8. Analisi economica sull utilizzo idrico SOMMARIO

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1 Analisi economica sull utilizzo delle acque del distretto del Fiume Serchio, realizzata per l aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque di cui alla Direttiva 2000/60 CE SOMMARIO 1. INTRODUZIONE 2. CARATTERIZZAZIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO 2.1 Territorio 2.2 Popolazione 2.3 Economia 3. LA RISORSA IDRICA NEL BACINO DEL FIUME SERCHIO Bilancio idrico del bacino del fiume Serchio Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli 3.3 Il settore idroelettrico 4. SERVIZI IDRICI E GESTORI PRESENTI NEL DISTRETTO PRESENTI NEL DISTRETTO 4.1 Gestori del Servizio Idrico Integrato (SII) 4.2 Gestori del Servizio Idrico Industriale 4.3 Consorzio di Bonifica n. 1 - Toscana Nord Utilizzi idrici Usi idrici Rapporto valore aggiunto/usi dell acqua 5. ANALISI ECONOMICA - PROPOSTA METODOLOGICA 5.1 Definizione e stima dei costi finanziari 5.2 Definizione e stima dei costi ambientali Descrizione delle misure Obiettivi 5.3 Definizione e stima dei costi della risorsa 6. COPERTURA FINANZIARIA E RECUPERO DEI COSTI 6.1 Sostenibilità ambientale, economica, sociale 6.2 Analisi degli investimenti delle Gestori del SII GAIA, GEAL e ACQUE SPA 6.3 Analisi delle tariffe nel Consorzio 1 Toscana Nord 6.4 Strumenti per il recupero dei costi nei settori civile, agricolo e industriale 6.5 Costi residui e adeguatezza delle misure 6.5 Deroghe e Proroghe 1

2 1. INTRODUZIONE La direttiva 2000/60/CE rappresenta la norma quadro che stabilisce i principi fondamentali per la protezione e gestione di tutti i corpi idrici e, unitamente ai numerosi documenti a supporto della common implementation strategy, definisce obiettivi e vincoli. Uno dei pilastri della direttiva è costituito dall analisi economica e dall applicazione dei principi dell art. 9 che introduce il principio di un adeguato contributo al recupero dei costi e inquadra la struttura economica e finanziaria della gestione dei servizi idrici, considerando almeno quelli relativi all uso potabile, all industria e all agricoltura. La Direttiva riconosce che il sistema dei prezzi è uno strumento fondamentale per conseguire gli obiettivi ambientali prefissati dalla stessa e, nel prescrivere il perseguimento degli obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell ambiente, della risorsa e dell utilizzazione accorta e razionale dell acqua, dispone che sia applicata una adeguata politica dei prezzi valutando gli effetti che ne conseguono in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Attraverso un adeguata politica dei prezzi si dovrebbe garantire, infatti, il riconoscimento, a tutti gli usi e servizi idrici, del giusto prezzo che tenga anche conto del loro costo economico reale, la compressione della domanda di risorsa idrica, con riduzione dell impatto sui corpi idrici e un allocazione più efficiente delle risorse idriche, con effetti favorevoli sull uso e l inquinamento. Una razionale gestione delle risorse idriche deve, quindi, garantire la sostenibilità degli usi della risorsa (potabile, irriguo, industriale ecc.), la sostenibilità ambientale (tutela quali quantitativa per la salvaguardia degli ecosistemi), la sostenibilità sociale (equa condivisione e accessibilità per tutti gli utilizzatori), la sostenibilità economica e finanziaria (razionalizzare le operazioni di gestione per ottenere l efficienza, l efficacia e l economicità dell uso) e garantire una adeguata copertura dei costi attraverso politiche di tariffazione adeguate. Il Piano di Gestione delle Acque ha come supporto fondamentale una dettagliata analisi economica sull utilizzo delle acque. Per l anno 2010 l Autorità di Bacino ha redatto un primo documento dal titolo Analisi economica sull'utilizzo idrico", basandosi sulle linee guida del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio (attualmente in corso di revisione) aggiornato successivamente nel

3 2. CARATTERIZZAZIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO 2.1 Territorio Il Fiume Serchio nasce dallo spartiacque della dorsale appenninica che separa il settore più settentrionale della Toscana dall Emilia Romagna, individuato, da ovest verso est, dall allineamento delle cime dei monti Tondo (1783 m s.l.m.), Ischia (1727 m s.l.m.), Sillano (1875 m s.l.m.), Castellino (1818 m s.l.m.) e Prato (2008 m s.l.m.) che delimitano la testata del suo bacino. Da qui, il fiume scorre in direzione sud-est per circa 50 chilometri fino alla confluenza, in destra idrografica, con il torrente Lima, suo principale affluente. Dopo aver ricevuto le acque del Lima il Serchio, piega decisamente verso sud e dopo il suo sfocio nella piana di Lucca si dirige, arginato, verso sudovest, attraversando la piana costiera di San Rossore Migliarino e raggiungendo, infine, il mare tra la foce dell Arno ed il porto di Viareggio. Il bacino idrografico del Serchio può essere suddiviso in due unita fisiografiche: il bacino del Fiume Serchio in senso stretto ed il bacino del lago di Massaciuccoli che interessa circa 170 Kmq in prossimità della costa. Nella sua metà superiore coincide geograficamente con il territorio della Garfagnana e presenta una forma rettangolare allungata in direzione appenninica i cui vertici sono rappresentati dal Monte Pizzo D Uccello a nord-ovest, il Monte Sillano a nord, l Alpe delle Tre Potenze ad est ed il Monte Rondinaio a sudovest. A questo quadrilatero si devono aggiungere due appendici: una montana, costituita dal bacino del torrente Lima, che si estende fino ai monti dell Abetone (Libro Aperto, Corno alle Scale) ed una porzione di più bassa quota che abbraccia la fascia collinare e di piana costiera (Versilia meridionale) che va da Lucca fino al mare. In questo settore, il bacino comprende anche una parte montana, costituita da alcuni torrenti che drenano una piccola porzione dei monti Pisani. Il bacino idrografico del Fiume Serchio (1.408 Kmq) è il terzo per estensione tra quelli presenti nella Regione Toscana, dopo l Arno e l Ombrone Grossetano. La lunghezza complessiva dell'asta fluviale è pari a 102 Km circa. Come precedentemente accennato, tra gli affluenti del Serchio quello di gran lunga più importante è il Torrente Lima che ha una lunghezza di 42 km ed un bacino di circa 315 km2. Gli altri affluenti, per la particolare conformazione allungata del bacino principale, hanno lunghezza limitata (generalmente inferiore ai 20 km) e drenano superfici di estensione non superiore ai 50 kmq. I terreni di pianura hanno un'estensione complessiva di 301,5 Kmq (costituita da 228,3 Kmq di piane di origine alluvionale e da 73,2 Kmq della fascia di sabbie costiere) pari al 19,3 % dell'intera superficie del bacino. La rimanente parte del territorio (81.7%) è rappresentata da aree collinari e montuose. 3

4 2.2 Popolazione Il bacino del Serchio è situato nella Toscana nord-occidentale su una superficie di circa km 2. Le province che ricadono nell'area del bacino sono: Lucca, per la maggior parte del territorio (81,5%); Pistoia, per la parte più alta del bacino del Torrente Lima (10,5% del territorio del bacino); Pisa, per il tratto terminale del Fiume Serchio e per una parte della pianura costiera (8% del territorio del bacino). La maggior parte del territorio è rappresentata da aree collinari e montuose (81,7%), mentre il restante 19,3% è costituito da pianure (ADB Serchio). Il territorio del bacino contempla una popolazione di circa abitanti (fonte ISTAT 2011). Nella tabella seguente sono riportati i dati demografici riferiti ai Comuni che appartengono al bacino del Serchio. Provincia Comune Estensione territorio comunale (Kmq) kmq di territorio nel bacino % di territorio nel bacino 2011 Densità demografica media 2011 (Ab/kmq) Popolazione nel bacino del Serchio 2011 Bagni di Lucca 164, , Barga 66,53 66, , Borgo a Mozzano 72,41 72, , Camaiore 84,59 22, , Camporgiano 27,1 27, , Capannori 156,6 37, , Careggine 24,46 24, , Castelnuovo di Garfagnana Castiglione di Garfagnana 28,5 28, , ,64 48, , Coreglia Antelminelli 52,78 52, , Lucca Fabbriche di Vallico 15,53 15, , Fosciandora 19,82 19, , Gallicano 30,5 30, , Giuncugnano 18,94 18, , Lucca 185,53 181, , Massarosa 68,59 67, , Minucciano 57 36, , Molazzana 31,63 31, , Pescaglia 70,37 70, , Piazza al Serchio 27,09 27, , Pieve Fosciana 28,77 28, , San Romano in Garf. 26,04 26, ,

5 Provincia Comune Estensione territorio comunale (Kmq) kmq di territorio nel bacino % di territorio nel bacino 2011 Densità demografica media 2011 (Ab/kmq) Popolazione nel bacino del Serchio 2011 Seravezza 39,37 3, , Sillano 62,15 62, , Stazzema 80,72 24, , Vagli di Sotto 41,02 41, , Vergemoli 27,3 27, , Viareggio 31,88 31, , Villa Collemandina 34,81 34, , Villa Basilica 36,48 6, , TOTALI PROVINCIA 1.659, , , Vecchiano 67,38 67, , Pisa Pisa 185,27 3, ,42 0 San Giuliano Terme 91,71 48, , TOTALI PROVINCIA 344,36 119, , Abetone 31,26 21, , Cutigliano 43,82 43, , Pistoia Piteglio 50,05 36, , San Marcello Pistoiese 84,75 61, , Marliana 42,99 0, ,44 0 Pescia 79,14 2, ,57 0 TOTALI PROVINCIA 332,01 166, , TOTALI 2.336, , , Tabella 1 - Comuni e Popolazione appartenenti al bacino suddivisi per Provincia e relativa percentuale di territorio interessata (Fonte: ISTAT 2011) 2.3 Economia Per le successive analisi economiche è stata considerata come riferimento, date le caratteristiche territoriali, amministrative e demografiche del distretto, la sola provincia di Lucca per la quale sono disponibili dati aggregati da fonti ISTAT, CCIAA e Istituto G. Tagliacarne. Inoltre, al fine di evitare forti approssimazioni che avrebbero probabilmente generato errori rilevanti, non si è provveduto alla disaggregazione dei dati riguardanti le province di Pistoia e Pisa. Nel 2011 l economia lucchese ha prodotto il 10,9% del valore aggiunto regionale collocandosi al terzo posto in Toscana, dopo le provincie di Firenze e di Pisa. Rispetto al 2009, si registra una crescita del +1,4% 5

6 del valore aggiunto a prezzi correnti, in linea con quanto rilevato a livello regionale ma inferiore alla crescita nazionale, che si attesta al +2,6%. A livello settoriale, i servizi contribuiscono maggiormente alla formazione del valore aggiunto (74% del totale provinciale), mantenendo la centralità già rilevata nel 2009, seguiti da industria (25%) e agricoltura (0,8%) (dati 2011 da Istituto G. Tagliacarne, elaborazione CCIAA di Lucca). Rispetto ai dati medi regionali e nazionali, la provincia di Lucca denota ancora una forte specializzazione verso l industria manifatturiera seguita con una minore importanza da agricoltura e servizi. Grazie a questa specializzazione, nel periodo , le variazioni negative del valore aggiunto per l industria lucchese sono state più contenute rispetto alla media regionale (-4,7% contro il -5,8% della Toscana). Considerando invece la distribuzione percentuale delle imprese nell area provinciale, per ramo di attività economica appare evidente una maggiore importanza dei servizi, seguiti da industria e agricoltura, rispettivamente con il 61%, il 33% e il 6.8% del numero di imprese sul totale nel 2012 (fonte: Banca dati STOCK VIEW, elaborazione CCIAA Lucca). La distribuzione delle imprese operanti sul territorio in termini di addetti risalta le minori dimensioni economiche medie per l industria e, soprattutto, per l agricoltura (fino a 9 addetti). La fotografia è di un sistema fortemente caratterizzato da micro-imprese che rappresentano il 94,6% del totale. Sebbene l andamento dell attività economica abbia registrato una contrazione generalizzata del ritmo di crescita, con l ingresso nel 2009 in una fase recessiva e l acuirsi della crisi nel corso del biennio successivo, le tendenze evolutive dei tre settori principali risultano abbastanza diverse tra di loro. Nel 2012 Il terziario, nonostante la crisi che ha investito tutti i settori economici, ha registrato un incremento delle imprese del +0,1% a fronte d un incremento del +0,2% nel A livello provinciale, i servizi rappresentano il comparto con il maggior numero d imprese attive sul territorio (60% del totale). I dati riguardanti l ultimo biennio confermano la generale tendenza evolutiva del settore volta all aumento del numero d addetti, del numero d imprese e del valore aggiunto. Viceversa, l industria ha chiuso il 2012 con un forte calo del numero d imprese, registrando una diminuzione pari al -5,4% rispetto al -1,5% del La contrazione d imprese attive nell ultimo biennio ha mantenuto un andamento differente nei diversi comparti (attività manifatturiere, energia, industrie estrattive e costruzioni), alcuni dei quali, come le costruzioni hanno manifestato un deciso andamento negativo con un calo del -6,8% nel Di rilievo anche il calo delle imprese per la produzione di energia elettrica che sono passate dalle unità registrate alla camera di commercio nel 2009 alle 40 del Durante l ultimo biennio, il settore agricolo, caratterizzato da un trend di forte declino, ha continuato a perdere addetti, imprese e valore aggiunto in linea con le medie regionali e nazionali. 6

7 Oltre il 91% delle imprese del comparto agricolo provinciale esercita attività nel sotto-settore agricoltura e caccia, alle quali seguono per importanza, come quota sul totale imprese agricole, la silvicoltura ed utilizzo delle aree forestali (5,7%) e la pesca (3,0%). L agricoltura provinciale, caratterizzata da una prevalenza di colture foraggere (37,5% sul totale), ha registrato nel 2012 una flessione consistente nella produzione di queste colture (-18,5%). Una riduzione più contenuta ha riguardato la produzione di cereali (-6,2%), che rappresentano il 24,8% del totale e di colture orticole in piena aria (-3,6%) ad esclusione degli alberi da frutto che sono cresciuti del +9,0%. Tra gli ortaggi, la cui quota di produzione sul totale nel 2012 è del 20,2%, prevalgono invece la patata, zucche/zucchine e pomodoro da mensa. Le colture foraggere sono costituite per quasi il 90% da prati permanenti e pascoli. Tra gli alberi da frutto prevalgono olivo e vite. Il settore agricolo permane in un periodo di particolare difficoltà, dovuta sia alla riduzione del prezzo dei prodotti, sia al notevole aumento dei costi, soprattutto energetici e dei mezzi di produzione. Per quanto riguarda la qualità della vita, l economia sta facendo i conti con un periodo in cui le famiglie vedono il proprio potere d acquisto ridursi a causa dell inflazione, devono continuamente rivedere le proprie decisioni di spesa e permangono in un contesto generale di forte incertezza riguardo al mercato del lavoro. Nonostante le pressioni negative legate alla crisi economica, nel periodo l andamento del reddito disponibile delle famiglie lucchesi ha mostrato una buona tenuta rispetto alle altre province toscane e al dato medio regionale. Nel 2009 si è registrata una forte caduta del reddito disponibile (-3,3% a livello nazionale e -3,0% a livello regionale) che ha coinvolto tutte le provincie toscane eccetto Pisa e Lucca. In quest ultima nel 2009 la dinamica legata al reddito disponibile si è contratta rispetto al 2008, passando da una crescita media del +3,7% al +0,6%, quindi al +0,4% del 2010 per poi crescere lievemente nel 2011 con un +1,3%. Anche in termini di reddito pro-capite si è registrato un andamento analogo per l economia lucchese, con valori che nel biennio sono diminuiti del -0,1% rispetto alla forte contrazione del -4,0% registrata a livello regionale nel 2009, per poi risalire al +1,0% nel Nel 2011 il reddito pro-capite della provincia è di euro/anno, leggermente sopra la media regionale, mentre il patrimonio per famiglia (oltre euro, anno 2011) rimane il più alto della regione Toscana. Il tasso di disoccupazione (7,9% nel 2012) denota una situazione occupazionale leggermente peggiore rispetto alla media regionale ma migliore rispetto alla media nazionale. Nella provincia di Lucca il numero di autovetture e motocicli è in linea con i livelli della regione, confermandosi ai primi posti nella graduatoria delle province toscane per numero complessivo di veicoli in circolazione. Al momento della redazione della presente revisione il dibattito economico è fortemente caratterizzato dalla valutazione delle possibilità di ripresa prevista dai principali istituti economici per il Dopo cinque 7

8 anni dall inizio della crisi, nonostante alcuni segnali di attenuazione, il quadro appare ancora segnato dalle difficoltà e incertezze che attraversano il Sistema Italia. 3. LA RISORSA IDRICA NEL BACINO DEL FIUME SERCHIO 3.1 Bilancio idrico del bacino del fiume Serchio Nel 2009 l Autorità di bacino del fiume Serchio ha redatto in collaborazione con professionisti esterni lo studio Raccolta, elaborazione e analisi dei dati necessari alla definizione del bilancio idrico del bacino del fiume Serchio, alla valutazione del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) in relazione alla quantificazione del bilancio idrico Gestione di cui alla Direttiva 2000/60/CE. e alla predisposizione del relativo Piano di La Direttiva Europea 2000/60/CE del 23 ottobre 2000 ha istituito un quadro di azioni finalizzate alla protezione delle acque superficiali, di transizione, costiere e sotterranee, al fine di impedire il deterioramento ulteriore dello stato degli ecosistemi acquatici e terrestri, proteggere e migliorare lo stesso sotto il profilo del fabbisogno idrico e agevolare un utilizzo sostenibile delle acque fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili. Il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante Norme in materia ambientale, emanato in attuazione della suddetta Direttiva, riconosce alle Autorità di distretto, come già la legge 4 gennaio 1994, n. 36 alle Autorità di bacino, la competenza a definire il bilancio idrico. In tale disposizione viene altresì attribuito alle Autorità di bacino, al fine di assicurare l equilibrio tra risorse e fabbisogni, il compito di adottare, per quanto di competenza, le misure per la pianificazione dell'economia idrica in funzione degli usi cui sono destinate le risorse. Con lo studio sopracitato è stato quantificato il bilancio idrico del bacino così come definito dal decreto del Ministro dell Ambiente e della Tutela del Territorio del 28 luglio 2004 Linee Guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del minimo deflusso vitale, di cui all art. 22 comma 4 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n Concretamente, sulla base di quanto sopra esposto e dall'analisi dello stato dell'arte attuale in ambito nazionale è stata predisposta, una volta raccolti tutti i dati necessari, un'idonea 8

9 modellistica idrologica in grado di simulare la trasformazione afflussi-deflussi che avviene in natura in modo da ricostruire dapprima il bilancio idrologico naturale nel bacino del fiume Serchio e quindi inserire nello stesso modello i fattori antropici, costituiti da prelievi e restituzioni, in modo da ricostruire il bilancio idrico nel bacino. L'approccio modellistico è stato ritenuto il più appropriato anche sulla base della necessità di dover simulare diversi scenari di utilizzo della risorsa idrica come richiesto dalla normativa vigente. Il modello idrologico è stato inizialmente applicato al bacino del fiume Serchio con un'unica chiusura a Ripafratta, dove sono presenti serie più lunghe ed attendibili di dati sul deflusso, anche perché, considerata la grande complessità del fenomeno di trasformazione afflussi-deflussi da simulare si è preferito in un primo tempo non affrontare la problematica costituita dall'utilizzo idroelettrico delle acque del bacino, soprattutto attraverso la rete di opere gestito dall'enel, che influenzano pesantemente i deflussi nella parte media e alta del bacino. Il modello idrologico è stato implementato e poi tarato su un periodo recente, dal 2000 al 2008, in cui sono presenti una maggiore serie di dati in particolare sugli utilizzi, per poi essere applicato sull'intero periodo in cui sono disponibili i dati necessari, dal 1951 al 2008, per una sua validazione. Sulla base dei dati disponibili sono stati quindi estratti i dati relativi agli anni medio, umido e secco che sono stati inseriti nel modello per ricostruirne il bilancio idrologico e quindi la curva delle durate. Sulla base dei risultati ottenuti sia nella sezione di chiusura di Ripafratta che in quelle intermedie, dove è stato possibile chiudere i sottobacini in funzione dei dati di deflusso disponibili necessari per la taratura del modello, si è provveduto quindi a verificare il peso costituito dal Deflusso Minimo Vitale secondo il criterio di calcolo attualmente vigente nel bacino del fiume Serchio. L originale studio del 2009 è stato quindi aggiornato con gli ulteriori dati disponibili in termini di prelievi ed afflussi meteorici. Si riporta di seguito il quadro di bilancio idrico per il bacino del Serchio chiuso a Ripafratta, ai sensi del citato DM 28 luglio

10 CONSUMO POTABILE TOTALE ESTERNO Forniture ASA ACQUE SPA Subtot INTERNO Forniture ACQUE SPA GAIA GEAL PRIVATO Subtot INDUSTRIALE TOTALE ESTERNO Forniture PIANA LUCCA EST Subtot INTERNO Forniture PIANA LUCCA OVEST MEDIA VALLE Subtot IRRIGUO TOTALE TOTALE GENERALE PRELIEVI Tabella 2 - Riepilogativa dei principali utilizzi della risorsa idrica (dati in milioni di m3) 10

11 Risorsa idrica naturale nella sezione di chiusura del bacino: Rnat Risorsa idrica non convenzionale: Rnc 0 0 Apporti idrici dovuti ad usi antropici, provenienti da fuori bacino: Vest 0 0 Differenza di invaso tra inizio e fine periodo considerato: DeltaV 0 0 Apporti idrici dovuti ad usi antropici, trasferiti fuori bacino: Vtrasf Risorsa idrica potenziale del bacino: Rpot Rpot = Rnat+Rnc+Vest+DeltaV-Vtrasf Volume di deflusso minimo vitale: VDMV Risorsa idrica utilizzabile: Rut (Rut = Rpot-VDMV) Fabbisogni idrici: Fi Risorsa idrica riutilizzata nel bacino: Rriu 0 0 Volumi idrici restituiti al bacino da usi antropici interni al bacino: Vrest Bilancio idrico: Rut-Fi+Rriu+Vrest Mm3/anno Tabella 3 - Bilancio idrico del fiume Serchio chiuso a Ripafratta ai sensi del DM 28 luglio I dati sono volumi espressi in milioni di m3. - La colonna 2009 fa riferimento allo studio Raccolta, elaborazione e analisi dei dati necessari alla definizione del bilancio idrico del bacino del fiume Serchio, alla valutazione del Deflusso Minimo Vitale (D.M.V.) in relazione alla quantificazione del bilancio idrico e alla predisposizione del relativo Piano di Gestione di cui alla Direttiva 2000/60/CE. - La colonna riporta i dati medi di tale periodo. Dai risultati ottenuti, riportati nella precedente tabella, risulta un bilancio idrico largamente positivo pari ad oltre 1500 milioni di m3. Al momento resta più incerta la distribuzione della disponibilità idrica nell'arco dell'anno e con riferimento a un periodo secco. 11

12 Ai fini della valutazione della disponibilità reale della risorsa idrica nel bacino del fiume Serchio occorre peraltro considerare che una porzione significativa del volume di deflusso si ha in occasione delle piene, che si registrano per lo più nel periodo autunnale. Tale porzione di volume è solo teoricamente disponibile in quanto mal si presta al suo utilizzo a causa delle caratteristiche di deflusso che si hanno in occasione delle piene del fiume Serchio. 3.2 Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli Relativamente al lago di Massaciuccoli, il procedimento di formazione del Piano di Bacino, stralcio "Bilancio idrico del bacino del lago di Massaciuccoli" aveva avuto inizio nel 2007 quando, con delibera del Comitato Istituzionale n. 150 del 20/02/2007, l Autorità di bacino del fiume Serchio aveva già adottato, ai sensi dell art. 18 della L. 183/1989, il Progetto di Piano di Bacino, stralcio Bilancio idrico del bacino del Lago di Massaciuccoli (di seguito Bilancio 2007 ). E risultato però necessario procedere ad una nuova adozione del Piano, ai sensi dell art. 66 del D.Lgs 152/2006, a seguito del parere dell Avvocatura Generale dello Stato, reso il 11/03/2010 relativamente alla procedura di adozione di progetti di piani di bacino, che ha chiarito la piena applicazione del D. Lgs n. 152/2006 in luogo della L. n. 183/1989. Con l occasione della nuova adozione il Progetto di Piano del 2007 è stato aggiornato ai nuovi dati disponibili ed ha recepito le prescrizioni che furono impartite dal Comitato Istituzionale nel Ai sensi del D.Lgs 3 aprile 2006 n.152 tale piano risulta inoltre assoggettato a valutazione ambientale strategica (VAS), e l ente competente è il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. L Autorità di bacino ha condotto quindi le consultazioni sul Rapporto Preliminare, redatto dalla Segreteria Tecnica, ai sensi dell art. 13 del D. Lgs 152/2006. La Commissione Tecnica di Verifica dell Impatto Ambientale - VIA e VAS del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha espresso proprio parere, prot. 569 del 29 ottobre Successivamente è stato redatto il Rapporto Ambientale tenendo conto dei contributi pervenuti sul Rapporto preliminare da parte degli enti competenti in materia ambientale e del succitato parere della Commissione Tecnica di Verifica dell Impatto Ambientale - VIA e VAS, ed è 12

13 CONSUMO ANTROPICO 8. Analisi economica sull utilizzo idrico stato completato anche secondo le prescrizioni contenute nel verbale del Comitato Istituzionale del 20 febbraio 2007, nonché con il calcolo aggiornato del deficit del bilancio (di seguito Bilancio 2010 ). Nel bilancio 2010 è stata confermata una condizione di deficit idrico, nell ordine dei 30 milioni di m3 annui, riconducibile ai consumi antropici e, sostanzialmente, individuata dalla differenza tra la portata che usciva dal sistema (attraverso il Canale Burlamacca) in condizioni preantropiche (circa 2 m3/s, valore medio dalla revisione del bilancio) e la portata in uscita attualmente (1.16 m3/s, valore medio annuo). Il bilancio 2010 è stato ulteriormente aggiornato con gli ulteriori dati disponibili. Si riporta di seguito il quadro di bilancio idrico per il bacino del lago di Massaciuccoli anche ai sensi del sopracitato DM 28 luglio 2004; ai fini del deficit i risultati sono analoghi a quelli del bilancio Sup. Bacino Idrografico Kmq 114 (abit. Residenti ) Sup. Bacino Idrogeologico Kmq 170 (abit. Residenti ) Sup. Specchi d'acqua Kmq 13,3 Sviluppo argini lago Km 16 Quote sommità arginali lago +0,50 / +0,60 Quota massima piena 7/12/2000 (sacchetti) + 0,45 / +0,51 Battente idrico atteso in caso di evento critico Tabella 4 - Dati caratteristici del bacino del Massaciuccoli PUBBLICI ACQUEDOTTI POZZI PRIVATI Consumi Interni Esportazioni Forniture (Mm3): 4.2 Restituzioni (Mm3): 1.9 Forniture Paduletto (Mm3): 3.3 Restituzioni (Mm3): Tot. al netto delle restituzioni 5.5 Concessioni (Mm3): 66.2 Restituzioni (Mm3): 53.3 Consumo irriguo (Mm3): 6.1 FABBISOGNO AGRICOLO Approvvigionamento diretto (Mm3): 2.0 Consumo antropico totale: prelievo da pubblici acquedotti + prelievi da pozzi privati + fabbisogno agricolo (Mm3): Apporti antropici (Aa) (Mm3): 0.0 Tabella 5 - Dati riferiti al consumo antropico

14 Mm3/anno Deflusso naturale (Dn) Deflusso strumentale + Consumi antropici - Apporti antropici = Deflusso strumentale o misurato (Ds) Vdmv Deflusso strumentale + Deficit (calcolato) = Risorsa potenziale Deflusso naturale - Volume esportato (Paduletto) = Risorsa utilizzabile Risorsa potenziale - Vdmv= Fabbisogni Volumi restituiti Pubblici acquedotti (restituzioni) + Pozzi privati (restituzioni) = FORMULA DI BILANCIO: Risorsa utilizzabile - Fabbisogni + Risorse riutilizzate + Volumi restituiti = Tabella 6 Formula di bilancio e stima del deficit Il settore idroelettrico Un analisi separata deve essere svolta per quanto concerne l utilizzo idroelettrico della risorsa acqua all interno del bacino. Tale risorsa assume un importanza strategica sia per quanto concerne la produzione di energia elettrica (centrali idroelettriche Enel e impianti mini-hydro) necessaria alla copertura della domanda dei principali settori economici dell area, sia per l importanza nel soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili, agricoli, industriali e di produzione come individuati nel Piano di gestione. Tali bisogni sono individuati nel piano attraverso il Sistema idraulico strategico costituito dall insieme delle grandi dighe e sbarramenti e dalle relative opere di presa, captazione, adduzione e trasferimento (Autorità di bacino, 2013). Attraverso il reticolo idraulico strategico viene regolamentato il rilascio dagli invasi verso il fiume. Tale rilascio oltre a garantire la ripartizione della risorsa tra le diverse esigenze dell area, è anche finalizzato a prevenire l esaurimento della risorsa. Per comprendere l ordine di grandezza di tale rilascio è possibile fare riferimento al volume utile totale dei 12 invasi Enel nell area, che raggiunge i 32,8 milioni di m3 (dei quali circa il 75% rappresentato dall invaso di Vagli). Nel bacino del Serchio si riscontra pertanto un uso storico della risorsa idrica ai fini energetici (inizio del 900) dapprima ad opera di Enel attraverso 17 impianti e successivamente interessato, in anni recenti, da un utilizzo della stessa con impianti di ridotte dimensione e piccola produzione. L energia complessiva prodotta da fonte idroelettrica all interno del bacino del Serchio costituisce circa il 44% dell energia prodotta da tale fonte a livello regionale. Di questa produzione 272 GWh sono prodotti da centrali 14

15 idroelettriche ENEL, mentre la produzione di energia dagli impianti mini-hydro di proprietà diversa da Enel, è pari a GWh (dato 2007). L analisi dei volumi d acqua utilizzata per la produzione di energia idroelettrica può essere condotta sulla base delle portate di concessione rilasciate a scopi energetici. Tuttavia tali informazioni risultano disponibili soltanto per quanto concerne i macro impianti, mentre sfugge ancora oggi all analisi l informazione circa i micro impianti. Nell attesa del completamento dei dati mancanti al database GIS degli impianti mini hydro attivi all interno del bacino (salto idraulico disponibile, portate concesse, produttività, ecc.), per quanto concerne le centrali idroelettriche dell ENEL, il settore ha concessioni per una portata media di circa 51,69 m3/sec (Dichiarazione ambientale dell ENEL, 2012). Nei bacini idrografici caratterizzati da consistenti prelievi o trasferimenti, sia a valle che oltre la linea di displuvio, le derivazioni devono essere disciplinate in modo da garantire il livello di deflusso necessario alla vita negli alvei sottesi e tale da non danneggiare gli equilibri degli ecosistemi interessati. E evidente la necessità di operare sulla base di una linea guida che, limitando scelte arbitrarie, possa assicurare nello stesso tempo, la salvaguardia della qualità e diversità biologica dei corsi d acqua, e lo sfruttamento razionale della risorsa acqua anche a fini produttivi ed irrigui. 4. SERVIZI IDRICI E GESTORI PRESENTI NEL DISTRETTO Sono servizi idrici tutte le attività - pubbliche o private - di prelievo, contenimento, stoccaggio, trattamento e distribuzione di acque sotterranee e/o superficiali, di gestione delle acque meteoriche, di raccolta e trattamento delle acque reflue nonché le attività finalizzate a preservare la risorsa idrica e tutelare le persone, i beni e le attività umane dai rischi connessi ad eventi estremi (alluvioni, siccità). Sono utilizzatori i beneficiari ed utenti dei servizi idrici e/o i titolari di una concessione di derivazione d acqua ai sensi del T.U. 1775/1933 s.m.i. o di qualsiasi altra autorizzazione, permesso o altro atto dispositivo o costitutivo di diritti sulla base di normative nazionali o regionali, escluse eventuali autorizzazioni o licenze rilasciate dai consorzi di bonifica agli utenti del servizio idrico di irrigazione. 15

16 4.1 Gestori del Servizio Idrico Integrato (SII) Con la Legge Regionale n. 69 (1) viene istituita l Autorità Idrica Toscana (AIT) per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani in sostituzione dell'autorità di Ambito che svolgeva funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull attività di gestione del servizio idrico integrato e a partire dal 1 gennaio 2012 le funzioni precedentemente esercitate dall'autorità di Ambito sono trasferite all' Autorità Idrica Toscana ( L'Autorità Idrica Toscana ricomprende per l intera Regione Toscana N. 6 SOCIETA DI GESTIONE a cui è stato affidata la gestione del Servizio Idrico Integrato: 1. Acque S.p.A. opera nel territorio della Conferenza Territoriale n. 2 "Basso Valdarno"; 2. Acquedotto del Fiora S.p.A. in quello della Conferenza Territoriale n. 6 "Ombrone"; 3. Asa S.p.A. nel territorio della Conferenza Territoriale n. 5 "Toscana Costa"; 4. Gaia S.p.A. opera nel territorio della Conferenza Territoriale n. 1 "Toscana Nord"; 5. Nuove Acque S.p.A. nel territorio della Conferenza Territoriale n. 4 "Alto Valdarno"; 6. Publiacqua S.p.A. in quello della Conferenza Territoriale n. 3 "Medio Valdarno". Tutte le aziende erogano i servizi in attuazione della legislazione nazionale (D.Lgs. n. 152/2006) e regionale (L.R. n. 69/2011). A queste sei aziende si aggiunge poi la società Geal S.p.A. che gestisce il Servizio Idrico Integrato nel Comune di Lucca in virtù dell'affidamento compiuto a suo tempo dal Comune e del Protocollo d'intesa sottoscritto dalla stessa Amministrazione con la società Geal S.p.A. e l'ex - AATO n. 1 nel quale si attribuisce all'autorità Idrica Toscana le funzioni di programmazione e controllo del servizio in conformità con il principio di unitarietà della gestione (art. 147 del D.Lgs. n. 152/2006). Le funzioni di competenza dell Autorità Idrica Toscana attengono in particolare al controllo delle tariffe, al controllo dei livelli dei servizi, al controllo degli investimenti, all attività di supporto al consumatore, alla revisione tariffaria triennale, al rilascio delle autorizzazioni allo scarico in pubblica fognatura. Tra gli organi di controllo sulla qualità del servizio idrico integrato e gestione integrata dei rifiuti urbani è confermato il Comitato di qualità servizio idrico integrato istituito ai sensi dell art. 47 della legge Regionale n. 69/2011 presso il Consiglio regionale della Toscana con il compito sia di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti sia di garantire, la qualità, l'universalità e l'economicità delle prestazioni. Il Comitato regionale per la qualità del servizio, attraverso adeguati strumenti di partecipazione, ha quindi la funzione di segnalare le criticità, formulare le proposte di miglioramento ed infine esprimere i pareri preventivi all Autorità Idrica Toscana sugli atti di programmazione, organizzazione e controllo del servizio idrico integrato. 16

17 Figura 2 - Conferenze Territoriali presenti nella Regione Toscana Nell area del distretto del bacino del Serchio sono presenti i seguenti Gestori del Servizi Idrico Integrato: Autorità Idrica Toscana (AIT) SERVIZIO IDRICO INTEGRATO (ACQUEDOTTO, FOGNATURA, DEPURAZIONE) GESTORE GEAL SPA :Gestione esercizio acquedotti lucchesi: GAIA SPA: Gestore zona Mediavalle di Garfagnana: ACQUE SPA: Gestore zona Pisa: ASA SPA: Gestore zona Livorno (fuori dal Distretto Idrografico del Fiume Serchio, ma alimentata dai campi pozzi interni al bacino): 17

18 4.2 Gestori del Servizio Idrico Industriale A partire dal 13 giugno 2014 è entrato in vigore il D.P.R. n. 59 del 13 marzo 2013 che istituisce l'autorizzazione Unica Ambientale (AUA), un provvedimento della durata di 15 anni che sostituisce e comprende diversi titoli abilitativi in materia ambientale tra i quali l autorizzazione agli scarichi di cui al capo II del titolo IV della sezione II della Parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n La nuova normativa riconosce la Provincia quale autorità competente al rilascio dell AUA, mentre l A.I.T. è individuato quale soggetto competente in materia ambientale tenuto a fornire un parere rispetto ai procedimenti interni relativi allo scarico in pubblica fognatura nera o mista. La richiesta di AUA deve essere presentata allo Sportello Unico per le attività produttive del Comune dove è situato lo stabilimento. GESTORI DEL SERVIZIO IDRICO INDUSTRIALE Autorità Idrica Toscana (AIT) Provincia di Lucca: Provincia di Pisa: Provincia di Pistoia: COMPETENZA 1. Scarico in pubblica fognatura nera o mista 1. Determinazione canoni di concessione 2. Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) Comune Provincia Ex Conferenza Territoriale Servizio idrico di competenza Abetone PT 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Bagni Di Lucca LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Barga LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Borgo a Mozzano LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Camaiore LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Camporgiano LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Capannori LU 2-Basso Valdarno Acque S.p.A. Careggine LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Castelnuovo di Garfagnana LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Castiglione di Garfagnana LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Coreglia Antelminelli LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Cutigliano PT 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Fabbriche di Vallico LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Fosciandola LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Gallicano LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Giuncugnano LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. 18

19 Lucca LU 1-Toscana Nord Geal S.p.A. Marliana PT 2-Basso Valdarno Acque S.p.A. Massarosa LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Minucciano LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Molazzana LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Pescia PT 2-Basso Valdarno Acque S.p.A. Pescaglia LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Piazza al Serchio LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Pieve Fosciana LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Pisa PI 2-Basso Valdarno Acque S.p.A. Piteglio PT 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. San Giuliano Terme PI 2-Basso Valdarno Acque S.p.A. San Marcello Pistoiese PT 1-Toscana Nord Acque S.p.A. San Romano in Garfagnana LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Serravezza LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Sillano LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Stazzema LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Vagli di Sotto LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Vecchiano PI 2-Basso Valdarno Acque S.p.A. Vergemoli LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Viareggio LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Villa Basilica LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Villa Collemandina LU 1-Toscana Nord Gaia S.p.A. Tabella 7 Ripartizione dei Comuni per le ex Conferenze Territoriali e per servizi idrici 4.3 Consorzio di Bonifica n. 1 - Toscana Nord Per quanto riguarda i consorzi di bonifica con la Legge Regionale 27 Dicembre 2012 n.79 Nuova disciplina in materia d consorzi di bonifica che ha modificato la LR 69/2008, la LR 91/1998 e abrogato la LR 91/1998, il territorio dell Autorità di Bacino risulta essere interessato dal nuovo "Consorzio n. 1 Toscana Nord" ( Nel nuovo Consorzio N. 1, che opera su un territorio di oltre ettari situato nella parte più settentrionale della Toscana, sono confluiti i territori che interessavano l area del distretto gestiti dal Consorzio di Bonifica Auser-Bientina, dal Consorzio di Bonifica Versilia-Massaciuccoli, dall'unione del Comuni della Lunigiana e dall'unione dei Comuni della Mediavalle del Serchio. 19

20 Consorzio di Bonifica n. 1 Toscana Nord Consorzio di Bonifica Auser-Bientina Consorzio di Bonifica Versilia Massaciuccoli Unione dei Comuni della Mediavalle del Serchio Unione del Comuni della Lunigiana Competenze 1. Servizio di approvvigionamento irriguo (agricolo e zootecnico) 2. Servizio idrico di gestione e manutenzione della rete e delle opere di bonifica ai fini di difesa idraulica e di presidio idrogeologico 3. Servizio idrico di gestione dei corsi d acqua naturali e delle opere idrauliche Tabella 8 Competenze del Consorzio di Bonifica n. 1 Toscana Nord Nel figure seguente sono illustrati i limiti dei comprensori di bonifica prima della riforma (gestiti dai dismessi consorzi di bonifica Versilia Massaciuccoli e Auser Bientina e dalle Unioni di comuni Lunigiana e Valle del Serchio) ed il comprensorio unificato in cui opera il Toscana Nord. Figura 1 - Individuazione del territorio del Consorzio di Bonifica n. 1 Toscana Nord La stessa legge che ha suddiviso l intero territorio regionale in 6 comprensori di bonifica, in sostituzione dei precedenti 41, definisce come attività di bonifica, tutte le azioni relative alla messa in sicurezza idrogeologica del territorio e alla gestione e manutenzione dei corsi d acqua e delle relative opere. Inoltre, la Regione affiderà ad ogni Consorzio la gestione di un reticolo idrografico individuato su base cartografica. 20

21 Comune Provincia Consorzio di Bonifica di riferimento Abetone PT N. 1 - C. B. Toscana Nord Bagni Di Lucca LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Barga LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Borgo a Mozzano LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Camaiore LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Camporgiano LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Capannori LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Careggine LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Castelnuovo di Garfagnana LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Castiglione di Garfagnana LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Coreglia Antelminelli LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Cutigliano PT N. 1 - C. B. Toscana Nord Fabbriche di Vallico LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Fosciandola LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Gallicano LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Giuncugnano LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Lucca LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Marliana PT N. 1 - C. B. Toscana Nord Massarosa LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Minucciano LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Molazzana LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Pescia PT N. 1 - C. B. Toscana Nord Pescaglia LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Piazza al Serchio LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Pieve Fosciana LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Pisa PI N. 1 - C. B. Toscana Nord Piteglio PT N. 1 - C. B. Toscana Nord San Giuliano Terme PI N. 1 - C. B. Toscana Nord San Marcello Pistoiese PT N. 1 - C. B. Toscana Nord San Romano in Garfagnana LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Serravezza LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Sillano LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Stazzema LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Vagli di Sotto LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Vecchiano PI N. 1 - C. B. Toscana Nord Vergemoli LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Viareggio LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Villa Basilica LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Villa Collemandina LU N. 1 - C. B. Toscana Nord Tabella 9 - Comuni ricadenti nel Consorzio di Bonifica n. 1 Toscana Nord Nello specifico le attività e competenze principali del consorzio di bonifica sono: sollevamento delle 21

22 acque; manutenzione territorio di pianura; manutenzione nelle aree collinari e montane; servizio di irrigazione in agricoltura; progettazione e esecuzione di nuove opere di bonifica; polizia di bonifica e rilascio concessioni (prevenzione e vigilanza su opere abusive o non autorizzate); pronto intervento in caso di calamità (protezione civile in caso di alluvioni) Utilizzi idrici Secondo quanto previsto dalla linee guida in corso di approvazione sono Utilizzi idrici tutte le attività che impiegano la risorsa e/o impattano sullo stato delle acque e che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla DQA. I differenti utilizzi idrici ricadenti nel bacino del Serchio sono stati individuati dall Autorità attraverso l analisi delle pressioni e degli impatti (elaborata conformemente all articolo 5 ed allegato II della DQA). In conformità al disposto dell'art. 2 punto 39 della DQA e dell'art. 74 comma 2 lett. pp) del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, gli utilizzi comprendono gli usi idrici ed i servizi idrici. 4.5 Usi idrici Si intendono Usi idrici quelli indicati dall art. 6 del R.D. 11 dicembre 1933, n.1775 (T.U. 1775/1933), soggetti al regime della concessione e gli usi soggetti ad autorizzazione, permessi o altro atto dispositivo o costitutivo di diritti. Anche ai fini dell applicazione del principio chi inquina paga, sono considerati i seguenti usi: Altri usi, disciplinati da norme diverse dal T.U. 1775/1933, sono, a titolo esemplificativo: USI SERVIZI IDRICI RIFERIMENTI - Geal spa, Gaia spa (Lucca) - Acque spa (Pisa) Settore civile - Province di Lucca, Pisa e Pistoia potabile - Autorità Idrica Integrata (AIT) - ASA spa (Livorno) Settore agricolo e zootecnico Settore industriale Settore energetico idroelettrico Acquacoltura - Consorzio Bonifica n.1 - Toscana Nord (ex Consorzio di bonifica Versilia Massaciuccoli e Consorzio di bonifica Auser Bientina) - Società private di Gestione - Servizio Idrico Integrato - ENEL - Società private di Gestione - Società private di Gestione Camera di commercio Associazioni industriali Province di Lucca, Pisa e Pistoia Camera di commercio Associazioni industriali Province di Lucca, Pisa e Pistoia Difesa Idraulica - Servizio Idrico Integrato Tabella 10 - Ripartizione di Usi e Servizi Sono compresi anche altri usi che l Autorità competente, in sede di pianificazione di bacino, ha identificato come significativo (estrazione acque minerali e termali, ittiogenico, navigazione, balneazione, innevamento artificiale, pesca; uso di pertinenze idrauliche; concessione di spiagge lacuali, ecc..). 22

23 4.6 Rapporto valore aggiunto/usi dell acqua Di seguito viene riportato il rapporto tra valore aggiunto e usi dell acqua per settori economici. I settori considerati sono molto differenziati anche in termini di contributo al valore aggiunto dell area. Il solo settore industriale (ad esclusione dei servizi) ed il settore irriguo evidenziano la forte differenza di valore aggiunto per unità di acqua utilizzata tra agricoltura ed industria, pari a circa 316 euro/m 3 dell industria contro circa 3 euro/m 3 dell agricoltura. Infatti le normative europee molto stringenti in ambito industriale hanno imposto adeguamenti normativi all utilizzo dei volumi di acqua sia nel ciclo industriale sia la depurazione e per gli scarichi. Questo unitamente a cicli produttivi che riutilizzano quasi intermante l acqua ha determinato una forte riduzione dei volumi di acqua utilizzati. Quantitativo concessionato in base all uso Potabile Luogo di Utilizzo Utilizzo interno al bacino Esportazioni (Esterno) Volumi (10 6 m 3 ) % Valore aggiunto (10 6 /anno) VA/acqua ( /m 3 ) 31,62 26 n.d. n.d. 32,68 26 n.d. n.d. Totale 64,3 51 n.d. n.d. Industriale terziario 31, ,0 316,03 Irriguo 29, ,14 TOTALI 125,51 100, ,00 79,71 Tabella 11 Prelievi e valore aggiunto dei settori economici nella Provincia di Lucca Le stime del valore aggiunto contengono, sia per l agricoltura, sia per l industria, una quota che deriva da settori che, in effetti, non utilizzano l acqua. Ad esempio, considerando il settore agricolo, in base al riparto colturale si può ritenere che solo il 20% della superficie abbia alta probabilità di essere sottoposto all irrigazione. Ne consegue che il dato in termini di valore aggiunto per unità di acqua utilizzata si può ritenere ampiamente sovrastimato. Inoltre, il settore agricolo, il cui uso è prevalentemente irriguo, è caratterizzato da forti specificità rispetto ad altri settori, da alti volumi unitari, ma anche da un modesto deterioramento della qualità e da importanti flussi di ritorno, con potenziali benefici in termini di rilascio dell acqua nell ambiente. 23

24 5. ANALISI ECONOMICA - PROPOSTA METODOLOGICA La Direttiva 2000/60/CE (DQA) prevede che gli obiettivi di qualità, stabiliti dalla direttiva stessa, debbano conseguirsi anche attraverso l attuazione di una idonea politica dei prezzi dell acqua che incentivi un uso razionale della risorsa idrica e che tenga conto del principio chi inquina paga. Sulla base di questo principio occorre definire i criteri omogenei per la determinazione dei costi ambientali e della risorsa attraverso l individuazione di una metodologia di stima dei costi e delle modalità di recupero degli stessi. La metodologia farà uso dell analisi dei costi sostenuti dalle aziende che forniscono il servizio, e dai ricavi delle stesse aziende, che sono calcolati come quantità - prezzo, dove la quantità è data dai volumi di acqua utilizzata, mentre il prezzo è dato dalle tariffe. L Autorità di bacino sta analizzando le tariffe suddivise per utilizzatore in modo da capire come ad oggi sono suddivisi e attribuiti i costi dell'acqua e capire il grado di recupero attuale. La metodologia di seguito descritta consentirà di valutare, singolarmente per ogni tipologia di utilizzatore, se è in atto un completo recupero dei costi finanziari, ambientali e della risorsa. In particolare per quanto riguarda il recupero dei costi della risorsa, la metodologia verterà sia ad individuare se sussiste una corretta allocazione della risorsa (ogni utilizzatore ha lo stesso rapporto costo/beneficio) e se così non fosse, ad individuare la migliore allocazione possibile, sia ad identificare il livello tariffario ideale in cui i costi totali equivalgano ai ricavi. L analisi economica della DQA si articola sulla valutazione delle tre tipologie di costo: finanziario, ambientale e della risorsa. Per la realistica e compiuta valutazione dei costi sopra elencati occorrono informazioni differenziate, non sempre facilmente accessibili, note o accertabili con procedure omogenee. L Autorità di bacino, ai fini della presente analisi economica, ha attribuito fondamentale importanza alla verifica e validazione dei dati acquisiti soprattutto per quelli legati ai consumi idrici nonché alla stima realistica dei costi delle misure che di seguito andremo a dettagliare. 5.1 Definizione e stima dei costi finanziari Sono i costi legati alla fornitura ed alla gestione degli usi e dei servizi idrici. Sono i costi imputabili a un attività o transazione economica (produzione o servizio) che si avvale della risorsa idrica sia come bene di consumo finale sia come bene (fattore) di produzione. I costi finanziari comprendono i costi operativi di gestione e di manutenzione (costi O&M) e i costi di capitale. I costi finanziari possono, relativamente ai precedenti cicli di pianificazione e programmazione, contenere anche costi riferibili a misure di rilievo ambientale che dovranno essere identificati ed esplicitati come costi ambientali internalizzati in sede di analisi economica. 24

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