RAPPORTO ECONOMICO L economia del territorio dal punto di osservazione della Camera di Commercio

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1 RAPPORTO ECONOMICO 2013 L economia del territorio dal punto di osservazione della Camera di Commercio

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3 PRESENTAZIONE La Giornata dell Economia, giunta alla sua undicesima edizione, rappresenta da sempre un momento di confronto, di analisi e di riflessione sulle prospettive e sulle politiche economiche future. Essa si inquadra nell ambito delle iniziative congiunte del sistema camerale, al quale ha naturalmente inteso aderire la Camera di Commercio di Messina, attraverso la predisposizione di una approfondita analisi sullo stato dell economia locale. Il Rapporto Economico annuale, quindi, è sicuramente un valido strumento di conoscenza del tessuto imprenditoriale provinciale, che si ottiene grazie alla lettura dei dati forniti dall Unione Nazionale delle Camere di Commercio. Ma non basta. L evento deve non soltanto far conoscere la situazione attuale, ma anche deve servire a progettare specifiche iniziative, avvalendosi della collaborazione delle parti sociali, siano esse organizzazioni sindacali e/o istituzioni pubbliche. Ciò in quanto la Camera di Commercio deve caratterizzarsi per il suo ruolo di osservatore privilegiato del mondo dell economia, in grado di offrire sostegno alle imprese, al lavoro, al territorio in generale. L incertezza che contraddistingue l attuale fase economica, caratterizzata da un eccessiva pressione fiscale, dal calo dei consumi, dal difficile e costoso accesso al credito, ha rappresentato per le nostre imprese un grave fattore di freno alle decisioni di investimento, soprattutto per quelle di piccola e media dimensione, ed è stata la causa della loro uscita dal mercato del lavoro, con un numero sempre più consistente di cessazioni di attività, di messa in liquidazione di società, se non addirittura di fallimento. Quest anno, dunque, al Rapporto Economico della Camera di Commercio di Messina si è voluto dare una particolare importanza perché può rappresentare una bussola utile per orientare le scelte di politica economica, indicando alle amministrazioni locali, di concerto con il governo nazionale e regionale, le possibili strade da intraprendere per uno sviluppo sostenibile del territorio della provincia di Messina. IL COMMISSARIO STRAORDINARIO (Dr. Francesco De Francesco)

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5 IL SISTEMA PRODUTTIVO DELLA PROVINCIA DI MESSINA LA SITUAZIONE NEL 2012 E LE POSSIBILI TRAIETTORIE DI SVILUPPO SOSTENIBILE di PROF. MATTEO CAROLI Executive summary Indice 1. Struttura e andamento del sistema produttivo messinese nel stock e dinamica delle imprese per forma societaria e comparto produttivo 1.2 le nuove società a responsabilità limitata 1.3 il tasso di sopravvivenza 1.4 le unità locali 1.5 l imprenditoria femminile, giovanile e di origine estera 1.6 gli addetti 1.7 l innovazione 2. i risultati economici 2.1 L andamento dei risultati economici nel periodo i valori medi e mediani dei risultati economici nel Consistenza e andamento delle imprese in utile e in perdita 2.4 i valori dei principali indici di bilancio 3. l internazionalizzazione 3.1 l andamento delle esportazioni 3.2 la distribuzione settoriale delle esportazioni 3.3 la distribuzione delle esportazioni per livello di innovatività dei comparti 4. Le filiere 4.1 l economia del mare 4.2 l agricoltura 4.3 il sistema produttivo della cultura 4.4 il turismo 5. Possibili traiettorie di sviluppo sostenibile del sistema produttivo messinese 5.1 la situazione attuale 5.2 i principi su cui poggiare l inversione di tendenza 5.3 proposte di politica per il sistema produttivo messinese 1

6 EXECUTIVE SUMMARY 1 1. Struttura e andamento del sistema produttivo messinese nel 2012 È proseguito anche nel 2012 il processo in atto da quasi 15 anni di crescente diffusione delle società di capitali e delle forme societarie aggregate (consorzi e cooperative) e di speculare riduzione del peso delle società di persone. Nonostante questo miglioramento, la presenza di società di capitali è ancora largamente inferiore alla media nazionale e anche delle regioni del Sud. Il tasso di sopravvivenza delle società di capitali sia a brevissimo (un anno) che a medio termine (tre anni) è molto basso: intorno al 53-54%. Le imprese individuali risultano invece molto più resilienti, solo poco più di un impresa su quattro non è più attiva dopo tre anni dal suo avvio e solo poco più di una su cinque non lo è dopo un anno. Sul piano numerico, il turismo mostra un aumento delle imprese proporzionalmente molto elevata anche rispetto ai valori nazionali, pari nell ultimo anno del 3,6%. Notevole è anche l incremento (+16%) delle unità locali di imprese attive nel turismo. In termini di Unità locali presenti nella provincia di Messina, risulta modesta sia la capacità di attrarre strutture operative di imprese non siciliane, che la proiezione delle aziende messinesi di collocare proprie strutture al di fuori della regione di appartenenza. La presenza di imprese femminili è abbastanza in linea con la media nazionale; al di sopra, quella delle imprese giovanili ; inferiore, quella delle imprese straniere. Tutti gli indicatori relativi all innovazione mostrano che Messina ha una discreta posizione a livello regionale, ma modestissima sul piano nazionale. 2. L andamento dei risultati economico finanziari delle imprese di capitali Nel triennio , l insieme delle imprese di capitali mostra una buona crescita del valore della produzione e del valore aggiunta, realizzata in gran parte nel 2010, e consolidata l anno successivo. Tiene abbastanza l Ebit, mentre sono in forte diminuzione l utile ante imposte e quello netto. Quest ultimo, nel 2012 diviene addirittura negativo. 1 Tutti i dati presentati e commentati in questo rapporto sono tratti dal cruscotto statistico della provincia di Messina 2012 di Infocamere e dal database dei dati provinciali predisposto da Unioncamere nazionale. Gran parte dei dati presentati in questo database sono di fonte Istat e in alcuni casi Unioncamere-Tagliacarne. 2

7 L aggregato delle imprese di capitali messinesi ha notevole peso su base regionale e anche rispetto alla prima provincia (Palermo) per quanto riguarda valore della produzione e valore aggiunto. Minore rilevanza, invece rispetto alle grandezze di reddito. Tutti i risultati economici dell aggregato sono decisamente modesti rispetto ai corrispondenti valori medi a livello nazionale La redditività operativa del capitale investito come il rendimento del capitale di rischio risultano complessivamente bassi, anche nel caso delle sole società di capitali in utile. 3. L internazionalizzazione Dal 2009, le esportazioni sono aumentate a tassi molto consistenti e ampiamente maggiori a quelli di tutte le altre province siciliane. Oltre il 70% delle esportazioni sono generate dal comparto della chimica, gomma e plastiche; rispetto al totale regionale è anche molto rilevante (supera il 20%) il valore delle esportazioni alimentari. Nel complesso, Messina si conferma la prima provincia per esportazioni, dopo Siracusa, ma con un livello di diversificazione dell export molto maggiore di quest ultima. Dopo Siracusa, Messina è la provincia con maggiore propensione all export (calcolata come rapporto tra valore delle esportazioni e valore aggiunto) tra le province siciliane. Tale propensione rimane però inferiore a quella media del Sud e molto lontana da quella media a livello Italia. 4. Le filiere Insieme con Trapani e Palermo, Messina è uno dei tre poli dell economia del mare in Sicilia, con un valore aggiunto complessivo di oltre 708 milioni e poco meno dell 8% del totale delle imprese siciliane operanti in tale filiera. Relativamente importante a livello regionale anche la presenza delle imprese nel macro comparto della cultura ; molto minore rispetto ai valori medi nazionali. Messina è la quarta provincia per estensione delle superfici agricole utilizzate, ma con una produttività (produzione per ettaro) piuttosto bassa. La provincia di Messina è la principale area di attrattività turistica della Sicilia con circa il 25% del totale delle presenze e addirittura un terzo di quelle straniere. 3

8 Con quasi 4 notti, Messina registra la permanenza media più alta della regione e maggiore anche della media italiana (3,7 notti). Arriva a 4,2 notti la permanenza degli stranieri 5. Possibili traiettorie di sviluppo sostenibile del sistema produttivo messinese Per superare l attuale forte ritardo rispetto a gran parte delle altre province del Paese occorre innanzi tutto una precisa visione di quale debba essere il modello di sviluppo sostenibile del territorio messinese. È necessario procedere con un metodo basato su: i) organicità degli interventi; i) loro integrazione con le misure di livello regionale e nazionale; iii) orientamento al lungo temine Le questioni critiche su cui concentrare impegno e risorse sono: i) rafforzamento dimensionale delle imprese; ii) allargamento dei mercati; iii) aumento della produttività; iv) potenziamento delle filiere strategiche A queste si affianca la necessità di dare un forte impulso all innovazione quale questione trasversale a tutte le quattro precedenti problematiche. Per affrontare queste priorità si propone una possibile strategia di intervento articolata in quattro linee progettuali: i) crescita ; ii) attrazione di investimenti produttivi e di competenze ; iii) public private partnership ; iv) impresa sociale. A questi vanno aggiunte misure per sviluppare l innovazione e la creatività delle imprese e degli altri attori dell economia messinese. 4

9 1. STRUTTURA E ANDAMENTO DEL SISTEMA PRODUTTIVO MESSINESE A FINE Stock e dinamica delle imprese per forma societaria Il numero complessivo delle imprese registrate nella provincia di Messina al 31/12/2012 è pari a unità, praticamente stabile rispetto al 2011; le attive sono , anch esse stabili come numerosità rispetto all anno precedente. Sembra quindi almeno interrotta la contrazione in atto da alcuni anni che aveva ridotto il numero delle imprese di circa il 10% rispetto al picco raggiunto nella seconda metà dello scorso decennio. È, invece, in forte aumento (del 5,3%) il numero delle unità locali, arrivando a quasi unità e portando il numero totale delle strutture aziendali localizzate nella provincia a oltre unità, in aumento complessivo dello 0,8% rispetto al Le imprese in crisi conclamata sono quasi 4.300; crescono di oltre il 2% quelle sottoposte a procedure concorsuali, arrivando ad oltre 1.500; sono invece circa le imprese in scioglimento o liquidazione volontaria. Il peso delle società di capitali e delle altre forme societarie Nel 2012, le società di capitali sono risultate quasi il 18% di quelle registrate, in costante crescita negli anni: nel 2007 erano infatti poco più del 13% e nel 2002 erano al 10,6%. La situazione è analoga, pur con valori complessivamente inferiori, se si considerano le società di capitali attive (fig.1). Queste sono risultate il 12,2% del totale nel 2012, rispetto all 8,1% nel 2007 e addirittura al 5,8% nel Nel quinquennio 2007/2012, le società di capitali registrate sono aumentate dunque in maniera consistente, ad un tasso composto annuo di quasi il 4%. Nell ultimo anno, sono aumentate del 4,4%. Le società di capitali attive sono cresciute addirittura di quasi l 8% all anno nell ultimo quinquennio e del 5% nel solo ultimo anno. Anche il numero dei consorzi e delle cooperative è incrementato in maniera molto rilevante; una crescita che deve però tenere conto del modesto numero assoluto di partenza. È importante sottolineare che le imprese individuali hanno avuto un andamento opposto, con una diminuzione delle registrate del 3,6% all anno tra il 2007 e il 2012; nello stesso periodo, anche le società di persone sono diminuite (di quasi il 2% all anno). In questi ultimi anni, il tessuto produttivo messinese si è dunque consolidato, almeno sotto il profilo della struttura societaria delle imprese. È aumentato il peso delle società di capitali e delle forme aggregate (consorzi e cooperative). 5

10 90 fig.1: andamento della distribuzione del numero di imprese attive per forma giuridica società di capitali società di persone imprese individuali altre forme Fonte: InfoCamere Un progresso consistente che conferma il buon posizionamento dell imprenditoria messinese nel contesto regionale, ma ancora non sufficiente in una prospettiva geografica macro regionale o nazionale. Infatti, se l incidenza delle società di capitali e delle altre forme è nella provincia stabilmente superiore (ma non di molto) rispetto alla media siciliana, rimane inferiore alla media delle regioni meridionali e molto lontana da quella nazionale (in Italia, le società di capitali registrate sono nel 2012, il 23,2% e le attive il 18,4%, cioè circa il 50% in più di quanto sia nella provincia di Messina). Per converso, nella provincia di Messina le imprese individuali sono ancora oltre il 73% del totale, rispetto al 62% a livello nazionale e a valori addirittura di poco superiori al 50% in diverse aree del Paese. La distribuzione delle imprese per comparto produttivo 2 In termini di numerosità delle imprese attive, il tessuto produttivo della provincia di Messina è caratterizzato da una netta prevalenza numerica delle imprese del commercio (oltre il 34% del totale). Relativamente alta anche la consistenza numerica del comparto costruzioni (15,7% del totale) e agricoltura (13,3% del totale) (fig.2). Rispetto ai valori regionali, le imprese agricole sono relativamente molto meno diffuse, mentre è leggermente maggiore l incidenza del manifatturiero e dell edilizia. 2 I dati relativi alla distribuzione delle imprese per comparto produttivo sono riferiti all insieme delle sole imprese classificate, costituito dalle imprese di cui è definito in modo chiaro il settore di appartenenza. Questo insieme non coincide con l universo né delle imprese registrate, né delle attive 6

11 È piuttosto significativo il dato relativo al turismo : nella provincia di Messina, assorbe oltre il 7% delle aziende, mentre a livello regionale il 5,5% e su scala nazionale non supera il 6,8%. Del resto, tra il 2011 e il 2012, le imprese in questo comparto sono aumentate del 3,6%, segnando il maggior incremento tra tutti i settori. Fig.2: Distribuzione delle imprese per comparto su totale provincia 4% 2% 8% 7% 7% 13% 9% 16% agricoltura manifatturiero costruzioni commercio turismo 34% trasporti e spedizioni assicurazione e credito servizi alle imprese altri settori Fonte: InfoCamere Per quanto riguarda gli altri comparti, è diminuito di oltre il 5% il numero di imprese agricole; è rimasto abbastanza stabile il numero di quelle nel manifatturiero, edilizia e commercio ; abbastanza significativo (+2,7%) l incremento delle aziende di servizi alle imprese. 1.2 Le nuove società a responsabilità limitata Al 30 aprile 2013, Messina risulta la provincia siciliana con la più alta percentuale di srl (17%) costituite con un Euro di capitale sociale sul totale di nuove srl (a capitale ridotto e semplificate). La diffusione di questa innovativa tipologia di società di capitali è largamente superiore a quella media non solo della Sicilia, ma anche dell insieme delle regioni meridionali; è, invece, in linea con la media italiana. 7

12 Il capitale medio delle nuove società a responsabilità limitata (a capitale ridotto o semplificate) è di poco più di Un valore inferiore a quello di tutte le altre province siciliane (ad eccezione di Ragusa e Siracusa) e particolarmente lontano dai valori intorno a di Palermo, Catania e Trapani. 1.3 Il tasso di sopravvivenza delle imprese Il tasso di sopravvivenza delle imprese nella provincia di Messina risulta piuttosto basso: solo due terzi circa delle imprese iscritte nel 2009 è risultata ancora attiva nel 2012 e solo meno del 72% di quelle iscritte nel 2011 era ancora attiva l anno successivo. Le imprese con maggiore tasso di sopravvivenza sono quelle individuali. In questo insieme, tra le iscritte nel 2009, oltre il 73% era ancora attivo nel 2012, mentre, tra le imprese di capitali questa percentuale scende addirittura intorno al 54%. Tra le iscritte nel 2011, il risultato migliore è registrato ancora dalle imprese individuali con oltre il 77% ancora in attività nel 2012; per le società di capitali il tasso di sopravvivenza ad un anno è stato di poco al di sopra del 53%. Va sottolineato che i tassi di sopravvivenza delle sole imprese classificate (di cui è possibile una precisa collocazione settoriale) risultano nettamente migliori di quelli osservati per l intero universo. Tra le iscritte nel 2009, oltre il 76% era ancora attivo nel 2012; tra le iscritte nel 2011, è risultato attivo dopo un anno quasi il 93%. Tra le imprese classificate 3, l Agricoltura si rivela il comparto dove le imprese hanno il maggior tasso di sopravvivenza: tra le iscritte nel 2009, oltre l 84% era in attività nel 2012; addirittura oltre il 96% delle imprese agricole iscritte nel 2011 erano attive l anno successivo. 1.4 Le unità locali A fine 2012, nella provincia di Messina, risultano unità locali di imprese attive. Di queste, circa il 74% fa riferimento ad imprese messinesi. Le unità locali di imprese siciliane non messinesi sono poco meno del 10%; meno del 2% quelle di imprese meridionali. Interessante osservare che è relativamente più consistente l aggregato di unità locali di imprese delle regioni Centro settentrionali, arrivando al 14% del totale. Si tratta di un insieme di oltre strutture operative attratte nel territorio messinese. 3 I dati relativi al tasso di sopravvivenza nei vari comparti non sono coerenti con quelli che descrivono lo stesso fenomeno sull intero universo delle imprese iscritte, poiché si riferiscono all insieme delle sole imprese che risultano classificate in un certo settore produttivo. In particolare, il tasso di sopravvivenza delle sole imprese classificate risulta complessivamente nettamente superiore a quello dell intero universo. 8

13 Rispetto al 2011, queste ultime sono aumentate del 3,5%. Ancora superiori (intorno al 6%) gli incrementi delle unità locali di imprese del Sud e delle altre province siciliane. Come in ogni altra provincia, gran parte delle unità locali localizzate a Messina fanno riferimento ad imprese del commercio (nel caso specifico, sono il 45% del totale delle classificate ). Piuttosto consistente è anche la presenza di unità locali nel turismo (quasi il 12% del totale, con una crescita del loro numero rispetto al 2012 di oltre il 16%). Le imprese attive di Messina controllano unità locali; quindi una unità locale ogni 6,6 imprese attive. Quasi l 84% delle unità locali di imprese messinesi sono collocate nella stessa provincia e quasi il 91% in Sicilia. La proiezione esterna delle aziende messinesi risulta, dunque, molto modesta, almeno in termini di localizzazione delle unità locali. Gran parte delle unità locali operanti al di fuori della Sicilia sono comunque nelle regioni del Centro e del Nord. Anche nel caso delle unità locali di imprese messinesi, il Commercio è il comparto nettamente prevalente, in particolare per quanto riguarda le unità locali localizzate nella stessa provincia. Sono relativamente consistenti anche gli insiemi di unità locali di imprese messinesi nel Turismo e nel Manifatturiero. 1.5 L imprenditoria femminile, giovanile e di origine estera Nel 2012, nella provincia di Messina, le imprese attive guidate da donne 4 sono risultate pari a oltre il 25%, valore analogo a quello medio della Sicilia (25,9%) e dell Italia (24,3%); invece, di poco inferiore a quello del Sud (26,5%). L imprenditoria femminile è particolarmente diffusa nell ambito delle società di persone (quasi il 27% del totale di questa categoria), mentre nelle società di capitali scende al 19% circa. Tuttavia, il 77% delle imprese femminili è costituita nella forma di imprese individuali. Questa percentuale è comunque inferiore all 81% delle imprese giovanili e al 92% di quelle straniere imprese individuali (fig.3). 4 Si intende impresa femminile un impresa in cui la partecipazione di genere risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e di cariche attribuite 9

14 fig.3: Distribuzione imprese per forma societaria società di capitali società di persone imprese individuali altre forme 4% 3% 1% 77% 81% 92% 11% 7% 9% 9% 2% 4% imprese femminili imprese giovanili imprese straniere Fonte: InfoCamere Gran parte delle imprese femminili si distribuiscono nel commercio e (in misura minore) nel turismo e in agricoltura. Del resto circa un terzo delle imprese del Turismo sono femminili ; negli altri due comparti citati esse arrivano a poco meno del 30% Le imprese attive guidate da giovani 5, sono quasi il 15% del totale; una diffusione perfettamente nella media regionale, poco superiore a quella meridionale (14,2%) e nettamente maggiore a quella media italiana che arriva all 11,5%. L 81% delle imprese giovanili sono nella forma di imprese individuali e solo il 9% circa sono società di capitali. A livello di settore, circa metà delle imprese giovanili sono distribuite nel commercio e nelle costruzioni, dove rappresentano circa il 15% del totale di questi comparti. In proporzione la loro presenza è maggiore nel turismo arrivando a quasi il 18% del totale del comparto. 5 Si intende impresa giovanile, un impresa in cui la partecipazione di persone di età inferiore ai 35 anni è complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e cariche attribuite 10

15 Le imprese attive straniere 6 sono il 6,4% del totale provinciale; un valore superiore a quello medio della Sicilia (5,8%) e del Sud (5,7%), ma inferiore a quello medio italiano (8,4%). Il 92% delle imprese straniere operano nella forma di impresa individuale, e per circa il 69%% nel Commercio, rappresentando ben il 13% del totale delle aziende di questo comparto. La presenza in tutti gli altri comparti risulta molto inferiori, con nuclei di imprenditori stranieri relativamente più consistenti nelle costruzioni e nei servizi alle imprese. fig.4: Distribuzione delle imprese per comparto commercio agricoltura costruzioni turismo altro 30% 30% 9% 9% 5% 16% 16% 10% 16% 4% 8% 3% 70% 40% 36% imprese femminili imprese giovanili imprese straniere Fonte: InfoCamere 1.6 Gli addetti Sul campione di imprese attive della provincia di Messina di cui è disponibile il dato relativo agli addetti totali 7 (pari a quasi il 75% del totale imprese attive), si registrano nel 6 Si intende impresa straniera un impresa in cui la partecipazione di persone non cittadine italiane risulta complessivamente superiore al 50%, mediando la composizione di quote di partecipazione e cariche attribuite 7 I dati relativi agli addetti sono di fonte INPS e sono rilevati al 30 settembre Essi rilevano gli addetti delle imprese registrate attive nel territorio di riferimento, non gli addetti effettivamente impiegati al suo interno. Rappresentano, quindi, solo una proxi dell occupazione nel territorio, descrivendo più precisamente l occupazione assorbita dalle aziende di tale territorio a prescindere dal luogo in cui è impiegata- 11

16 addetti, di cui poco più del 69% rappresentato da dipendenti e il 31% da indipendenti. Rispetto al 2011, Il numero totale degli addetti è sostanzialmente stabile: alla contrazione dei dipendenti dell 1,3%, corrisponde infatti un incremento degli indipendenti del 2%. Le società di capitali che nel campione considerato rappresentano il 10,5% delle imprese, assorbono il 29% degli occupati e il 41% circa dei dipendenti. Valori che evidenziano l importanza di questo tipo di società sul piano occupazionale, ma che risultano piuttosto modesti anche a confronto con quelli medi nazionali. Per altro, in questo tipo di società, oltre il 96% degli addetti è dipendente. Gli indipendenti sono invece circa il 63% del totale nelle imprese individuali, e il 47% nelle società di persone. La dimensione media delle imprese del campione è di circa 3 addetti ( dipendenti più indipendenti ). Quella delle sole società di capitale è invece di 8,4 addetti. Le imprese individuali hanno un valore medio di 1,8 unità. A livello di comparti produttivi si osservano rilevanti le differenze dimensionali: il manifatturiero, il turismo e i trasporti e spedizioni hanno una dimensione media di circa 4 addetti; le costruzioni, inferiore a 3; il commercio intorno a 2. Rispetto al terzo trimestre 2011, nello stesso trimestre 2012, si osserva una riduzione di ben l 8% degli addetti nel manifatturiero ; significativa la contrazione nelle costruzioni di oltre il 5%; in forte aumento, invece, l occupazione nel turismo (+9,1%) e nei trasporti e spedizioni (quasi 5%). 1.7 L innovazione L innovazione è un ambito di grave debolezza del sistema produttivo messinese; causa tra le principali ma anche effetto dei suoi limiti strutturali; con poche eccezioni, è per altro un limite comune a tutta l economia siciliana. Per quanto riguarda il personale addetto alla R&S e la spesa in tale attività, si considera il dato regionale, non essendo disponibili i dati a livello provinciale. In Sicilia, gli addetti alle attività di R&S sono stimati 8 nel 2010 (ultimo dato disponibile) in circa persone, pari al 3,7% del totale nazionale. Solo il 21% circa di questi opera all interno delle imprese, e la parte rimanente è impegnata in istituzioni pubbliche o organismi di ricerca pubblici e/o privati. È dunque molto modesto, anche in valore assoluto, l insieme di coloro che si occupa 8 Le unità di persone sono espresse in equivalenti tempo pieno e comprendono l impegno di coloro che operano in posizione di consulenti 12

17 di innovazione direttamente all interno delle imprese; utile a riguardo ricordare che in molte regioni il personale addetto alla R&S nelle imprese è oltre il 50% del totale e il dato medio italiano è esattamente il 50%. Gli addetti alla ricerca e sviluppo sono molto pochi anche in rapporto alla popolazione complessiva: solo 1,6 per 1000 abitante, rispetto ad una media italiana (comunque molto bassa rispetto agli standard dei principali Paesi europei) di 3,7. Un dato che colloca la Sicilia anche al penultimo posto tra le regioni meridionali. Alla modesta quantità di persone che si occupano di innovazione corrisponde un livello altrettanto basso degli investimenti effettuati in R&S. Sempre con riferimento al 2010, la spesa intra muros in attività di R&S è stata in Sicilia poco più di 691 milioni, pari al 3,5% del totale italiano e al 22% del totale delle regioni del Sud. Anche per quanto riguarda gli investimenti, l impegno diretto del sistema delle imprese risulta, però, piuttosto modesto, arrivando al 28% del totale regionale (mentre a livello nazionale, la spesa delle imprese è pari al 54% del totale). Anche in questo caso, il valore degli investimenti in R&S risulta particolarmente basso se considerato rispetto alla dimensione dell economia siciliana. È pari a 0,8 il rapporto tra il valore di tali investimenti e il PIL regionale, mentre a livello nazionale è 1,3 e per le regioni del Sud è 0,9. Maggiormente allineato alla media nazionale risulta l impegno delle imprese siciliane in investimenti per il miglioramento dell impatto ambientale. Nel periodo , sono risultate oltre le aziende che hanno dichiarato un impegno in tal senso; si tratta del 22,6% del totale delle imprese attive in Sicilia, percentuale vicina al 23,6% del totale delle imprese italiane che ha realizzato investimenti green. In questo ambito, le imprese della provincia di Messina non risultano, però, tra le più avanzate nella regione. Infatti sono meno del 22% quelle che hanno investito o programmato di investire in tecnologie green ; valore che colloca Messina al penultimo posto tra le province siciliane. Ancora più modesta è la dimensione degli output della ricerca e sviluppo. Le domande di brevetti presentate dalla Sicilia alle autorità europee e nazionali sono state negli ultimi anni mediamente intorno a venti. Per quanto riguarda, Messina, con l eccezione del 2009 quando sono arrivate a nove, sono sempre rimaste al di sotto di cinque. Nel contesto di valori assoluti molto modesti, Messina risulta al terzo posto, ma a notevole distanza da Catania che registra i valori relativamente più elevati. 13

18 Messina è, invece, al primo posto tra le province Siciliane per quanto riguarda le domande di marchi comunitari; anche in questo ambito, si tratta comunque di numeri davvero contenuti: 13 domande nel 2011 e una media annua negli ultimi cinque anni di 19 domande. Numeri simili si registrano per le altre opere dell ingegno. Alla fine di maggio del 2013 sono solo 4 le start up innovative avviate nella provincia di Messina; un valore modestissimo in assoluto e rispetto ai valori medi nazionali, anche se il secondo nell ambito delle province siciliane 14

19 2. I RISULTATI ECONOMICI In questo paragrafo sono evidenziati i risultati economici dell aggregato delle imprese di capitali attive nella provincia di Messina, registrati nel periodo I dati presentati derivano dalla aggregazione dei risultati di bilancio di aziende nel 2011 (pari al 96,5% dell universo delle società di capitali attive messinesi); nel 2010 e nel È quindi probabile che i valori assoluti del 2011 risultino in una certa misura sottostimati rispetto a quelli degli anni precedenti. 2.1 L andamento dei risultati economici nel periodo Nel 2011, il valore della produzione aggregato delle imprese di capitali attive nella provincia di Messina è stato pari a quasi 6,4 miliardi, in leggera diminuzione rispetto all anno precedente e comunque al di sopra del risultato del Nel 2011, anche il valore aggiunto subisce una leggera contrazione rispetto al risultato dell anno precedente e si colloca sui livelli del Sempre nell ultimo anno del periodo considerato, il valore aggiunto arriva a quasi il 20% del valore della produzione. L Ebit rimane sostanzialmente costante, confermandosi sui livelli raggiunti dopo la forte crescita avuta nel 2010 Il reddito ante imposte e netto mostra invece nel 2011 un forte deterioramento rispetto al risultato dell anno precedente. In particolare il primo scende da 111 milioni circa a poco più di 45 milioni (nel 2009 era attestato su 32 milioni). Il secondo è addirittura negativo, - 37,8 milioni (mentre nel 2010 era ampiamente positivo). I risultati dell insieme delle imprese co-presenti 9 nel periodo hanno un andamento simile: incremento nel 2011 del valore della produzione e del valore aggiunto che consolida la crescita abbastanza consistente già osservata nel 2010; allo stesso tempo, forte riduzione del risultato ante imposte e netto, quest ultimo che diventa anche pesantemente negativo. Le imprese messinesi realizzano poco meno del 12% del valore della produzione e del 27% del valore aggiunto della Sicilia. Il loro peso in termini di Ebit è invece pari al 9,5%, e meno del 6% per quanto riguarda l utile netto. 9 Le imprese co-presenti sono quelle di cui è disponibile il bilancio in tutti i tre anni del periodo considerato; nei tre anni, gli insiemi di imprese considerate sono costituiti dalle stesse aziende. 15

20 2.2 i valori medi e mediani dei risultati economici nel 2011 Il valore medio della produzione delle imprese della provincia di Messina si attesta nel 2011 su un valore di circa 1,2 milioni, in leggero aumento rispetto a quello dell anno precedente. Il valore mediano è ancora più contenuto ( circa), in aumento rispetto al I valori medi e mediani risultano, tuttavia, leggermente superiori se si considera l aggregato delle sole imprese classificate. Le imprese del manifatturiero hanno una dimensione media relativamente grande ( 3,8 milioni); al di sopra del valore medio anche quelle del commercio ( 2,5 milioni) e dei trasporti e spedizioni ( 2,1 milioni). In tutti gli altri comparti, le aziende sono molto piccole con valori medi della produzione spesso inferiori a e mediani inferiori anche a Le differenze a livello di comparto Considerando il sottoinsieme delle imprese classificate, si osserva (fig.5) che nel 2011, il commercio ha realizzato oltre il 38% del valore della produzione; rilevante anche l incidenza del manifatturiero con quasi il 30%. Quest ultimo comparto è nettamente al primo posto per quanto riguarda il valore aggiunto, con circa il 29% del totale, dieci punti percentuali in più di costruzioni e commercio che seguono al secondo e terzo posto. È significativo che le imprese manifatturiere producono questa notevole quota di valore della produzione e valore aggiunto pur pesando numericamente solo il 9%. fig.5: % valore della produzione su totale (2011) 2% 6% 5% 3% 1% 31% agricoltura manifatturiero costruzioni commercio 38% 14% turismo trasporti e spedizioni servizi alle imprese altri settori Fonte: InfoCamere 16

21 Rispetto all apporto al valore aggiunto (fig.6) è maggiore anche l apporto delle costruzioni, dei servizi alle imprese e di trasporto e spedizioni. Al contrario, è circa la metà il peso del commercio. fig.6: % valore aggiunto su totale (2011) 10% 8% 1% 29% agricoltura manifatturiero 10% costruzioni commercio 4% 19% 19% turismo trasporti e spedizioni servizi alle imprese altri settori Fonte: InFocamere L importanza del manifatturiero nella provincia di Messina è ulteriormente evidenziata dal fatto che esso è il primo comparto anche in termini di Ebit (quasi il 30% del totale), e di risultato economico. Le imprese del comparto costruzioni, pur realizzando una quota consistente del valore della produzione complessivo determinano, insieme con il turismo, gran parte delle perdite aggregate. 2.3 Consistenza e andamento delle imprese in utile e in perdita Con riferimento all insieme delle imprese co-presenti nel 2010 e nel 2011, nell ultimo anno, le imprese in utile sono risultate il 58% del totale, senza variazioni rilevanti nella loro incidenza sul totale rispetto al

22 Le imprese in utile hanno un valore della produzione medio di quasi 2 milioni; quelle in perdita di 0,53 milioni. Trova conferma la correlazione positiva tra dimensione aziendale e redditività. Per quanto riguarda le sole società di capitali in utile, si è osservato un loro aumento numerico tra il 2010 e il 2011 e un incremento addirittura superiore al 10% del valore della produzione aggregato (rispetto ad un incremento del 3% registrato dalle società di capitali in utile a livello nazionale). Il peso delle società in utile sul totale è relativamente più elevato nel manifatturiero e nel commercio. 2.4 I valori dei principali indici di bilancio Nel 2011, il ROI delle imprese messinesi arriva ad un modestissimo 1,6%, il ROS al 2,2% e il tasso di rotazione del capitale è stato pari al 74%. Il ROE è addirittura negativo a 1,4%. Anche l indice di indipendenza finanziaria è piuttosto basso al 29%. I valori degli indicatori non mostrano variazioni significative rispetto all anno precedente, ad eccezione del ROE che nel 2010 era positivo per quanto appena all 1%. I risultati dell insieme delle società in utile sono ovviamente migliori, ma comunque non particolarmente brillanti: il ROI arriva al 3,6%, il ROS al 4,2% il tasso di rotazione del capitale a quasi il 85%; il ROE si colloca al 6%. Il grado di indipendenza finanziario è di poco inferiore al 31%. In questo caso, i risultati del 2011 sono leggermente peggiori quelli del

23 3. L INTERNAZIONALIZZAZIONE 3.1 L andamento delle esportazioni Nel 2011, le esportazioni della provincia di Messina sono state in valore pari a 916 milioni; il dato provvisorio relativo al 2012 mostra un grande balzo in avanti di oltre il 41% a quasi 1,3 miliardi. Nel 2012, le esportazioni dalla provincia di Messina sono pari al 10% circa del totale regionale (in aumento rispetto all 8,5% dell anno precedente). Ma se si esclude la provincia di Siracusa che da sola realizza circa il 70% delle esportazioni regionali, Messina balza al primo posto con circa un terzo delle esportazioni totali. Le imprese messinesi mostrano già dal 2009 una crescente competitività internazionale, con un incremento stabilmente molto consistente delle esportazioni (tab.1). Nel 2011 e nel 2012, la crescita delle esportazioni è stata largamente superiore a quella media della Regione (per altro nettamene superiore a quella media nazionale) e complessivamente maggiore a quella di tutte le altre province. Tab.1: andamento delle esportazioni negli anni 2006/ / / / / def/ 2012 provv Trapani 0,1-4,8-14,1 21,4-0,8 13,6 Palermo -15,2 31,1-54,1 85,3-36,3-8,7 Messina 18,2-8,0-35,4 39,3 34,4 41,7 Agrigento -28,8-5,9-6,4 124,3 15,5-9,5 Caltanissetta 47,1-16,1-37,9 100,5 25,5-32,2 Enna 26,1 20,2-15,5 9,5-27,9 4,2 Catania -7,9-20,3-15,1 33,7 9,6 43,2 Ragusa 25,6 2,8-18,2 21,0-9,6-2,1 Siracusa 30,1 8,7-40,8 48,9 19,0 23,3 SICILIA 21,6 3,8-37,7 48,7 16,0 21,2 SUD E ISOLE 12,9 4,5-29,3 27,0 10,6 7,8 ITALIA 9,9 1,2-20,9 15,6 11,4 3,7 fonte:istat La notevole propensione dell economia messinese all export, almeno rispetto alle altre province siciliane trova conferma significativa nel peso del valore delle esportazioni rispetto 19

24 al valore aggiunto. Nel 2012, il rapporto tra esportazioni e valore aggiunto nella provincia di Messina è risultato superiore al 12%, in forte aumento rispetto al valore dell anno precedente. A parte il dato anomalo di Siracusa, si tratta al risultato di gran lunga maggiore tra tutte le province siciliane; utile ricordare che Palermo e Catania mostrano un risultato rispettivamente dell 1,1% e del 7,4%. La propensione all export messinese rimane comunque inferiore a quella media del Sud (14,4%) e lontana da quella media nazionale che si avvicina al 28%. 3.2 la distribuzione settoriale delle esportazioni Le esportazioni della provincia di Messina si concentrano per circa l 80% nella chimica, gomma e plastica (che comprende anche i prodotti petroliferi); in questo comparto, la provincia rappresenta il secondo grande polo regionale (ma a notevole distanza da Siracusa al primo posto). Alimentare e metalmeccanica/elettronica sono gli altri due comparti relativamente rilevanti con il 7% ciascuno del totale fig.7: Esportazioni per macrosettore % 2% 4% 7% 0% Agricoltura alimentare sistema moda chimica gomma plastica 80% metalmeccanica elettronica Fonte: Istat È rilevante osservare anche il peso delle esportazioni messinesi sul totale regionale nei vari comparti (tab.2). A riguardo, si osserva come quasi il 21% delle esportazioni alimentari siciliane sia realizzato dalle imprese messinesi; anche il peso di agricoltura, metalmeccanica 20

25 e elettronica risulta relativamente consistente con valori superiori al 10%. Lo stesso si può dire del sistema moda che però ha valori assoluti molto modesti. Tab.2: peso percentuale delle esportazioni nei singoli comparti rispetto al totale regionale Comparto Agricoltura Alimentare Sistema moda Legno/ carta Chimica, gomma, plastica Metalm.ca elettronica Altre industrie Export ME/ export Sicilia Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat 10,4 20,7 10,1 2,3 9,4 10,7 9,8 Per quanto riguarda le specifiche merci, quasi il 72% dell export messinese è generato da prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio. Tutti gli altri prodotti determinano un contributo estremamente più modesto; tra quelli relativamente più rilevanti: frutta e ortaggi lavorati e conservati (6% del totale); prodotti chimici (5,5% del totale); prodotti della siderurgia (3,5%), 3.3 la distribuzione delle esportazioni per livello di innovatività dei comparti La distinzione delle esportazioni in relazione al livello di innovatività dei settori coinvolti mostra Messina al secondo posto tra le province siciliane per valore delle esportazioni di prodotti specializzati ed high tech (tab.3). Va però precisato che Catania si colloca al primo posto con un valore che è quasi 11 volte superiore quello di Messina. Rispetto ai valori nazionali, le esportazioni high tech rimangono comunque piuttosto modeste. Tab.3 Suddivisione delle esportazioni per tipologia di comparto 2012 (valori in migliaia ) Agricoltura e materie prime Prodotti tradizionali e standard Prodotti specializzati e high-tech Totale Trapani , , , ,0 Palermo , , , ,0 Messina , , , ,0 Agrigento , , , ,0 Caltanissetta , , , ,0 Enna 274 2, , , ,0 Catania , , , ,0 Ragusa , , , ,0 Siracusa , , , ,0 SICILIA , , , ,0 SUD E ISOLE , , , ,0 ITALIA , , , ,0 Fonte: Istat 21

26 4. LE FILIERE 4.1 L economia del mare Insieme con Trapani e Palermo, Messina è uno dei tre poli dell economia del mare in Sicilia e tra i principali del Sud. Nella provincia, infatti, sono attive quasi imprese operanti nell aggregato denominato economia del mare 10, pari a poco meno dell 8% del totale regionale e a più del 5% del totale delle regioni meridionali. L aggregato più numeroso è quello relativo alle imprese di alloggio e ristorazione nei luoghi di mare; molto ampio anche quello delle aziende che si occupano di attività sportive e ricreative, e il comparto della movimentazione merci e passeggeri via mare. Rispetto alle altre principali province siciliane è, invece, relativamente minore il peso della filiera ittica. Il valore aggiunto prodotto dall economia del mare nella provincia di Messina è stimato ad oltre 708 milioni, secondo maggior valore dopo quello di Palermo ( 1,1 mld.). L importanza di questo aggregato produttivo è indicato anche dal fatto che rappresenta quasi il 7% del valore aggiunto totale di Messina (secondo valore dopo quello di Trapani pari all 8%), molto superiore al 5% medio regionale al 4,3% del complesso delle regioni del Sud e al 2,9% nazionale. Nell ambito dei singoli comparti in cui è articolata l economia del mare, Messina si colloca al primo posto per quanto riguarda servizi di alloggio e ristorazione, sopravanzando anche Palermo. Posizione rilevante anche nella movimentazione di merci e passeggeri via mare e nelle attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale. Anche in termini di occupazione, l economia del mare messinese è al secondo posto dopo quella di Palermo. Sono quasi gli occupati totali (Palermo ne conta oltre , Catania e Trapani - le altre due province leader - sono al di sotto dei ). L economia del mare assorbe a Messina il 9,3% degli occupati, rispetto ad una media della Sicilia del 7,4% del Sud del 5,4% e nazionale del 3,2%. 4.2 L agricoltura 10 Nell economia del mare sono fatte rientrare i seguenti comparti produttivi: filiera ittica ; industria delle estrazioni marine ; filiera della cantieristica, movimentazioni merci e passeggeri via mare, alloggio e ristorazione nei luoghi di mare ricerca, regolamentazione e tutela, attività sportive e ricreative legate al mare, altre attività marine non classificabili. 22

27 La superfice agricola totale nella provincia di Messina ammonta ad oltre ettari, di cui l 83,3% è superfice agricola utilizzata (SAU). Rispetto al totale regionale, la superfice agricola totale messinese è pari a quasi il 12%; la SAU arriva a poco meno dell 11%. Messina risulta la quarta provincia per estensione di superfici agricole dopo Palermo, Enna e Catania. Rispetto al 2010, (quando la produzione agricola messinese ammontava a 310 milioni) si è avuta una crescita di appena l 1,6%, molto inferiore a quella media siciliana (3,6%) e davvero lontana alla crescita media nazionale pari a circa il 7%. Del resto, è evidente come la produttività dell aggregato delle superfici agricole messinesi sia piuttosto basso, attestandosi su un valore di poco inferiore a all ettaro di SUA, inferiore a quello medio della Sicilia (di circa 2.900, mentre a livello nazionale è di oltre 3.800) 11 Messina è la prima provincia siciliana per presenza di aziende agrituristiche, contandone poco meno del 20% del totale. Questo dato deve però considerare che in Sicilia, gli agriturismi non arrivano al 3% del totale nazionale e a circa il 14% del totale del Sud. Su scala nazionale, l offerta di agriturismo nel messinese rimane, dunque, limitata. 4.3 Il sistema produttivo della cultura Le imprese messinesi registrate nel macro comparto della cultura 12 sono poco più di 4.100, pari a circa il 15% del totale regionale. In termini numerici, si tratta del terzo maggiore aggregato dopo quello di Palermo e Catania (che hanno circa il 24% del totale regionale). L importanza delle imprese della cultura nel sistema produttivo messinese è relativamente alta, rappresentando quasi il 7% del numero totale di aziende registrate nella provincia; valore simile a quello di Palermo e decisamente maggiore di quello osservato in tutte le altre province siciliane, nella media delle regioni meridionali e quasi in linea con quello medio nazionale. Architettura e artigianato di qualità sono i due aggregati con il maggior numero di imprese; numericamente rilevanti, anche se su valori complessivamente molto minori libri e stampa e rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere. 11 Va precisato che il valore di produttività determinato dal rapporto tra valore della produzione a prezzi base per mq di SUA è ottenuto confrontando valori eterogenei dal punto di vista temporale. Il primo è infatti riferito al 2011, mentre il secondo al 2010 (non essendo disponibile un dato più aggiornato). 12 Sono inseriti nel comparto della cultura i seguenti settori: industrie creative (architettura, comunicazione e branding, design, produzione di stile, artigianato di qualità); le industrie culturali (audiovisivo, videogiochi, musica, libri e stampa); il patrimonio storico e artistico le rappresentazioni artistiche, di divertimento, convegni e fiere). 23

28 Anche nel sistema produttivo legato alla cultura, Messina si trova tra le prime province della regione in termini di generazione di valore aggiunto, che è stimato pari a 354 milioni; un risultato piuttosto lontano da quelli di Palermo ( 670 milioni) e Catania ( 578 milioni), ma decisamente superiore quello di tutte le altre province che rimane sempre al di sotto (e in alcuni casi, largamente al di sotto) dei 200 milioni. Il rilievo economico della cultura è comunque meno forte di quanto si osservi a livello nazionale e mediamente nelle altre regioni del Sud. L incidenza sul valore aggiunto totale di Messina è, infatti, del 3,4% (secondo valore più alto in Sicilia), mentre nel Sud è 3,8% e in Italia 5,4%. La situazione è simile per quanto concerne l occupazione. Sono poco meno di gli occupati nelle attività economiche legate alla cultura; anche in questo caso, il terzo aggregato più ampio della regione dopo quello di Palermo (quasi persone) e Catania (poco più di ). L incidenza sul totale dell occupazione provinciale è del 4,1%, leggermente superiore alla media regionale, ma inferiore al 5,6% osservato a livello nazionale. 4.4 il turismo La provincia di Messina è la principale area di attrattività turistica della Sicilia. Nel 2011, le presenze sono state circa 3,6 milioni, pari al 25% del totale regionale; Palermo che segue al secondo posto pesa per circa il 21%. Rispetto allo scorso anno, le presenze sono aumentate di circa il 4%. In termini di arrivi, Messina è invece al secondo posto (dopo Palermo) con il 21% del totale regionale. Il numero proporzionalmente minore degli arrivi implica che la permanenza media dei turisti a Messina sia particolarmente alta. Sempre con riferimento al 2011, essa è risultata pari a 3,97 notti, contro una media regionale di 3,3 e italiana di 3,7. L attrattività di Messina è ancora più forte per il turismo internazionale, considerato che un terzo delle presenze straniere della Sicilia si dirige appunto in questa provincia. Rilevante notare che la permanenza media dei turisti esteri è ancora più alta, arrivando ad una media di 4,2 notti. L 86% delle presenze turistiche trova ospitalità negli esercizi alberghieri, mentre la media regionale è dell 83% e nazionale addirittura solo del 67%. 24

29 5 POSSIBILI TRAIETTORIE DI SVILUPPO SOSTENIBILE DEL SISTEMA PRODUTTIVO MESSINESE 5.1 La situazione attuale Lo scenario nazionale L economia italiana è nel pieno di un circuito involutivo che sta determinando un arretramento strutturale di molte sue componenti, con effetti sempre più pesanti anche sul sistema sociale. Una crisi che in questo biennio si è acuita in modo particolare ma che affonda le sue radici negli ultimi anni dello scorso secolo, quando i valori di molte delle grandezze macroeconomiche hanno iniziato a divergere negativamente rispetto a quelli dei principali Paesi UE. Molteplici studi e analisi convergono nel ritenere la bassa produttività la determinante primaria dell involuzione del nostro sistema produttivo. In particolare, il fatto che da ormai quindici anni, essa cresce a tassi modestissimi e nettamente inferiori a quelli di tutti gli altri Paesi avanzati. La decelerazione della produttività ha comportato la progressiva diminuzione della remunerazione del capitale investito e invece l aumento del costo del lavoro per unità di prodotto; ne è derivata la progressiva perdita di competitività, particolarmente forte in gran parte delle attività manifatturiere, e il rallentamento del processo di accumulazione di capitale. Queste dinamiche hanno avuto un intensità molto diversa nelle diverse regioni del Paese, e molto maggiore in quelle meridionali che hanno così accumulato un ritardo estremamente ampio non solo rispetto al resto dell Italia, ma anche e ancor di più relativamente a gran parte delle regioni UE. I fattori di svantaggio competitivo hanno prodotto una forte selezione del tessuto produttivo del nostro Paese; di conseguenza, già nei primi anni dello scorso decennio, si è avuto un notevole ridimensionamento di molte aree industriali, comprese alcune tra quelle di natura distrettuale in precedenza molto dinamiche. Questa selezione, tuttavia, ha anche fatto emergere un tessuto di imprese che sono riuscite a migliorare il valore delle loro produzioni attraverso un buon mix di innovazione, marketing e riduzione dei costi. Aziende che hanno progressivamente ampliato la dimensione del proprio business, accompagnandola con gli opportuni miglioramenti organizzativi e raggiungendo una crescente presenza nei mercati internazionali. Si è trattato soprattutto dell insieme delle medie aziende, operanti per lo più nelle produzioni di tradizionale specializzazione dell industria italiana, che si sono progressivamente posizionate sui segmenti medio alti o alti dei mercati e preferibilmente nelle nicchie di estensione internazionale. 25

30 Anche questo fenomeno è risultato piuttosto eterogeneo da un punto di vista territoriale, riguardando decisamente meno le regioni meridionali, dove, del resto, è molto minore (in alcune aree, quasi assente), la presenza di imprese di medie dimensioni e dove, comunque, la dimensione media delle aziende è estremamente più contenuta rispetto a quella osservata nel resto del Paese. A riguardo, le elaborazioni Infocamere dei dati del registro imprese mostrano come i valori medi di fatturato, valore aggiunto, ma anche ebit e utile delle imprese di capitali registrate nelle regioni del Sud siano generalmente pari al 10-20% quelli delle imprese registrate nelle principali regioni produttive del Paese. In uno scenario di generale arretramento del Paese, il Sud rimane ancora più indietro; rischia di allontanarsi da quella dimensione minima del valore dei mercati e delle attività produttive al di sotto della quale ogni processo evolutivo si interrompe e il distacco dalle altre aree geografiche diviene di fatto incolmabile. La gravità del problema è testimoniata dai dati relativi alle due principali determinanti la competitività dei sistemi produttivi: innovazione e apertura internazionale. Relativamente al primo aspetto, si consideri che nel periodo solo il 4% delle domande di brevetto europeo pubblicate sono state presentate da imprese meridionali 13. Sul piano dell internazionalizzazione, nel 2012, le regioni del Mezzogiorno hanno realizzato meno del 12% del totale delle esportazioni italiane, valore che scenderebbe a meno del 9% se non si considerasse il 3,3% proprio della Sicilia in gran parte determinato dal fatto che la regione è il principale nodo di interscambio di prodotti petroliferi. Il sistema produttivo messinese: importante in Sicilia, ma con numerosi ambiti di debolezza In questo scenario nazionale, Messina risulta la terza economia della Sicilia, piuttosto distaccata dalle prime due, ma anche da tutte le altre province che seguono. Il valore aggiunto totale a prezzi correnti è stato nel 2011 (ultimo dato disponibile) pari a 10,7 miliardi circa, rispetto ai 20 e 16,3 rispettivamente di Palermo e Catania e ai 6,2 di Trapani che si colloca al quarto posto. I consumi finali interni nel 2011 (ultimo dato disponibile) sono stati pari a 9,6 miliardi con Palermo a 16,7 e Catania a 13,2 e Trapani (anche in questo caso al quarto posto) a 5,5 miliardi. I valori del reddito disponibile e del patrimonio delle famiglie collocano Messina nuovamente al terzo posto, con proporzioni simili a quelli relativi ai consumi Anche in termini di numerosità delle imprese, Messina è al terzo posto con il 13% del totale delle aziende registrate in Sicilia, (Catania, Palermo e Trapani hanno rispettivamente il 22%, il 21% e il 10%). Stessa situazione per quanto riguarda il valore assoluto della forza lavoro e degli occupati. 13 Cfr. Unincamere (2013) Rapporto Unioncamere Pag

31 La posizione di Messina è addirittura migliore se si considerano alcuni valori pro- capite; ad esempio, in termini di valore aggiunto pro capite Messina è al primo posto con un valore di , sopravanzando non di molto Palermo e in misura più consistente Catania. Rispetto al reddito disponibile delle famiglie, è invece al secondo posto, leggermente indietro Palermo ma con un valore quasi il 10% superiore quello di Catania. Anche per quanto riguarda la dotazione infrastrutturale, Messina è al secondo posto, relativamente sia a quelle economiche (con Catania al terzo), che a quelle sociali (con Palermo al terzo). Sul fronte delle esportazioni, Messina si colloca saldamente avanti Palermo e Catania; migliori di quelli di queste province sono anche i dati relativi al tasso di occupazione e di attività. Risultati più brillanti si osservano, infine, per quanto riguarda la percentuale di laureati (10,2%, valore più alto tra le province siciliane). A livello nazionale, però Messina rimane molto indietro. Tra le province italiane, è all ottantottesimo posto per valore aggiunto pro capite (dato 2011); posto pari a 100 il numero indice Italia, Messina ha un valore inferiore a 70. Il numero di imprese registrate è fermo da un paio di anni su valori leggermente inferiori alle unità, circa il 10% in meno dei valori raggiunti nella seconda metà dello scorso decennio Le imprese di capitali hanno una consistenza economica molto inferiore a quella media nazionale. Il valore della produzione e il valore aggiunto delle imprese di capitali messinesi sono pari a meno del 27% quelli medi italiani e all 1,2% quelli della provincia di Milano; la distanza è ancora maggiore se si considera il reddito operativo netto e quello ante imposte. La dimensione media delle imprese è, in termini di valore della produzione, poco più della metà di quella osservata a livello nazionale; del resto, il peso delle società di persone è nettamente superiore anche a quello osservato nel Sud nel suo insieme, nonostante l irrobustirsi del nucleo delle società di capitali, dei consorzi e delle cooperative. Ad eccezione del manifatturiero, trasporti e spedizioni e commercio, in tutti gli altri comparti la dimensione media delle imprese è davvero modesta, con valori inferiori al milione o anche al mezzo milione di Euro. I valori mediani sono ancora più bassi, scendendo in agricoltura e servizi alle imprese al di sotto di Sono dimensioni a cui l azienda ha intrinsecamente una modestissima capacità di accumulazione di capitale e quindi di crescita, anche considerato il durissimo regime fiscale cui è attualmente sottoposta. A conferma di ciò, gli indicatori di bilancio registrano sia nel 2010 che nel 2011 valori modestissimi e nel caso del ROE 2011 anche negativi. Anche se si considerano le sole società in utile, il rendimento operativo del capitale investito rimane ben al di sotto del 4%. 27

32 La persistente piccolissima dimensione di gran parte delle imprese in termini di fatturato, valore aggiunto e reddito determina il fatto che il sistema produttivo riesce a creare una ricchezza molto modesta; di conseguenza, non si sviluppa un mercato interno di consistenza sufficiente a stimolare l espansione delle imprese e il raggiungimento di adeguati livelli di efficienza. Di qui, l estrema difficoltà a trovare opportunità competitive in altri contesti e, quindi, la mancanza di opportunità di sviluppo. Questa situazione non è nuova, anzi dura da molto tempo; potrebbe quindi sembrare in qualche modo in equilibrio. Le dinamiche economiche in atto a livello nazionale e internazionale la rendono invece molto più instabile di quanto possa essere stato in passato poiché tendono ad enfatizzare le differenze e ad accrescere i divari tra le aree virtuose e quelle che non lo sono. Il tessuto produttivo messinese corre il rischio di trovarsi in una posizione così marginale in termini di competitività e di risorse materiali e immateriali disponibile da rendere sostanzialmente impossibile il riattivarsi di un circuito di ripresa. Anche se si stanno riducendo fortemente, le opportunità di ripresa ci sono ancora: Messina rimane il terzo sistema economico della Sicilia, e in alcuni ambiti sopravanza anche i due che la precedono. La provincia è al primo posto per attrattività turistica misurata in termini di numero di presenze, con una primato ancora più marcato se si considera la domanda estera. Del resto sono in notevole aumento le imprese operanti nel turismo. Messina È al secondo posto per valore delle esportazioni e propensione all esportazioni. La presenza internazionale risulta anche in costante e rilevante espansione, pur rimanendo fortemente concentrata nel solo comparto della chimica, plastica e gomma. Dall inizio di questo secolo, il numero delle società di capitali (in realtà quasi esclusivamente nella forma di società a responsabilità limitata) è progressivamente aumentato; anche per il saldo negativo tra nuove iscrizioni e cessazioni delle imprese individuali, il peso percentuale delle forme societarie più avanzate nel tessuto produttivo messinese è, dunque, significativamente maggiore che in passato. I valori medi nazionali e delle regioni più forti sono ancora lontani, ma non si deve sottovalutare l importanza di un processo positivo che prosegue ininterrotto ormai da oltre quindici anni. Infine, va considerato che le imprese manifatturiere, pur essendo numericamente il 9% del totale realizzano circa il 30% del valore della produzione e del valore aggiunto di tutto il sistema produttivo messinese. 28

33 5.2 I principi su cui poggiare un inversione di tendenza Per invertire un processo involutivo così pronunciato come quello che i numeri ci dimostrano essere in atto, occorre un complesso di azioni basate su una visione chiara e su un metodo di lavoro diverso da quelli adottati in passato. È necessario innanzi tutto delineare con chiarezza il modello di sviluppo sostenibile che il territorio messinese e le sue Comunità intendono perseguire. Sostenibile significa che, indipendentemente dalle modalità attraverso cui è attuato, tale sviluppo deve essere inclusivo, quindi beneficiare in maniera complessivamente equilibrata tutte le persone e gli organismi appartenenti alla Comunità messinese. Allo stesso tempo, deve essere responsabile sul piano degli effetti sull ambiente. Senza voler qui avanzare ipotesi su quale possa essere un valido modello di sviluppo sostenibile per Messina, si sottolinea la necessità che le Autorità attivino al più presto un processo che porti alla sua elaborazione, condivisione e attuazione efficace. Una causa fondamentale degli insoddisfacenti risultati raggiunti fino ad ora dalle varie misure attuate per rilanciare l economia messinese è la non adeguatezza del metodo utilizzato; a monte di qualsiasi orientamento di policy per il rilancio economico della provincia di Messina deve, quindi, esserci l adozione di un modo nuovo di concepire e implementare tali politiche. Un nuovo metodo basato su: organicità, integrazione e orientamento al lungo termine La prima innovazione metodologica riguarda l organicità delle azioni poste in essere. È facilmente verificabile in molteplici esperienze (e dimostrato anche dall analisi economica) che misure anche utili in sé stesse perdono gran parte della loro efficacia potenziale quando rimangono interventi isolati, attuati senza un preciso quadro di riferimento e quindi prive di interdipendenze con altre azioni ad esse precedenti, contemporanee o successive. Può certamente rimanere opportuno prevedere delle misure estemporanee per gestire problematiche specifiche o di particolare urgenza; tuttavia, il complesso delle politiche deve risultare integrato, per altro, non solo nell ambito economico, ma anche con le disposizioni relative ad esempio agli assetti urbanistico territoriali, e alle questioni sociali. Le politiche per lo sviluppo produttivo della provincia di Messina devono essere pensate anche in relazione a quelle di livello regionale. Come noto, gran parte delle questioni economiche sono di competenza appunto regionale; l istituzione Regione è (o dovrebbe essere) il regista di una strategia organica di crescita competitiva che poi trova la migliore implementazione attraverso le misure prese a livello locale; allo stesso tempo, è il filtro per l attuazione sul territorio delle politiche nazionali e comunitarie. Nonostante i notissimi, ampi problemi mostrati nella pratica da questo meccanismo, non si vede come le politiche di rilancio provinciale possano non essere inserite nel quadro delineato dalle strategie 29

34 regionali, anche qualora questo risulti poco definito o appaia addirittura limitatamente efficace. Tale questione assume particolare rilievo in questo biennio 2013 e 2014 in cui le regioni italiane devono predisporre il prossimo ciclo di programmazione , raccordandosi (più e meglio che in passato) con gli orientamenti fissati già da qualche tempo dal governo nazionale. Utile ricordare che questi orientamenti sollecitano: La concentrazione delle risorse su poche priorità per il rilancio della crescita «intelligente, sostenibile, inclusiva»; la conseguente concentrazione delle risorse afferenti ai fondi strutturali su «specifici obiettivi» funzionali a produrre «effetti di rottura» sugli ostacoli alla crescita La stretta collaborazione tra Governo centrale e Amministrazioni regionali nella individuazione delle priorità e definizione delle strategie attuative (governance multilivello); l assunzione del «partenariato» quale principio basilare per l elaborazione di obiettivi di sviluppo, strategie e azioni attuative In particolare, il nuovo quadro programmatorio sarà caratterizzato da una stretta e verificabile complementarietà tra politiche realizzate con fondi dello Stato membro e fondi Comunitari. Tale complementarietà avrà espressione concreta nel «Contratto di partenariato» tra ciascuno Stato membro e la Commissione Europea. La predisposizione di un buon «Contratto di partenariato» e la sua implementazione efficace necessitano il coinvolgimento attivo delle autorità Regionali e locali di ogni Stato. Sarà, infatti, essenziale garantire la titolarità degli interventi programmati in capo alle parti interessate, nel quadro di un disegno coerente e sinergico pensato a livello statale (governance multilivello). Per ogni amministrazione regionale sarà quindi essenziale partecipare attivamente alla elaborazione degli accordi, sulla base di una chiara evidenza delle proprie strategie di sviluppo e delle potenzialità di collaborazione con altre regioni Al di là dei vincoli di natura istituzionale e normativa, l opportunità di operare nel quadro delle strategie regionali e individuando specifiche modalità di integrazione con altre province è spiegata dal fatto che l efficacia delle azioni per lo sviluppo produttivo dipende in maniera spesso decisiva dalla massa critica che esse riescono a raggiungere in termini di risorse attivate, attori coinvolti, dimensione dei risultati raggiunti. La complessità dei problemi e la forte contrazione delle risorse finanziarie disponibili rendono sempre più difficile per le amministrazioni pubbliche relativamente meno grandi raggiungere tale massa critica da sole; determinano, quindi, la necessità di operare in maniera almeno coordinata, quando non del tutto integrata. Un approccio che può trovare applicazione in ambiti molto diversi: dalla produzione del programma di eventi culturali e spettacoli estivi nelle diverse località di un area turistica, alla realizzazione di infrastrutture economiche e sociali; dall offerta di servizi di interesse pubblico allo sviluppo di aree produttive competitive ed ecologicamente compatibili, e così via. 30

35 Sono noti i problemi e le resistenze ad attuare un indirizzo di questo genere; difficoltà che hanno fino ad oggi prevalso, riducendo gli esempi di integrazione tra le amministrazioni a casi sporadici e, tranne poche eccezioni, tutto sommato poco rilevanti. La concreta attuazione dell approccio proposto richiede, quindi, l attivazione di misure che favoriscano il superamento di tali resistenze. Insieme ad organicità ed integrazione, il terzo pilastro del metodo alla base delle politiche di rilancio dell economia messinese è l orientamento al medio lungo termine. Può sembrare azzardato assumere una prospettiva temporale lunga, di fronte all urgenza dei problemi in essere; non è così, anzi. Solo nell ambito di un progetto strategico, cioè in grado di guardare lontano è possibile attivare i meccanismi adeguati a risolvere anche le questioni più immediate, adeguare in modo efficiente gli interventi rispetto all evolvere delle problematiche, e raggiungere miglioramenti di natura strutturale. Le questioni critiche su cui concentrare l azione Occorre anche avere il coraggio di scegliere le questioni prioritarie su cui concentrare impegno e risorse, riconoscendo che intervenire con poco su tutto può forse avere un ritorno politico nell immediato ma certamente non permette di attivare processi sufficientemente robusti a determinare miglioramenti strutturali. I dati dell economia messinese indicano in modo abbastanza chiaro quattro priorità, per altro tra loro fortemente interdipendente, alle quali se ne aggiunge una quinta, la questione dell innovazione, che rappresenta fattore condizionante ogni altro aspetto della strategia di rilancio dell economia messinese (fig.8). È ormai ampiamente riconosciuto che la dimensione troppo piccola è un fattore penalizzante per l impresa nei mercati contemporanei sia perché rende sempre meno possibile resistere alle crescenti pressioni competitive, sia perché, per converso, impedisce lo sfruttamento delle opportunità rilevanti che pure si creano. Le micro aziende sempre più potranno esistere solo per soddisfare le esigenze di piccola portata della domanda locale, o ancor più come forma organizzativa e giuridica di attività professionali individuali. Un discorso naturalmente diverso riguarda le start up innovative, realtà molto piccole in quanto nella fase di avvio del ciclo di vita, ma caratterizzate da un elevato potenziale di crescita dimensionale e di redditività. La diffusione di questa tipologia di azienda è, invece, un fattore di notevole potenziamento del tessuto produttivo e rientra nel tema di fondo dell innovazione di cui si parla più avanti. È dunque necessario favorire la crescita dimensionale delle piccole imprese; stimolare, inoltre, il formarsi di un tessuto di medie e medio grandi aziende, anche attraverso l aumento di investimenti produttivi di provenienza nazionale e internazionale. 31

36 Fig. 8: le priorità per il rilancio dell economia messinese Innovazione, innovazione, innovazione Rafforzamento dimensionale delle imprese Allargamento dei mercati PRIORITA PER IL RILANCIO DELL ECONOMIA MESSINESE Aumento produttività Potenziamento filiere strategiche Innovazione, innovazione, innovazione Determinante primaria della crescita dimensionale di un impresa è sempre lo sviluppo del mercato in cui essa opera. Infatti, una delle cause della debolezza del tessuto produttivo messinese e meridionale in genere è proprio la modestia (in termini sia di valori che di livello medio della qualità richiesta) dei mercati geografici cui esso può fare immediato riferimento. Si tratta di un problema molto complesso, considerato che la modestia del mercato è a sua volta in buona parte determinato dalla scarsa ricchezza del sistema produttivo locale e che oggi la domanda interna è in regresso in tutto il Paese (pur con sensibili differenze regionali). Dunque, i ragionamenti sul rilancio del mercato interno per le imprese messinesi devono partire dal fatto che esso dipende soprattutto da azioni di politica nazionale prese dal Governo centrale, e ancora oltre dal miglioramento delle condizioni economiche, finanziarie e per certi aspetti, istituzionali, esistenti a livello internazionale. 32

37 Ci si sofferma solo sull urgenza di ridurre la pressione fiscale sul lavoro e sul reddito di impresa (se reinvestito nello sviluppo dell impresa stessa), così da stimolare sia il mercato dei prodotti e servizi finali che quello dei beni industriali e intermedi. Considerato il peso crescente della fiscalità regionale e locale, anche in termini di differenziali tra aree geografiche, si tratta, infatti, di un ambito di azione dove i governi locali hanno leve di intervento non trascurabili. Per altro, in Italia, gran parte dei mercati interni sono comunque generalmente in una fase di maturità, non di rado avanzata; le maggiori opportunità di sviluppo della domanda si trovano, quindi, all estero e soprattutto in aree geografiche lontane. L ampliamento dei mercati per l impresa dipende essenzialmente dalla sua capacità di internazionalizzarsi. È quindi prioritario potenziare l apertura internazionale delle imprese messinesi, rafforzando la proiezione estera anche dei settori diversi dalla chimica, oggi decisamente prevalente. L aumento della produttività è la terza fondamentale questione per il rilancio dell economia messinese. Anche in questo ambito, i problemi hanno natura e soluzioni di portata nazionale; a livello locale, tuttavia, risultano più o meno enfatizzati in relazione alle specifiche condizioni delle imprese e del loro ambiente di riferimento. Se, dunque, non vi sono dubbi che il recupero della bassa produttività delle imprese messinesi richiede innanzi tutto misure strutturali di carattere generale, è altrettanto importante creare condizioni che favoriscono un relativo miglioramento dei fattori di contesto che incidono sul loro livello di produttività potenziale. In primo luogo, il raggiungimento da parte delle imprese di una scala dimensionale adeguata; in secondo luogo, il rafforzamento tecnologico; infine, il miglioramento delle varie componenti territoriali che influenzano l efficienza con cui possono essere svolte le attività produttive. Su quest ultimo punto, va sottolineato che l amministrazione pubblica locale ha un peso decisivo; può o favorire gli investimenti produttivi e le attività imprenditoriali o al contrario rappresentare un fattore di ostacolo spesso insormontabile. Altrettanto rilevante è la condizione delle infrastrutture di trasporto e di logistica, in particolare per le imprese proiettate oltre il mercato locale. La quarta priorità sono le filiere produttive su cui basare lo sviluppo sostenibile di Messina. Pur auspicando la crescita di un ampio insieme di settori, è necessario delineare quali debbano essere quelli portanti, in cui Messina può assumere una posizione rilevante su scala nazionale e magari anche internazionale. E naturale pensare innanzi tutto ai comparti dove la provincia messinese ha già raggiunto una posizione ragguardevole, esprimendo eccellenze imprenditoriali e una dimensione complessiva relativamente rilevante. Tutto questo deve essere considerato anche nella prospettiva delle filiere dove la Sicilia nel suo complesso intende posizionarsi con maggiore forza, tenendo quindi conto anche delle possibili interazioni con quanto accade nei comparti produttivi localizzati nelle altre province della regione. È, infine, necessario comprendere l evoluzione dei mercati e dei contesti 33

38 competitivi sovralocali per valutare correttamente le concrete opportunità che determinate filiere avranno in futuro. Trasversale a tutto c è, infine, la questione dell innovazione. È forse la priorità delle priorità poiché l innovazione è dove Messina (ma con qualche eccezione, tutta la Sicilia) risulta più indietro rispetto alla quasi totalità del Paese (e dell Europa); ed è, allo stesso tempo, sempre più decisiva per la competitività delle imprese e per il complessivo sviluppo sostenibile di ogni territorio. Non va dimenticato che i limiti della capacità innovativa dell economia messinese sono diretta conseguenza di diversi aspetti caratteristici del suo sistema produttivo, a partire dalla modestissima dimensione delle imprese e dalla loro prevalente focalizzazione sul mercato locale, a sua volta caratterizzato da una dimensione piuttosto modesta e in gran parte da esigenze tecnologiche contenute. La debolezza della domanda di ricerca e innovazione ha inevitabilmente ridotto le opportunità di sviluppo per i soggetti che rappresentano l offerta (dipartimenti universitari e centri di ricerca) e forse anche la loro attenzione alle necessità di tale domanda. Si è, quindi, attivato un circuito patologico di progressivo indebolimento sia della domanda che dell offerta di innovazione. Una dinamica la cui gravità è resa ancora più forte dal fatto che proprio in questi ultimi anni, in altri contesti geografici ha iniziato a funzionare una dinamica esattamente contraria, di reciproca fertilizzazione tra imprese che domandano innovazione e università e altri organismi in grado di produrre le competenze per soddisfare tale esigenza. 5.3 Proposte di politica per il sistema produttivo messinese Sulla base dei principi di metodo e delle priorità proposte in precedenza, in questo paragrafo si propone un insieme di azioni e progetti per il rilancio del sistema produttivo messinese. Per quanto già illustrato, sono misure che non necessariamente rientrano nella sola competenza degli organi di governo provinciale o locale, e la cui efficacia dipende comunque da quanto esse sono supportate dalle politiche di livello regionale e nazionale. Le proposte illustrate qui di seguito intendono essere un contributo sia alla definizione di azioni direttamente attuabili dalle autorità messinesi, che alle indicazioni che la provincia di Messina offre alla predisposizione della strategia regionale di rilancio dell economia siciliana e in particolare di quella parte che la riguarda direttamente. Si sottolinea anche che le indicazioni qui illustrate vanno considerate come idee, conseguenti alle analisi delle dinamiche economiche e produttive della provincia di Messina, ed utilizzabili come spunti per l elaborazione di una vera e propria strategia per il suo sviluppo sostenibile. Nell ambito della definizione di tale strategia, questi spunti potranno trovare i necessari approfondimenti sul piano dei contenuti e delle modalità di implementazione. 34

39 La proposta è articolata in quattro progetti e due linee di azione trasversali alle precedenti e riferite ad altrettanti fondamentali fattori di sviluppo sostenibile (fig.9). I quattro progetti sono: crescita attrazione di investimenti produttivi e competenze public private partnership impresa sociale Le due azioni trasversali sono: innovazione creatività Fig.9: l articolazione della proposta per il rilancio del sistema produttivo messinese Linea di azione innovazione Progetto Crescita Attrazione investimenti produttivi e competenze PROPOSTE PER UNA POLITICA DI RILANCIO DEL SISTEMA PRODUTTIVO MESSINESE Impresa sociale Public private partnership Linea di azione creatività 35

40 Il progetto crescita risponde alla priorità del rafforzamento dimensionale ed organizzativo delle imprese messinesi e può prevedere: i) misure premianti per le imprese che investono nella propria crescita strutturale, attraverso ad esempio il reinvestimento degli utili, assunzioni a lungo termine, il rafforzamento della struttura societaria. In questo ambito, è anche importante attivare misure che stimolino l attenzione delle imprese messinesi verso il contratto di rete e altre forme di partnership. ii) La realizzazione di una sorta di patto con le realtà produttive forti operanti nel territorio, disponibili ad operare come attori trainanti lo sviluppo locale. Un patto per il quale il soggetto pubblico attua misure favorevoli al rafforzamento competitivo dell impresa e questa si impegna nella realizzazione di progetti di interesse sociale e di supporto alla crescita sostenibile della Comunità. Il progetto attrazione investimenti produttivi e competenze è essenziale per sostenere un circuito virtuoso di rafforzamento del sistema economico messinese, considerata l entità del divario accumulato rispetto anche solo alla media delle economie territoriali del Paese. Esso deve essere basato su un preciso programma di marketing territoriale, indirizzato a target chiaramente identificati e ben raccordato con le azioni previste in questo ambito dalla Regione e dagli organismi competenti a livello nazionale. È anche necessario identificare l organismo istituzionale cui affidare il compito di accompagnamento e integrazione del potenziale investitore nelle diverse fasi del suo processo di valutazione delle opportunità localizzative ed eventuale insediamento nel territorio, con primario riferimento a tutto ciò che riguarda gli aspetti burocratici e amministrativi. L azione sui potenziali investitori deve procedere di pari passo con misure volte a rafforzare le competenze del capitale umano disponibile; su questo fronte, è necessario agire sia sulla formazione dei residenti, sia sull attrazione di nuove risorse, in primo luogo i giovani messinesi laureati o già professionalmente impegnati al di fuori della regione o dell Italia. Il progetto public private partnership fa riferimento alla pratica internazionale della collaborazione tra autorità pubblica e investitori privati nella realizzazione e gestione di infrastrutture economiche o sociali, anche di media o persino medio-piccola dimensione. È una pratica ormai ampiamente consolidata sul piano sia delle architetture contrattuali e finanziarie, che delle progettualità tecnico economiche; nonostante il quadro normativo non particolarmente favorevole, trova crescente applicazione anche in Italia, ma soprattutto nelle regioni Centro settentrionali. Il PPP può essere particolarmente utile per realizzare iniziative di valorizzazione di aree dismesse o di aree demaniali non utilizzate. Impresa sociale è la proposta progettuale essenziale per rafforzare la sostenibilità del processo di sviluppo dell economia messinese. Si articola su due piani: il primo riguarda le misure per stimolare l impegno delle maggiori realtà produttive messinesi alla creazione di valore sociale e ambientale ; il secondo concerne invece il rafforzamento delle imprese 36

41 non profit e in generale del così detto terzo settore, impegnate nella migliore soddisfazione di bisogni sociali. Le due linee di azione trasversali sono finalizzate a creare le condizioni per l evolvere di un eco-sistema dove cresca e si diffonda il grado di creatività e innovatività delle persone e delle organizzazioni economiche del territorio. Per quanto riguarda specificatamente l innovazione, occorre attivare un programma di raccordo tra imprese e centri di ricerca per favorire lo sviluppo di collaborazioni strutturate. L esperienza fatta in molte altre regioni, non solo in Italia, mostra chiaramente come la costruzioni di tali collaborazioni richieda agli attori coinvolti un processo di maturazione piuttosto complesso; è, quindi, essenziale che tale programma sia concepito fin dall inizio con un orizzonte temporale ampio e quindi basato su una adeguata dotazione di risorse e competenze organizzative. Coerentemente con i principi di metodo illustrati in precedenza, è anche importante raccordare le iniziative per l innovazione prese nell ambito messinese con le attività attuate nello stesso campo dalla Regione o da altre istituzioni di livello regionale. Utile ricordare a riguardo il progetto in essere promosso da Unioncamere Sicilia per favorire il supporto di centri di ricerca siciliani alla realizzazione di innovazioni tecnologiche o di business attuate da piccole e medie imprese. Sempre sul fronte dell innovazione, vanno attivate anche a Messina iniziative per lo sviluppo di start up innovative. La creazione e lancio di nuove iniziative ad alto potenziale di crescita è un filone dell imprenditorialità che sta conoscendo grande dinamismo a livello addirittura mondiale e anche nel nostro Paese. Pur assumendo che questa fase di notevole entusiasmo dovrà comunque in una certa misura stabilizzarsi, è più che probabile che tale filone rappresenterà abbastanza a lungo una importante linfa nella crescita economica ma anche sociale e persino culturale. In Sicilia, le principali iniziative di incubazione e accelerazione di start up innovative sono in essere a Palermo e a Catania. In linea con il principio di evitare duplicazioni e raggiungere la dimensione critica per essere competitivi, si suggerisce di valutare innanzi tutto le condizioni e modalità di raccordo con esse; nel caso tale valutazione dia esiti non soddisfacenti, sarà importante prevedere un progetto ad hoc, magari in grado di coinvolgere oltre a Messina, anche altri ambiti geografici complementari. Infine, occorre ragionare sulle modalità attraverso cui attivare progetti nell ambito delle smart cities. Come noto, l Unione europea e, di conseguenza, gli Stati che ne sono parte ha nello sviluppo smart delle città e in generale delle Comunità uno dei pilastri del proprio modello di evoluzione economica e sociale per i prossimi decenni, su cui concentrare ingenti programmi di finanziamento. Nello scorso biennio, è partita una prima fase di progetti e di iniziative; un certo numero di grandi e medie città italiane hanno saputo essere attivamente coinvolte; Messina non era però tra queste. È, quindi essenziale, una riflessione sullo stato dell arte, per determinare quali azioni avviare, quali progetti considerare prioritari, i possibili partner industriali, le modalità di implementazione. 37

42 La linea di azione creatività deve sopperire al ritardo di Messina sul fronte della disponibilità delle condizioni strutturali che favoriscono lo sviluppo di capitale umano e attività creativi. Si tratta di rendere Messina un creative geographic space, caratterizzato da elevati livelli di: interattività tra le persone e tra le organizzazioni; inclusione sociale, sicurezza e qualità della vita; valore immateriale delle attività prodotte. Anche su questo filone occorre operare in una prospettiva di lungo termine, considerato che Messina è oggettivamente molto indietro e che le città leader su questo fronte evolvono con notevolissima rapidità. Occorre, inoltre, lavorare simultaneamente su diversi piani: quello delle strutture materiali, della consapevolezza dei residenti, e dell immagine percepita della città. 38

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