IL TREQUARTISTA Un ruolo che divide, croce e delizia di molti allenatori di A. Zauli - Ottobre 2010 IL TREQUARTISTA. di Alessandro Zauli

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1 IL TREQUARTISTA Un ruolo che divide, croce e delizia di molti allenatori! di Alessandro Zauli La presenza del trequartista può essere inserita: con una sola punta centrale (modulo 1:1); con due punte centrali (modulo 1:2); con due trequartisti e una sola punta (modulo 2:1), il cosiddetto albero di Natale. Non considero il modulo 3:1, in quanto, è vero che in esso le due ali sono giocatori che possono essere trequartisti, ma queste si muovono più o meno esternamente e, quindi, rientrano in un altra tipologia di argomento. La domanda più importante è però questa: perché si gioca con il/i trequartista/i? Le risposte possono essere molteplici: 1. ho un/dei giocatore/i con grande abilità tecnica, bravo nell 1vs1, nelle palle filtranti, agile ma non dotato di grande resistenza; ultimo, ma non certo per importanza, ha buon senso tattico per fungere da raccordo tra centrocampo e attacco; 2. ho un giocatore molto bravo ad attaccare gli spazi creati dal movimento della/e punta/e, che però necessità di partire da dietro, questo giocatore PUÒ non essere abilissimo tecnicamente. Altra questione: qual è il progetto di gioco nel quale è inserito il trequartista/i? Nel primo caso, l obiettivo è quello di creargli spazio tra la linea di centrocampo e quella di difesa avversaria; questo spazio deve essere creato con il movimento delle punte ad allungare la linea dei difensori, per permettergli di ricevere e girarsi per poi: - cercare l 1vs1; - cercare lo scambio per il tiro o per cercare le filtranti; - principalmente, però, per avere un giocatore fronte alla linea difensiva avversaria con palla aperta e, quindi, con possibilità di poter effettuare giocate pericolose e importanti. Dovremo dunque cercare un gioco manovrato palla a terra, con un possesso veloce e incisivo. Nel secondo caso, il trequarti è deputato a gettarsi negli spazi creati dal movimento incontro delle/a punte/a centrali/e o degli esterni di centrocampo; il 1

2 possesso palla sarà sicuramente meno manovrato e con ricerca dei sostegni alla punta centrale da parte dei centrocampisti centrali o esterni, questo per permettere al trequarti di buttarsi nello spazio sul terzo tempo di passaggio. Vediamo ora alcune combinazioni che si possono venire a creare. Iniziamo dal modulo 1:1 (figure 1-7): 1) La punta centrale n. 9 viene incontro ed è marcata, scarica per il trequarti n. 10 che può giocare in profondità per i due esterni (se vi sono) inseritisi, o rigiocare per il n. 9 lungo, o combinare con lui. 2) Ora il n. 9 è solo (può girarsi) e serve il n. 10, buttatosi davanti a lui per ricevere, oppure il n. 10 si butta dentro e il n. 9 gliela gioca girandosi all interno, oppure il n. 9 fa velo per il n. 10 che riceve alle sue spalle. 3) In questo caso la palla è aperta e il n. 9, che è il giocatore più vicino al pallone, innesca il movimento venendo corto, mentre il n. 10 attacca la profondità. 4) Stavolta è l inverso, con il n. 9 lungo/largo e il n. 10 incontro. 5) Ora il n. 10 è il più vicino alla palla e inizia lui, tagliando dietro alle spalle del terzino avversario, il n. 9 riequilibra venendo incontro. 2

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4 6) Stavolta il n. 10 viene cercato tra le linee, il n. 9 allunga in profondità per allontanare la linea difensiva avversaria e creare al n. 10 più spazio per ricevere. 7) Il n. 10 crea un 2vs1 sull esterno, sovrapponendosi all ala o allargandosi; questo può rendersi necessario nel caso di un terzino avversario palesemente in difficoltà nell 1vs1 difensivo. 4

5 Quanto illustrato vale come regola generale, ma l allenatore, valutando le caratteristiche del n. 9 e del n. 10, può ingessare i movimenti; ad esempio, nel caso del n. 9 particolarmente lento, farà attaccare la profondità al n. 10 o alle ali sempre, predeterminando così i movimenti indipendentemente dalle dinamiche del gioco. Prendiamo adesso in esame il modulo 1:2 (figure 1-5): 1) Il n. 10 è il giocatore più vicino alla palla e viene cercato tra le linee, il n. 9 e il n. 11 (altra punta) si alzano per allungare la linea difensiva avversaria e consentire al n. 10 di avere più spazio per ricevere. 2) Ora è il n. 9 che inizia il movimento venendo incontro, il n. 11 attacca la profondità alle sue spalle e il n. 10 va nello spazio creato dal n ) Adesso il n. 9 va lungo, il n. 11 viene corto e il n. 10 occupa lo spazio libero. 4) Tra il n. 9 o il n. 11, una delle due punte cerca l ampiezza di campo, l altra lo surroga nella posizione, mentre il n. 10 si alza nella posizione di attaccante. Questo (e il caso successivo) possono avvenire specialmente nel modulo 4:3:1:2, dove le due mezzali non hanno sempre il tempo di allargarsi o i due terzini di salire perché a volte troppo bassi. 5) Qui l ampiezza è presa dal n. 10; il fatto che a volte si allarghino le punte o il trequarti può dipendere dalle dinamiche del gioco o da precise scelte tattiche dell allenatore: se vi sono, ad esempio, punte lente e/o abili di testa, vanno lasciate nei pressi dell area per sfruttare le loro qualità. 5

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7 Affrontiamo ora il cosiddetto Albero di Natale, cioè il modulo 2:1 (figura 3 e varianti); questo modulo può essere molto fastidioso per le difese: due trequartisti non sono facili da scalare e, se sono bravi a giocare tra le linee e i compagni a creargli spazi, ci possono essere grossi problemi per gli avversari. 1) Il n. 9, incontro e marcato, si appoggia al n. 10 (primo trequarti), che serve l altro trequarti, il n. 11, che ha tagliato in profondità. 2) Il n. 9 è solo e il n. 10 si butta dentro, o fuori, per ricevere, per poi giocare sul n. 11 o cercare l azione personale. 3) Su palla aperta, il n. 9 detta, venendo incontro, il n. 11 va in profondità e il n. 10 nello spazio libero. 4) Come sopra, il n. 9 detta, andando lungo, e il n. 10 va incontro. 5) Il n. 10 viene corto e il n. 9 allunga la linea difensiva avversaria. 7

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9 6) Il n. 10 trova l ampiezza (se manca) o la profondità, il n. 9 viene corto e il n. 11 segue gli eventi. 7) Il n. 9 largo, il n. 11 lungo e il n. 10 incontro. È ovvio che queste sono solo proposte, ma l occhio dell allenatore sarà, poi, fondamentale per verificare, in base alle caratteristiche dei giocatori, quali e quanti siano quei movimenti che permettano di esprimere al meglio le caratteristiche dei propri atleti. 9

10 ESERCITAZIONI Io penso che, per esercitarsi, le partite siano sempre la cosa migliore, in quanto solo nella gara si ritrovano i tempi, le distanze e quindi le situazioni che determinano i movimenti dei giocatori; a questi ultimi il compito di leggere il gioco e adeguarsi. Ricordiamoci sempre che i protagonisti sono loro! Se si hanno a disposizione 12 giocatori, la partita è di 6vs6, le squadre si possono schierare, a seconda del modulo del reparto offensivo adottato, con le seguenti disposizioni: 3:1:2 3:2:1 3:1:1:1 Se invece i giocatori sono 14, la partita è di 7vs7 e possiamo così disporci: 3:2:1:1 3:1:2:1 3:1:1:2 Se ho a disposizione stavolta 16 atleti, conseguentemente 9vs9: 3:3:1:1 3:2:1:2 3:2:2:1 Con 18 giocatori: 4:3:1:1 4:2:1:2 4:2:2:1 Ovviamente, nel 9vs9 o nel 10vs10, l allenatore varierà la disposizione della difesa e del centrocampo a seconda del modulo prescelto. 10

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