Nora. Il foro romano

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1 Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Archeologia Nora. Il foro romano Storia di un area urbana dall età fenicia alla tarda antichità Volume II.2 - I materiali romani E GLI ALTRI REPERTI a cura di JACOPO BONETTO - GIOVANNA FALEZZA - ANDREA RAFFAELE GHIOTTO Padova 2009

2 La collana Scavi di Nora raccoglie studi monografici sulla città antica editi dalle Università di Genova, Milano, Padova e Viterbo che operano in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano. La presente opera, suddivisa in quattro volumi, è l esito di una ricerca condotta nell'ambito di una Convenzione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, e il Dipartimento di Archeologia dell'università di Padova. Università di Padova - Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova tel Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Piazza Indipendenza, Cagliari tel L opera è stata realizzata con il contributo e la partecipazione di: Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento - Università di Padova Dipartimento di Costruzioni e Trasporti - Università di Padova ISBN: Italgraf - Noventa Padovana Tutti i diritti sono riservati. è vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Distribuzione: Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. - via Ajaccio 41/ Roma tel fax qn@edizioniquasar.it

3 Scavi di Nora I Padova 2009

4 Capitolo 22 Le anfore romane Erika Franceschi Le anfore romane rinvenute nell area P (foro romano) di Nora rispecchiano il quadro delle relazioni commerciali che caratterizzò quest area della Sardegna tra l epoca repubblicana e il periodo tardoimperiale 1. I frammenti relativi ad anfore sono una quantità molto consistente dei ritrovamenti, tuttavia si tratta per la maggior parte di pareti non diagnostiche che ammontano a qualche migliaio, le quali nella maggior parte dei casi non sono di facile lettura; si è pertanto stabilito di prendere in considerazione solo quei frammenti relativi ad orli, puntali o anse, definiti appunto diagnostici, che possano fornire indicazioni riguardo alla tipologia e all area di provenienza dei reperti. Si tratta in totale di 86 frammenti, relativi a 77 contenitori diversi. La scelta di prendere in considerazione solamente i frammenti diagnostici è determinata dalla difficoltà di riconoscere la tipologia e la provenienza sulla sola base delle pareti, caratterizzate da impasti spesso molto differenti e inoltre non riconducibili ad alcuna tipologia nota, cosa che di conseguenza rende impossibile calcolare le singole quantità anforiche. Le considerazioni finali di questo contributo non hanno dunque valore statistico, tuttavia ben illustrano le diverse tipologie che si susseguirono a Nora nel corso dei secoli. Il quadro di scambi che ne emerge è piuttosto ampio e si estende per un arco temporale che va dal III secolo a.c. sino al VII d.c, dati che vanno integrati, almeno nella prima parte, con quelli forniti dallo studio delle anfore puniche provenienti dalla stessa area P 2. I materiali sono presentati suddivisi secondo 1 Tr o n c h e t t i 1996a, Si veda il contributo di S. Finocchi sulle anfore fenicie e puniche di Nora, in questo volume. l area di provenienza e secondo la cronologia. Data l impossibilità di effettuare un analisi archeometrica, si è ritenuto superfluo fornire un generico catalogo degli impasti, poiché per le tipologie riconosciute si presuppongono note anche le caratteristiche del corpo ceramico. Sulla base di un analisi macroscopica, sono state fornite alcune indicazioni sul colore, sulla consistenza e sugli inclusi dei reperti analizzati, ponendo particolare attenzione agli impasti dei frammenti non identificati. 1. Anfore di provenienza italica Greco-italiche (greco-italiche antiche: fig. 1, 1; greco-italiche tarde: fig. 1, 2-6) Datazione: fine IV secolo a.c.-130 a.c. Provenienza: Sicilia, Magna Grecia, Italia centrale. Contenuto: Vino. Con il termine greco-italiche si designano una serie di anfore adibite al trasporto di vino, contraddistinte da orlo a sezione triangolare, corpo piriforme affusolato, collo cilindrico, anse a bastone schiacciato e puntale pieno. È ancora incerta una classificazione tipologica precisa 3, ma gli studiosi concordano nell individuare alcune differenze tra i tipi più antichi 4, con orlo a sezione triangolare e tesa pressoché orizzontale, e quelli più recenti 5, in 3 Per l evoluzione morfologica delle greco-italiche si vedano Lyding Will 1982, Lyding Will 1989 e Manacorda Greco-italiche antiche, forma A della tipologia di Lyding Will. 5 Greco-italiche tarde, forma D della tipologia di Lyding Will.

5 734 Erika Franceschi Fig. 1. N. 1: greco-italiche antiche; nn. 2-6: greco-italiche tarde. cui la tesa dell orlo si piega verso il collo. Prodotte in Sicilia, Magna Grecia e in Italia centrale, le greco-italiche antiche conobbero una diffusione che le vide protagoniste del commercio in tutto il Mediterraneo occidentale dal tardo IV secolo a.c. sino alla fine del III secolo a.c., per proseguire poi con la produzione di greco-italiche tarde, fiorenti nel II secolo a.c. al 130 a.c. 6, momento in cui vengono sostituite dalle Dressel 1. In Sardegna, terra che per lungo tempo non conobbe la coltivazione della vite, o almeno non in maniera sufficiente, le importazioni di tale contenitore hanno lasciato numerose testimonianze sia in siti quali Tharros 7, Olbia 8, Cagliari (nella cosiddetta Villa di Tigellio) 9 e Nora stessa 10, sia nelle acque circostanti 11. Gli esemplari trovati nell area P di Nora ammontano a 16 frammenti; tra questi, solamente due orli, caratterizzati da tesa orizzontale e sezione trian- 6 Ma n a c o r d a 1989, Rodero Riaza 1981a, 63; Rodero Riaza 1981b, Sa n c i u 1998b, Ag u s, An g i o l i l l o, Bernardini , Pi c c a r d i 2003b, Pa r k e r 1992, golare, possono essere ascritti alla produzione di greco-italiche antiche, anche se non sussistono ulteriori elementi morfologici che possano avvallare tale ipotesi. Il corpo ceramico, depurato e compatto, leggermente farinoso al tatto, presenta caratteristiche cromatiche vagamente differenti: il primo frammento 12 tende al marrone e presenta un leggero ingobbio dello stesso colore, l altro 13 tende al rosanocciola. La maggior parte dei rinvenimenti vanno ricondotti alla fase tarda e sono caratterizzati, oltre alle sopra citate caratteristiche morfologiche, da due tipi di impasto differenti 14 : un primo gruppo presenta un impasto di colore nocciola, più chiaro in superficie, duro e con inclusi di varia natura, (tra cui mica e augiti), e comprende quattro orli 15 e due puntali 16 ; un secondo gruppo è invece caratterizzato da un 12 Dall US Dall US Tali differenze nell impasto si riscontarono anche negli scavi urbani di Cagliari (Orrù 2006, ), indizio forse di provenienze differenti, non individuabili allo stato attuale della ricerca. 15 Dalle US 5472, 5625, 5966 e Dalle US e

6 le anfore romane 735 corpo ceramico rosa chiaro, schiarito in superficie, compatto e con rari inclusi tondeggianti bianchi e marroni, e comprende cinque orli 17 e tre anse 18. Dressel 1 Datazione: 130 a.c.-metà I secolo a.c. Provenienza: Campania, Lazio, Etruria. Contenuto: Vino. Dal 130 a.c. arriva a Nora il vino italico dell Etruria, della Campania e del Lazio, contenuto nelle anfore Dressel 1, grandi contenitori con corpo cilindrico e alto puntale pieno, spalla rettilinea a carena viva, lunghe e pesanti anse a nastro, orlo a fascia che subisce una variazione da obliquo a sostanzialmente dritto 19. Non sembra si debba individuare una sequenza cronologica sulla base delle varianti morfologiche, tuttavia si può affermare che le Dressel 1 B iniziarono poco più tardi delle altre due varianti, ovvero nei primi anni del I secolo a.c., e allo stesso modo finirono poco dopo la sua metà 20. Tale contenitore, che sostituisce le precedenti greco-italiche e spesso era prodotto negli stessi ateliers, conobbe una vasta diffusione in Sardegna 21, a testimonianza di quanto fossero ancora importanti le importazioni Fig. 2. Dressel 1 A. di vino dal suolo italico. Dressel 1 A (fig. 2, 7-10) Morfologicamente ancora molto vicine alle greco-italiche 22, sono rappresentate negli scavi del foro di Nora da quattro orli più o meno inclinati 23 caratterizzati da impasto rosa intenso in frattura e crema sulla superficie esterna, duro e ruvido, con alcuni vacuoli e inclusi di varia natura e colore, tra cui miche e augiti. Dressel 1 B Sono rappresentate da due orli 24 a fascia non molto alta caratterizzati da impasto rosa con inclusi neri e bianchi di piccole dimensioni, tracce di mica e alcuni vacuoli, schiaritura superficiale e una scanalatura sulla parte bassa dell orlo nel secondo frammento. 17 Dalle US 5373, 5375, 5385, 5376 e Dalle US 5375 (1 fr.), 5385 e 5385 (2 frr.). 19 Peacock, Williams 1989, Pa n e l l a 1989, Per la Sardegna in generale cfr. Or r ù 2006, , Pi a n u 1980, 17-18, Us a i 1988, 121; per Nora, Pav o n i, Pe t t e n ò 2003, A tal proposito in Piccardi 2003b, 213 vengono riscontarate affinità con orli di greco-italiche tarde rinvenute nel suolo sardo. 23 Dalle US 5295, 5335, e Dall US

7 736 Erika Franceschi Fig. 3. Nn : Dressel 1 C; nn : Dressel 1 non meglio identificate. Dressel 1 C (fig. 3, 12-14) Sono presenti con quattro orli ad alta fascia, molto dritti, di cui un frammento 25 con impasto rosa carico tendente al nocciola, due frammenti 26 con impasto beige-nocciola ricco di inclusi, e un frammento 27 caratterizzato da impasto rosso e ingobbio crema. Dressel 1 non meglio identificate (fig. 3, 15-16) Sono rappresentate da quattro pesanti anse a nastro 28 ; un ansa e un puntale probabilmente appartenenti allo stesso manufatto 29 ; sette puntali pieni più o meno svasati 30 ; una spalla carenata con parte dell attacco dell ansa 31, appena sopra la carenatura, con impasto rosa-marrone, inclusi neri di medie dimensioni (augitici) e alcuni piccoli bianchi e neri, e tracce di ingobbio giallo-crema molto scrostato. Dressel 2-4 (fig. 4, 17-19) Datazione: Metà I a.c.-metà I d.c. Provenienza: Campania, Lazio, Etruria. Contenuto: Vino. Dalla metà del I secolo a.c. il trasporto di vino nel Mediterraneo occidentale vede come protagonista l utilizzo di un anfora di derivazione egea, le cui caratteristiche peculiari si riscontrano nelle anse bifide (o a doppio bastoncello) e il puntale pieno 32. Due orli ad anello rinvenuti negli scavi del foro 33, per le caratteristiche macroscopiche dell impasto 34 possono essere attribuiti alla produzione delle Dressel 2-4 italiche, le cui officine sono dislocate nelle stesse aree delle Dressel 1 e che subentrano a queste ultime nel trasporto del vino per la maggior snellezza del corpo. La datazione proposta si estende dallo scorcio del I secolo a.c. sino alla metà del II d.c., ma registra un declino già a partire dalla metà del I secolo d.c. 35. In Sardegna sono documentate lungo la costa, in particolare a Nora stessa 36, e negli scavi urbani di Cagliari Dall US Dall US Dall US Dalle US 5708 (2 frr.) e 5382 (2 frr.). 29 Dall US Dalle US 5385, 11380, 11377, 11373, 11254, e Dall US Peacock, Williams 1989, Dalle US e Corpo ceramico di colore rosa, più intenso nel nucleo e più chiaro a tratti in superficie, abbastanza depurato e compatto. 35 Tc h e r n i a 1986, e Pav o n i, Pe t t e n ò 2003, Or r ù 2006,

8 le anfore romane Anfore di provenienza ispanica Dressel 7-11 Datazione: Fine I a.c.-inizio II d.c. Provenienza: Betica. Contenuto: Garum, muria, liquamen. Fig. 4. Dressel 2-4. I contenitori con anse bifide furono prodotti non solo in area italica, ma anche nelle province 38. Abbiamo testimonianza, negli scavi del foro di Nora, di un frammento di ansa bifida di cui sopravvive il gomito (fig. 4, 19) 39, caratterizzato da impasto rosso-arancio sabbioso, con tracce di mica, che suggerisce una provenienza da area egeo-orientale; inoltre vi è un ansa pseudo-bifida 40, ovvero composta da un unico pezzo di argilla successivamente scanalato e non da due bastoncelli uniti prima della cottura. Tale caratteristica di lavorazione, nonché l impasto di colore rosso, caratterizzato dalla presenza di inclusi bianchi, suggerisce una provenienza dall area tarraconese 41. Dressel 2/4 di produzione ispanica sono attestate, oltre ad altre aree della città stessa 42, anche nelle acque tra Corsica e Sardegna, comprovando un commercio nord-sud che, attraverso le due isole, si dirigeva verso le coste dell Africa 43. Dalla fine del I secolo a.c. si osserva un incremento della corrente commerciale dalla penisola iberica, con l arrivo delle salse di pesce contenute nelle Dressel Prodotte in Betica e nella Tarraconese tra la fine del I secolo a.c. sino a tutto il I d.c. se non oltre 44, sono caratterizzate da orlo svasato e modanato, largo collo, anse a nastro e corpo di forma ovoidale 45. Solo un frammento rinvenuto negli scavi del foro di Nora 46 può essere ricondotto a questa produzione, già documentata in Sardegna 47. L attribuzione a questo tipo è suggerita, per il frammento del foro, dalla caratteristica foggia dell orlo svasato, che presenta un rigonfiamento subito sotto il labbro, e dalle caratteristiche del corpo ceramico, di colore rosso-arancio, tendente al rosa nelle superfici esterne, non troppo compatto e tendenzialmente granuloso. Haltern 70 Datazione: Fine I a.c.-inizio I d.c. Provenienza: Betica. Contenuto: Vino, mosto. Molto consistente in Sardegna è la presenza di anfore provenienti dalla Betica. Una testimonianza di importazioni da quest area della Spagna, la prima in senso cronologico e l unica per quanto riguarda il contenuto, è relativa ad un frammento 48 di orlo svasato, caratterizzato da un impasto di colore beige, 38 Peacock, Williams 1989, Dall US Dall US Tc h e r n i a, Ze v i 1972, 37; Co r s i Sc i a l l a n o, Li o u 1985, Pi c c a r d i 2003b, Pa r k e r 1992, 134; Piccardi 2003b, Pa n e l l a 1973, Peacock, Williams 1989, Dall US Per Nora: Pav o n i, Pe t t e n ò 2003, 117 e un esemplare in Pi a n u 1986, Per la Sardegna in generale: Or r ù 2006, 120 e due esemplari in Pi a n u 1986, Dall US

9 738 Erika Franceschi duro e abbastanza compatto, leggermente polveroso e caratterizzato dalla presenza di inclusi grigi, attribuibile con buona probabilità ad un anfora Haltern 70 49, destinata al commercio di derrate vinicole diverse, quali vino e mosto 50, nei primi secoli dell impero. zione lusitana 58. Dressel 20 (fig. 5, 24-29) Datazione: II-III d.c. Provenienza: Betica. Contenuto: Olio. Dressel 14 Datazione: Metà I d.c.-fine II d.c. Provenienza: Betica. Contenuto: Garum, muria, liquamen. Il commercio di garum dalla Spagna prosegue, tra il I e il II secolo d.c., se non anche il III 51, con l importazione di Dressel 14, anfore contraddistinte da orlo ad anello, collo cilindrico, anse a nastro, spalla arrotondata e corpo anch esso cilindrico 52. Presenti in tutto il Mediterraneo occidentale 53, sono attestate in Sardegna, a Nora 54 e negli scavi di Cagliari 55. Negli scavi del foro 56, questa produzione è testimoniata dalla presenza di un orlo molto grosso in sezione e ad imboccatura larga. Per le caratteristiche dell impasto (di colore rosso-arancio, tendente al bianco-rosato all esterno, non troppo compatto e tendenzialmente granuloso) può essere, ancora una volta, ascritto all area betica e quindi attribuito alla variante A 57, spesso affiancata nei ritrovamenti della Sardegna dalle successive Dressel 14 B di produ- 49 Co l l s et al. 1977, Non vi è ancora certezza sul contenuto di quest anfora, ma con buona probabilità si trattava di vino (Colls et al. 1977, 86-91). Alcune iscrizioni nominano il defrutum, ma è attestata anche la presenza di olive (Br u n o 2005, ). 51 Beltran Ll o r i s Peacock, Williams 1989, Pa n e l l a 1973, Pav o n i, Pe t t e n ò 2003, Or r ù 2006, ; Pi a n u 1986, Dall US Pa n e l l a 1973, 519. Un contenitore che conobbe una vastissima importazione in Sardegna e che perdurò dal II secolo sino a tutto il III, talvolta con presenze anche nel IV, fu la caratteristica anfora Dressel 20, dal corpo panciuto, le anse ovali e l orlo ad uncino arrotondato, talvolta triangolare, piatto superiormente 59. Tale contenitore, adibito al trasporto dell olio dalla Betica 60, ebbe una fortuna enorme nel Mediterraneo occidentale 61, tuttavia non mancano esemplari attestati anche in Oriente 62. In Sardegna sono presenti a Turris Libisonis 63, nell ager Bosanus 64 e nel Museo di Cagliari 65. A Nora si riscontrano in alcuni esemplari conservati al Museo di Pula 66 e in recenti ritrovamenti degli scavi della città stessa 67. Nei frammenti rinvenuti a Nora, che ammontano a sette orli 68, le dimensioni variano 69, a volte anche di molto, tuttavia le caratteristiche dell impasto, duro e poroso, di colore beige chiaro con numerosi inclusi di varie dimensioni e vistosi segni della lavorazione al tornio su entrambe le superfici, sono sempre le medesime e confermano la provenienza 58 Pi c c a r d i 2003b, Peacock, Williams 1989, Pa n e l l a 1973, Ne è un esempio la massiccia convergenza verso Roma, documentata dagli scavi del Monte Testaccio (Pa n e l l a 1973, ). 62 Pa n e l l a 1973, ; Ro d r i g u e z Al m e i d a 1984, Vi l l e d i e u 1984, 18, 24, 26, 35, 41, 44, 48, 50, 56, 62, 65, Bi a g i n i 1998, 681, fig. 8, Pi a n u 1986, Pav o n i, Pe t t e n ò 2003, Pi c c a r d i 2003b, Dalle US 5409, 5708, 5722, e Per gli esemplari provenienti dalle US e 5722 si potrebbe trattare di Dressel 23, evoluzione in piccolo del contenitore Dressel 20, prodotto tra III e IV secolo (Ke ay 1984, ).

10 le anfore romane 739 Fig. 5. Dressel 20. di questi contenitori dalla Betica. Non identificate di provenienza ispanica Due frammenti di anse a nastro 70, caratterizzati da impasto di colore beige e di natura granulosa, possono essere attribuiti con buona probabilità a produzioni iberiche, tuttavia non è possibile specificarne in modo più preciso l appartenenza tipologica. 3. Anfore di provenienza africana Tripolitana antica (fig. 6, 30-31) Datazione: II-I a.c. Provenienza: Tripolitania. Contenuto: Olio. La produzione di contenitori di tradizione punica prosegue nel II secolo a.c. e si concentra lungo la fascia costiera della Tripolitania, con la comparsa delle anfore cosiddette Tripolitane, esportate per se- 70 Dalle US e coli in tutti i porti del Mediterraneo 71. Un puntale pieno, di forma quasi arrotondata, rinvenuto nel foro di Nora 72 può essere con buona probabilità attribuito alla produzione delle anfore Tripolitane antiche 73, tipologia che precorre la produzione delle meglio note Tripolitane di età imperiale. Tale contenitore, attestato nel Mediterraneo per tutto il I secolo, ma presente già dal precedente, in Sardegna non conta numerose testimonianze, forse per la mancanza di pubblicazioni specifiche, tuttavia alcuni frammenti riconducibili a tale tipologia sono presenti a Nora nell area C 74 e un puntale molto simile a quello ritrovato nel foro proviene dall area G 75, nonché un esemplare quasi integro è conservato a Olbia, nella villa rustica Bo n i fay 2004, Il reperto è caratterizzato da corpo ceramico duro, di colore rosso arancio, con vari piccoli inclusi bianchi, neri e brillanti (da US 11110). 73 L esiguità del frammento non permette un preciso confronto. Per un quadro generale sulla produzione di anfore e di tradizione punica si vedano Bo n i fay 2004, e Va n d e r We r f f , Pi c c a r d i 2003b, Bo rt o l i n , Sa n c i u 1998b, 108, n. 53, 195.

11 740 Erika Franceschi Dal foro di Nora proviene inoltre un reperto 77 relativo ad orlo, collo e parte dell ansa, di un anfora di difficile interpretazione, troppo cotta e leggermente asimmetrica, probabilmente a causa di un errore di lavorazione avvenuto prima della cottura. L impasto è grigio scuro, a causa dell eccessiva cottura, tuttavia si distinguono alcune caratteristiche tipiche delle Tripolitane, ovvero il corpo ceramico fine con inclusi di colore bianco visibili a livello macroscopico e la presenza di una schiaritura superficiale 78. Inoltre la forma dell orlo, caratterizzato dal profilo triangolare che si mantiene per tutte le produzioni tardo puniche, sino alla Tripolitana II, avvalora la possibilità che il reperto in considerazione appartenga a questa tipologia 79. Tripolitana II Datazione: Metà II-IV d.c. Provenienza: Tripolitania. Contenuto: Olio. Con il pieno I secolo, molto più consistenti si fanno le importazioni di olio dalla Tripolitania, grazie alla comparsa di un contenitore che, con alcune evoluzioni formali, avrà fortuna nel commercio in tutto il Mediterraneo fino al IV secolo. Si tratta dell anfora Tripolitana II 80, non attestata nell area P degli scavi di Nora, ma testimoniata in Sardegna da alcuni frammenti ritrovati a Nora stessa 81, nell ager Bosanus 82, a Turris Libisonis 83 e nel territorio di Olbia Dall US Capelli, Bonifay 2007, Tale caratteristica è tipica anche delle successive Tripolitane I, ma il contesto stratigrafico di riferimento ci fa propendere per l attribuzione di questo frammento alla tipologia delle Tripolitane antiche. 80 Bo n i fay 2004, Bo rt o l i n , 398; Pi c c a r d i 2003b, Bi a g i n i 1998, 674, n. 4, Vi l l e d i e u 1984, 18, 21, 33, 41, 44, 52, Sa n c i u 1998b, 793. Fig. 6. Tripolitane antiche. Le importazioni di olio dall Africa proseguono fino al IV secolo con l anfora Tripolitana II, attestata nell area P da un frammento 85 di orlo a doppio scalino, caratterizzato da corpo ceramico arancione e da una schiaritura superficiale in parte evanida, di colore bianco crema. Un frammento simile proviene dall area G 86 ; altre attestazioni sono presenti a Turris Libisonis 87. Africana II (fig. 7, 33-34) Datazione: Metà II d.c.-ultimo quarto IV d.c. Provenienza: Bizacena, Zeugitana. Contenuto: Salse di pesce. Accanto alle importazioni di olio dalla Tripolitania si assiste all arrivo in Sardegna delle salse di pesce contenute nei tipici contenitori nord-africani di piena età imperiale, caratterizzati da corpo ceramico arancione-mattone, con superficie che vira al biancogiallastro, e forma più o meno cilindrica 88. Numerose sono le pareti provenienti dagli scavi dell area P che rispecchiano queste caratteristiche. Tre orli di varia foggia (i primi due 89 sono a fascia ingrossata e presentano uno scalino a circa metà dell orlo, il terzo 90 è pressoché indistinto) e due puntali pieni 91, di forma allungata, molto pesanti sono attribuibili, nell ambito di tali produzioni, in modo più specifico alle Africane II, prodotte in Bizacena e Zeugitana 85 Dall US Bortolin , Vi l l e d i e u 1984, 56, 75, 78, Bonifay 2004, Dalla Pulizia Parete Nord PF 2001 e dall US Dall US Dalle US e

12 le anfore romane 741 Käpitan II Datazione: II-IV d.c. Provenienza: Egeo orientale. Contenuto: Vino dalla metà del II secolo fino a quasi gli esordi del V. Numerose testimonianze di questo contenitore, talvolta riutilizzato per scopi funerari 92, si hanno sia a Nora stessa 93 che in altre parti dell isola 94 e lungo le coste Anfore di provenienza egea e orientale Rodia Datazione: II-I a.c. Provenienza: Rodi. Contenuto: Vino. Fig. 7. Africane II Un orlo ad anello 96 caratterizzato da corpo ceramico di color rosa-marrone, abbastanza fine e depurato (pur con la presenza di vari inclusi bianchi, neri e mica scura), e una schiaritura tendente al color crema, parzialmente scrostata, può essere attribuito ad una produzione di area egea, in particolare alle produzioni rodie più recenti, diffuse tra II e I secolo a.c. 97 Un orlo simile si trova nell area C degli scavi di Nora: la sua attribuzione a questa produzione è confermata dalla presenza di due anse bollate 98 che trovano riscontro in alcuni frammenti provenienti dallo scavo della cripta di S. Restituta a Cagliari Sa n n a 1999, Pi c c a r d i 2003b, A Turris Libisonis (Villedieu 1984, 179), a Bithia (Tronc h e t t i 1987b, 17) e al Museo di Cagliari (Pianu 1986, 42-43, figg. 4, 25-26). 95 Pa r k e r 1992, Dall US Em p e r e u r, Ga r l a n 1986, ; Pi c c a r d i 2003b, Pi c c a r d i 2003b, Us a i 1987, 6, tav. I. Un frammento di ansa 100 dalle particolarissime caratteristiche dell impasto, che si presenta di colore tendente all arancio-marrone ricco di inclusi quarzosi, ferrosi e micacei, alcuni dei quali di grandi dimensioni, con nucleo grigio scuro, nonché della morfologia propria della grande ansa a nastro, a sezione ellittica, molto dritta e dal caratteristico gomito ad angolo acuto, può con molta probabilità essere attribuita ad un anfora Käpitan II. Si tratta di tipici contenitori vinari di epoca medio e tardo-imperiale (II-IV secolo), caratterizzati da collo lungo e stretto che va allargandosi verso il basso, orlo spesso sottolineato da una solcatura e piede ad anello umbonato. Numerosi frammenti presentano vistosi difetti di cottura (anima nera), imputabili molto probabilmente alla difficoltà di cuocere in modo uniforme manufatti dalle dimensioni così impegnative. Anfore di questo tipo, presenti per lunghissimo tempo in tutto il Mediterraneo, si trovano a Nora (un esemplare è stato rinvenuto nell area C 101 ) e nelle acque circostanti 102. Non identificate di provenienza egeo-orientale (fig. 8, 36-39) Un frammento di orlo arrotondato, caratterizzato da impasto rosa carico molto micaceo e schiaritura superficiale 103, potrebbe essere attribuito alla classe degli unguentaria 104, date le caratteristiche formali e 100 Dall US Pi c c a r d i 2003b, Pa r k e r 1992, Dall US 5625 (fig. 8, 36). 104 Si suggerisce un confronto ipotetico con LR unguentaria similis, in Po rta l e, Ro m e o 2001, tav. LXIX, b.

13 742 Erika Franceschi Fig. 8. Anfore non identificate di provenienza egeo-orientale. l esigua dimensione, tuttavia non è possibile fornire indicazioni più precise. Altrettanto dubbio si presenta un frammento con orlo estroflesso ripiegato sul collo, caratterizzato da argilla rossa non micacea, e da un incisione a forma di semicirconferenza sotto l orlo 105. Pur essendo tali incisioni tipiche di prodotti di fattura africana, la forma e le caratteristiche dell impasto fanno propendere per una localizzazione della produzione di questo manufatto in area orientale 106. Si conserva inoltre un frammento di parete con traccia dell orlo indistinto 107, impercettibilmente ripiegato all esterno nella parte terminante. La forma non suggerisce un confronto preciso, poiché lacunosa, tuttavia le caratteristiche del corpo ceramico, (che si presenta in frattura di colore rosso, ricco di inclusi quarzosi, ferrosi e micacei e vacuoli causati dal deperimento di materiale organico, e in superficie bianco crema) può suggerire una provenienza dalle isole dell Egeo 108. Infine vi è un frammento di anfora di dimensioni 105 Dall US 5649 (fig. 8, 37). 106 Le caratteristiche dell impasto potrebbero suggerire come possibile provenienza l area del Mar Nero. In ogni caso non si sono trovati confronti con materiali rinvenuti in altre aree della città, né in altri scavi della Sardegna che possano avvalorare l ipotesi suggerita. 107 Dall US 5983 (fig. 8, 38). 108 L ipotesi è che si tratti di un anfora Coa o tardo-coa, simile a quella descritta in Po rta l e, Ro m e o 2001, tav. LXVII, d. contenute 109, caratterizzata da orlo ad anello e ansa a nastro impostata perpendicolarmente al collo e dritta. Manca la parte del gomito, si può però supporre dovesse formare un angolo di circa 90. Il corpo ceramico si presenta ben depurato, di colore nocciolarosato, grigio nel nucleo. Anche in questo caso si può pensare ad una provenienza egeo-orientale Anfore di provenienza incerta (fig. 9, 40-41) Una serie di frammenti di anfore, a causa del cattivo stato di conservazione, non sono stati attribuiti a nessuna tipologia precisa, anche se talvolta l osservazione del corpo ceramico ha suggerito possibili ipotesi. In questi casi si pone la prospettiva futura di effettuare analisi di tipo archeometrico che favoriscano lo studio della provenienza di detti frammenti. Un frammento di orlo 111 a sezione triangolare è caratterizzato da corpo ceramico di colore rosa, tendente al giallino in superficie. Polveroso al tatto, è fine nella matrice, ma sono visibili inclusi di varia natura tra i quali risalta una buona quantità di mica 109 Dall US (fig. 8, 39). 110 Morfologicamente simile alle anfore Agora G 199, datate tra il I e l inizio del IV secolo d.c. e provenienti dall Egeo, l anfora in questione si differenzia da questo possibile confronto per le caratteristiche dell impasto, che generalmente si presenta di colore rosso e ricco di inclusi. 111 Dall US 5295.

14 le anfore romane 743 Fig. 9. Tipologie di provenienza incerta. scura. Le caratteristiche del reperto qui descritto potrebbero suggerirci come provenienza la Gallia 112, le cui anfore, seppur in minima quantità, sono presenti nel quadro generale dei ritrovamenti di Nora 113. Incerto è inoltre un frammento 114 caratterizzato da un alto orlo a fascia arrotondato, corpo ceramico di colore rosa con schiaritura superficiale in parte evanida, farinoso al tatto, abbastanza depurato. Per le dimensioni ridotte e la caratteristiche dell impasto, potrebbe essere assimilata alla produzione di anforette Dressel 6B 115, tuttavia l assenza di ulteriori elementi caratteristici non permette di stabilire un confronto preciso. Non ci sono testimonianze simili a Nora. Per un corto puntale arrotondato 116, molto corroso, in base alle caratteristiche dell impasto, si può suggerire una provenienza dalla Betica, senza tuttavia fornire un confronto preciso. Infine dubbio rimane un frammento di orlo pendente 117, fluitato, morfologicamente non riconoscibile. Il corpo ceramico di color arancio-rosato con inclusi di varia natura distribuiti in modo omogeneo è comune a diverse aree di provenienza. 6. Le anfore romane: quadro generale Questo contributo si inserisce, come piccolo tassello, nel quadro globale degli studi sugli scambi commerciali documentati in Sardegna, senza apportare, purtroppo, grandi novità rispetto a ciò che già era noto. Lo scenario dei commerci che emerge dai dati sin qui esposti è vario ed articolato e probabilmente non ancora del tutto compreso, soprattutto 112 Potrebbe trattarsi di una Gauloise Pi c c a r d i 2003b, ; Bo rt o l i n , NR04/PG/11000/CR/27 (fig. 9, 40). 115 Ci p r i a n o, Fe r r a r i n i 2001, pp ; Pesav e n t o 1992, pp Dall US NR06/PH/11500/CR/1 (fig. 9, 41). per quel che riguarda le importazioni dal Mediterraneo orientale. All epoca della dominazione punica, il commercio con Cartagine appare prevalentemente monodirezionale 118 ; la produttività dell isola, caratterizzata dall assenza della viticoltura, era infatti essenzialmente basata sulla coltivazione di grano e presupponeva la necessità di importare prodotti quali olio e vino. Tale scelta economica affonda le proprie radici nell ipotizzata imposizione del taglio di tutti gli alberi da frutto, avvenuto al momento della conquista cartaginese 119. Durante l età ellenistica, la rete degli scambi si amplia, e compaiono numerose le anfore greco-italiche, che importano vino italico sino al 130 a.c. circa. Il circuito di scambi che si individua pare dunque seguire due direttrici: una che dall Africa giunge, attraverso la Sicilia occidentale, fino alla Sardegna, e l altra che arriva dalla penisola italica, in particolare dalla Magna Grecia. Si inserisce, inoltre, in questo fronte cronologico, la presenza di un anfora rodia, testimonianza delle importazioni vinicole dal Mediterraneo orientale; l unicità del ritrovamento negli scavi del foro non permette di avanzare ipotesi sull estensione di questa rete commerciale. In seguito al momento della conquista romana dell isola, il commercio con la penisola italica diviene consistente. Dalla fine del II secolo a.c., alle anfore greco-italiche si affiancano e successivamente subentrano le Dressel 1, provenienti prevalentemente dalla costa tirrenica. La continuità di questa rete commerciale è testimoniata dalla presenza di Dressel 2/4, non consistente negli scavi del foro, ma ben documentata in altre aree di Nora. Sino ai primi anni del II secolo d.c. i contenitori italici costituiscono il 45,5% delle importazioni totali. Il quadro delle importazioni si sviluppa ulte- 118 Per un quadro esaustivo delle tipologie anforiche presenti a Nora si veda il contributo di S. Finocchi sulle anfore fenicie e puniche di Nora, in questo volume. 119 Ps e u d o Ar i s t., De mir. auscult., 100.

15 744 Erika Franceschi I-III secolo d.c. Dal IV secolo d.c. africane 7% egee 7% italiche 13% egee 17% iberiche 73% Fig. 10. Attestazioni di anfore provenienti dall area del foro di Nora tra I e III sec. d.c. africane 83% Fig. 11. Attestazioni di anfore provenienti dall area del foro di Nora a partire dal IV sec. d.c. riormente nei primi secoli dell Impero. Da questo momento in poi Nora commercia prevalentemente con la penisola iberica (13% dei ritrovamenti), dalla quale importa una varietà di contenitori in parte dalla Tarraconese (Dressel 2/4), ma per lo più di provenienza betica, tra i quali consistenti sono le Dressel 20, ma non mancano Haltern 70, Dressel 7/11 e Dressel 14. Tali importazioni giungono a lambire il IV secolo (fig. 10). Inizialmente marginali, accanto a queste correnti commerciali dei primi secoli dell impero, le importazioni dall Africa (testimoniate dalla presenza di due Tripolitane antiche), dal III secolo d.c., tornano a farsi consistenti. I contenitori provenienti da Tripolitania e Bizacena (9% dei rinvenimenti), affiancano il commercio dalla penisola iberica nel III secolo d.c., per sostituirsi completamente ad esso nel IV secolo. La presenza di anfore orientali (delle quali solo il 4% si riferisce a tipologie note), denota una certa continuità, inserendosi in questa fitta rete commerciale, come precedentemente esposto, già a partire dal II secolo a.c. circa. Grazie alla presenza di un ansa di Käpitan II, si può ipotizzare che il commercio dall Oriente giunga a lambire almeno il IV secolo. L assenza di documentazione relativa a contenitori più tardi (anfore cilindriche di grandi dimensioni), presenti nel resto della Sardegna, è da imputare per gli scavi del foro alla modesta consistenza delle stratigrafie post antiche superstiti (fig. 11). In merito al contenuto, è doveroso fare alcune considerazioni. Il prodotto maggiormente importato a Nora è il vino (58% delle importazioni totali), che arriva inizialmente e prevalentemente dal Tirreno, contenuto nelle anfore greco-italiche e successivamente nelle Dressel 1 e 2/4. Queste importazioni dal suolo italico, che verosimilmente sembrano terminare nel I secolo d.c., sono affiancate e in seguito sostituite su due fronti: da una parte il vino arriva dall Egeo, attraverso il commercio di anfore rodie, di Dressel 2/4 di provenienza greca e successiva ignoto salse di pesce olio vino italiche iberiche africane egee Fig. 12. Prodotti importati a Nora, suddivisi in base alla provenienza. Il vino costituisce il 58% delle importazioni, seguito da olio (17%) e salse di pesce (10,5%). Il restante 14,5% si riferisce alle importazioni di anfore non identificate, o dal contenuto non noto.

16 mente di Käpitan II, coprendo un arco di tempo che dall età ellenistica giunge a lambire il V secolo; dall altra arriva dalla penisola iberica, contenuto nelle Dressel 2/4 tarraconesi e nelle Haltern 70, che trasportavano anche un prodotto a base di vino cotto non ancora fermentato, chiamato defrutum. Rispetto alle massicce importazioni iniziali, dal I secolo d.c. il commercio del vino subisce un calo, lasciando spazio ad un altro prodotto fondamentale: l olio (17% delle importazioni totali), prodotto e importato dalla Betica nei secoli I e II, ma anche dalla Tripolitania. L assenza negli scavi del foro di anfore Tripolitana I non lascia presupporre una discontinuità di importazioni da questa regione, poiché sono ben documentati in altre aree di Nora e della Sardegna in generale 120. Minori a livello numerico, ma continuative nei secoli, sono le importazioni di salse di pesce (10,5% del totale). Il commercio di garum, muria e liquamen segue due principali vie commerciali, che si intersecano e si sostituiscono: importato inizialmente dall Africa nei contenitori di tradizione punica, dalla fine del I secolo a.c. sino a tutto il II secolo d.c. è prerogativa della penisola iberica (Dressel 7/11, Dressel 14). Successivamente tornano a farsi consistenti le importazioni dall Africa, in particolare da Bizacena e Zeugitania, che dominano le importazioni di salse di pesce sino a tutto il IV secolo d.c. (fig. 12). le anfore romane Piccardi 2003b, 220; Tronchetti 1996a, 152.

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