ASPETTI DI PREVENZIONE ANTINCENDIO AI SENSI DEL D.M. 18/09/02

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2 ASPETTI DI PREVENZIONE ANTINCENDIO AI SENSI DEL D.M. 18/09/02 PREMESSA L intero padiglione A dell ospedale ha ottenuto il certificato di prevenzione incendi (C.P.I.) in data22/09/2011, pratica n Si precisa che il C.P.I. rilasciato riguarda: l attività 86 del D.M. 16/02/82, oggi attività 68.5.C del D.P.R. 151/2011 (Strutture sanitarie che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o residenziale a ciclo continuativo e/o diurno, case di riposo per anziani, con oltre 100 posti letto); l attività 64 del D.M. 16/02/82, oggi attività 49.2.B del D.P.R. 151/2011 (Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici ed impianti di cogenerazione di potenza complessiva da 350 a 700 kw). Il progetto, pur confermando le attività di cui al C.P.I. rilasciato, prevede l istallazione, in area esterna, di un gruppo ad assorbimento a gas per la climatizzazione dei locali oggetto di intervento, ricadente nell attività 74.1.A del D.P.R. 151/2011 (Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kw (fino a 350kW)). DESCRIZIONE L intervento di ristrutturazione riguarda: 1. Area di degenza del reparto pediatria ubicata nell ala sinistra del 1 piano; 2. Area di degenza del reparto ostetricia ginecologia, ubicata nell ala destra del 1 piano; 3. Area di degenza del reparto ortopedia, ubicata nell ala sinistra del 3 piano; 4. Area di degenza del reparto chirurgia vascolare ubicata nell ala sinistra del 4 piano. In ciascuna area di degenza, il progetto, attraverso una nuova distribuzione interna degli ambienti, si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi di carattere generale: l adeguamento delle UU.OO. al Decreto 17 giugno 2002 n. 890 riguardante l accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie; l adeguamento delle UU.OO. a quanto disposto dal decreto 25 maggio 2010 inerente il riordino, rifunzionalizzazione e riconversione della rete ospedaliera e territoriale dell Azienda Sanitaria provinciale di Ragusa, che ha ridefinito il numero dei posti letto dell intero Presidio Ospedaliero e quindi anche delle UU.OO. interessate dal progetto in questione. In particolare il progetto dovrà prevedere l allocazione di 11 posti letto ordinari più 1 in DH, per la pediatria, 14 posti letto ordinari più 2 in DH, per l ortopedia, 18 posti letto ordinari più 2 in DH, per la ginecologia e l ostetricia, 16 posti letto ordinari più 2 DH, per la chirurgia vascolare; l innalzamento della salubrità e del confort alberghiero delle UU.OO., onde garantire condizioni ottimali agli utenti durante la degenza e agli addetti durante lo svolgimento della propria attività lavorativa. 1

3 Per quanto riguarda gli aspetti di prevenzione incendi, il progetto rispetta quanto previsto dal DECRETO MINISTERIALE 18 SETTEMBRE 2002 APPROVAZIONE DELLA REGOLA TECNICA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, LA COSTRUZIONE E L ESERCIZIO DELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE E PRIVATE In particolare: PUNTO 1.2 DEL D.M. 18/09/02 (CLASSIFICAZIONE DELLE AREE) In ciascuna area di degenza sono presenti aree di tipo D destinate al ricovero in regime ospedaliero, aree di tipo B destinate a depositi. PUNTO DEL D.M. 18/09/02 (COMUNICAZIONI E SEPARAZIONI) - PUNTO 15.3 DEL D.M. 18/09/02 (COMPARTIMENTAZIONI) Ciascuna area, della superficie complessiva di circa 500 mq, costituisce un compartimento in quanto risulta separata dalle aree contigue da porte tagliafuoco REI 120 già individuate negli elaborati di cui al C.P.I. rilasciato. Le porte tagliafuoco REI 120 sono ubicate una all inizio dell area nella parte contigua all area di attesa di piano, una nella scala di sicurezza interna all area di degenza ed una alla fine del corridoio dell ala sinistra di ogni piano a separazione di un area di sbarco di un montacarichi. PUNTO DEL D.M. 18/09/02 (RESISTENZA AL FUOCO STRUTTURE E COMPARTIM.) Per quanto riguarda la resistenza al fuoco dei singoli elementi strutturali o di compartimentazione del complesso ospedaliero si precisa che i lavori in progetto non interferiscono con esse che pertanto restano invariate rispetto al C.P.I. rilasciato. PUNTO 15.2 DEL D.M. 18/09/02 (REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI) Per quanto riguarda la reazione al fuoco dei materiali impiegati all interno dei vari reparti si precisa che quelli di nuova istallazione sono i controsoffitti, gli arredi delle degenze e le porte interne che saranno di classe 1 e saranno provvisti di omologazione ai sensi del D.M.26/06/84 e successive modifiche ed integrazioni. PUNTO 15.6 E 15.7 DEL D.M. 18/09/02 (ASCENSORI E MONTALETTIGHE) Per quanto riguarda ascensori e montalettighe si precisa che sono poste all esterna dei vari reparti, in posizione baricentrica rispetto alle ali di ogni piano e che i lavori in progetto non interferiscono con essi che pertanto restano invariate rispetto al C.P.I. rilasciato. PUNTO 16.1 DEL D.M. 18/09/02 (AFFOLLAMENTO) Per quanto riguarda le misure per l esodo di emergenza si precisa quanto segue. L affollamento di ciascuna area di degenza risulta: - Pediatria (1 piano sn) posti letto n. 12- affoll.= 12 p.l.x3pers/p.l. = 36 pers. 2

4 - Ostetr.-ginecologia (1 piano dx) posti letto n. 20- affoll.= 20p.l.x3pers./p.l. = 60 pers. - Ortopedia (3 piano sn) posti letto n. 16- affoll.= 16p.l.x3pers./p.l. = 48 pers. - Chirurgia vascolare (4 piano sn) posti letto n. 18- affoll.= 18p.l.x3pers./p.l. = 54 pers. PUNTO 16.2 DEL D.M. 18/09/02 (CAPACITA DI DEFLUSSO) La capacità di deflusso risulta: - Pediatria (piano primo) quota pavimento compresa tra più o meno 7,50 metri rispetto al piano uscita: 37,5; - Ostetricia-ginecologia (piano primo) quota pavimento compresa tra più o meno 7,50 metri rispetto al piano uscita: 37,5; - Ortopedia (terzo piano) quota pavimento ad di sopra di metri 7,50 rispetto al piano d uscita: 33,0 - Chirurgia vascolare (piano quarto) quota pavimento ad di sopra di metri 7,50 rispetto al piano d uscita: 33,0 PUNTO 16.8 DEL D.M. 18/09/02 (LARGHEZZA TOTALE DELLE VIE D USCITA) La larghezza totale delle vie d uscita di ciascuna area di degenza, espressa in moduli di uscita di cm 60, risulta dal rapporto tra il massimo affollamento e la capacità di deflusso e pertanto: MODULI DI CALCOLO - Pediatria numero moduli = 36/37,5 = 1 modulo - Ostetricia-ginecologia numero moduli = 60/37,5 = 2 moduli - Ortopedia numero moduli = 48/33 = 2 - Chirurgia vascolare numero moduli = 54/33 = 2 MODULI REALIZZATI - Pediatria numero moduli = 4 - Ostetricia-ginecologia numero moduli = 4 - Ortopedia numero moduli = 4 - Chirurgia vascolare numero moduli = 4 Per tutte le aree di degenza occorre garantire passaggi della larghezza di cm 120. Le dimensioni delle porte REI 120 di ciascuna area variano da cm 120 a cm 160. PUNTO 16.3 DEL D.M. 18/09/02(ESODO ORIZZONTALE PROGRESSIVO) Per quanto riguarda L esodo orizzontale progressivo, le prescrizioni del detto punto 16.3 del D.M. sono soddisfatte in quanto: a. Ogni piano è diviso in più di due compartimenti; 3

5 b. Considerando i due compartimenti ubicati nelle due ali simmetriche di ogni piano, risulta disponibile una superficie per persona maggiore di mq 1,50; infatti, considerando che ciascuna ala ha una superficie pavimento di circa 480 mq, risulta: - 1 piano Ala sinistra pediatria affollamento n. 36 Ala destra ostetricia-ginecoligia affollamento n piano Ala sinistra ortopedia affollamento n. 48 Ala destra ambulatori affollamento 460x0.1= n. 46 Attesa affollamento 20x0.4= n /96 = 5.00 mq/persona. 480/102 = 4.70 mq/persona. - 4 piano Ala sinistra chirurgia vascolare affollamento n. 54 Ala destra (destinazione durante i lavori: reparto di trasferimento) Si considera l affollamento del reparto ostetricia-ginecologia n.60 Ala destra (destinazione futura ambulatori) ambulatori affollamento 480x0.1= n /114=4.20 mq/persona 480/102 = 4.70 mq/persona. PUNTO 16.5 DEL D.M. 18/09/02(LUNGHEZZA DELLE VIE D USCITA AL PIANO) I lavori previsti dal progetto in oggetto non modificano le vie d uscita al piano di ogni singola area di degenza, già indicate negli elaborati di cui al C.P.I. rilasciato, e pertanto si conferma la distanza massima di 30 metri del percorso per raggiungere dette vie (ingresso principale e scala di sicurezza interna al reparto) da un punto qualunque del reparto stesso. PUNTO DEL D.M. 18/09/02 (LOCALI DESTINATI A DEPOSITO) Per quanto riguardo le aree di tipo B all interno delle aree di degenza, si precisa: Trattasi di aree destinate a deposito attrezzature, deposito sporco, deposito pulito; dette aree non superano la superficie di 50 mq, sono provviste di rivelatore di fumo, è previsto un ricambio d aria di 6 volumi ambiente ora, sono dotate di porta REI 60 con dispositivo di auto chiusura e nelle immediate vicinanze degli accessi sono ubicati gli estintori. PUNTO 7.3 DEL D.M. 18/09/02(IMPIANTI DI ESTINZIONE INCENDI) 4

6 Relativamente alle problematiche antincendio, il progetto ha tenuto conto delle disposizioni normative quali, la UNI 9795 Gennaio 2010 Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione d incendio e il Decreto Ministeriale 20 dicembre 2012 contenente la Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, nel quale è previsto che per la rete idranti può essere utilizzata come riferimento la norma UNI e il Decreto 18 settembre 2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private. La rete idrica antincendio ad idranti UNI 45 dei vari piani è ubicata lungo i corridoi e rispetto al C.P.I. rilasciato in data 22/09/2011, pratica n , con i lavori in progetto, non subisce alcuna variazione. PUNTO 8 DEL D.M. 18/09/02 (IMPIANTI DI RILEVAZIONE, SEGNALAZIONE E ALLARME) A causa della ridistribuzione degli spazi interni, il progetto prevede un adeguamento dei rilevatori di fumo che, già presenti in tutti gli ambienti, saranno riposizionati al centro degli ambienti risultanti dalla eliminazione di alcuni setti di separazione delle degenze e saranno replicati all interno dei controsoffitti. Si è provveduto quindi ad adottare per la rivelazione incendi, rivelatori puntiformi di fumo, analoghi a quelli esistenti, conformi alla UNI EN 54-7 in tutti gli ambienti, posizionati sia sul soffitto che all interno del controsoffitto e dei canali di ventilazione (rilevatore tipo Venturi ). I rivelatori così installati attivano: la chiusura automatica delle porte tagliafuoco del compartimento, il blocco degli impianti di ventilazione e/o condizionamento e la chiusura delle serrande tagliafuoco presenti nelle canalizzazioni degli impianti di ventilazione del compartimento. I rivelatori entro spazi nascosti, quali controsoffitto o canali di ventilazione, in quanto non direttamente visibili, sono stati provvisti di ripetitori ottici in posizione visibile. Inoltre, secondo il Decreto 18 settembre 2002, i rivelatori installati nelle camere di degenza e in locali non sorvegliati sono stati collegati a dispositivi ottici di ripetizione di allarme, già installati lungo i corridoi. I punti di segnalazione manuale sono stati previsti in ciascuna compartimentazione e risultano già collocati lungo le vie di esodo (corridoi) e in prossimità delle uscite di sicurezza. Ciascun punto di segnalazione manuale ( pulsanti d emergenza ) è indicato con apposito cartello. Sono stati previsti, e risultano già installati, anche dispositivi di allarme acustici e luminosi ( targa ottico-acustica ), opportunamente distribuiti in grado di segnalare il pericolo a tutti gli occupanti. Trattandosi di impianto digitale, è stato previsto un collegamento a loop, attraverso cavo bus, con sezione minima 0,5 mm 2 e resistente al fuoco per almeno 30 minuti, secondo le CEI EN 50200, a bassa emissione di fumo e zero alogeni, alla centrale esistente del P.O.. 5

7 Si ritiene infatti che l impianto antincendio dei locali oggetto di intervento costituisca un ampliamento dell impianto antincendio esistente nel P.O. e pertanto, quella sopra indicata, è l unica soluzione valida in termini tecnico-normativi per la conformità dello stesso ai requisiti previsti dalle norme e leggi del settore applicabili. Infine sarà garantita la segnaletica minima prevista dalla normativa vigente. PUNTO 7.2 DEL D.M. 18/09/02 (ESTINTORI) Gli estintori saranno installati in numero adeguato e posizionati in modo uniforme nell area da proteggere, lungo le vie d esodo e gli accessi, in corrispondenza delle aree destinate a deposito. Ubicati in posizione accessibile, segnalati con cartelli e a distanza < 30 m e, poiché ogni compartimento occupa la superficie di circa 500 mq, saranno ubicati n.5 estintori per ogni compartimento. PUNTO DEL D.M. 18/09/02 (DISTRIBUZIONE DEI GAS MEDICALI) Gli impianti di gas medicali previsti in progetto tengono conto della norma armonizzata di riferimento: UNI EN ISO e UNI EN ISO (ex UNI EN 737-3), che specifica i requisiti relativi alla progettazione, installazione, funzionamento, prestazioni, documentazione, collaudi e messa in opera degli impianti di distribuzione di gas medicali compressi, gas per strumenti chirurgici e del vuoto medicale. Per quanto sopra, i lavori da realizzare prevedono: realizzazione di una nuova centrale del vuoto dimensionata per i locali oggetto d intervento; realizzazione di diramazione dalla montante principale di reti secondarie idonee ad alimentare le prese previste all interno di ciascun piano. Oltre alla tubazione, necessaria per la distribuzione dei gas medicali, sono stati previsti tutti i dispositivi di sicurezza obbligatori ai fini del rispetto della normativa tecnica antincendio ed della normativa specifica in vigore per la tipologia di dispositivo che dovrà essere utilizzato. Infatti, al fine di garantire la continuità nelle erogazioni, il rispetto delle compartimentazioni e la sicurezza dei fruitori, sono stati previsti quadri di intercettazione, quadri di secondo stadio, allarmi di segnalazione stato impianto e di allarmi sugli stati di pressione. Infine la rete di distribuzione sarà separata e distanziata da altri impianti tecnologici ed elettrici. Il nuovo impianto prevede pertanto le seguenti componentistiche: Rete di distribuzione: Centrale del vuoto Tubazioni Punti di utilizzo per ossigeno Punti di utilizzo per vuoto Quadri di intercettazione Segnalatori stato impianto Quadri di secondo stadio 6

8 Allarmi pressioni secondo stadio I gas erogati saranno: Ossigeno FU Vuoto PUNTO 6 DEL D.M. 18/09/02 (IMPIANTI ELETTRICI) Gli impianti elettrici saranno realizzati in conformità alla legge n. 186 del 1 marzo In particolare, ai fini della prevenzione degli incendi, gli impianti elettrici risponderanno ai seguenti requisiti: a) Devono possedere caratteristiche strutturali, tensione di alimentazione e possibilità di intervento individuate nel piano della gestione delle emergenze tali da non costituire pericolo durante le operazioni di spegnimento; b) Non devono costituire causa primaria di incendio o di esplosione; c) Non devono fornire alimento o via privilegiata di propagazione degli incendi. Il comportamento al fuoco della membratura deve essere compatibile con la specifica destinazione d uso dei singoli locali; d) Devono essere suddivisi in modo che un eventuale guasto non provochi la messa fuori servizio dell intero sistema (utenza); e) Devono disporre di apparecchi di manovra ubicati in posizione protette e riportare chiare indicazioni dei circuiti cui si riferiscono. L impianto elettrico sarà realizzato in conformità alla legislazione vigente, in particolare al DM 37/08, ed alla normativa tecnica di settore, in particolare la CEI 64-8 parte 7 Sezione 710 che prevede innanzitutto l identificazione e la classificazione dei locali. Nel caso specifico, i locali oggetto d intervento, con la sola esclusione dell isola prenatale di gruppo 2, si collocano tutti nel gruppo 0 e gruppo 1. In considerazione di quanto sopra è previsto in tutti gli ambienti l impianto di messa a terra (CEI 11-1 e 64-12, art. 1 del Dm. Lavoro 12/09/1959 e DPR n. 462/2001) con il sistema a nodo collettore, in cui confluiscono i conduttori a bassa resistenza (inferiore a 0,20 Ohm), per consentire l equalizzazione del potenziale elettrico tra le masse componenti l impianto elettrico, le masse metalliche estranee all impianto ed il terreno. Nel caso dell isola neonatale, appartenente al gruppo 2, oltre a quanto sopra, è prevista la continuità dell esercizio in caso di primo corto circuito di una fase verso terra, attraverso una protezione di tipo passivo dei circuiti fra la rete di alimentazione generale e l alimentazione dell ambiente specifico, costituita da un trasformatore di isolamento ad uso medicale di 7 kva, dotato di DPI (Dispositivo di controllo Permanete dell Isolamento). Sempre all interno dell isola neonatale, considerata la presenza di apparecchiature cosiddette vitali (p. es. incubatrici), è necessario garantire, in caso di black-out, la continuità di erogazione elettrica. A tal proposito è stato previsto di dotare il suddetto locale di gruppo statico di continuità/ups (CEI del 1998), della potenza nominale di 7 kva, che interviene in un tempo non superiore a 0,5 secondi. 7

9 La distribuzione dell energia elettrica avviene attraverso i quadri di piano presenti che, attraverso delle dorsali all interno di canali dedicati lungo il controsoffitto nei corridoi, si collegano ai quadri secondari all interno delle singole degenze e quest ultimi sono collegati sotto traccia ai punti luce e punti presa presenti all intero dei locali. I quadri elettrici di piano sono ubicati in posizione facilmente accessibile, segnalata e protetta dall incendio. A livello di cablaggio, si prevede l utilizzo, per tutte le linee, del cavo N07 G9K che, oltre alla resistenza al fuoco, garantisce bassissime emissioni di fumi e gas tossici. Tutti i principali locali saranno alimentati da linea privilegiata. In ogni ambiente inoltre è stata prevista un illuminazione di emergenza di sicurezza, destinata ad indicare uscite, passaggi e segnalare la giusta direzione in caso di abbandono dei luoghi in situazione di pericolo, attraverso delle apparecchiature provviste di alimentazione di sicurezza automatica, con tempo d intervento < 0,5 sec, garantendo un illuminamento > 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio. E prevista inoltre l alimentazione di sicurezza automatica ad interruzione breve (<0,5 sec.) per gli impianti di rilevazione e allarme e ad interruzione media (<15 sec.) per gli impianti idrici antincendio. L autonomia dell alimentazione di sicurezza è prevista per consentire lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spegnimento, come segue: - Rivelazione e allarme: 30 minuti primi; - Illuminazione di sicurezza: 2 ore; - Impianti idrici antincendio: 2 ore. PUNTO 5.4 DEL D.M. 18/09/02 (IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO) Il nuovo impianto di climatizzazione, centralizzato e del tipo idronico a fan-coils, servirà a garantire i corretti livelli di comfort ospedalieri per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo. La produzione di acqua calda e refrigerata sarà invece realizzata tramite n 1 nuovo gruppo termo frigorifero ad assorbimento alimentati a gas metano avente potenzialità di raffrescamento pari a circa 280 kw. La distribuzione lungo ogni ala dell Ospedale oggetto della ristrutturazione, avverrà tramite nuove tubazioni, dette tubazioni di piano, che a sua volta si diramano da una montante principale proveniente dalla centrale termo frigorifera. I terminali dell impianto idronico in esame saranno ventilconvettori canalizzati posizionati all interno del vano sopra il controsoffitto ed ubicati quindi all ingresso di ogni stanza. La diffusione dell aria avverrà tramite bocchette di mandata posizionate frontalmente nel controsoffitto(principalmente nelle stanze di degenza) o rivolte verso il basso. La ripresa dell aria avverrà tramite griglie di ripresa posizionate anch essa nel controsoffitto ma rivolte verso il basso. I lavori complessivamente consisteranno quindi in: 8

10 dismissione dell attuale impianto di tipo a radiatori con l utilizzo della rete esistente per l alimentazione delle batterie di post-riscaldo delle UTA e dei radiatori nei bagni; installazione di una nuova unità termorefrigerante con potenzialità pari a circa 280 kw, per servire i reparti oggetto di intervento; realizzazione di nuova linea montante e dorsale lungo i corridoi di ciascuna ala oggetto di intervento; installazione di n 79 fan coil con relative bocchette di mandata e griglie ripresa aria; Il controllo e l automazione della centrale frigo sono previsti attraverso opportuno sistema tipo termoregolazione collegato alla centrale operativa dell ASP. All interno degli ambienti la termoregolazione è prevista attraverso termostato a parete non dialogante con il sistema. La supervisione dell intero sistema e prevista attraverso sistema di interfaccia che consente il monitoraggio dei suddetti impianti dell edificio in tempo reale. PUNTO 5.4 DEL D.M. 18/09/02 (IMPIANTO AERAULICO-RICAMBIO ARIA MECCANICO) L impianto aeraulico, a servizio dei reparti oggetto di intervento e del tutto nuovo, sarà costituito da due canalizzazioni, dette di immissione ed estrazione aria, per ogni ala oggetto di intervento. Questa soluzione, unita ad un Modulo di Trattamento Aria (una piccola UTA in sostanza) accoppiata ad un recuperatore a flussi incrociati permette un elevato comfort ambientale unito ad un notevole risparmio energetico. L uso del recuperatore di calore, avente un efficienza non inferiore del 49%, pur non essendo prescritto per legge in quanto la fascia climatica ove si opera è la fascia C, è fortemente consigliato alla luce dei ricambi orari prescritti dalle normative vigenti quali la norma UNI e dalla circolare del Ministero dei Lavori pubblici del 22 Novembre I MTA con i recuperatori di calore saranno posizionati nella sala attesa centrale alle due ali. All interno dei locali, le condotte saranno realizzate tramite nuovi pannelli sandwich, omologati rispetto la normativa vigente, e dotandoli di opportune porticine d ispezione per la pulizia del canale come previsto dalla Norma UNI Le condotte di immissione ed estrazione aria saranno realizzate in pannelli sandwich rivestiti, internamente ed esternamente, da fogli di alluminio. Inoltre, ove possibile l estrazione d aria avverrà dai locali bagno e stanza, in modo da ridurre il livello di pressione sonora all interno delle stanze di degenza o sale mediche. L impianto di canalizzazione nella sua interezza è stato progettato con materiali conformi alla nuova normativa in materia di antincendio e provvisto di adeguato rilevatore di fumi (tipo Venturi ) e da serrande tagliafuoco comprensive di micro interruttore e magnete di sgancio collegato alla centrale antincendio. 9

11 In totale sono previste n 8 serrande tagliafuoco posizionate all interno dei canali di estrazione e immissione aria di ogni reparto, in corrispondenza dell attraversamento del dei compartimenti. Il controllo e l automazione dei MTA ai piani sono previsti attraverso opportuno sistema di termoregolazione collegato alla centrale operativa dell ASP. La supervisione dell intero sistema e prevista attraverso sistema di interfaccia che consente il monitoraggio dei suddetti impianti dell edificio in tempo reale. Si precisa infine che tutti gli impianti di cui alla presente relazione sono stati progettati e saranno realizzati nel rispetto delle normative specifiche per ciascun tipo di impianto ed, alla fine dei lavori, per gli stessi verrà rilasciato il relativo certificato di conformità. I progettisti 10

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