territoriali di competenza. La Conferenza Territoriale 1-Toscana Nord rappresenta la netta maggioranza dei comuni del bacino del Serchio. Tabella 5: comuni del bacino del Serchio e ATO di competenza. Conferenza di Comune Provincia competenza Abetone PT 1-Toscana Nord Bagni Di Lucca LU 1-Toscana Nord Barga LU 1-Toscana Nord Borgo a Mozzano LU 1-Toscana Nord Camaiore LU 1-Toscana Nord Camporgiano LU 1-Toscana Nord Capannori LU 2-Basso Valdarno Careggine LU 1-Toscana Nord Castel Nuovo di Garfagnana LU ATO DUE Castiglione di Garfagnana LU 1-Toscana Nord Coreglia Antelminelli LU 1-Toscana Nord Cutigliano PT 1-Toscana Nord Fabbriche di Vallico LU 1-Toscana Nord Fosciandola LU 1-Toscana Nord Gallicano LU 1-Toscana Nord Giuncugnano LU 1-Toscana Nord Lucca LU 1-Toscana Nord Marliana PT 2-Basso Valdarno Massarosa LU 1-Toscana Nord Minucciano LU 1-Toscana Nord Molazzana LU 1-Toscana Nord Pescia PT 2-Basso Valdarno Pescaglia LU 1-Toscana Nord Piazza al Serchio LU 1-Toscana Nord Pieve Fosciana LU 1-Toscana Nord Pisa PI 2-Basso Valdarno Piteglio PT 1-Toscana Nord San Giuliano Terme PI 2-Basso Valdarno San Marcello Pistoiese PT 1-Toscana Nord San Romano in Garfagnana LU 1-Toscana Nord Serravezza LU 1-Toscana Nord 17

18 Sillano LU 1-Toscana Nord Stazzema LU 1-Toscana Nord Vagli di Sotto LU 1-Toscana Nord Vecchiano PI 2-Basso Valdarno Vergemoli LU 1-Toscana Nord Viareggio LU 1-Toscana Nord Villa Basilica LU 2-Basso Valdarno Villa Collemandina LU 1-Toscana Nord Fonte: Autorità di bacino Per quanto riguarda i consorzi di bonifica con la Legge Regionale 27 Dicembre 2012 n.79 Nuova disciplina in materia d consorzi di bonifica che ha modificato la LR 69/2008, la LR 91/1998 e abrogato la LR 91/1998, il territorio dell Autorità di Bacino risulta essere interessato dal nuovo "Consorzio Comprensorio n. 1 Toscana Nord". Nel nuovo Consorzio sono confluiti i territori che interessavano l area del distretto gestiti dal Consorzio di Bonifica Auser-Bientina e dal Consorzio di Bonifica Versilia-Massaciuccoli e i territori gestiti dall'unione del Comuni della Lunigiana e dall'unione dei Comuni della Mediavalle del Serchio. La Legge che ha suddiviso l intero territorio regionale in 6 comprensori di bonifica, in sostituzione dei precedenti 41, definisce come attività di bonifica, tutte le azioni relative alla messa in sicurezza idrogeologica del territorio e alla gestione e manutenzione dei corsi d acqua e delle relative opere. Inoltre, la Regione affiderà ad ogni Consorzio la gestione di un reticolo idrografico individuato su base cartografica. Nel dettaglio, le attività di bonifica dei nuovi comprensori secondo quanto definito dall'art.1 della suddetta legge comprendono "il complesso degli interventi finalizzati ad assicurare lo scolo delle acque, la salubrità e la difesa idraulica del territorio, la regimazione dei corsi d acqua naturali, la provvista e la razionale utilizzazione delle risorse idriche a prevalenti usi agricoli in connessione con i piani di utilizzazione idropotabile ed industriale, nonché ad adeguare, completare e mantenere le opere di bonifica e di irrigazione già realizzate". Inoltre secondo l art.3 le opere di bonifica comprendono: la canalizzazione della rete scolante e le opere di stabilizzazione, difesa e regimazione dei corsi d acqua; gli impianti di sollevamento e di derivazione delle acque; le opere di captazione, provvista, adduzione e distribuzione delle acque utilizzate a prevalenti fini agricoli, ivi compresi i canali demaniali di irrigazione, e quelle intese a tutelarne la qualità; le opere per la sistemazione ed il consolidamento delle pendici e dei versanti dissestati da fenomeni idrogeologici; le opere per il rinsaldamento e il recupero delle zone franose; le opere per il contenimento del dilavamento e dell erosione dei terreni; le opere per la sistemazione idraulico-agraria e per la moderazione delle piene; le opere finalizzate alla manutenzione, al ripristino ed alla protezione dalle calamità naturali; le infrastrutture di supporto per la realizzazione e la gestione di tutte le opere predette. Il nuovo Consorzio Toscana Nord gestisce i seguenti comuni del distretto, prima sotto la gestione del Consorzio di bonifica Versilia Massaciuccoli: Seravezza, Stazzema, Camaiore, Massarosa, Lucca (parzialmente), Vecchiano, Viareggio. Inoltre comprende anche 2 aree irrigue all interno del bacino in questione: 1. Bacino Irriguo Massaciuccoli Pisano 2. Bacino Irriguo a Levante del Fiume Camaiore (o nel bacino di bonifica Ponente) 18

19 Anche i territori, che ricadono nel bacino del Serchio, dei Comuni di Lucca, Capannori, Altopascio, Pescaglia, Borgo a Mozzano, Massarosa e Camaiore che prima della riforma erano gestiti del precedente consorzio di Bonifica Auser-Bientina, con la nuova legge risultano sotto la competenza del Consorzio Toscana Nord. c) Strumenti per il recupero dei costi nei settori civile, agricolo e industriale Metodologia Metodologia e fasi In questa sezione sono descritti gli strumenti utilizzati per il calcolo del livello di copertura del costo. La classificazione e l analisi degli strumenti per il recupero dei costi è stata effettuata evidenziando la struttura delle tariffe e la tipologia di servizio coperta dalla tariffazione. Per quanto riguarda il primo punto, nel corso del 2012 è stata avviata da parte dell AEEG (nuovo soggetto regolatore dei servizi idrici a seguito del DL 201/2011 Decreto Salva Italia convertito in L 214/2011), la riforma della metodologia tariffaria attraverso l introduzione, con la Deliberazione n. 585 del 28 dicembre 2012, del nuovo Metodo Tariffario Transitorio (MTT). Tale Metodo è stato adottato da tutti i soggetti Gestori, conformi e non conformi ai sensi della l. 36/94 e del d.lgs. 152/2006, che applicavano un metodo tariffario diverso dal Metodo Tariffario CIPE. Per i Gestori che invece applicavano il Metodo Tariffario CIPE, l AEEG avrebbe in seguito definito un provvedimento tariffario specifico. L introduzione della nuova metodologia, che ha anticipato le linee generali di quella definitiva prevista a partire dal 2014, ha definito una fase transitoria (biennio ) nella quale ha mantenuto un articolazione tariffaria per gestore/ambito tariffario, analoga alla preesistente. La fase transitoria ha previsto un percorso con un passaggio graduale dagli attuali criteri di copertura dei costi applicati con il Metodo Tariffario Normalizzato (MNT) ai nuovi (MTT), introducendo anche alcuni specifici meccanismi a garanzia del mantenimento dei flussi di cassa dei gestori e dei preesistenti equilibri finanziari. Inoltre, a salvaguardia dell impatto sugli utenti finali (e sui gestori) è stato introdotto, per il biennio, l obbligo di una istruttoria specifica sulla validità delle informazioni fornite e la corretta applicazione dei nuovi criteri, nei casi di variazioni tariffarie superiori ai limiti previsti dal MNT. Il MTT ha previsto anche la soppressione della componente tariffaria legata alla remunerazione del capitale in accordo con gli esiti referendari, seppur riconoscendo una componente legata al costo della risorsa finanziaria, in aderenza al principio della copertura integrale dei costi (full cost recovery). Inoltre, mentre nel MNT le componenti di riferimento erano la tariffa al metro cubo (TRM) e il l incremento annuale alle tariffe (k), con il Metodo transitorio le nuove grandezze di riferimento sono il Vincolo Ricavi Garantiti (VRG) e il moltiplicatore θ (teta). Il VRG, risulta paragonabile al vecchio numeratore della TRM, in quanto rappresenta l importo complessivo riconosciuto al gestore del SII a copertura dei costi di gestione e di investimento. Il θ (teta) invece, rappresenta un parametro che va a determinare l incremento tariffario durante il periodo transitorio ( ). Ovvero un moltiplicatore che deve essere applicato alla tariffa dell anno precedente per ottenere la copertura dei ricavi del VRG dell anno di riferimento. L applicazione del moltiplicatore verrà analizzata con maggiore dettaglio nella sezione legata alla base normativa della nuova metodologia. 19

20 Inoltre, il nuovo MTT stabilisce il principio della garanzia dei ricavi per i gestori del SII, introducendo la possibilità di ricevere un conguaglio, dietro la presentazione di una istanza motivata e documentata, delle eventuali differenze tra i ricavi assicurati dalle articolazioni tariffarie applicate agli utenti finali e quelli riconosciuti nella Vincolo aggiornato ai ricavi (VRGagg). Il conguaglio maturato nell anno a, sarà riconosciuto come ricavo nell anno a+2, aggiornato con il tasso di inflazione dell anno a+1. Entro il 31 di ogni anno il gestore del SII, rende disponibile all AEEG e all Ente d Ambito competente, i dati necessari al calcolo del conguaglio maturato, relativi all anno precedente. Il MTT quindi si basa su criteri di regolazione ex post rispetto alla regolazione ex ante del MNT (che comunque prevedeva la verifica ex post all atto delle revisioni tariffarie periodiche): Il calcolo tariffario si basa sui dati contabili dell anno n-2 (time lag regolatorio); il costo delle immobilizzazioni è riconosciuto al momento dell entrata in funzione delle opere. Gli oneri fiscali e finanziari anche sulle immobilizzazioni in corso, sono riconosciuti, sempre con il time lag regolatorio di 2 anni. I conguagli tariffari, determinati da cambiamenti nei volumi, costi passanti, e da modifiche di perimetro, etc., sono riconosciuti nell anno n+2. Ai fini del calcolo degli ammortamenti sono stabilite nuove vite utili regolatorie di ciascuna categoria d immobilizzazioni I cespiti del gestore e di terzi, sono riconosciuti in termini di costo di realizzazione storico rivalutato. I costi operativi e di capitale sono adeguati, nel rispetto del principio di copertura dei costi, all inflazione reale. Per il finanziamento di nuovi investimenti è stata introdotta una componente tariffaria definita di anticipazione costi (FoNI) che è parte del vincolo dei ricavi ma ha la natura di un contributo a fondo perduto ed è soggetto ad un vincolo di destinazione. Per il corso del periodo transitorio, mantenendosi la metodologia preesitente, ovvero il Metodo Tariffario Normalizzato (MTN) previsto dal DM LL.PP , rimangono ancora distinte le componenti non volumetriche (es. quota fissa annuale per utente, o per ettaro) dalle le componenti volumetriche. Fonti A partire dai risultati della precedente fase di identificazione dei servizi idrici, prendendo in considerazione le recenti evoluzioni del settore dal punto di vista normativo, si è proceduto nell analisi degli strumenti per il recupero dei costi nei settori civile, agricolo e industriale. Per quanto riguarda le informazioni economiche trattate in questa sezione, un primo riferimento è costituito dai dati secondari disponibili, in particolare il Rapporto sullo stato dei servizi idrici elaborato dal Comitato per la vigilanza sull uso delle risorse idriche (Coviri), pubblicato nel dicembre Tuttavia, data la soppressione di quest ente a seguito del DL 201/2011 Decreto Salva Italia, è da segnalare la difficoltà 20

21 nel reperire dati secondari più recenti, soprattutto relativi ai primi risultati legati all introduzione della nuova metodologia tariffaria. In particolare, per il settore civile la fonte di informazione è il SII (per quanto concerne tariffe e costi). La tariffa è binomia, cioè costituita da una parte fissa (fascia unica) e da una parte variabile proporzionale al consumo, suddivisa in scaglioni, ai quali applicare tariffe unitarie crescenti, e differenziata a seconda degli usi. Il primo blocco prevede una tariffa agevolata, per i consumi di tipo essenziale (da applicarsi alle sole utenze domestiche), dopodiché il livello successivo è costituito da una tariffa base (pari al costo unitario medio). Il terzo livello è costituito a sua volta da uno a tre scaglioni tariffari di eccedenza, la cui entità è finalizzata a penalizzare i consumi superiori alla fascia base. Per quanto riguarda il settore agricolo e zootecnico, le informazioni disponibili derivano dai consorzi di bonifica che operano all interno del territorio del distretto. Per questi settori, la tariffa risulta invece suddivisa, a seconda dei casi, in tariffe ad ettaro irrigabile/irrigato o tariffe a consumo effettivo (volumetrico). Infine per quanto riguarda il settore industriale le fonti di informazione per gli approvvigionamenti sono il Servizio Idrico Integrato e gli enti interessati dal settore, a seconda del tipo di approvvigionamento (autoapprovvigionamento, prelievo tramite acquedotti industriali, civili, rete irrigua). I costi e le tariffe sono di conseguenza suddivisi in base al tipo di approvvigionamento. Risultati Concessioni La normativa regionale relativa alle concessioni fa riferimento alla Legge regionale 27 dicembre 2012, n. 79 che ha dettato la nuova disciplina in materia di consorzi di bonifica, apportando modifiche alla L.R. 69/2008 e alla L.R. 91/1998, abrogando difatto la L.R. 34/1994. L articolo 23 della legge regionale stabilisce che oltre all esercizio e vigilanza sulle opere di bonifica, ai consorzi spetta il compito del rilascio delle concessioni, delle licenze e dei permessi di cui agli articoli 134 e 138 del regio decreto 8 maggio 1904, n. 368 (Regolamento per l esecuzione del Testo Unico della legge 22 marzo 1900, n. 195 e della legge 7 luglio 1902, n. 333 sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosi) e l introito dei relativi canoni. Chi dovesse attingere acqua senza la concessione dovuta è sottoposto alle sanzioni amministrative dettate nel testo legislativo di riferimento. Nonostante il sistema delle concessioni sia di evidente importanza ai fini della gestione delle risorse idriche, questo non risulta indicato tra i contenuti da considerare nell analisi economica e comunque appare dipendente dal un livello di programmazione superiore a quello dell autorità di bacino. Per questi motivi, il sistema delle concessioni non è stato discusso ulteriormente nell ambito di questo studio. Basi normative La tariffa rappresenta lo strumento fondamentale atto al recupero dei costi dei vari servizi idrici che, come anticipato nella metodologia, a seguito del DL 201/2011 (cd Decreto Salva Italia) convertito in L 214/2011 sono controllati e regolati dall AEEG. Infatti, con DPCM del , pubblicato in GU n.31 del

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