La fortuna della Gerusalemme Liberata nella pittura napoletana tra Seicento e Settecento

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1 Valentina Lotoro La fortuna della Gerusalemme Liberata nella pittura napoletana tra Seicento e Settecento ARACNE

2 Copyright MMVIII ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133 A/B Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: marzo 2008

3 INDICE INTRODUZIONE pp. 7-9 I. ARTISTI E LETTERATI A NAPOLI TRA SEI E SETTECENTO 1. Caratteri dell interscambio tra poesia e pittura pp Le Rime in lode di Paolo De Matteis pp II. IL PROTAGONISMO DI AURORA SANSEVERINO NELL ARCADIA NAPOLETANA 1. Aurora Sanseverino e il circolo dei Laurenzano, tra impegno intellettuale e promozione artistica 2. La fortuna del Tasso a Napoli attraverso la traduzione dialettale di Gabriele Fasano III. LA FORTUNA DELLA GERUSALEMME LIBERATA NELLA PITTURA NAPOLETANA TRA SEI E SETTECENTO 1. La riproposta delle tematiche della Gerusalemme Liberata nella pittura napoletana del Seicento 2. Le reinterpretazioni settecentesche delle tematiche tassiane pp pp pp pp ILLUSTRAZIONI APPARATI Componimenti poetici pp Repertori iconografici pp BIBLIOGRAFIA pp

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5 Introduzione L analisi dei rapporti intercorsi tra la Gerusalemme Liberata e le arti figurative a Napoli, se all apparenza può sembrare qualcosa di già indagato, in realtà rappresenta un terreno ancora poco esplorato, in grado di offrire valide occasioni di ricerca. Osservando infatti il panorama degli studi fino ad oggi condotti scopriamo come l attenzione degli studiosi si sia appuntata, soprattutto, su quegli ambiti artistici in cui maturarono, già tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, i primi interessi per l opera tassiana. Volendo citare solo alcuni dei più significativi lavori condotti in Italia ricordiamo l apporto dato da Francesco Arcangeli, il quale, nel proposito di ricostruire il percorso artistico del Bastianino, istituì un confronto tra il pittore ferrarese e il Tasso, che, approfondito da Andrea Emiliani, portò a chiarire l impatto della Liberata nell arte ferrarese della seconda metà del Cinquecento. Lo stesso Emiliani considerò anche il rapporto tra Tasso e Barocci, mentre Giulio Carlo Argan prese in esame quello tra Tasso e Tintoretto, e Cesare Gnudi quello con i Carracci. Dobbiamo però aspettare la metà degli anni ottanta per un ampliamento della ricerca, attraverso il progetto espositivo su Tasso tra letteratura, musica, teatro e arti figurative (Ferrara, 1985), che rappresentò l esito di un vasto lavoro d indagine sulla fortuna tassiana, articolato tra diverse aree culturali e entro un ambito cronologico compreso tra la fine del Cinquecento e la metà del Settecento. È in tale occasione che venne riportata l attenzione sulla vicenda napoletana, presentata attraverso gli esemplari del Finoglio (Rinaldo e Armida nel giardino incantato, Conversano, Pinacoteca Civica), del Cavallino (Erminia fra i pastori, Napoli, Museo e Gallerie di Capodimonte), di Mattia Preti (Olindo e Sofronia, Genova, Galleria di Palazzo Rosso) e di Luca Giordano (Olindo e Sofronia, Genova, Palazzo Reale). Ma è proprio questa scelta a lasciare aperto un vasto campo d indagine, volto a ricostruire la fortuna della Gerusalemme Liberata nella pittura napoletana tra Sei e Settecento. Nel proposito di chiarire le ragioni che determinarono il successo delle tematiche tassiane fondamentale risulta la riconsiderazione dei caratteri dell interscambio poetico-pittorico. 7

6 8 Introduzione Sulla scorta delle osservazioni condotte agli inizi del Seicento da Giambattista Marino, in linea di continuità rispetto alle riflessioni teoriche cinquecentesche, è stato possibile valutare lo stringersi di legami tra poeti e pittori a Napoli, dove l idea dell ut picura poësis appare così radicata da superare gli steccati della discussione teorica per attraversare il campo dell esperienza poetica, prendendo forma in componimenti orientati a celebrare le Belle Arti attraverso l elogio dei suoi protagonisti. Particolarmente significativa è, accanto alla individuazione di opere non ancora considerate, come un edizione veneziana degli Aborti poetici del De Tura offrendo così occasione ad un approfondimento delle relazioni intercorse tra il vescovo di Sarno e Angelo Solimena, la riscoperta di testi poetici ispirati all attività di Paolo De Matteis, che, se permette di verificare la qualità della ricezione dell opera dematteisiana, consentite anche di documentare lo stringersi di legami tra il pittore e alcuni poeti contemporanei, quali Giuseppe Lucina, Filippo de Angelis, Matteo Egizio e Domenico Andrea De Milo, tutti riconducibili al movimento accademico dell Arcadia. La riscoperta di questo legame, nel fornire una traccia utile ad un approfondimento della ricerca in direzione di una conoscenza delle personalità poetiche considerate, offre spunto ad una verifica del ruolo svolto dalla duchessa di Laurenzano, Aurora Sanseverino, e del suo celebre salotto, nel contesto della cultura arcadica. La dedica alla Sanseverino della ristampa del 1706 de Lo Tasso Napoletano consente di acquisire una valida testimonianza dell interesse maturato nei confronti del poema tassiano, indagato a partire proprio dalla versione in dialetto napoletano della Gerusalemme Liberata proposta da Gabriele Fasano. È così possibile confermare quanto già emerso dagli studi condotti dal Quondam in merito all operazione culturale di rivendicazione della napoletanità del Tasso da parte dei letterati locali. Passando a considerare il panorama pittorico, sono state prese in esame tanto quelle versioni che fornivano una soluzione di continuità rispetto alle premesse di fine Cinquecento, quanto quelle comportanti l introduzione di elementi in precedenza non contemplati all interno della struttura iconografica, allo scopo di riconoscere le proposte alternative, e, al contempo, valutare il ruolo svolto da ciascun pittore.

7 Introduzione 9 È emerso così l importanza del contributo dato dai napoletani alla rilettura del tracciato tassiano, come è testimoniato dagli esiti del Cavallino, del Preti e del Vaccaro. Decisiva, inoltre, la mediazione offerta dal Giordano, le cui interpretazioni consentirono di fissare un modello che sarebbe divenuto condizionante per le successive rappresentazioni del tema, tanto in ambito napoletano quanto in quello veneto. Se nel primo Settecento l adesione all iconografia giordanesca trovava continuità attraverso le scelte condotte da Paolo De Matteis, una riformulazione tematica si avrà attraverso gli esiti di Francesco De Mura e di Filippo Falciatore, più attenti a valorizzare la componente idillico pastorale del poema. Il ciclo di affreschi realizzato, nel 1787, da Angelo Mozzillo, e che ancora oggi decora le pareti della galleria dell Educandato di Sant Eligio a Largo del Mercato, nel documentare l interesse che l opera del Tasso continuò a suscitare anche in avanzato Settecento, conferma un orientamento di gusto che ci porta a concludere, insieme con il Martello (P.J. MARTELLO, Scritti critici e satirici, 1772, p. XXXIII), che veramente i «pittori nulla trovarono di più adatto all espressione pittorica dei bei racconti del Tasso».