Sintesi in linguaggio non tecnico

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1 SIA 1a Impianto idroelettrico sul Torrente Maira REGIONE PIEMONTE Provincia di Cuneo COMUNE DI RACCONIGI Proponente: AMBRA s.a.s. - via Vittorio Emanule III n Revello (CN) DERIVAZIONE IDROELETTRICA SUL TORRENTE MAIRA IN LOCALITA' CHIABOTTO FRUTTERO I Tecnici incaricati: Dott. For. Giorgio Colombo - via Sant'Agostino, 18 - Mondovì (CN) - tel 0174/46906 Ing. Sergio Sordo - c.so Langhe, 10 - Alba (CN) - tel 0173/ Con la collaborazione di: Dott. Geol. Sergio Rolfo Dott. For Giorgio Curetti Dott. For Marco Allasia Mondovì, aprile 2014 Sintesi in linguaggio non tecnico RELAZIONE CONTENENTE QUANTO SPECIFICATO DALL'ART. 12 DELLA LEGGE REGIONALE N. 40/98

2 0. INTRODUZIONE QUADRO PROGRAMMATICO INQUADRAMENTO TERRITORIALE Inquadramento geografico Norme di tutela delle unità ambientali sensibili Vincolo paesaggistico Quadro riepilogativo sul tema vincolistico STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Piano regolatore generale del Comune di Racconigi PROGRAMMAZIONE IN MATERIA DI ENERGIA Pianificazione energetica internazionale QUADRO PROGETTUALE ELENCO ELABORATI STUDIO DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE AL PROGETTO Ipotesi di non realizzazione del progetto Ipotesi con traversa non rialzata Ipotesi con traversa rialzata Scelta del tipologia di impianto DESCRIZIONE GENERALE DEL PROGETTO Dati caratteristici dell impianto DESCRIZIONE E DATI CARATTERISTICI DELL IMPIANTO La traversa La centrale Scala per la rimonta della fauna ittica Dispositivi di controllo delle portate rilasciate Dispositivo di limitazione della portata massima Dispositivi di regolazione e misura delle portate derivate Accessibilità delle aree d intervento L EDIFICIO CABINA ELETTRICA ELETTRODOTTI OPERE DI RIPRISTINO AMBIENTALE E VEGETAZIONALE Il recupero della terra vegetale esistente La rimessa in pristino dei terreni agricoli L inerbimento L impianto di vegetazione arborea e arbustiva per i ripristini OPERE DI COMPENSAZIONE AMBIENTALE E VEGETAZIONALE L impianto di vegetazione arborea e arbustiva per le compensazioni DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Zona impianto di produzione Zona impianto di produzione Zona a monte dell impianto di produzione Zona a monte dell impianto e zona cabina elettrica Zona cabina elettrica Vegetazione esistente FOTOINSERIMENTI QUADRO AMBIENTALE METODOLOGIA E STRUMENTI D INDAGINE Identificazione delle unità ambientali sensibili Lista di controllo delle Unità ambientali naturalistiche ed ecosistemiche Lista di controllo delle Unità ambientali idrogeomorfologiche Lista di controllo delle Unità ambientali antropiche Individuazione di componenti e fattori ambientali Definizione della lista di controllo (check - list) Azioni di progetto Categorie e settori ambientali Linee d impatto ARIA

3 Quadro delle interazioni tra l opera e l Atmosfera Stima degli impatti potenziali CLIMA Quadro delle interazioni tra l opera e il clima Caratterizzazione climatica Riduzione delle emissioni di gas-serra (e dei conseguenti contributi al global change) rispetto alla situazione attuale Stima degli impatti potenziali AMBIENTE IDRICO Quadro delle interazioni tra l opera e l Ambiente idrico Stima degli impatti potenziali SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDROGEOLOGICO Quadro delle interazioni tra l opera e la litosfera Stima degli impatti potenziali RUMORE Quadro delle interazioni tra l opera e l ambiente fisico - rumore Stima degli impatti potenziali FLORA E VEGETAZIONE Quadro delle interazioni tra l opera e flora e vegetazione Stima degli impatti potenziali FAUNA Quadro delle interazioni tra l opera e la fauna Effetti del progetto sugli habitat acquatici Stima degli impatti potenziali ECOSISTEMI Quadro delle interazioni tra l opera e gli ecosistemi Stima degli impatti potenziali SALUTE E BENESSERE Quadro delle interazioni tra l opera e salute e benessere Stima degli impatti potenziali PAESAGGIO Quadro delle interazioni tra l opera e il paesaggio Intrusione nel paesaggio visibile di nuovi elementi potenzialmente negativi sul piano estetico-percettivo Stima degli impatti potenziali BENI CULTURALI Quadro delle interazioni tra l opera e i beni culturali Stima degli impatti potenziali ASSETTO TERRITORIALE Quadro delle interazioni tra l opera e l assetto territoriale Risparmi nell utilizzo complessivo di combustibili fossili, e dei rischi energetici conseguenti Stima degli impatti potenziali QUALITÀ E CAPACITÀ DI RIGENERAZIONE DELLE RISORSE NATURALI DELLA ZONA Capacità di carico dell'ambiente circostante Utilizzazione di risorse naturali Situazione relativa alle opere in progetto Situazione relativa all alveo allagato Produzione di rifiuti, inquinamento e disturbi ambientali Rischio di incidenti STIMA DEGLI EFFETTI CUMULATIVI DEGLI IMPATTI NEL TEMPO E CON ALTRE FONTI D IMPATTO PRESENTI SUL TERRITORIO Valutazione delle pressioni ambientali preesistenti MISURE PREVISTE PER EVITARE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI NEGATIVI DEL PROGETTO SULL AMBIENTE Misure di recupero e mitigazione ambientale CONCLUSIONI

4 0. INTRODUZIONE Il presente Studio di Impatto Ambientale (SIA) è stato redatto ai sensi dell art. 12 della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40, per l attivazione della Fase di Valutazione della Procedura di VIA finalizzata al giudizio di compatibilità ambientale. La relazione riporta le considerazioni ambientali e tecniche messe in luce nella stesura del progetto di Impianto idroelettrico sul Torrente Maira in Località Chiabotto Fruttero, redatto dall Ing. Sergio Sordo con studio in Corso Langhe 10, Alba (CN), dal Dott. Geol. Sergio Rolfo con studio in via Trento/Trieste 8/C, Bra (CN) e dal sottoscritto Dott. Agr. For. Giorgio Colombo con studio in Via Sant Agostino 13, Mondovì (CN). Il progetto è stato commissionato dalla società AMBRA s.a.s. con sede a Revello (CN) in Via Vittorio Emanuele III 35, Partita IVA Il progetto si sviluppa interamente in Comune di Racconigi, in Provincia di Cuneo, nel bacino idrografico del Torrente Maira. I dati territoriali e la documentazione citata nella presente relazione sono ricavati prevalentemente dalle seguenti fonti: Repertorio Cartografico della Regione Piemonte, Settore Cartografico, Assessorato Pianificazione e Gestione Urbanistica; Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Racconigi, approvato dalla Regione Piemonte con D.G.R del 07 ottobre 1998, Variante Parziale n. 35 Lo Studio di Impatto Ambientale è redatto con criteri che hanno la finalità di semplificare il più possibile la lettura e la comprensione del progetto, sia da parte delle Autorità competenti, che dovranno esprimere il giudizio di compatibilità ambientale del progetto, sia degli Enti e dei Cittadini che ne prenderanno visione durante la fase di consultazione e che potranno esprimere osservazioni in merito. Il documento è conforme a quanto stabilito dall art. 29, comma 1, del D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554 e dal Decreto 1 aprile 2004 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio. Lo studio è stato elaborato seguendo l Allegato D Contenuti della relazione di cui all art. 12, da redigere ai fini della fase di valutazione della Procedura di VIA della Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40, riguardante le Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione, e si articola in tre distinti quadri di riferimento: programmatico: fornisce gli elementi conoscitivi circa le relazioni tra l'opera di progetto e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale a livello regionale, provinciale e comunale; progettuale: offre gli elementi tecnici significativi ai fini dell'illustrazione del progetto in esame e dello studio di impatto ambientale ad esso relativo, evidenziando le qualità paesaggistiche e gli aspetti gestionali dell impianto; ambientale: analizza le componenti ambientali nella situazione attuale, definendo le necessarie misure di mitigazione, compensazione e monitoraggio. 3

5 1. QUADRO PROGRAMMATICO L analisi ambientale è stata condotta con successivi approfondimenti dei temi individuati, relativi ai prevedibili effetti del progetto sull ambiente. Le indagini preliminari e d inquadramento, finalizzate alla individuazione delle fonti d impatto ed alla previsione preliminare degli effetti provocati dal progetto sull ambiente, sono state denominate Analisi della qualità ambientale e Analisi preliminare della sensibilità ambientale. Un successivo livello di studio, basato sulle indagini relative alla sensibilità ambientale, ha riguardato la dettagliata descrizione dei prevedibili effetti del progetto sull ambiente, comprendenti una preventiva stima d impatto ambientale. La descrizione delle misure per ottimizzare l inserimento nell ambiente previste dal progetto conclude la trattazione INQUADRAMENTO TERRITORIALE L inquadramento territoriale dell opera in progetto è stato redatto mediante l utilizzo del GIS, (Sistema di Informazione Geografico), adottando come fondo topografico di riferimento la Carta Tecnica della Regione Piemonte in formato Raster (CTR) e avente coordinate UTM Datum WGS84; la suddetta carta topografica è stata inoltre corredata delle informazioni contenute nella cartografia tematica messa a disposizione della Regione Piemonte. Allo scopo di definire l ambito territoriale in cui è inserita l area di intervento sono state prodotte le seguenti tavole tematiche: s s s s Tavola n Inquadramento geografico (scala 1:25.000) - individua la posizione geografica Tavola n. 1.2 Ortofotocarta (scala 1:5.000) - illustra l aspetto di percezione reale del territorio e della situazione idrografica attraverso le foto aeree Tavola n. 1.3 Aree vincolate parte A e parte B (scala 1:10.000) indicano con esattezza le aree del territorio che sono soggette a particolari vincoli Tavola n. 1.4 Reticolo idrografico (scala 1:10.000) - permette di individuare cartograficamente le varie parti che compongono il progetto: centrale idroelettrica, condotta forzata, canale di adduzione, vasca di carico e opere di presa, specificando inoltre i corsi d acqua interessati. L analisi degli aspetti ambientali tiene conto anche di quanto già stabilito dal Legislatore e dalle Amministrazioni locali, in materia di tutela ambientale e di uso del territorio, con particolare riferimento al Piano regolatore comunale di Racconigi (PRGC) e al tema vincolistico esaminato nel quadro programmatico del presente studio. 4

6 Inquadramento geografico La Tavola n. 1.1 Inquadramento geografico (scala 1:25.000) individua il progetto nella parte nord-occidentale del Comune di Racconigi, in Provincia di Cuneo, in zona pianeggiante intensivamente utilizzata a fini agricoli. La carta dell Inquadramento geografico riportata nell allegato SIA 2 5

7 Norme di tutela delle unità ambientali sensibili Per l individuazione delle aree vincolate ai sensi dell attuale normativa di tutela ambientale è stata utilizzata la Lista di controllo unità ambientali sensibili codificate dal D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale ed indicata come prima lista di controllo utilizzabile per l individuazione delle sensibilità ambientali, di eventuali problemi inerenti la scelta localizzativa, per un primo screening di fattibilità di tale scelta. Data la localizzazione del progetto in ambiente continentale, nello specifico, si elencano soltanto le Unità terrestri, escludendo dallo screening quelle marine. Lista di controllo unità ambientali sensibili Unità terrestri Aree vincolate con specifica normativa Riserve integrali e/o riserve generali orientate in parchi regionali di cui all art. 2 della legge 6 dicembre 1991, istituite o comunque perimetrate ai sensi della medesima legge Riserve naturali di cui all art. 2 della legge 6 dicembre 1991, istituite o comunque perimetrate ai sensi della medesima legge Fasce di rispetto di fiumi, corsi d acqua, laghi e coste marine, ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Presenza - - X Boschi tutelati ai sensi del D. Lgs. 42/2004. X Altre aree vincolate ai sensi del D. Lgs. 42/ Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (DPR 448 del ) Siti di Importanza Comunitaria proposti per l inserimento della rete Natura 2000, di cui al DPR 8/91997 n. 357 Fasce di rispetto di sorgenti o captazioni idriche (art. 6 del DPR 236/88) Zone ad elevato livello di tutela o conservazione da parte di Piani Territoriali Paesistici regionali - X - - Ambiti di rilevanza ambientale individuati da leggi regionali - Vincoli paesaggistici: Bellezze naturali e singolarità geologiche ai sensi del D. Lgs. 42/ Vincoli paesaggistici: Ville, giardini e parchi di cui al D. Lgs. 42/ Vincoli paesaggistici: Complessi di valore estetico e tradizionale di cui al D. Lgs. 42/2004 Vincoli paesaggistici: Bellezze panoramiche e punti di vista di cui al D. Lgs. 42/2004 Tutele delle cose di interesse artistico o storico: vincoli archeologici, ai sensi del D. Lgs. 42/2004 Beni sottoposti a vincolo architettonico e monumentale ai sensi del D. Lgs. 42/ * D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale Capitolo 3 6

8 La lista di controllo permette di evidenziare che l area d intervento è soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004. Tale vincolo è dovuto alla presenza della fascia di rispetto fluviale del Torrente Maira e all interferenza del canale di restituzione in progetto con aree boscate. Si segnala che l area di studio non è soggetta al vincolo per scopi idrogeologici ai sensi del R.D. 30 dicembre 1923, n Le verifiche hanno permesso di constatare che l area d intervento è soggetta a vincolo naturalistico in quanto le opere progettate si trovano all interno del SIC Parco di Racconigi e boschi lungo il Torrente Maira facente parte delle aree della rete Natura La carta tematica Tavola n. 2.1 Beni culturali ambientali (scala 1:10.000) che individua e localizza le emergenze architettoniche, i beni ambientali urbanistici e archeologici presenti nell area di studio, indica che l impianto idroelettrico in progetto non interferisce direttamente con Beni Ambientali Architettonici né con Beni Urbanistici e Archeologici. Individuate le unità ambientali sensibili attraverso la lista di controllo (D.M. 1 aprile 2004), nel presente paragrafo si approfondisce il tema vincolistico facendo riferimento alle principali norme di tutela ambientale che prevedono particolari autorizzazioni per la realizzazione dell opera; in particolare si analizzano gli atti legislativi riguardanti il vincolo paesaggistico, il vincolo naturalistico e il vincolo per scopi idrogeologici Vincolo paesaggistico Riferimenti al Decreto Legislativo 42/04 Il Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, con l articolo 142, individua i Beni tutelati per legge in ragione del loro interesse paesaggistico. L area interessata dal progetto è soggetta a vincolo paesistico-ambientale, anche conosciuto come vincolo di tutela ambientale, perché ricade: nella Fascia di rispetto fluviale 150 m ; in Territori coperti da foreste e boschi ; in aree protette (Rete Natura 2000) In sintesi, le ragioni dei vincoli paesistico-ambientali sono molteplici e sono comunque riferibili all Art. 142 (aree tutelate per legge), del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004 n. 42, recante Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, comma 1, con richiamo alle seguenti lettere: lettera c) i fiumi, i torrenti ed i corsi d acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna ; lettera f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi ; lettera g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n Il progetto non interferisce con Siti archeologici vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/04, sostituente la precedente legge nazionale 1/6/1939 n. 1089, riguardante beni di particolare interesse archeologico entro e fuori dai centri urbani. 7

9 Quadro riepilogativo sul tema vincolistico Nella seguente tabella si riassume quanto enunciato nei paragrafi precedenti indicando sinteticamente l esistenza e le ragioni dei vincoli a cui è sottoposto il progetto di impianto idroelettrico. Quadro riepilogativo del tema vincolistico L analisi del tema vincolistico permette di evidenziare che: il progetto è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004), per la presenza della fascia di rispetto dei corsi d acqua; il progetto è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004), per la presenza di aree protette; il progetto è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004), per la presenza di aree boscate; il progetto è sottoposto a vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23); il progetto interferisce con Siti di Importanza Comunitaria (SIC); il progetto non interferisce con Siti di Importanza Regionale (SIR); il progetto non interessa, Zone di protezione speciale (ZPS); il progetto non interferisce con Beni Architettonici e Ambientali vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/2004, sostituente la precedente legge 1/6/1939 n. 1089; il progetto non interferisce con Siti archeologici vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/2004, sostituente la precedente legge 1/6/1939 n. 1089; 8

10 1.3. STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Il progetto interessa il territorio comunale di Racconigi (CN) Piano regolatore generale del Comune di Racconigi L intervento si sviluppa interamente nell ambito del Comune Racconigi il cui strumento urbanistico vigente è il seguente: Piano Regolatore Generale del Comune di Saluzzo, approvato con D.G.R. n del 07/10/1998 e successive varianti Comune di Racconigi PRGC 9

11 Comune di Racconigi Legenda PRGC 1/4 10

12 Comune di Racconigi Legenda PRGC 2/4 Comune di Racconigi Legenda PRGC 3/4 11

13 Comune di Racconigi Legenda PRGC 4/4 Tavola di progetto 2.4 Planimetria di inquadramento urbanistico Dalla carta di PRGC riportata nell elaborato 2.4 Planimetria di inquadramento urbanistico PRGC di Racconigi emerge che: l opera in progetto (indicata con simbolo quadrato blu) ricade in una zona indicata come I2 - area inedificabile di rispetto 12

14 1.4. PROGRAMMAZIONE IN MATERIA DI ENERGIA La programmazione in materia di energia si presenta molto articolata a causa del sovrapporsi della legislazione nazionale con gli indirizzi e le politiche internazionali, sia europee sia mondiali. Si cercherà nel presente capitolo di rendere un quadro più completo possibile della programmazione esistente in materia, senza trascurare le numerose notizie che hanno coinvolto gli operatori del settore nel corso degli ultimi 3 4 anni Pianificazione energetica internazionale È evidente che per la tipologia progettuale occorre prendere in analisi fin dalla fonte primaria quanto previsto dai piani e programmi che mirano a sovraordinare la materia del risparmio energetico connesso alla riduzione dell impatto dovuto alle attività energivore del mondo industrializzato. In quest ottica è iniziare dal Protocollo di Kyoto del 10 dicembre 1997, che ha fissato gli obiettivi di riduzione dei gas serra entro il 2012 per i Paesi industrializzati; contestualmente l Unione Europea ha fissato i seguenti obiettivi: a) ridurre l utilizzo dei combustibili fossili contestualmente alla riduzione dell 8% delle emissioni di gas serra; b) ridurre l importazione di energia al fine di acquisire maggiori flessibilità, economicità e sicurezza negli approvvigionamenti energetici; c) creare e sviluppare la produzione di energia maggiormente rispondente alle esigenze della piccola e media impresa; d) incrementare l occupazione. La Direttiva 2001/77/CE del 27 settembre 2001 sulla promozione dell energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità mira a definire un quadro complessivo di sviluppo delle fonti rinnovabili all interno dell Unione Europea coerente con gli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto in termini di riduzione delle emissioni climalteranti. Nel documento vengono fissati: i valori di riferimento per gli obiettivi indicativi nazionali relativamente al contributo dell elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (rispetto alle previsioni di consumo lordo di elettricità entro il 2010); il calendario delle scadenze per gli Stati membri; le modalità di armonizzazione del settore con le regole del mercato interno dell elettricità in termini di sostegno, trasparenza e semplificazione delle procedure amministrative; le garanzie di trasmissione e distribuzione dell energia elettrica da fonti rinnovabili negli Stati membri. Dalle decisioni prese a livello europeo, per l Italia si profila un duplice obiettivo: 1. la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in quantità pari al 25% del totale dell energia prodotta al 2010 (nel 1997 è stato registrato il 16%); 2. entro il , la riduzione delle emissioni del 6,5% rispetto ai livelli registrati nel

15 2. QUADRO PROGETTUALE Il progetto è redatto con un livello di definizione e approfondimento assimilabile al progetto definitivo prescritto dalla Legge 109/94 e s.m.i. per lavori pubblici similari; nella seguente tabella sono elencati gli elaborati di progetto la cui definizione di dettaglio è stata possibile attraverso un continuo raffronto con le risultanza delle indagini ambientali condotte per lo Studio di Impatto Ambientale ELENCO ELABORATI Gli elaborati del progetto definitivo sono elencati nel seguente prospetto. Num. ELENCO ELABORATI Scala 1 Relazioni 1.0 Sintesi in linguaggio non tecnico Relazione tecnica Relazione idrologico-idraulica Relazione geologica Relazione sismica Relazione forestale Relazione fotografica Relazione paesaggistica Relazione di incidenza sul SIC IT Parco di Racconigi e boschi lungo il torrente Maira Studio di compatibilità idraulico-ambientale Relazione di compatibilità con il PdGPo Studio di impatto acustico ambientale - 2 Tavole di inquadramento 2.1 Planimetria del bacino idrografico del Torrente Maira 1: Corografia su Carta Tecnica Regionale 1: Planimetria di inquadramento urbanistico 1: Planimetria di sovrapposizione con PAI e Aree demaniali 1: Planimetria di zonizzazione acustica 1: Planimetria di inquadramento catastale 1: Tavole di rilievo 3.1 Carta geologica con ubicazione indagini 1: Planimetria di rilievo 1: Sezioni di rilievo 1: Rilievo dell uso del suolo nell area vasta di studio 1: Rilievo della regione idrologica e degli habitat interferiti dal progetto 1: Tavole di progetto 4.1 Coordinate U.T.M. 1: Planimetria di progetto 1: Occupazione suolo e modificazioni indotte dal progetto 1: Sezioni di progetto 1: Sezioni geologico-geotecniche 1: Locale tecnico - pianta, prospetti e sezioni Scala di risalita per l ittiofauna Fotoinseriementi - 5 Organizzazione del cantiere 5.1 Planimetria di cantiere e accessi 1: Opere di ripristino e compensazione 6.1 Dinamica dell alveo nel tratto interferito dal progetto 1: Opere di recupero ambientale e vegetazionale 1: Intervento di riqualificazione naturalistica pianta e sezioni 1:500 7 Piani operativi 7.1 Cronoprogramma Piano di gestione e manutenzione delle opere Piano di monitoraggio ambientale Piano di dismissione delle opere Piano economico finanziario Piano di gestione delle pertinenze demaniali - 8 Allacciamento alla rete elettrica 8.1 Domanda di connessione e Preventivo Ente Gestore - 14

16 8.2 Accettazione del Preventivo Ente Gestore - 9 Atti e documenti 9.1 Certificati di destinazione urbanistica Certificati di proprietà Attestazione di credito Dichiarazione di impegno EMAS - STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Num. ELENCO ALLEGATI Scala SIA 1 Relazione per la fase di Valutazione della procedura di V.I.A. - SIA 1a Sintesi in linguaggio non tecnico - SIA 2 Documentazione Cartografica 1 Tavole di inquadramento territoriale 1.1 Inquadramento geografico 1: Ortofotocarta 1: Aree vincolate 1: Reticolo idrografico 1: Tavole di analisi della qualità ambientale 2.1 Beni culturali ambientali 1: Paesaggi agrari e forestali 1: Unità litologiche e dissesti 1: Capacità d uso del suolo 1: Uso del suolo 1: Ecosistemi 1: Emissioni acustiche 1: Intervisibilità 1: Infrastrutture 1: Ipotesi alternative 1: Tavole di analisi della sensibilità ambientale SIA 3 Documentazione Fotografica - SIA 4 Fotoinserimenti - SIA 5 Stralcio Piani urbanistici - 15

17 2.2. STUDIO DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE AL PROGETTO Le caratteristiche specifiche del Torrente Maira, la cui asta nella zona di indagine ha una pendenza media compresa tra 5 e 6 presenta la possibilità di realizzare un impianto idroelettrico soltanto in rari punti in cui, per puntuali situazioni geo-morfologiche, il corso d acqua presenta naturali dislivelli concentrati o in corrispondenza di manufatti, solitamente soglie di protezione e consolidamento delle fondazioni dei pilastri in alveo dei ponti, che in modo artificiale creano dei salti idraulici. Nel caso specifico i progettisti hanno individuato un punto del corso d acqua in cui è presente una traversa di derivazione che permette l alimentazione del canale irriguo del Consorzio Massa Prati, ed hanno studiato una soluzione progettuale con turbina in corpo traversa. Lo studio per la realizzazione del progetto ha permesso di analizzare le diverse ipotesi alternative di seguito riportate. 1. Ipotesi di non realizzazione del progetto 2. Ipotesi con traversa non rialzata 3. Ipotesi con traversa rialzata Ipotesi di non realizzazione del progetto L interesse pubblico ad una iniziativa di questo tipo, è dichiarato in modo implicito dalle vigenti normative comunitarie, nazionali e regionali in materia di produzione di energia rinnovabile, con particolare riferimento ai noti obiettivi del protocollo di Kyoto e al risparmio di emissioni di CO 2 in atmosfera. Fermo restante il doveroso rispetto di tutte le componenti ambientali nell inserimento di nuove opere sul territorio la cui compatibilità deve essere accertata caso per caso, in linea di principio, la non realizzazione di un progetto per la produzione di energia da fonti rinnovabili equivale ad una mancata attenuazione del problema ambientale globale legato all eccessiva produzione di CO 2. In condizioni di compatibilità ambientale di un qualsiasi progetto, gli ostacoli da superare per condurre in porto l iniziativa di derivazione idroelettrica sono sostanzialmente di natura economica, dal momento che è necessario un investimento di alcuni milioni di euro, oltre che di natura ambientale, per cui è necessario verificare che il progetto sia compatibile con l ambiente e con il territorio coinvolto. Dal momento che la questione economica legata all investimento iniziale può essere risolta dal proponente (ditta AMBRA s.a.s.), e che l ipotesi di non realizzazione dell opera non porterebbe alcun vantaggio economico né all Amministrazione del Comune interessato né all Ente concessionario, l unica reale motivazione per la non realizzazione dell opera sarebbe l inadeguatezza ambientale dell opera stessa. Anticipando le conclusioni del presente studio, anche in considerazione delle modalità costruttive e funzionali della scala di rimonta per l ittiofauna che va ad migliorare una situazione esistente con presenza di un ostacolo (traversa esistente) alla biocontinuità del corso d acqua ed alla realizzazione di un bosco planiziale come opera compensativa prevista in progetto, si ritiene che l impianto di derivazione idroelettrica sul Torrente Maira in Comune di Racconigi sia compatibile con l ambiente, in tal caso la non realizzazione del progetto recherebbe pochi vantaggi al territorio, lasciando improduttiva una risorsa naturale utile per la collettività. 16

18 Ipotesi con traversa non rialzata E stata analizzata una soluzione progettuale alternativa a quella adottata che prevede la non realizzazione della traversa gonfiabile, ossia la realizzazione di una centrale sfruttando il salto generato dalla traversa già esistente. Tale soluzione conduce ovviamente a minori costi di costruzione dell impianto in quanto non è necessario realizzare la traversa gonfiabile e il basamento in calcestruzzo, ma conduce ad una produzione annua decisamente inferiore (circa 600 MWh), come riscontrabile nel seguente grafico. Valori di produzione nella soluzione alternativa Inoltre non si hanno garanzie sulla stabilità dell attuale traversa che nel tempo potrebbe essere parzialmente o totalmente erosa, pregiudicando il funzionamento dell impianto per il periodo necessario al suo ripristino. Per questo motivo la soluzione alternativa non risulta essere economicamente conveniente Ipotesi con traversa rialzata Un altra soluzione analizzata è stata quella di realizzare la traversa in calcestruzzo e pietrame con coronamento rialzato di circa 1,5 m nella medesima posizione di quella in progetto. In tal caso l effetto di rigurgito è lo stesso della soluzione con sbarramento gonfiabile ma non può essere percorsa perché, in caso di piena, l innalzamento del pelo libero dell acqua non garantisce la sicurezza idraulica della regione fluviale. E evidente che questa soluzione non è percorribile. 17

19 Scelta del tipologia di impianto La scelta tipologica è ricaduta su un impianto ad acqua fluente, con sbarramento gonfiabile e turbina in corpo traversa. La soluzione progettuale proposta ha cercato di soddisfare tutte le esigenze prefissate ed in primis la possibilità di realizzare le opere in corrispondenza di luoghi facilmente accessibili la cui messa in sicurezza sotto l aspetto idrogeologico non presenta particolari difficoltà. L impianto in progetto, pur interessando un area Ee del Piano per l Assetto Idrogeologico, presenta caratteristiche tali da risultare compatibile con il piano stesso. In particolare le opere in progetto sono per la maggior parte sommergibili da un eventuale piena straordinaria, con la sola eccezione delle parti elettriche (trasformatori e quadri elettrici sala controllo) che sono previsti in un piccolo fabbricato installati in zona non esondabile, ad una quota superiore al livello di massima piena. Le caratteristiche del progetto e del sito, permettono di prevedere che le portate di piena del Torrente Maira potranno defluire in modo invariato rispetto alla situazione anteoperam in quanto la traversa di tipo gonfiabile in assetto di riposo non varia il comportamento idraulico del corso d acqua. Di seguito si riporta un immagine aerea con indicato il posizionamento previsto delle opere in progetto. Inquadramento su ortofotocarta 18

20 2.3. DESCRIZIONE GENERALE DEL PROGETTO Dati caratteristici dell impianto Le caratteristiche idrologiche del bacino che vengono adottate nei calcoli delle portate idrologiche sono riferite alla sezione di chiusura del Torrente Maira in corrispondenza dell opera di presa prevista a valle di Racconigi, in località Chiabotto Fruttero. Nella seguente tabella si riassumo i dati maggiormente significativi che caratterizzano l'impianto in progetto. Tabella 1: Tabella di sintesi impianto in oggetto Voce U Quantità Bacino sotteso misura km Q Max derivata l/s Q Media derivata l/s DMV base l/s (derogato perché la turbina è in corpo traversa) Portata scala di rimonta Q PAI l/s Quota di prelievo m 247,15 247,45 Salto nominale medio s.l.m. m 3,8 Potenza nominale media annua kw 219 Ore di funzionamento h Produzione media annua GWh 1,92 Turbine installate - N. 1 Turbina Kaplan bulbo monoregolante ad asse orizzontale con potenza all asse pari a 244 kw 147 rpm Periodo di funzionamento dal 1/01 al 31/12 L'impianto in progetto prevede la derivazione di una portata massima di l/s dal Torrente Maira a quota 247,00 m s.l.m. con derivazione in corpo traversa con salto idraulico di 3,8 metri. L'opera prevista è un impianto idroelettrico ad acqua fluente, con traversa rialzata da elemento gonfiabile. 19

21 2.4. DESCRIZIONE E DATI CARATTERISTICI DELL IMPIANTO L impianto in progetto è essenzialmente formato da una traversa e da una centrale realizzata in corpo traversa. Si osserva che nella sezione di chiusura del bacino, in cui viene effettuata la derivazione, è già presente una traversa ad uso irriguo con le seguenti caratteristiche: - traversa in massi sciolti; - larghezza; 40 m; - altezza: 3 m; - portata massima derivabile ad uso irriguo: 200 l/s. Visualizzazione di dettaglio della zona di intervento (Foto aerea Google Earth) Derivazione ad uso irriguo esistente (Q=200 l/s) Traversa in massi esistente Torrente Maira Vista della traversa in massi esistente 20

22 Si prevede di stabilizzare l attuale traversa con la realizzazione di una palancola di diaframmi in calcestruzzo armato a monte della stessa irrigidita da contrafforti anch essi realizzati con diaframmi. Sulla palancolata verrà ancorato un sbarramento gonfiabile alto 1.5 m. Planimetria di progetto su foto aerea (Fonte: Bing Maps, 2012) Traversa in massi esistente Traversa gonfiabile in progetto Centrale realizzata in corpo traversa La traversa L opera di presa viene realizzata in modo da garantire a valle il passaggio di una portata almeno pari al deflusso minimo vitale salvo che quella in arrivo non sia inferiore a tale valore, in tal caso la portata viene lasciata defluire totalmente. Si prevede di realizzare una traversa gonfiabile, di altezza pari a 1.5 m, posizionata immediatamente a monte della traversa in massi esistente, su di un basamento di ancoraggio realizzato con diaframmi in calcestruzzo larghi 80 cm e profondi 6 m stabilizzati con contrafforti anch essi realizzati con diaframmi larghi 80 cm, lunghi 4.2 m, profondi 6 m disposti ad interasse di 4.8 m. Sui diaframmi così disposti viene realizzata una soletta in calcestruzzo armato spessa 50 cm sulla quale è ancorata ed appoggia la traversa gonfiabile. In caso di portate elevate defluenti nel corso d acqua, la traversa gonfiabile viene abbattuta completamente sul fondo ed il basamento di ancoraggio non crea fenomeni di rigurgito, come evidenziato nella relazione idraulica allegata, in quanto la sommità del basamento è posta alla stessa quota della sommità della soglia in massi esistente. A valle dello scivolo della traversa esistente viene realizzata una vasca di dissipazione della turbolenza, derivante dal passaggio da corrente veloce a corrente lenta mediante il fenomeno definito in idraulica come Salto di bidone, con la posa di massi di montagna ciclopici. I diaframmi hanno sia funzione statica di sostegno della traversa sia funzione antisifonamento La centrale La centrale è realizzata in corpo traversa ed è completamente sommersa. Partendo da monte è costituita da una vasca di presa, da uno sgrigliatore, da una paratoia a ventola, da una turbina a bulbo con portata nominale pari a 14 m3/s, dal diffusore della turbina, dal generatore e dal canale di restituzione. Nel dettaglio i vari componenti dell impianto sono: 21

23 N. 1 Turbina Kaplan bulbo monoregolante ad asse orizzontale con potenza all asse pari a 244 kw 147 rpm; N. 1 Generatore a magneti permanenti da 250 kw - 400V 147 rpm - sovratemperatura cl. B - classe isolamento cl. F - IP23 - cuscinetti a rotolamento dimensionati per sopportare la velocità di fuga della macchina i carichi meccanici indotti dal peso della girante e dai carichi idraulici applicati; N. 1 Centralina oleodinamica per il comando delle pale girante; N. 1 Sistema d automazione e controllo per il parallelo rete con sistema di trasmissione dati a remoto; Quadri elettrici di potenza BT ed MT fino al punto di consegna ENEL; N. 1 Trasformatore di macchina in resina da 300 kva 20 / 0,4 kv Scala per la rimonta della fauna ittica Scegliere la portata d una scala di risalita rimane il punto più delicato. La risalita dei pesci è legata al regime dei deflussi e dalla velocità massima della corrente superabile dalle diverse specie, velocità che risulta notevolmente influenzata dalla temperatura e dalle dimensioni del pesce (Beach 1984). I valori di velocità massima di corrente superabile risultano: La velocità del flusso nel passaggio artificiale deve preferibilmente essere mantenuto intorno a 1,2 1,5 m/s di modo che anche gli esemplari giovani o di minor dimensioni possano liberamente percorrere il corso d acqua Dispositivi di controllo delle portate rilasciate Per garantire il controllo delle portate rilasciate verrà installata un asta idrometrica a monte della traversa ed un misuratore ad ultrasuoni del livello dell acqua. In fase di collaudo dell impianto verrà valutata la scala delle portate per la conversione livelliportate rilasciate, tramite misure locali e dirette di velocità con un mulinello idraulico. A pallone gonfiato il controllo visivo del rilascio della QPAI sarà agevole in quanto basterà verificare che almeno una minima lama d acqua tracimi sul pallone. Per portate in arrivo superiori a 70 m3/s per le quali il pallone sarà abbattuto sicuramente la portata rilasciata superiore alla QPAI. In tali condizioni l imbocco della scala di risalita non sarà alimentato ma la traversa attuale potrà svolgere la funzione di scala di risalita Dispositivo di limitazione della portata massima Con questa configurazione dell'impianto, la limitazione della portata massima derivata non può essere realizzata mediante dispositivi fissi ed inamovibili (accoppiamento stramazzo trasversale/stramazzo laterale, luci sotto battente, ecc), a meno di non incidere in modo significativo sul salto motore dell'impianto e quindi anche sulla producibilità dello stesso. Sia nel caso di luci sotto battente che nel caso di accoppiamento stramazzo trasversale/stramazzo laterale, per un loro corretto funzionamento si andrebbe a perdere una porzione di salto utile dello stesso ordine di grandezza del battente della corrente; data l'esiguità del salto dell'impianto (pari a circa 3 metri), perdere anche solo mezzo metro sul dispositivo di limitazione della portata corrisponde a perdere un sesto della produzione di energia. Per questo motivo si valuta la possibilità di utilizzare le paratoie di macchina e la regolazione delle pale della girante come dispositivo di limitazione della portata massima. Nel caso in cui il misuratore di portata misuri un valore superiore alla portata massima concessa in automatico verranno parzialmente chiuse le paratoie fino al raggiungimento di una portata inferiore. La turbina verrà comunque dimensionata in modo da poter turbinare al massimo la portata di concessione pari a 14 m3/s. 22

24 Dispositivi di regolazione e misura delle portate derivate La regolazione delle portate derivate avverrà in maniera automatica al variare della portata naturale considerando prioritario il rilascio del DMV. Allo scopo di misurare la portata derivata è prevista l installazione di misuratori a corde foniche da installarsi immediatamente a valle del diffusore della turbina. Per mezzo di sensori di livello e di velocità, si calcola la portata Q utilizzando la formula Q=A V. - per A si intende l'area bagnata del canale che viene calcolata automaticamente dallo strumento - per V si intende la velocità media dei filetti idraulici della sezione, anch'essa determinata dal sensore ad effetto Doppler inserito nella sonda. La velocità può essere determinata anche quando sia negativa, in modo tale da poter individuare eventuali rigurgiti. Sulla sponda destra, in prossimità della centrale, verrà installato un display con l indicazione della portata istantanea derivata. 23

25 Accessibilità delle aree d intervento Gli accessi all area d intervento sono indicati nell apposita Tavola n Aree di cantiere e accessi ed è previsto sulla sponda destra del Torrente Maira all altezza della traversa esistente. L accesso alla sponda sinistra non è necessario per la realizzazione dell opera. In fase di cantiere tale sponda sarà raggiunta con un guado in alveo. Tavola n. 5.1 Aree di cantiere e accessi 24

26 2.5. L EDIFICIO CABINA ELETTRICA Nei pressi di Chiabotto Fruttero, in prossimità della linea elettrica a media tensioen MT, a circa 900 metri dalla centrale in corpo traversa, si prevede la realizazione del locale tecnico per la trasformazione e la consegna dell energia alla rete elettrica di distribuzione. Si tratta di una demolizione di un rudere di fabbricato rurale esistente e ricostruzione con analoga tipologia csruttiva. Le murature saranno in mattoni a vista, l orditura del tetto in legno e la copertura a due falde in coppi. I serramenti saranno in metallo omologati Enel. Il fabbricato ha pianta di 4 x 11 m e altezza di 2,6 alla gronda e 4,3 al colmo. Nell immagine seguente si nota la foto 16 che individua una tipologia costruttiva tipica dell area in oggetto e lo stato del piccolo fabbricato esistente (foto ). 25

27 26

28 2.6. ELETTRODOTTI Il progetto comprende un elettrodotto interrato nella strada interpoderale a fondo sterrato esistente per il collegamento tra la cetrale e la cabina elettrica. L elettrodotto ha una lunghezza complessiva di 900 m. Il collegament con la rete MT avverra con modalità interrata ed avrà una lunghezza di circa 100 metri. 27

29 2.7. OPERE DI RIPRISTINO AMBIENTALE E VEGETAZIONALE Il ripristino dei luoghi vede la realizzazione di alcuni tratti di scogliera a difesa delle sponde, si tratta di scogliere in massi ciclopici non cementati localizzate nella tavola 4.7 Scala di risalita per l ittiofauna e nella tavola 6.2 Opere di ripristino vegetazionale e ambientale. Negli interstizi delle scogliere, per la parte fuori acqua, saranno messe a dimora talee di salice a chiodo. La restante parte della ricostruzione della vegetazione, per complessivi 562 m 2, avverrà tramite rimboschimento con piantine forestali in fitocella su 297 m 2 e infissione di talee su 265 m 2. Tav. 6.2 Opere di ripristino ambientale e vegetazionale Le scogliere saranno realizzate secondo le seguenti sezioni tipo. 28

30 La ricostruzione della vegetazione interesserà anche e in particolare modo la scala di risalita per l ittiofauna il cui progetto è finalizzato alla massima naturalità delle opere e alla massima funzionalità della stessa con zone di corrente e zone di calma e morta che ben si adeguano alle esigenze della popolazione ittica. A monte della traversa e in funzione di una maggiore funzionalità dell accesso dei pesci all imbocco di monte della scala di rimonta, si prevede la realizzazione di un canale con acqua poco profonda e lenta contornato dalla vegetazione forestale che sarà messa a dimora con infissione di talee di salice e con la messa a dimora di piantine forestali Il recupero della terra vegetale esistente Prima della realizzazione degli scavi si procederà al recupero della parte superficiale del suolo per uno spessore di circa 70 cm sull intera superficie in modo da accantonare la maggiore quantità possibile di componenti organiche del terreno, separandole da quelle minerali. La porzione organica del terreno sarà ammassata nelle vicinanze degli scavi e riutilizzata la formazione del letto di semina. In linea generale nelle zone di scavo e di riporto, dove le caratteristiche di pietrosità e la profondità del suolo lo permettano, si prevede una preventiva asportazione del terreno vegetale con ammassamento e successivo riutilizzo dello stesso per i lavori di finitura, in modo da non disperdere e riutilizzare le componenti organiche del terreno. Particolare attenzione e cura saranno rivolte alla sistemazione superficiale dei materiali coinvolti dai lavori procedendo ad un adeguata regolarizzazione degli stessi, alla stesura del terreno vegetale accantonato ed al successivo inerbimento. 29

31 La rimessa in pristino dei terreni agricoli Al termine della costruzione dell impianto alcuni terreni i posti nella parte pianeggiante, sul lato ovest dell intervento, la cui utilizzazione risulta necessaria per l accantonamento del materiale di scotico, saranno livellati al piano di campagna originario e lo strato superficiale di 70 cm sarà sottoposto a lavorazioni agricole consistenti in aratura, fresatura e livellamento in modo che gli stessi possano esser utilizzati come seminativi L inerbimento Le superfici scoticate saranno oggetto di un intervento di inerbimento che sarà effettuato in prevalenza con la tecnica della semina a spaglio e localmente con idrosemina al fine di garantire una celere ricostruzione del manto erboso. Obiettivo principale dell'intervento di ripristino è la immediata creazione di una copertura vegetale con caratteristiche simili alla fitocenosi presente in zona. L'intervento di inerbimento deve essere il più tempestivo possibile, sarà effettuato con il metodo della semina a spaglio e localmente (scarpate e tratti a maggiore pendenza) con quello dell'idrosemina, utilizzando un miscuglio composto da sostanze colloidali e agglomeranti, sostanze igroscopiche, materiale organico, fertilizzante e sementi. Il concime utilizzato per l idrosemina dovrà essere del tipo a lenta cessione con un alto titolo d azoto per favorire la germinazione delle sementi. E importante l uniforme distribuzione della miscela inerbitrice sulla superficie interessata. I semi, quindi, non vengono interrati ma rimangono in superficie, parzialmente protetti dalle sostanze solide componenti la miscela. Con questo sistema si tende a ridurre al minimo i tempi di lavorazione concentrando le diverse operazioni (fertilizzazione, concimazione, semina, irrigazione e protezione del terreno), in un unico intervento, grazie al quale sia anche possibile ridurre al minimo le cure colturali. Per ogni metro quadrato di superficie trattata oltre ad una adeguata quantità di acqua variabile a seconda del tipo di idroseminatrice utilizzata, la miscela inerbitrice dovrà contenere le seguenti sostanze nella quantità minima indicata: sostanze colloidali e agglomeranti 300 gr sostanze igroscopiche 250 gr materiale organico 400 gr concime complesso azotato a lenta cessione 30 gr miscuglio di sementi 30 gr Molto importante è la presenza, nella miscela inerbitrice, delle sostanze agglomeranti che hanno la prerogativa di legare le particelle terrose fini, opponendo una resistenza all'azione erosiva degli agenti meteorici sul terreno nudo. Esse devono poter penetrare nel terreno per alcuni centimetri e formare un reticolo in modo da espletare l'azione antierosiva di protezione e di garantire, nel contempo, l'infiltrazione dell'acqua ed i normali scambi gassosi tra radice ed atmosfera, necessari per lo sviluppo dei vegetali. Gli agglomeranti devono essere biodegradabili e non lasciare traccia nel terreno dopo 6-12 mesi dalla loro applicazione in modo da contribuire, con le loro proprietà, al trattenimento del terreno superficiale nei primi mesi dopo la semina; la funzione antierosiva degli agglomeranti permette anche di incollare il seme al terreno garantendo un buon attecchimento del seme. Le sostanze igroscopiche tipo la cellulosa rivestono anch esse una notevole importanza tecnico-colturale in quanto trattengono l acqua e garantiscono per lungo tempo il minimo apporto di acqua alle piante. 30

32 Il miscuglio di sementi da utilizzare sarà composto in prevalenza da (90%) graminacee prative, comunque con caratteristiche di buona rusticità e resistenza al calpestio nonché elevata capacità colonizzante e in minore misura (10%) da leguminose anch'esse rustiche ed adatte a pascoli montani. La composizione del miscuglio di sementi da adottare per l inerbimento delle superfici erodibili sarà indicativamente la seguente: GRAMINACEE 80% - Dactylis glomerata 15% - Phleum pratense 15% - Festuca rubra 10% - Festuca pratensis 10% - Agrostis tenuis 10% - Lolium perenne 10% - Poa pratensis 10% LEGUMINOSE 20% - Trifolium hibridum pratensis 8% - Trifolium repens 8% - Lotus corniculatus 2% - Vicia villosa 2% Per l inerbimento delle superfici a prato, viene impiegata una miscela di 11 specie foraggere, composta dall 80% da semi di graminacee molto resistenti al freddo, al calpestio ed alle escursioni termiche in modo da fornire una rapida ed efficace copertura del suolo. Le Graminacee garantiscono la colonizzazione del suolo nudo in breve tempo, e la persistenza delle stesse nel medio e lungo periodo. Il rimanente 20% è costituito da specie appartenenti alla famiglia delle Leguminose, anch esse resistenti al freddo, molto rustiche e adatte ai pascoli del piano montano. La formazione futura rispecchia le caratteristiche qualitative delle specie ora presenti nelle aree più fertili di media valle, e permette nel tempo lo sviluppo di alcune leguminose prato-pascolive (inizialmente meno competitive delle graminacee) migliorandone l attitudine al pascolo e la produttività in termini generali L impianto di vegetazione arborea e arbustiva per i ripristini La realizzazione della copertura vegetale forestale delle sponde sarà realizzata utilizzando le specie autoctone presenti in sito, con particolare riferimento all impianto diffuso di talee di salice reperite in sito nel numero di 4/m 2. Si ritiene che l infissione di talee di salice sia la migliore azione di ricostruzione della copertura vegetale che permette un risultato rapido sia in termine di consolidamento delle sponde, sia in termini naturalistici e di formazione di una quinta verde di mascheramento delle opere in progetto. Nella parte alta della scarpate il rimboschimento con talee di salice è implementato dalla messa a dimora di piantine forestali appartenenti alla tipologia forestale degli Acerotiglio-frassineti. 31

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